Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 460 del 25 marzo 2009 - Resoconto

OGGETTO N. 460/XIII - Interrogazione: "Adozioni di misure di sicurezza per l'agibilità del traforo del Monte Bianco".

Interrogazione

Il 24 marzo 1999 si è compiuta all'interno del tunnel del Monte Bianco, in conseguenza dell'incendio provocato da un camion, una tragedia costata la vita a 39 persone;

In seguito a questo drammatico avvenimento, il tunnel, restato chiuso per tre anni, fu riaperto il 9 marzo 2002, dopo lavori di riparazione e ristrutturazione che hanno comportato la creazione di nicchie ogni cento metri, di un posto di soccorso al centro del tunnel (con un veicolo bidirezionale per lo spegnimento delle fiamme e un gruppo di pompieri presenti in permanenza sul posto), la costruzione di rifugi collegati ad una galleria d'evacuazione indipendente e la costruzione di una sala di comando unica. Furono inoltre state modificate le regole di utilizzo del tunnel con l'unificazione delle due società concessionarie sotto un'unica società, la GEIE-TMB;

Nel febbraio del 2006, la Commissione europea ha autorizzato un aiuto di Stato, sotto forma di proroga della durata della concessione del tunnel del Monte Bianco, per far fonte ai costi generati dalle nuove regole di sicurezza adottate dopo l'incidente avvenuto nel 1999. Questo aiuto doveva consentire al GEIE-TMB di realizzare gli investimenti necessari senza compromettere la propria capacità finanziaria;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

il Presidente della Regione per sapere

1) quanti incidenti si siano verificati e con quali conseguenze dopo la riapertura del tunnel del Monte Bianco nel 1999;

2) quali ulteriori iniziative di sicurezza siano state assunte in aggiunta a quelle disposte al momento della riapertura al traffico leggero e pesante;

3) quante esercitazioni si svolgono annualmente, e con la partecipazione di quali soggetti, all'interno del traforo;

4) quante persone operano attualmente nel posto di soccorso al centro del tunnel e se si sono ancora verificate le difficoltà registrate negli anni scorsi e che avevano condotto alla rinuncia allo svolgimento del servizio da parte del corpo di Vigili del Fuoco.

F.to: Louvin - Morelli Patrizia

Presidente - La parola al Presidente della Regione, Rollandin.

Rollandin (UV) - Grazie, Presidente. "Quanti incidenti si sono verificati e con quali conseguenze dopo la riapertura del tunnel del Monte Bianco...", ringrazio a questo proposito i colleghi per aver posto tale tema, che è di doppia attualità. In un momento in cui c'è il decennale di un triste avvenimento è giusto capire cosa è stato fatto e cosa sta succedendo nell'ambito della sicurezza in particolare. Dal 2007, e previa approvazione da parte del Comitato di Sicurezza, gli eventi e incidenti significativi che si verificano al traforo del Monte Bianco vengono classificati in base a quanto specificato dal decreto francese del 18 aprile 2007. Sulla base di questa classificazione, dalla riapertura al traffico nel 2002 si sono verificati i seguenti incidenti e principi di incendio: nel 2004, un principio di incendio su un mezzo pesante immediatamente domato dalle squadre di pronto intervento, non ci sono stati né feriti, né danni materiali; nel 2006, un incidente con lesioni a persona a seguito dell'urto di un'autovettura contro la parete opposta e un'avaria di un mezzo pesante con principio di incendio, non ci sono stati feriti e danni materiali; questi sono ad oggi gli incidenti, per fortuna in termini ridotti.

