Oggetto del Consiglio n. 82 del 31 maggio 1965 - Verbale
OGGETTO N. 82/65 - SOCIETÀ FERA, DI ST-VINCENT. - INTERESSAMENTO DELLA REGIONE AL FINE DI EVITARE LA CHIUSURA DELLO STABILIMENTO ED IL CONSEGUENTE LICENZIAMENTO DEI SUOI DIPENDENTI. - APPROVAZIONE DI ORDINI DEL GIORNO.
Il Presidente, MARCOZ, dichiara aperta la discussione sulla seguente richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio Regionale presentata dai Consiglieri regionali Signori: Berthet Amato, Bordon Mauro, Gheis Francesco, Torrione Giuseppe, Maquignaz Giuseppe, Verthuy Franca, Personnettaz Arlina, Benzo Carlo, Lustrissy Ferruccio, Mappelli Angelo, Chabod Guido, Dujany Cesare, Bionaz Cesare, Montesano Giuseppe, concernente l'oggetto: "Società FERA di St-Vincent. - Interessamento della Regione al fine di evitare la chiusura dello Stabilimento ed il conseguente licenziamento dei suoi dipendenti", richiesta trasmessa in copia ai Signori Consiglieri unitamente all'ordine del giorno dell'adunanza:
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Ill.mo Signor Presidente
del Consiglio Regionale della Valle di Aosta
AOSTA
OGGETTO: RICHIESTA DI CONVOCAZIONE STRAORDINARIA DEL CONSIGLIO REGIONALE.
In considerazione delle attuali condizioni in cui si è venuta a trovare la Soc. FERA di St-Vincent che, dichiarata fallita circa due mesi fa, continua la propria attività in esercizio provvisorio giudiziale;
Risultando d'altra parte agli scriventi che l'Azienda, che attualmente occupa circa 200 dipendenti, è fra quelle che potrebbero svolgere un'attività altamente redditizia e che il dissesto è dovuto prevalentemente a mancanza di liquidità e finanziamenti, ragioni che debbono attribuirsi alle particolari condizioni congiunturali del momento;
Risultando altresì che, qualora si possa raggiungere una definitiva strutturazione e sistemazione dell'Azienda, la capacità di assorbimento di mano d'opera potrebbe essere certamente raddoppiata;
Essendo poi i sottoscritti Consiglieri a conoscenza che una accorata petizione firmata da quasi tutti i dipendenti della FERA è pervenuta alla Giunta Regionale e che nessuna azione sarebbe stata intrapresa per affrontare la situazione che preoccupa ed assilla tante famiglie minacciate dalla perdita del lavoro;
Considerando che vi sono le premesse sostanziali per un serio risanamento di tale complesso, appare urgente ed indispensabile ai sottoscritti sollecitare l'attività ai massimi Organi della Regione perché il problema venga esaminato con la dovuta sollecitudine ed approfondito nei suoi aspetti più importanti.
A tale scopo ritengono i sottoscritti che un ampio dibattito in sede consiliare sarebbe senza dubbio positivo, visto che, già nel passato, la Regione ha intrapreso in casi analoghi, ma certamente meno gravi, decisioni che hanno anche impegnato il bilancio regionale.
Tale invocato dibattito, ovviamente alimentato dai precisi elementi che possono essere acquisiti dalla curatela giudiziale preposta alla Società e dalla sia pur breve gestione provvisoria dell'Impresa, ha lo scopo preciso ed unico di rimuovere l'ingiustificata inerzia del Governo Regionale di fronte ad un problema così vitale e di stimolare ogni iniziativa utile ed idonea a risolverlo nel modo migliore nell'interesse dei numerosi lavoratori di quel nuovo complesso industriale meccanico e della stessa intera nostra Regione.
Tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali,
Visto l'art. 20, 2° capoverso del Regolamento interno del Consiglio della Regione Autonoma della Valle d'Aosta
chiedono
alla S.V. Ill.ma che il Consiglio Regionale venga convocato in sede straordinaria entro i 20 giorni dalla presentazione della presente richiesta per discutere del seguente ordine del giorno :
Società FERA di St-Vincent: interessamento ed eventuali provvedimenti della Regione al fine di evitare la chiusura dello Stabilimento ed il conseguente licenziamento dei suoi dipendenti.
Con distinta stima.
Aosta, lì 5 maggio 1965.
F.ti : A. Berthet - Mauro Bordon - Francesco Gheis - Giuseppe Torrione - Giuseppe Maquignaz - Franca Verthuy - Arlina Personnettaz - Ing. Carlo Benzo - Ferruccio Lustrissy - Mappelli Angelo - Chabod Guido - Dujany Cesare - Avv. Cesare Bionaz - Montesano
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Il Presidente, MARCOZ, dopo avere dato lettura della soprariportata richiesta di convocazione del Consiglio, invita i Consiglieri della minoranza ad illustrare il problema in esame e a suggerire eventuali proposte concrete, in quanto la richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio è motivata in modo generico e senza proposte di provvedimenti concreti da adottare dal Consiglio.
Il Consigliere BERTHET dichiara quanto segue:
"Il motivo della nostra richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio è così chiaro che penso non sia necessaria una ulteriore illustrazione.
E' indubbio che la situazione della Società FERA è gravissima e richiede una soluzione urgente.
Sulla questione circolano voci allarmanti, tanto che i 200 operai interessati vivono nell'orgasmo per la minaccia di chiusura dello stabilimento.
Abbiamo quindi presentato questa richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio perché gradiremmo sapere dal Presidente della Giunta se il problema sia stato affrontato dalla Giunta stessa e quali siano i provvedimenti che si intendono proporre e adottare per favorire una urgente ed equa soluzione del problema".
L'Assessore COLOMBO dichiara di dover illustrare l'azione finora svolta dalla Giunta Regionale per la soluzione del problema in esame, azione che forse non è a conoscenza della minoranza consiliare e dei lavoratori interessati.
Riferisce che la Giunta Regionale si è ripetutamente interessata del problema, esaminandolo nei suoi vari aspetti e prendendo in considerazione le varie possibilità di intervento per porre rimedio alla critica situazione della Società FERA.
Ricorda che fin dal marzo-aprile del 1964 la Giunta Regionale era intervenuta a favore dei lavoratori della Società FERA - come era già stato fatto nei confronti dei lavoratori della Società An. Nazionale Cogne S.p.A. -, mediante l'erogazione di sussidi variabili dalle 10 alle 18.000 lire per ogni lavoratore per alleviare la critica situazione economica in cui erano venuti a trovarsi i lavoratori stessi in seguito alle difficoltà finanziarie della Società FERA.
Fa presente che, ad avvenuta dichiarazione di fallimento della Società FERA da parte del Tribunale di Aosta, nel periodo della gestione provvisoria, la Regione si è interessata presso gli organi direttivi centrali della Banca Popolare di Novara affinché si soprassedesse al provvedimento di chiusura del conto anticipazioni per sconto di tratte e di documenti esteri presentati da detta Società al fine di consentire il finanziamento e la continuazione dell'esercizio provvisorio dell'azienda.
Osserva, tuttavia, che la reale situazione finanziaria della Società FERA è di gravità tale che, a parere della Giunta Regionale, la unica soluzione possibile per assicurare l'occupazione dei 200 lavoratori interessati consiste nel fare sì che nuovi gruppi finanziari operanti nel ramo specifico di attività della Società FERA assumano la gestione dell'azienda, in una prospettiva di risanamento economico che consenta la continuazione dell'attività dell'azienda.
Informa di avere avuto dei contatti personali con industriali locali, di Torino e anche con industriali svizzeri, ma che, nonostante questo interessamento, non si è ancora potuto raggiungere alcuna soluzione positiva.
Dichiara di aver preso personalmente dei contatti con i dirigenti dell'IRI, sollecitando un loro fattivo interessamento per la soluzione del problema in esame, anche mediante lo auspicato intervento finanziario dell'IRI che, a suo giudizio, rientrerebbe nei compiti istituzionali di detto Istituto; informa di non avere potuto ottenere alcun impegno in merito da parte dell'IRI.
Fa presente che la Regione è intervenuta positivamente presso l'IRI affinché questo Istituto, - che risulta creditore della Società FERA per un mutuo dell'importo di Lire 270 milioni -, soprassieda alla richiesta di esecuzione della sentenza di fallimento della Società FERA, consentendo in questo modo all'azienda di continuare nell'esercizio provvisorio.
Informa che la Giunta si è interessata del problema riguardante le ordinazioni di produzione di detta azienda, cercando di evitare che la dichiarazione di fallimento potesse ripercuotersi negativamente sulle vendite e, quindi, sulla produzione, intervenendo presso gli Enti statali le cui commesse alla FERA erano di una certa importanza.
