Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 670 del 15 luglio 2009 - Resoconto

OGGETTO N. 670/XIII - Disegno di legge: "Interventi a favore dei familiari delle vittime degli incidenti sul lavoro e per la prevenzione degli infortuni sul lavoro".

Articolo 1

(Oggetto e finalità)

1. La presente legge detta disposizioni finalizzate a sostenere i familiari delle vittime degli incidenti sul lavoro residenti in Valle d'Aosta, attivando iniziative di solidarietà e di sostegno per contribuire ad alleviare le conseguenze e i disagi economici derivanti alle rispettive famiglie e alla prevenzione degli infortuni sul lavoro.

Articolo 2

(Contributo a favore delle famiglie)

1. L'agevolazione di cui al presente articolo consiste in un contributo concesso una tantum a favore dei familiari della lavoratrice o del lavoratore deceduti a causa di incidente sul lavoro verificatosi nel territorio regionale.

2. Il contributo è concesso nel seguente ordine di precedenza:

a) al coniuge o al convivente anagrafico, come specificato dall'articolo 1, comma 2, della legge regionale 27 maggio 1998, n. 44 (Interventi a favore della famiglia);

b) ai figli, anche se non conviventi;

c) agli ascendenti, anche se non conviventi.

3. Il contributo è concesso qualsiasi siano la natura e la tipologia di lavoro autonomo o subordinato svolto dalla vittima dell'incidente, nella misura massima di euro 30.000, tenuto conto delle condizioni economiche dei soggetti di cui al comma 2.

4. Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale, con propria deliberazione, adottata previo parere della Commissione consiliare competente per materia, stabilisce i criteri e le modalità per la concessione del contributo, nonché ogni altro aspetto, anche procedimentale, preordinato alla concessione del medesimo.

5. La deliberazione di cui al comma 4 è pubblicata nel Bollettino ufficiale della Regione.

6. La struttura regionale competente in materia di politiche del lavoro, entro venti giorni dalla presentazione della domanda da parte dei soggetti di cui al comma 2, valuta l'ammissibilità della medesima e procede alla concessione del contributo.

Articolo 3

(Avviamento di personale a selezione pubblica)

1. Nel caso di avviamento di personale a selezione pubblica per le assunzioni a tempo determinato presso l'Amministrazione regionale, gli enti locali e gli altri enti del comparto unico regionale, i Centri per l'impiego di cui all'articolo 30 della legge regionale 31 marzo 2003, n. 7 (Disposizioni in materia di politiche regionali del lavoro, di formazione professionale e di riorganizzazione dei servizi per l'impiego), sono tenuti, all'atto della formazione della graduatoria degli idonei, a riconoscere ai soggetti di cui all'articolo 2, comma 2, con esclusione degli ascendenti:

a) la precedenza, nel caso in cui siano privi di reddito alla data della selezione;

b) un punteggio aggiuntivo, da stabilirsi con deliberazione della Giunta regionale, nel caso in cui, alla data della selezione, abbiano un reddito non superiore a quello stabilito con la medesima deliberazione.

Articolo 4

(Diritto allo studio)

1. La Regione, al fine di favorire l'accesso agli studi universitari e di facilitare la frequenza ai corsi universitari e post-universitari, interviene finanziariamente per la concessione ai soggetti di cui all'articolo 2, comma 2, lettera b), di assegni di studio e di contributi per le spese relative all'alloggio.

2. Le misure di cui al comma 1 sono concesse a favore di studenti universitari in possesso dei requisiti di merito scolastico e di condizioni economiche disagiate e sono cumulabili con altri interventi analoghi previsti dalla normativa vigente.

3. Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale, con propria deliberazione, da pubblicarsi nel Bollettino ufficiale della Regione, definisce i requisiti di merito e di reddito per l'ammissione agli assegni di studio e ai contributi, nonché ogni altro aspetto, anche procedimentale, preordinato alla concessione dei medesimi, ivi compresa la documentazione da allegare alla domanda.

4. La struttura regionale competente in materia di politiche del lavoro, entro venti giorni dalla presentazione della domanda da parte dei soggetti di cui all'articolo 2, comma 2, lettera b), valuta l'ammissibilità della medesima e procede alla concessione delle misure di cui al presente articolo.

Articolo 5

(Prevenzione degli infortuni sul lavoro)

1. La Giunta regionale, con propria deliberazione, individua specifiche misure per realizzare un effettivo coordinamento tra tutti i soggetti pubblici e privati ai quali sono affidati, dalla normativa vigente, compiti in materia di prevenzione degli infortuni e sicurezza dei luoghi di lavoro.

2. Nell'ambito del piano triennale degli interventi di politica del lavoro, delle azioni di formazione professionale, di orientamento e sviluppo delle azioni per favorire l'impiego e l'occupazione di cui all'articolo 4 della l.r. 7/2003, la struttura regionale competente in materia di politiche del lavoro provvede alla predisposizione di uno specifico programma pluriennale di formazione per la sicurezza, aggiornato annualmente, rivolto in particolare ai soggetti pubblici e privati cui sono affidate funzioni di prevenzione, controllo e repressione degli incidenti sul lavoro.

Articolo 6

(Comitato regionale di coordinamento in materia di sicurezza e salute sul luogo di lavoro)

1. Il Comitato regionale di coordinamento in materia di sicurezza e salute sul luogo di lavoro, di cui all'articolo 7, comma 1, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 (Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro), svolge funzioni di programmazione e di indirizzo delle attività di prevenzione e vigilanza, al fine di individuarne i settori e le priorità di intervento.

