Oggetto del Consiglio n. 1327 del 28 luglio 2010 - Resoconto
OGGETTO N. 1327/XIII - Petizione contro il progetto di costruzione di una centralina idroelettrica privata nel vallone di Barasson nel territorio dei comuni di Etroubles e Saint-Oyen. (Reiezione di una risoluzione)
Petizione
I sottoscritti abitanti dei Comuni di Etroubles e Saint-Oyen e proprietari di beni immobili nei due comuni, venuti a conoscenza della volontà della Societé Eaux Valdôtaines s.r.l. di costruire una centrale idroelettrica nel Vallone di Barasson, indirizzano alle competenti Autorità, in base all'art. 36 del Regolamento del Consiglio regionale, la seguente petizione:
Considerato che:
- la derivazione prevista comporterebbe una grave compromissione dell'ambiente e del paesaggio che si intende preservare nelle sue condizioni attuali, nel rispetto della natura e nell'interesse dell'economia agricola, turistica e dell'ambiente naturale;
- nella zona transitano l'Alta Via n. I e II Tour des Combins all'interno di un habitat ancora immune da inquinamento e dove la flora, la fauna e le acque incontaminate sono sinonimo di natura e purezza;
- l'alpeggio di Barasson, con oltre 100 capi durante tutta la stagione estiva, utilizza per l'irrigazione e l'abbeveraggio degli animali gran parte delle acque del torrente Barasson. Se queste venissero a mancare, si rischierebbe l'abbandono dell'agricoltura in zone alpine dove già tale attività ha grosse difficoltà e deve operare utilizzando le risorse prime che provengono dal territorio e dalla natura;
- data l'estrema fragilità del territorio attraversato dall'opera in questione, la costruzione progettata comprometterebbe l'assetto della zona e rischierebbe di provocare Ia desertificazione e l'abbandono ed il verificarsi di calamità, mettendo così a repentaglio gli abitanti dei villaggi e paesi sottostanti;
- la captazione sul torrente Barasson creerebbe grossi danni per tutte le sorgenti presenti a valle dell'opera di presa;
- il contesto paesaggistico all'interno del quale si trova Barasson tra verdi alpeggi e numerosi sentieri che da Saint-Oyen ed Eternod raggiungono questo vallone ricco di una bellissima flora e fauna possibili grazie all'acqua che scorre nel torrente e durante Ia stagione invernale quando le acque sono quasi assenti, fonte di abbeveraggio per stambecchi, caprioli, cervi, volpi, pernici, lepri, scoiattoli, lupi e i numerosi volatili;
- le Amministrazioni Comunali di Etroubles e Saint-Oyen hanno realizzato, sin dal 2004, il progetto esecutivo del potenziamento dell'acquedotto intercomunale che prevede una nuova captazione sul torrente Barasson a monte della prevista opera di presa che fornisce acqua alle frazioni di Eternod-Dessus, Eternod-Dessous, Lessanaz, Prailles-Dessus, Bezet, Prailles-Dessous, Mourguina, all'alpeggio di Barasson, l'intero comune di Saint-Oyen e con l'intenzione di potenziare ulteriormente l'acquedotto a monte, in quanto le sorgenti costruite negli anni 80 e 90 si stanno riducendo sensibilmente anno dopo anno e hanno sempre maggiori problemi di potabilità;
- gran parte dell'acqua del torrente Barasson, che proviene interamente da sorgenti, avrà, pertanto, una destinazione alimentare;
- non sono presenti né ghiacciai né nevi perenni;
- considerato che il DL 152, art. 23, comma 2, lettera a) prevede che: "... per questi motivi, all'articolo 95 del decreto, viene ribadita l'esigenza della pianificazione del bilancio idrico in modo tale da garantire un equilibrio costante tra la disponibilità della risorsa e i fabbisogni per i diversi usi, tenendo altresì conto delle priorità all'uso potabile";
- il corso d'acqua Barasson avrà una portata ridotta sensibilmente e vede a valle, la presenza di n. 3 mulini, tuttora funzionanti, che attingono acqua dal torrente, da tempo immemorabile, così come cinque ru che, parimenti, verrebbero privati del necessario rifornimento idrico;
- il torrente presenta un'ottima condizione ambientale per il popolamento della trota che ogni anno viene regolarmente seminata;
- è noto che il torrente Barasson è quasi asciutto a partire da settembre e che non è quindi percepibile l'interesse pubblico che si intende conseguire;
- tutto il tratto a valle della derivazione soffrirebbe di una grave carenza idrica nel periodo estivo non essendo sufficiente la minima quantità d'acqua che verrebbe lasciata defluire;
- considerato che l'acqua del Vallone di Barasson deve rimanere a disposizione dei Consorzi di Miglioramento Fondiario, del Fief di Eternod e per il buon funzionamento dell'alpeggio comunale;
Tutto quanto esposto evidenzia il delicatissimo equilibrio ambientale dell'area, fortemente minacciato dagli interventi previsti, in quanto l'acqua già poca in questo vallone è l'elemento vitale e legante di tutto i1 territorio.
- considerato che tutti questi aspetti sono stati attentamente valutati dai Consigli Comunali di Etroubles e Saint-Oyen, dai Consorzi di Miglioramento Fondiario, dai gestori dell'alpeggio di Barasson, i quali si sono espressi all'unanimità contro l'utilizzo delle risorse ambientali e idriche del vallone per fini idroelettrici
con la presente chiedono a codesta Amministrazione
di avviare le procedure per il riconoscimento delle legittime esigenze del territorio e non autorizzare l'intervento in istruttoria previsto nel Vallone di Barasson.
Seguono le firme di 438 cittadini residenti nei due comuni o residenti altrove ma proprietari di beni immobili in loco.
(omissis)
Président - Collègues, le 28 avril dernier une pétition signée par 437 citoyens contre la réalisation d'une centrale hydroélectrique privée dans le vallon de Barasson sur le territoire des communes d'Etroubles et de Saint-Oyen a été déposée à la Présidence du Conseil, aux termes de l'article 36 du Règlement intérieur. Par sa délibération n° 416 du 11 mai 2010, le Bureau de la Présidence a décidé de la recevabilité et de l'admissibilité de la pétition et a ouvert l'instruction en demandant des informations et des éclaircissements au Président de la Région et aux Assesseurs compétents, ainsi qu'aux Commissions Aménagement du territoire et Essor économique. Par lettre en date du 25 mai 2010 l'Assesseur au territoire a envoyé ses observations et, en date 19 juillet 2010, les Présidents de la IIIe et de la IVe Commission ont transmis à la Présidence un rapport conclusif sur la question. Aux termes du 4e alinéa de l'article 36 du Règlement intérieur la pétition est soumise à l'examen du Conseil.
Je vous annonce que sur cette question a été présentée une proposition de résolution de la part du groupe ALPE.
La parole au Conseiller Empereur.
Empereur (UV) - Merci, M. le Président. J'interviens dans ma qualité de Président de la IVe Commission et, bien sûr, au nom aussi du collègue Président de la IIIe Commission, le Conseiller Comé.
Après avoir reçu le texte de la pétition le 17 du mois de mai dernier, le 11 juin les commissions ont délibéré l'audition du premier signataire, d'une délégation des signataires de la pétition, des Syndics des communes d'Etroubles et de Saint-Oyen, du Président du Consortium régional pour la sauvegarde et l'augmentation de la pratique de la pêche en Vallée d'Aoste, de l'Assesseur régional à l'agriculture et ressources naturelles, de l'Assesseur régional aux ouvrages publics et de l'Assesseur régional au territoire. Le 22 juin les commissions ont effectué les différentes auditions et ce rapport, rédigé avec la précieuse collaboration du Conseiller Comé, a été approuvé à l'unanimité par les commissaires des deux commissions dans la réunion du 16 du mois de juillet dernier.
Il 22 giugno il sig. Massimo Tamone, primo firmatario della petizione e Sindaco del Comune di Etroubles, ha evidenziato che la stessa è stata sottoscritta da 437 cittadini. Ha reso noto che il Vallone di Barasson, a confine tra i comuni di Etroubles e di Saint-Oyen, è un vallone non molto grande dal punto di vista territoriale e privo di ghiacciai perenni, per cui l'unica fonte di acqua è di tipo sorgivo, che viene utilizzata principalmente a fini agricoli per il bestiame e per l'irrigazione dei terreni. Ha posto l'accento sul fatto che, nel 2003 le Amministrazioni comunali di Etroubles e di Saint-Oyen hanno avviato un progetto con l'Amministrazione regionale per la realizzazione di un acquedotto sovra-comunale per l'utilizzo ad uso potabile delle acque del vallone di Barasson. Ha sottolineato che nella relazione allegata al progetto di costruzione della centralina non è stato indicato quali saranno gli strumenti previsti per condurre l'energia, né in quale luogo verrà convogliata l'energia prodotta, considerato che nella zona della Valle del Gran San Bernardo le linee di smistamento risultano essere sature; in una delle tavole allegate al progetto si afferma che il torrente presenta una generale condizione ambientale con scarsa presenza di trote per la ridotta portata di acqua in alcune stagioni; non si reputano attendibili i dati riportati dalla stessa in merito al monitoraggio della portata effettiva del torrente Barasson. Inoltre, sempre Tamone ha sottolineato come l'utilizzo del criterio 2 del Piano di tutela delle acque per il calcolo del deflusso minimo vitale come criterio valido per superfici di bacino superiori ai 10 chilometri quadrati sia sovradimensionato rispetto al territorio in questione, che è di soli 3,84 chilometri quadrati. Ha ancora evidenziato la necessità di attivare la procedura di valutazione di impatto ambientale, in quanto il progetto prevede una produzione di energia pari a 176 chilowatt, e di prevedere maggiori controlli sulla quantità di acqua che verrà prelevata dal torrente che, secondo quanto indicato dal progetto, sarà garantita unicamente da una valvola posta sulla tubazione.
