Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1162 del 21 aprile 2010 - Resoconto

OGGETTO N. 1162/XIII - Interpellanza: "Modalità di applicazione della legge n. 38/2010 in materia di terapia del dolore".

Interpellanza

La L. 15 marzo 2010, n. 38 "Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore", è venuta nelle scorse settimane a colmare un vistoso vuoto legislativo, introducendo tra l'altro l'obbligo per i medici di monitorare il dolore degli assistiti nella cartella clinica, prevedendo l'istituzione di due reti distinte di strutture sanitarie, una per le cure palliative, l'altra per la terapia del dolore e promuovendo articolati interventi formativi, informativi e di controllo.

Nell'ambito dell'Ospedale di Aosta, opera attualmente la Struttura Semplice Dipartimentale di Terapia del Dolore intra ed extra ospedaliero che si occupa della diagnosi e terapia del dolore mediante tecniche di I e II livello.

Il reparto appare al momento privo di idonei spazi, di sale d'attesa adeguate e perfino di bagni (dovendosi spesso utilizzare allo scopo quelli del vicino servizio di nefrologia).

Il settore vedrà certamente crescere, anche per effetto della recente nuova normativa, le proprie competenze e saranno presumibilmente richiesti interventi più numerosi e complessi.

In relazione a ciò,

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l'Assessore competente per sapere:

1) se ritiene congrue per numero e livello formativo le dotazioni di personale operanti nel reparto e quali siano in conseguenza le iniziative che intende assumere;

2) se sia prevista o prevedibile la trasformazione dell'attuale assetto di Struttura semplice in quello di Struttura complessa;

3) quali migliorie strutturali si intendano apportare all'attuale sede del reparto per garantire adeguate condizioni di prestazione delle terapie antalgiche.

F.to: Louvin - Patrizia Morelli

Président - La parole au Conseiller Louvin.

Louvin (ALPE) - Grazie.

Assessore Lanièce, la legge che è stata votata dal Parlamento in modo convinto e unanime per quanto riguarda l'accesso alle cure palliative alla terapia del dolore è stata accolta positivamente in Valle; lo stesso Senatore valdostano ha espresso ampia soddisfazione a questo proposito, sottolineando la natura di legge di civiltà di questa nuova normativa, ed è una legge che abbiamo voluto studiare con un po' di attenzione, perché credo avrà degli impatti profondi sull'approccio dal punto di vista terapeutico, ma anche forse dei riflessi di carattere organizzativo che sono abbastanza importanti.

C'è, mi pare di aver capito, lei sa che non sono un tecnico del settore, ma c'è un cambio culturale a monte, c'è un approccio diverso che avrà delle conseguenze organizzative nel monitoraggio del dolore, quindi anche dal punto di vista della gestione delle cartelle cliniche, del suivi di ogni singolo paziente, e anche nella costituzione delle distinte reti sanitarie che vengono scisse fra cure palliative e terapia del dolore.

Abbiamo messo in relazione questa nuova legge con una serie di impegni che sono in parte contenuti nella legge stessa, ma anche in parte in un documento che hanno sottoscritto i Governi regionali con lo Stato in un accordo Stato-Regioni del 2007 e che mettono in sollecitazione tutto l'apparato sanitario per interventi formativi, d'informazione, di controllo, di organizzazione. Credo che questa sia una battaglia che tutti abbiamo il dovere di condurre intelligentemente, in primis chi se ne occupa professionalmente all'interno delle nostre strutture sanitarie, e noi le abbiamo rivolto dei quesiti per portare allo scoperto le problematiche organizzative che ci sembrano di primaria importanza. La prima riguarda la congruità del personale di cui dispone attualmente l'Unità sanitaria locale per questo tipo di interventi, sia dal punto di vista numerico che come livello formativo, cosa sarà necessario.

Credo fra l'altro che ci siano già state - da come ho potuto ricostruire - anche delle iniziative convegnistiche e formative importanti in Valle d'Aosta, ci muoviamo già in modo significativo, ma sarà necessario spingere sull'acceleratore da questo punto di vista; se ci siano anche assetti organizzativi in evoluzione dal punto di vista interno dell'Unità sanitaria locale, dal punto di vista delle strutture semplici o complesse che siano, se qualche nuova articolazione è in qualche modo prevista e, dal punto di vista logistico - perché ci vuole anche quello -, se le strutture di cui si dispone attualmente dal punto di vista degli spazi e della strumentazione - ma direi prevalentemente degli spazi per le terapie antidolore -, siano adeguate. Abbiamo segnalato incidentalmente delle carenze che ci sembrano essere state registrate, sicuramente l'Assessorato e l'Unità sanitaria locale avranno già svolto una ricognizione più approfondita e potranno sicuramente darcene conto.

Grazie, Assessore, crediamo che sia una questione di primario interesse della comunità.

Président - La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Albert Lanièce.

Lanièce A. - Grazie, Presidente. Ringrazio il Consigliere Louvin, che so essere sensibile in modo particolare sotto l'aspetto delle patologie tumorali, eccetera.

