Oggetto del Consiglio n. 395 del 25 febbraio 2009 - Resoconto
OGGETTO N. 395/XIII - Interpellanza: "Individuazione di ulteriori provvedimenti per contenere il disagio degli occupati nel settore industriale ed artigianale".
Interpellanza
Rilevato che la crisi che ha colpito il settore industriale in Valle d'Aosta ed in particolare nella bassa valle si è ulteriormente inasprita;
Preso atto che il Governo regionale ha dichiarato di seguire puntualmente lo sviluppo della crisi della Cogne Acciai Speciali di Aosta e delle altre imprese, attraverso un costruttivo rapporto bilaterale con le parti sociali;
Constatato che anche le piccole imprese artigianali sono in grave difficoltà e non esistono ammortizzatori sociali per chi opera in tali realtà produttive;
Appurato che le misure per affrontare la crisi da parte delle imprese hanno una ricaduta forte sulla situazione economica delle famiglie che hanno uno o più componenti occupati nel settore industriale;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
il Governo regionale per conoscere se intenda valutare ulteriori provvedimenti, alcuni già da tempo in fase di elaborazione, volti a contenere il disagio delle famiglie che abbiano componenti occupati nel settore industriale ed artigianale.
F.to: Donzel - Rigo - Fontana Carmela
Président - Comme il a été convenu, on passe maintenant à la discussion du point n° 24 à l'ordre du jour.
La parole au Conseiller Donzel.
Donzel (PD) - Egregio Presidente, care colleghe e cari colleghi, riaffrontiamo un tema che nella percezione collettiva è un tema che è fastidioso e che si ritiene già sufficientemente dibattuto. Abbiamo avuto già su questo tema una grossa discussione in sede di bilancio, sono state approvate già delle importanti misure anticrisi e allora qualcuno potrebbe dire: "ma perché continuare a tenere viva l'attenzione sulla crisi economica?". Di ragioni ve ne sono più di una: intanto, sulla base di un'esperienza che non è quella maturata in qualche mese da Consigliere regionale, mi sono portato dietro alcuni volumi che ho avuto modo di scrivere mentre facevo una tesi di ricerca sulle aziende del Pinerolese. Ho avuto modo negli anni '80 di vivere la chiusura di una delle più importanti aziende di quella zona: l'Indesit, che poi fu salvata in extremis, ma provocò la perdita di migliaia e migliaia di posti di lavoro con gravi ripercussioni al tessuto sociale di quelle realtà e, proprio per questo, serve essere molto attenti a quello che sta accadendo, perché le ripercussioni di quella che può essere una crisi strisciante anche sul tessuto sociale della Valle d'Aosta possono essere molto gravi. Per venire a qualche cifra: in una realtà come la nostra che ha nel settore industriale circa 3.000 addetti, a fine dicembre avevamo qualcosa come un migliaio di persone circa in cassa integrazione. In pochi mesi siamo passati a 1.500 persone ed è aumentato anche il numero delle aziende interessate dal fenomeno della cassa integrazione. Proprio in questo periodo in cui c'è tale delicato fenomeno che colpisce alcune aziende, assistiamo anche ad una perdita complessiva di posti di lavoro nell'occupazione valdostana, dove si passa da 38mila a 35mila occupati; questo vuol dire che la situazione non è una situazione normale, ma è una situazione particolare. Certo non è una cosa che riguarda solo la Valle d'Aosta: "180mila posti di lavoro in meno in Europa, qualcosa come 2,4 milioni di precari in Italia senza lavoro", queste sono parole del Presidente della Banca d'Italia, Draghi, vuol dire che sono dati che hanno una loro fondatezza. La situazione pertanto è grave in Europa, è grave in Italia e inevitabilmente ne siamo toccati anche noi a livello regionale. Ne sono toccate quindi in misura non indifferente anche piccole e medie imprese, le piccole imprese che nel settore edile sono state anche toccate da fattori contingenti, come, ad esempio, un lungo inverno che ha reso difficile l'apertura di alcuni cantieri... ma è un meccanismo lento e continuo di piccole difficoltà che si aggiungono a quelle in essere. Un meccanismo per cui fra le tante difficoltà delle piccole e medie imprese vi è quella che molti privati faticano a pagare, creando problemi di liquidità a queste aziende, mentre nel settore pubblico in Valle d'Aosta c'è una risposta ai pagamenti nei confronti di tali aziende, sono i privati ad essere insolventi e si crea una crisi di liquidità per queste aziende.
