Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 444 del 25 marzo 2009 - Resoconto

OGGETTO N. 444/XIII - Interpellanza: "Interventi per arginare la situazione di crisi delle imprese operanti nell'indotto della Cogne Acciai Speciali".

Interpellanza

Preso atto che i sindacati di categoria Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Savt-Met e Uilm-Uil, in un comunicato unitario, hanno espresso "forte preoccupazione per le numerose aziende, anche artigiane, che operano per la CAS e che si vedono costrette, a causa del prolungarsi della crisi del settore siderurgico, a far ricorso alla cassa integrazione a partire da marzo";

Evidenziato che le piccole e medie aziende dell'indotto Cogne risentono oltre che della crisi strisciante anche di un problema finanziario legato a ritardi nei pagamenti;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

il Governo regionale per conoscere se intenda:

1) valutare la possibilità e le condizioni per intervenire per evitare che una crisi di liquidità possa aggravare a tal punto la situazione delle imprese dell'indotto CAS, tale da portarle al fallimento;

2) attuare le politiche necessarie a non disperdere il patrimonio di professionalità maturato dai dipendenti dell'indotto CAS.

F.to: Donzel - Rigo - Fontana Carmela

Président - La parole au Conseiller Donzel.

Donzel (PD) - È chiaro che qualcuno comincia a dire che si parla sempre di crisi economica, un argomento che ritorna in continuazione. Vista la delicatezza di questo argomento, pregherei tutti ad essere molto attenti e a notare che non è un'uniforme riproposizione dello stesso tema, ma è il tentativo di leggere sempre meglio questa problematica e di andarla ad approfondire di volta in volta. A sostenere questa nostra tesi della necessità di un approfondimento, di una lettura anche, visto che siamo una piccola realtà, microscopica del fenomeno per capire laddove si determinano i fenomeni di crisi in un momento in cui magari altri settori - lo abbiamo visto nel turismo - sembrano, se non uscirne bene, almeno esserne meno colpiti. L'attenzione questa volta la mettiamo sulla situazione delle piccole aziende, delle piccole imprese anche quelle artigiane che operano all'interno della Cogne. Questo alla luce di un comunicato fatto dalle forze sindacali, vorrei notare che in un momento di difficoltà anche alle volte che c'è nei rapporti sindacali su questo tema, tutte le sigle sindacali (la Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Savt-Met e Uilm-Uil) erano tutte concordi nel denunciare tale fenomeno - quindi non qualche sindacato, ma la totalità della rappresentanza sindacale all'interno della Cogne - e nel segnalare la forte preoccupazione per numerose aziende anche artigiane che operano all'interno della CAS e che si vedono costrette, a causa del prolungarsi della crisi nel settore siderurgico, a fare il ricorso alla cassa integrazione anche a partire da marzo e successivamente. Il problema è che molte di queste aziende per esempio non potranno, al termine della cassa integrazione ordinaria, usufruire della cassa integrazione in deroga, quindi non potranno utilizzare gli strumenti di cui altre aziende potranno beneficiare. C'è il rischio davvero della chiusura, ma a denunciare questa cosa non sono soltanto i lavoratori, ma sono le imprese stesse per bocca dei loro rappresentanti.

È uscita successivamente alla presentazione dell'interpellanza una presa di posizione molto forte da parte del Segretario regionale di CNA (Confederazione nazionale dell'artigianato) Cesare Grappein: "nel 2008..." - dice - "... abbiamo concluso l'anno con 100 aziende che hanno chiuso i battenti, il doppio rispetto alla norma, di solito la mortalità era di circa 40-50 unità". Non stiamo quindi parlando di un fenomeno naturale fisiologico, ma di un fenomeno che ci dice che siamo di fronte ad un raddoppio del numero delle chiusure e per dire che l'argomento è centrato anche sulla CAS lo stesso Grappein ritorna dicendo che uno dei punti più delicati riguarda le aziende che operano nell'indotto della CAS, la CAS ha calato la produzione del 40% e ha richiesto la cassa integrazione. Per queste aziende dell'indotto Cogne c'è un'aggravante particolare, che è data dal fatto che alcune di queste aziende lamentano una mancanza di liquidità dovuta anche ai rapporti con la stessa CAS. Ci sarebbe quindi un'insolvenza, pare, rispetto ad alcune voci di competenza della CAS, in qualche modo legata alla crisi economica, per cui la CAS non farebbe fronte a queste voci. Per noi questa era una preoccupazione davvero grossa, siamo di fronte ad una vera e propria emergenza denunciata sia da parte dei lavoratori, sia da parte delle imprese, quindi c'è un'assoluta uniformità a lanciare tale grido di allarme. Per questo chiedevamo al Governo regionale, immagino attraverso l'Assessore competente, di valutare la possibilità di intervenire per monitorare e capire cosa sta succedendo nelle aziende dell'indotto, non lasciarle fallire miseramente e soprattutto dare attenzione a quei lavoratori che in questi anni hanno manifestato una professionalità e una competenza che spesso è stata denunciata come manchevole in Valle d'Aosta. Questa è una cosa che avevo già denunciato, ci voglio ritornare: noi denunciamo che in Valle d'Aosta mancano persone qualificate nel settore della meccanica e dell'industria, quindi laddove ne abbiamo di persone che hanno una certa professionalità dobbiamo fare di tutto affinché queste persone non vengano disperse nel mercato del lavoro valdostano, andando a creare un grave danno alla qualità del nostro mercato del lavoro. Grazie.

