Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 943 del 17 dicembre 2009 - Resoconto

OGGETTO N. 943/XIII - Interpellanza: "Situazione gestionale della società Compagnia Valdostana delle Acque".

Interpellanza

Premesso che la Compagnia Valdostana delle Acque (CVA) è una società per azioni controllata dalla Regione tramite Finaosta S.p.A.;

Considerato che da diversi mesi gruppi di dirigenti, funzionari e consulenti dell'azienda citata si recano ripetutamente in Cina per visionare macchinari, apparecchiature e materiali da acquistare e impiegare presso gli impianti valdostani;

Appreso che, in questi giorni, è in atto la settima missione in Estremo Oriente, della quale farebbero parte tre persone;

Appreso altresì che CVA si sarebbe impegnata ad acquistare macchinari cinesi - prodotti che peraltro non risultano essere all'avanguardia tecnologica in questo settore - per circa 15 milioni di euro tramite una società genovese di import-export;

Rilevato che serpeggiano un certo malcontento e una comprensibile preoccupazione tra le maestranze in merito alla conduzione aziendale;

ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

il Presidente della Regione per sapere:

1) chi sono le tre persone che compongono questa settima missione in terra cinese e quali ruoli o incarichi svolgono nell'ambito di CVA;

2) se corrisponde al vero l'ipotesi di impiegare i macchinari cinesi di cui in premessa e, in particolare, un gruppo di generazione (alternatori, turbine, comandi) in fase di consegna per la centrale di Champagne II, i cui impianti sono funzionanti e sono stati revisionati nel 1995 e nel 2004: in caso affermativo per quali ragioni CVA ha deciso di sostituire questi impianti anziché altri che risultano più obsoleti;

3) sempre in riferimento alla domanda precedente, se è vero che il gruppo di generazione di cui si è prevista la sostituzione sarebbe in procinto di essere rottamato per una cifra irrisoria (circa 20 mila euro);

4) se corrisponde al vero l'attribuzione di premi sostanziosi (circa 50 mila euro) ad alcuni dirigenti che hanno partecipato a più riprese a queste missioni e se sia intenzione del Presidente della Regione, in quanto titolare delle "partecipazioni regionali", di consentire la prosecuzione di questo andamento aziendale disinvolto e di discutibile efficacia.

F.to: Tibaldi - Lattanzi

Président - La parole au Conseiller Secrétaire Tibaldi.

Tibaldi (PdL) - È un argomento che non è una novità, visto che pare che ci sia un'attrazione fatale per questo paese dell'Estremo Oriente in CVA; di conseguenza, Presidente, siamo costretti a tediarla con queste esplorazioni in terra d'Oriente, giunte ormai alla settima missione, quindi noi le chiediamo conto di cosa succede, qual è la nuova vocazione di CVA.

È vero, la Cina ha interessi diversi, è un paese grande, è un paese in forte fase di emergenza sullo scenario mondiale. È altrettanto vero che certe politiche di investimento e commerciali che stanno portando avanti in CVA destano qualche perplessità.

Adesso, ironia a parte, perché fa sorridere la questione, ma ci dobbiamo mettere un po' di ironia altrimenti ci sarebbe da rattristarsi, giungono diverse informazioni di disagio e preoccupazione soprattutto dalle persone che vi lavorano da anni, e penso che lei abbia avuto occasione di cogliere questa preoccupazione. Preoccupazione da persone che hanno una certa professionalità e che si manifestano allibite di fronte a delle decisioni fatte dal vertice dirigenziale di CVA che dovrebbe distinguersi per scelte qualificate da un punto di vista tecnico; invece sembra che ciò non avvenga. Questo esempio che abbiamo voluto portare con questa interpellanza che è particolarmente dettagliato - ripeto, non è la prima, ma è la terza interpellanza che facciamo su questo argomento -, crediamo che sia illuminante. Sono decisioni che appaiono tecnicamente ingiustificabili ed economicamente incomprensibili e adesso cercherò di spiegare perché, entrando nel dettaglio tecnico, fermo restando che non sono uno specialista del settore, ma che è diritto-dovere di ogni consigliere informarsi di quello che accade ed istruire le proprie iniziative con riferimenti più precisi.

