Oggetto del Consiglio n. 31 del 18 gennaio 1964 - Verbale
OGGETTO N. 31/64 - MOZIONI DEI CONSIGLIERI SIGNORI BONICHON E PEDRINI CONCERNENTI RICHIESTA DI MAGGIORAZIONE DELLE QUOTE DI RIPARTIZIONE DI TRIBUTI ERARALI FRA LO STATO E LA REGIONE NONCHE' RICHIESTA DI AUMENTO DI CONTINGENTI ANNUI DI MERCI IN ESENZIONE FISCALE. APPROVAZIONE DI ORDINE DEL GIORNO AUSPICANTE LA SOLLECITA APPROVAZIONE DI UN DISEGNO DI LEGGE PER L'ATTUAZIONE DELLA ZONA FRANCA VALDOSTANA.
Il Presidente, MARCOZ, dichiara aperta la discussione sulle seguenti due mozioni presentate dai Consiglieri regionali Signori Bonichon Giuseppe e Pedrini Ennio, mozioni trasmesse in copia ai Signori Consiglieri unitamente all'ordine del giorno dell'adunanza del 17 gennaio 1964 (oggetti n. 27 e 29 dell'ordine del giorno):
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Aosta, 13 dicembre 1963
Ill.mo Signor
Presidente del Consiglio
Regione Autonoma della Valle d'Aosta
I sottoscritti Consiglieri Regionali appartenenti al Partito Liberale Italiano presentano la seguente mozione:
Considerato che le passate Amministrazioni Regionali hanno lasciato una situazione finanziaria passiva
Considerato che alle Finanze Regionali non si prospettano soluzioni atte a sanare il bilancio
Considerato che la pressione fiscale, unica reale fonte d'introiti, ha raggiunto il massimo limite di sopportazione
Considerato che alla Regione Autonoma della Valle di Aosta spetta di diritto l'attuazione dello Statuto Speciale che comporta l'istituzione della Zona Franca
CHIEDONO
che, nell'attesa di ottenere la completa autonomia, come stabilito dallo Statuto speciale, venga posta in discussione da codesto Onorevole Consiglio, la richiesta al Governo di una sostanziale maggiorazione dei decimi dei proventi del monopolio sui tabacchi che, attualmente, in base al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 gennaio 1963, ammontano a 3,8. Inoltre che le attribuzioni si estendano a tutti i generi di monopolio (sale, chinino, banane).
I Consiglieri
F.to: Bonichon Giuseppe
F.to: Pedrini Ennio
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Aosta, 13 dicembre 1963
Ill.mo Signor
Presidente del Consiglio
Regione Autonoma della Valle d'Aosta
I sottoscritti Consiglieri Regionali appartenenti al Partito Liberale Italiano,
VISTO che agli abitanti della Valle d'Aosta spettano di diritto le agevolazioni previste dalla Legge (Decreto Legislativo Luogotenenziale 7 settembre 1945, n. 546, art. 4, 2° comma - Legge Costituzionale 26 febbraio 1948, n. 4, Titolo IV°, art. 14 - riconosciute con la disposizione di Legge 5 maggio 1956, n. 525)
VISTO che l'attuazione integrale dello Statuto Speciale, con particolare riferimento alla Zona Franca, richiede laboriose trattative dilungantisi nel tempo
VISTO che, al momento attuale, gli aventi diritto alle merci in esenzione fiscale sono notevolmente aumentati rispetto agli anni 1949 e 1956
VISTO che gli articoli I della Legge 5-5-1956, n. 525 e 3-8-1949, n. 623, dichiarano testualmente "è consentita la immissione in consumo in detto territorio, per il fabbisogno locale, in esenzione ... ecc."