Riteniamo che a tale punto si debba accelerare il riesame di alcuni disegni di legge che erano già stati presi in considerazione nella precedente legislatura, come quelli che si occupavano del reddito di reinserimento, misure che vadano a tutelare anche quei lavoratori che, occupati solo a tempo determinato, non possono beneficiare della cassa integrazione. In questo momento, proprio perché ci siamo presi la libertà come partito di sentire le imprese, di incontrare le parti sociali per avere più chiarezza anche noi di quello che sta avvenendo, ci siamo resi conto che bisogna dare una risposta chiara, bisogna intervenire in termini di sostegno e di rafforzamento delle famiglie in questa delicata fase, soprattutto quelle che hanno dei lavoratori che in quanto svolgono dei lavori atipici non sono tutelati. Bisogna mettere in campo delle misure, oltre a queste di tipo assistenziale, che in qualche modo preservino tali lavoratori, la loro capacità, ipotizzando anche delle forme per cui attraverso meccanismi di ulteriore formazione queste energie positive non vengano disperse nella nostra realtà, dove già sono poche le capacità e le volontà di lavorare in settori come quello industriale, e vadano perse per il mondo produttivo. Questo noi chiediamo all'Amministrazione regionale, continueremo a spingere affinché vi sia risposta rispetto a tali problematiche, agendo sia sugli aiuti, ma anche sulla possibilità di creare percorsi di formazione per questi lavoratori che diano delle possibilità di accesso privilegiato ad alcune realtà. Poi, senza "nasconderci dietro ad un dito", ci chiediamo se non sia il caso di valutare l'apertura di cantieri particolari per lavori socialmente utili o cantieri nel settore della forestazione che però abbiano il preciso indirizzo non di alterare il normale mercato del lavoro valdostano, ma di dare una risposta a queste persone che attraversano un momento di difficoltà.
Président - La parole au Président de la Région, Rollandin.
Rollandin (UV) - Grazie, Presidente. Ringrazio anche i colleghi per aver accolto l'invito ad anticipare questa discussione su tale argomento, in quanto domani si terrà a Roma una Conferenza Stato-Regioni e questa sera ci sarà un incontro preparatorio, che vede una certa urgenza legata anche ad un episodio a cui alcuni avranno potuto assistere, verificatosi nel corso della trasmissione "Ballarò", che ha messo fortemente in discussione il ruolo delle Regioni a statuto speciale. Chi ha visto questa trasmissione ha potuto udire delle cose inaudite sulla Costituzione, come si manipola, cosa se ne fa, il fatto che le norme europee l'avrebbero automaticamente cambiato, quindi la possibilità di interpretare le questioni in modo diverso, di conseguenza non si sa più se la Costituzione è valida per le Regioni a statuto speciale. Credo - permettetemi di dire questo, collegandolo alla parte che andremo a sviluppare sulla crisi - che il ruolo delle Regioni a statuto speciale nell'ambito del Progetto "federalismo fiscale" abbia una sua connotazione voluta da tutti, unanimemente, e portare in discussione un argomento come quello delle Regioni a statuto speciale, approfittando delle interviste fatte ad alcuni funzionari... hanno escluso il discorso politico (a noi sta benissimo), anche se durante la trasmissione c'erano politici che hanno parlato delle Regioni a statuto speciale, senza alcuna possibilità di un confronto, credo che sarebbe stato corretto prevedere una voce che spiegasse le peculiarità delle Regioni a statuto speciale. Si sono fatti degli apprezzamenti sul riparto senza fare menzione di tutte le incombenze legate alle Regioni a statuto speciale, si è parlato della scuola senza dire che la scuola la paghiamo noi, tutta una serie di questioni, dicendo: "va benissimo, è ottimo" e poi fanno vedere da altre parti che non c'è, senza ricordare che cosa succede nell'ambito delle prerogative dell'autonomia speciale. Dico questo perché noi dobbiamo prendere una posizione nei confronti di un atteggiamento così scandalosamente fazioso nei confronti di una situazione che è costituzionalmente sancita come è l'esistenza delle Regioni a statuto speciale. Le Regioni a statuto speciale sono disponibili a sedersi al tavolo per dialogare sul Fondo perequativo, per vedere cosa significa "solidarietà", ma credo che non si possa semplicemente dire per esse: "l'unico modo è tagliare" o addirittura: "vedremo adesso se è il caso di rivedere al limite anche la