Oggetto del Consiglio n. 161 del 22 dicembre 1961 - Verbale
OGGETTO N. 161/61 - SUBCONCESSIONE ALLA SOCIETÀ IDROELETTRICA S.I.P. DI DERIVARE E UTILIZZARE ACQUE DELLA DORA BALTEA NEL TRATTO FRA CHATILLON E MONTJOVET.
L'Assessore ai Lavori Pubblici, MANGANONI, riferisce al Consiglio in merito alla proposta di subconcessione alla Società Idroelettrica S.I.P. per derivazione e utilizzazione di acqua della Dora Baltea nel tratto fra Châtillon e Montjovet.
Richiama, in proposito, l'attenzione dei Signori Consiglieri sulla relazione trasmessa loro in copia unitamente all'ordine del giorno dell'adunanza del 21-22 dicembre 1961:
---
Per la utilizzazione delle acque del tratto della Dora Baltea, compreso all'incirca fra lo scarico nella Dora medesima dell'impianto di Breil della Società SIP, in Comune di Châtillon, e la frazione Borgo, del Comune di Montjovet, veniva presentata in data 7 aprile 1955, dalla Azienda Comunale Elettricità ed Acque di Roma (A.C.E.A.) domanda di subconcessione delle menzionate acque a mezzo di un serbatoio, da costruirsi in località Petit Monde, in Comune di Montjovet, della capacità di 45 milioni di mc., da ottenersi mediante sbarramento della Dora con diga di gravità ad arco. Per quanto la costruzione di tale serbatoio non fosse consentita dal piano generale di utilizzazione in quell'epoca vigente e approvato dal Comitato Misto, di cui all'art. 8 dello Statuto regionale, per la utilizzazione delle acque pubbliche del territorio della V alle d'Aosta, la domanda non venne tuttavia respinta e fu tenuta in sospeso, in attesa che nuove disposizioni del Comitato Misto decidessero eventualmente diversamente.
Nelle more per queste nuove disposizioni, la Società Idroelettrica Piemonte, già titolare di una concessione di derivazione di acqua dalla Dora Baltea all'incirca nello stesso tratto compreso fra Châtillon e Montjovet, assentita con decreto prefettizio in data 25-7-1912 n. 17895, chiese con domanda 18 giugno 1955, incompatibile e concorrente, di derivare le acque dalla Dora Baltea fra Châtillon e Montjovet nella misura di max moduli 700 e medi moduli 440 per produrre, su di un salto utile di mt. 52,80, la potenza nominale media di Kw 22.706.
Nel frattempo, avendo deciso il Comitato Misto, riunitosi in seduta in data 18-12-1957, di mantenere immutate le direttive vigenti e solo di consentire ulteriori accumuli d'acqua nelle vallate laterali della Dora Baltea a valle della confluenza Dora-Buthier e, quindi, extra asta della Dora Baltea, la domanda in data 7-4-1955 della A.C.E.A., di cui sopra, non potè più oltre restare in sospeso e quindi venne invitata l'A.C.E.A., con lettera della Amministrazione regionale n. 2505/4 in data 11 marzo 1958, a presentare un nuovo progetto che fosse compatibile con le vigenti direttive circa le utilizzazioni di acque pubbliche in Valle date dal Comitato Misto. Aderendo all'invito, la A.C.E.A. ha allora presentato la domanda in data 11 giugno 1958, corredata dal relativo progetto, in cui si previde la soppressione del bacino di accumulazione di 45 milioni di me. di cui alla domanda precedente, e si previde inoltre di derivare acqua in località Castel d'Ussel, in Comune di Châtillon, nella misura di max moduli 1000 e di medi moduli 575 per la utilizzazione di una centrale in località Borgo, di Montjovet, per produrre su di un salto di mt. 51,10, la potenza nominale media di Kw 28.795.
Nelle more della istruttoria di questa domanda, venne poi presentata dalla Società SIP la domanda di varianti in data 25 luglio 1958, variante consistente nell'aumentare a max moduli 1100 e a medi moduli 564,4 la portata della subconcessione così da ricavare chilowatt medi 29.216 di potenza, in luogo di Kw 22.706 previsti dalla domanda precedente.
Sia della domanda 7-4-1955 della A.C.E.A. che della domanda 18 giugno 1955 della S.I.P. venne dato avviso al pubblico mediante la pubblicazione degli avvisi relativi alla loro presentazione, fatta, per l'una e per l'altra domanda, nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 151 del 20 giugno 1956, nonché sul F.A.L. della Regione n. 50 del 23 giugno 1956.
Della presentazione della domanda 11-6-1958 di variante della A.C.E.A., in quanto domanda di varianti sostanziali, venne dato ancora avviso al pubblico mediante pubblicazione fatta nel Foglio 177 del 23 luglio 1958 della Gazzetta Ufficiale e nel F.A.L. della Regione n. 1 del 2-7-1958, mentre per la domanda di variante 25 luglio 1958 della SIP non venne fatta alcuna pubblicazione, trattandosi di domanda di varianti non sostanziali.
Tutto ciò premesso, si riferisce ora in merito alla istruttoria esperita sulle quattro domande presentate.
Istruttoria
Con ordinanza 3 novembre 1958 n. 51, dell'Assessore ai Lavori Pubblici della Regione, è stata disposta l'ammissione ad istruttoria delle domande incompatibili e concorrenti della A.C.E.A. e della S.I.P., di cui sopra, corredate dai relativi progetti e venne disposto il loro deposito presso l'Amministrazione regionale della Valle d'Aosta - Ufficio Acque e Miniere -, per la durata di giorni 15, consecutivi, decorrenti dal 15 settembre 1958, disponendo altresì che una copia di detta Ordinanza venisse affissa, per la durata dei suddetti 15 giorni, all'Albo pretorio dei Comuni di Châtillon, St. Vincent e Montjovet, avvertendo che le opposizioni dovranno presentarsi all'Ufficio Acque e Miniere della Regione, ovvero ai Comuni di cui sopra, entro 20 giorni dalla data 15 settembre 1958.