Richiamando una delibera assunta nell'aprile scorso dalla Giunta comunale di Etroubles, ne ha ricordato i contenuti e quindi che sia auspicabile e necessario un chiaro orientamento della Regione, che non si limiti a valutare gli aspetti formali e procedurali di un progetto, ma ne consideri la reale sostenibilità economica ed ambientale, l'utilizzo in funzione del territorio e della comunità, la partecipazione ed il consenso dei cittadini, il rispetto delle vocazioni territoriali e delle loro potenzialità di sviluppo. Tamone ha quindi ribadito l'assoluta contrarietà dei firmatari al progetto di costruzione di una centralina idroelettrica privata nel Vallone di Barasson che, peraltro, non si reputa conforme alle disposizioni del Piano regolatore generale dei comuni interessati.
Le commissioni hanno poi audito il sig. Giampiero Collé, firmatario della petizione e Sindaco di Saint-Oyen al momento della sottoscrizione della stessa, che ha affermato che il progetto di costruzione della centralina in oggetto non è sostenibile da un punto di vista ambientale, in quanto lo scavo per le tubazioni dell'acqua dall'opera di presa fino alla centrale dovrebbero passare attraverso un bosco di protezione nel Comune di Saint-Oyen, situato in una zona impervia e altamente pericolosa dal punto di vista geologico e idrogeologico che, se venisse disboscata, potrebbe diventare l'origine di frane, smottamenti e valanghe. Ha fatto presente che il progetto per la realizzazione dell'acquedotto sovra-comunale, ai sensi della normativa sul servizio idrico integrato, rientra fra le opere finanziabili nel sub-ambito della Comunità montana del Gran Combin e che quindi spetterà a tale ente valutare i tempi per il relativo finanziamento. Va sottolineato anche che sia Collé che Tamone hanno ricordato come nel territorio comunale sia presente la Casa Ospitaliera di Château Verdun con i diritti acquisiti nel tempo e con le preoccupazioni manifestate anche da questo interlocutore.
Il sig. Natalino Proment, Sindaco di Saint-Oyen, ha affermato che la nuova amministrazione comunale è contraria al progetto di costruzione di una centralina idroelettrica, condividendo le preoccupazioni espresse dai firmatari della petizione per la scarsa portata di acqua del torrente dal mese di agosto fino al mese di aprile e per gli eventuali dissesti geologici e idrogeologici che si potrebbero verificare sul territorio comunale.
È poi intervenuto il sig. Oscar De Janossi, firmatario della petizione, che ha ribadito le criticità evidenziate dagli altri firmatari in merito all'inattendibilità dei calcoli del deflusso minimo vitale e dei dati relativi alla campagna di misurazione delle portate delle acque del torrente Barasson. Ha fatto notare che il progetto relativo alla costruzione dell'acquedotto sovra-comunale permetterebbe la restituzione a monte del troppo pieno della vasca di raccolta dell'acqua non necessaria all'acquedotto, che potrebbe essere nuovamente impiegata per altri fini, mentre l'impianto idroelettrico utilizzerebbe tutta l'acqua captata nel torrente per produrre energia.
Il sig. Antonio Crea, Presidente del Consorzio regionale per la tutela della pesca, ha evidenziato che i progetti di costruzione di centraline idroelettriche vanno ad incidere sulla portata dei corsi d'acqua presenti sul territorio regionale a discapito, dal punto di vista ambientale, del patrimonio ittico della regione. Ha reso noto che quello di Barasson, pur essendo un corso d'acqua minore, è un torrente vivo, in quanto ha una portata d'acqua durante tutto l'anno, anche se si riduce nel periodo invernale, e dove il Consorzio pesca nel 2010 è intervenuto con un ripopolamento di mille esemplari di fauna ittica. Ha informato che sono in atto dei tavoli operativi tra il consorzio e l'Amministrazione regionale per ridefinire i criteri di determinazione dei deflussi minimi vitali delle centraline idroelettriche e per garantire la sopravvivenza delle specie nei corsi d'acqua regionali.
L'Assessore regionale all'agricoltura e risorse naturali ha fatto presente che il piano di tutela delle acque dà priorità, nell'utilizzo delle risorse idriche regionali, in prima istanza, al consumo umano e, in seconda battuta, alle esigenze dell'agricoltura. Ha evidenziato che, nel caso specifico del Vallone di Barasson, le esigenze dell'agricoltura sono legate prettamente all'irrigazione degli alpeggi. L'irrigazione è assicurata dai diritti irrigui che derivano dal torrente Barasson, posti in parte a monte e in parte a valle dell'opera di presa della futura centralina; l'irrigazione dei pascoli sottostanti è necessaria per assicurare una sufficiente produzione foraggiera che permetta la monticazione del bestiame. Ha segnalato il fatto che nella zona interessata dal progetto di realizzazione della centralina idroelettrica vi è la presenza di un bosco di protezione da tutelare.
L'Assessore regionale al territorio e ambiente ha ripreso i contenuti della nota inviata al Presidente del Consiglio regionale in data 25 maggio 2010, nella quale comunicava che il progetto oggetto della petizione non era stato sottoposto a procedura di VIA, dal momento che risultava inferiore alle soglie previste obbligatoriamente dalla normativa, decurtate di una quota del 20 percento, in quanto zona di particolare pregio paesaggistico e ambientale.
L'Assessore regionale alle opere pubbliche ha ricordato di avere già espresso le proprie considerazioni sull'argomento in sede di dibattito consiliare in risposta ad un'interpellanza, nel corso del quale affermava "...che per ogni domanda di derivazione è effettuata un'istruttoria tecnico-amministrativa regolamentata da una normativa specifica e da atti di programmazione statali e regionali, quindi ogni valutazione di ordine politico va sicuramente indirizzata al principale atto di programmazione, che è il piano regionale di tutela delle acque, approvato nel febbraio 2006 dal Consiglio regionale, che ha dettato le regole e le condizioni per la tutela del corso d'acqua nelle sue caratteristiche morfologiche, geologiche, geotecniche e idriche, per il razionale utilizzo della risorsa idrica e per la determinazione delle portate di deflusso minimo vitale...".
Raffaele Rocco, Coordinatore del Dipartimento difesa del suolo e risorse idriche dell'Assessorato alle opere pubbliche, ha informato che la normativa nazionale di riferimento in materia di utilizzo delle acque è quella definita dal decreto legislativo n. 152/1999 e dal decreto legislativo n. 152/2006. Ha ricordato che, nel caso del progetto di costruzione di una centralina idroelettrica privata nel Vallone di Barasson, la società proponente, al fine di evitare di sottoporre il progetto alla procedura di VIA, ha ritenuto di ridurre la potenza della derivazione d'acqua da 420 chilowatt a 220 chilowatt; in seguito, essendo stata informata che il progetto ricadeva ancora in procedura di VIA, in quanto relativo ad una zona di particolare pregio paesaggistico e ambientale, ha ulteriormente ridotto del 20 percento la potenza del proprio impianto. Ha precisato che, in fase di istruttoria del progetto, è stato dato modo a tutti i soggetti interessati alla questione, quindi anche alle Amministrazioni comunali di Etroubles e di Saint-Oyen, di avanzare eventuali osservazioni ed elementi di valutazione. Ha aggiunto che, nel corso del procedimento, è stata effettuata una verifica dei diritti di utilizzo delle acque del torrente Barasson e che nella relazione istruttoria è stato dato atto che esistono un diritto di prelievo a monte e due diritti a valle, e che questi ultimi devono essere garantiti attraverso il rilascio dei quantitativi d'acqua necessari per l'opera di presa, in quanto i diritti per uso irriguo sono preesistenti e sono privilegiati rispetto agli altri utilizzi.
Sempre Rocco ha reso noto che, sempre in sede istruttoria, sono state effettuate delle valutazioni sull'attraversamento del bosco con una condotta da parte della competente struttura che si occupa di tutela del paesaggio, in particolare dal responsabile della stazione forestale. Ha ricordato che il piano regionale di tutela delle acque prevede che il deflusso minimo vitale non sia valutato come percentuale delle portate esistenti nel corso d'acqua, ma sulla base delle curve di regionalizzazione delle portate, indipendentemente da quelli che sono i deflussi reali presenti nel corso d'acqua. Ha precisato che le misurazioni di portata dipendono dal periodo in cui vengono effettuate. Pertanto il proponente, se non intende avvalersi delle curve di regionalizzazione, quindi delle scale regionali riferite alle misure di tutti i torrenti della Valle d'Aosta previste dal piano di tutela delle acque, può presentare delle misure di portata ottenute in un arco temporale di almeno cinque anni. Ha fatto presente che il torrente non ha delle quantità elevate di acqua, ma che gli uffici hanno comunque valutato che queste permetterebbero di garantire il deflusso minimo vitale per le utenze irrigue presenti nella zona e il funzionamento della centralina, compatibilmente con l'attuale stato ambientale del vallone. Ha reso noto che il regio decreto n. 1775/1933 sulle acque riconosce il pubblico interesse per il progetto nel momento in cui viene rilasciata la concessione di derivazione d'acqua e quindi la procedura di esproprio. Ha evidenziato che, benché i Comuni di Saint-Oyen e di Etroubles abbiano previsto nei propri Piani regolatori generali una norma che vieta la realizzazione di centraline all'interno del proprio territorio, la recente sentenza della Corte costituzionale n. 168/2010 ha ribadito che l'individuazione delle aree in cui realizzare gli impianti di energia alternativa sono di competenza esclusiva dello Stato.