2. In conformità a quanto previsto dai commi 2 e 3 dell'articolo 1 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 21 dicembre 2007 (Coordinamento delle attività di prevenzione e vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro), il Comitato di cui al comma 1 è composto:

a) dal Presidente della Regione, o da un assessore delegato, con funzioni di Presidente;

b) dall'assessore regionale competente in materia di sanità;

c) dal dirigente della struttura regionale competente in materia di igiene pubblica;

d) dal dirigente del dipartimento prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro dell'Azienda regionale Unità sanitaria locale della Valle d'Aosta (Azienda USL);

e) dal responsabile della medicina del lavoro dell'Azienda USL;

f) dal responsabile dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Valle d'Aosta (ARPA);

g) dal responsabile del settore ispezioni del lavoro della Direzione regionale del lavoro;

h) dal Comandante del Corpo valdostano dei vigili del fuoco;

i) dal responsabile della sede periferica dell'Istituto superiore di prevenzione e sicurezza sul lavoro (ISPESL);

j) dal responsabile della sede regionale dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL);

k) dal responsabile della sede regionale dell'Istituto nazionale di previdenza sociale (INPS);

l) dal Presidente del Consorzio degli enti locali della Valle d'Aosta (CELVA);

m) da quattro rappresentanti dei datori di lavoro designati dalle organizzazioni di categoria;

n) da quattro rappresentanti dei lavoratori designati dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative operanti nel territorio regionale;

o) da un rappresentante dell'Associazione valdostana impianti a fune (AVIF);

p) da un rappresentante dell'Unione valdostana guide alta montagna (UVGAM).

Articolo 7

(Ufficio operativo)

1. Alla struttura regionale competente in materia di politiche del lavoro sono attribuite le funzioni di coordinamento tecnico dell'ufficio operativo di cui all'articolo 2 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 21 dicembre 2007, con particolare riferimento:

a) alla pianificazione delle misure di coordinamento individuate dalla deliberazione della Giunta regionale di cui all'articolo 5, comma 1;

b) all'individuazione delle priorità di intervento a livello regionale;

c) alla definizione dei piani operativi di vigilanza, nei quali sono previsti gli obiettivi specifici, i settori produttivi, i tempi, i mezzi e le risorse che sono rese sinergicamente disponibili da parte dei soggetti pubblici interessati.

Articolo 8

(Disposizione transitoria)

1. Le disposizioni di cui alla presente legge trovano applicazione per gli incidenti sul lavoro verificatisi a far data dal 1° gennaio 2008.

Articolo 9

(Disposizioni finanziarie)

1. L'onere derivante dall'applicazione della presente legge, valutato in annui euro 60.000 per l'anno 2009 e in annui euro 100.000 a decorrere dall'anno 2010, trova copertura nello stato di previsione del bilancio della Regione per l'anno finanziario 2009 e di quello pluriennale per il triennio 2009/2011 nell'obiettivo programmatico 2.2.3.03. (Assistenza sociale e beneficenza pubblica) nel Fondo regionale per le politiche sociali di cui al capitolo 61310, previsto dall'articolo 3 della legge regionale 4 settembre 2001, n. 18 (Approvazione del piano socio-sanitario regionale per il triennio 2002/2004), secondo le modalità di cui all'articolo 22, comma 3, della legge regionale 11 dicembre 2001, n. 38 (Legge finanziaria per gli anni 2002/2004).

2. Per l'applicazione della presente legge, la Giunta regionale è autorizzata ad apportare, con propria deliberazione, su proposta dell'assessore regionale competente in materia di bilancio, le occorrenti variazioni al bilancio.

Président - La parole au rapporteur, Conseiller Crétaz.

Crétaz (UV) - Merci, M. le Président. Il disegno di legge che ci apprestiamo ad esaminare in Consiglio regionale, pur nella stringatezza del testo, a mio parere risponde alla forte domanda di "giustizia sociale" che proviene dalla società civile, che questo consesso deve istituzionalmente rappresentare. L'esigenza di sopprimere la miseria, la disuguaglianza, lo sfruttamento, l'oppressione dei lavoratori e della povera gente è un sentimento fortemente sentito soprattutto dalle giovani generazioni o, meglio, da tutti coloro che hanno una visione idealistica della società. Ebbene, in Valle d'Aosta possiamo rivendicare con orgoglio un sistema di welfare assolutamente "performante" pur nella difficoltà di rispondere alle nuove esigenze derivanti da un progressivo passaggio da una società chiusa ad una società multiculturale. Alcuni anelli della "catena della solidarietà" valdostana, passatemi il termine, necessitano di un'attenzione particolare, potremmo dire di una manutenzione normativa, sia perché rappresentano numericamente nicchie (e dunque colpevolmente non degne di attenzione), sia perché nel momento del bisogno non scendono in piazza a manifestare, anzi tendono a chiudersi nel loro infinito dolore: è il caso delle vedove e degli orfani degli infortuni sul lavoro, ai quali il Consiglio regionale con tale provvedimento si appresta, per così dire, a rendere giustizia.

Se è vero che in Valle d'Aosta si registra un aumento del 3,9 percento degli infortuni dal 2007 al 2008 in controtendenza rispetto alla media italiana (-4,1 percento) e che i morti sul lavoro nel 2008 non superano le due unità, l'obiettivo che il presente disegno di legge si propone è duplice: intervenire con decisione nelle azioni di prevenzione degli infortuni sul lavoro e prevedere azioni di sostegno nei confronti degli eredi del de cuius. Lo stesso Presidente della Repubblica On. Napolitano, in occasione della Festa del lavoro, ha sollecitato a guardare al futuro con la costruzione di un'Italia più attenta al valore del lavoro, alla tutela del lavoro, ai diritti del lavoro e ha sottolineato l'importanza del primo articolo della Costituzione che recita: "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro". Il sostegno previsto non si limita dunque a prestazioni economiche, ma interessa anche il diritto allo studio e, giustappunto, il diritto al lavoro, pilastro incontrastato della dignità umana.