Copia dell'ordinanza è stata poi comunicata al Magistrato delle Acque per il Po, di Parma, al Ministero dei LL.PP., al Comando del Genio Militare presso il Ministero della Difesa, a Roma, alla Direzione del Demanio della Zona Aerea, di Milano, alla Sezione Idrografica del Po, di Torino, agli Assessorati al Turismo e alla Agricoltura e Foreste della Regione, al Comando Militare Territoriale di Torino, all'Ufficio del Genio Civile, di Aosta, ai Canali Demaniali Cavour, di Torino, al Consorzio regionale per la tutela, l'incremento e l'esercizio della pesca, di Aosta, alla Azienda Comunale Elettricità ed Acque, di Roma, ed infine alla Società Idroelettrica Piemonte, di Torino.
La pubblicazione delle domande tanto nei Fogli Ufficiali quanto agli Albi pretori dei Comuni è avvenuta regolarmente senza dar luogo alla presentazione di altre domande concorrenti e così pure è avvenuta regolarmente la pubblicazione delle domande stesse presso l'Ufficio regionale Acque e Miniere.
Entro i venti giorni dall'inizio delle pubblicazioni è stata presentata opposizione all'ordinanza da parte della A.C.E.A. con memoriale 23-9-1958 n. 20688.
La visita locale di istruttoria, con ritrovo alla Sede comunale di Châtillon, è avvenuta il 22 ottobre 1958, così come era stato disposto nella ordinanza di pubblicazione, ed alla visita medesima sono intervenuti i Signori:
- Dott. Ernesto Cerbo, Capo Divisione del Ministero dei LL.PP.;
- Geom. Luigi Vesan, Assessore ai LL.PP. della Regione, assistito dal Dott. Ing. Alfredo Mosti, Direttore dell'Ufficio Acque e Miniere -della Regione, e dal Geom. Michele Gonrad, dello stesso Ufficio;
- Dott. Ing. Ugo Brighenti e Dott. Ugo Delgado del Magistrato per il Po, di Parma;
- Dott. Ing. Mario Maione dell'Ufficio del Genio Civile di Aosta, assistito dal Geom. Callegari Giuseppe dello stesso Ufficio;
- Geom. Gnudi Vittorio, in rappresentanza della Direzione Lavori del Genio Militare di Torino;
- Sig. Vuillermoz Faustino, Sindaco di Châtillon;
- Dott. Ing. Ettore Verducci, Direttore della A.C.E.A., assistito dall'Avv. Dino Ambrosio e dall'Ing. Amerigo Tocci;
- Dott. Ing. Giulio Gentile, Vice Direttore Generale della S.I.P., assistito dall'Avv. Dumontel Federico, dal Dott. Bagolan Giuseppe e dal Dott. Nicolais Rocco.
Durante la riunione, hanno interloquito l'Avv. Dumontel e l'Ingegnere Gentile per conto della SIP e Ambrosio per conto dell'A.C.E.A. Hanno anche brevemente interloquito i Sigg. Gnudi della Autorità Militare, Brighenti del Magistrato per il Po, di Parma, e il Sindaco di Châtillon, Sig. F. Vuillermoz, il primo per esprimere riserva circa le previdenze da adottare nell'interesse militare allorchè sarà presentato il progetto esecutivo dell'impianto, il secondo per dire che non sussistono eccezioni da parte del Magistrato per il Po, il terzo per sollecitare la esecuzione dei lavori.
Esame delle opposizioni
Come si è detto più sopra, la pubblicazione della ordinanza ha dato luogo alla presentazione di un esposto in data 23-9-1958 numero 20688 da parte della A.C.E.A.
Con questo esposto la A.C.E.A. fece opposizione alla ordinanza di istruttoria perché a suo avviso:
a) la domanda 11-6-1958 da essa presentata, successiva alla domanda 7-4-1955, non si deve considerare di varianti, ma deve considerarsi domanda integrativa da non inquadrarsi quindi nelle varianti previste dall'art. 49 del Testo Unico 11-12-1933 n. 1775;
b) la domanda della S.I.P. 25-7-1958, presentata a titolo di variante della sua precedente domanda 18-6-1955, incompatibile e concorrente con la domanda dell'A.C.E.A. 7-4-1955, non deve considerarsi domanda di varianti, ma domanda di nuova concessione; cosicchè la sua ammissione ad istruttoria con procedura abbreviata, come è stato disposto con l'ordinanza, costituisce violazione dell'art. 49 del Testo Unico per il fatto che tale procedura presupponeva il preventivo parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
In sede di riunione della visita locale di istruttoria, il rappresentante dell'A.C.E.A., Avvocato Ambrosio, ha confermato l'esposto presentato e, dopo aver fatto presente che in data 21 ottobre 1958 l'A.C.E.A. ha proposto ricorso per l'annullamento della ordinanza al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche, di Roma, ha fatto anche presente l'opportunità di sospendere l'istruttoria.
Contro questa domanda di sospensione si sono opposti l'Avv. Dumontel e l'Ing. Gentile, della SIP, sostenendo che i motivi di ricorso della A.C.E.A. erano infondati nel merito.
Sono poi seguite le dichiarazioni, cui sopra si è accennato, dell'Ing. Brighenti del Magistrato per il Po, del Geom. Gnudi per conto del Genio Militare e del Sig. Vuillermoz, Sindaco del Comune di Châtillon.
In relazione alle opposizioni presentate si dovrei,- be dunque procedere al loro esame. Senonchè tale esame è perfettamente inutile perché è da tenere presente, per il debito conto, che la A.C.E.A. con esposto in bollo in data 3-12-1958 n. 26526, inviato anche per conoscenza all'On.le Ministero dei LL.PP., ed alla S.I.P., ha dichiarato di recedere dalla propria domanda in data 7-4-1955 e, quindi, anche dall'atto di opposizione 23-9 1958 presentato, come si è detto, alla Amministrazione regionale.
In seguito a questa rinuncia, l'Amministrazione regionale fece, per altro, presente che, siccome alla domanda 7-4-1955 fece seguito la domanda di varianti 11 giugno 1958, sarebbe stato bene che la domanda di recessione o di rinuncia fosse estesa anche a questa domanda; il che l'A.C.E.A. fece senz'altro inviando la lettera 31-1-1959 n. 2658, con la quale dichiarò di recedere anche alla propria domanda 11-6-1958, variante della domanda del 7-4-1955.