È poi intervenuto il sig. Paolo Bagnod, Capo servizio dell'Ufficio valutazione ambientale dell'Assessorato regionale al territorio e ambiente, che ha evidenziato che se un progetto è ancora in itinere, quindi non è ancora formalmente autorizzato, vi è la facoltà, sia da parte del proponente sia dei Comuni interessati, di presentare agli uffici la domanda di attivazione della VIA e quindi di far partire la procedura da parte degli uffici preposti.
Ed eccoci al 1° luglio 2010, quando con comunicazione del Capo servizio gestione demanio e risorse idriche del Dipartimento difesa del suolo e risorse idriche dell'Assessorato opere pubbliche, noi, come commissioni, veniamo informati che con nota del 23 giugno 2010 il Sindaco del Comune di Saint-Oyen e il Sindaco del Comune di Etroubles hanno richiesto congiuntamente che l'impianto idroelettrico alimentato dalla derivazione d'acqua del torrente Barasson ad uso idroelettrico venga sottoposto alla VIA e che, in base alla suddetta norma, l'Amministrazione regionale non può esimersi dall'attivazione della procedura di VIA richiesta dai due Comuni.
Le commissioni si sono riunite il 16 e, alla luce di questa ampia ricostruzione, come ricordavo in premessa, all'unanimità, riconoscendo la legittimità delle istanze e delle esigenze espresse dal territorio alle quali l'amministrazione pubblica e il legislatore devono prestare la dovuta e necessaria attenzione; richiamati i principi generali riferiti alla produzione di energie alternative e allo "sviluppo pulito" introdotti sin dal Protocollo di Kyoto, di cui si auspica una sempre maggiore applicazione anche sul territorio valdostano, le Commissioni hanno condiviso a questo proposito l'attivazione di ogni iniziativa, anche di carattere privato, che possa sviluppare la produzione di energia rinnovabile, sempre, beninteso, nel più rigoroso rispetto della normativa in materia e della salvaguardia dell'ambiente.
Verificato che le procedure finora seguite per il rilascio della sub-concessione di acqua dal torrente Barasson sono state adottate ai sensi della normativa specifica, quale il piano regionale di tutela delle acque, dove sono dettate regole e condizioni per la tutela del corso d'acqua nelle sue caratteristiche morfologiche, geologiche, geotecniche e idriche, le Commissioni hanno preso atto che da parte del Sindaco di Etroubles e del Sindaco di Saint-Oyen è stata attivata, in data 23 giugno, la richiesta di procedura di valutazione di impatto ambientale relativamente al progetto di realizzazione di una centralina idroelettrica privata nel Vallone di Barasson, quale ulteriore elemento oggettivo istruttorio e di salvaguardia delle istanze e delle esigenze espresse dal territorio.
Questa è la relazione che a nome delle commissioni ho voluto farvi. Grazie.
Président - La parole au Vice-président Chatrian.
Chatrian (ALPE) - Grazie, Presidente.
Abbiamo seguito attentamente in commissione i lavori che andavano a dettagliare e soprattutto a conoscere meglio l'iter procedurale e a ricostruire il fil rouge che ha determinato poi una valutazione positiva anche del nostro gruppo in III e in IV Commissione con il collega Cerise. Vorrei fare con voi qualche considerazione, poi sarà il collega Bertin ad illustrarvi la risoluzione che abbiamo presentato.
Non torno sull'iter, che è stato ben esplicitato; vorrei solo fare qualche considerazione. È la seconda petizione che arriva in Consiglio in questi ultimi mesi, petizione firmata da persone che abitano in questi luoghi (in questo caso la percentuale è molto alta, sia negli abitanti di Saint-Oyen che negli abitanti di Etroubles) e una riflessione dal punto di vista politico forse dobbiamo farla. Crediamo nelle istanze del territorio, ci crediamo in quanto ente locale quale garante dell'equilibrio in un territorio. Abbiamo dovuto prendere atto come commissione, non è che abbiamo voluto valutare positivamente o negativamente la procedura, perché rientrava nelle norme vigenti, da un lato, il piano regionale di tutela delle acque e, dall'altro, i vari adempimenti amministrativi.
Detto questo, direi che dovremmo scendere in dettaglio e cercare di mettere sul tavolo tutto quello che si sta modificando sul nostro territorio, legato non solo alle richieste di subconcessione che vengono presentate all'Amministrazione regionale da dei Comuni, soprattutto da dei privati o eventualmente dalla nostra società partecipata CVA, ma garantire dal punto di vista umano, quindi di utilizzo per l'uomo, da una parte, e, dall'altra, di utilizzo per il sistema agricolo territoriale. Abbiamo una preoccupazione, che abbiamo già esplicitato nella nostra risoluzione, e cioè di poter fare la fotografia, lo stato dell'arte di quello che sta succedendo in questo ultimo periodo, se si deve magari andare a ritarare le norme approvate da questo Consiglio, o eventualmente modificare la rotta approvata sempre nel 1999 da questo Consiglio. Ci sembra che le istanze del territorio sovente non vengano prese in considerazione; all'interno della relazione è stato citato molto bene che su certe cose le istanze territoriali non hanno competenza, dall'altro la società che presenta la richiesta di subconcessione può tranquillamente rimodificare con una semplice legge la possibilità di derivare l'acqua da 420 a 220 chilowatt e successivamente da 220 a 176. Quindi il nostro auspicio è che si affronti nelle sedi opportune un confronto, soprattutto mettendo sul tavolo tutte le carte con un occhio di riguardo, soprattutto nei confronti dei nostri territori.
Non era quindi la sede opportuna, e non era neanche possibile intervenire dal punto di vista legislativo o modificare in commissione in questo caso, ma era un conoscere qual era stato l'iter; alla fine penso che dobbiamo fermare la pallina e cercare di mettere sul tavolo dei punti di forza e soprattutto i punti di debolezza delle norme vigenti.
Président - La parole au Conseiller Donzel.
Donzel (PD) - Egregio Presidente, cari colleghi, mi sarebbe piaciuto, almeno in aula, conoscere con chiarezza la posizione della maggioranza su questo argomento che giudico molto importante e che ha motivato la chiacchierata con il collega Bertin di ieri, che ha portato alla co-stesura di una risoluzione in merito all'argomento.
Perché dico questo? Perché ringrazio naturalmente il collega Empereur che in qualità di Presidente ha fatto un riassunto, ma alla fine del riassunto, come al solito, non si conosce qual è la posizione dell'Union Valdôtaine. Come al solito la posizione dell'Union Valdôtaine, come ho detto altre volte, è di totale cerchiobottismo, cioè viene l'Assessore Isabellon a dirci: bisogna stare attenti che ci sono gli alpeggi che rimangono senz'acqua... lei ce lo ricorda, ma alla fine si deve fare o non si deve fare questa centralina? Ce lo dice l'Union Valdôtaine se è favorevole o non lo è? Ci dice qual è la linea politica? Se bisogna ascoltare i cittadini dei Comuni o se bisogna decidere perché c'è un'utilità generale? Farebbe piacere alla fine sapere cosa pensano su queste cose e non solo sulla legge elettorale, dove con arroganza il Presidente dell'Union dice: minoranza sulla legge elettorale? Si fa la legge elettorale, quella che vuole la maggioranza, e chi se ne frega! Berlusconismo totale! Perché proprio sulle leggi elettorali invece bisogna anche ascoltare le minoranze e tener conto di proposte che siano condivise da tutti. Invece, su queste cose, dove bisognerebbe decidere, dire sì o no, si rinvia, si dice vedremo... non si capisce... bisogna aspettare l'esito del VIA. Cosa vuol dire aspettare l'esito del VIA? Se viene riconosciuto che quest'opera avrà l'esame del VIA e si dirà sì, cosa facciamo delle indicazioni della petizione?
Secondo me una commissione - per quel poco che ci capisco io, probabilmente non sono all'altezza per fare questa cosa - ha il compito di dire: le informazioni contenute all'interno di questa petizione rispondono al vero oppure no? Cioè se noi diciamo che è prioritario l'utilizzo dell'acqua per l'essere umano, se diciamo che in secondo luogo viene lo sfruttamento, quello agricolo, diciamo che al terzo punto viene lo sfruttamento dell'acqua per la produzione di energia idroelettrica... allora, cosa bisognava capire? Se l'operazione di costruzione di un acquedotto è tale da non rendere più utile la realizzazione di una centralina... ma da qui non si capisce, qui non siamo in grado di dirlo!
Qui si dice: c'è un acquedotto che viene realizzato, quindi a seguito della realizzazione di questo acquedotto il torrente non fornisce sufficiente acqua per... ma io non sono un ingegnere, mi aspetto che degli ingegneri idraulici mi dicano: tot acqua andrà utilizzata per l'acquedotto, ovviamente l'irrigazione negli alpeggi è nel periodo estivo e non nel periodo invernale, però dobbiamo garantire tot quantità per l'alpeggio; facendo meno la quantità dell'acquedotto, meno la quantità dell'alpeggio, quanta acqua rimane? È sufficiente per fare la centrale? Se è sufficiente, bisogna farla! Perché non possiamo guardare le immagini del Golfo del Messico distrutto dalle perforazioni petrolifere e magari qui abbiamo delle risorse pulite e non le sfruttiamo! Non si può dire: mah, forse bisogna utilizzare l'acqua per l'uso potabile, forse bisogna utilizzarla per l'uso agricolo, non sappiamo se poi la trota continua a vivere... In quel torrente deve esserci un allevamento ittico? Deve essere resa possibile la pesca in quel torrente? Allora bisogna capire se garantiamo questa cosa. Non facciamo un incontro per dire: andiamo dai pescatori a dire che sì, noi vogliamo che tutte le trote nuotino in tutti i torrenti della Valle d'Aosta, salvo poi non si capisca se il deflusso minimo vitale è tale da consentire o no la vita della trota oppure no, sapendo che per natura la Valle d'Aosta ha dei torrenti che hanno dei periodi in cui vanno addirittura quasi in regime di secca... questa è la storia del nostro clima!