Dunque, abbiamo evidenziato che CVA è andata in Cina per acquistare macchinari, attrezzature ed impianti e una delle prime debolezze che appare agli occhi è che, al di là dell'operazione divisione di ordine, di acquisto, che immagino sia in fase di perfezionamento o si sia appena perfezionato, è stata poi nominata una società tedesca per controllare e collaudare i prodotti acquistati. Allora, andiamo in Cina e poi ci andiamo tramite una società intermediaria genovese, ad acquistare prodotti, macchinari per l'idroelettrico e poi nominiamo una società tedesca per controllare e collaudare ciò che abbiamo acquistato. Si compra in Cina, ma i cinesi producono e i tedeschi devono verificare la qualità e la sicurezza del prodotto in oggetto: questo comporta in primis una contraddizione - tanto valeva comprare dai tedeschi, prima osservazione elementare che può fare una persona qualunque - e poi, soprattutto, si tratta di nominare il consulente che deve verificare se il prodotto acquistato presso il venditore ha le corrispondenze tecniche di sicurezza e di qualità previste. Prima osservazione.

Nel giugno 2009 è stata bandita una gara europea da CVA per individuare il miglior fornitore di questi macchinari, la gara è andata deserta perché le ditte europee che hanno partecipato si sono ritirate di fronte a dei requisiti tecnici molto rigidi che erano stati fissati nel bando. Le ditte concorrenti, con un senso di responsabilità, hanno fatto un passo indietro: CVA chiede delle specifiche tecniche estremamente elevate, quindi gli europei fanno un passo indietro... gara deserta! Si procede quindi per interpello diretto, individuando una società genovese, tal WaterGenPower, sono andato a vedere su Internet chi è WaterGenPower ed è una società nella cui homepage campeggia la scritta "Una società giovane, ma con cuore antico", 30 anni... questa è diventata il tramite con i fornitori cinesi. Innanzitutto ammettono che sono giovani, immaginiamo che comunque un po' di esperienza ce l'abbiano, però tutta l'esperienza che risiede in CVA è stata accantonata per dedicarsi a questa società esterna.

Sembra che questa società esterna abbia un capitale sociale che sia inferiore al 20 percento della commessa ordinata da CVA, che ammonta a 15.800.000 di euro, quindi noi compriamo materiale dalla Cina per questo importo. Altro dubbio: come è possibile che ci affidiamo ad una società con capitale sociale minimo rispetto all'operazione che è stata posta in essere. Fra l'altro sembra che CVA abbia già anticipato un acconto di circa 3.000.000 di euro a fronte di cosa? c'è un progetto? boh... non si direbbe, però il Presidente non so se risponderà anche a queste osservazioni. Ecco, noi nell'illustrazione noi vorremmo dare un quadro d'insieme di quello che abbiamo acquisito facendo un'istruttoria abbastanza approfondita, poi ovviamente lei risponderà alle domande, perché ci può dire: ci sono 4 domande, io rispondo a quelle domande. Però le diamo qualche elemento in più di conoscenza, che forse già possiede, ma è indispensabile saperlo.

Un altro dubbio che sorge spontaneo, di fronte a questa gara che va deserta perché le ditte europee fanno un passo indietro, in quanto i requisiti tecnici del capitolato sono troppo rigorosi... c'è da chiedersi: ma questi requisiti tecnici verranno rispettati dal fornitore cinese? Anche perché quando si parla di Cina, con buona pace del progresso economico che la sta caratterizzando, del PIL che cresce a ritmi del 9-10 percento annuo, con l'esplosione dei prodotti che riesce a dissipare su tutto il mercato globale, sappiamo che quando parliamo di prodotti cinesi, parliamo di prodotti scadenti e che non seguono determinate normative di sicurezza e di qualità. Tanto per fare un esempio, cito i giocattoli dei bambini: quante volte anche la televisione ci ammonisce richiamando la nostra attenzione su certi giocattoli fabbricati in Estremo Oriente perché possono essere pericolosi per i materiali utilizzati! Non dico che sia così per i prodotti dell'idroelettrico, però quando si parla di "Cina", di "prodotto cinese", che sia l'abbigliamento o i giocattoli, per fare degli esempi, non è che siano prodotti che spiccano per qualità! Speriamo che le specifiche tecniche che erano richieste nel bando non siano state ignorate o derogate solo perché si è proceduto per interpello diretto.