Président - La parole à l'Assesseur aux activités productives, Pastoret.

Pastoret (UV) - Je remercie le collègue Donzel pour avoir bien voulu proposer cette initiative, qui nous demande de répondre à une question qui a créé des préoccupations importantes au sein de notre communauté, comme cela a déjà été rappelé. Je vais bien fournir toutes les informations possibles sur les thèmes qui ont été proposés, pour ce faire j'estime qu'il soit nécessaire d'examiner de façon plus ample l'ensemble de la question. C'est pourquoi je me permettrais de dresser un état de la situation générale, en particulier du marché sidérurgique à l'échelon international, avant d'introduire des considérations ponctuelles sur la situation de la Cogne. Bien sûr nous n'avons pas de certitudes absolues parce que, comme nous l'avons constaté au fil des derniers mois, il y a une révision constante des projections et des prévisions, ce qui nous incite à réfléchir sur l'implacable turbulence financière (avec ses données négatives du côté des recettes), la chute de la confiance et l'effet limité de la réponse politique à propos du rétablissement du système financier international. Nous sommes dans une crise, tout le monde le dit, et la crise économique mondiale a des conséquences sociales et humanitaires très considérables. Le Secrétaire général de l'OCSE, M. Angel Gurria, affirme (je cite): "La crise financière a engendré la crise économique et maintenant elle engendre une crise sociale et humanitaire aux proportions considérables, avec une perte énorme d'emplois. Aucun défi mondial ne pourra être relevé sans une réponse à l'échelon mondial, ce qui signifie qu'il faudra éviter toute forme de néo-protectionnisme". Le Fonds monétaire international a dû revoir et abaisser maintes fois ses prévisions pour l'économie mondiale. Les experts de l'organisation de Washington prévoient en 2009 une contraction du PIB (produit intérieur brut) mondial comprise entre -0,5% et -1%. Il s'agira (je cite) de la "première contraction en 60 ans", conséquence de la profonde récession qui est en cours et reconnue comme la pire récession depuis l'après-guerre de 1945. Par contre, des prévisions plus optimistes pour 2010 prévoient une croissance graduelle comprise entre 1,5 et 2,5%. Venons un peu dans le particulier. Pour les Pays de la zone euro, le FMI prédit une contraction de 3,2% du PIB pour cette année contre 1,2% prévu fin janvier, cela pour vous dire que ces chiffres sont toujours en mouvement, auquel devrait suivre une reprise limitée de 0,1% en 2010. Les prévisions pour le Japon sont très négatives: son PIB reculera de 5,8% en 2009 et encore de 0,2% en 2010. Pour les Etats-Unis l'FMI prévoit une baisse de 2,5% du PIB en 2009 et une croissance de 0,2% en 2010. En Italie cette année le déficit budgétaire s'élèvera à 4,8% du PIB (deux points de plus que l'année dernière) et en 2010 il continuera d'augmenter pour atteindre 5,2% du PIB. Ces données reflètent une révision en baisse par rapport aux données de février dernier, qui indiquaient pour 2009 un déficit de 3,9% du PIB. Les prévisions pour l'Italie sont cependant inférieures aux valeurs moyennes prévues pour les Pays du G20. Pour ces 20 Etats, le FMI prévoit un déficit budgétaire de 5,9% du PIB en 2009 et de 6,3% en 2010.