Della recessione o rinuncia alle citate domande di subconcessione di acque della Dora Baltea, in Comune di Montjovet, l'Amministrazione regionale ha dato atto alla A.C.E.A. con lettera raccomandata del 12-3-1959 n. 654/4 dichiarando di non aver nulla da eccepire in merito.
Così stando le cose, e di conseguenza risultando che sono ora senza domande concorrenti le domande della SIP del 18-6-1955 e del 25-7-1958, - intese ad ottenere la subconcessione per la grande derivazione idroelettrica Châtillon-Montjovet sulla destra della Dora Baltea -, si è proseguito senz'altro al completamento della istruttoria iniziata non tenendo conto delle opposizioni presentate a suo tempo dalla A.C.E.A., oggi non più valide.
Si fa, tuttavia, presente che in data 25 febbraio 1959, e cioè fuori termine, è stato presentato un esposto 20-2-1959 da parte del Consorzio regionale per la tutela, l'incremento e l'esercizio della pesca in Valle d'Aosta, esposto inteso ad ottenere:
1) il deflusso di 7 moduli (700 litri/sec) dalle opere di presa per le necessità ittiche;
2) la costruzione di una scala di monta per consentire ai pesci di superare lo sbarramento durante le loro migrazioni;
3) l'aumento di L. 250.000 annue all'indennizzo annuo che la SIP già corrisponde per le derivazioni che ha in atto.
Si osserva
Tra la SIP ed il Consorzio regionale predetto esiste una convenzione in base alla quale la SIP è obbligata a pagare al Consorzio una certa somma annua, che sostituisce gli obblighi ittiogenici pertinenti a determinati impianti, fra i quali anche quello vecchio attuale di Montjovet. A parte il fatto che, come si è detto, l'esposto non dovrebbe aver valore perché presentato fuori termine, sta il fatto che la richiesta dei sette moduli d'acqua da lasciar defluire dallo sbarramento e la richiesta per la scala da monta sembrano eccessive rispetto agli obblighi già stipulati. Si propone, perciò, di non accogliere integralmente tali richieste.
Per contro, tenendo conto che, con la nuova domanda di derivazione, risulta aggravata per il Consorzio la situazione ittiogenica, si ritiene giusto che tale situazione sia compensata con un aumento annuo di L. 200.000 sulla somma annua che la SIP già corrisponde al Consorzio.
Inoltre, - tenuto conto che il prelievo dei max 110 mc/sec può determinare a valle dello sbarramento situazioni idriche pregiudizievoli all'interesse ittico ed igienico -, si propone di imporre l'obbligo alla SIP di lasciar defluire a valle dello sbarramento litri/sec 500, da servire anche per le fognature dei Comuni attraversati.
Si fa, infine, presente che in seguito alla rinuncia della A.C.E.A. si terrà conto, ai fini della subconcessione da rilasciare alla SIP, del solo progetto allegato alla domanda di varianti del 25 luglio 1958, in quanto tale progetto è identico a quello allegato alla domanda originaria del 18 giugno 1955, diversificandosi unicamente per quei necessari adattamenti rivolti a far utilizzare dall'impianto la max portata di mc/sec 110, in luogo di quella max mc/70.
L'impianto previsto dalla SIP con le citate domande 18-6-1955 e 25-7-1958 e con i relativi progetti, ha lo scopo di aggiornare ed ampliare un impianto della stessa SIP in destra della Dora Baltea, avente la presa in Comune di Châtillon e la utilizzazione in una centrale in Comune di Montjovet le cui caratteristiche sono le seguenti: Moduli max 300; medi 242; salto mt. 51,01; potenza nominale media Kw 12102. Scadenza 31-1-1977.
La nuova subconcessione avrà, pertanto, le seguenti caratteristiche:
- fino al 31 gennaio 1977: mod. max 800; medi 349,90; salto metri 52,80; potenza nominale media kw. 18.112.
- dal 1 febbraio 1977 al termine della subconcessione: mod. max 1100; medi 591,90; salto mt. 52,80; potenza nominale media Kw 30.639.
Consistenza delle opere progettate
Secondo i progetti presentati (giugno 1955 e luglio 1958) a firma Ingg. Riccio e Gentile, allegati alla domanda, il nuovo impianto prevede di utilizzare la stessa presa sulla Dora dell'impianto esistente, di cui sopra si è detto.
La presa è attuata mediante uno sbarramento della Dora Baltea, in Comune di Châtillon, subito a valle dell'impianto St. Clair, della stessa SIP, formato da 4 luci, ognuna di ml. 12,50, con pile intermedie di mt. 0,90, chiuse da paratoie piane aventi altezza di ritenuta di mt. 5,00, con ciglio a quota 440,20 e comandate da una sovrastante passerella a quota 445,80.
Per effetto dello sbarramento, le acque passano, mediante 10 luci di mt. 4,00 x 3,00 provviste di griglie, in un bacino in destra con fondo a quota 437,20, al cui termine sono installate le paratoie piane di presa dell'impianto, in numero di otto, aventi ognuna la luce di mt. 3,00 x 2,70. Attraverso le paratoie, le acque entrano in un bacino di calma che misura in lunghezza, sino all'imbocco della esistente galleria di derivazione, metri 95 circa, ed in larghezza metri 24. Il bacino è provvisto di un gradino di fondo con ciglio a quota 436,70 per arresto dei materiali solidi e loro scarico in sponda sinistra.
Da questo bacino di calma le acque vengono condotte ai due canali in galleria. Il canale o galleria di derivazione che trovasi a valle, in sinistra, è il vecchio canale derivatore che però dovrà funzionare in pressione, con un carico d'acqua variabile da mt. 0,50 all'inizio a mi. 1,80 circa allo sbocco nel bacino di carico; il canale di destra, pure in galleria, che ancora dovrà costruirsi e che funzionerà a pelo libero, sarà il nuovo canale derivatore. La lunghezza di questo canale derivatore sarà di complessivi mt. 4129, misurati dall'imbocco allo sbocco nel bacino di carico. Avrà pendenza del 0,0007, sezione policentrica circoscritta ad un cerchio di mt. 6,30 di diametro. La sua quota di fondo all'imbocco sarà di mt. 43,4; l'altezza d'acqua raggiungibile sarà di mt. 5,70; perciò si avrà sempre un franco di metri (6,30 - 5,70) = mt. 0,70.