VISTO che i quantitativi assegnati di merci in esenzione fiscale, non rispecchiano la legge là dove dice "per il fabbisogno locale" in quanto il reale fabbisogno è di gran lunga superiore ai limiti dei contingenti stabiliti nelle predette Leggi
I sottoscritti Consiglieri Regionali presentano la seguente
MOZIONE
In ottemperanza alla Legge e nello spirito della stessa, avvalendosi del diritto, sancito dalla legge, della attuazione della Zona Franca e in attesa di detta attuazione, la Regione Autonoma della Valle d'Aosta, con procedura d'urgenza, richieda allo Stato quantitativi annui di merci in esenzione fiscale, corrispondenti al reale fabbisogno locale, tenendo presente in sede di richiesta e di trattative che, per quanto riguarda i carburanti, il quantitativo corrisponda alle necessità derivanti dai lunghi percorsi imposti dalla configurazione geografica della Valle e dalla accentrazione nel capoluogo di Aosta, di tutti i pubblici uffici e delle principali attività commerciali e industriali.
I Consiglieri
F.to: Bonichon Giuseppe
F.to: Pedrini Ennio
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Il Consigliere PEDRINI, illustrando le due mozioni sopra riportate, riferisce quanto segue:
"Signor Presidente,
Signori Consiglieri,
Erroneamente molti considerano i Liberali come degli antiregionalisti ad ogni costo.
Ciò non corrisponde al vero, perchè i Liberali, prima di ogni altra considerazione, da qualsiasi punto essa venga, sono ossequienti alle leggi, siano esse giuste od errate secondo il loro punto di vista; proprio come i Liberali cercano con ogni mezzo che qualsiasi legge, non solo sia rispettata, ma sia attuata nella lettera e nello spirito.
Ora, la Valle d'Aosta è una Regione autonoma a Statuto speciale e questo Statuto speciale contempla formalmente la zona franca.
Noi qui non intendiamo entrare nel merito della zona franca, ma desideriamo semplicemente porre l'accento su di un fatto di chiarissima evidenza, il fatto che alla nostra Regione competono di diritto, diciamo di diritto, per legge, determinate agevolazioni, agevolazioni che si compendiano nella zona franca.
La zona franca ci riconosce il diritto di avere merci in esenzione fiscale; è quindi conseguenziale che lo Stato abbia, fin dalla sua approvazione, riconosciuto alla Regione il diritto prima accennato.
Ne consegue, pertanto, che ciò che ancora chiediamo non risponde a null'altro che ad un anticipo di tutto quanto ci spetta di diritto.
Ho sentito che il Presidente della Giunta, Caveri, è preoccupato di questo, preoccupato forse che una cosa elida l'altra; ma non si debbono avere paure di questo genere.
Qui, infatti, non si tratta di porre in discussione l'attuazione della zona franca, attuazione che nessuno discute, attuazione, però, che comporta ancora lunghissime trattative, mentre noi abbiamo assoluto bisogno di fare fronte con la massima urgenza a situazioni finanziarie quanto mai impellenti e gravissime per la Regione.
Lo Stato, con legge n. 1179 in data 29-11-1955 (ordinamento finanziario della Valle d'Aosta), all'articolo 4, riconosce finalmente il diritto alla Regione di esigere delle quote in relazione alle spese necessarie della Regione, tanto è vero che per l'esercizio finanziario 1961-1962 il Presidente del Consiglio dei Ministri, in data 23 gennaio 1963, decretava che le quote di tributi erariali da calcolarsi sui versamenti in conto competenza ammontavano a decimi 3,8 dei proventi del monopolio sui tabacchi.
Orbene se ci spettano di diritto i proventi non è comprensibile che questi siano limitati al beneplacito dello Stato; sarebbe più comprensibile e naturale che lo Stato si attenesse ai suggerimenti della Regione nello stabilire quote di qualsiasi natura. Ed è su queste premesse che noi liberali abbiamo impostato la nostra mozione.
La nostra Regione necessita di fondi per fare fronte ad innumerevoli necessità; abbiamo, e tutti lo possono constatare, un ben misero bilancio per il dicastero del Turismo, quando lungo tutto l'arco alpino a noi confinante e tutte le località turistiche già da lungo tempo stanno affilando le loro armi contro la nostra ben misera attrezzatura turistica e sportiva.
È logico che la Regione si rivolga allo Stato e dica quanto le spetta di diritto, visto poi che lo Stato concede a tutti, anche se talvolta non risponde.