Nello specifico dell'articolato del disegno di legge, lungi da me dal voler descrivere asetticamente il contenuto dello stesso, mi limiterò ad illustrare i due nuovi emendamenti ed a rispondere alle domande emerse in V Commissione consiliare. L'emendamento n. 1 chiarisce meglio che sono ricompresi anche gli infortuni avvenuti in caso di trasferta ed "in itinere", intendendo per tali gli eventi dannosi occorsi durante il normale percorso di andata e ritorno dal luogo di abitazione a quello del lavoro, durante il normale percorso che collega due luoghi di lavoro se il lavoratore ha più rapporti di lavoro e, qualora non sia presente un servizio di mensa aziendale, durante il normale percorso di andata e ritorno dal luogo di lavoro a quello di consumazione abituale dei pasti. L'emendamento n. 2 recepisce un'osservazione avanzata dal Consiglio permanente enti locali di sostituire il Presidente del CPEL con un rappresentante dello stesso. A tal proposito preciso, rispondendo in tal modo ad una domanda della Commissione consiliare, che in materia di famiglia la via maestra è rappresentata dalla legge regionale n. 44/1998 che, dopo aver riconosciuto il ruolo della stessa come società naturale fondata sul matrimonio, riconosce inoltre come formazione sociale primaria e soggetto di fondamentale interesse pubblico la famiglia comunque formata, fondata su legami socialmente assunti di convivenza anagrafica, di solidarietà, di mutuo aiuto, di responsabilità nella cura delle persone che la compongono e nell'educazione dei minori.

Per quanto concerne le deliberazioni della Giunta regionale che devono dare applicazione agli articoli 2, 3 e 4, mi preme anticipare in questa circostanza, anche a seguito di un confronto con la Presidenza della Regione, che, rispetto al criterio del reddito, è intenzione del Governo regionale limitarsi a considerare il reddito di lavoro calcolato al momento della domanda di sostegno. Analogamente questo concetto è espresso in legge all'articolo 3, punto a), laddove prevede la precedenza assoluta nelle assunzioni a tempo determinato nel caso in cui gli eredi siano privi di reddito alla data della selezione, escludendo a priori il calcolo del reddito del de cuius. Il disegno di legge che ci accingiamo a votare è stato ampiamente dibattuto nella Commissione consiliare competente e recepisce molte delle proposte avanzate dalle parti sociali, alcune delle quali troveranno applicazione nelle deliberazioni della Giunta regionale. Con questo impegno invito e vi chiedo, Signori Consiglieri, di votare il testo. Je vous remercie pour votre aimable attention.

Président - J'ouvre la discussion générale. Je vous rappelle que le texte a été approuvé à majorité en Ve Commission, avec deux amendements portés de la part de la Commission et qu'ont été déposés deux amendements de la part du Président de la Région.

La parole au Conseiller Rigo.

Rigo (PD) - Grazie, Presidente. "Quando tre giorni fa ho letto che i morti sono scesi a quota 1.120, non sono riuscito a pensare che fosse una buona notizia. Certo, sono in costante calo da anni, certo, non accadeva da quasi 60 anni che scendessero sotto la soglia di 1.200, certo, il Paese ha fatto grandi passi in avanti da quel 1963 in cui persero la vita ben 4.664 persone, ma l'idea che i morti siano più di 3 ogni giorno mi pare terribile! Penso a quanti siano, ai figli che lasciano, alle famiglie distrutte e alla disperazione di chi è più debole", così scriveva il 27 giugno di quest'anno il Direttore de La Stampa Mario Calabresi. Nel 2008 dice il rapporto INAIL, pur nella drammaticità dei numeri che rimangono inaccettabili, si è conseguito un incoraggiante record storico: 7 in meno rispetto al 2007, dico io. Ha ragione allora il Direttore Calabresi, così come ha ragione il Segretario regionale della CISL, Riccardo Monzeglio, quando dice che, per quanto ci riguarda, anche un solo infortunio mortale è troppo, non è accettabile che si continui a morire mentre si fa il proprio lavoro - voglio ricordare oggi qui i due incidenti sul lavoro avvenuti ieri nella nostra regione e purtroppo la morte di un operaio di origine peruviana -, troppo spesso perché vengono ignorate o disattese le regole e le più semplici misure di sicurezza, perché le statistiche dicono che questo fenomeno è legato a doppio filo all'illegalità, al lavoro nero, all'abusivismo. Ci dicono che il settore in cui accadono più incidenti è ancora l'edilizia e proprio nelle costruzioni è alto il numero di coloro che non denunciano gli infortuni per paura di perdere il posto, di inguaiare il datore di lavoro che non li ha messi in regola. I dati ci dicono poi che diminuiscono le morti sul lavoro, ma crescono le malattie professionali e aumenta il numero degli stranieri coinvolti negli incidenti, lo abbiamo ricordato prima, che sempre più spesso hanno come scenario la strada ed è proprio di quei giorni in cui l'INAIL ha pubblicato il suo rapporto l'incidente sull'Aosta/Torino in cui sono rimasti coinvolti dalla corsa di un TIR 5 lavoratori, con la morte di uno di loro, un operaio marocchino. Sull'asfalto sono caduti metà dei lavoratori morti nel 2008 e in questa direzione va proprio l'emendamento presentato dal Presidente. Quello degli stranieri vittime di incidenti sul lavoro è un dato significativo, che testimonia una sorta di integrazione negativa. Gli stranieri partecipano in misura percentualmente maggiore rispetto ai dati demografici agli eventi critici e alle zone grigie e nere del sistema sociale. Bisognerebbe ricordarlo anche quando adottiamo regole, strumenti, atti che regolano la vita degli stranieri nel nostro territorio.

Agli incidenti, agli infortuni purtroppo si aggiungono le perdite del posto di lavoro, come si ricordava anche prima, o i diritti di riconoscimento e indennizzo dei danni subiti; anni ad inseguire pratiche e visite mediche che sovente si traducono in udienze davanti al giudice, con un danno economico anche per l'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni chiamato, nel caso vinca il lavoratore a pagare, oltre alle indennità, le spese legali. Fatto sta che nel 2007 un lavoratore su cinque ha dovuto aprire un contenzioso legale con l'ente per vedere riconosciuti i propri diritti. Lo dice la CGIL, mentre i dati del bilancio dello stesso INAIL dicono che nel 2006 su 500.000 incidenti più di 100.000 sono stati definiti e trattati oltre il termine previsto. Tempi lunghi anche per le rendite ai superstiti, ossia gli assegni mensili in attesa degli indennizzi che spettano ai familiari dei lavoratori morti a seguito di un incidente.

