Oggetto del Consiglio n. 442 del 25 marzo 2009 - Resoconto
OGGETTO N. 442/XIII - Interpellanza: "Problematiche inerenti il pagamento dei premi PSR e PAC ad alcune aziende agricole della regione".
Interpellanza
Preso atto della normativa riguardante la "Condizionalità" che a decorrere dal 1° gennaio 2009 determina le condizioni per il pagamento dei premi PSR e PAC alle aziende agricole;
Atteso che alcune applicazioni di tale normativa sul territorio montano regionale comportano ingenti costi di adeguamento o ristrutturazione degli impianti esistenti o per la nuova realizzazione di strutture conformi al dettato normativo;
Constatato che nel caso dello Stoccaggio dei carburanti la norma è particolarmente penalizzante per le piccole aziende del nostro territorio, per lo più collocate nelle prossimità di aree abitate;
Rilevato che negli ultimi anni alcuni incendi particolarmente gravi hanno interessato proprio le aziende agricole;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l'Assessore competente per conoscere se intenda intervenire con opportune soluzioni tecniche e finanziarie che non penalizzino le aziende valdostane.
F.to: Donzel - Rigo
Président - La parole au Conseiller Donzel.
Donzel (PD) - Egregio Presidente, cari colleghi, la normativa sulla quale vogliamo richiamare l'attenzione è una normativa molto complessa e delicata che riguarda il settore agricolo. I principi della condizionalità fanno riferimento, come riportato nelle deliberazioni regionali, a due regolamenti CE: in particolare il n. 1782/2003, che stabilisce norme comuni relative ai regimi di sostegno diretto nell'ambito della politica agricola comune, e il n. 796/2004, recante modalità di applicazione della condizionalità, della modulazione del sistema integrato di gestione e di controllo di cui al regolamento precedente, regolamenti CE che poi vengono ripresi da decreti ministeriali che poi implicano un'applicazione ulteriore tramite deliberazione a livello regionale; queste norme si applicano alla totalità delle aziende che operano all'interno dell'Unione europea. Mi viene in mente un episodio che riguarda più lo sport che l'attività produttiva, un episodio che avvenne negli anni '50 quando fu organizzato un campionato del mondo, negli anni in cui noi avevamo due campioni come Coppi e Bartali e fu organizzato in Belgio; in quella occasione i nostri due corridori si classificarono malissimo, addirittura si ritirarono, perché tutto il percorso era perfettamente in piano e uscì la battuta che "le aquile non potevano correre nelle aie". Questo è un po' il ragionamento che sta dietro i principi che spesso vengono adottati, principi che sovente riguardano aziende che operano in pianura, che non tengono conto delle realtà (come la nostra) che operano interamente in territorio montano. Pertanto a queste regole, che noi applichiamo, non è che la Valle d'Aosta vi si sia mai sottratta, anzi c'è un enorme sforzo da parte dell'Amministrazione regionale per sostenere le aziende e fare in modo che si adattino ad esse, nel nostro territorio queste regole sono di difficile applicazione, comportano costi molto più elevati che altrove, è per questo che c'è un'attenzione particolare. Non si vuole minimamente sfuggire ai principi fondamentali che ispirano le norme sulla condizionalità, principi quali la salvaguardia ambientale, la sicurezza alimentare, il benessere animale, sono principi che assolutamente le nostre aziende sono interessate a mantenere, anzi sulla salvaguardia ambientale è una fortuna che abbiamo aziende agricole che operano in montagna, altrimenti chissà che fine farebbe il nostro ambiente, ma se ci limitiamo unicamente a recepire norme che arrivano dall'Europa, siamo in grande difficoltà. E forse mai un'interpellanza poteva essere più puntuale di questa, in un periodo in cui si parla di elezioni europee, ossia non dobbiamo chiederci solo di come recepiamo i regolamenti europei, ma di come riusciamo a trasmettere all'Europa qual è la nostra realtà, come riusciamo ad intervenire e far capire che qui si vive in un territorio di montagna e quindi certi regolamenti devono prevedere delle deroghe, devono prevedere anche soprattutto tempi di applicazione delle norme diversi, perché intervenire in una realtà di pianura ha tempi e modi di intervento che sono profondamente diversi rispetto alla nostra realtà.
La nostra sollecitazione rispetto a problematiche anche delicate quindi chiede un'attenzione su due fronti: una risposta nel senso di andare incontro alle aziende e favorire il più possibile l'applicazione di queste norme, allo stesso tempo intervenire a monte sulla costituzione di tali regolamenti, fare in modo che la voce della nostra Regione, quindi delle nostre aziende e dei nostri operatori arrivi nella realtà europea, nel momento in cui il regolamento viene emanato e si tenga conto di come qui sia più difficile operare che non rispetto ad aziende che operano in ben altre realtà. Il sostegno all'agricoltura della montagna pertanto non viola le regole di mercato, ma piuttosto consente alle aziende di montagna di operare in condizioni di mercato più equo. Grazie.