L'abitudine di chiedere sottovoce deve terminare; è giunto il momento di alzare anche noi la voce e di farci sentire da chi di dovere.
Noi non vogliamo nulla che non ci spetti, ma dobbiamo, ed è un nostro sacrosanto dovere, esigere quanto ci è dovuto, specialmente se può risolvere gravosi problemi, quale è quello finanziario.
Se ci viene riconosciuto il diritto di quote decimali per i tabacchi, non si capisce il perchè questo stesso diritto non viene esteso a tutti gli altri prodotti oggetto di monopolio di Stato.
Lo Stato, esercitando un potere monopolistico su determinate merci, riconosce implicitamente la necessità di ottenere dei proventi a copertura delle sue necessità finanziarie.
Si dà il caso che anche la Regione è alla ricerca di una identica copertura; ne consegue che, forte del suo diritto concesso per legge, la Regione sia nel giusto nell'esigere che tutti i prodotti soggetti a monopolio e venduti entro i suoi confini apportino nelle sue vuote casse il loro contributo.
Non avrei altro da aggiungere. Prego, pertanto, il Signor Presidente, Marcoz, di porre in discussione la prima mozione, riservandomi la possibilità di altre repliche sulla seconda mozione".
Il Presidente della Giunta, CAVERI, dichiara quanto segue:
"L'argomento dell'aumento dei decimi del monopolio dei tabacchi, quello dell'aumento dei contingenti, quelli del riparto fiscale e della zona franca sono argomenti che sono interdipendenti tra di loro, come d'altra parte è dimostrato anche dall'articolo 16 della legge sul riparto (Ordinamento finanziario della Regione) in data 29 novembre 1955 n. 1179, legge che, all'articolo 16 - 2° comma, dice: "Essa resterà in vigore fino alla data di attuazione del regime di zona franca previsto dall'articolo 14 dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta".
Questa è la prima affermazione di ordine generale, cioè interdipendenza fra tutti questi quattro argomenti, che non possono essere risolti uno ad uno, ma devono essere collegati insieme, come dice la stessa legge del riparto fiscale.
Devo dire che, per quanto riguarda la richiesta di un aumento dei decimi del monopolio sui tabacchi, la Giunta può impegnarsi di chiedere, in sede di richiesta di aumento della quota annua variabile, l'aumento di questi decimi.
A tale proposito, devo dire che proprio ieri è pervenuto alla Presidenza della Giunta un telegramma del Ministro Colombo in seguito alle ripetute richieste della Regione per l'aumento delle quote annue variabili di ripartizione di entrate erariali da assegnare alla Regione per l'esercizio finanziario 1962-1963.
In questo telegramma si dice quanto segue:
"Questo Ministero, tenuto conto effettivo ammontare maggiori onere personale at carico bilancio regionale 1962-1963 suo tempo segnalati da codesta Presidenza Giunta, nonchè entità maggiori entrate acquisite at bilancio medesimo per effetto sensibile elevazione gettito tributi erariali devoluti at codesta Regione in quota fissa et considerato altresì che utilizzazione notevoli avanzi gestione precedenti esercizi habet consentito effettuazione ulteriori nuove et maggiori spese, ritiene, sentiti altri Ministeri interessati, che quota variabile tributi cui articolo 4 legge 29 novembre 1955 n. 1179 possa determinarsi per esercizio finanziario 1962-1963 in milioni cinquecento. At riguardo pregasi comunicare adesione codesta Amministrazione Regionale salvo successiva determinazione cespiti et percentuali. Ministro Colombo."
Questo telegramma, tra le altre cose, dimostra appunto che il meccanismo che si è instaurato in questi anni scorsi è stato quello di commisurare la quota variabile nel suo importo totale e poi, in base a questo, di stabilire i decimi e le percentuali.
Questo telegramma è molto lungo, ma l'importanza del provvedimento definitivo è inversamente proporzionale alla lunghezza del telegramma, perchè una quota variabile di 500 milioni non è una gran cosa, se si pensa che nel 1960-1961 la quota variabile era di 469 milioni e nel 1961-1962 la quota variabile era di 482 milioni. Quindi non abbiamo ottenuto molto.