Fa presente che anche questa azione ha fatto sì che detta azienda potesse continuare la sua attività durante la gestione provvisoria, il che ha consentito finora di dare lavoro ai dipendenti.
Circa le prospettive future, osserva che la minoranza consiliare, pur mettendo in rilievo l'importanza del problema in esame, soprattutto per quanto riguarda il livello della occupazione operaia in Valle d'Aosta, non formula delle proposte concrete, ma si limita a sollecitare in via generica un interessamento per la soluzione del problema stesso, mentre la Giunta ha dimostrato di essersi già interessata positivamente nel passato e si propone anche di interessarsi nel futuro per assicurare il lavoro e l'occupazione dei dipendenti della Società FERA.
Comunica che nei prossimi giorni avrà ancora altri incontri con personalità del mondo economico e che intende ancora fare dei tentativi presso l'IRI affinché la Società FERA possa superare le attuali difficoltà.
Dichiara di essere pronto a prendere in esame eventuali proposte concrete formulate dalla minoranza per la soluzione del problema in discussione.
Il Presidente della Giunta, CAVERI, dichiara quanto segue:
"Ritengo innanzitutto che, trattando di questo problema, abbiamo un primo dovere: cioè il dovere della sincerità e della schiettezza non soltanto di linguaggio, ma anche di comportamento, perché, in caso contrario, noi stessi pregiudicheremmo gli interessi degli impiegati e degli operai della Società FERA, i quali sono già stati ingannati per tanto tempo, particolarmente in questi ultimi giorni, sulla reale situazione della loro azienda.
In secondo luogo, mi pare di poter affermare che i dirigenti del Consorzio dei Comuni del bacino imbrifero della Valle d'Aosta non hanno avuto la mano felice in certe scelte, a cominciare dalla scelta della Società FERA poiché, come vedremo più oltre, questa Società si trovava già in non buone condizioni finanziarie prima del suo trasferimento da Torino a St-Vincent.
Questo è risultato in modo indubbio attraverso gli accertamenti della procedura fallimentare e sono state fatte a questo riguardo delle precise dichiarazioni.
Scelte poco felici nei confronti anche di altre Ditte, per esempio nei confronti delle Officine Meccaniche "Baltea", di Donnaz, che hanno licenziato tutti i loro operai circa 10 o 15 giorni fa; il problema di questa Ditta è meno grave di quello della Società FERA nel cui stabilimento sono occupati oltre 200 persone fra operai e impiegati.
Scelte poco felici anche nei confronti di altre aziende industriali che si trovano ora in situazione molto difficile, per cui è da prevedere che, tra qualche settimana o tra qualche mese, vi saranno altre aziende che verranno a trovarsi nelle condizioni della Società FERA.
Scelte poco felici anche perché i dirigenti del Consorzio dei Comuni del bacino imbrifero della Valle d'Aosta si sono appoggiati a consulenti che avevano dei tristi precedenti in materia, consulenti che hanno seminato in Valle d'Aosta, negli ultimi trent'anni, dei disastri uno sopra l'altro, dalle acque minerali agli alberghi, e ai vari settori dell'attività economica.
Trattando ora più particolarmente del problema della Società FERA, va rilevato che il Consorzio dei Comuni del BIM della Valle ha erogato a questa Società contributi per complessive Lire 68.334.394, somme appartenenti a tutti i Comuni della Regione e ripartite come segue: per acquisto terreni: Lire 26 milioni; per allacciamenti vari (linea elettrica, acquedotto, telefono, strada) : oltre 10 milioni; per la scuola professionale di fabbrica: L. 5 milioni; per anticipazioni sui contributi di convenzione: L. 15.983.000.
In seguito quando già la situazione della FERA si era di parecchio aggravata, sono stati pagati anche salari arretrati agli operai per un importo di L. 10.724.000. Si ha, quindi, un totale di L. 68.334.000.
E' ben vero che esiste un credito da parte della Società FERA nei confronti del Consorzio dei Comuni del BIM della Valle d'Aosta per un certo contributo previsto, ma il credito netto del predetto Consorzio ammonta pur sempre ad oltre 56 milioni di lire.
L'Assessore Colombo ricordava opportunamente, poco fa, che la Giunta Regionale aveva deliberato di intervenire a favore de gli operai della Società FERA mediante l'erogazione di sussidi da pagarsi direttamente agli operai stessi, per una somma globale di circa L. 1.500.000.
Quando, nel gennaio 1964, già cominciavano i primi tristi sintomi premonitori di quanto poi è accaduto alla Società FERA, la Giunta Regionale ha richiamato l'attenzione del Consorzio dei Comuni del BIM della Valle d'Aosta sulla gravità e sulla delicatezza del problema, riferendosi non soltanto alla FERA, ma al problema generale dell'installazione di nuove aziende industriali in Valle d'Aosta, raccomandando la prudenza e l'oculatezza delle scelte.
E' sopravvenuto poi il fallimento della FERA e la Giunta Regionale si è preoccupata nel senso che è stato illustrato dall'Assessore Colombo, svolgendo quelle azioni di cui vi ha testé parlato il mio collega di Giunta.
Per conto mio, ho voluto avvicinare le persone più qualificate in questa materia, per sapere quale fosse la reale situazione della Società FERA; poiché è dalla consapevolezza della reale situazione della FERA che si possono ricavare le conclusioni sugli eventuali provvedimenti da assumere. E cosa mi è stato risposto? In sintesi la situazione mi è stata illustrata in questo modo: passivo Lire 1.400.000.000 - attivo L. 450.000.000, più lo stabilimento.
Tale è la situazione reale, gravissima, di questa azienda, di questo fallimento, che persiste malgrado l'esercizio provvisorio.
Aggiungo ancora questo: il Dott. Jans è venuto da me e, successivamente, mi ha presentato un memoriale, nel quale ho rilevato soprattutto due periodi che sono molto sintomatici e di cui voglio dare lettura:
"E' da ritenere che nessun'altra persona o Società sia attualmente disposta ad assumere tale gestione, in quanto non in grado di poter giudicare, obiettivamente, le possibilità produttive ed economiche dell'azienda".
A parte la motivazione che mi sembra discutibile, perché è perlomeno discutibile l'affermazione che nessun'altra persona o Società sia attualmente disposta ad assumere tale gestione in quanto non in grado di poter giudicare obiettivamente le possibilità produttive ed economiche dell'azienda di cui si tratta, quando è evidente che i gruppi finanziari ed industriali hanno dei mezzi più che sufficienti per accertare le possibilità produttive di una determinata azienda -, io voglio richiamare l'attenzione dei Consiglieri sulla prima parte del memoriale, nella quale il Dott. Jans distribuisce sul problema in esame grandi consigli e visioni al solito ottimistiche, megalomani, salvo poi affermare in seguito che "è da ritenere che nessun'altra persona o Società sia attualmente disposta ad assumere tale gestione".
Affermazione gravissima questa!
Nel citato memoriale è contenuta poi la seguente affermazione, affermazione che è, nello stesso tempo, una proposta : "per contro, i componenti della Società per azioni da me proposta, - e precisamente la Preximax -, forniti della necessaria competenza, non possono disporre tuttavia del capitale liquido sufficiente a riattivare l'azienda, sì da renderla ancora più redditizia al fine di facilitare, con immancabili risultati economici positivi, il reperimento di capitali per la definitiva sistemazione dell'azienda".
Molta competenza, quindi, ma capitale zero!
Essendoci trovati di fronte ad un memoriale del genere, - dove si parla di una Società che aveva molta competenza in materia ma che però non disponeva di quattrini -, evidentemente le nostre conclusioni sull'argomento non potevano essere molto liete.
Dimenticavo di dire che, parlando con quelle tali persone qualificate alle quali accennavo prima, io ho segnalato loro i nomi degli esponenti di gruppi finanziari che si erano presentati a me nell'estate scorsa, dicendosi disposti ad investire capitali in Valle di Aosta, esponenti di gruppi finanziari che erano stati indirizzati in vari luoghi, presso varie Società, enti ed iniziative.
Pertanto, ho ritenuto opportuno segnalare i loro nominativi alle persone qualificate di cui sopra autorizzandole a fare il mio nome, a dire, cioè, che anche a mio nome si rivolgevano agli esponenti di questi gruppi finanziari e industriali.
Questa è la reale situazione che noi dobbiamo tenere presente e a cui dobbiamo guardare in faccia.
Ripeto ancora che noi dobbiamo avere in questo momento il coraggio della sincerità perché, in caso contrario, noi inganneremmo gli operai e gli impiegati della FERA e pregiudicheremmo ancora di più i loro interessi che, purtroppo, sono stati già così gravemente pregiudicati.
Noi, della Giunta, ci siamo trovati di fronte alla richiesta di alcuni Consiglieri, richiesta molto generica, come osservava testé il Presidente del Consiglio.