Président - La parole à l'Assesseur à l'agriculture et aux ressources naturelles, Isabellon.
Isabellon (UV) - Grazie, Presidente. L'occasione di questa interpellanza che riguarda un problema specifico è quella da cogliere per fare chiarezza in particolare su questi aspetti, che riguardano il problema affrontato. Condividiamo i ragionamenti generali su quanto riguarda l'applicazione delle norme, soprattutto le norme europee in questo caso, che prevedono l'emanazione di una regolamentazione legata alla condizionalità tenuto conto delle nostre particolarità. Questo è già quello che si è fatto, si è cercato di fare nei limiti del possibile e nell'ambito dei margini di manovra possibili, in occasione dell'approvazione della nostra condizionalità che tiene conto anche della particolarità della nostra situazione.
Per entrare nello specifico, ricordo che la normativa in materia di condizionalità investe anche il settore agricolo regionale, in quanto l'inosservanza della normativa, come ricordato dal collega Donzel, può portare penalizzazioni in termini di riduzione ed esclusione dei pagamenti relativi al premio unico PAC o a quelli del PSR, fra cui appunto anche il cosiddetto "verde agricolo", ossia l'indennità compensativa agro-ambiente. Questa è una ricaduta non da poco per l'importanza riconosciuta di questi aiuti per il bilancio delle nostre aziende, che sono normalmente di piccola dimensione e quindi questo è molto importante. Approfitto di tale occasione per andare a far chiarezza sull'oggetto dell'interpellanza, in quanto è importante sottolineare che lo stoccaggio dei carburanti agricoli è materia attinente alla prevenzione incendi e alla sicurezza sui luoghi di lavoro, con risvolti nei confronti della condizionalità solo in caso di sversamento ed inquinamento ambientale. Questo è il passaggio importante, ossia la tematica non riguarda la condizionalità per quel che è dello stoccaggio, ma solo nel momento in cui si dovesse verificare un inquinamento, a quel punto c'è una ricaduta per quel che riguarda la condizionalità con tutto quello che ne consegue. Questo è importante dirlo, perché probabilmente il motivo - ne avevamo anche parlato con il collega Donzel - della preoccupazione in questo momento è che, in sede di sopralluoghi che ci sono stati sul territorio presso le aziende, sono state avvisate alcune aziende della necessità di essere in regola per quanto riguarda la problematica, però questo non ha direttamente attinenza con quello che può essere quel tipo di ricaduta. Dico questo per tranquillizzare il collega Donzel e i soggetti interessati. Si rileva tuttavia che la normativa vigente in materia di stoccaggio dei carburanti agricoli con particolare riferimento al DM 19 marzo 1990, che riguarda le norme per il rifornimento di carburanti a mezzo di contenitori e distributori mobili per macchine in uso presso aziende agricole, cave e cantieri, ne disciplina le modalità così riassumibili (vado sul tecnico, ma è importante per dare delle informazioni): uno, la capacità dei contenitori inferiori a 9.000 litri utilizzabili solo per lo stoccaggio di gasolio, il serbatoio deve essere provvisto del certificato di conformità rilasciato dal Ministero dell'interno, il serbatoio non deve essere interrato, ma posto su un piano rialzato, il serbatoio in quanto mobile deve essere ancorato al suolo tramite bulloni che ne permettano in caso di necessità la rimozione (si tratta di attrezzatura e non di interventi che hanno risvolti di carattere edilizio, questo è importante per la semplicità delle procedure in caso di interventi di messa a norma), deve essere previsto un bacino di contenimento di capacità uguale almeno alla metà di quello del serbatoio posto al di sotto di questo, il serbatoio deve essere protetto dagli agenti atmosferici da una tettoia in materiale combustibile, il serbatoio deve essere posizionato su una platea impermeabile e incombustibile, il serbatoio deve essere dotato di messa a terra elettrica e deve essere posto ad una distanza dagli edifici di almeno 3 metri. L'area circostante il serbatoio deve essere sgombra e priva di vegetazione, nelle vicinanze del serbatoio devono essere disponibili tre estintori portatili da 6 chilogrammi a polvere, per i quali va eseguita la regolare manutenzione. Ho ricordato questo per dire che attualmente l'Assessorato interviene finanziariamente per l'acquisto da parte degli imprenditori agricoli di contenitori per lo stoccaggio dei carburanti agricoli secondo quanto definito dalla deliberazione di Giunta n. 808/2008 con contributi in conto capitale nella misura del 45% se giovani agricoltori, 35% se agricoltori non giovani iscritti all'INPS e del 30% negli altri casi, come le normali attrezzature agricole, trattandosi di questo. I contenitori finanziabili devono corrispondere alle caratteristiche elencate in precedenza. Si rileva anche che l'uso delle taniche per il trasporto e lo stoccaggio è ammesso solo per l'uso personale e non per l'utilizzo in azienda agricola o cantiere, questa è la normativa.