Allora il ragionamento che facevo, e che poi riprenderò meglio se discuteremo della risoluzione... è evidente che bisogna fare il punto sull'attuale situazione della Valle d'Aosta in quanto importanti cambiamenti climatici toccano anche la nostra regione; bisogna capire se magari - questo ci doveva dire l'Assessore Isabellon - adesso con il cambiamento climatico abbiamo bisogno di più acqua negli alpeggi rispetto a 10 anni fa o meno. Questo ci interessa sapere; faccio un esempio per dire che questi sono i dati che serve sapere per decidere se è possibile realizzare un impianto oppure no, ma bisogna che anche da parte nostra ci sia una maggiore certezza!
Poi c'è un altro punto estremamente delicato, a mio avviso, ed è un punto che è completamente evaso da questo tipo di discussione che è partita qua dentro. È vero, si dice, bisogna dare tantissima attenzione alla comunità, hanno fatto una petizione e quindi certamente bisogna ascoltare i Comuni; poi in un passaggio si dice che però la competenza sul prelievo delle acque spetta allo Stato. Ma scusate, siamo in Valle d'Aosta, facciamo delle discussioni incredibili sul ruolo dei Comuni, le autonomie comunali, eccetera, dobbiamo deciderci ed ecco qui una riflessione vera, su qual è la possibilità di un Comune di fermare un'opera oppure no. Può il Comune dire che un'opera non si realizza? Sì, può farlo, ma glielo dobbiamo dire, perché è inutile che riceviamo centinaia di petizioni se poi neanche si sa esattamente qual è la competenza!
Penso che qualsiasi cittadino... io stesso avrei firmato una petizione in cui mi si dice: guarda che rimarrai senz'acqua potabile in casa tua, guarda che ti tolgono l'acqua negli alpeggi. È chiaro che decido di firmare anch'io una petizione così. Ma chi è che lo dice, dove sono i numeri? Chi non firma una petizione perché viene privato dell'acqua in casa sua? Allora, anche qui, il compito della commissione non era di venirci a raccontare che effettivamente c'è la possibilità di un acquedotto, effettivamente c'è una foresta di protezione che... cioè mi si deve dire se quel tipo tecnico di intervento che viene fatto è tale che danneggia gravemente la foresta di protezione. Allora io, politico, sono in grado di dire sì o no, ma se mi si dice: si potrebbe danneggiare la foresta di protezione... cosa vuol dire? Vuol dire che la valanga viene giù, che viene giù una frana che porta via tutta la montagna? Allora non si tocca niente se questa è la situazione. Ma non si può dire che ci potrebbe essere questo pericolo, forse, non si sa, non si capisce... Scaviamo o non scaviamo, lo facciamo o non lo facciamo questo lavoro? Oppure facciamo quello che stiamo facendo quando parliamo di lupi, dove ci sono due o tre dell'Union Valdôtaine che dicono: pallottole di piombo, facciamo fuori i lupi, e altri che dicono: no, c'è una norma che non ci lascia ammazzare i lupi? Non si può andare avanti con questo tipo di ragionamento, e questa non è una cosa che deve far ridere, è una cosa molto seria! Bisogna decidersi a dire da che parte si sta su certe cose...
(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)
...ma infatti sono favorevole a questo tipo di esito, perché non siamo contrari a che si realizzino opere di prelievo, ma sapendo con certezza che è garantita la possibilità di prelievo dall'acquedotto, sapendo con certezza che viene garantita l'acqua agli alpeggi, sapendo con certezza che il deflusso minimo vitale, perché qui è scritto che qualcuno dice che il deflusso minimo vitale non è garantito, allora, è garantito o non è garantito? Questo è il punto! E alla fine, se è garantito, che problema c'è? Dove sta il problema?
Se tutto è a norma e tutto funziona, dov'è il problema? Bisognerebbe concludere che coloro che hanno sostenuto queste cose, probabilmente non avevano degli elementi sufficienti, oppure bisogna ragionare che servono, questo è l'approfondimento che secondo me andrebbe fatto, degli ulteriori ragionamenti sul fatto che certi impianti, certe centraline sfruttano solo parzialmente in alcuni periodi dell'anno una parte di acqua... allora bisogna capire se certi interventi sono davvero economicamente rilevanti, utili, cioè: se posso sfruttare questa energia soltanto in alcuni periodi dell'anno, ha senso realizzare questa tipologia di impianto? Qual è la ragione che mi spinge se, fatte tutte le sottrazioni che devo fare, questo tipo di energia è sfruttabile... ha senso realizzare tutta un'opera di questo tipo, se poi la centralina opera solo per qualche mese all'anno, perché negli altri mesi l'acqua non c'è? Anche da parte dell'Amministrazione regionale c'è un interesse a capire queste cose, perché se ho un imprenditore che ha deciso di andare sulla luna e mi distrugge la Valle d'Aosta e poi non va sulla luna, probabilmente questo è un problema, e noi dobbiamo essere in grado di avere maggiori valutazioni tecniche per capire se quella giusta... io sono favorevole anche alle iniziative private, tanto per capirci, perché è inutile che alla mattina diciamo che qui fa tutto CVA e lottizza tutto, e poi, quando c'è un privato, diciamo che non va bene!
Va bene che ci sia anche l'iniziativa privata, ma va bene che su queste cose ci sia una competenza tecnica maggiore che sia in grado di dirci sì o no; così come è messa la cosa, si dice: andiamo a vedere cosa succede al VIA. Ovviamente ci sarà da parte di qualcuno la speranza della bocciatura al VIA così ci laviamo le mani, e da parte di altri si dice l'operazione... invece secondo me il percorso dovrebbe essere comunque diverso. Chi è contrario alla realizzazione di un'opera di questo tipo con tali motivazioni, cosa importa che ci sia il VIA che gli dice sì o no, se è assolutamente certo che l'acqua non è sufficiente? Da questo punto di vista bisognava avere maggiori determinazioni rispetto a questi ragionamenti, cioè qual è la necessità di acqua di quelle frazioni che qui vengono enunciate dai Comuni interessati all'acquedotto, perché qui si fa riferimento ad una serie di altre fonti d'acqua che servono per gli acquedotti dei Comuni interessati che si andrebbero esaurendo. Quindi questi dati sono molto interessanti da valutare e solo sulla base di queste cose si può decidere o meno; chi non è favorevole a produrre più energia pulita?
Noi siamo assolutamente favorevoli che tutta l'acqua possibile venga utilizzata nel miglior modo possibile per l'uso umano, per l'uso animale, per la salvaguardia ambientale, quindi che venga garantita la tutela del torrente e poi per la produzione di energia idroelettrica; ma qui ci vogliono dei dati scientifici, non delle opinioni, delle sensazioni, del "potrebbe darsi", non lo so... ci vogliono dei dati che bisogna valutare meglio, bisogna conoscere forse tutti, in modo più scientifico, il nostro territorio e non basarsi solo su sensazioni.
Mi pare che su questo punto stiamo ancora una volta glissando, passando la mano ad altri, prima di esprimerci con una vera e propria chiarezza nel merito.
Président - La parole au Conseiller Secrétaire Tibaldi.
Tibaldi (PdL) - Partecipando ai lavori della III Commissione, mi era parso di capire che ci fosse un'unanimità sostanziale e formale sul documento, sulle conclusioni che sono state stilate ed anche emendate da tutte le parti in causa che stamani sono state riassunte in maniera egregia dal collega Empereur. Così mi era parso di capire, perché anch'io ho fatto delle obiezioni in sede di commissione, ho proposto degli emendamenti e, come i miei sono stati accolti, sono stati accolti anche quelli presentati dalla sinistra e da altre forze in campo.
La petizione è uno strumento di democrazia diretta legittimo, anzi va rispettato, e mi sembra che la III e la IV Commissione abbiano svolto appieno il loro compito, addivenendo a quella formula conclusiva, perché in quella formula altro non si poteva dire se non che le procedure e le leggi sono state rispettate, oppure gli iter sono in corso d'opera. Anzi, bisogna dire che le audizioni che abbiamo fatto con i Sindaci e con i rappresentanti firmatari della petizione hanno consentito agli stessi Sindaci di innescare un'ulteriore procedura aggravante o, se vogliamo, di maggior tutela nei confronti di questo progetto della centralina di Barasson, perché è stata avviata la procedura di valutazione di impatto ambientale. Come ben sapete, questa comporta un'analisi molto più approfondita e direi anche più restrittiva, può essere anche una maglia più restrittiva per coloro che propongono progetti e che vogliono vederne approvata la loro realizzazione.
Allora certe osservazioni che ho sentito stamani mi sembrano fuori luogo, perché adesso si aggiunge anche questa risoluzione, particolarmente interessante, estremamente generale: si parla di cambiamento climatico, dobbiamo valutarne le conseguenze, vedere se le riserve d'acqua saranno sufficienti per il nostro futuro; legittimo, comprensibile e condivisibile, però quando una risoluzione come questa, che è stata co-stesa - come ha detto il Consigliere Donzel - viene illustrata e condita con una buona dose di demagogia populista, uno comincia a pensare se e quanto ci sia della sostanza e della serietà nel proporre dei documenti come questo.