costituzione", mi sembrano affermazioni francamente pesanti! L'ho detto in apertura, perché questo è approcciare il tema poco elegantemente, e pericoloso, anche per la nostra Regione, come per le altre Regioni a statuto speciale, di cui si è parlato meno; si sono citate quelle del nord e di quelle del sud non si è fatto menzione. Chiedo scusa, Presidente, ma era un discorso collegato al fatto che abbiamo chiesto di anticipare questa risposta, perché domani intendiamo porre il tema all'attenzione anche dei colleghi delle Regioni a statuto ordinario, perché il nostro problema non è quello di andare contro le Regioni a statuto ordinario o di non tener conto dell'importanza del federalismo fiscale: è di far capire cosa significa avere delle competenze ed esercitarle avendone un riscontro nei servizi e nella qualità, se invece si interpreta come se si dà in più e questo di più è un privilegio, credo che siamo fuori strada!
Tornando al tema, ringrazio i colleghi per avere ancora una volta sollevato in aula l'argomento della crisi che tocca tutti, sono state ricordate delle analisi fatte ultimamente nell'ambito del problema del lavoro, della perdita di posti di lavoro, del numero di cassa integrati che tocca le grandi e le piccole aziende. Per quanto ci riguarda, il primo piano di intervento, legato a quelle che il Consiglio ha approvato all'unanimità come una serie di misure che vanno ad inserirsi sia nell'ambito del sostegno all'attività lavorativa sia delle famiglie, è una prima risposta e non può essere chiaramente l'unica, si stanno predisponendo altre misure che andranno nella direzione di tener conto della situazione di crisi. Sappiamo che è in crisi, purtroppo, anche la più grande azienda regionale: alla Cogne, da quello che ci dicono, la situazione è meno grave dei concorrenti: sappiamo che il discorso dell'acciaio vive un momento del tutto particolare, noi ce lo auguriamo, perché questo è l'ultimo bastione di grande impresa, perché altre non ce ne sono; ultimamente, se non ci fosse stata questa crisi, si sarebbe potuto dire che l'andamento era positivo... è ancora molto meglio di alcuni concorrenti, ma sicuramente problematico.
Venendo alla domanda che è stata posta, come dicevo, oltre agli ammortizzatori sociali di natura nazionale, che si differenziano a seconda che il disagio del lavoratore sia conseguente ad una difficoltà congiunturale e strutturale reversibile, è stato predisposto nell'ambito degli ammortizzatori sociali concessi in deroga alla normativa vigente, un accordo quadro che prevede che nel caso di crisi occupazionali la rilevanza sociale delle difficoltà troverà riconoscimento in un accordo stipulato attraverso un esame congiunto con l'azienda e i rappresentanti delle categorie interessate sottoscrittrici dell'accordo. Fondamentalmente gli ammortizzatori sociali che si interessano del sostegno ai lavoratori sono, come è ben noto, la cassa integrazione ordinaria e straordinaria e la mobilità. Per quanto concerne la cassa integrazione guadagni straordinaria in deroga, sono interessati al trattamento i lavoratori (operai, impiegati intermedi e quadri) con un'anzianità lavorativa di almeno 90 giorni, occupati in imprese ubicate nella regione Valle d'Aosta, dal settore turistico alberghiero... per limite di spesa che sia stato individuato precedentemente, nel settore impianti a fune, metalmeccanico fino a 15 dipendenti, editoria, stampa, riproduzione dei supporti registrati fino a 15 dipendenti, per limite di spesa individuato nell'accordo del 2007, che non possono ricorrere alla cassa integrazione speciale ai sensi della normativa vigente. Ho voluto ricordare questo, che sicuramente al collega Donzel è più che noto, solo per dire che in questo momento dobbiamo utilizzare tutti gli strumenti che a livello nazionale sono posti in essere e che possono di fatto essere utilizzati in forma ordinaria e anche straordinaria in deroga. Per quanto riguarda la mobilità in deroga, sono interessati al trattamento i lavoratori che hanno diritto all'inserimento nella lista di mobilità disciplinata dall'articolo 6 della legge n. 223/1991, in possesso dei requisiti previsti dall'articolo 4 della legge n. 236/1993, provenienti da imprese ubicate nella regione Valle d'Aosta, settore turistico alberghiero per il limite di spesa individuato dall'accordo 2005, e negli altri settori vale quanto detto sopra, che non possono fruire dell'indennità di mobilità ai sensi della normativa vigente.
