Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1197 del 26 maggio 2010 - Resoconto

OBJET N° 1197/XIII - Communications du Président du Conseil régional.

Président - J'informe le Conseil de l'activité de la Présidence et des organes du Conseil depuis la dernière réunion de l'Assemblée:

Projets de loi présentés:

Projet de loi n° 96, présenté par le Gouvernement régional le 18 mai 2010: "Modificazione alla legge regionale 20 giugno 1996, n. 12 (Legge regionale in materia di lavori pubblici)". (IIIe Commission)

Projet de loi n° 97, présenté par le Gouvernement régional le 19 mai 2010: "Approvazione del rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2009". (IIe Commission)

Projet de loi n° 98, présenté par le Gouvernement régional le 19 mai 2010: "Assestamento del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2010, modifiche a disposizioni legislative e variazioni al bilancio di previsione per il triennio 2010-2012". (IIe Commission)

Réunions:

Ière Commission: 2

IIe Commission: 1

IIIe Commission: 1

IVe Commission: 1

IIe et IVe Commissions: 1

Attendu que le Président Rollandin et moi-même serons engagés demain et vendredi à Rome dans le cadre de la Conférence des Présidents de Régions et des Présidents des Assemblées législatives régionales, la Conférence des chefs de groupe, réunie ce matin, a décidé de traiter avec priorité les points de 1 à 19, de poursuivre avec la session européenne et internationale, de terminer avec les points qui restent à débattre, éventuellement en les renvoyant à la prochaine séance si les travaux ne seront pas terminés avant ce soir.

Le Député Roberto Nicco a envoyé une lettre à la Présidence, pour communiquer qu'il a rencontré une délégation kurde qui a manifesté l'intérêt à entreprendre des rapports avec le Conseil de la Vallée au vu des résolutions approuvées par notre Assemblée. Copie de la lettre est à la disposition des conseillers au Secrétariat général.

Ricordiamo oggi, con profonda emozione, i due militari italiani impegnati in Afghanistan, il sergente Massimiliano Ramadù e il caporale maggiore Luigi Pascazio, che hanno perso la vita a seguito di un grave attacco terroristico. Siamo vicini alle famiglie e solidali con quanti operano in missioni in paesi dove la pace sembra molto lontana.

Auguriamo anche ai due militari feriti, il caporal maggiore Gianfranco Scirè e il caporale Cristina Buonacucina, l'augurio di pronta guarigione.

A nome mio personale e dell'intero Consiglio regionale ho espresso il cordoglio per la scomparsa di Silvius Magnago, scomparso ieri all'età di 96 anni. Leader storico della Südtiroler Volkspartei, Silvius Magnago è stato Presidente del Consiglio regionale nelle prime quattro legislature e poi Presidente della Provincia autonoma di Bolzano, oltre che Presidente della Südtiroler Volkspartei. La sua azione in difesa dell'autonomia trentina è stata anche profondamente segnata dalla volontà di unire in uno spirito di cooperazione di grande ottica europeista le popolazioni che abitavano lo stesso territorio.

Vendredi 21 mai dernier, le professeur Giorgio Lombardi est décédé dans sa maison de Sommariva Perno à l'âge de 75 ans. Giorgio Lombardi, grand connaisseur de la Vallée d'Aoste et fier défenseur de notre spécialité, a dédié sa vie à l'approfondissement sur le droit régional. Il était membre effectif de la Commission régionale des référendums et de l'initiative populaire, nommé par le Conseil de la Vallée.

Le Conseiller Roberto Louvin a demandé de commémorer le professeur Lombardi, qui était son maître en droit constitutionnel comparé et en droit régional. Je lui cède volontiers la parole.

Louvin (ALPE) - Grazie, Presidente. Grazie, colleghi, per la sensibilità che avete nel consentirmi di ricordare a quest'Assemblea, di cui una parte importante ha avuto modo di conoscere personalmente e di apprezzare le qualità dello scomparso professor Giorgio Lombardi, di ricordarvelo - dicevo - e di ricordarlo anche a tutta la comunità valdostana.

La scomparsa del professor Lombardi lascia in tutti noi un enorme vuoto e un profondo rimpianto. La perdita è naturalmente molto sentita nel mondo della cultura giuridica italiana e del diritto comparato, dove è stato maestro di riconosciuta levatura internazionale. Ma è un vuoto che si avverte anche da noi, in Valle d'Aosta, dove molte sono state le autorità e le personalità che lo hanno ricordato con i loro messaggi di cordoglio, consapevoli del grande debito che abbiamo contratto nei quattro decenni in cui le strade della nostra autonomia regionale si sono intrecciate con l'impegno di questo insigne studioso.

Intere generazioni di studenti valdostani hanno fatto tesoro, nell'ateneo torinese di via Sant'Ottavio, delle sue splendide e vivaci lezioni di diritto regionale, costituzionale e comparato, e ne conservano un pregnante ricordo.