Noi siamo disposti a fare tutti gli eventuali ulteriori passi, e ad insistere in quelle iniziative che sono state illustrate dall'Assessore Colombo.
Noi siamo disposti ad ascoltare attentamente le proposte concrete che siano fatte dai vari Consiglieri, a condizione, beninteso, che si tratti di proposte serie, per il prestigio del Consiglio Regionale, perché non siamo venuti qui a prenderci reciprocamente in giro o a prendere in giro l'opinione pubblica, gli operai e gli impiegati della Società FERA».
Il Consigliere PEDRINI chiede all'Assessore all'Industria e Commercio che gli siano chiariti i motivi per cui la gestione della Società FERA nel periodo dell'amministrazione controllata fosse in attivo, come gli è stato riferito, mentre, da quando la gestione è passata sotto il controllo degli organi di curatela fallimentare, si è riscontrata una flessione nelle vendite, con perdita di clientela, tanto che la gestione è diventata notevolmente passiva.
Il Consigliere BORDON dichiara che gli argomenti esposti nella presente discussione dai membri della Giunta Regionale hanno destato una certa perplessità nella minoranza, in quanto si tratta di argomenti che non portano a nessuna concreta soluzione del problema in esame.
Osserva che l'interessamento che l'Assessore Colombo ha avuto nella questione della Società FERA rientra nei normali compiti spettanti all'Assessorato all'Industria e Commercio.
Ritiene che il contributo che la Regione ha erogato a favore dei dipendenti della predetta Società sia stato un intervento troppo blando e non atto a porre un rimedio alla difficile situazione finanziaria della Società stessa.
Per quanto riguarda l'interessamento svolto presso i dirigenti della Banca Popolare di Novara, - affinché si soprassedesse alla chiusura definitiva del conto anticipazioni per sconto di tratte a favore della Società FERA, - dichiara che questo era il minimo che la Regione potesse fare per aiutare questa Società e per impedire che l'azienda cessasse la propria attività.
Rileva che nella grave situazione in cui versa attualmente la Società FERA non è facile trovare dei gruppi finanziari privati intenzionati a rilevare l'azienda, per cui una soluzione in tal senso non si presenta dì immediata realizzazione.
Dichiara di non concordare nemmeno sulla richiesta di un intervento finanziario dell'IRI, perché non ritiene che abbia interesse a intervenire a favore della Società FERA e perché la Regione ha delle potestà legislative e amministrative che le consentono di risolvere in modo autonomo il problema di cui si tratta, consentendo, soprattutto, a detta azienda di continuare ancora per qualche tempo la propria attività in esercizio provvisorio giudiziario.
Rileva che il Presidente della Giunta, Caveri, invece di presentare delle proposte concrete, ha ritenuto di dover fare un processo al Consorzio dei Comuni del BIM della Valle d'Aosta che non avrebbe avuto la mano felice nelle sue scelte in ordine al problema della industrializzazione della Regione e ha fatto cadere tutta la colpa di quanto è avvenuto sul predetto Consorzio.
Osserva che non sempre nella vita amministrativa ed anche in quella privata si compiono delle scelte felici in materia economica e che il Consorzio predetto è un Ente pubblico soggetto alla vigilanza e alla tutela da parte degli organi di controllo regionali, per cui, se i denunciati errori fossero stati così apparenti fin dall'inizio, sarebbe stato dovere degli Organi di vigilanza e di tutela non approvare le relative deliberazioni di detto Consorzio, come, del resto, non hanno approvato tante altre deliberazioni di detto Ente.
Fa presente che il riferimento fatto dal Presidente della Giunta a certi consulenti che avrebbero seminato tanti disastri economici in Valle d'Aosta negli ultimi trent'anni, non porta alcun contributo alla discussione in corso, che dovrebbe vertere invece sulla gravissima situazione della Società FERA allo scopo di ricercare, senza demagogia, una soluzione amministrativamente saggia che consenta alle maestranze occupate in detta azienda di conservare il proprio posto di lavoro.
Premesso che la minoranza formulerà in proposito delle proposte concrete, dichiara di essere stupito che la Giunta Regionale, che da tanto tempo si interessa al problema, non abbia presentato in questa seduta delle proposte meno vaghe di quelle sinora formulate e muova quasi un rimprovero alla minoranza stessa di non essere stata più concreta nella sua richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio.
Osserva, comunque, che il problema della Società FERA è assai importante e grave, per cui è necessario che il Consiglio esamini attentamente tutte le possibilità di intervento, in una forma o in un'altra, per far sì che detta azienda possa continuare, almeno per un certo tempo, nell'esercizio provvisorio giudiziario per evitare che un così gran numero di lavoratori abbia a perdere il proprio posto di lavoro.
Il Consigliere CHAMONIN dichiara quanto segue:
"Io vorrei rifarmi in parte a quanto illustrato dall'Assessore Colombo e dal Presidente della Giunta sulla situazione attuale e sulle prospettive future della Società FERA, di St-Vincent.
Vorrei riprendere anche una frase contenuta nella richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio presentata da 13 Consiglieri della minoranza, là dove si dice: "di stimolare ogni iniziativa utile ed idonea a risolvere nel modo migliore".
Non concordo, almeno in parte, con quanto detto dal Consigliere Bordon.
Penso, invece, che sia veramente il caso di riprendere soprattutto uno degli argomenti sviluppati dall'Assessore Colombo, al quale ritengo che tutto il Consiglio debba dare atto del suo interessamento per la questione in esame.
Si tratta dell'argomento riguardante la richiesta di intervento di organismi particolarmente qualificati, sia per la loro competenza in materia, sia per la loro importanza in campo nazionale.
Penso, quindi, che sarebbe veramente il caso di riprendere, con tutta la forza del Consiglio Regionale, l'azione a mio parere così giustamente intrapresa.
Propongo, pertanto, al Consiglio l'approvazione del seguente ordine del giorno che mi auguro venga votato all'unanimità:
"Il Consiglio Regionale
- esaminata la situazione della S.p.A. FERA, di St-Vincent, che è stata dichiarata fallita circa tre mesi fa e che continua la propria attività in esercizio provvisorio giudiziario;
- considerato che l'azienda occupa 200 dipendenti e che il dissesto è dovuto, in parte, a motivi congiunturali;
- ritenuto ancora che l'azienda, opportunamente assestata, potrebbe svolgere una attività proficua in un settore produttivo qualificato;
FA VOTI
affinché intervenga sollecitamente per garantire la continuità produttiva della FERA".
Io penso che questa potrebbe essere una di quelle iniziative utili ed idonee a risolvere il problema nel modo migliore".
Il Consigliere DUJANY ritiene assai deludenti gli argomenti esposti nella discussione del problema in esame specialmente da parte del Presidente della Giunta.
Osserva, infatti, che il Presidente della Giunta, nelle sue funzioni di Prefetto avrebbe dovuto interessarsi più attivamente del problema in esame, in modo da giungere oggi, a distanza di 20 giorni dalla convocazione straordinaria del Consiglio, a portare degli argomenti più validi e delle soluzioni concrete atte a risolvere il problema stesso.
Dichiara che da parte della Giunta Regionale si sta compiendo un abile gioco di dialettica, basato su risposte vaghe e su voti tendenti a richiamare l'attenzione di Enti che non sono alle dipendenze della Regione allo scopo di non impegnare l'Amministrazione Regionale di cui si è responsabili.
Per quanto riguarda l'invito rivolto dal Presidente della Giunta alla sincerità nella discussione dell'argomento in esame, osserva che questo invito dovrebbe valere per tutti, per cui non si dovrebbe tentare di scagionarsi riversando ogni responsabilità sul Consorzio dei Comuni del BIM della Valle d'Aosta.
Fa presente che il problema che si sta trattando deve preoccupare tutti gli Amministratori della Regione, perché è connesso con il problema generale dell'occupazione della mano d'opera valdostana la cui soluzione è stata tentata, anche se con esito più o meno discutibile, unicamente dal citato Consorzio, mentre altri Enti sono rimasti in una posizione di immobilismo.
Non si deve poi dimenticare, - egli aggiunge -, che anche la Regione ha emanato una legge concernente: "Provvidenze regionali per l'impianto di nuovi stabilimenti industriali in zone economicamente depresse della Valle d'Aosta", e che proprio in base a tale legge la Regione stessa è intervenuta a favore della Società Officine Meccaniche Baltea, di Donnaz.
Ritiene, pertanto, che sia necessario cessare con gli inutili scarichi di responsabilità e cercare, invece, tutti insieme e nell'interesse della popolazione valdostana, di porre rimedio agli eventuali errori commessi.
Rileva che il Consorzio dei Comuni del BIM della Valle d'Aosta è un Ente soggetto a vigilanza e a tutela da parte dei competenti Organi regionali, per cui, se effettivamente la Giunta riteneva fin dall'inizio che le iniziative assunte da detto Ente nel campo della industrializzazione fossero dannose alla collettività, avrebbe dovuto non approvare fin da allora i relativi provvedimenti deliberativi, che non avrebbero quindi avuto esecuzione.