Il canale sarà capace di trasportare una portata massima di 89 mc/sec, mentre il vecchio canale esistente non potrà portare al max che 21 mc/sec.
La portata, quindi, dei due canali sarà di mc/sec 110.
Nel vecchio canale derivatore sarà sistemato nel suo tratto all'aperto, a valle dell'esistente sfioratore modulatore detto di Moriola, un dissabbiatore; e, così, sul nuovo canale derivatore, tra le progressive 550 e 660 circa, è pure prevista la costruzione di dissabbiatore.
Quanto agli sfioratori modulatori, uno esiste già nel vecchio canale, nel tratto di questo all'aperto, lungo circa metri 60, con ciglio a quota 438, ma dovrà essere modificato perché, in base all'aumento della portata, per cui il pelo liquido del canale si porterà a metri 439,20, si dovrà rialzarne fino a tale quota il ciglio sfiorante.
Sul nuovo canale è previsto un altro sfioratore modulatore in galleria, in corrispondenza alla finestra detta di Moriola, appena a valle del dissabbiatore. Esso avrà il ciglio sfiorante a quota 439,20 e sarà lungo circa mt. 50.
L'acqua sfiorata andrà a defluire nel torrente Moriola.
I due canali derivatori, dipartentesi dalla vasca di calma, procederanno parallelamente tra di loro fino all'incirca al torrente Moriola, mantenendosi a distanza fra di loro di metri 25. Dopo il torrente Moriola procederanno ancora parallelamente fra di loro, a distanza però di mt. 250.
Convergeranno infine alla vasca di carico, che sarà costituita da un ultimo tratto di galleria allargata, lungo circa mt. 70, e da una testata all'aperto di circa mt. 24, comprendente gli organi di manovra e di scarico. La testata all'aperto sarà costruita utilizzando l'attuale bacino di carico. La vasca è provvista, in sinistra, di scarico di superficie, costituito di tre paratoie a ventola affiancate. Attraverso dette ventole, le cui dimensioni sono di metri 6 x 2,30 ognuna, avrà luogo lo scarico delle portate di supero e, quindi, anche lo scarico della intera portata di mc/sec. 110 nel caso che la centrale dovesse fermarsi.
Il nuovo pelo d'acqua verrà a trovarsi a quota 436,80 e sarà quindi di metri 2,30 più alto del bacino attuale, che è a quota 434,50.
Sulla testata troveranno posto due paratoie, con antistante griglie di metri 8,00 X 9,00 caduna, dalle quali, a mezzo di due condotte forzate lunghe ognuna circa mt. 100, - del diametro di mt. 3,40 e con interasse di mt. 16 -, le acque verranno condotte ad agire su due gruppi Francis, della centrale detta "La Nouvelle Montjovet", ognuno della potenza di 25.000 Kw.
Le acque saranno poi scaricate in destra della Dora Baltea, ovvero potranno essere immesse direttamente nel canale di allacciamento dell'impianto di Hône.
Il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, con voto 18-12-1959 n. 2171, si è espresso favorevolmente per il rilascio della subconcessione alla Società Idroelettrica Piemonte.
Il Ministero delle Finanze - Direzione Generale del Demanio, con nota 21-4-1961 n. 58717, ha dato il proprio nulla osta al rilascio della subconcessione purché venga inserita nel disciplinare una apposita clausola a tutela dei diritti derivanti allo Stato dalla vecchia concessione (detta clausola è stata inserita nell'art. 12 dello schema di disciplinare).
La Commissione consiliare permanente di studio per i Lavori Pubblici, nella riunione del 21-11-1961, ha approvato lo schema di disciplinare da proporre al Consiglio regionale per il rilascio della subconcessione richiesta dalla S.I.P.
Si propone, pertanto, che il Consiglio regionale
Deliberi
1) di subconcedere alla Società Idroelettrica Piemonte (SIP), con sede in Torino, via Bertola n. 40, di derivare in sponda destra della Dora Baltea, subito a valle della centrale di St. Clair della stessa Società SIP, in Comune di Châtillon, i seguenti quantitativi d'acqua:
a) - mod. max 800 e mod. medi 349,90 sino al 31-1-1977.
b) - mod. max. 1100 e mod. medi 591,90 a partire dal 1-2-1977 sino al termine della subconcessione per produrre nella centrale detta "La Nouvelle Montjovet", sul salto di mt. 52,80, rispettivamente nei due sopracitati periodi la potenza nominale media di Kw. 18.112 e di Kw 30.639, alle condizioni del sottoriportato disciplinare;
I quantitativi d'acqua subconcessi fino al 31-1-1977 sono in aggiunta ai mod. max 300 e medi 242 che attualmente vengono derivati nell'esistente impianto idroelettrico Ch'àtillon-Montiovet concesso con decreto presidenziale 30-5-1953 n. 1179 e con scadenza al 31-1-1977;
2) di autorizzare l'emanazione, di concerto con il Ministero dei Lavori Pubblici, del decreto di subconcessione da parte del Presidente della Giunta regionale, previa sottoscrizione del sottoriportato disciplinare da parte del legale rappresentante della Società Idroelettrica Piemonte (SIP);
3) di ordinare e di accertare l'introito delle seguenti somme:
a) deposito presso la Cassa Depositi e Prestiti, della somma di L. 139.400, pari a mezza annualità del maggior canone di lire 278.800 dovuto allo Stato per la maggior potenza di Kw 425 producibili con le acque già concesse con il Decreto presidenziale 30 maggio 1953, n. 1179, in dipendenza dell'aumento di salto da mt. 51,01 a mt. 52,80, a titolo di cauzione complementare a garanzia degli obblighi inerenti alla concessione, somma che sarà restituita, ove nulla osti al termine della concessione medesima.
b) deposito, a titolo di cauzione, presso la Tesoreria della Amministrazione regionale (Dipendenza di Aosta della Cassa di Risparmio di Torino) della somma di L. 5.940.736, pari a mezza annualità del canone di Lire 11.881.472 dovuto dalla subconcessionaria alla Regione sino a tutto il 31 gennaio 1977 sulla potenza subconcessa di Kw 18.112.