Ora, per quanto riguarda l'aumento dei decimi dei proventi del monopolio noi possiamo insistere, anzi noi dobbiamo insistere, perchè la quota variabile sia aumentata; la questione dei decimi è poi una conseguenza.
Questa parte della mozione, - che di mozione veramente ha solo il nome e non la sostanza -, noi la possiamo accettare come raccomandazione, nel senso che la Giunta chieda un aumento della quota variabile.
Ma per gli altri problemi, che formano oggetto dell'altra parte di questa prima mozione, e per quanto riguarda la seconda mozione dobbiamo fare delle altre considerazioni. Per esempio, per chiedere una percentuale dei decimi dei proventi sul sale, chinino e banane, bisogna modificare la legge del riparto fiscale, perchè la legge del riparto non prevede queste voci: prevede i monopoli di Stato, ma non prevede il sale, il chinino e nemmeno le banane, il cui monopolio, come sappiamo, sta per finire.
Desidero dire un'altra cosa. Io non voglio rivangare il passato, comunque ricordo che proprio il Consigliere Pedrini aveva mosso nel 1947 una pesante accusa a me personalmente e alla Giunta Regionale. Lei, Consigliere Pedrini, mi aveva accusato, e aveva accusato con me tutta la Giunta dell'epoca, di avere barattato la zona franca con i contingenti. Io mi ero difeso da questa accusa, che allora consideravo infondata e che considero infondata tutt'ora. In fondo la prova dell'infondatezza di quella vecchia accusa, che io ormai ho quasi dimenticato, me la fornisce proprio il Consigliere Pedrini, il quale, oggi, viene a proporre di chiedere l'aumento dei contingenti. Quindi, a nostra volta, dovremmo essere noi ad accusarlo di voler barattare la zona franca con l'aumento dei contingenti. Ma noi non vogliamo ritorcere l'accusa. Ci sarebbe da fare questa considerazione: che quell'accusa non reggeva allora, perchè eravamo in una situazione diversa, e non regge nemmeno ora; ma tanto meno reggeva allora perchè eravamo molto lontani dall'iter che deve percorrere il disegno di legge della zona franca.
La situazione oggi è diversa anche perchè il Senatore Chabod fin dal gennaio del 1959, ha presentato un disegno di legge per la attuazione della zona franca. Aggiungo che in data 2 ottobre la quinta Commissione - Finanze e Tesoro - del Senato ha esaminato e discusso questo disegno di legge del Senatore Chabod; non solo, ma abbiamo avuto affidamenti dal Senatore Chabod che alla ripresa dei lavori parlamentari, subito dopo il 20 gennaio, la stessa Commissione Finanze e Tesoro riprenderà l'esame di questo disegno di legge.
Quindi a noi sembra che una richiesta di aumento dei contingenti, in questo momento, potrebbe pregiudicare seriamente l'approvazione del disegno di legge presentato dal Senatore Chabod per la attuazione della zona franca.
L'osservazione è talmente fondata che possiamo citare un precedente al riguardo e il precedente è questo: quando il Presidente Marcoz e l'Assessore all'Industria e Commercio della Giunta precedente hanno richiesto, negli anni scorsi, l'aumento dei contingenti, si sono sentiti rispondere dai Ministeri competenti e dalla Direzione Generale delle Dogane: ma insomma, voi, cosa volete: volete l'aumento dei contingenti, o volete la zona franca?
Le due questioni sono quindi veramente interdipendenti perchè, se in questo momento si presentasse al Parlamento, da parte di chiunque, un disegno di legge per l'aumento dei contingenti, veramente un disegno di legge finirebbe per nuocere all'altro.
Per questa ragione noi non possiamo aderire a questa parte delle richieste del Consigliere Pedrini.
Noi ci possiamo impegnare a chiedere un aumento della quota annua variabile del riparto fiscale; su questo possiamo essere d'accordo e noi siamo soprattutto d'accordo nel senso di insistere per l'ottenimento della zona franca in attuazione dell'articolo 14 del nostro Statuto regionale.
Questo è il punto di vista della Giunta".