Ricorda che l'apertura dello stabilimento della FERA è avvenuta durante il periodo della gestione commissariale del predetto Consorzio.
Fa presente che, indipendentemente dalle soprariportate osservazioni di carattere generale, il problema di cui si discute deve essere presentato in un altro modo, in quanto ora la Società FERA esiste, versa in una grave situazione finanziaria e dà lavoro a 200 dipendenti, i quali, in questo momento, temono di perdere a breve scadenza il loro posto di lavoro.
Ritiene, pertanto, che sia necessario provvedere entro il più breve tempo possibile a sanare la grave situazione di questa Società, situazione che molti sostengono non essere irreparabile, in quanto l'azienda è sostanzialmente sana, essendo l'attuale situazione della FERA dovuta soltanto ad una serie di motivi, fra i quali anche quelli connessi alla sfavorevole congiuntura economica generale.
Chiede al Presidente della Giunta se gli risulti veritiera la voce secondo cui altre Società industriali similari, nazionali ed estere, ed in particolare la Società BOX, abbiano cercato di assorbire la Società FERA per eliminare dal mercato un valido concorrente.
Osserva che simile voce starebbe a confermare che l'azienda in questione è sostanzialmente sana.
Dichiara che l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Chamonin potrebbe anche essere accolto dalla minoranza.
Osserva, però, che la proposta fatta in detto ordine del giorno non servirebbe a risolvere la situazione della citata azienda in questo momento, perché ora si tratta di far prolungare il più a lungo possibile il periodo di esercizio provvisorio giudiziario per poter ricercare, attraverso forme di intervento idonee, - quali potrebbero essere quelle suggerite dall'Assessore all'Industria e Commercio, - una soluzione definitiva del problema in esame.
Fa presente che lo Stabilimento della Società FERA si trova ora in una situazione critica ma transitoria, per cui necessita dell'appoggio morale e materiale dell'Amministrazione Regionale per poter proseguire nella sua attività, in attesa che, mediante provvedimenti che richiedono indiscutibilmente un maggior tempo, si possa raggiungere una soluzione definitiva.
L'Assessore ANDRIONE osserva che il Presidente della Giunta, nella sua esposizione, non ha potuto essere ottimista perché deludente e grave è la situazione finanziaria della Società FERA che, di fronte ad un passivo di Lire 1.400.000.000, presenta un attivo di sole Lire 450.000.000, oltre allo stabilimento, il cui prezzo di realizzo non è di facile previsione.
Fa presente che il Consiglio sta discutendo di una Società industriale privata già dichiarata in stato fallimentare e che gli Amministratori della Regione debbono tenere conto di questa situazione, perché le conseguenze di un tale fallimento non sono facilmente prevedibili.
Ritiene che la proposta fatta dal Consigliere Chamonin sia una proposta seria e tale da consentire di sanare definitivamente la situazione della Società FERA.
Dichiara, comunque, che la Giunta è disposta a prendere in esame le soluzioni concrete e serie che venissero formulate dalla minoranza.
Per quanto riguarda la voce su di un possibile assorbimento della Società FERA da parte di vari gruppi industriali similari che intenderebbero, in tal modo, eliminare dal mercato un'azienda concorrente, osserva che detti gruppi industriali non hanno alcun bisogno di assorbire la Società FERA, trattandosi di una Società in stato fallimentare che sarà costretta a cessare la propria attività e a cedere il proprio stabilimento.
Il Consigliere TORRIONE dichiara quanto segue:
"Effettivamente la delusione è somma, Signori, perché ancora una volta la Giunta in carica, - che dovrebbe essere qui per renderci edotti dei propri intendimenti e del proprio operato -, si presenta a chiedere alla minoranza dei lumi che la minoranza senz'altro è in grado di dare.
Va, però, precisato che la minoranza non è qui in veste direzionale della cosa pubblica, ma tutto al più con quella veste che le consente di dare dei consigli. Non voglio essere polemico, per quanto l'argomento si presti molto alla polemica.
Voglio solo fare osservare che quando si dice che il passivo della Società FERA ammonta a Lire 1.400.000.000 si fa una affermazione che non ha alcun peso.
Le parole "un miliardo e quattrocento-milioni" riempiono la bocca e le orecchie e possono destare una certa sensazione in chi è inesperto, ma non hanno alcun valore, perché quel miliardo e quattrocentomilioni di lire rappresenta le passività di una Società fallita, che dovranno essere pagate con quanto sarà realizzato attraverso la cessione delle attività.
Quindi questo passivo non interessa a chi avesse a subentrare nella nuova gestione provvisoria o definitiva della Società FERA.
Gli organi fallimentari, ricuperato ciò che potrà essere ricuperato attraverso l'alienazione di questa azienda, avranno l'onere di distribuire fra i vari creditori la somma realizzata.
Oggi abbiamo un complesso industriale che, sostanzialmente, è sano, perché l'attività della FERA è altamente specializzata e i suoi prodotti sono ricercati e sul mercato italiano e sul mercato straniero.
La gestione fallimentare ha accumulato degli utili con una media di 8-10 milioni al mese; questa è la dimostrazione che la FERA è un'azienda che può dare degli utili.
Questa azienda è fallita a causa di errori passati che non possono interessare alla Regione.
Alla Regione può solo interessare il futuro di questa azienda, cioè che cosa possa rendere e che cosa si possa fare di questa azienda.
Questa azienda oggi è posta in vendita. I macchinari, si dice, sono valutati sui 450 milioni di lire e gli stabili sui 400 milioni di lire. Il prezzo stimato è un prezzo di inventario, già attualmente basso, ma suscettibile di ulteriori riduzioni. Chiunque oggi acquistasse la FERA non pagherebbe il valore di avviamento; si limiterebbe a comprare mobili ed immobili.
Chiunque oggi acquistasse la FERA farebbe un affare, perché si tratta di un'azienda redditizia.
La Regione ha un interesse a che la FERA rimanga in attività perché dà lavoro a molta mano d'opera locale (200 unità fra operai ed impiegati) che potrebbe essere raddoppiata; ha un interesse perché la FERA porta ricchezza nella Regione,- ha, infine, un interesse perché la mano d'opera altamente specializzata rappresenta quel prototipo di mano d'opera che noi bene vedremmo in Valle d'Aosta.
Da parte della maggioranza si propone la soluzione di richiedere l'intervento finanziario dell'IRI, cioè di un Istituto statale che non ha nulla a che vedere con la Regione.
La Regione, che già dipende molto dallo Stato per il fatto che la sua economia si impernia, soprattutto in Aosta su una grande azienda statale e che, quindi, allo Stato è tributaria, vuole che lo Stato aumenti i propri poteri nella Regione assorbendo una nuova azienda industriale e ponendo, in questo modo, un'altra ipoteca sulla Regione.
La soluzione dell'IRI è una soluzione accettabile; senonché, dal punto di vista autonomistico, ritengo che è bene che la Regione faccia tutto ciò che può essere fatto direttamente dalla Regione, da sola o insieme ad altri Enti privati o non privati. Tuttavia, se si dovesse ricorrere all'intervento dell'IRI, questa soluzione dovrebbe essere di estremo subordine, non solo per il motivo accennato ora, ma per il fatto che le trattative per fare intervenire l'IRI in Valle d'Aosta sarebbero molto lunghe, per cui, nel frattempo, la situazione della gestione provvisoria della FERA potrebbe degenerare.
Teniamo presente che la gestione provvisoria non può essere protratta a lungo, ma deve essere portata a soluzione entro un rapido termine.
Se entro qualche mese non si troverà chi possa subentrare alla gestione della FERA; la curatela fallimentare dovrà cedere all'asta i mobili e gli immobili.
D'altronde, supposto che l'IRI decidesse di intervenire assumendo la gestione o acquistando questa azienda, se poi ad un certo momento decidesse di chiuderla, noi non potremo fare nulla per mantenere questa azienda in Valle, perché la questione sfuggirebbe al nostro controllo.
Mi pare che la soluzione più sensata, visto che abbiamo dei poteri notevoli conferitici dallo Statuto regionale, - poteri che hanno nella nostra Regione un qualche cosa di diverso da qualsiasi altra Regione italiana che non sia a Statuto speciale, - sarebbe l'intervento della Regione che farebbe finalmente vedere di sapere usare di quei mezzi che lo Stato le ha conferito e di cui, purtroppo, ha dimostrato di non sapere usare in tutti questi anni.
Quindi, visto che la Regione ha un interesse ad intervenire direttamente per la soluzione del problema in esame, visto che la azienda è attiva, la Regione potrebbe intervenire regionalizzando l'azienda stessa, rendendosi cioè azionaria della FERA.