Punto n. 2: "quali ulteriori iniziative di sicurezza siano state assunte in aggiunta a quelle disposte al momento della riapertura al traffico leggero e pesante", il GEIE del traforo del Monte Bianco ha realizzato nel periodo 2001-2002, ovvero prima della riapertura del traforo, lo "Studio dei rischi", che insieme al dossier "Gestione sicurezza traffico" costituisce la base documentale del sistema di gestione della sicurezza del traforo e sono state alla base dell'autorizzazione alla rimessa in servizio del traforo da parte delle autorità francesi e italiane. L'insieme delle misure tecniche, organizzative e procedurali rese operative al fine di consentire la riapertura del traforo nel 2002 non è però rimasto invariato nel tempo, ma al contrario ha subito e continua a subire un continuo aggiornamento. Il sistema di gestione della sicurezza del traforo infatti prevede che vengano apportati continui aggiornamenti alle misure di sicurezza in essere sia a seguito degli aggiornamenti tecnologici, sia a seguito dei ritorni di esperienza derivanti dall'esercizio della galleria e dalle esercitazioni di sicurezza. A ciò si aggiungono oggi i miglioramenti resi necessari dall'entrata in vigore della direttiva europea n. 54 del 2000, relativa ai requisiti minimi di sicurezza per le gallerie della rete stradale transeuropea di cui fa parte il traforo del Monte Bianco, recepita in Italia e in Francia nel 2006. Occorre mettere in evidenza a questo riguardo che in gran parte le novità introdotte da tale direttiva per tutte le gallerie della rete transeuropea traggono spunto proprio dall'esperienza drammatica maturata nella predisposizione delle misure di sicurezza in sede di riapertura del traforo del Monte Bianco. Ad ogni buon conto, ai sensi della direttiva in questione, i gestori dei trafori in servizio devono prevedere nella documentazione di sicurezza un'indagine specifica sui rischi che descriva i possibili incidenti che manifestamente mettono a repentaglio la sicurezza degli utenti e la natura e l'ampiezza delle possibili conseguenze. Tale documentazione è stata elaborata dal gestore del traforo del Monte Bianco, approvata dall'ente competente, il Comitato di Sicurezza, e approvata dalla Commissione intergovernativa di controllo nel corso del 2008. A titolo di esempio, dalla riapertura del traforo modificazioni alle misure tecniche, organizzative e procedurali hanno riguardato (alcuni esempi): l'aumento nell'organico nel numero di componenti le squadre sicurezza e traffico, il passaggio da servizio pubblico a azienda privata del fornitore del servizio di intervento immediato, la procedura di sicurezza relativa all'"incendio mobile", a seguito dei ritorni di esperienza degli eventi di rotture di turbocompressori verificatisi dalla riapertura del traforo e delle esercitazioni di sicurezza, la messa in comune e lo scambio di informazioni relative alla gestione della sicurezza del traforo con le altre gallerie bidirezionali di lunga estensione delle Alpi, come il Fréjus, il Gottardo e il Gran San Bernardo. Dobbiamo dire che di bidirezionali ne rimarranno pochi, perché per il Gran San Bernardo partono i lavori, per il Fréjus si sta studiando la canna di sicurezza che dovrebbe essere una soluzione...

(interruzione del Consigliere Louvin, fuori microfono)

... esatto, quindi rimangono bidirezionali, lì è un po' giocoforza. La validità dell'indagine specifica dei rischi sarà oggetto di nuova verifica al più tardi durante la prossima ispezione prevista per il 2014, oppure prima, nel caso in cui dovessero nel frattempo emergere, come è normale, modifiche sostanziali nei rischi con riferimento all'organizzazione o agli impianti. Il GEIE del traforo del Monte Bianco resta comunque costantemente attento alle evoluzioni tecnologiche e alle evoluzioni nella gestione delle emergenze, anche finanziando e mettendo a disposizione la propria esperienza per progetti di ricerca a livello internazionale. Inoltre, nell'ambito dell'evoluzione e del rinnovamento degli impianti, il GEIE prevede specifiche analisi funzionali sugli impianti che saranno oggetto di modifica, nell'ottica di considerare i ritorni di esperienza per ridurre naturalmente i rischi.

Terza domanda: "quante esercitazioni si svolgono annualmente, e con la partecipazione di quali soggetti, all'interno del traforo", al fine di testare l'efficienza degli impianti e delle procedure, secondo scenari di eventi maggiori quali incidenti e incendi, il regolamento di circolazione e il piano di soccorso binazionale del traforo del Monte Bianco prevedono l'organizzazione di esercitazioni di sicurezza ogni tre mesi per mettere in pratica i piani di intervento interni ed esterni. Il GEIE del traforo del Monte Bianco organizza annualmente tre esercitazioni interne di sicurezza in cui la sicurezza in generale, il pronto intervento tecnico urgente (squadre interne di intervento in prima battuta ed i vigili del fuoco italiani e francesi poi), il soccorso sanitario ("118" e SAMU) e l'intervento delle forze di polizia italiane e francesi sono i punti privilegiati. Annualmente poi ha svolgimento un'esercitazione binazionale, in attuazione del Piano di soccorso binazionale del traforo, organizzata, ad anni alterni, dalle Prefetture dell'Alta Savoia e per la Regione Autonoma Valle d'Aosta dalla Direzione della Protezione civile con la collaborazione e il coinvolgimento diretto delle forze di Polizia, delle strutture del soccorso tecnico urgente, i Vigili del fuoco, e sanitarie: 118, Croce Rossa e volontari del soccorso. L'esercitazione annuale binazionale prevede la messa in campo di tutte le strutture operative del soccorso da ambo i lati e la gestione congiunta dell'emergenza, sotto la direzione di un unico responsabile, individuato in base al principio della territorialità. Qui c'è un accordo, un protocollo che funziona e in tutti gli interventi si fa una volta da una parte, ossia più da una parte e più dall'altra per vedere come scatta il meccanismo del coordinamento e credo che questo abbia dato buoni esiti ad oggi.