Monsieur le Conseiller MAPPELLI déclare d'avoir toujours été convaincu, et de l'être encore aujourd'hui, que la zone franche deviendra au plus tôt une réalité en Vallée d'Aoste.
Il Consigliere DUJANY chiede al Presidente della Giunta se possa dire a quanto ammonterà approssimativamente il provento della quota annua fissa di riparto spettante alla Regione per il prossimo esercizio finanziario, tenuto presente che, con il prossimo anno, il provento degli 8/10 della imposta di ricchezza mobile attribuito alla Regione con la legge del riparto risulterà notevolmente inferiore al provento dell'anno corrente, in quanto gli impianti idroelettrici esistenti in Valle d'Aosta sono stati assorbiti dall'ENEL, che è esente dal pagamento della ricchezza mobile.
Raccomanda che la questione della menzionata riduzione del provento della imposta di ricchezza mobile sia presa in attento esame dalla Giunta, ai fini dell'adozione degli opportuni provvedimenti intesi ad assicurare che le entrate del bilancio regionale del prossimo esercizio finanziario siano integrate per l'ammontare corrispondente al minor provento della imposta di ricchezza mobile.
Il Consigliere PEDRINI, riferendosi all'appunto fattogli dal Presidente della Giunta, Caveri, dichiara che nell'anno 1947 era degente in un ospedale in seguito a gravi menomazioni di guerra e che non può, quindi, aver mosso in tale anno al Presidente della Giunta, Caveri, l'accusa di avere barattato la zona franca col contingentamento.
Ammette di avere potuto dire negli anni 1949, 1950 o 1951 la frase attribuitagli dal Presidente Caveri.
Rileva che oggi il Presidente della Giunta, Caveri, gli fa colpa di volere barattare la zona franca con il contingentamento.
Osserva che il contingentamento ha arrecato ben pochi benefici alla popolazione valdostana ed esprime l'avviso che sarebbe stato, quindi, preferibile che nell'anno 1947 si fosse rinunciato al contingentamento e che si fosse insistito, invece, per la immediata attuazione della zona franca.
Il Presidente della Giunta, CAVERI, chiarisce di non aver inteso ritorcere verso il Consigliere Pedrini l'accusa alla quale ha prima accennato.
Il Consigliere CHAMONIN rileva che i problemi posti con le due mozioni in discussione sono stati ampiamente illustrati dal Presidente della Giunta, Caveri, il quale, fra l'altro, ha precisato che la 5a Commissione Finanze e Tesoro del Senato ha iniziato la discussione del disegno di legge presentato dal Senatore Chabod per la attuazione della zona franca.
Ritiene che non sarebbe opportuno proporre l'aumento del contingentamento mentre al Parlamento si sta esaminando il disegno di legge per l'attuazione della zona franca.
Ricorda che l'on. Moro, attuale Presidente del Consiglio, nel presentare il suo Governo al Parlamento ha dichiarato, fra l'altro, che era intenzione del suo Governo di colmare le lacune ancora esistenti nell'attuazione degli Statuti speciali delle Regioni Autonome.
Esprime, pertanto, l'avviso e propone che il Consiglio approvi un ordine del giorno, da inviarsi al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente del Senato ed al Vice Presidente della 5a Commissione del Senato, - che è quella che si interessa dell'iter parlamentare del disegno di legge Chabod -, ordine del giorno che potrebbe essere così formulato:
"IL CONSIGLIO REGIONALE
CONSIDERATO che, nella seduta del 2-10-1963, la Va Commissione del Senato ha iniziato la discussione del disegno di legge sulla modalità di attuazione della zona franca valdostana;
CONSIDERATO che il relativo problema deve e può essere definito;
CONSIDERATO che il Presidente del Consiglio, On. Moro, ha assicurato in Parlamento essere intenzione del suo Governo di colmare le lacune tutt'ora esistenti nella attuazione degli Statuti speciali;
Invita il Governo
a promuovere la sollecita ripresa della discussione del suddetto disegno di legge, prima in Commissione e poi in Aula, affinchè venga finalmente attuato, a sedici anni dalla sua emanazione, l'articolo 14 dello Statuto speciale Valdostano".