I competenti uffici dell'Assessorato, anche in ottemperanza alle disposizioni della legge n. 38/2010 che è stata prima ricordata, stanno predisponendo le linee guida per un modello organizzativo sia della rete delle cure palliative che della rete della terapia del dolore, che è la suddivisione che ha voluto questa nuova legge, specificando bene questi due aspetti: cure palliative più mirate alla cura delle malattie oncologiche e terapie del dolore, più in generale, sulla cura delle malattie croniche, in collaborazione con tutte le parti in causa, individuando i bisogni attraverso un'approfondita analisi dello stato dell'arte, il modello organizzativo confacente alle esigenze regionali, le risorse strutturali, strumentali, umane e finanziarie necessarie, e approntando inoltre quanto necessario per un monitoraggio continuo per il riscontro di eventuali anomalie del sistema.

Voglio ricordare brevemente quanto in Valle d'Aosta si è fatto ed è in atto, perché per molte delle cose previste dalla legge noi fortunatamente abbiamo già provveduto. In Valle d'Aosta le cure palliative si sono sviluppate all'interno della S.C. di Oncologia fin dalla sua origine dal 1990 per i pazienti in ricovero o ambulatoriali e, a partire dal 1991, dalla sinergia fra S.C. di Oncologia e il Gruppo Assistenza Domiciliare della Lega contro i Tumori di Aosta per i pazienti a domicilio. Dal 1995 l'attività domiciliare della Lega Tumori, che ringrazio per la sua azione, è convenzionata con l'Azienda USL della Valle d'Aosta. Le successive principali tappe di sviluppo si possono così riassumere: nel 2006 è stato attivato il progetto assistenza medica palliativa con cui è stato convenzionato un medico specialista oncologo per l'attività domiciliare per le cure palliative; dal giugno 2006 è stata creata la S.S. cure palliative all'interno della S.C. Oncologia; nel 2006 è stato predisposto e approvato dall'azienda USL il protocollo di cure palliative territoriali, che regola l'attività di assistenza di cure palliative su tutto il territorio regionale (da marzo 2007 tale protocollo ha trovato applicazione nei quattro distretti dell'USL); dal giugno 2007 sono stati attribuiti alla S.C. di Oncologia sei letti di degenza presso la RSA Festaz di Aosta che, di fatto, sono stati utilizzati per i pazienti in cure palliative con un'organizzazione di tipo hospice, pur in assenza di criteri formali previsti per gli hospices. A dicembre 2007 è stato formulato il progetto aziendale di rete cure palliative, sistema integrato di differenti tipologie di intervento fra loro complementari, volte al soddisfacimento dei variegati fabbisogni sanitari e sociali di questa popolazione eterogenea di pazienti; dall'aprile 2008 è stata formalizzata l'attività di consulenza specialistica di cure palliative a favore dei ricoverati in ospedale; dal novembre 2009 l'oncologo responsabile della S.S. Cure Palliative si è dedicato al 100% alla specifica attività; da gennaio 2010 è attivo l'hospice presso il presidio Beauregard con sette posti letto e personale specificamente dedicato, con contemporanea cessazione dell'attività presso la RSA del Festaz.

L'organico dell'hospice, come ho già detto, è una struttura semplice: il personale medico è costituito da un medico a tempo pieno un medico non-strutturato e altri due medici appartenenti a strutture esterne che si dedicano alle cure palliative, personale infermieristico, otto unità di supporto e sei unità di operatori sociosanitari. A tutt'oggi sono assenti i servizi essenziali quali il supporto psicologico per i pazienti, i familiari, operatori e fisioterapista e la presenza delle associazioni di volontariato, che partiranno prossimamente con una stipula di convenzione con la Lega Tumori.

Il servizio territoriale: il numero dei medici di medicina generale che attivano l'ADI cure palliative, a cui partecipa attivamente il medico oncologo palliativista, è variabile e, nel corso del 2008, sono stati 28, quindi sono 28 i medici di famiglia che partecipano alla cura a domicilio dei pazienti oncologici. Nel 2008, per l'attività residenziale presso la RSA Festaz, sono stati 92 i pazienti ricoverati per l'attività di cure palliative domiciliari; secondo le modalità ADI cure palliative sono stati assistiti 43 pazienti su tutto il territorio regionale, sono state erogate 1.618 giornate di assistenza domiciliare. Per l'attività di cure palliative domiciliari del gruppo assistenza domiciliare della Lega Tumori, in convenzione con l'Azienda USL, sono stati assistiti 49 pazienti nell'area di Aosta per un totale di 2.742 giornate di assistenza. Mi sembrava giusto ricordare tutte queste attività riguardanti la parte di cure palliative, proprio anche in virtù dell'impegno non solo del personale sanitario, ma del personale di volontariato coinvolto nella Lega Tumori.