Questo in via principale.
Mi pare che, così impostando il problema, non esuliamo da quelli che sono i programmi dei Partito Socialista e del Partito Comunista, i cui rappresentanti costituiscono larga parte di questa maggioranza consiliare.
Ma se ciò non fosse possibile, se la Regione non ritenesse, in questo momento, di dover investire dei propri fondi in una attività del genere, la Regione potrebbe sempre costituire una Società a partecipazione regionale, con la partecipazione di azionariato valdostano nel limite del possibile e, per la par te di capitale non reperibile in loco, con la partecipazione di capitali estranei alla Valle d'Aosta.
Questa è una soluzione di non difficile attuazione: basta avere la volontà di fare.
Però, nel frattempo, l'azienda non deve essere chiusa.
Finora le entrate della gestione del fallimento sono state di importo tale da consentire la remunerazione delle maestranze della FERA. Ma, molto probabilmente, nel periodo delle ferie del prossimo mese di agosto, se non fin dal mese di luglio, le entrate diminuiranno; per cui la curatela non sarà più in grado di retribuire dette maestranze.
In attesa di una soluzione finale vi è, quindi, una utilità di interesse pubblico a mantenere in vita la gestione provvisoria della FERA di modo che si possa giungere alla alienazione avendo in mano un'azienda con quelle maestranze altamente qualificate che costituiscono la base della sua attività e non soltanto un complesso mobiliare e immobiliare.
Pertanto, onde consentire alla curatela di sopperire a queste necessità e permetterle di continuare nella gestione provvisoria, quanto meno fino al prossimo mese di dicembre, la Regione potrebbe concedere una fideiussione bancaria dell'ordine di 50 milioni, affinché la curatela stessa possa contrarre un mutuo presso qualche banca, mutuo che sarebbe rimborsato non appena sarà alienata l'azienda.
Vari Istituti bancari locali, interpellati in proposito, si sono dichiarati disposti a intervenire, sia per la concessione di un mutuo garantito dalla Regione, sia per una eventuale ulteriore operazione di assorbimento dell'azienda".
Il Consigliere BENZO dichiara che il Consiglio sta trattando di un problema grave, sia per le conseguenze che possono ripercuotersi sui lavoratori della FERA, sia perché si verrebbe a pregiudicare l'inizio della industrializzazione della Valle d'Aosta.
Osserva che, se non altro, la richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio, fatta da 14 Consiglieri della minoranza, ha por, tato la discussione dell'argomento in sede di Consiglio, servendo da stimolo alla Giunta per continuare quell'azione e quei contatti ai quali hanno fatto cenno l'Assessore Colombo ed il Presidente della Giunta.
Rileva che, allo stato attuale, la discussione è così impostata: da una parte vi è un ordine del giorno della maggioranza consiliare con il quale si fanno voti per un sollecito intervento finanziario dell'IRI, dall'altra parte vi sono delle precise proposte di un gruppo di Consiglieri della minoranza i quali chiedono in via principale la regionalizzazione della Società FERA e in via secondaria la costituzione di una Società per Azioni a partecipazione regionale e, soprattutto, chiedono la concessione di una fideiussione della Regione alla curatela fallimentare per l'accensione di un mutuo bancario che consenta di continuare per un periodo di tempo più o meno lungo l'attività aziendale.
Dichiara di ritenere che, solo agendo direttamente, la Regione faccia gli interessi dei lavoratori occupati, i quali non chiedono altro se non la garanzia del loro posto di lavoro e un più equo salario.
Propone, pertanto, che, in attesa di adottare dei provvedimenti per una soluzione definitiva del problema, il Consiglio approvi la concessione della fideiussione bancaria regionale, rinunciando eventualmente al finanziamento dei lavori di costruzione di una strada secondaria, che interessi a poche famiglie, per venire in aiuto ai 200 operai ed impiegati della Società FERA.
L'Assessore COLOMBO dichiara che non gli risulta che la Società FERA abbia realizzato degli utili di gestione nel corso dell'esercizio provvisorio giudiziario.
D'altra parte, - egli osserva -, se così fosse, questo starebbe a significare che la gestione provvisoria della Società FERA si svolge con una certa tranquillità, creando le condizioni per un acquisto o assorbimento della azienda stessa da parte di gruppi industriali.
Insiste nel ritenere che questa sia l'unica soluzione possibile per risolvere definitivamente il problema della Società di cui si tratta, se non si vuole tenere nella dovuta considerazione la proposta, fatta dal Consigliere Chamonin, di richiedere l'intervento finanziario dell'IRI.
Fa presente che, se si sono verificati utili di gestione, viene a cadere anche la proposta per la concessione di una fideiussione regionale bancaria, perché sarebbe evidente che la curatela è in grado di continuare nell'esercizio provvisorio giudiziario dell'azienda.
Osserva, d'altra parte, che la curatela non ha posto alla Regione problemi finanziari di questo genere, ma che, anzi, gli risulta che la curatela stessa è disposta a continuare nella gestione provvisoria.
Fa presente che, nel frattempo, è necessario continuare i contatti con l'IRI ed interessare al problema gruppi industriali che possano in un futuro prossimo rilevare l'azienda di cui si tratta.
Osserva ancora che la continuazione della gestione provvisoria non risolve il problema della Società FERA, in quanto tale gestione rappresenta solo un periodo transitorio atto a consentire di trovare una possibile definitiva soluzione del problema.
Ritiene, pertanto, che gli sforzi della Regione debbano essere continuati in questo senso, con una ferma presa di posizione da parte del Consiglio nei confronti dell'IRI e con la continuazione delle iniziative tendenti a far sì che qualche gruppo industriale rilevi l'azienda in questione.
Il Consigliere TORRIONE ribadisce che nel corso dell'esercizio provvisorio giudiziario, fino al mese scorso, la FERA ha realizzato utili di 8-10 milioni mensili, utili che consentiranno di remunerare i propri dipendenti fino al mese prossimo.
Osserva, però, che nel prossimo periodo delle ferie annuali, in conseguenza delle diminuite commesse di forniture, le entrate di detta azienda evidentemente si ridurranno.
Rileva, d'altra parte, che nessun cliente serio può continuare a fare delle commesse ad una azienda che si trovi in stato di fallimento.
Dichiara che l'attività dell'attuale gestione dell'azienda FERA è sana, mentre non era sana la gestione precedente che ha accumulato una serie di debiti che saranno, però, scaricati attraverso l'istituto del fallimento.
Rileva che chiunque entri in questo momento in possesso dell'azienda stessa, entra in possesso di una azienda senza debiti e compera l'azienda senza pagare il valore di avviamento, ma pagando soltanto il prezzo dei mobili e degli immobili.
Ribadisce che una gestione fallimentare ha unicamente lo scopo di mantenere in vita un determinato complesso aziendale in attesa di una possibile migliore soluzione definitiva.
Nel caso specifico, - egli aggiunge -, la Società FERA, per poter continuare nella gestione provvisoria nel periodo critico dei mesi di luglio e di agosto, necessita di un mutuo bancario che verrebbe concesso a condizione che la Regione si renda garante mediante una fideiussione.
Fa presente che questo provvedimento non comporterebbe un esborso di danaro da parte della Regione.
Ritiene di dover richiamare l'attenzione del Consiglio sulla gravità degli atteggiamenti della Giunta che si concretano in una esautorazione dei poteri della Regione e in uno svilimento dello Statuto regionale, allorquando si insiste nel pretendere che la soluzione di determinati problemi regionali venga dall'esterno, rifiutando di adottare i rimedi e i provvedimenti che la Regione è in grado di approvare.
Dichiara che la proposta di regionalizzazione dell'azienda FERA è una proposta seria dal punto di vista economico e dal punto di vista sociale.
Dichiara, in via subordinata e per il caso in cui il Consiglio Regionale non intenda adottare tale provvedimento, di insistere nel proporre la creazione di una Società per azioni a partecipazione regionale, convogliandovi nel limite del possibile capitali reperiti in loco e cercando di raccogliere azioni anche tra i dipendenti della stessa Società FERA, i quali si sono dichiarati disposti a versare a tale scopo le somme che dovranno introitare come creditori privilegiati in sede di fallimento.
Per quanto riguarda il prospettato assorbimento della Società FERA da parte di gruppi industriali interessati, dichiara che quanto possono fare gli industriali lo può anche fare la Regione e che una partecipazione azionaria della Regione in una Società che rilevi e gestisca l'azienda FERA controllerebbe l'attività dell'azienda stessa, indirizzandola verso quei fini che sono più utili alla collettività valdostana.
Il Consigliere PEDRINI dichiara di essere stupito di aver sentito fare, da parte di un Consigliere della Democrazia Cristiana, delle proposte che sarebbe stato più logico sentire formulate dai Consiglieri comunisti.