Volendo fare il punto su questa problematica, si possono individuare alcuni elementi. Innanzitutto i tempi lunghi per gli indennizzi, il riconoscimento delle nuove tipologie di malattie professionali, l'onerosità delle azioni legali alle quali sono chiamati i lavoratori che non vedono riconosciuti i propri diritti, ossia quando al danno fisico si aggiunge spesso la beffa. È un problema anche culturale che viene acuito dalla direzione assunta dal Governo nei confronti della sicurezza sul lavoro. In linea di principio tutti sono d'accordo a rendere i luoghi di lavoro più sicuri, poi però le intenzioni non si traducono in fatti, accordi e misure reali. Tre le domande poste dalla CGIL in un convegno di qualche settimana fa: perché il Governo ha ridotto le ispezioni per il 2009 del 17 percento?, perché stabilire che gli ispettori siano meno controllori e più consulenti dell'impresa?, perché abolire le ispezioni a seguito di denuncia anonima? In ogni cantiere americano sono appesi decine di cartelli in più lingue che invitano i passanti a denunciare ad un numero di telefono in cui è garantito l'anonimato, le violazioni della sicurezza: dagli operai senza casco alla mancanza di reti di protezione. Vedete, Consiglieri, è l'assenza di un approccio coerente nel nostro Paese che rende il fenomeno infortuni ancor più complesso. Penso alla scarsa attenzione che viene data a quegli aspetti che sembrano lontani dal problema, ma di cui in realtà fanno parte: dall'organizzazione del ciclo produttivo e quindi del lavoro stesso, alle gare di appalto giocate a volte sui diritti dei lavoratori, fino ai controlli, perché è vero che smantellando un sistema di leggi sulla sicurezza smantelliamo i diritti, ma è altrettanto vero che la prevenzione, la formazione, la regolamentazione del mercato e il recente testo unico sono nulli se non ci sono adeguati controlli ed equilibrate sanzioni.

"Va garantita a tutti la sicurezza sul lavoro e nello svolgimento della vita quotidiana" ha ammonito anche recentemente il Papa. La politica allora deve fare la sua parte e noi crediamo che il disegno di legge che stiamo discutendo vada nella direzione giusta, cerca di rispondere ad alcune delle questioni e dei paradossi che ho prima cercato di richiamare: primo, il riconoscimento che la strada è uno scenario importante dell'incidente e quindi l'introduzione del principio della trasferta; secondo, i tempi lunghi per gli indennizzi e quindi il contributo diretto della Regione alle famiglie; terzo, il dovere di essere vicini ai familiari delle vittime, non lasciarli soli e abbandonati in un momento tragico e drammatico e quindi l'accompagnamento della famiglia e anche dei figli nella quotidianità della vita stessa; quarto, la necessità di un approccio coerente al tema degli infortuni sul lavoro e quindi la programmazione, il coordinamento degli interventi, delle azioni nell'attività di prevenzione e vigilanza.

In conclusione un parere positivo in merito ai contenuti del disegno di legge, così come già espresso in sede di Commissione consiliare, ma un voto favorevole anche al metodo con cui è stato scritto questo disegno di legge; ci ritorno al metodo perché non è sempre così. Permettetemi però di ricordare che il gruppo Partito Democratico alla fine del mese di novembre del 2008 presentò una mozione, poi approvata all'unanimità dal Consiglio stesso, mozione che impegnava - leggo -: "la Giunta a predisporre... un'apposita legge regionale con due duplici obiettivi: istituire un fondo regionale di solidarietà a favore dei familiari delle vittime decedute a causa di infortuni sul lavoro; promuovere misure per realizzare un effettivo coordinamento fra tutti i soggetti pubblici e privati ai quali sono affidati, dalla normativa in vigore, compiti in materia di prevenzione degli infortuni e sicurezza dei luoghi di lavoro".

Per sollecitare il Governo regionale, il nostro gruppo consiliare, in data 15 aprile 2009, presentò una proposta di legge per l'istituzione del Fondo di solidarietà per le famiglie delle vittime di incidenti mortali sul luogo di lavoro, proposta che abbiamo ritirato il 28 maggio perché la Giunta regionale aveva nel frattempo depositato una propria proposta. Lo abbiamo fatto perché, una volta raggiunto l'obiettivo di avere a disposizione della Commissione competente un disegno di legge, ci sembrava logico - e in questa direzione abbiamo lavorato - avere la massima concertazione possibile su un solo testo e ci è sembrato naturale avviare le consultazioni con le forze sociali sul disegno di legge preparato dalla Giunta. Le audizioni, le osservazioni, le proposte e i suggerimenti anche per gli atti amministrativi successivi sono stati esaminati con attenzione e, laddove miglioravano il testo, sono stati fatti propri dal Presidente Rollandin in due emendamenti presentati in Commissione e gli emendamenti di oggi dimostrano oggi nei fatti la volontà di migliorare comunque l'impianto legislativo.

Presidente - La parola al Consigliere Donzel.