Il Consigliere CHAMONIN fa presente che l'ordine del giorno da lui proposto potrebbe avere effettivamente valore dimostrativo della volontà della popolazione valdostana qualora, come si augura, venisse votato all'unanimità dal Consiglio.
L'Assessore alle Finanze, FILLIETROZ, propone che una copia dell'ordine del giorno sia inviata altresì al Vice Presidente del Consiglio dei Ministri, il quale sovraintende alla attuazione della Costituzione.
Il Consigliere PEDRINI dichiara di non essere contrario alla approvazione dell'ordine del giorno proposto dal Consigliere Chamonin, ma esprime il timore che l'iter del disegno di legge per l'attuazione della zona franca possa durare degli anni e che, in tal modo, verrebbe preclusa la possibilità di ottenere un aumento dei contingenti in esenzione fiscale.
Il Presidente, MARCOZ, informa che, durante le trattative con il Governo centrale per l'aumento dei contingenti, è stato precisato chiaramente dagli Organi ministeriali che, fino a quando vi sarà una legge in itinere per l'attuazione della zona franca, il Governo non proporrà mai contemporaneamente un'altra legge per l'aumento dei contingenti in esenzione fiscale.
Il Consigliere PEDRINI, preso atto della comunicazione fatta dal Presidente, Marcoz, osserva che la questione dell'aumento dei contingenti potrà, comunque, sempre essere presa in esame in un secondo tempo.
Passando all'ordine del giorno, propone che nel penultimo rigo sia soppressa la parola "finalmente".
Il Consigliere CHAMONIN dichiara di accettare l'emendamento soppressivo proposto dal Consigliere Pedrini.
Il Consigliere MONTESANO rileva che il problema dell'attuazione della zona franca è sentito da tutti i Partiti ed esprime la certezza che l'ordine del giorno otterrà, quindi, l'approvazione unanime del Consiglio.
Ritiene che analoghi ordini del giorno siano già stati approvati in passato dal Consiglio e propone che all'ordine del giorno del Consigliere Chamonin sia aggiunta, prima delle parole "invita il Governo", la seguente frase: "ribadendo quanto il Consiglio Regionale espresse nell'ordine del giorno del?".
Il Consigliere DUJANY dichiara che i Consiglieri del gruppo consiliare democristiano concordano sull'ordine del giorno proposto dal Consigliere Chamonin, modificato come da emendamenti proposti dai Consiglieri Pedrini e Montesano.
Precisa che i Consiglieri democristiani desiderano che il problema della zona franca sia risolto al più presto e ricorda che, a' sensi dell'articolo 14 dello Statuto regionale, le modalità di attuazione della zona franca debbono essere concordate con la Regione e stabilite con legge dello Stato.
Il Presidente, MARCOZ, pone ai voti per alzata di mano la proposta di approvazione del sottoriportato ordine del giorno.
Procedutosi alla votazione, per alzata di mano
IL CONSIGLIO
ad unanimità di voti favorevoli (Consiglieri presenti e votanti: trentatre; Consiglieri assenti: BERTHET e TORRIONE);
DELIBERA
di approvare il seguente ordine del giorno:
"IL CONSIGLIO REGIONALE
della Valle d'Aosta
CONSIDERATO che nella seduta del 2-10-1963 la 5a Commissione del Senato ha iniziato la discussione del disegno di legge sulla modalità di attuazione della zona franca valdostana;
CONSIDERATO che il relativo problema deve e può essere definito;
CONSIDERATO che il Presidente del Consiglio On. Moro ha assicurato in Parlamento essere intenzione del suo Governo di colmare le lacune tuttora esistenti nella attuazione degli Statuti speciali;
RIBADENDO quanto il Consiglio Regionale ha espresso in precedenti adunanze in merito alla attuazione della zona franca valdostana;
INVITA IL GOVERNO
a promuovere la sollecita ripresa della discussione del suddetto disegno di legge, prima in Commissione e poi in Aula, affinchè venga attuato, a sedici anni dalla sua emanazione, l'articolo 14 dello Statuto Speciale Valdostano."
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