I lunghi anni passati al suo fianco in quella sede, presso le cattedre di diritto regionale e di diritto comparato, hanno fatto di me un testimone privilegiato della sua simpatia disinteressata e quanto mai operosa che da sempre egli ha nutrito nei confronti della nostra terra. Sento perciò particolarmente viva, in questo momento, la necessità di una giusta e doverosa attestazione di merito nei suoi confronti.

Docente illuminato, spirito libero, ironico, seducente nelle sue lezioni, nelle sue conferenze, nelle conversazioni private, mai pedante, illuminava con le sue intuizioni l'uditorio, stimolando vocazioni. "Educare non è trovare risposte, ma porre problemi", scriveva Nicolàs Gomez Davila, e così era per questo maestro del diritto, forte di una conoscenza impressionante della storia, delle lingue, della filosofia, dei sistemi giuridici, che sapeva far scattare la molla della curiosità in chiunque lo ascoltasse.

Giorgio Lombardi amava soprattutto ricordarci, fin da quando lo conobbi nel 1980, che la cattedra torinese di diritto regionale da lui tenuta era stata tenacemente voluta, istituita e finanziata proprio da Corrado Gex, dal "Ministro Gex", come lo chiamava con nostra sorpresa, proprio a sottolineare il carattere forte del nostro autogoverno regionale. Per questa ragione, riteneva un suo preciso dovere assicurare ai valdostani una formazione adeguata e rispettosa del nostro particolarismo, consentendo loro, fin dagli anni '80, di sostenere - se lo desideravano - in francese il loro esame finale. Fu per questo anche il primo a battersi, con argomentazioni storiche e costituzionali, perché anche in sede di laurea questa prerogativa fosse riconosciuta ai valdostani, precorrendo i tempi di un riconoscimento che sarebbe stato accordato solo molto tempo dopo.

La sua visione della Valle d'Aosta autonoma si ricollegava, non ad una graziosa e opportunistica concessione, ma ad un vero diritto maturato nel ventre della storia, legato dapprima al rapporto speciale della nostra comunità con la dinastia sabauda e solo successivamente sancito dal patto costituzionale repubblicano. Per lui la Petite Patrie non era un'arcadia nostalgica, ma un vero e proprio frammento di costituzione materiale, titolare di un diritto non violabile di governarsi autonomamente. La sua personale sensibilità storica e i suoi rapporti accademici e personali con Alessandro ed Ettore Passerin d'Entrèves gli avevano aperto fin dagli anni giovanili lo sguardo verso una prospettiva ampia ed europea, più profonda ed autentica di quella di molti suoi colleghi giuristi contemporanei. Una particolare sensibilità per la genesi delle istituzioni dell'area alpina gli fu in seguito viatico per delle relazioni via via più strette con gli accademici d'Oltralpe, con cui approfondì, ben prima della loro più recente diffusione, le prospettive di costruzione di una vera e propria rete culturale transalpina.

Nei suoi innumerevoli contributi alla conoscenza del diritto pubblico, specialmente di quello comparato, affiorano costantemente i riferimenti ad una visione molto distante dalla concezione giacobina del diritto, con il richiamo ad una concezione del fenomeno giuridico che non trae origine dallo Stato nazionale, ma dal lento e graduale processo di formazione delle istituzioni e delle norme attraverso le dinamiche della consuetudine e dei patti federativi. Non l'Etat d'abord, ma le Droit d'abord. Non era quindi una moda passeggera e un'infatuazione temporanea quella che lo spingeva, almeno 10 anni prima che il tema del federalismo fosse "scoperto" da giuspubblicisti, politici e politologi, a tracciare per i suoi allievi i lineamenti di una storia del pensiero giuridico-federalista, producendo testi ancor oggi apprezzati e studiati per la loro straordinaria ricchezza di contenuti e nutriti dai suoi robusti studi giovanili, come quelli sul diritto tedesco, svolti ad Heidelberg negli anni '50.

Come docente, Giorgio Lombardi ha dispensato il suo sapere, oltre che in Italia, in molti atenei stranieri: da Lione all'Externado de Colombia (Bogotà), da Vienna a Friburgo (Svizzera). Innumerevoli sono state le sue pubblicazioni, sui temi del Diritto Costituzionale e regionale, Amministrativo e Tributario, nel campo della Storia del Diritto Italiano e delle Istituzioni. Ma dall'empireo del diritto, Giorgio Lombardi amava anche spesso scendere, come giurista a tutto tondo, sul terreno del diritto praticato e "costruito": come avvocato, negli anni giovanili, poi come Sindaco di Montaldo di Mondovì, come Consigliere di Amministrazione di Fondazioni, come Presidente del Comitato Nazionale per le Scienze Giuridiche e Politiche del Consiglio Nazionale delle Ricerche, quale Direttore dell'Istituto per le Regioni del CNR, come membro del Consiglio Superiore della Magistratura dal 1990 al 1994, in quanto membro del Consiglio di Presidenza della Corte dei Conti e della Commissione Tributaria Centrale del Consiglio Superiore delle Telecomunicazioni. Senza dimenticare, naturalmente, la sua presenza autorevole e feconda in seno al Consiglio di Amministrazione e al Senato accademico dell'Università della Valle d'Aosta.