Tale deposito cauzionale, sarà integrato alla data 1 febbraio 1977 della somma ulteriore di L. 4.108.856, corrispondente a mezza annualità del canone, dovuto dalla subconcessionaria alla Regione, sulla maggior potenza di Kw (30.639 - 18.112) = 12.527, che risulterà ulteriormente subconcessa a tale data.
I suddetti depositi, costituiti a garanzia degli obblighi che verrà ad assumere la subconcessionaria per effetto della subconcessione, saranno restituiti, ove nulla Osti, al termine della subconcessione medesima.
c) pagamento presso la Sezione di Tesoreria Provinciale o Ufficio del Registro di Aosta, della somma di L. 6.970, pari ad un quarantesimo del maggior canone dovuto allo Stato, giusta il n. 2 dell'art. 13 del disciplinare a termini dell'art. 7 del Testo Unico modificato con l'art. 3 della legge 21 gennaio 1949 numero 8.
d) versamento presso la predetta Tesoreria della Amministrazione regionale della somma di Lire 297 mila 036,80, pari ad un quarantesimo del canone di Lire 11.881.472, dovuto alla Regione della Valle d'Aosta dalla subconcessionaria sino a tutto il 31 gennaio 1977, a termini del secondo comma dell'art. 7 del T.U. 11-121933 n. 1775, modificato con l'art. 3 della legge 21-11949 n. 8.
Tale versamento, alla data 1 febbraio 1977, dovrà essere integrato con l'ulteriore versamento presso la stessa Tesoreria dell'Amministrazione regionale con la somma di L. 205.443, pari ad un quarantesimo del canone dovuto alla Regione sulla maggior potenza di Kw 12.527 che risulterà subconcessa a tale data.
e) versamento presso la Tesoreria dell'Amministrazione regionale (Dipendenza di Aosta della Cassa di Risparmio di Torino), della somma di L. 200.000 per le spese di sorveglianza, esperimenti di portata, collaudo dei lavori ed altre spese dipendenti dal fatto della sub-concessione.
f) continuare a corrispondere alle Finanze dello Stato, fino al termine assegnato con l'art. 10 del disciplinare per la ultimazione dei lavori, ovvero alla data di entrata in funzione della nuova utilizzazione, qualora avvenga prima della scadenza di detto termine, l'annuo canone di L. 7.938.912,00 afferente alla potenza nominale media di Kw 12.012 oggetto della concessione prorogata con decreto presidenziale 30-5-1953 n. 1179, salva l'applicazione dell'ultimo comma dell'articolo 12 dello Statuto speciale della Regione autonoma della Valle d'Aosta promulgato con legge costituzionale 26 febbraio 1948 n. 4.
g) corrispondere alle Finanze dello Stato, fino al 31 gennaio 1977, a decorrere improrogabilmente dalla scadenza del termine assegnato con l'art. 10 del disciplinare per l'ultimazione dei lavori, ovvero dalla data di entrata in funzione della nuova utilizzazione, qualora avvenga prima della scadenza di detto termine, l'annuo canone di L. 8.217.712,00, in ragione di L. 656 per chilowatt, sulla potenza di Kw 12.527, che sarà producibile sul nuovo salto di mt. 52,80 con le acque già concesse con il decreto presidenziale ricordato, 30 maggio 1953 n. 1179, salva l'applicazione dell'ultimo comma dell'articolo 12 dello Statuto speciale della Regione della Valle d'Aosta, promulgato con legge costituzionale 26 febbraio 1948 n. 4.
h) versare alla predetta Tesoreria della Regione della Valle d'Aosta
a decorrere improrogabilmente dalla data fissata dall'articolo 10 del disciplinare per la ultimazione dei lavori, ovvero dalla data di entrata in funzione della nuova utilizzazione, qualora avvenga prima della scadenza di detto termine, e sino al 31 gennaio 1977, l'annuo canone di L. 11.881.472, in ragione di lire 656 per Kw sulla potenza di Kw 18.112 prodotta sino a tale data dalla subconcessione come precisato dall'art. 3 del disciplinare.
versare alla predetta Tesoreria della Regione Valle d'Aosta, a decorrere improrogabilmente dalla data 1 febbraio 1977, l'annuo canone di L. 20.009.189, in ragione di L. 656 per Kw sulla potenza di Kw 30.639 che sarà prodotta a tale data dalla subconcessione come precisato dall'art. 3 del disciplinare.
4) di introitare come segue le somme sottoindicate da versare alla Regione e di cui ai precedenti capoversi:
- L. 297.036,80 al capitolo 4 di entrata del bilancio per il corrente esercizio finanziario "Proventi delle concessioni e subconcessioni di acque pubbliche e di miniere";
- L. 205.443, alla data dell'1-2-1977, all'istituendo capitolo di entrata del bilancio del corrispondente esercizio finanziario 1976-1977 "Proventi delle concessioni e subconcessioni di acque pubbliche e di miniere";
- L. 200.000 al capitolo 56 di entrata del bilancio per il corrente esercizio finanziario "Gestione fondi per spesa istruttoria domande concessioni e subconcessioni di acque e di miniere";
- L. 11.881.472 annue: dalla data fissata dall'art. 10 del disciplinare, agli istituendi capitoli di entrata dei bilanci dei corrispondenti esercizi finanziari "Proventi delle concessioni e subconcessioni di acque pubbliche e miniere";
- L. 20.009.184 annue: dalla data dell'1-2-1977, agli istituendi capitoli di entrata dei bilanci dei corrispondenti esercizi finanziari "Proventi delle concessioni e subconcessioni di acque pubbliche e di miniere".