In data 29 ottobre 2008, preso atto che il mutamento della situazione socio-economica della realtà valdostana, con il relativo allargamento dei settori di potenziale crisi, rivelava la necessità di integrare le precedenti intese, al fine di renderne più mirata ed efficace l'attuazione, veniva estesa - con verbale di integrazione d'intesa recepita in accordo governativo - la possibilità di accesso agli ammortizzatori in deroga ai seguenti lavoratori e settori: dipendenti delle imprese interessate dall'accordo quadro con più di 15 dipendenti, che hanno esaurito la possibilità di usufruire dei trattamenti di integrazione salariale previsti dalla normativa vigente, dipendenti delle imprese del settore case da gioco con più di 15 dipendenti ubicate nella regione, apprendisti (questo è un punto essenziale per quanto ci riguarda) delle aziende fino a 15 dipendenti nel settore impianti a fune, metalmeccanico (che è quello più in sofferenza), editoria, stampa e riproduzione di supporti. Questa integrazione fatta a novembre tutela molto della parte lavoro ancora riferita a quelle che sono oggi le situazioni di sofferenza soprattutto in media e bassa Valle. A tal proposito si evidenzia che l'estensione agli apprendisti ha rappresentato il primo caso in Italia, motivato dal fatto che, a causa delle ridotte dimensioni delle aziende locali, l'eventuale utilizzo degli ammortizzatori in deroga agli operai comportava paradossalmente il blocco dell'attività aziendale stante l'impossibilità per gli apprendisti di partecipare all'attività dei percorsi formativi. La predisposizione di questa serie di ammortizzatori in deroga, che tengono conto della specificità della regione, ha permesso di coprire questi settori e quelli della fascia di lavoratori che potrebbero essere toccati dalla crisi. Alla data del 20 febbraio 2009 sono stati sottoscritti i verbali di esame congiunto per l'utilizzazione degli ammortizzatori sociali in deroga da parte TA Box, mobilità in deroga per 9 lavoratori, Metaltubi per 4 lavoratori, C&E (?) in deroga per 2 lavoratori, tutte aziende del settore metalmeccanico con meno di 15 dipendenti. Per quanto attiene il settore artigiano, è tuttora oggetto di attento monitoraggio, in particolare in data 9 febbraio 2009 è stato tenuto un incontro presso il Dipartimento politiche del lavoro e formazione del Coordinatore del dipartimento, con le associazioni artigiane, per un esame delle problematiche connesse all'utilizzo degli ammortizzatori. Il 13 febbraio si è tenuto un incontro con l'Associazione consulenti del lavoro per l'esame di queste problematiche, il 16 con l'Ente bilaterale che ha una funzione di intervento con le piccole e medie imprese che interviene per il 20% del costo. Gli incontri sono altresì finalizzati allo studio dell'estensione degli ammortizzatori in deroga ad ulteriori campi nel settore artigiano. Il nuovo strumento normativo utilizzato dalla Regione per fronteggiare la crisi, oltre alla legge n. 1, porterà ad ulteriori provvedimenti. Oltre ai vari interventi di natura economica a sostegno della famiglia, interviene finanziariamente a sostegno dei versamenti volontari a favore di soggetti anche non aderenti a strumenti previdenziali che si trovino in particolare situazione di bisogno e difficoltà nei tre anni antecedenti al raggiungimento dell'età pensionabile; anche voi avevate parlato di questo, ci sarà questa possibilità di intervento in modo da coprire tale difficoltà sottolineata anche dalla collega Fontana. Si ritiene che allo stato attuale gli strumenti messi in campo siano una prima parte di quello che si vuole fare.