Come Valdostani, salutiamo, infatti, in lui il principale ispiratore del progetto per la nascita dell'Università della Valle d'Aosta. Fin da quando gli proposi di far parte del primo nucleo di progettazione del futuro ateneo, ne fu convinto sostenitore e investì un'energia straordinaria, a dispetto delle sue limitate possibilità fisiche condizionate da un'infermità progressiva che lo ha accompagnato lungo tutto l'arco della vita, perché fosse realizzato e si sviluppasse adeguatamente.

Ogni occasione, e fra queste anche quella di assicurare un ruolo delicato come quello di presiedere la Commissione regionale per i procedimenti referendari e di iniziativa popolare, gli era gradita per riannodare i fili del suo rapporto con la nostra Regione, senza mai chiedersi quale fosse il suo personale tornaconto.

Innumerevoli sono stati in passato quanti fra noi hanno fatto ricorso al suo consiglio e ai suoi suggerimenti, sempre disinteressati e illuminanti. Gliene siamo profondamente riconoscenti. Alla moglie Francesca Gromis de Trana, al figlio Marco, ai familiari e a tutti quanti si sentono oggi impoveriti nei loro affetti e nella loro sfera spirituale per la scomparsa di Giorgio Lombardi, manifestiamo la nostra più sincera solidarietà e vicinanza. Grazie.

Président - La parole au Conseiller Caveri.

Caveri (UV) - Merci, M. le Président. Je voulais ajouter quelques mots pour le rappel de M. Giorgio Lombardi.

Il y a en effet très peu à ajouter aux mots qui ont été prononcés dans cette Assemblée par le collègue Louvin. Je voudrais moi aussi rappeler un homme très intelligent, doué d'une grande ironie, qu'il appliquait, entre autres, au petit monde des valdôtains, vu qu'il connaissait très bien nos vices et nos vertus. Un savant avec une culture au sens propre du terme, un juriste compétent qui a étudié le droit régional avec une sympathie tout à fait particulière pour l'autonomie valdôtaine, dont il comprenait les raisons et il nous invitait chaque fois à réagir dans sa défense.

Je rappelle son rôle important à l'intérieur de l'Université de Turin mais avec les rapports avec le monde entier, surtout avec l'Amérique du sud. Il a été membre éminent du Conseil supérieur de la Magistrature, de la Cour des comptes et, malgré l'effort des différents Parlementaires valdôtains, il n'avait pas réussi malheureusement dans la Cour constitutionnelle italienne, mais il était membre de la Cour constitutionnelle de San Marino.

Je voudrais rappeler un anecdote, en 1992: quand il y a eu l'élection à la Présidence de la République de M. Scalfaro, les trois représentants valdôtains, dans les premières votations, quand il y a eu la nécessité d'avoir une visibilité, avaient décidé de voter Giorgio Lombardi. C'était une petite chose qu'il avait beaucoup appréciée.

Donc je voudrais, au nom du groupe de l'Union Valdôtaine, exprimer notre deuil auquel j'ajoute très brièvement le rappel de Silvius Magnago, qui a été fait par la Présidence du Conseil, chef de la Südtiroler Volkspartei pendant des longues années et grand leader du Tyrol du Sud: avec le pacchetto il avait réussi à trouver un essor important dans l'après-guerre pour la Province de Bozen, dont il a été une des grandes personnalités.

Président - La parole à la Conseillère Patrizia Morelli.

Morelli (ALPE) - Merci, M. le Président. Juste pour un témoignage de notre groupe et du mouvement de l'ALPE pour le regret de la disparition de Silvius Magnago, leader et père spirituel de l'autonomie sud tyrolienne.

Nous voulons rappeler sa personnalité charismatique et sa force de caractère qui ont guidé, pendant près de quatre décennies, le combat de la minorité germanophone à une époque où la revendication linguistique et la quête d'autodétermination de la communauté du Tyrol du Sud étaient encore résolument contrastées par les autorités italiennes. On lui doit surtout d'avoir su, comme l'a rappelé le collègue Caveri par sa vision éclairée, mettre sur les rails un système d'autogouvernement solide et moderne pour la Province autonome de Bolzano, grâce à une œuvre tenace de médiation, qui a conduit à l'adoption du pacchetto des réformes du statut spécial au début des années '70 et à la conclusion positive de la question sud tyrolienne. Sa fidélité à la cause de son peuple a été à coup sûr exemplaire, notamment de par l'intégrité morale absolue, dont il a fait preuve dans l'exercice des fonctions gouvernementales.

L'hommage à lui rendre aujourd'hui donc n'est pas uniquement dans les paroles, mais dans l'adhésion à ce modèle de vertu publique, qui seul peut assurer aux peuples minoritaires la pleine légitimité de leurs revendications. Merci.