Riferendosi all'affermazione, fatta dall'Assessore Colombo, che l'attività della Società FERA, da quando è condotta in regime di esercizio provvisorio giudiziario prosegue in modo soddisfacente, dichiara che gli risulta, invece, il contrario, in quanto in tale periodo la FERA avrebbe avuto una riduzione degli incassi e avrebbe perso una parte della clientela.
Dichiara ancora di non condividere il parere del Consigliere Dujany, il quale ha affermato che, per risolvere il problema della predetta Società, sia necessario continuare per alcuni mesi nella gestione provvisoria giudiziaria e rinviando la soluzione definitiva del problema.
Osserva, in proposito, che il tempo stringe perché con il prossimo mese di agosto, a causa delle ferie estive, verranno a mancare le ordinazioni, con conseguente ulteriore notevole aumento del passivo della Società.
Non concorda con la proposta di regionalizzazione di detta azienda perché questo costituirebbe il primo intervento della Regione in campo industriale che dovrebbe essere seguito da analoghi interventi regionali a favore di tante altre industrie della Valle d'Aosta quali: l'Ilssa Viola, di Pont-St-Martin, le Officine Meccaniche Baltea, di Donnaz, la Brambilla e la Guinzio Rossi, di Verrès, che si trovano attualmente in non brillanti condizioni finanziarie.
Dichiara di non condividere nemmeno la proposta, fatta dal Consigliere Chamonin, di richiedere l'intervento dell'IRI, perché tale intervento richiederebbe per la sua pratica attuazione un periodo di tempo tale che non si giungerebbe in tempo a salvare la disperata situazione della FERA.
Quale Consigliere del Partito Liberale propone, invece, di nominare una Commissione consiliare, formata da rappresentanti di ogni Partito, che abbia il compito di mettersi a contatto con una Commissione nominata dalle maestranze della Società FERA, per cercare di mettere ordine all'interno dell'azienda, eliminando quegli inconvenienti che, a detta degli stessi lavoratori, appesantiscono oggi la gestione aziendale.
Condivide la proposta di concedere una fideiussione regionale per l'apertura di un mutuo bancario a favore della Società FERA al fine di guadagnare tempo per una eventuale positiva soluzione definitiva del problema della FERA.
Osserva ancora che la Regione non avrebbe nulla da temere nel concedere la richiesta fideiussione, perché avrebbe la possibilità di cautelarsi anche per il caso di liquidazione fallimentare dell'azienda.
Chiede che il Presidente del Consiglio conceda una breve sospensione della seduta, onde prendere accordi sulla proposta di nomina della Commissione consiliare oppure sulla presentazione di un nuovo ordine del giorno.
Il Consigliere DUJANY chiarisce i concetti in precedenza espressi, dichiarando di non aver inteso dire che il proseguimento della gestione provvisoria della FERA sia lo unico scopo a cui la Regione deve tendere, ma che il proseguimento della gestione provvisoria sarebbe un periodo di transizione per poter giungere al risanamento definitivo della situazione economica di detta azienda.
Il Consigliere GERMANO fa presente che uno dei compiti principali dell'IRI consiste proprio nell'intervenire a favore di determinate aziende industriali in periodi di trasformazione aziendale, di ammodernamento degli impianti e di cambiamento di produzione quali, ad esempio, la trasformazione della produzione del periodo bellico nella produzione del periodo di pace, servendosi di capitali pubblici e di capitali privati.
Osserva che, attualmente, le industrie della Valle si trovano tutte in una fase più o meno critica, il che vale anche per quanto riguarda la Società Nazionale Cogne S.p.A., che ha chiuso il suo bilancio per l'esercizio 1964 in passivo, per cui sussistono le condizioni per un intervento finanziario dell'IRI.
Fa presente che l'IRI ha tutta una serie di attività complementari alla produzione della Società FERA per cui, in caso di assorbimento di detta azienda da parte dell'IRI, verrebbero facilmente risolti anche specifici problemi di mercato.
Dichiara, pertanto, di concordare sull'ordine del giorno presentato dal Consigliere Chamonin, in quanto propone una possibile ed equa soluzione del problema in discussione. Rileva, però, che nel caso in esame sussiste la necessità di risolvere con urgenza detto problema per dare la garanzia del posto di lavoro ai numerosi dipendenti della FERA.
Propone, quindi, di nominare una Delegazione, nella quale siano rappresentati i vari gruppi consiliari, che porti l'ordine del giorno del Consigliere Chamonin ai dirigenti della IRI e discuta con i dirigenti stessi la critica situazione della Società FERA, facendo le necessarie pressioni affinché si ricerchi con la massima urgenza un'equa soluzione del problema in esame.
Dichiara che nel programma del Partito Comunista è previsto un incremento dell'iniziativa pubblica nei confronti dell'iniziativa privata in campo economico, in modo che la iniziativa pubblica diventi la guida della produzione economica del paese.
Ritiene che la proposta dell'ordine del giorno presentato dal Consigliere Chamonin si inquadri perfettamente in questo programma, in quanto inserirebbe la Società FERA in un più ampio mercato nazionale, nell'interesse dei suoi dipendenti e dell'economia nazionale.
Il Consigliere BORDON osserva che il gruppo consiliare della Democrazia Cristiana non si è dichiarato contrario, in linea di principio, all'intervento finanziario dell'IRI nei confronti della Società FERA.
Precisa che il gruppo consiliare della Democrazia Cristiana ritiene incompleto l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Chamonin perché vi si auspica, come unica soluzione, l'assorbimento di detta azienda da parte dell'IRI, mentre sarebbe opportuno prendere in considerazione, in via prioritaria, anche altre soluzioni del problema.
Il Consigliere TORRIONE ribadisce il concetto che, con l'assorbimento da parte dell'IRI, la Società FERA verrebbe a sfuggire ad ogni futuro controllo e condizionamento da parte della Regione.
Osserva che la proposta fatta in via prioritaria dal gruppo consiliare della Democrazia Cristiana consentirebbe alla Regione di avere il controllo e la guida di detta azienda.
Dichiara di non essere contrario, in linea di principio, all'intervento dell'IRI, ma esprime il dubbio che questa soluzione possa dare luogo anche a delle delusioni, in quanto l'IRI, complesso che amministra migliaia di miliardi, non avendo interesse a mantenere in vita una industria così decentrata per dare lavoro a 200 operai, potrebbe anche provvedere al loro trasferimento per dedicarli ad altre attività fuori della Valle d'Aosta.
Fa presente, invece, che la Regione ha interesse a che detta azienda rimanga in Valle d'Aosta per assicurare l'occupazione ad una mano d'opera altamente specializzata.
Dichiara, pertanto, che il gruppo consiliare della Democrazia Cristiana non respinge, in via di estremo subordine, la soluzione proposta dal Consigliere Chamonin che va considerata, però, in tutte le incognite e le incertezze che da essa potrebbero derivare.
Il Consigliere STRAZZA dichiara di avere preso atto con piacere che i Consiglieri, trattando del problema in esame, che interessa non soltanto i lavoratori della FERA, ma tutta l'economia della Valle d'Aosta, non abbiano portato la discussione sul piano della polemica.
Per quanto riguarda l'eventuale assorbimento della FERA da parte dell'IRI, rileva che detto Istituto ha già assorbito numerose aziende meccaniche italiane, per cui ritiene che anche in questo caso l'IRI abbia un reale interesse ad assorbire la FERA che, per la qualificata sua produzione, risulta già collegata ad alcune attività speciali di aziende dipendenti dall'IRI.
Dichiara di non essere contrario alla proposta, fatta dal Consigliere Bordon, di predisporre un ordine del giorno più completo di quello presentato dal Consigliere Chamonin, a condizione però che detto ordine del giorno sia poi votato all'unanimità.
Conferma l'opportunità della nomina di una Delegazione consiliare unitaria che abbia il compito di presentare all'IRI detto ordine del giorno e di insistere non solo per una rapida soluzione della critica situazione della FERA, ma anche per difendere il livello di occupazione in Valle d'Aosta che in questi ultimi anni, soprattutto ad opera della Società Nazionale Cogne, ha subìto una notevole riduzione.
Ricorda, in proposito, che mentre la Società Nazionale Cogne riduceva l'occupazione dei suoi stabilimenti di Aosta, le industrie siderurgiche italiane appartenenti al gruppo IRI aumentavano invece notevolmente il numero dei loro dipendenti.
Il Consigliere TORRIONE chiede che venga chiarito il motivo per cui si vorrebbe dare un'altra parte dell'economia valdostana in mano allo Stato, rifiutando di prendere in mano la direzione della Società FERA con un pronto intervento finanziario della Regione.
Il Presidente, MARCOZ, osserva che in Valle d'Aosta non vi sono sufficienti capitali privati per dare inizio alla politica suggerita dal Consigliere Torrione, tanto che continuamente, in sede di Consiglio, si sollecitano iniziative intese a fare affluire in loco capitali dall'estero.