È importante dire quello che attualmente è possibile fare, oltre a quello che ogni singola azienda può fare, e questo credo sia anche l'obiettivo degli interpellanti per cercare di dare delle risposte di carattere diverso. Un'ipotesi di lavoro, e ci sono già dei contatti con alcune amministrazioni comunali, è la possibilità di realizzare dei serbatoi di stoccaggio collettivo, che possono poi essere riconosciuti sempre nell'ambito del finanziamento. Dove possono essere localizzati? Possono essere localizzati soprattutto per i comuni che hanno una certa vocazione agricola o per le zone dove c'è questo tipo di vocazione in abbinamento con dei serbatoi che alcuni comuni hanno allestito o stanno allestendo per il rifornimento ai mezzi comunali, quindi con una pratica sola il comune, se opportunamente informato, potrebbe agire per dare un servizio anche a tutela delle sue aziende, questo potrebbe essere una cosa fattibile. È di importanza fondamentale che vengano rispettate le normative, quindi ci deve essere installato un sistema di controllo omologato di erogazione e prelievo, per esempio con una smart card elettronica che gestisce questo, che rispetti le norme, che prevedono un utilizzo diretto da parte dell'azienda che ne ha diritto - e non di terzi, perché è carburante agricolo agevolato - nell'ambito della propria assegnazione. Questo può essere controllato, perché periodicamente ci può essere il controllo della Guardia di finanza, che fa questo tipo di controllo per eventuali usi impropri del gasolio. Ci sono già contatti in corso con alcune amministrazioni, quello che potrebbe essere un impegno e che, a seguito di questo argomento che abbiamo trattato, potrebbe essere un passo da fare - e fin da adesso penso di poter prendere questo tipo di impegno - è di coinvolgere il Consorzio permanente degli enti locali per sensibilizzare le amministrazioni comunali, che potrebbero attivarsi per questo tipo di servizio, naturalmente per la localizzazione della posa di tale serbatoio, perché per tutto il resto potrebbero fare riferimento ai nostri uffici per quel che riguarda il coinvolgimento dell'Assessorato per il finanziamento alle aziende e per impostare la parte legata al rispetto delle normative e al rapporto con gli enti controllori. Questa potrebbe essere un'attività che, sulla base di questa iniziativa che già alcuni comuni vogliono prendere, potrebbe essere allargata su tutto il territorio.
Président - La parole au Conseiller Donzel.
Donzel (PD) - La ringrazio davvero, Assessore, perché alle volte abbiamo la sensazione che alcune interpellanze siano solo lì a marcare il territorio e a non cambiare nulla. Qui ho tratto la sensazione di avere due chiarimenti estremamente importanti: uno che rassicura le aziende che seriamente svolgono il loro impegno che solo in caso di gravissimi danni, quindi sversamento e inquinamento, sono penalizzate e questo è già un primo segnale importante; l'altro - che giudico politicamente ancora più importante - è che non solamente ci si limita ad erogare un finanziamento a sostegno di una risistemazione, di un intervento e poi si dice agli agricoltori: "vedetevela un po' voi quando si tratta di situazioni molto difficili", ma che c'è finalmente un'ipotesi di lavoro che può rispondere soprattutto alle aziende più piccole, che spesso non hanno neanche lo spazio fisico per fare determinanti interventi. L'ipotesi è quella di una possibilità di consorziare le aziende fra di loro, di dare una risposta collettiva che va anche nel solco di una tradizione storica delle nostre aziende, ma soprattutto ritengo importante che su questa tematica vengano sollecitate le amministrazioni comunali, quindi che vi sia una politica che si mette al servizio di chi ha voglia di lavorare, che viene incontro agli imprenditori agricoli affinché si determinino degli spazi, si dia una risposta in termini seri a questo problema che oggi è un problema sotto controllo, ma che domani potrebbe essere sempre più aggravato da ulteriori norme che riguardano la sicurezza aziendale e quindi potrebbe creare seri problemi all'operatività delle nostre aziende. L'unica sollecitazione è che più stringiamo i tempi su queste cose meglio è, perché le norme corrono più veloci di quanto corriamo noi, quindi queste tematiche potrebbero essere ulteriormente aggravate da norme che arriveranno ancora in questa direzione di maggiore rigore nei controlli della sicurezza.