"Quante persone operano attualmente nel posto di soccorso al centro del tunnel e se si sono ancora verificate le difficoltà registrate negli anni scorsi e che avevano condotto alla rinuncia allo svolgimento del servizio da parte del Corpo di vigili del fuoco", la postazione centrale di intervento immediato per il soccorso antincendio del traforo del Monte Bianco è attualmente presidiata 24h/24 da 3 agenti per ciascun turno di servizio. Dal 16 dicembre 2006 il servizio è assicurato da pompieri privati dotati di attestato di qualifica professionale rilasciato dall'Amministrazione regionale della Valle d'Aosta per gli interventi antincendio in ambiente confinato. Non risulta che da tale data ad oggi si siano verificate difficoltà nella prestazione del servizio presso la postazione centrale. Credo di aver risposto alle domande. Quello che posso dire è che sulle difficoltà riscontrate, in particolare con riferimento al Corpo dei vigili, diciamo che in via informale si è cercato anche di capire se c'era la volontà di riprendere oppure no, attualmente non c'è questa disponibilità di ritornare in qualche modo a mettere in discussione la presenza o meno dei vigili; questo è quanto abbiamo appurato.

Presidente - La parola al Consigliere Louvin.

Louvin (VdAV-R) - La risposta è stata quanto mai esaustiva e sono riconoscente. Non ci pareva esagerato tornare su questo argomento proprio data l'intensità con la quale avevamo anche a suo tempo accompagnato le procedure per la riapertura del traforo in condizioni di massima sicurezza. Se c'è una cosa che ci è stata, Presidente, ripetuta proprio nella giornata di ieri è stato il monito a non lasciar calare l'attenzione. Oggi disponiamo di un traforo che è punto di riferimento in termini di sicurezza per tutte le strutture analoghe ed è bene che continui a rimanerlo e che continui a rimanere un punto di eccellenza, limitando al massimo, come abbiamo visto essere stato in grado di fare in questi 7 anni che sono trascorsi dalla riapertura, i rischi e gli incidenti che si sono manifestati. Su quanto lei ha detto esprimo apprezzamento per l'operato che ha avuto il GEIE in questi anni, vorrei solo soffermarmi sull'aspetto del passaggio dal pubblico al privato della gestione del posto di soccorso, questione delicata che abbiamo trattato con estrema attenzione in passato e che era sorta proprio in relazione a condizioni di particolare disagio che erano state manifestate dai nostri operatori del servizio antincendio all'interno del traforo. Ora, il fatto che non risultino difficoltà, così lei ha detto poco fa, sicuramente testimonia di un cambiamento radicale, non credo tanto di situazioni, perché dubito che vi sia stata una rivoluzione all'interno del posto di soccorso, ma allora chi ha seguito con attenzione quelle vicende ricorderà come dalla potabilità dell'acqua alle condizioni dell'aria, alle condizioni di disagio fisico avvertite i problemi emergevano con assoluta continuità e sempre in modo più accentuato ed è curioso come questo cambio di situazione, questa esternalizzazione del servizio abbia portato ad un azzeramento, pare, delle condizioni. Ora ben venga il fatto che ci siano soggetti concessionari, affidatari di questo servizio che lo svolgano senza particolari difficoltà, a noi peraltro preme la qualità dell'apporto che viene dato. Sappiamo che è imminente la scadenza del rapporto contrattuale, credo sia ad un anno, ed è un appalto europeo che dovrà essere rinnovato. È importante che non ci siano soluzioni di continuità in questo, non credo - mi pare di capire - che vi siano ripensamenti sul mantenimento della postazione centrale, perché è consolidata da una decisione binazionale che è stata assunta al momento della riapertura, ma mi interesserebbe sapere se le valutazioni che sono fatte dal Corpo dei vigili del fuoco rispetto alla possibilità o meno di riprendere in capo all'Amministrazione regionale, di fatto, perché il Corpo dei vigili del fuoco è "riferito" alla nostra Amministrazione, sia un tema chiuso, oppure se possa fare oggetto di ulteriore approfondimento. Ricordo che sono decine di posti di lavoro, sono opportunità rilevanti, certamente non fra le più gradite in termini di servizio, ma che erano state ritenute fondanti anche di un aumento dell'organico a suo tempo da parte del Corpo dei vigili del fuoco. Prendiamo quindi atto che al momento non c'è questo desiderio e ringraziamo la Presidenza per quanto ha voluto fare nell'informarci. Riteniamo che in questa circostanza fosse doveroso riprendere in conto la questione della sicurezza, credo che rimanga per il domani la questione del dibattito politico che questa mattina altri colleghi hanno voluto riaprire circa l'eventuale raddoppio del traforo, tema questo che - per una volta mi troverò d'accordo con lei, non stupisca la cosa - forse è obiettivamente prematuro introdurre in un dibattito in questa data, credo che stravolgerebbe anche il significato della sensibilità e del senso profondo con il quale abbiamo preso parte alla cerimonia di ieri.