Il Consigliere TORRIONE ribadisce che in una Società a partecipazione regionale i capitali privati verrebbero indirizzati in un determinato senso socialmente utile alla collettività valdostana, il che non potrebbe accadere se le attività economiche della Valle fossero tutte in mano ai grandi gruppi finanziari nei confronti dei quali la Regione non avrebbe alcun potere determinante.
Il Consigliere MAPPELLI dichiara che la Regione deve assumersi la responsabilità di adottare quei provvedimenti urgenti che consentano alla FERA di proseguire nella gestione provvisoria giudiziaria e deve, altresì, studiare le decisioni da prendere per una definitiva sistemazione dell'azienda stessa, senza trasferire ad altra sede le decisioni per la soluzione del problema.
Il Consigliere BIONAZ osserva che la discussione verte su due punti ben distinti e, precisamente, su di un punto di immediata realizzazione per assicurare la continuazione del posto di lavoro dei dipendenti della Società FERA e su di un secondo punto, a più lunga scadenza, per trovare un'adeguata soluzione definitiva del problema in esame.
Per quanto riguarda il primo punto, dichiara che nessuno è più indicato della Giunta Regionale ad assumere quei provvedimenti urgenti che consentano alla Società FERA di proseguire per un periodo più o meno lungo di tempo nella gestione provvisoria.
Contemporaneamente, - egli aggiunge -, il Consiglio può prendere in esame le varie proposte fatte per una soluzione definitiva del problema.
Il Consigliere BORDON chiede che la seduta sia sospesa per qualche minuto per dare modo al gruppo consiliare della Democrazia Cristiana di preparare un proprio ordine del giorno che tenga conto dei vari elementi emersi nel corso della discussione.
Il Consigliere PEDRINI si associa alla richiesta di una breve sospensione della seduta ed esprime il desiderio di avere una copia dell'ordine del giorno presentato dal Consigliere Chamonin per poterlo rileggere attentamente.
Il Presidente della Giunta, CAVERI, dichiara di concordare sulla richiesta di sospensione della seduta per consentire ai gruppi di minoranza di preparare un proprio ordine del giorno; chiede, però, che la discussione sugli ordini del giorno che saranno presentati si svolga in seduta pubblica, perché, dati i precedenti, non ritiene opportuno portare avanti delle discussioni in seduta privata sull'argomento in esame.
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Si dà atto che la seduta viene sospesa alle ore 11,22 e viene ripresa alle ore 11,40.
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Il Presidente, MARCOZ, richiama il riferimento fatto dal Consigliere Dujany alla legge regionale 21 agosto 1962 n. 20, concernente "Provvidenze regionali per l'impianto di nuovi stabilimenti industriali in zone economicamente depresse della Valle di Aosta", legge che dovrebbe costituire l'orientamento di base per l'azione del Consiglio Regionale nel caso della Società FERA.
Dichiara che non vi è contraddittorietà tra il comportamento della Giunta in sede di approvazione consiliare della legge sopracitata e nella presente discussione; dà quindi lettura dei seguenti articoli 2 e 3 della citata legge:
"Articolo 2 - Le domande per la concessione dei contributi straordinari regionali previsti dalla presente legge debbono essere presentate all'Assessore Regionale dell'Industria e del Commercio corredate dei programmi finanziari di produzione e di impiego di mano d'opera, nonché dei progetti di massima dei costruendi nuovi stabilimenti industriali.
Articolo 3 - I contributi straordinari regionali previsti dalla presente legge saranno concessi, con deliberazione del Consiglio regionale, alle Imprese industriali che, a giudizio dell'Amministrazione Regionale, diano le necessarie garanzie finanziarie per l'impianto e la gestione dei nuovi stabilimenti industriali, per il maggior impiego della mano d'opera locale e per lo scrupoloso rispetto della legislazione sul lavoro ...".
Il Presidente, MARCOZ, dichiara di non avere mai immaginato che si giungesse, in base all'orientamento che ha ispirato l'elaborazione della legge regionale 21-8-1962 n. 20, alla proposta di regionalizzare delle aziende industriali dissestate.
Ricorda che, in quella sede, il Consiglio Regionale non aveva manifestato una simile volontà politica.
Concorda nel ritenere che il problema in discussione sia della massima importanza, soprattutto nei riflessi che potrebbe avere per i dipendenti della Società FERA.
Informa di essersi interessato personalmente, nel corso del 1964, per ottenere un finanziamento di 200 milioni a favore della Società FERA.
Ritiene di dover richiamare l'attenzione del Consiglio sulla gravità, sotto l'aspetto finanziario, della proposta di regionalizzazione della FERA perché, in questo modo, si verrebbe a creare un pericoloso precedente al quale, come ben ha detto il Consigliere Pedrini, potrebbero richiamarsi varie altre aziende industriali della Valle d'Aosta che si trovano o che verranno a trovarsi nelle precarie condizioni finanziarie della Società FERA.
Auspica, pertanto, che il Consiglio sappia assumere delle decisioni in un clima di grande serietà e di responsabilità.
Il Consigliere TORRIONE concorda nel ritenere che la Regione non debba assumere il compito di risollevare le sorti delle aziende dissestate della Valle d'Aosta.
Fa presente, però, che, nel caso specifico della Società FERA, ci si trova di fronte ad una azienda dichiarata fallita, per cui gli amministratori responsabili della FERA risponderanno civilmente e penalmente del loro operato.
Osserva che, con la proposta di regionalizzazione, non si difendono gli interessi di detta Società, i cui dirigenti debbono comunque rispondere di fronte alla legge del loro operato, ma si cerca di salvare un complesso industriale che può proseguire in modo economico la propria attività, sottraendolo alla direzione di amministratori che finora non hanno agito in modo soddisfacente.
A nome del gruppo consiliare di minoranza dà quindi lettura del seguente ordine del giorno:
"IL CONSIGLIO REGIONALE
in attesa che il Presidente della Giunta e la Giunta prendano quei provvedimenti urgenti diretti a costituire una Società che rilevi dalla curatela fallimentare la FERA
li impegna perché sia consentita alla curatela di mantenere la gestione provvisoria attraverso la immediata concessione di una fideiussione.
Ogni decisione dovrà essere riportata al Consiglio Regionale entro 20 giorni da oggi, in adunanza straordinaria.
Aosta, lì 31 maggio 1965.
F.to: A. Berthet - Dujany Cesare - C. Bionaz - F. Verthuy - Chabod Guido - A. Personnettaz - Dr. Cusumano - Torrione - Ing. Carlo Benzo - Albaney - Lustrissy - Angelo Mappelli - Francesco Gheis - Giuseppe Maquignaz - M. Bordon - Ennio Pedrini".
Il Consigliere PEDRINI, a nome del gruppo consiliare del Partito Liberale dà lettura del seguente ordine del giorno:
"Il Consiglio Regionale, riunito in seduta straordinaria, dà mandato al Presidente della Giunta per la nomina di una Commissione formata da rappresentanti di tutti i Partiti, al fine di studiare con gli operai ed i tecnici la soluzione più idonea e radicale per i problemi interni della Società stessa e ciò per le future indicazioni da presentare agli eventuali acquirenti, siano essi privati od Enti pubblici.
F.to: Ennio Pedrini Cusumano Dr. Epifanio"
Il Consigliere CHAMONIN comunica che il proprio ordine del giorno è stato integrato con il seguente comma da includersi nella parte finale dell'ordine del giorno stesso:
"Dà incarico ad una Delegazione nominata dal Consiglio Regionale di prendere gli opportuni contatti con i dirigenti nazionali dell'IRI stessa, e di approfondire l'esame della situazione della FERA seguendone gli ulteriori sviluppi".
Il Presidente, MARCOZ allo scopo di chiarire le varie proposte finora formulate, dà lettura dell'ordine del giorno come sopra integrato presentato dal Consigliere Chamonin, dell'ordine del giorno presentato dal gruppo consiliare di minoranza e dell'ordine del giorno presentato dal gruppo consiliare del Partito Liberale.
Il Consigliere GERMANO osserva che la proposta fatta nell'ordine del giorno presentato dal gruppo consiliare del Partito Liberale è già compresa nell'ordine del giorno presentato dal Consigliere Chamonin, in quanto in entrambi gli ordini del giorno è richiesta la costituzione di un'apposita Commissione consiliare.
Il Consigliere PEDRINI chiarisce che non si tratta della stessa proposta, in quanto la Commissione da lui proposta dovrebbe avere il compito di studiare, con gli operai ed i tecnici della FERA, la soluzione più idonea e radicale per i problemi interni dell'azienda stessa, mentre nell'ordine del giorno della maggioranza si parla di una Delegazione nominata dal Consiglio per prendere gli opportuni accordi con i dirigenti nazionali dell'IRI e per approfondire l'esame della situazione della Società FERA, seguendone gli ulteriori sviluppi.