Per quanto riguarda invece la terapia del dolore, anch'essa è una struttura semplice, una terapia del dolore intra e extra ospedaliera; in organico ci sono tre medici, tre infermieri, un coordinatore infermieristico e due unità di personale amministrativo. Collabora con il servizio anche un dirigente psicologo. La dotazione di spazi, ancorché ampiamente prevista in ampliamento per un prossimo futuro, è stata oggetto pochi anni or sono di un intervento di ristrutturazione e messa a norma. Relativamente all'attività interventistica è attiva una seduta operatoria settimanale. Fin dal 2001 è presente, all'interno della struttura ospedaliera - quindi terapia del dolore -, il cosiddetto "COSD" (Comitato ospedale senza dolore), che da allora svolge un'importante funzione di stimolo, sensibilizzazione e formazione per tutti gli operatori sanitari del trattamento del dolore.

Per quanto riguarda i punti specifici: "se ritiene congrue per numero e livello formativo le dotazioni di personale operanti nel reparto...", al momento si ritiene congrua la dotazione di personale assegnato.

Per i punti 2 e 3: "se sia prevista... la trasformazione... da struttura semplice in struttura complessa" e "quali migliorie... si intendano apportare", ricordo come le strutture complesse siano unità operative caratterizzate da un grado di complessità organizzativo gestionale elevato, comportante l'assunzione di responsabilità che impegnano l'Azienda verso l'esterno per l'attuazione degli obiettivi di programmazione regionale aziendale, quindi come si sa sono tutti i grossi reparti di degenza ospedaliera. Le strutture semplici sono unità operative attinenti ad una specifica attività o funzione, che rispondono al dirigente della struttura complessa in cui sono inserite, e possono anche essere strutture dipartimentali, cioè dipendenti dal dipartimento e non da un reparto specifico. Ne sono degli esempi, come ho detto prima, la struttura semplice di Cure Palliative, la struttura di Diabetologia, Dietologia, la stessa Chirurgia d'urgenza.

Puntualizzato questo, come ho detto in premessa stiamo valutando anche la trasformazione eventuale da struttura semplice a complessa, quindi soprattutto lo sviluppo delle funzioni sul territorio, sia delle cure palliative che della terapia del dolore, di conseguenza, anche l'assegnazione di nuovi spazi anche in relazione all'applicazione della legge n. 38/2010. Grazie.

Président - La parole au Conseiller Louvin.

Louvin (ALPE) - Assessore, parto dal fondo, perché non ho capito la risposta al punto 3, sulle migliorie strutturali che erano in relazione a degli aspetti che avevamo evidenziato nelle premesse, in particolare agli spazi, le sale di attesa e gli spazi sanitari. Se la risposta è che è previsto un ampliamento in un prossimo futuro, è una risposta che considero un po' generica, ma lei non dispone di elementi ulteriori, non ha ulteriori dati da aggiungere e noi ce ne rammarichiamo, perché abbiamo percepito, attraverso indicazioni che ci sono state date purtroppo dall'utenza, l'esistenza di alcuni problemi di disagio in queste circostanze, quindi avremmo immaginato una maggiore rapidità da parte vostra nel predisporre delle soluzioni. Naturalmente non si improvvisano dall'oggi al domani e non sono legate però a questa legge in particolare; è lo sviluppo di un'attività che ormai procede da tempo e che richiede qualche spazio in più perché si svolga in condizioni di dignità e di autonomia delle persone, tutto quello che lei sa molto bene essere standard minimo, livello essenziale di assistenza, come dichiara questa legge rispetto ai pazienti.

Per quanto riguarda l'altra questione relativa alla riorganizzazione della struttura, mi pare di capire che si sia preso atto della complessità crescente di questo settore e che la rete anche territoriale che si dovrà stabilire per evitare non solo di lasciare tutto sulle spalle di un volontariato, esistente in questa Regione, ma che non può sempre coprire tutte le necessità, questo richiede ormai un salto di qualità, una trasformazione evidente di questa struttura anche con connessioni esterne, con soggetti territoriali, con operatori di varia natura. Credo che questo sarà nei prossimi anni uno dei terreni più sollecitati del suo Assessorato, quindi le chiediamo un forte impegno ed una grande attenzione.

La questione della congruità del numero del livello formativo non è questione sulla quale intendiamo pronunciarci nel merito, perché non ne abbiano nessuna competenza; pensiamo peraltro che sia utile formare quanto più possibile rapidamente persone in grado di affrontare adeguatamente questo terreno. Lei ha giustamente sottolineato come il problema sia prevalentemente legato alle cure palliative e alle terapie oncologiche, ma non c'è solo questo: c'è una concezione complessiva del modo di affrontare il problema del dolore, della sofferenza fisica in tutte le patologie, anche alcune banali, quotidiane, dagli aspetti più diffusi e purtroppo più radicati, che richiedono una terapia antalgica particolare; ecco che questa struttura, sia semplice o complessa, naturalmente questo lo si vede in sede tecnica, ma diventi un motore per alleviare tante diffuse sofferenze. Grazie intanto, Assessore.