---
L'Assessore MANGANONI, premesso che fra la Regione Valle d'Aosta e la Società Idroelettrica Piemonte (S.I.P.) è stata stipulata una Convenzione che regola i reciproci rapporti in materia di subconcessioni, in via di sanatoria, per derivazione di acque ad usi idroelettrici, rileva che all'articolo 7 di detta Convenzione si legge che "La S.I.P. ... si impegna ad iniziare i lavori occorrenti per la attuazione dell'impianto "La Nouvelle Montjovet" entro sei mesi dalla sottoscrizione del presente accordo, nonché a svolgerli e a portarli a compimento nei termini che saranno stabiliti dal disciplinare, ...".
Osserva che, se la Società S.I.P. non avesse preso il suddetto impegno all'atto della firma della menzionata Convenzione, con tutta probabilità i lavori per l'attuazione dell'impianto idroelettrico "La Nouvelle Montjovet" non verrebbero mai iniziati, perché oggi giorno le Società idroelettriche non hanno più interesse a realizzare impianti idroelettrici perché troppo costosi, mentre invece la costruzione degli impianti termoelettrici comporta spese di molto inferiori.
In merito al disciplinare di subconcessione alla Società S.I.P. di derivare e utilizzare acque della Dora Baltea nel tratto fra Châtillon e Montjovet, osserva che alla lettera b) dell'articolo 9 è precisato, fra l'altro, quanto segue:
"Nell'interesse ittico la Società subconcessionaria resta obbligata a lasciar defluire in continuità, oltre alle competenze che la Società stessa è obbligata a lasciar defluire per gli usi irrigui, domestici e civici, a valle dello sbarramento della Dora Baltea, moduli 5,00 di acqua, nonché a corrispondere annualmente al Consorzio per la tutela, l'incremento e l'esercizio della pesca in Valle d'Aosta la somma di Lire 200.000 in aggiunta all'indennizzo annuo che essa Società già corrisponde al Consorzio per effetto della Convenzione con esso stipulata.
Con il quantitativo d'acqua suddetto di mod. 5,00 si intende anche di provvedere alla diluizione ed al trasporto delle materie luride di fognature di Comuni attraversati."
Comunica in proposito che, avendo il Medico Regionale espresso l'avviso che non sia sufficiente il quantitativo d'acqua di mod. 5 per provvedere alla diluizione e al trasporto delle materie di fognatura dei Comuni attraversati, sono intercorse trattative con la Società S.I.P., trattative che si sono concluse con l'invio, da parte della predetta Società, della seguente lettera indirizzata al Medico regionale:
"In conformità alle intese intercorse il 15 corrente, relativamente all'oggetto, rimane stabilito che la nostra Società all'entrata in servizio dell'impianto di Montjovet dovrà effettuare ogni tre domeniche e di notte, su richiesta del Medico regionale, degli scarichi di acque per allontanare le acque provenienti dalle fognature del Comune di St. Vincent, scarichi la cui entità e durata verranno di volta in volta fissati dallo stesso Medico regionale".
L'Assessore MANGANONI ritiene che lo impegno assunto dalla Società S.I.P. con la lettera di cui sopra costituisca sufficiente garanzia per quanto riguarda il deflusso di acqua necessaria per lo smaltimento delle materie delle fognature.
Passando poi all'articolo 12 del disciplinare, richiama l'attenzione del Consiglio sulla seguente disposizione:
"Tenuto conto che l'impianto, oggetto della presente subconcessione, utilizzerà in parte le opere inservienti l'impianto preesistente che, al 31 gennaio 1977 (scadenza della relativa concessione) dovrebbero passare gratuitamente allo Stato, ai sensi dell'articolo 25 del Testo Unico 11-12-1933 n. 1775, la Società subconcessionaria si obbliga a corrispondere, per tale utilizzazione, un adeguato compenso".
Comunica, in proposito, che la Società SIP ha fatto presente l'opportunità di elencare le opere preesistenti che saranno in parte utilizzate ed informa che la predetta Società ha quindi chiesto che la suddetta disposizione sia completata con l'aggiunta del seguente nuovo comma:
"A tal fine, prima che venga autorizzato l'esercizio dell'impianto "La Nouvelle Montjovet", l'Ufficio del Genio Civile di Aosta, di intesa con l'Ufficio regionale Acque, predisporrà, in contradditorio con la Società S.I.P., un elenco delle opere suddette, con una descrizione sommaria delle medesime, da redigersi in quattro esemplari destinati uno al Ministero dei LL.PP., uno al Ministero delle Finanze, uno alla Società S.I.P. ed uno all'Amministrazione regionale".
Esprime il parere che l'emendamento aggiuntivo proposto dalla Società S.I.P. possa essere approvato dal Consiglio.
L'Assessore FOSSON osserva che, in sede di subconcessione di acque pubbliche ad usi idroelettrici, il Consiglio regionale deve approvare ed inserire nei disciplinari di subconcessione clausole chiare e precise per quanto riguarda la tutela dei diritti della agricoltura e dei servizi pubblici delle zone interessate dai progettati impianti idroelettrici.
Rileva, per quanto riguarda la subconcessione in discussione, che le necessità attuali di acqua per l'agricoltura e per il fabbisogno civico e domestico delle popolazioni interessate sono già sancite nel disciplinare che, all'articolo 9, stabilisce:
"Al riguardo della Ditta subconcessionaria, salvo diversi accordi fra le parti, dovrà lasciare defluire a valle del suo sbarramento sulla Dora di Châtillon:
A) durante il periodo irriguo: i quantitativi d'acqua necessari ai canali irrigui, domestici e civici derivati dalla Dora a valle di detto sbarramento, così da consentire che essi possano sempre derivare, alle loro prese, le stesse portate derivate in passato, mediante canali in normale condizioni di manutenzione, sia in base agli antichi titoli riconosciuti o da riconoscere, sia in base a concessioni rilasciate, sia in base a domande già presentate.
Per assicurare che tali portate possano entrare liberamente nei rispettivi canali, soprattutto quando il livello delle acque della Dora sia diminuito per effetto dei prelievi di acqua fatti dall'impianto, la Ditta subconcessionaria dovrà provvedere, a sua cura e spese, a costruire le necessarie opere, la cui manutenzione ordinaria sarà a carico degli utenti.