Sembrerebbe anche che, con riferimento alle caratteristiche tecniche della girante - che è quella ruota con le pale che raccoglie l'acqua, il cui giro serve per generare l'energia elettrica -, si prediliga un prodotto a fusione monolitica, che è un prodotto obsoleto nel 2010, rispetto a quello a disco forgiato che è ormai utilizzato ovunque in Europa. Lei, Presidente, mi dirà che sono questioni tecniche, è vero, ma sono questioni che pesano 16.000.000 di euro e devono dare delle garanzie di funzionalità e di sicurezza, ma questo è un elemento sul quale lei potrà fare qualche approfondimento.

Nella Champagne II, che è la centrale oggetto dell'intervento di ristrutturazione e d'innovazione, le giranti attualmente in funzione su una turbina sono state installate nel 2004 da una ditta che si chiama Vatech e sono già del tipo forgiato, quindi sono più sicure e performanti rispetto a quelle cinesi che le sostituiranno che, se del tipo monolitico, sono invece meno moderne.

Un altro esempio tecnico che è opportuno fare riguarda l'involucro della girante, ovvero il coperchio: anche questo e i suoi supporti sarebbero realizzati in ghisa, una lega che sappiamo appartenere al passato. Una volta c'erano le pentole in ghisa, le attrezzature in ghisa e anche gli involucri delle giranti in ghisa; materiale non più utilizzato da anni, poiché poco elastico e, in caso di spaccatura, potrebbe risultare molto pericoloso anche per chi lavora nelle vicinanze. Domanda: non è che le specifiche tecniche rigorosamente previste nel bando siano state successivamente adeguate per il mercato cinese? Quindi, sulla base di queste prime informazioni - poi avrò ancora 10 minuti di tempo nella replica - noi le poniamo 4 domande che non sto a ripetere, perché sono sufficientemente chiare nel documento che è stato allegato.

Président - La parole au Président de la Région, Rollandin.

Rollandin (UV) - Grazie al collega Tibaldi che, ben supportato dai tecnici CVA, sta diventando un esperto! Io rispondo volentieri a tutte queste domande. Il fatto è che... si parlassero in CVA fra il tecnico che fa queste domande e che è a due porte dal responsabile, forse si capirebbero meglio, perché io rispondo adesso alle domande, poi sul tipo di girante, siccome non è chiesto, io sul tipo forgiato o sul tipo monolitico mi permetto di dire che non rispondo immediatamente, direi delle stupidaggini; non vorrei adesso passare per il tecnico di giranti, perché qui girano tante cose... Spero che questa produca energia riutilizzabile, rispetto alle altre giranti che molte volte girano a vuoto! Al di là di questo cercherò di dare risposte puntuali alle domande, al di là di queste considerazioni che il collega mi passerà.

Per quanto riguarda la prima domanda: "chi sono le tre persone che compongono in terra cinese la missione, quali ruoli e incarichi svolgono nell'ambito CVA", si segnala che la delegazione in visita tecnica di novembre dal 24 al 4 dicembre, era formata dal direttore gestione impianti e dal responsabile esercizio impianti ingegneria (uno dei tre non è andato, sono andati in due).

