Oggetto del Consiglio n. 419 del 11 marzo 2009 - Resoconto
OGGETTO N. 419/XIII - Interpellanza: "Attivazione di servizi a favore di persone alcool dipendenti".
Interpellanza
La DGR n. 3747 del 2007 ha espressamente previsto per gli alcool dipendenti iniziative a favore di persone che abbiano già completato un programma terapeutico raggiungendo una buona autonomia. Il servizio, definito di gruppo-appartamento, si rivolge a coloro che hanno già raggiunto un buon livello di indipendenza, ma necessitano ancora di supporto, in un quadro volutamente poco strutturato e ad alta autonomia personale, per consentire la gradualità nel passaggio dalla comunità o situazione protetta alla vita in piena autonomia;
La citata deliberazione fissa il numero dei posti per appartamento e degli operatori previsti per ogni modulo di gruppi appartamento e stabilisce la necessità di convenzioni triennali e di un finanziamento mediante retta giornaliera;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
la Giunta regionale per sapere:
1) quanti gruppi-appartamento siano stati finora attivati;
2) quante Convenzioni siano state stipulate con gli utenti;
3) quanti immobili siano stati acquistati o locati allo scopo dall'Amministrazione regionale o dall'USL;
4) quale numero di strutture si ritiene saranno attivate nel corso dei prossimi due anni.
F.to: Louvin - Giuseppe Cerise
Président - A été déposée à la présidence une proposition signée par les Conseillers Fontana, Donzel, Rigo, Morelli, Lanièce, Maquignaz, Rini, Crétaz et Impérial. Je prie les huissiers de la distribuer et après on va l'inscrire.
La parole au Conseiller Louvin.
Louvin (VdAV-R) - Assessore Lanièce, presumo di rivolgermi a lei per competenza. È una piaga quella dell'alcoldipendenza che purtroppo non risparmia la Valle d'Aosta e credo ne siamo tutti consapevoli. Una piaga che oltre a provocare danni fisici e danni psichici nelle persone che cadono vittima della dipendenza dall'alcol, come di altre dipendenze, ha delle ripercussioni sul piano sociale molto rilevanti in termini di perdita di posti di lavoro, di infortuni sul lavoro, di disgregazione di nuclei familiari, di violenza domestica, eccetera.
A fronte di questo e a fronte della previsione che ha fatto la Regione negli scorsi anni, mi riferisco in particolare alla delibera 3747/2007, che ha previsto una gamma di iniziative per contrastare il fenomeno e per favorire il reinserimento sociale delle persone colpite da questa forma di dipendenza dall'alcol, c'è stata anche l'indicazione molto netta e precisa di un momento di reinserimento che si chiama gruppo-appartamento. Cioè, una volta usciti dalla fase acuta, gli alcoldipendenti sono indirizzati verso forme di residenzialità in qualche modo protetta, seguita, assistita (se non ho capito male la filosofia che è stata individuata) che consente loro di vivere in un quadro che per quanto possibile li sottragga al rischio di ricaduta, perché il nucleo della questione è quello di impedire che, tornando nel loro stesso ambiente familiare di origine, ci sia immediatamente la tendenza a riprendere abitudini malsane.
Abbiamo avuto delle segnalazioni anche da persone interessate a questo momento di reinserimento, che pare non abbiano trovato finora risposte adeguate per una certa carenza nel fornire questo tipo di servizio. Le sono a chiedere che ci dica qual è lo stato dell'arte, quante sono queste strutture, questi gruppi-appartamento, se ne sono stati attivati, quante convenzioni siano state stabilite in questo rapporto contrattuale che si stabilisce con l'interessato per dire: noi ti veniamo incontro, organizziamo questo servizio per te, a condizione che ci sia il rispetto di determinate regole; quanti e quali siano gli immobili comprati o locali dall'Amministrazione a questo scopo e anche guardando al prossimo futuro cosa ci aspetta, quante di queste saranno attivate.
I dati che noi conosciamo sono purtroppo inquietanti. Sono dati del SERT, forniti in occasione del ventennale della struttura, e parlano di una media di 550 ricoveri l'anno per fenomeni di alcoldipendenza; quasi il 3 percento di ricoveri ospedalieri sono legati a queste patologie, e con una condizione purtroppo di bere problematico che tocca il 20 percento della popolazione. Sono dati forniti dal SERT, non sono esagerazioni improvvisate.
Grazie intanto della cortesia che avrà nel darci lo stato delle cose in questo delicato momento di reinserimento.
Président - La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Albert Lanièce.