Encore quelques autres informations supplémentaires. Selon Bankitalia, toutes les principales économies avancées ont enregistré une forte contraction du PIB au cours du quatrième trimestre de 2008. La demande des consommations et des investissements baisse du fait que la climat de confiance entre les familles et les entreprises s'aggrave rapidement en raison de la croissance du chômage, de la chute des cotations d'actions et de la valeur des immeubles, ainsi que des conditions d'accès au crédit qui sont toujours plus restrictives. L'on peut prévoir donc (je cite) "une nouvelle et significative baisse de l'activité économique". Les données ISTAT relatives au commerce étranger ont été diffusées il y a quelques jours et signalent qu'en janvier il y a eu un fléchissement de -3.585.000.000 euros du solde global qui a été enregistré. En janvier 2009, par rapport au même mois de 2008, la dynamique des flux commerciaux partant et allant vers la zone de l'UE a été négative: les exportations ont diminué de 22,9% et les importations de 24,3%. Voilà, je m'excuse, mais celle-ci est la situation dont nous devons tenir compte, tout en sachant que la Vallée d'Aoste n'est pas indemne de problèmes et de dynamiques économiques nationales et internationales, étant donné qu'il est évident que la crise a une durée temporaire et une profondeur plus grandes que celles qu'on avait prévues à la fin de l'année dernière. En particulier, les secteurs les plus gravement endommagés sont ceux des infrastructures et des constructions et, bien évidemment, le secteur des automobiles dont la baisse a atteint dans certains cas jusqu'à 70% vis-à-vis d'une réduction des ventes de 30%. Cela signifie que, pour l'instant, les grandes entreprises de construction préfèrent consommer les stocks de magasin, plutôt que de commencer de nouveaux cycles de production. Cela dit, il faut maintenant réfléchir sur le marché sidérurgique qui lui a été fortement touché par ces réductions et donc nous venons aux questions que vous posez: évaluer les possibilités et les conditions d'éviter qu'une crise de liquidité puisse aggraver la situation des entreprises sous-traitantes de la CAS et les conduire à la faillite.

Considérons donc dans le cas spécifique Cogne Acciai Speciali. Après avoir évoqué le scénario précédent, nous devons penser que les industries, telles que la CAS, qui sont présentes avec leurs produits sur les marchés du monde entier, subiront de lourdes retombées. En particulier, comme l'a communiqué CAS les jours derniers, en ce qui concerne l'établissement d'Aoste, la réduction du travail est de l'ordre de 40% et elle atteint déjà presque 50% par rapport aux dernières années. Cette réduction est limitée grâce aussi à la nouvelle branche du fer forgé (c'est-à-dire la nuova fucina qui a permis de maintenir un niveau de production, qui a compensé les chutes plus importantes dans d'autres secteurs), inaugurée au mois de décembre dernier, qui travaille la plupart des volumes d'acier produits. Selon les Dirigeants de l'entreprise, les mesures attendues au niveau macro-économique pour relancer l'économie n'ont pour l'instant apporté aucun changement significatif et "aujourd'hui..." - ils disent - "... personne n'est capable de faire une prévision fiable". Sur la base de cette situation, la CAS a rencontré et a fourni des communications aux organisations syndicales et leur a communiqué qu'il est nécessaire de continuer à l'heure actuelle d'adapter l'activité productive à l'arrivée des commandes par les moyens de flexibilité déjà existants, ce afin de sauvegarder les niveaux d'emploi et de poursuivre l'activité de façon économiquement durable. Par conséquent, les mesures de la cassa integrazione guadagni ordinaria, ainsi que les mesures concernant l'activité des équipes - mesures basées sur le modèle de la semaine courte - ont été prorogées pour les prochains mois (jusqu'à début juin), lorsque le cadre de la situation sera moins aléatoire, du moins c'est ce que CAS espère. Quant à la situation financière de la société, CAS a confirmé qu'elle continuerait à soutenir sa situation opérationnelle et à assurer son soutien à l'avenir en gérant attentivement les coûts opérationnels. Pour ce qui est des investissements, ceux déjà lancés seront régulièrement portés à conclusion, tandis que les nouveaux investissements subiront un ralentissement proportionnel au ralentissement de l'activité productive. Dans une telle situation (qui, rappelons-le, a obligé d'importantes sociétés sidérurgiques à suspendre leur production ou dans d'autres cas à fermer leurs usines) des retombées sont inévitables aussi pour lesdits emplois induits de la Cogne. Par conséquent, les entreprises directement ou indirectement liées à l'activité productive de la CAS doivent s'attendre à une réduction du travail et ce parallèlement à la diminution de la principale activité industrielle de Cogne. Il n'y aura donc pas de fermeture totale, mais sûrement une forte réduction des commandes. Toutes ces informations ont été fournies aux organisations syndicales au cours de la rencontre que CAS a eu avec elles le 12 mars dernier. J'ai rencontré à la suite les organisations syndicales, parce que nous avons essayé d'avoir soit avec CAS, soit avec elles une série d'informations, qui puissent être partagées d'un côté et vérifiées de l'autre pour voir si elles correspondaient toutes à ce qu'on se disait.