Donzel (PD) - Egregio Presidente, care colleghe e cari colleghi, avevo scritto queste righe qualche mese fa, erano righe di presentazione della nostra proposta di legge su questo delicato tema. Oggi naturalmente mi ritrovo pienamente anche nell'intervento del collega Crétaz, che ha presentato il disegno di legge e nelle parole del collega Gianni Rigo, Presidente di Commissione, che ha ben sintetizzato come su questo testo vi sia stata una volontà unanime di lavorare e di migliorarlo. Penso sia importante ricordare la volontà di manifestare la solidarietà alle famiglie di coloro che sono deceduti nello svolgere la loro attività lavorativa. Abbiamo sollecitato più volte questo provvedimento e i tragici fatti, che nessuno immaginava potessero accadere, di questi giorni ci ricordano che non si fa mai troppo in fretta una legge. Sappiamo bene che dietro ogni infortunio mortale ci sono famiglie che si trovano da un giorno all'altro catapultate in una realtà tragica. Il contributo della Regione rappresenta un aiuto concreto in un momento in cui tutto sembra crollare. Il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro è quotidianamente e drammaticamente alla ribalta. Il fenomeno infortunistico sul lavoro ed in particolare quello relativo agli infortuni mortali sul lavoro riveste per l'intera società, anche in ragione della crescente attenzione collettiva per fortuna, un elemento di forte interesse rispetto al quale l'opinione pubblica chiede in modo più o meno diretto che il sistema pubblico si attivi per ridurne la frequenza e anche per sostenere in modo concreto e il più possibile tempestivo coloro che si sono visti privati di una persona cara; questo è uno dei concetti fondamentali, ossia la tempestività con cui arriva questo aiuto. Su questo ci siamo fortemente battuti, perché sicuramente nel momento della tragicità uno dei punti deboli è quello anche di soffrire di una sorta di abbandono anche dal punto di vista economico. I dati dell'INAIL evidenziano che nel corso del 2007 in Italia si sono verificati 1.207 incidenti mortali sul lavoro rispetto al 2006 - quando era stata registrata un'impennata di 1.341 casi -, la flessione è decisamente significativa e tocca il 10 percento. Si conferma l'andamento in progressiva flessione del numero di infortuni mortali, registrato a partire dagli anni '60: basti pensare che solo dal 2001 al 2005 si è passati da 1.546 a 1.280 episodi, ma la strada da fare è ancora molta, come ricordavano i colleghi prima, la tragedia resta e anche una sola vittima è troppo. A livello regionale i rapporti annuali dell'INAIL registrano una mortalità che, esclusi gli anni terribili 1989 e 1990, si è comunque purtroppo stabilizzata tra le 3 e le 5 morti bianche. Pur ribadendo quindi che è sempre necessario un forte richiamo all'applicazione e al rispetto delle norme di sicurezza previste dalla normativa vigente, non da meno per le ragioni sopra addotte è opportuno istituire un fondo di sostegno a favore dei familiari di lavoratrici e lavoratori deceduti in incidenti sui luoghi di lavoro. Ci tengo a dire in modo particolare che la prevenzione resta e resterà il nostro principale obiettivo e spero che sul tema della prevenzione ci sarà occasione di ritornare con attenzione, con dei provvedimenti, come mi pare ci siano stati impegni significativi al riguardo, con leggi che, oltre alla prospettiva del rigore che ricordava giustamente il collega Rigo, sappiano anche promuovere sempre più le imprese virtuose e soprattutto nella nostra realtà sappiano cogliere le difficoltà esistenti, fare sicurezza laddove si fanno piccoli interventi. Quello è il grosso problema: noi abbiamo tantissimi artigiani che intervengono per tipologie di lavoro estremamente pericolose, ma che, avendo un compenso estremamente basso per il tipo di lavoro (sostituire una lose, modificare un piccolo lavoro su un tetto), rendono eccessivamente costoso costruire una struttura di sicurezza. Ci sono anche lì dei metodi di sicurezza per garantire, ma spesso questi piccoli lavoretti sono proprio quelli più a rischio, quindi bisogna trovare delle soluzioni che possano mettere in condizione di sicurezza queste persone. Spesso incontrando la gente per la strada, ci chiedono, ma voi cosa fate voi, Consiglieri regionali? Ossia ci chiede il senso del nostro lavoro. Ebbene, in giornate come queste dove posso discutere un provvedimento legislativo come questo trovo il senso del mio lavoro di Consigliere regionale. Penso che il gruppo PD si sia speso fortemente per raggiungere questo obiettivo, ne vado fortemente orgoglioso, perché ancora un anno prima che nascessi quello che sarebbe diventato mio padre cadde da un'impalcatura, aveva 20 anni, e rimase per tre giorni in coma in ospedale. Ho perso un caro amico che è stato schiacciato da un trave lamellare, era diventato padre da pochi mesi di una piccola bambina, quindi conosco questo mondo, so quali siano le difficoltà che si incontrano, ho assistito alle tragedie di famiglie che hanno perso dei cari, so quale sia la delicatezza di tale questione e quindi sono convinto che questo sia un buon modo per rendere un servizio alla cittadinanza, sia un buon modo di fare politica. Auspico che la Giunta regionale, che dovrà fissare alcune criteri con un'apposita delibera, possa provvedere al più presto fugando ogni tentazione di eccessiva burocratizzazione delle procedure che, come ha ricordato Rigo, riguardando l'INAIL, spesso rendono difficile l'accesso a questi contributi; questo è una tantum, come si diceva, prima arriva meglio è.

Président - La parole au Conseiller Lattanzi.

Lattanzi (PdL) - Grazie, Presidente. È un argomento sensibile, delicato, si è parlato di famiglie che rimangono orfane dei padri o delle madri, le famigerate morti bianche. Un fattore che in Italia è fortunatamente in lieve regressione per effetto di una serie di normative sia del "Governo Prodi", fine 2007, sia del "Governo Berlusconi", che hanno lavorato per ridurre questa piaga umana, sociale e anche economica che colpisce il nostro Paese. A tal proposito è giusto ricordare gli sforzi che l'attuale Governo nazionale in questo senso ha dato come contributo, ossia incoraggiare la maggiore propensione delle imprese ad assumere attraverso la deregolamentazione dei processi, perché sappiamo che la grande burocrazia disincentiva le imprese a creare un rapporto ufficiale, non in nero, con le loro maestranze, quindi una sburocratizzazione dei rapporti con la burocrazia certamente è un fattore importante. Così come in questi giorni se ne sta parlando è certamente un atto concreto, preventivo quello di far emergere il lavoro nero in tale Paese, soprattutto gli extracomunitari, che sono fra le vittime più sacrificate in questo contesto e su questo poi si scatenano discorsi che a volte vanno al di là, con le sanatorie, piuttosto che le condizioni che tutti noi in questi giorni stiamo leggendo. Credo che però dobbiamo tornare alla nostra legge regionale e significare due aspetti di questa legge: diceva il collega Donzel in Valle d'Aosta... sulle 1.300 morti annuali in Italia... anche qui siamo un'isola felice, noi possiamo, pur riconoscendo che le 3-4 famiglie che ogni anno perdono un proprio congiunto è un fatto grave, perché è il 100 percento della loro situazione, in un contesto statistico è un dato che ci può, rispetto ad altre Regioni, far riflettere in maniera più positiva e dobbiamo anche ricordare le cifre che stiamo stanziando con questo disegno di legge, perché, se non ricordiamo le cifre, sembra che stiamo parlando dello scindibile umano! Stiamo parlando di un decreto che con questa legge stanzierà 60.000 euro per quest'anno e 100.000 euro per il prossimo anno, per venire incontro a quelle esigenze drammatiche che, oltre che essere umane, affettive, emotive, sono anche di tipo economico: come portare avanti una famiglia, come far finire di studiare i figli, come agevolare l'inserimento dei figli nel mondo del lavoro. Credo quindi che la Regione, la Comunità valdostana e questo Consiglio facciano bene oggi - spero all'unanimità - ad approvare questo disegno di legge che viene incontro a quelle poche, ma significative esperienze negative che qualcuno nei prossimi anni dovrà purtroppo statisticamente vivere.