Lanièce A. - Grazie, Presidente. Ringrazio il collega Louvin per aver portato questo problema in aula. Effettivamente, se ricordate, quando c'è stata la discussione del IV rapporto sulle politiche sociali, uno dei punti critici - abbiamo parlato di eccellenze, ma abbiamo parlato anche di punti critici - era proprio quello che sottolineava come, a livello di SERT, ormai sia preponderante la componente che si rivolge al servizio per problemi di alcoldipendenza piuttosto che di tossicodipendenza, e come si sia sottolineato il fatto che sia un fenomeno che coinvolge sempre più i giovani e addirittura anche i minori. In questo senso stiamo portando avanti delle politiche di prevenzione, ci sarà una campagna di promozione (che sarà presentata a breve), con uno spot televisivo che va in questo senso.
È stata ricordata la delibera che ha determinato il riordino del sistema regionale dei servizi per le dipendenze patologiche, la 3747/2007, che è, come ho detto, un passaggio importante. Ricordo come questo atto di riordino si sia qualificato anche per il percorso partecipato che lo ha generato, per il ruolo attivo che i servizi pubblici e privati hanno saputo giocare a fianco della Regione, per l'avvio e il rafforzamento di una cultura della coprogettazione, del lavoro di rete e della condivisione per il miglioramento del sistema.
La volontà regionale di attivare politiche nel campo delle dipendenze patologiche, finalizzata a promuovere il recupero e soprattutto l'inclusione sociale delle persone coinvolte e delle loro famiglie, ha portato ad orientarsi a un sistema di risposte terapeutiche che integri e valorizzi competenze, saperi ed esperienze nel settore pubblico e privato sociale accreditato, nonché il ruolo dell'associazione dei gruppi di auto mutuo aiuto, che hanno un ruolo importante proprio in questa fase di recupero. Il dare centralità alla persona non disgiunta dalle esigenze della collettività, dalla famiglia degli altri committenti fino alla società civile, obbliga ad un cambiamento concettuale, terminologico e metodologico che porti a superare un approccio centrato sui servizi. Il sistema che cura dovrà pertanto possedere metodologie comuni, procedure diagnostiche e terapeutiche condivise, strumenti di base omogenei condivisi che possano identificarlo nel suo modo di funzionare, conducendo verso percorsi definiti e riconoscibili, oltre che integrati.
Per quanto riguarda la prima domanda, si chiede quanti gruppi-appartamento siano stati finora attivati. Richiamato come il servizio di gruppo-appartamento non è destinato specificatamente solo ad alcoldipendenti, ma a uomini e donne che abbiano completato un programma terapeutico, sia esso riferito a sostanze legali che illegali. La delibera del 2007, come chiarito in premessa, riordina il servizio dei servizi per le dipendenze patologiche presenti sul territorio regionale, definendo fra l'altro gli aspetti che compongono il sistema, le competenze, il target dei fruitori e dei servizi stessi. Lo sviluppo del sistema richiede dei passaggi successivi, primo fra tutti la determinazione del fabbisogno: infatti non è mai stato definito un fabbisogno di queste strutture.
La Giunta nella seduta del 20 febbraio 2009 ha esaminato una proposta di deliberazione che va ad individuare per la prima volta il fabbisogno di strutture per dipendenze patologiche, sia ufficializzando la situazione attuale - distretto uno, distretto tre dove sono già presenti delle strutture - sia prevedendo la possibilità di creare nuove strutture. Sono quindi previsti 4 gruppi-appartamento uno per distretto, più un centro di pronta accoglienza residenziale a copertura di tutto il territorio regionale. A seguito di questo passaggio, dovrà poi passare in V Commissione e quindi si procederà all'atto in questione.
Si informa che il gruppo tecnico consultivo regionale per il coordinamento degli interventi di politiche sociali e sanitarie delle dipendenze patologiche, nella seduta del 16 gennaio ha esaminato la proposta di una cooperativa del privato sociale, relativa alla attivazione di un gruppo-appartamento per utenti alcol e tossicodipendenti.
Quante convenzioni siano state stipulate con gli utenti: la procedura non prevede l'attivazione di convenzioni dirette con gli utenti, ma l'attivazione di contratti fra l'azienda USL e le cooperative del privato sociale, che intendono proporsi per l'attivazione di servizi e nello specifico gruppi-appartamento, a ciò preventivamente autorizzate ed accreditate ai sensi della legge regionale 4/2001. Quindi, c'è un piano individuale terapeutico e ogni caso sarà valutato dal gruppo progettazione orientamento valutazione (POV), dove sono rappresentati tutti i responsabili dei vari servizi, che deciderà qual è in seguito al piano individuale il percorso e il servizio più adeguato per il caso.
Quanti immobili siano stati acquistati o locati allo scopo dall'Amministrazione regionale o dall'USL: anche qui non si intende né da parte dell'Amministrazione regionale né da parte dell'azienda procedere all'acquisto o alla locazione di locali per tale scopo, ma si afferma che si seguirà la procedura finora seguita per altre strutture dell'area delle dipendenze patologiche. Vale a dire: dopo autorizzazione accreditamento da parte dell'Assessorato di cooperative del privato sociale che intendano realizzare tali tipologie di servizio, allora l'azienda procederà alla convenzione con tali cooperative per l'espletamento dei servizi.