Secondo punto: "se corrisponde al vero l'ipotesi di impiegare i macchinari cinesi di cui in premessa e, in particolare, un gruppo di generazione... in fase di consegna per la centrale di Champagne II, i cui impianti sono funzionanti e sono stati revisionati nel 1995 e nel 2004: in caso affermativo per quali ragioni CVA ha deciso di sostituire questi impianti..."; con riferimento a questo punto si segnala che CVA ha un contratto per la fornitura ed installazione di 3 gruppi di generazione per la centrale di Champagne II stipulato a seguito di una gara d'appalto indetta allo scopo, contratto che prevede anche l'impiego di macchinari di produzione cinese.

Entrando nel merito della fornitura, si è specificato che le turbine sono progettate e costruite secondo consolidati standard universalmente riconosciuti a livello internazionale e che CVA ha avuto modo di verificare. I materiali sono gli stessi utilizzati in Europa, mentre alcuni dettagli, ad esempio coperchio superiore delle turbine a cui faceva riferimento per quanto riguarda la ghisa, sono fabbricati secondo tradizionali e pregiati metodi costruttivi che, in Europa, sono stati abbandonati per ragioni di costo. I generatori sono progettati e costruiti presso la stessa azienda che fornisce le turbine, rispondono anch'essi a consolidati criteri di progettazione. In particolare, il metodo utilizzato prevede l'impiego di sistemi di isolamento facilmente manutentibili direttamente in centrale. Questa caratteristica purtroppo non trova più riscontro presso i costruttori europei, i quali preferiscono, sempre per ragioni economiche, un sistema integrato di isolamento. Questo sistema ha il difetto di costringere ad eseguire eventuali riparazioni non in centrale, ma in officina, con conseguenti aumenti del periodo di fuori servizio del gruppo con un notevole danno economico per il gestore per mancata produzione, oltre ai maggiori oneri per smontaggio, trasporto e rimontaggio. Credo che questo sia un aspetto piuttosto consistente, perché quando ci sono i periodi di manutenzione superiori alla norma c'è una perdita di esercizio piuttosto rilevante. Il sistema di comando e controllo della centrale verrà fornito ed installato da una multinazionale con sede in Europa, leader a livello mondiale nel proprio campo.

La ragione per cui CVA ha deciso di rinnovare il macchinario rotante e il sistema di controllo di questo impianto, è da ricercarsi nell'obsolescenza tecnica e nel grado di usura del macchinario stesso, nonché nella possibilità di accedere al meccanismo di incentivazione economica dei certificati verdi. Infatti i lavori elettromeccanici eseguiti nell'ormai lontano 1995, e poi nel 2004, hanno interessato parti di impianto non oggetto dell'attuale fornitura, ad esempio trasformatori, stazione esterna e valvole rotative, oppure altre parti come il sistema di automazione che non sono più rispondenti allo standard adottato da CVA. Inoltre i recenti lavori di rinnovamento della condotta forzata e del canale derivatore, lavori svolti in questi anni, resisi necessari a causa del normale degrado dovuto all'uso, possono essere considerati una prima fase di rifacimento dell'intero impianto che si completa con la sostituzione del macchinario rotante, configurando una situazione di rifacimento parziale che consentirà di accedere ad un cospicuo recupero economico mediante i certificati verdi.

Per quanto riguarda il punto 3: "sempre in riferimento alla domanda precedente, se è vero che il gruppo di generazione di cui si è prevista la sostituzione sarebbe in procinto di essere rottamato per una cifra irrisoria...", si segnala che i gruppi di generazione composti da 2 turbine ed un alternatore ciascuno, non appaiono più utilizzabili per le ragioni di usura sopra citate. Si è quindi deciso di fare contrattualmente carico al fornitore di tutti gli oneri relativi allo smantellamento ed al trasporto; il valore del rottame è stato stimato dall'azienda in 52.000 euro che, al netto dei costi forfettari per le attività di cui sopra (smantellamento e rimozione), porta a un saldo netto attivo di 22.000 euro.

Con riferimento al punto 4: "se corrisponde al vero l'attribuzione di premi... ad alcuni dirigenti che hanno partecipato a più riprese a queste missioni...", si segnala che quanto riportato non corrisponde al vero.