Partirei dal fatto più eclatante che da tre mesi a questa parte ci sta accompagnando quotidianamente nelle cronache dei giornali e dei telegiornali: la marea nera del Golfo del Messico: lì è esploso un pozzo che sta inquinando una delle aree più suggestive del nostro pianeta, sta colorando il mare azzurro di nero ed è il più grosso incidente ambientale che si è verificato ultimamente. Ironia della sorte, si è verificato sotto l'era Obama, che abbiamo visto più volte recarsi in prossimità dell'evento disastroso o sulle coste americane, ma al di là di dichiarazioni più o meno effervescenti, il problema resta. Allora questo fatto ci deve far pensare che l'era del petrolio avrà quanto prima una fine, volgerà al termine e in qualche maniera devono essere sfruttate delle energie alternative. In questo senso la Valle d'Aosta ha delle potenzialità che vanno sfruttate. Allora possiamo condire di demagogia populista e metterci anche il berlusconismo in questi ragionamenti, anche se mi piacerebbe sapere che ci azzecca in questo caso il berlusconismo. Mi piacerebbe sapere da parte di chi è intervenuto, se c'è ostilità nei confronti dell'energia alternativa, ostilità manifesta o subdola che emerge come i fiumi carsici quando è necessario, poi si reimmerge quando la questione diventa scomoda da trattare.
Siamo favorevoli allo sfruttamento delle nostre potenzialità idriche? Diciamolo chiaramente: sì, siamo favorevoli allo sfruttamento. La centralina di Barasson potrebbe inserirsi in questo quadro perché, come ben saprà il Consigliere Donzel, anche se non ha partecipato ai lavori di commissione, questa centralina è stata ridimensionata notevolmente a livello di potenzialità produttiva, poiché effettivamente il prelievo sembrava recare nocumento ad un alpeggio, un bosco, diciamo un versante che da un punto di vista naturalistico deve avere delle garanzie idriche per la sua tenuta, per la tenuta non solo dell'ecosistema, ma anche per la tenuta idrogeologica.
Io credo che le valutazioni che abbiamo fatto sono valutazioni coerenti con le competenze che ci sono state assegnate. Quando parliamo di "energia alternativa in Valle d'Aosta" dobbiamo parlare anche di vento e di sole, alcune pale eoliche stanno sorgendo, altre sono in fase di progettazione. Mi viene in mente il mio Comune, Châtillon, dove è stato presentato un progetto che prevede l'installazione di due torri eoliche che, con l'apertura delle eliche, arriverà a 100 metri di altezza dal suolo, quindi questo è un fatto importante. Vogliamo sfruttare il vento - e io abito a Châtillon, dove di vento ne respiro tutti i giorni - o non vogliamo sfruttare il vento? Vogliamo ragionare sotto il profilo squisitamente di impatto ambientale, ignorare la possibilità di potenzialità energetica che ci offre l'aria oppure no? Sono domande interessanti, queste, giustamente vanno affrontate in un contesto più ampio e ordinato che è un piano energetico ambientale, di cui la nostra Regione è dotata, ma in ogni caso, pur rispettando le istanze del territorio e pur rispettando le legittime iniziative popolari, non è che si possa ragionare unicamente con la logica del "contro": sono contro perché l'acqua viene divorata... che poi l'acqua non è che venga divorata, non è che le centraline idroelettriche succhiano l'acqua e non la restituiscono più all'ambiente! No, la restituiscono in una fascia sottostante a un dislivello minore, ma l'acqua non viene divorata, l'acqua viene utilizzata secondo la sua formula cinetica e poi restituita all'alveo del torrente dal quale viene prelevata.
Lo stesso discorso dobbiamo farlo anche con il solare: un domani, zone ampiamente soleggiate come la Valle d'Aosta e, ancora recentemente, nella mia zona qualcuno ha proposto in quel di Saint-Vincent di fare una centrale solare in località Piole, dove invece verrà ristrutturato l'ex tiro a volo e i miei colleghi di Saint-Vincent ben lo sanno... anche quelle sono idee che o le bocciamo tout court perché abbiamo dei pregiudizi nei confronti di chi le propone, oppure cominciamo a ragionarci, anche qui, in maniera più oggettiva e sistematica.
Credo che tutto questo tema sia di estrema attualità ed importanza, e l'approccio con il quale dobbiamo avvicinarci è quello di cercare di favorire lo sfruttamento di queste energie, perché i combustibili fossili, oltre ad andare ad esaurimento ed essere altamente inquinanti, oltre a non disporre sul nostro territorio in maniera immediata, sono un capitolo che quanto prima andrà a chiudersi. È giusto quello che è stato detto, che tuttavia nel concedere queste attività di utilizzo dell'acqua bisogna evitare i monopoli, siano essi pubblici o a controllo pubblico (è stato fatto il nome di CVA), siano essi privati e abbiamo società che sono da anni consolidate in questo settore; ma è altrettanto giusto che, pur evitando monopoli od oligopoli, non possiamo pensare di procedere semplicemente dicendo no incondizionatamente.
Io ribadisco la condivisione alle conclusioni da parte del mio gruppo alla petizione che è stata esaminata nella III e IV Commissione e sulla risoluzione ci riserviamo di sentire anche gli altri proponenti nelle loro migliori intenzioni; poi decideremo in sede di voto.
Président - La parole au Conseiller Agostino.
Agostino (UV) - Merci, M. le Président.
Mi dispiace intervenire per appesantire ancora questa discussione, che è stata largamente presentata dal collega Empereur in modo più che esaustivo, ma mi sento tirato in ballo dal collega Donzel soprattutto quando ha parlato dei lupi, perché sono uno di quelli che mi sono detto contrario che in Valle d'Aosta si tengano questi lupi. Però mi attengo alle leggi... anche qua, una legge dello Stato li protegge, quindi mi adeguo, anche se non mi sento di essere un animalista. Non sono uno di quelli che vanno a comprare il gelato e gliene do un po' al cane e un po' lo lecco io, come ho visto tanta gente, non sono ancora a quei livelli, anzi, ben venga, collega Donzel, che ci sia diversità fra uomini. Penso che ognuno abbia la capacità di pensare quello che crede, guai se fossimo tutti uguali, mi preoccuperei!
Come dico, mi sento tirato in ballo perché ho sentito il Consigliere Donzel esprimersi su questa petizione, il quale ha praticamente ribadito tutto quanto è scritto in questa petizione, c'è tutto! C'è scritto il pro e il contro, le garanzie... penso che gli uffici dell'Assessore Viérin alla fine saranno loro che dovranno decidere se dare o no la concessione, mica spetta a noi! Se ci sono le condizioni, se la legge viene tutelata, non siamo mica noi a dire no ad una concessione che viene data ad un imprenditore! Come dice lei, se non ci saranno le condizioni per dare l'acqua in certi mesi, sarà proprio l'imprenditore che verrà penalizzato, ma penso che prima di fare un lavoro del genere valuterà tutte le conseguenze.
Penso che alla fine saranno gli uffici che dovranno decidere, quindi non vedo dove c'è questa preoccupazione che l'Union si debba esprimere sì o no a tutti i costi, di tirare in ballo i Consiglieri dell'Union! Volevo solo fare questa precisazione; penso che tutti i Consiglieri dell'Union abbiano la testa per decidere e fare il bene della comunità.
Président - La parole au Conseiller Prola.
Prola (UV) - Merci, M. le Président.
Condivido sostanzialmente l'intervento di Tibaldi, quando dice che la relazione che ha presentato il Presidente della IV Commissione è una relazione decisamente esaustiva, in quanto dettagliatamente spiega quello che è stato fatto in commissione.
Condivido con Tibaldi quando dice che noi abbiamo delle competenze che dobbiamo rispettare a livello di commissione, e lo abbiamo fatto, e lo abbiamo anche scritto nella decisione della commissione. Abbiamo sicuramente riconosciuto le istanze dei cittadini, quello che la petizione ha detto e scritto, quello che i cittadini hanno detto e scritto e alle esigenze che vengono espresse dal territorio, questo facendo tutto un percorso all'interno della commissione e ascoltando gli attori di tutta questa vicenda.
Richiamiamo i principi generali riferiti alla produzione delle energie alternative, perché condividiamo quanti sono gli indirizzi a livello comunitario sulle energie alternative, quindi produzione di energie rinnovabili, fra le quali c'è l'idroelettrica. È palese, è la maggior ricchezza che abbiamo sotto il profilo di energie alternative in Valle d'Aosta. Qualche anno fa si sentiva dire: ma è possibile che non sfruttiamo l'acqua per fare l'energia elettrica con tutta l'acqua che abbiamo? Possibile che non facciamo degli sbarramenti per sfruttare quest'acqua? Lo dicevano tutti i cittadini! Adesso, questo tipo di attività è partita e che noi condividiamo perché fa parte dei principi di Kyoto, fa parte della produzione di energia alternativa, quindi politicamente condividiamo questo fatto, anche l'Union condivide questo fatto.
Nel 2006 abbiamo predisposto un piano di tutela delle acque che detta le regole; quindi se politicamente vogliamo contestare questo fatto, lo dobbiamo fare nel piano di tutela delle acque, perché sono quelle le regole che ci siamo dati per sfruttare le acque. Quindi non si può venire, qui, a dire che non sappiamo quanta portata, qual è la portata... ci sono gli uffici che fanno questo, ci sono delle procedure che abbiamo definito, pertanto o contestiamo le procedure, oppure rispettiamo le valutazioni fatte dagli uffici. Rileggo: "Rocco ha reso noto che, sempre in sede istruttoria, sono state effettuate delle valutazioni sull'attraversamento del bosco"... non è che non hanno fatto delle valutazioni, le hanno fatte! Ha fatto presente che il torrente non ha delle quantità elevate di acqua, ma che gli uffici hanno comunque valutato che queste permetterebbero di garantire il deflusso minimo vitale. Quindi mi pare che non parliamo di fantasia, parliamo di dati che gli uffici hanno valutato, parliamo di procedure che noi stessi ci siamo dati nel piano tutela delle acque. Secondo me non è che non abbiamo svolto quello che è il nostro ruolo e non abbiamo detto quello che pensiamo. Condividiamo quindi questa iniziativa che, comunque, è di carattere privato.