Segue una breve discussione sull'ordine di precedenza per la votazione dei tre ordini del giorno soprariportati, alla quale prendono parte il Presidente della Giunta, CAVERI, ed i Consiglieri TORRIONE e GERMANO.
Il Presidente, MARCOZ, pone ai voti per alzata di mano, l'approvazione del seguente ordine del giorno proposto, a nome dei Consiglieri della maggioranza, dal Consigliere Chamonin:
"IL CONSIGLIO REGIONALE
Esaminata la situazione della Società p. A. FERA di St-Vincent, che è stata dichiarata fallita circa 3 mesi fa e che continua la propria attività in esercizio provvisorio giudiziale;
Considerato che l'azienda occupa 200 dipendenti e che il dissesto è dovuto in parte a motivi congiunturali;
Ritenuto ancora che l'azienda, opportunamente riassestata, potrebbe svolgere una attività proficua in un settore produttivo qualificato;
fa voti affinché l'IRI intervenga sollecitamente per garantire la continuità produttiva della FERA;
dà incarico ad una Delegazione nominata dal Consiglio Regionale di prendere gli opportuni contatti con i dirigenti nazionali dell'IRI stessa e di approfondire l'esame della situazione della S.p.A. FERA seguendone gli ulteriori sviluppi".
Procedutosi alla votazione, per alzata di mano, il Presidente, MARCOZ, accerta e comunica che il Consiglio ha approvato l'ordine del giorno soprariportato con diciotto voti favorevoli (Consiglieri presenti: trentaquattro; Consiglieri votanti: diciotto; astenutisi dalla votazione i Consiglieri: Albaney Giuseppe, Benzo Carlo, Berthet Amato, Bionaz Cesare, Bordon Mauro, Chabod Guido, Cusumano Epifanio, Dujany Cesare, Gheis Francesco, Lustrissy Ferruccio, Mappelli Angelo, Maquignaz Giuseppe, Pedrini Ennio, Personnettaz Arlina, Torrione Giuseppe e Verthuy Franca).
Il Consiglio prende atto.
Il Presidente, MARCOZ, pone in seguito ai voti, per alzata di mano, l'approvazione del seguente ordine del giorno proposto dal Consigliere Torrione, a nome dei Consiglieri della minoranza (Berthet Amato, Dujany Cesare, Bionaz Cesare, Verthuy Franca, Chabod Guido, Personnettaz Arlina, Cusumano Epifanio, Torrione Giuseppe, Benzo Carlo, Albaney Giuseppe, Lustrissy Ferrucci, Mappelli Angelo, Gheis Francesco, Maquignaz Giuseppe, Bordon Mauro e Pedrini Ennio):
"IL CONSIGLIO REGIONALE
in attesa che il Presidente della Giunta e la Giunta prendano quei provvedimenti urgenti diretti a costituire una Società che devi dalla curatela fallimentare la FERA
li impegna perché sia consentita alla curatela di mantenere la gestione provvisoria attraverso l'immediata concessione di una fideiussione.
Ogni decisione dovrà essere riportata al Consiglio Regionale entro 20 giorni da oggi, in adunanza straordinaria".
Procedutosi alla votazione, per alzata di mano, il Presidente, MARCOZ, accerta e comunica che il Consiglio ha respinto l'ordine del giorno soprariportato con voti contrari diciotto e voti favorevoli sedici (Consiglieri presenti e votanti: trentaquattro).
Il Consiglio prende atto.
Il Presidente, MARCOZ, pone infine ai voti, per alzata di mano, l'approvazione del seguente ordine del giorno presentato dai Consiglieri Pedrini Ennio e Cusumano Epifanio:
"Il Consiglio Regionale, riunito in seduta straordinaria, dà mandato al Presidente della Giunta per la nomina di una Commissione formata da rappresentanti di tutti i Partiti al fine di studiare con gli operai ed i tecnici la soluzione più idonea e radicale per i problemi interni della Società stessa e ciò per le future indicazioni da presentare agli eventuali acquirenti siano essi privati od Enti pubblici".
Procedutosi alla votazione, per alzata di mano, il Presidente, MARCOZ, accerta e comunica che il Consiglio ha respinto l'ordine del giorno soprariportato con voti contrari diciotto e voti favorevoli sedici (Consiglieri presenti e votanti: trentaquattro).
Il Consiglio prende atto.
Il Consigliere TORRIONE chiede se la maggioranza ha respinto anche la proposta di concessione di una fideiussione regionale per l'accensione di un mutuo bancario a favore della Società FERA.
Il Presidente della Giunta, CAVERI, dichiara che detta proposta è superata dall'ordine del giorno approvato dalla maggioranza consiliare.
Il Presidente, MARCOZ, comunica che, in base all'esito della votazione, si dovrebbe procedere alla costituzione della Delegazione consiliare che deve prendere i contatti coi dirigenti nazionali dell'IRI e chiede se vi sia, in proposito, la possibilità di un accordo tra maggioranza e minoranza per la designazione dei membri della costituenda Delegazione.
Il Consigliere DUJANY dichiara che il gruppo consiliare della Democrazia Cristiana ritiene che la questione non debba essere discussa in questo momento, in primo luogo perché non ha avuto il tempo necessario per esaminare il problema; in secondo luogo perché ritiene inutile la nomina di una siffatta Delegazione, in quanto il problema in esame richiede una immediata soluzione che detta Delegazione non potrà raggiungete.
Il Presidente della Giunta, CAVERI, osserva che, in base all'esito della votazione, si dovrebbe costituire la Delegazione di cui all'ordine del giorno della maggioranza.
Chiede pertanto ai Consiglieri della minoranza se intendano fare parte, o no, della Delegazione e dichiara che, se essi non intendono parteciparvi, la formazione di detta Delegazione sarà un problema alla cui soluzione provvederà direttamente la maggioranza consiliare senza ulteriore discussione in sede di Consiglio.
Il Consigliere TORRIONE dichiara che il gruppo consiliare della Democrazia Cristiana è favorevole a partecipare a tutte le Commissioni che abbiano uno scopo costruttivo, ma non a delle Delegazioni turistiche ritenute inutili.
Rileva che la maggioranza consiliare ha la responsabilità di governo; costituisca, pertanto, - egli dichiara -, la Delegazione di cui si tratta e assuma le responsabilità che le derivano dalla votazione testè fatta.
L'Assessore all'Industria e Commercio, COLOMBO, dichiara quanto segue:
"Non è giusta, me lo consenta, Consigliere Torrione, l'affermazione da Lei fatta. Le posso assicurare che, se non avessimo costituito in precedenza delle Delegazioni, che Lei definisce turistiche, ed io invece definisco di interesse della Regione Valdostana, lo Stabilimento della Società FERA sarebbe da tempo già chiuso.
Questa è la realtà dei fatti.
In risposta al Consigliere Dujany, vorrei dire che la Giunta Regionale è ancora qui per assumere tutte le responsabilità e tutte le iniziative per seguire il problema della Società FERA.
Ritengo, pertanto, che l'affermazione che detta azienda fra due mesi sarà chiusa sia una affermazione priva di fondamento, fatta a puro scopo demagogico; perché ribadisco che noi, della Giunta, siamo qui per assumerci tutte le responsabilità e per fare tutto quanto è possibile per salvare la Società FERA.
Questo deve essere detto ben chiaro da, vanti a Voi e, soprattutto, davanti ai lavoratori della Società FERA."
Il Consigliere BORDON, prescindendo dalle varie proposte degli ordini del giorno soprariportati, dichiara che il Consiglio era stato convocato in seduta straordinaria per esaminare, insieme alla Giunta, la possibilità di intervenire in modo fattivo ed immediato per risolvere il problema riguardante la FERA, azienda che, in base alle risultanze della curatela fallimentare, si troverebbe sulla buona strada per avviarsi su un binario di sana amministrazione.
Il Presidente, MARCOZ, dichiara che, in base all'esito della votazione, è necessario addivenire alla nomina della Delegazione, per cui ha ritenuto di dover rivolgere invito anche alla minoranza di procedere a tale nomina.
Osserva che non vi sono validi motivi a giustificazione del rifiuto opposto dalla minoranza.
Il Consigliere BORDON dichiara di condividere il parere espresso in merito dal Consigliere Torrione, in quanto la minoranza ritiene che detta Delegazione non possa compiere alcun proficuo lavoro.
Osserva che il gruppo consiliare della Democrazia Cristiana avrebbe preferito che, fin da questa seduta, venissero approvati quegli opportuni provvedimenti finanziari atti a consentire alla Società FERA di continuare la sua attività per assicurare il lavoro ai propri dipendenti.
Il Consiglio prende atto.
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