Per le altre osservazioni che sono state fatte, io, rispetto ai prodotti, mi permetto di dire che le valutazioni fatte, come il collega sa, sono essenzialmente di ordine economico, relative a prodotti che hanno le stesse caratteristiche. Condivido le affermazioni che sui prodotti cinesi molto spesso ci sono delle situazioni di qualità che sono dubbie, qui la differenza di valore è tale per cui è giusto che precauzionalmente ci sia una certificazione ulteriore della qualità del materiale fatto con analisi specifiche, come sta facendo questa ditta tedesca, per essere sicuri al 100 percento che quello che si va a pagare corrisponda a tutti i criteri, che - ripeto - sono mantenuti. Purtroppo c'è un'azione che sta succedendo anche in altri settori, là dove purtroppo la concorrenza è minima, perché adesso le società che producono questi impianti hanno avuto una crescita esponenziale di richieste, hanno alzato i prezzi e hanno delle consegne lunghissime, poiché ormai sia l'ENEL che le società private Sorgenia, EDF, che hanno spinto molto sul settore idroelettrico... ci sono richieste altissime; ad esempio la società Vatech, che è stata menzionata, ha dei tempi di consegna lunghissimi, per cui anche questo influisce sull'esigenza di poter recuperare le forniture in tempi brevi, perché questo comporta la possibilità di utilizzo con una produzione che inizia molto prima.

Sugli altri temi più tecnici non sono in grado di rispondere. Prendo atto e spero che il dialogo riprenda fra gli interessati in CVA e che possano avere le informazioni necessarie. Grazie.

Président - La parole au Conseiller Secrétaire Tibaldi.

Tibaldi (PdL) - Vede, Presidente, questa questione non va personalizzata, non dobbiamo confrontarci come se CVA fosse una cosa sua e io sono lì a verificare, insieme al mio gruppo, se lei sta facendo le cose come si deve... no! CVA è una cosa di tutti, è una società valdostana alla quale tutti quanti teniamo. D'altronde lei, Presidente, lo sa, perché grazie a questa interpellanza è riuscito a strapparsi un applauso caloroso nell'ultima giornata della comunicazione in CVA... giusto? Così mi è stato riferito, anche perché di fronte ad un mormorio diffuso da parte delle maestranze su certe scelte aziendali, mi è giunta informazione che anche lei abbia stroncato in maniera decisa determinate scelte e ovviamente non è che le abbia accolte tout court come qualcuno vorrebbe far sembrare!

Non è un caso, infatti adesso faccio anche un riferimento a quello che sto dicendo, che le persone che compongono questa settima missione sono state 3, forse qualcuno non rientrava nel contesto aziendale, ma in un contesto familiare che immagino sia poi stato pagato per conto proprio, però le persone che si sono recate in Cina sono 3 e la quarta che doveva andare in Cina non è andata, perché ha rinviato la visita a fine gennaio 2010, quindi c'è un'ottava missione in procinto di essere organizzata: questa è un'informazione che penso che anche a lei sia stata riferita. D'altronde anche lei, durante l'assemblea annuale in CVA, ha definito il "Trio Lescano" queste persone che si sono recate in Cina e che è opportuno che il "Trio Lescano" smetta di fare delle esplorazioni in terra orientale. Questo è auspicabile, perché dopo tanti viaggi penso che uno possa anche formare una decisione definitiva in merito.

Per quanto riguarda la seconda risposta, che è quella più corposa, lei ha sottolineato ancora una volta che ci sono ragioni di costo che hanno portato CVA a finire in Cina, non ragioni di qualità e di sicurezza o di performance tecnologica, ma di costo. E questo non è un fatto secondario, si fa un ragionamento meramente economico che, speriamo, non sia poi a detrimento dei rendimenti, della qualità e della sicurezza. C'è da dire che anche l'accenno che lei ha fatto ai certificati verdi è un po' uno specchietto per allodole, perché se si fanno i conti in proiezione sugli investimenti fra interessi e flussi di cassa che ovviamente devono essere spalmati su un periodo di tempo più lungo, si vede che i margini di guadagno su 20 anni sono piuttosto ridotti.