Sempre in sede di commissione è uscito che i Comuni non avevano richiesto la valutazione di impatto ambientale, quindi mi sembra che hanno colto questa occasione a garanzia maggiore per le esigenze espresse dal territorio, hanno chiesto la valutazione di impatto ambientale, i Sindaci hanno colto quell'occasione per presentare la richiesta. Quindi non è vero che noi non ci siamo espressi, perché se il collega Donzel legge la decisione, è perfettamente richiamato tutto quello che noi condividiamo: dalle energie alternative, dalle regole che ci siamo dati per sfruttare la ricchezza dell'acqua, le regole che ci siamo dati nel piano di tutela delle acque, dove ci sono le condizioni per valutare le caratteristiche morfologiche, geologiche, geotecniche e idriche per quanto riguarda lo sfruttamento di questa ricchezza.
Posso tranquillamente affermare che, in piena coscienza, abbiamo detto: d'accordo sulla petizione, è giusto che i cittadini esprimano tutti i loro dubbi, e noi seguiamo la procedura che ci siamo dati, le regole politiche che ci siamo dati all'interno di una programmazione del piano di tutela delle acque. È uscito ancora il discorso della valutazione di impatto ambientale che va a maggior garanzia del territorio; secondo qualcuno, invece, diventa un'opzione penalizzante per chi ha proposto l'iniziativa, ma secondo noi garantisce una valutazione più approfondita per il territorio e per i cittadini. Grazie.
Président - La parole au Conseiller Rigo.
Rigo (PD) - Credo che ci sia un po' di confusione nella discussione in Consiglio.
La prima questione aperta è relativa al voto favorevole espressa dal sottoscritto alla relazione che il collega Empereur ha letto poc'anzi. Sanno bene i commissari che personalmente, anche se ho partecipato al momento conclusivo della discussione nelle commissioni congiunte su questo argomento, non ero molto convinto in merito alla parte deliberativa della relazione. La perplessità era dovuta al fatto di non capire, il punto di vista espresso dalla commissione rispetto alle richieste precise contenute nella petizione.
La petizione chiede di avviare le procedure per il riconoscimento delle legittime esigenze del territorio e non autorizzare l'intervento in istruttoria previsto nel vallone di Barasson. Alcune cose la commissione non le può autorizzare, dobbiamo dirlo; quindi il problema era che ci fosse un po' di confusione tra quello che noi preparavamo per il Consiglio e le richieste che ci erano pervenute dal territorio attraverso la petizione.
Ho votato a favore perché la relazione traccia molto bene il lavoro delle commissioni congiunte e anche gli apporti, come ha ricordato il collega Tibaldi, che sono venuti nella bozza di risoluzione presentata dai due Presidenti, le energie alternative, la possibilità di un uso razionale dell'acqua. Mi sembrava naturale quindi condividere questa traccia di relazione.
Rimangono però due questioni aperte già avanzate in commissione, quindi i colleghi sanno che non è la prima volta che le sollevo. La prima è la questione delle petizioni, che sempre più arriveranno in Consiglio, giustamente; ma la domanda è: come può la commissione essere produttiva ai fini del Consiglio di rispondere alle richieste delle petizioni? Le richieste delle petizioni non possono essere generiche, devono essere precise rispetto alle possibilità e alle competenze che hanno le commissioni, di valutare le petizioni stesse. Non si può dire di non autorizzare, la commissione non può autorizzare o non autorizzare; quindi si tratta, nella ripresa autunnale, di verificare quale è il compito assegnato alla commissione e in quale merito la commissione può indicare al Consiglio la soluzione al problema, e la risposta effettiva e concreta alle richieste dei cittadini. La seconda necessità - anche questa emersa in commissione - è di un approfondimento sulla produzione delle energie alternative, sulla produzione di energia elettrica, sull'uso delle acque, quindi credo che l'ordine del giorno presentato vada in quella direzione, non abbia niente a che spartire con la relazione, ma è un di più che due gruppi politici presentano al Consiglio per vedere se è possibile un approfondimento non sulla petizione, ma sui problemi che la petizione ha sollevato e sui problemi che anche i commissari della III e IV Commissione hanno ribadito necessario ripuntualizzare. Quindi le esigenze del territorio, ma anche il problema delle energie alternative e lo sviluppo di un uso più corretto di queste stesse energie in Valle d'Aosta.
Non mi sembra ci siano grosse questioni; si tratta dell'angolatura della visione rispetto alla relazione. Esistono delle questioni, vanno affrontate, quella delle petizioni è una, e come rispondere alle petizioni è la seconda, per la terza riguarda cosa vogliamo fare in Valle d'Aosta dell'uso delle energie alternative ma anche dell'uso dell'acqua.
Président - S'il n'y a pas d'autres pour ce qui est de la pétition, le Conseil prend acte.
Il Consiglio
Premesso che.
- in data 28 aprile 2010 è stata presentata alla Presidenza del Consiglio, ai sensi dell'articolo 36 del Regolamento interno per il funzionamento del Consiglio, una petizione popolare, sottoscritta da 437 cittadini, contro il progetto di costruzione di una centralina idroelettrica privata nel Vallone di Barasson nel territorio dei Comuni di Etroubles e Saint-Oyen;
- a norma del suddetto articolo 36, l'Ufficio di Presidenza, con deliberazione n. 96/2010 dell'11 maggio 2010, nel decidere sulla ricevibilità ed ammissibilità della petizione, ne ha avviato l'istruttoria con richiesta di informazioni al Presidente della Regione in quanto legale rappresentante della Regione, agli Assessori all'Agricoltura e risorse naturali, alle Opere pubbliche, difesa del suolo e edilizia residenziale pubblica e al Territorio e ambiente e alle Commissioni consiliari competenti Assetto del territorio e Sviluppo economico;
- l'Assessore al territorio e ambiente e il Capo Servizio valutazione ambientale, con lettera in data 25 maggio 2010, prot. n. 5812/TA, hanno comunicato alla Presidenza del Consiglio le proprie informazioni e chiarimenti in merito alla petizione;
- i Presidenti delle Commissioni consiliari permanenti "Assetto del territorio" e "Sviluppo economico" con lettera in data 19 luglio 2010, prot. n. 6713, hanno comunicato alla Presidenza del Consiglio le risultanze degli approfondimenti svolti.
Ai sensi del quarto comma dell'articolo 36 del Regolamento interno.
Prende atto
della petizione e della documentazione ad essa relativa.
Président - On doit discuter la proposition de résolution qui a été présentée.
La parole au Conseiller Bertin.
Bertin (ALPE) - Merci, M. le Président.
Illustrerò brevemente questa risoluzione, che è volutamente generica, il Consigliere Tibaldi ha capito bene.
L'idea è quella di fare il punto su una situazione; constatiamo che c'è una maggiore preoccupazione in questi anni rispetto all'utilizzo delle acque, che sarà uno dei temi importanti dei prossimi anni e, in particolar modo, dei prossimi mesi. Questa è un'occasione per affrontare in anticipo una questione che sarà dibattuta prossimamente e che vedrà anche la Valle d'Aosta coinvolta a diverso titolo.
I cambiamenti climatici hanno degli effetti sempre più diretti sul nostro territorio ed è importante avere oggi un quadro della situazione anche rispetto all'utilizzo idroelettrico dell'acqua, perché, come notiamo dalle continue petizioni presentate, si intersecano sempre più queste richieste con l'utilizzo di tipo agricolo e alimentare della risorsa dell'acqua. È in questa prospettiva che si intende anticipare i tempi e fare una valutazione tecnico-politica sugli effetti che si stanno producendo sul clima e sull'acqua, in particolar modo in Valle d'Aosta, per poi eventualmente poter intervenire e fornire ai consiglieri - e, in generale, ai cittadini - il quadro dell'evoluzione prossima di questa risorsa in funzione sia dell'utilizzo agricolo che idroelettrico dell'acqua.
È per questo che impegnavamo la commissione a fare un momento di sintesi tecnico-politica sul futuro utilizzo dell'acqua, per avere gli strumenti adeguati per un eventuale intervento successivo. Grazie.
Président - La parole au Conseiller Donzel.
Donzel (PD) - Egregio Presidente, cari colleghi, lasciando alle spalle la discussione sulla petizione per evitare confusione - quindi le repliche le farò in sede privata -, vorrei evidenziare che anche in un altro dibattito che abbiamo avuto in I Commissione sulla questione della prevenzione riguardo alle valanghe, è stata evidenziata l'importanza dei cambiamenti climatici.
Mi pare fosse proprio il collega Caveri a sottolineare che siamo di fronte a delle trasformazioni enormi del clima e quindi anche la percezione di beni che abbiamo sempre avuto e beni che sempre sono stati oggetto di grande interesse, perché la storia dimostra che le acque in Valle d'Aosta, fin dal Medioevo, sono state fortemente utilizzate nell'attività agricola; poi sono state indispensabili per lo sviluppo dell'industria idroelettrica, ma certamente oggi disponiamo di strumenti scientifici che sono migliori di quelli del passato. Anzi, dobbiamo meglio attrezzarci in alcuni casi per conoscere meglio l'andamento di questi fenomeni; alcuni sono già oggetto di studio in Valle d'Aosta da anni, come i ghiacciai, ma in generale quanto più conosciamo del clima e della risorsa acqua quanto meglio è per noi. Da qui, almeno, la condivisione con i colleghi dell'ALPE di approfondire questa questione e forse la necessaria puntualizzazione rispetto al fatto che - mi rivolgo al collega Tibaldi - non c'è nessuna demagogia nel dire che si vuole - almeno da parte del Partito Democratico - sfruttare quanto più possibile le energie rinnovabili. Lo può testimoniare l'Assessore Pastoret, che è stato sommerso da interpellanze sull'eolico e in tutti i casi abbiamo spinto perché si potenzi lo sfruttamento di queste energie nel territorio valdostano.