B) durante tutto l'anno: i quantitativi d'acqua necessari al fabbisogno civico e domestico delle popolazioni interessate, derivati con gli stessi canali di cui sopra".
Ritiene quindi necessario prevedere anche le necessità future di acqua per l'irrigazione e per i servizi pubblici e propone, a tal uopo, che venga inserito nell'articolo 6 del disciplinare, dopo il primo comma della lettera B), la seguente nuova clausola:
"Per le future necessità di irrigazione e dei servizi pubblici delle zone interessate dagli impianti, la Regione potrà esigere dalla Società S.I.P. quei quantitativi di acqua che fossero all'uopo indispensabili, concordando con la Società stessa i luoghi più adatti di presa ed i mezzi per una razionale erogazione".
Ritiene che con detta clausola, che è già stata inserita in altri disciplinari di subconcessione di acque pubbliche ad usi idroelettrici, siano sufficientemente tutelate le future necessità dell'agricoltura e dei servizi pubblici delle zone interessate dall'impianto.
Esprime, però, il dubbio che la suddetta clausola non dia forse garanzie sufficienti per quanto riguarda le necessità future di acqua per la diluizione ed il trasporto delle materie luride delle fognature del Comune di St. Vincent.
Ritiene che al riguardo riferirà l'Assessore alla Sanità ed Assistenza Sociale, trattandosi della soluzione di un problema che interessa l'igiene e la Sanità pubblica.
Fa presente che lo sviluppo edilizio del Comune di St. Vincent è in continuo aumento e che occorre prevedere, sin d'ora, le necessità future di acqua per lo smaltimento delle acque luride delle fognature di quel Comune.
Dichiara di aver preso atto dell'impegno assunto dalla Società S.I.P., nella lettera indirizzata al Medico Regionale, di "effettuare ogni tre domeniche e di notte, su richiesta del Medico Regionale, degli scarichi di acque per allontanare le acque provenienti dalle fognature del Comune di St. Vincent", ma esprime l'avviso che tali scarichi non siano sufficienti per lo smaltimento delle acque luride delle fognature.
L'Assessore CHANTEL fa presente di essersi preoccupato del problema dello spurgo e dello scarico delle fognature di St. Vincent e di aver dato incarico al Medico Regionale di studiare come possa essere risolto detto problema, perché nel modo in cui sono mantenute attualmente le fognature non vi è garanzia che la diluizione ed il trasporto delle materie luride possano effettuarsi regolarmente.
Dichiara che, così stando le cose, non può assumersi la responsabilità di affermare che il quantitativo di acqua di moduli 5 sia sufficiente per provvedere allo smaltimento delle acque luride del Comune di St. Vincent.
Il Consigliere VESAN rileva che il problema delle fognature di St. Vincent ha già formato oggetto di lunga discussione da parte della Commissione consiliare permanente di studio per i Lavori Pubblici, anche perché, inizialmente, il quantitativo d'acqua previsto nello schema di disciplinare per lo scarico delle acque luride delle fognature era soltanto di 2 moduli, mentre ora tale quantitativo è stato aumentato a 5 moduli.
Dichiara di aver preso atto, con soddisfazione, dell'impegno assunto dalla Società SIP nella lettera inviata al Medico Regionale e di cui è stata data lettura ai Consiglieri dall'Assessore Manganoni.
Afferma che il problema in discussione potrebbe essere risolto molto bene, a suo avviso, prolungando il condotto della fognatura nel tratto terminale, per un percorso di circa 700-800 metri, fino alle gole di Montjovet, all'altezza del ponte delle Capre, ove le acque della Dora defluiscono veloci.
Il Consigliere PAGE fa presente che la diluizione ed il trasporto delle materie luride delle fognature di St. Vincent potrebbero essere agevolati qualora venisse aumentato il quantitativo dei moduli d'acqua nel canale della pianura di St. Vincent, canale che deriva le sue acque dal torrente Marmore, in territorio del Comune di Antey.
Il Consigliere MASCHIO comunica che la soluzione di ripiego, di cui all'impegno assunto dalla Società SIP con la lettera inviata al Medico Regionale, lo lascia alquanto perplesso per varie ragioni di carattere igienico e tecnico che illustra.
L'Assessore MANGANONI rileva che la Società S.I.P. non è tenuta, attualmente, a lasciare defluire alcun quantitativo di acqua a valle dello sbarramento, e ciò fino al 31 gennaio 1977, in base alla concessione di derivazione di acqua della Dora Baltea assentitale con decreto prefettizio in data 25 luglio 1912 n. 17895.
Il Presidente della Giunta, MARCOZ, osserva che, se corrisponde a verità quanto detto dall'Assessore Manganoni, ovviamente la cosa cambia aspetto.
Rimane comunque il fatto, - egli dice -, che, in forza della subconcessione ora in discussione, la Società SIP verrebbe a derivare dalla Dora un maggior quantitativo di acqua di quanto ne deriva attualmente.
L'Assessore MANGANONI fa presente che, in determinati periodi dell'inverno, allorquando il clima è più rigido, l'acqua scarseggia ed allora nessun quantitativo di acqua viene lasciato defluire dalla Società S.I.P. a valle dello sbarramento di presa e così pure nei giorni in cui gli invasi d'acqua rimangono chiusi per determinate ragioni (ad esempio, nei periodi di festività, in cui vi è meno necessità di energia elettrica).
L'Assessore FOSSON ammette che vi siano determinati periodi dell'inverno in cui l'acqua viene a scarseggiare, ma fa presente che. qualora venisse approvata dal Consiglio la subconcessione ora in esame, la Società S.I.P. verrebbe a derivare dalla Dora Baltea moduli max 800 e moduli medi 349,90 sino al 31-1-1977 e moduli max 1100 e moduli medi 591,90 a partire dal 1-2-1977 sino al termine della subconcessione.
Ritiene per certo che, se già attualmente nessun quantitativo d'acqua viene lasciato defluire dalla Società S.I.P. a valle dello sbarramento di presa in determinati periodi dell'inverno, non vi è da sperare che, ad avvenuta subconcessione, la Società S.I.P. lasci defluire a valle dello sbarramento un quantitativo d'acqua superiore a quello stabilito nel disciplinare.