Venendo alle sollecitazioni, reddito di reinserimento e soprattutto lavori socialmente utili, stiamo predisponendo con l'Assessorato competente, in particolare per quanto riguarda la forestazione, un piano specifico che, come era già stato fatto per la Tecdis, per i 40 lavoratori di allora, possa prevedere nel caso in cui ci sia, come sembra purtroppo, l'esigenza, una possibilità operativa. Stanno verificando quindi per predisporre le azioni, che possano essere messe in atto al momento in cui questi cantieri cominciano a lavorare, tenendo conto delle esigenze che verranno puntualmente viste assieme nell'ambito della situazione generale. Vorrei ricordare in particolare quelli che hanno una certa età, che nessuno vuole più, espulsi dal lavoro... se possono trovare un riferimento per raggiungere questo limite.
Ricordo che sempre di questi temi stiamo parlando nell'ambito delle politiche del lavoro, perché i due campi sono strettamente collegati. Il nuovo Piano per le politiche del lavoro affronta anche questi temi, che potrebbero essere già anticipati in un provvedimento, nel caso in cui ci siano i numeri che ci portano a dire che è necessario intervenire urgentemente, perché vediamo già adesso che dal momento in cui si prende il provvedimento fino a quello in cui si fanno le deliberazioni attuative passa un certo lasso di tempo. Non vorremmo che il Piano delle politiche del lavoro, che porteremo in Consiglio dopo il dovuto approfondimento, verso maggio, se venisse approvato a fine estate, rischiasse di non avere più gli effetti per questo tipo di procedura.
Riteniamo importante il tema affrontato oggi, che come indicazione ci porta a dire che stiamo esaminando quegli strumenti (alcuni sono stati sottolineati come il reddito di reinserimento, che è un punto che va affrontato con questa logica) che siano in grado di attivare in modo organico dei provvedimenti che possono dare nell'immediato una risposta al periodo di crisi, per non arrivare tardi. Su questo c'è sempre il tavolo aperto della crisi, su cui ci confrontiamo tutti e, come abbiamo fatto per la prima fase, faremo per la seconda, per addivenire quanto prima a un piano che dia soddisfazione a questi interventi e soprattutto sia sollecito.
Président - La parole au Conseiller Donzel.
Donzel (PD) - Intanto ringrazio il Presidente per la puntuale risposta, di cui eventualmente gli chiedo di avere copia e mi rassicura che la percezione che ci siamo costruiti attraverso gli incontri con le parti sociali non è solo una nostra percezione, ma è una realtà che viene riconosciuta e sulla quale si ritiene opportuno intervenire.
Siccome nella prima parte del suo intervento mi è parso di capire che vi fossero degli elementi che non erano strettamente collegati a questa interpellanza, ma che ovviamente sono stati collegati all'interno di questo dibattito, vorrei precisare che non ho avuto modo di seguire personalmente quella trasmissione di cui parlo per sentito dire. Mi limito a dire questo: oggi dovevo essere ad una riunione importante del mio partito a Roma, non ci sono proprio perché ho voluto essere qui a parlare della crisi industriale, perché prima vengono le persone e poi vengono i problemi del nostro partito, ecco in quella sede ero stato chiamato come rappresentante della Valle d'Aosta. Il tema che lei pone, non entrando nel merito di cui devo avere maggiori informazioni, ragguagli, quindi è un tema che ha la nostra massima attenzione e sul quale sicuramente interverremo anche per quanto ci riguarda personalmente. Riteniamo su questo, per un'esperienza maturata anche in altre organizzazioni, che spesso si parli senza conoscenza di causa, quindi con dei dati superficiali, in situazioni in cui le persone, messi a confronto due dati senza avere l'esatta ricostruzione del quadro generale, dicono delle cose di buon senso alle volte, che per noi che viviamo questa realtà sono di cattivo senso, perché sono decontestualizzate da questa cosa. Mi permetto di dire che non è una posizione che mai e poi mai abbiamo condiviso, quindi riporteremo anche queste sensazioni nella nostra realtà.