Ma si aprirà - spero - una discussione su come anche la Valle d'Aosta possa usufruire sempre più di queste risorse in loco, cioè non limitarci a produrle per venderle all'esterno utilizzando, noi, ad esempio, idrocarburi o cose di questo tipo e magari valutare, proprio perché siamo produttori di energia pulita, come valorizzare questa cosa anche in termini turistici: una regione che non solo produce, ma produce e utilizza sempre più energia pulita. Di ricadute, affrontando con una certa serietà questo tema, secondo me ce ne possono essere molte, fino ad arrivare al fatto che una regione come la nostra che produce tanta energia idroelettrica, ha ancora tanti anziani che in casa hanno una bombola del gas per cucinare, e sappiamo tutti i rischi che si corrono con certi tipi di utilizzo! Questo era un esempio per dire che ci sono infinite possibilità di valorizzare al nostro interno questa enorme energia e, dal nostro punto di vista del PD, leggiamo questa risoluzione come un modo per sfruttare meglio, in maniera rispettosa dell'ambiente e valorizzando per la Valle d'Aosta questa importante energia.
Io, da questo punto di vista, auspico che si capisca questo tipo di lettura che si vuole dare a questo approfondimento, quindi non un tentativo di rallentare, ma un tentativo di utilizzare in modo serio e consapevole un'importante risorsa come quella dell'acqua in Valle d'Aosta.
Président - La parole à l'Assesseur au territoire et à l'environnement, Zublena Manuela.
Zublena (UV) - Merci, M. le Président.
In relazione ai contenuti della risoluzione non si può che condividere una preoccupazione complessiva sugli effetti dei cambiamenti climatici, preoccupazione che il mondo segue sia a livello politico che scientifico, mettendo in atto misure per mitigare gli effetti dei cambiamenti.
Rispetto all'impegno che viene chiesto alla commissione consiliare, appare a nostro avviso riduttivo - proprio per l'entità della problematica - che si possa, nell'arco di alcuni mesi, pensare di fare il punto della situazione sul bilancio della risorsa acqua, tenendo conto che ci sono attività di tipo tecnico e scientifico in corso da parecchio tempo, per monitoraggi e simulazioni degli effetti; mettere una parola definitiva su un settore di attività in poco tempo appare concretamente inimmaginabile e poco realistico.
Penso però che valga la pena di ricordare come nella nostra regione questo tema sia seguito con grande attenzione da parecchi anni; sono note una serie di attività svolte attraverso enti strumentali della Regione come ARPA, ma anche Fondazione Montagna Sicura, proprio per portare avanti dei progetti all'avanguardia, condotti in collaborazione con centri di ricerca attivi a livello mondiale in ambito montano.
Non cito tutta una serie di attività, i cui esiti di sono puntualmente consultabili sui siti istituzionali: questo per dire come obiettivamente non parrebbe poter essere accolto un impegno di questo tipo, perché non è compatibile con l'attività scientifica in essere.
Président - La parole à l'Assesseur aux ouvrages publics, à la protection des sols et au logement public, Marco Viérin.
Viérin M. (SA-UdC-VdA) - Su questo tema vorrei solo fare una premessa, poi il Governo regionale e il sottoscritto non hanno problemi a rispondere in qualsiasi momento e su qualsiasi tema.
Vorrei solo ricordare che lo stesso tema, tratto oggi dalla risoluzione, è stato discusso da questo Consiglio due mesi fa e la proposta non è stata accolta. Due mesi fa è stata presentata una mozione con la stessa richiesta, dove si chiedeva di effettuare entro 90 giorni, attraverso le audizioni degli Assessori competenti e dei responsabili dei competenti servizi, un'approfondita ricognizione delle domande presentate e dei possibili impatti complessivi della realizzazione degli interventi prospettati. Stessa cosa, il dibattito che è stato fatto due mesi fa; il Consiglio non ha accolto la linea proposta con delle motivazioni - oggi la collega ha citato anche i fatti climatici -, ma voglio ripetere alcuni concetti esternati già in audizione in commissione e anche, in aula, due mesi fa.
Per ogni domanda di derivazione è effettuata un'istruttoria tecnico-amministrativa, regolamentata da una normativa chiara e specifica e da atti di programmazione statali e regionali; quindi ogni valutazione di ordine politico va sicuramente indirizzata al principale atto di programmazione che è il piano regionale di tutela delle acque, approvato nel febbraio 2006 dal Consiglio, che ha dettato le regole e le condizioni per la tutela del corso d'acqua nelle sue caratteristiche morfologiche, geologiche, geotecniche e idriche, per razionalizzare l'utilizzo della risorsa idrica e per la determinazione della portata di deflusso minimo vitale.
Bisogna ancora sottolineare che continua ad essere vigente la deliberazione della Giunta regionale della passata legislatura, n. 976/2008, con cui sono stati fissati alcuni indirizzi per limitare la realizzazione di nuove derivazioni di acqua a scopo idroelettrico, quale l'indisponibilità al prelievo dei bacini di superficie inferiore ai 20 chilometri quadrati, parametri da rispettare per consentire la costruzione di nuove opere di presa nei tratti già oggetto di prelievo, al fine di rispettare le condizioni naturali e geomorfologiche del corso d'acqua.
Per quanto concerne i possibili conflitti ed interferenze con gli usi agricoli e potabili, ricordo che la normativa, prima, e il piano regionale di tutela delle acque, dopo, hanno stabilito la priorità dell'uso potabile e irriguo, e tutte queste incombenze sono verificare non dalla politica, ma dalla struttura tecnico amministrativa dell'Amministrazione regionale. Quindi l'esempio pratico di quello che dico è dato dalla questione che abbiamo discusso prima, inerente alla petizione: la proposta era stata presentata dai privati per 420 chilowatt, poi ridotta a 220, poi a 176 e, infine, gli uffici hanno definito un valore intorno ai 145 kw; adesso è in sospeso, perché vi è la petizione altro alla richiesta dei Comuni di riportare al VIA, come la legge prevede. Guarda caso, come hanno ricordato i Consiglieri Prola e Agostino, è una prassi, la valutazione al VIA, che la commissione stessa ha ricordato come possibilità di azione per i Comuni, ma che questi si erano dimenticati di fare.
Allora, non è che si deve mettere sotto accusa un sistema; il sistema funziona perfettamente! Se poi qualcuno ha delle proposte da fare le faccia senza alcun problema, se vuole chiedere i dati li può chiedere, gli uffici hanno sempre dimostrato di essere disponibili nel fornirli, quindi su questo aspetto non possiamo che confermare; e poi credo che anche il Presidente della Giunta vorrà dire alcune cose di carattere generale, per confermare la nostra linea di due mesi fa.
Président - La parole au Conseiller Bertin.
Bertin (ALPE) - Prendiamo atto con un certo rammarico della chiusura da parte del Governo regionale su questa nostra proposta; l'intento non era quello di andare a rivedere immediatamente la legislazione, ma era quello di aprire un dibattito e fare il punto della situazione ad oggi, quando ogni mese arrivano nuove petizioni su questo argomento.
Sempre più la gestione dell'acqua diventa un problema delicato, per cui bisogna cercare di anticipare i tempi ed avere un quadro complessivo tecnico e politico sull'oggi e anche sulle prospettive di questa importante risorsa.
Sono d'accordo con l'Assessore Zublena sul fatto che i tempi possono essere stretti, volendo li possiamo allungare; il nostro intento era di fare una sintesi, un quadro al momento della situazione, perché conosciamo gli studi che si stanno portando avanti ed era importante fare il punto adesso, in un determinato momento, su quali sono le evoluzioni future di questa risorsa, nonché aprire un confronto su questo dossier che nei prossimi mesi diventerà centrale non solo in Valle d'Aosta, ma in generale.
Il "decreto Ronchi", i collegati ai referendum porteranno questo argomento nel dibattito politico italiano e anche valdostano; pertanto era un'occasione per fare il punto e per permettere di aprire una discussione su quello che diventerà un argomento fondamentale dei prossimi anni. Era un'occasione per portarsi avanti, per anticipare i tempi e fornire a tutti una documentazione e, comunque, aprire un dibattito su un argomento importante. Grazie.
Président - La parole au Conseiller Caveri.
Caveri (UV) - Devo esprimere un qual certo stupore rispetto al contenuto della risoluzione, nel senso che sulla materia che viene qui trattata abbiamo ascoltato anche da due degli Assessori competenti, forse sentiremo anche il Presidente... credo che nessuno si sottragga all'esame di un argomento che, tra l'altro, è un argomento incombente di cui abbiamo parlato parecchie volte; ci sono stati, in questi anni, moltissimi studi e approfondimenti che dimostrano cosa potrebbe capitare nei prossimi decenni. Ma dal punto di vista del contenuto tecnico della proposta sono abbastanza stupito, nel senso che noi, normalmente come Assemblea, impegniamo le commissioni là dove si ritenga che la discussione in aula sia infruttuosa e quindi la si sposta in commissione spesso per tornare con un documento in aula.
Qui ci troviamo nella situazione - a mio avviso inconsueta - di impegnare noi stessi a discutere in commissione... come se le commissioni non avessero la possibilità, attraverso i propri membri, di proporre alla commissione di andare ad affrontare degli argomenti! Trovo che la scelta di questo strumento sia una diminutio rispetto all'autonomia giusta che le commissioni devono poter avere nel definire il proprio ordine del giorno.