Lei parlava anche di prodotti standardizzati; la Cina ci offre prodotti standardizzati; mi risulta, qui sarà opportuno che le "porte tecniche" - come le chiama lei - tornino a comunicare, perché il discorso è, sì, tecnico, ma ha anche dei riflessi politici, in quanto CVA è una controllata al 100 percento dal sistema regionale... dicevo, sui prodotti standardizzati, sembrerebbe che sono prodotti copiati dai tedeschi sulla base di taglie ben precise. Nel caso di Champagne II sono stati ordinati giranti e gruppi per 3,1 metri cubi di portata, quando la portata attuale con la nuova condotta, sempre su Champagne II, è di 3,2 metri cubi; quindi anziché un incremento nello sfruttamento, avremo una leggera riduzione in termini di kilowatt prodotti e anche di soldi incassati.

Voglio ripetere che la centrale è stata rifatta nel 1995 e con essa gli alternatori e i servizi ausiliari, che nel 2004 sono stati rifatti i comandi oleodinamici e, secondo lo standard tecnico, questo impianto avrebbe una vita utile di 25 anni, e ovviamente con il macchinario cinese verrà completamente sostituito. Ci risulta che ci siano altri impianti più obsoleti nelle centrali disseminate sul territorio valdostano, però evidentemente questi impianti non sono stati presi in considerazione dai dirigenti.

Per quanto riguarda la terza risposta, lei ha confermato che vengono ricavati dalla rottamazione di un impianto funzionante 21.900 euro, lei ha detto 22.000 euro; è un impianto funzionante che genera energia idroelettrica e che sta producendo centinaia di migliaia di euro annualmente. Ci sembra un insulto al valore economico, visto che i ragionamenti vengono ponderati su base economica di quello che noi dismettiamo rispetto a quello che noi acquistiamo; piuttosto che dismetterlo per una cifra da rottamazione che non ha nemmeno questo valore la rottamazione, minimo dovrebbe essere quintuplicata, regaliamolo ad un paese del terzo mondo, facciamo più bella figura anche in termini di immagine, a chi deve produrre energia elettrica. Anche qui, chi ha peritato questi valori di un impianto che non è lì, accantonato in un magazzino... ma è funzionante, è una turbina che funziona e viene dismessa per 21.900 euro. La compriamo noi; forse noi, come gruppo PdL, potremmo fare un investimento nel settore, 21.900 euro ne valgono la pena... faccio una proposta in aula ai miei colleghi.

Per quanto riguarda la quarta risposta, lei dice non corrisponde al vero; a noi, invece, risulta che sia vero. Per carità, non vogliamo entrare nel merito; sembrerebbe che ad una persona siano stati riconosciuti 35.000 euro di bonus di produzione perché i viaggi in Cina hanno comportato sacrificio della famiglia, tempo libero e pessima nutrizione, oltre ai viaggi scomodi, e ad un altro, invece, 15.000 euro. Lei dice che questa notizia non corrisponde al vero; noi ne prendiamo semplicemente atto e non aggiungiamo nulla, ma di fatto è così.

A conclusione della replica, le voglio solo far notare che un'importante società di produzione di impianti idroelettrici, la Voith Hydro europea, ha fornito questa estate ai cinesi un super impianto tecnologico che è stato installato sul Fiume Giallo per una potenza di 714 megawatt (la notizia è su Internet, poi le lascio una copia); paradossalmente i cinesi vendono tecnologia a noi valdostani e noi europei esportiamo tecnologie innovative, moderne, performanti e di sicurezza ai cinesi! È naturale che qualche dubbio ci resti, forse non solo a noi, ma anche a chi lavora in CVA, che per anni si è formato sotto quella grande società che era l'ENEL e che oggi vede umiliate delle potenzialità a scapito, con tutto il rispetto dell'Estremo Oriente e dei cinesi che ci vendono forse materiali che non sono all'altezza di quella che potrebbe essere la produzione idroelettrica valdostana.