Ci terrei anche a sottolineare che in questo decreto ci sono tre articoli: 6, 7, 8, che invece procedono alla determinazione di un Comitato di regolamentazione della prevenzione peraltro stabilito da una legge del "Governo Prodi", fine 2007, e che solo oggi nel 2009 questo Governo finalmente mette in atto. Qui voglio esprimere una linea di indirizzo, una preoccupazione e un auspicio: nel momento in cui è stato pensato il coordinamento delle attività di prevenzione, è stato pensato con la logica di prevenire e di aiutare le imprese ad attuare i processi di sicurezza che le norme già esistenti prevedono. L'auspicio del mondo economico ed imprenditoriale allora è che questo non si traduca in un comitato di repressione, perché è evidente che, quando parliamo di sicurezza, parliamo di costi. Non possiamo non riflettere su un dato che citavamo prima: i 1.300 morti, la stragrande maggioranza, circa il 67 percento di quei morti sono morti di imprese che lavorano per il pubblico, per le opere pubbliche, per gli enti pubblici! E sono vittime di quella legge devastante degli appalti che mette nelle condizioni le imprese di lavorare sui minimi ribassi e, quando si lavora sui minimi ribassi, si lavora sul minimo della sicurezza! Lì bisogna affrontare questo tema e va affrontato, altrimenti possiamo "riempirci la bocca" di solidarietà, possiamo "riempirci la bocca" di sostegno alle famiglie, ma se non affrontiamo la questione che la stragrande maggioranza delle morti bianche si sviluppa nelle imprese che lavorano negli appalti pubblici, non risolviamo il problema! Possiamo andare solo a sostenere poi le vittime di queste tragedie, ma non a prevenirle. Credo che il Governo italiano su questo stia facendo una riflessione importante, credo che la Regione con la costituzione di questo organo di coordinamento delle attività di prevenzione possa iniziare un percorso di valutazione, ma anche qui credo che su questo capitolo di spesa uno sforzo vada fatto, perché se vogliamo chiedere alle imprese di aumentare la sicurezza, dobbiamo dare degli incentivi non dei disincentivi! Perché se un'impresa, nel momento in cui deve regolare il lavoro con un proprio dipendente, si trova una montagna di burocrazia da espletare, magari solo per tenere in prova 20 giorni un operaio, ha una tentazione enorme di farlo lavorare per 15 giorni in nero e, se si lavora in nero, sappiamo che non si lavora in sicurezza! Questi sono i temi che dobbiamo affrontare, che non affronta certo tale disegno di legge, perché esso con uno stanziamento di 60.000 euro per quest'anno e di 100.000 euro per il prossimo anno affronta il sostegno alle famiglie vittime delle morti bianche (3-4 all'anno in Valle d'Aosta) e la Commissione di coordinamento della prevenzione, quindi dell'attività di prevenzione e di controllo sulle imprese valdostane, che - ripeto - auspico sia un organo di dialogo con le imprese. So che vi sono rappresentate le imprese, ma vedo anche tanti rappresentanti della repressione e pochi rappresentanti della prevenzione, quindi auspico che questo organismo possa diventare un interlocutore pubblico, un'istituzione di dialogo per incentivare le imprese a fare sicurezza. Questo è l'auspicio che Il Popolo della Libertà ha nel votare favorevolmente tale disegno di legge, auspicando naturalmente che queste attività di prevenzione riducano a zero... perché quella è la cifra che dobbiamo e vogliamo raggiungere, zero in termini di...

Presidente - Ci sono altri che chiedono la parola?

La parola alla Consigliera Patrizia Morelli.

Morelli (VdAV-R) - Grazie, Presidente. Questo è un argomento che coinvolge trasversalmente tutte le forze politiche e in eguale modo e con eguale preoccupazione. La discussione del disegno di legge n. 39, come ricordato da alcuni colleghi che mi hanno preceduto, si inserisce tristemente in un contesto che non potrebbe essere più adeguato. È infatti di ieri la notizia dolorosa della morte di un lavoratore, un operaio precipitato da un traliccio di 12 metri e di un altro incidente che ha coinvolto due muratori. È di pochi giorni or sono la notizia della morte di un pensionato di Aymavilles, anche lui morto mentre lavorava e risale ad un mese fa circa, proprio mentre si svolgeva una seduta del Consiglio regionale, la notizia della morte di un operaio addetto alla manutenzione stradale. È una tragedia infinita che miete vittime e colpisce duramente le famiglie dei lavoratori, privandole degli affetti più cari, ma anche spesso dell'unica fonte di reddito. Riteniamo dunque assolutamente doveroso che anche il Consiglio regionale valdostano, come Assemblee di altre Regioni hanno già fatto, ponga un'attenzione particolare a questo tema e dia un segnale importante, anche se ahimè ci rendiamo conto che rispetto ai drammi vissuti dalle famiglie questo sia in fondo poca cosa.