Dichiara quindi che è assolutamente necessario fare le debite riserve nel disciplinare per quanto riguarda i quantitativi d'acqua occorrenti per assicurare il regolare deflusso delle acque luride delle fognature di St. Vincent.
Il Consigliere BORDON ribadisce quanto già è stato detto e, cioè, che lo sviluppo edilizio di St. Vincent è in continuo aumento e che occorre preoccuparsi di assicurare che sia lasciato defluire, dalla Società S.I.P., a valle dello sbarramento di presa del costruendo nuovo canale il quantitativo d'acqua indispensabile per assicurare la diluizione ed il trasporto delle materie luride delle fognature di St. Vincent.
Afferma che il Consiglio Regionale non può assumersi la grave responsabilità di sub-concedere alla Società S.I.P. i quantitativi di acqua precisati dall'Assessore Fosson se prima non ha provveduto ad inserire nel disciplinare di subconcessione clausole tassative e chiare circa i quantitativi d'acqua che devono essere riservati per le necessità di irrigazione e dei servizi pubblici, comprese le fognature, delle zone interessate dall'impianto.
L'Assessore MANGANONI richiama l'attenzione del Consiglio sul fatto che l'attuazione dell'impianto "La Nouvelle Montjovet" comporta l'esecuzione di lavori per una spesa di Lire 4 miliardi, nonché il pagamento alla Regione, quando l'impianto sarà funzionante, dei sovracanoni idroelettrici ed il pagamento al Consorzio dei Comuni Valdostani del Bacino Imbrifero montano della Valle d'Aosta del sovracanone di Lire 1.300 al Kwh.
Comunica che è intendimento della Società S.I.P. di iniziare subito i lavori di costruzione dell'impianto in base all'impegno assunto all'atto della firma della Convenzione stipulata fra la Regione e la predetta Società per il regolamento generale dei reciproci rapporti in materia di subconcessioni, in via di sanatoria, per derivazioni di acque ad usi idroelettrici.
L'Assessore CHANTEL, riferendosi a quanto ebbe a dire prima in merito al problema dello smaltimento delle materie luride delle fognature di St. Vincent, dichiara nuovamente di non poter assumersi la responsabilità di affermare che tale problema possa considerarsi risolto con il deflusso, a valle dello sbarramento di presa, del quantitativo di moduli 5 di acqua e con l'impegno assunto dalla Società S.I.P., con la lettera inviata al Medico Regionale in data 15 corrente mese, "di effettuare ogni tre domeniche, e di notte, su richiesta del Medico Regionale, degli scarichi di acque per allontanare le acque provenienti dalle fognature del Comune di St. Vincent".
Propone quindi che il Consiglio rinvii a successiva adunanza ogni decisione in merito alla subconcessione di cui si tratta e dia mandato ad una apposita Commissione tecnico-sanitaria, composta da tre igienisti (due dei quali dovrebbero essere il Medico regionale ed il Prof. Maschio, libero docente in igiene) e da un Ingegnere, di studiare il problema e di riferire in merito alle necessità idriche per il funzionamento della fognatura del Comune di St. Vincent.
Il Vice Presidente, VUILLERMOZ, dichiara di associarsi alle dichiarazioni ed alle proposte fatte dall'Assessore Chantel.
Il Consigliere PALMAS ritiene che la questione possa essere superata inserendo nel disciplinare una clausola in cui si faccia obbligo alla Società S.I.P. di aprire saltuariamente lo sbarramento delle acque per consentire il deflusso di un certo quantitativo d'acqua ritenuto necessario per agevolare la diluizione ed il trasporto delle materie luride delle fognature.
Afferma che una clausola del genere potrebbe essere inserita nel disciplinare anche in un secondo tempo, cioè ad avvenuta approvazione da parte del Consiglio della subconcessione di cui si tratta per le preminenti ragioni dell'igiene.
Il Consigliere BORDON dichiara che la minoranza concorda sulle conclusioni a cui è addivenuto l'Assessore Chantel e propone che il Consiglio dia mandato alla Giunta regionale di nominare una Commissione tecnico-sanitaria incaricata di riferire in merito alle necessità idriche per il funzionamento delle fognature del Comune di St. Vincent.
Il Consigliere PALMAS, dopo aver ribadito il proprio punto di vista in merito alla questione in discussione, raccomanda che sia fissato un limite di tempo alla nominanda Commissione tecnico-sanitaria per l'espletamento del suo mandato; rileva che è urgente subconcedere alla Società S.I.P. la derivazione per l'utilizzazione delle acque della Dora Baltea nel tratto fra Châtillon-Montjovet per le ragioni esposte dall'Assessore Manganoni e, soprattutto, in considerazione del fatto che la attuazione degli impianti idroelettrici di "La Nouvelle Montjovet" comporta l'esecuzione di lavori per una spesa di 4 miliardi, il che significa assicurare un lavoro continuativo a molti operai.
Si fa menzione che intervengono, altresì, alla discussione sull'argomento l'Assessore NICCO Giulio ed i Consiglieri TREVES, GUGLIELMINETTI, VALLINO e PAGE.
Il Presidente, FILLIETROZ, pone ai voti, per alzata di mano, l'approvazione della proposta di rinviare a successiva adunanza di Consiglio ogni decisione in merito alla subconcessione di cui in premessa, nonché di demandare alla Giunta di nominare una Commissione tecnico-sanitaria incaricata di riferire al Consiglio in merito alle necessità idriche per il funzionamento della fognatura del Comune d' St. Vincent.
IL CONSIGLIO
preso atto di quanto riferito dall'Assessore al Lavori Pubblici, MANGANONI, e dall'Assessore alla Sanità, CHANTEL;
ad unanimità di voti favorevoli, espressi per alzata di mano (Consiglieri presenti e votanti: ventotto);
DELIBERA
di rinviare a successiva adunanza ogni decisione in merito alla subconcessione di cui in premessa, demandando alla Giunta regionale di nominare una Commissione tecnico-sanitaria incaricata di riferire in merito alle necessità idriche per il funzionamento della fognatura del Comune di St. Vincent.
______