Pour ce qui de la situation des paiements des factures émises par des fournisseurs valdôtains, la CAS - qui doit récupérer, à son tour, les crédits non payés par de nombreux clients italiens et étrangers - a rencontré aussi les propriétaires des entreprises valdôtaines. Je tiens là à introduire encore une petite précision et à vous informer que cette question d'ailleurs nous avait déjà été soumise et que soit moi, soit le Président de la Région, qui a les compétences en matière de politiques du travail, nous avions déjà contacté la Cogne, afin de vérifier la possibilité d'intervenir. Au cours de cette rencontre qui est suivie aux contactes que nous avions eus avec CAS, les Dirigeants ont informé leurs interlocuteurs qu'à la suite d'un accord passé avec Finaosta et Aosta Factor, CAS est disposée à reconnaître les factures pour permettre à Aosta Factor de verser à l'avance un acompte correspondant à 90% de la valeur de la facture à tous ceux qui en feront la demande (et si toutes les conditions nécessaires sont remplies). Selon la CAS, cette situation devrait se normaliser d'ici la fin du mois d'avril prochain. Tel est ce qui a été assuré aux syndicats, qui me l'ont confirmé à l'occasion de la rencontre que j'ai eue avec eux lundi 16 mars dernier.

Vous nous posez encore une autre question au point deux qui concerne la possibilité de mettre en place les politiques nécessaires pour sauvegarder le patrimoine professionnel acquis par les employés des entreprises sous-traitantes de CAS. En ce qui concerne cette demande relative à la mise en place de ces politiques, je crois que les réponses possibles du Gouvernement valdôtain sont contenues dans le plan anti-crise qui a été approuvé. Il y a bien sûr d'autres possibilités qui se situent sur un plan de compétences, que malheureusement nous n'avons pas. A ce propos je voudrais souligner un problème que nous avons partagé avec les syndicats, sur lequel le Gouvernement italien, après une série de déclarations d'intentions, ne s'est malheureusement plus exprimé. Au mois de septembre de nombreuses entreprises et sociétés avaient fini le bonus de 52 semaines de chômage technique ordinaire (CIGO) sur deux années et, étant donné la situation de crise, pour ne pas fermer elles devraient mettre en place le chômage technique de longue durée (CIGS) qui aurait des retombées négatives. En considération de la situation de crise de l'époque, le Gouvernement avait envisagé de doubler le nombre de semaines de CIGO qu'on pouvait utiliser sur deux ans (de passer de 52 à 104 semaines) et le calcul du chômage aurait été quotidien et non plus hebdomadaire, ce qui aurait permis de mieux organiser les flux de travail, de concentrer la fermeture dans des jours précis et de donner ainsi une valeur économique ajoutée à la semaine courte; cependant cette question est passée sous silence. Surtout pour les travailleurs celle-ci aurait pu et pourrait encore être une bonne solution pouvant permettre de donner une réponse importante à votre question, mais surtout à la situation de caractère générale.