Il disegno di legge, che si pone fra gli obiettivi quello di fornire un sostegno concreto, immediato ed urgente ai familiari delle vittime da incidenti sul lavoro, dipendente e autonomo, residente in Valle d'Aosta, per gli argomenti che tratta ha naturalmente avuto l'attenzione e la collaborazione fattiva del nostro gruppo. Attenzione che ci impegniamo a porre in Commissione anche per quanto riguarda la delibera di Giunta che stabilirà i criteri e le modalità per la concessione del contributo. Condividiamo dunque il senso degli articoli riguardanti gli aiuti economici, che costituiscono una manifestazione di partecipazione effettiva e concreta e auspichiamo che un'uguale attenzione sia posta a quella parte della legge riguardante la prevenzione degli infortuni, punto fondamentale, sottolineato già dai colleghi, ampiamente dibattuto in Commissione e ricordato sia dai sindacati, sia dai rappresentanti delle imprese. Auspichiamo che vi sia un impegno forte da parte della Giunta e del suo Presidente all'interno del Comitato regionale di coordinamento, che è deputato a definire le priorità di intervento in materia di sicurezza e salute sul luogo di lavoro, a farsi carico delle problematiche sollevate in Commissione, al fine di favorire una maggiore diffusione della cultura della sicurezza in termini di prevenzione, riducendo così i rischi e migliorando le condizioni di lavoro.

Presidente - Non ci sono più iscritti a parlare? Possiamo chiudere la discussione generale? La discussione generale è chiusa.

La parola al Presidente della Regione, Rollandin.

Rollandin (UV) - Grazie, Presidente. Gli interventi su un tema così delicato sono stati moderati nei toni e credo molto intensi, lasciando da parte l'emotività, comunque intensi nelle problematiche che hanno voluto risottolineare. Questo tema della sicurezza dei luoghi di lavoro era stato messo nel programma della maggioranza, ma non era una novità, credo che fosse piuttosto una cosa scontata. È stato poi ricordato che con una mozione a novembre si era voluto sottolineare l'urgenza di questo punto, la mozione era stata accolta; poi il progetto di legge, che è stato presentato aveva avuto oggettivamente un ritardo e vorrei brevemente... non per scusare questo termine, ma per far capire perché si era preso un po' di tempo per arrivare ad un progetto che avesse queste due finalità ricomprese. Perché avevamo cercato di guardare qual era la legislazione regionale esistente in tal senso, c'erano poche leggi, che in genere prevedevano solo l'intervento che andava a sostegno economico delle famiglie, senza intervenire con l'approfondimento e con le modifiche, che poi sono state fatte, nel disegno di legge che oggi è all'attenzione di noi tutti. Ho voluto ricordare questo, perché anche il sostegno in Regioni che sono cinque volte più grandi della nostra era di 20-30mila euro, la legge prevedeva un intervento massimo di impegno di spesa di 20-30mila euro. Il ragionamento che abbiamo cercato di fare è che nella stessa legge non poteva non esserci un impegno anche ad una riflessione sui luoghi di lavoro e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, che è stata correttamente interpretata, ricordando anche l'evoluzione della normativa nell'ambito della prevenzione. Il fatto di semplificare le norme burocratiche non vuol dire ridurre l'intervento vero di prevenzione, manca sempre un addendo molto importante anche qui che si ricollega con il dibattito appena fatto sulla formazione: di solito gli operai che lavorano in certi cantieri non sono soggetti, quando vengono assunti, a nessun tipo di conoscenza nell'ambito delle regole legate all'infortunistica e alla prevenzione, né nell'ambito di un minimo abbigliamento che sia consono a quello, né nell'ambito delle difficoltà di utilizzare alcuni strumenti che poi nell'ambito dei cantieri, parliamo soprattutto dell'edilizia... perché nell'ambito dell'agricoltura molto spesso gli interventi sono legati all'utilizzo di mezzi moderni molto potenti, che non sono collegabili con le capacità residue che persone anche anziane si trovano ad utilizzare in zone di montagna. Tornando all'edilizia, che è il settore dove più l'intervento... dico l'edilizia o comunque le imprese stradali, le imprese di costruzione in senso lato, in questo caso una delle osservazioni che ci sono state fatte dal mondo del lavoro è quella di utilizzare le fasi in cui gli operai sono in cassa integrazione o non sono utilizzabili nel periodo invernale per fare dei corsi di formazione, in modo che vi sia o entri la cultura della prevenzione, che può facilitare anche le modalità con cui viene organizzato il lavoro, perché non sempre è facile, organizzare e seguire dei cantieri, perché anche se metti dei bei cartelli, se questi cartelli vengono regolarmente by-passati, non servono a nulla! Bisogna che vi sia progressivamente una formazione e una cultura, che, come è stato sottolineato, è alla base. Sotto questo profilo, quando si è scelto di presentare il progetto di legge... e do atto ai colleghi del PD che hanno ritirato poi la loro proposta che era stata fatta perché non era ancora stata predisposta quella della Giunta, perché aveva voluto approfondire questi temi in stretto collegamento con le politiche del lavoro, perché non dimentichiamo che qui per caso vengono assieme, ma sono strettamente collegate, perché una va nel senso di dire: "facciamo in modo che non succeda". Quando mettiamo un fondo, ci auguriamo di non utilizzarlo, perché l'ideale sarebbe di spendere per la prevenzione e non per intervenire per le famiglie che hanno queste vittime.

Detto questo, credo che sicuramente il passo che oggi viene fatto sia nell'ambito di quello che è l'intervento, guardando la fattispecie più ampia, ossia, come è stato ricordato dal collega Rigo, anche quali sono le modalità con cui avvengono gli incidenti in modo da poter non escludere... o includere giustamente gli interventi in modo che abbiano una ricaduta positiva, dall'altra il regolamento degli articoli 5 e 6... quindi la prevenzione sugli infortuni e relativo comitato, è vero che ci sono diverse figure, ma era importante mettere a confronto queste figure, perché se si fa un passo avanti anche se difficoltoso, bisogna che vada nella direzione di non castigare chi lavora, ma nemmeno di sottrarre a questi impegni. Se non ci sono i confronti diretti a quel tavolo, dei responsabili dei singoli enti con i responsabili del lavoro, difficilmente si esce con delle norme che stanno in piedi, che siano conformi ai desiderata. Con questo credo sia un passo dignitoso che va nella direzione che è stata ricordata, che non risottolineo, auspicata da tutti; evidentemente noi non possiamo che sottoscrivere l'auspicio che si investa sempre più nelle politiche di prevenzione e nelle politiche della cultura del lavoro in questo caso, fatta in modo attento e in modo tale che gli incidenti si riducano sempre più e nel contempo sperare che vi sia nell'ambito del mondo del lavoro una politica di investimenti sul fronte dell'attenzione alla prevenzione degli incidenti, che sono purtroppo oggetto di tutti questi interventi a posteriori, che sono necessari, ma che noi vorremmo evitare. Grazie.