Quale numero di strutture si ritiene saranno attivate nel corso dei prossimi due anni: come già detto, oltre le due comunità esistenti si prevede di creare quattro gruppi appartamento, uno per distretto, più il centro di pronta accoglienza residenziale a copertura di tutto il territorio regionale. Ricordo, poi, che esiste anche il servizio territoriale socioeducativo, che è finalizzato al reinserimento delle persone che hanno finito il percorso assistenziale sanitario. Questo servizio territoriale prevede che gli operatori vadano a domicilio e aiutino ancora chi è alla fine del percorso nell'inserimento nella società. Quindi si tratta di un servizio dove c'è la possibilità di seguire trenta casi, casi che sono già ben compensati e che comunque necessitano ancora di un accompagnamento.
Ricordo che in ogni gruppo appartamento possono essere accolte fino a quattro persone, quindi quattro posti; il percorso prevede un soggiorno di un anno circa e poi il SERT valuterà caso per caso.
Infine ricordo la presenza delle cosiddette comunità alloggio, che è vero che sono destinate ai pazienti psichiatrici, ma sempre più spesso problemi psichiatrici legati all'alcol e tossicodipendenza sono strettamente legati, quindi le comunità alloggio sono un'ulteriore possibilità di accompagnamento per questi pazienti nel loro programma terapeutico.
Président - La parole au Conseiller Louvin.
Louvin (VdAV-R) - Non le nascondo, Assessore, una certa amarezza nel vedere che qui siamo in presenza di un anello debole della catena di aiuto e di recupero di questa categoria di persone. In estrema sintesi, mentre la delibera del 2007 indica come servizio esistente quello del gruppo appartamento, oggi in base alla sua risposta si deve riconoscere che di gruppi appartamento non ne sono ancora stati attivati. Ho capito che si inizia a fare qualcosa, ma mi pare in modo ancora un po' lento e macchinoso. Ho l'impressione che qui si debba invece cercare di dare delle risposte forse più elastiche alla richiesta che viene fatta, magari cercando di individuare altri soggetti o disponibilità eventuali delle famiglie, di mettere a disposizione degli appartamenti per finalizzarli a questo scopo, perché il rischio è sempre lo stesso: la ricaduta, il ritorno all'indietro, se non c'è un ambiente diverso che viene creato intorno a queste persone. Quello che sentiamo, parlando con i familiari delle persone colpite dal problema di alcoldipendenza, è sempre lo stesso: tornano a casa e ricadono regolarmente nella stessa abitudine. È fondamentale creare un luogo diverso e stando alla dimensione del fenomeno che abbiamo anche ricordato poco fa, l'ipotesi di andare a quattro gruppi-appartamento per distretto, cioè a un totale di sedici posti ipotetici, per il futuro, mi sembra ancora una risposta un po' debole, anche se unito al servizio a domicilio.
Francamente avrei immaginato che si tentasse di riservare, nell'ambito della edilizia pubblica, qualche spazio fin da subito, qualche appartamento fin da subito per questo tipo di esperienza che a quasi due anni dalla delibera quadro che è stata adottata non è ancora praticato. Su questo c'è stato anche un equivoco con le famiglie, perché si sono create delle aspettative. Si è parlato molto di questo con le famiglie e oggi queste famiglie vivono nella assoluta incertezza circa l'istituzione o meno di queste strutture. Ci sono purtroppo delle fasi cicliche in questa dipendenza, che sono da fronteggiare con questo tipo di strumenti e i tempi nei quali vedo essere approntata la reazione della Regione e dell'USL mi sembrano ancora piuttosto lenti.
Vorrei concludere con un'osservazione a latere su una certa sottovalutazione complessiva del problema dell'alcoldipendenza. A fronte della vastità di questo fenomeno, abbiamo la sensazione che ci sia anche in amministrazione una duplice visione: siamo stati sorpresi di apprendere che da parte di esponenti della Giunta regionale sono stati indirizzati degli appelli al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro per l'agricoltura a proposito della limitazione del tasso alcolemico, per denunciare una errata campagna di demonizzazione a carico prevalentemente dell'alcol, in particolare del vino. Sono - lo confesso - un modesto consumatore, ma credo che siamo la maggior parte di noi a fare le dovute differenze rispetto a un consumo modico. Ma a fronte di 600 sospensioni di patenti all'anno in Valle d'Aosta per guida in stato di ebbrezza e a un dato a mio avviso ancora più inquietante, cioè che fra gli adolescenti che usano sostanze di dipendenza il 63 percento beve alcolici regolarmente, trovo singolare che da parte della Giunta il momento di esternazione sul tema sia quello di preoccupazione che non sia troppo abbassato il tasso alcolemico per quanto riguarda la guida sulle nostre strade.
Per quanto riguarda in particolare la questione dei gruppi-appartamento, l'insistenza nostra è molto forte, perché vengano attivati quanto prima questi servizi.