Credo che se i colleghi proporranno di fare degli approfondimenti, nessuno - e mi sembra di aver capito che lo stesso Governo regionale - si sottragga all'eventualità di fornire delle informazioni, ma che noi impegniamo noi stessi e diciamo alla commissione quel che deve fare è un unicum, io non l'ho mai visto, è un elemento nuovo! Per cui mi sembra che far semblant che la Giunta e anche la maggioranza regionale si vogliano sottrarre ad un dibattito su un tema di grandissima attualità come questo, un tema incombente... sappiamo perfettamente che nei prossimi anni ci dovremo abituare a dei comportamenti e probabilmente avere delle politiche differenti dal passato, perché i cambiamenti sono sotto gli occhi di tutti, abbiamo avuto due inverni nevosi a cui sono corrisposte delle estati particolarmente torride, in cui tutto quel bonus di accumulo di neve è stato bruciato nel breve volgere di poche settimane.
Credo che per quel che è della maggioranza - penso di poter interpretare anche il pensiero del Presidente Comé - non è che ci sottraiamo o che il Governo si sottragga, ma trovo che lo strumento della risoluzione in cui il Consiglio impegna sé stesso a fare una cosa e a porre un tema che può essere discusso nelle commissioni sia incongruo, perché le discussioni sugli ordini del giorno delle commissioni vanno fatte nelle commissioni. Ciascuno dei membri delle commissioni avrà, in quel momento, la possibilità di esprimere un proprio pensiero, mentre qui non si capisce se è una specie di commissione d'inchiesta, se è un approfondimento, o è qualcosa al di là delle audizioni. Se qualcosa deve essere fatto, deve essere fatto non con una dizione generica come questa, ma discusso nella commissione stessa.
Président - La parole au Conseiller Donzel, pour déclaration de vote.
Donzel (PD) - È chiaro che la frase sibillina dell'Assessore ai lavori pubblici "il sistema funziona perfettamente" taglia la testa al toro, però taglia anche la testa a qualsiasi possibilità di discussione! Se tutto va per il meglio, probabilmente hanno preso una cantonata 438 cittadini che hanno una percezione diversa della realtà.
Come dico, al di là del condividere o non condividere il testo della petizione, c'è una percezione di un problema emergente; allora l'intenzione è quella di - anche attraverso un dibattito - rassicurare i cittadini valdostani che davvero questo sistema funziona perfettamente. In realtà non è che il sistema non funziona, ma è che ci troviamo di fronte a fenomeni che sono in grossa evoluzione. La percezione del consumo privato di acqua è molto diversa da cittadino a cittadino, è cambiata nel corso del tempo. Andiamo sempre più addirittura ad un discorso di razionalizzazione dell'uso dell'acqua potabile da parte delle famiglie, siamo spinti a ragionamenti che dicono che bisogna fare economia dell'acqua, c'è tutto uno sforzo educativo anche nelle scuole per insegnare ai bambini a non lasciare il rubinetto dell'acqua mentre si lavano i denti, cioè questo è un problema oggettivo. Quindi la percezione delle comunità rispetto al fatto di avere bisogno o meno di acqua può essere di tipo diverso. Mettere in discussione questa cosa sicuramente non è un'operazione da fare in fretta e furia, sono d'accordo che l'Amministrazione regionale da tempo fa convegni sull'acqua... l'intenzione era quella di dire che questo è un problema su cui si fissa l'attenzione del Consiglio.
Io non trovo nulla di strambo che il Consiglio regionale dica alla commissione... è naturale che la cosa possa partire dall'interno della commissione come percorso autonomo, ma è anche naturale che nell'ambito di una discussione che viene fatta in Consiglio regionale si dica a quella commissione di cercare di seguire con attenzione questo argomento! Non mi sembra così eterodosso, mi sembra una procedura che voglio andare a verificare, forse abbiamo persino già utilizzato. Dal mio punto di vista l'intenzione era un'intenzione seria, non demagogica, non volta a fare strane operazioni, ma volta a fare chiarezza e volta a dare quella certezza di dati oggettivi alla popolazione per rassicurarla rispetto alle scelte che l'Amministrazione fa.
Sappiamo che in passato lo sfruttamento di energie industriali alle volte ha ecceduto nei rapporti con l'ambiente, quindi il fatto di dire che vogliamo essere rispettosi dell'ambiente non vuol dire che non si fanno le cose, ma che oggi si fanno in un'ottica diversa, un'ottica che non è dannosa per l'ambiente, e che addirittura in alcuni casi alcuni interventi diventano premianti per lo stesso ambiente. Possono addirittura avere ricadute positive per l'ambiente, perché ci sono dei bacini idrici che creano dei microclimi particolari che fanno nascere delle condizioni ambientali addirittura favorevoli.
Quindi non è che avere attenzione per l'ambiente voglia dire fermare progressi economici; avere attenzione per l'ambiente può voler dire addirittura fare un salto di qualità per lo sviluppo economico e per la comunità tutta; questo era lo spirito del documento, quindi noi rimaniamo legati a questo tipo di documento.
Président - La parole au Président de la Région, Rollandin.
Rollandin (UV) - Grazie, Presidente.
Questa risoluzione è stata scritta in collegamento con la petizione; la petizione credo abbia avuto un ampio dibattito dal quale sono emersi due fatti molto importanti: che le petizioni devono essere prese in considerazione per quello che esprimono e poi, se sono più specifiche nei quesiti, la commissione le esamina con quello spirito, oppure le esamina per quello che vogliono dire, cioè porre un'attenzione ad un problema legato, nel caso specifico, ad un intervento nella zona. Credo che le conclusioni unanimi a cui si è giunti come commissione diano il senso del dibattito avvenuto, che in questo caso è stato riportato in aula, quindi abbiamo sentito tutte le argomentazioni da un punto di vista tecnico e da un punto di vista politico.
Adesso si è voluta inserire questa risoluzione, che tocca due aspetti di per sé molto diversi: un primo aspetto che è, come è stato ricordato dai colleghi che mi hanno preceduto, di portata mondiale. Vorrei ricordare che su questi temi dell'ambiente, dell'acqua, ci sono non solo confronti regionali, nazionali, internazionali, ma ci sono stati poco tempo fa, a Copenhagen, degli interventi a livello mondiale che non hanno trovato un accordo in senso generale, per cui ci si accontenta di avere risoluzioni in un certo indirizzo.
Anche sulla stessa evoluzione del clima, pur concordando unanimi che è cambiato, non tutti hanno la stessa prospettiva per il futuro. Il clima è come la finanza e la previsione dei terremoti: tutti il giorno dopo dicono che avevano registrato, ma mai nessuno lo dice il giorno prima. Così ci sono esempi da sempre, tutti stanno cercando di avere degli strumenti che meglio ci preparino a certi eventi, ad oggi però non ci sono. Questo non vuol dire non essere attenti a quello che succede, alle indicazioni, che noi condividiamo, sull'ambiente, e così via; questo, per quanto riguarda questa prima parte, credo non possa essere oggetto di approfondimento e risoluzione dalla commissione. La commissione può dibattere di quello che crede, analizzare un aspetto o due, legati a queste problematiche che sono oggetto di studi a livello mondiale, e con risoluzioni che di volta in volta non sono neanche coincidenti, perché ci sono pareri discordi. Quindi è impossibile che ci sia con la commissione una definizione che porti elementi in più di conoscenza; la commissione potrà approfondire alcune tematiche con riferimento a quello che succede in Valle d'Aosta.
Per quanto riguarda le regole con cui si precisa che le amministrazioni vanno ad esaminare le proposte di interventi che sono in questo caso di utilizzo e sfruttamento dell'energia rinnovabile dell'acqua, qui ci sono regole precise che vengono affidate all'esame degli uffici competenti, che hanno una loro definizione. Quindi sono due punti già normati: ecco perché, dicendo "no" alla risoluzione, non vorremmo che questo passasse come un "no" a questi approfondimenti. È un "no" legato al fatto che da una parte l'argomento è talmente complesso che non crediamo ci sia la possibilità di aggiungere qualcosa nel momento in cui la commissione con queste tematiche va a proporsi e, dall'altra parte, è già talmente normato e così chiaro che non porterebbe a nulla di più. La fase conoscitiva, quelle che sono le richieste, fra l'altro sempre in movimento, perché oggi facciamo il punto... oggi ci sono 40, domani sono 42, sono 45... quindi è un'evoluzione continua a seconda delle domande che vengono presentate.
Ecco le ragioni per cui, pur condividendo molte delle sollecitazioni che sono venute sull'attenzione all'acqua, tematica che è ripresa ciclicamente quando si parla dell'utilizzo dell'acqua sotto i vari profili - tutto questo è correttissimo, si cerca di fare la massima attenzione all'uso della stessa -, questo non ci porta ad approvare questa risoluzione; quindi sulla risoluzione voteremo contro.
Président - Je soumets au vote la résolution qui récite:
Risoluzione
Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste
Evidenziati gli effetti sempre più preoccupanti dei mutamenti climatici in atto sul pianeta ed in particolare sui territori montani, in primis sulle riserve idriche;
Constatata la crescente preoccupazione dei cittadini e delle collettività locali in ragione dell'utilizzo futuro dell'acqua;
Ricordato l'incremento continuo del numero di domande di concessione presentate negli ultimi anni per la costruzione di nuove centrali idroelettriche nel territorio regionale;
Ritenuto di dover mantenere alta l'attenzione sull'utilizzo di un elemento essenziale quale l'acqua, onde garantirne l'adeguata disponibilità ai fini umani, agricoli e ambientali;
Impegna
la Commissione consiliare competente ad effettuare, entro la fine del mese di ottobre prossimo, una valutazione delle conseguenze del cambiamento climatico sulle riserve d'acqua ad uso alimentare ed agricolo ed una ricognizione delle domande presentate per la realizzazione degli interventi finalizzati alla produzione di energia elettrica e dei possibili impatti complessivi.
F.to: Bertin - Patrizia Morelli - Louvin - Chatrian - Giuseppe Cerise - Donzel - Rigo
Conseillers présents: 32
Votants: 29
Pour: 7
Contre: 22
Abstentions: 3 (Lattanzi, Tibaldi, Zucchi)
Le Conseil n'approuve pas.