Comme je vous ai dit, j'ai rencontré les syndicats le 16 mars dernier... les organisations syndicales de catégorie dans une rencontre unitaire et ensemble nous avons abordé les thèmes concernant l'occupation et l'actuelle crise. On s'est dits qu'il était nécessaire d'entretenir des rapports constants pouvant permettre une complète connaissance réciproque de la situation, en ayant toujours à l'esprit qu'à l'heure actuelle les mesures possibles et nécessaires ont été prévues dans la loi n° 1/2009. On s'est laissés en se rappelant que d'autres possibles mesures pourraient aussi être prises au cours de l'année et qu'on aurait observé attentivement si ce que la Cogne avait dit à la rencontre des syndicats se serait vérifié ou non, c'est-à-dire que pour l'avril 2009 les factures auraient été honorées pour ce qui est des entreprises qui travaillent pour elle, donc nous nous réservons d'intervenir successivement si cela ne se vérifierait pas. D'après ce qui a été confirmé soit aux syndicats, soit à nous de la part de CAS, nous pensons que cet engagement sera tenu.

Président - La parole au Conseiller Donzel.

Donzel (PD) - Ringrazio l'Assessore. Non si deve scusare se ha citato tutti quei dati, erano più che mai necessari, intanto perché in quest'aula alle volte è un po' sfuggita, come ha ammesso lei stesso, la percezione della grandezza di tale crisi. Lei ha detto - può darsi che traduca male in italiano - che la crisi ha una durata e una profondità maggiori di quello che si era previsto alla fine dell'anno e questo naturalmente non è da attribuire unicamente alla nostra capacità di lettura locale, ma tante voci autorevoli anche a livello nazionale si sono alzate per dire che non c'era la crisi, che si stava scherzando, che bastava andare al supermercato e riempire il carrello e tutto si sarebbe risolto senza problemi. Oggi i dati che lei ci ha portato ci confermano che purtroppo eravamo delle Cassandre quando avevamo denunciato questa dura realtà. Mi fa piacere constatare che lei, Assessore, riconosca quanto sono stati utili i nuovi investimenti come quelli della fucina per salvare almeno una parte della produzione, investimenti che noi siamo consci sono stati sostenuti anche da un intervento pubblico, dal sostegno di questa Amministrazione regionale a conferma ancora una volta che l'intervento pubblico, se usato nella misura giusta, nelle forme opportune, in alcuni settori è strategico, necessario, indispensabile. Se oggi possiamo almeno avere un po' di ossigeno o sperare che una parte di quell'azienda - che continuiamo a ritenere indispensabile per la realtà valdostana - sia funzionante e funzioni, tutto questo va anche al merito di aver sostenuto chi fa impresa e chi lavora e non lasciato alle follie non del libero mercato, ma alle follie di opportunisti della finanza la gestione della realtà produttiva e quindi messa in mano ad opportunisti della finanza la vita dei lavoratori tutti.

Ho apprezzato questi suoi interventi, così come mi fa piacere constatare che oggi la CAS - sicuramente va riconosciuta questa sua volontà di continuare ad operare nella CAS con ulteriori investimenti e con il mantenimento dell'attività produttiva - voglia ottemperare al pagamento di queste fatture. Nessuno di noi si permetterebbe mai di mettere in dubbio la parola di qualcuno, ma mi fa piacere che lei stesso abbia detto che questa cosa andrà verificata nei giorni seguenti e che si farà carico di questa verifica insieme ai sindacati, affinché da quel punto di vista si possa ottemperare e consentire alle piccole imprese di avere la liquidità necessaria per far fronte addirittura alle cose più immediate, come il salario dei propri lavoratori. Certamente, di fronte a questa fotografia terribile che è stata presentata oggi in aula, la domanda è cosa facciamo. Questa apertura al valutare insieme alle forze sindacali l'eventuale necessità di ulteriori misure e quindi di non limitarsi alla legge n. 1 delle misure anticrisi, mi sembra già un'apertura. Non vorrei però che, mentre noi valutiamo e studiamo attentamente le nuove misure, lasciamo poi annegare chi è in acqua e fa fatica. Insomma, mentre decidiamo se dobbiamo gettare un salvagente o se dobbiamo scendere noi in acqua a ripescare questa persona, non vorremmo che nel frattempo la persona anneghi.

Al di là dei momenti in cui andremo all'applicazione delle nuove misure, che in qualche modo si studino tecnicamente le nuove misure, per non trovarci di fronte al fatto compiuto e a dire: "l'avessimo fatto prima!", che è la fase storica che pronuncia sempre la politica in queste situazioni. Apprezzo davvero il suo intervento e la ringrazio per la volontà di voler approfondire e studiare nuove misure di intervento, nel caso in cui tale crisi si confermi dura come è apparsa in questi giorni.