Presidente - Passiamo alla votazione dell'articolato.

Pongo in votazione l'articolo 1:

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - All'articolo 2 abbiamo l'emendamento del Presidente della Regione, che sostituisce l'emendamento n. 1 della V Commissione, e abbiamo l'emendamento n. 2 della V Commissione che è un emendamento sostitutivo. Per memoria do lettura dell'emendamento n. 1 della V Commissione, che recita:

Emendamento

Il comma 1 dell'articolo 2 è sostituito dal seguente:

"1) L'agevolazione di cui al presente articolo consiste in un contributo concesso una tantum a favore dei familiari della lavoratrice o del lavoratore deceduti a causa di incidente sul luogo di lavoro.".

Do lettura dell'emendamento n. 1 del Presidente della Regione:

Emendamento

Il comma 1 dell'articolo 2 è sostituito dal seguente:

"1. L'agevolazione di cui al presente articolo consiste in un contributo concesso una tantum a favore dei familiari della lavoratrice o del lavoratore deceduti a causa di incidenti sul luogo di lavoro compresi quelli che si verificano durante le trasferte ed in itinere come definiti dall'articolo 2, comma terzo, del decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124 (Testo unico delle disposizioni per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali).".

Lo pongo in votazione:

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Do lettura dell'emendamento n. 2 della V Commissione:

Emendamento

La lettera b) del comma 2 dell'articolo 2 è sostituita dalla seguente:

"b) ai figli, anche se non conviventi, legittimi, naturali, riconosciuti o riconoscibili e adottivi, e ai figli concepiti alla data dell'infortunio;".

Lo pongo in votazione:

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 2 nel testo così emendato:

Articolo 2

(Contributo a favore delle famiglie)

1. L'agevolazione di cui al presente articolo consiste in un contributo concesso una tantum a favore dei familiari della lavoratrice o del lavoratore deceduti a causa di incidenti sul luogo di lavoro compresi quelli che si verificano durante le trasferte ed in itinere come definiti dall'articolo 2, comma terzo, del decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124 (Testo unico delle disposizioni per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali).

2. Il contributo è concesso nel seguente ordine di precedenza:

a) al coniuge o al convivente anagrafico, come specificato dall'articolo 1, comma 2, della legge regionale 27 maggio 1998, n. 44 (Interventi a favore della famiglia);

b) ai figli, anche se non conviventi, legittimi, naturali, riconosciuti o riconoscibili e adottivi, e ai figli concepiti alla data dell'infortunio;

c) agli ascendenti, anche se non conviventi.

3. Il contributo è concesso qualsiasi siano la natura e la tipologia di lavoro autonomo o subordinato svolto dalla vittima dell'incidente, nella misura massima di euro 30.000, tenuto conto delle condizioni economiche dei soggetti di cui al comma 2.

4. Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale, con propria deliberazione, adottata previo parere della commissione consiliare competente per materia, stabilisce i criteri e le modalità per la concessione del contributo, nonché ogni altro aspetto, anche procedimentale, preordinato alla concessione del medesimo.

5. La deliberazione di cui al comma 4 è pubblicata nel Bollettino ufficiale della Regione.

6. La struttura regionale competente in materia di politiche del lavoro, entro venti giorni dalla presentazione della domanda da parte dei soggetti di cui al comma 2, valuta l'ammissibilità della medesima e procede alla concessione del contributo.

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 3:

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 4:

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 5:

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - All'articolo 6 abbiamo l'emendamento n. 2 del Presidente della Regione, che recita:

Emendamento

La lett. l) del comma 2 dell'art. 6 è sostituita dalla seguente:

"l) da un rappresentante del Consorzio degli enti locali della Valle d'Aosta (CELVA);".

Lo pongo in votazione:

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 6 nel testo così emendato:

Articolo 6

(Comitato regionale di coordinamento in materia di sicurezza e salute sul luogo di lavoro)

1. Il Comitato regionale di coordinamento in materia di sicurezza e salute sul luogo di lavoro, di cui all'articolo 7, comma 1, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 (Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro), svolge funzioni di programmazione e di indirizzo delle attività di prevenzione e vigilanza, al fine di individuarne i settori e le priorità di intervento.

2. In conformità a quanto previsto dai commi 2 e 3 dell'articolo 1 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 21 dicembre 2007 (Coordinamento delle attività di prevenzione e vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro), il Comitato di cui al comma 1 è composto:

a) dal Presidente della Regione, o da un assessore delegato, con funzioni di presidente;

b) dall'assessore regionale competente in materia di sanità;

c) dal dirigente della struttura regionale competente in materia di igiene pubblica;

d) dal dirigente del dipartimento prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro dell'Azienda regionale Unità sanitaria locale della Valle d'Aosta (Azienda USL);

e) dal responsabile della medicina del lavoro dell'Azienda USL;

f) dal responsabile dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Valle d'Aosta (ARPA);

g) dal responsabile del settore ispezioni del lavoro della Direzione regionale del lavoro;

h) dal Comandante del Corpo valdostano dei vigili del fuoco;

i) dal responsabile della sede periferica dell'Istituto superiore di prevenzione e sicurezza sul lavoro (ISPESL);

j) dal responsabile della sede regionale dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL);

k) dal responsabile della sede regionale dell'Istituto nazionale di previdenza sociale (INPS);

l) da un rappresentante del Consorzio degli enti locali della Valle d'Aosta (CELVA);

m) da quattro rappresentanti dei datori di lavoro designati dalle organizzazioni di categoria;

n) da quattro rappresentanti dei lavoratori designati dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative operanti nel territorio regionale;

o) da un rappresentante dell'Associazione valdostana impianti a fune (AVIF);

p) da un rappresentante dell'Unione valdostana guide alta montagna (UVGAM).

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 7:

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 8:

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 9:

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Pongo in votazione il disegno di legge nel suo insieme:

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.