Trascrizione informale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 231 del 7 ottobre 1967 - Resoconto

OGGETTO N. 231/67 - Legge regionale concernente la concessione di un contributo straordinario nelle spese di impianto e di gestione della Centrale del Latte di Aosta.

Maquignaz (D.C.) - Nell'allegato che è stato distribuito risultano già chiaramente i motivi che hanno prodotto le perdite di esercizio della società lattiero-casearia di Aosta.

Allo scopo di facilitare la discussione io vorrei dare alcuni elementi e illustrare brevemente la situazione della società.

I fattori che hanno provocato le perdite di esercizio sono i seguenti: un aumento sensibile del conferimento del latte sia nella zona bianca che fuori, conseguente aumento della produzione del formaggio e leggera flessione del prezzo relativo; aumento derivante dal nuovo contratto di lavoro.

Vorrei aggiungere anche alcuni dati: il latte conferito alla centrale nel 1965 era di 2.361.000, nel 1966 di 2.508.000, con una differenza in aumento di 146.847 Kg.; il latte venduto dalla centrale nel 1965 era di 2.094.000, nel 1966 di 2.114.000, con un aumento nella vendita di 19.263 Kg.

Il latte lavorato in caseificio, per conseguenza, è stato aumentato di 123 Kg. 126.

Le perdite di esercizio nel 1965 furono 3.581.000, nel 1966 11.653.306.

Analizzando queste perdite di esercizio dell'esercizio 1966, rispetto a quelle del 1965, che sono aumentate da 3.5 a 11.600.000, si ottengono dei dati che possono fornire delle utili indicazioni. Primo, l'aumento del costo della mano d'opera, in base al nuovo contratto di lavoro, dal 1° luglio 1966 ha portato un aumento di 4.022.000, il latte passato in caseificio e pagato al prezzo del latte alimentare 4.859.000. La flessione del prezzo medio del formaggio, 1.619.000, poi c'è stata la quota di ricchezza mobile di G2, di rivalsa dell'esercizio precedente, cosa che si ripeterà tutti gli anni, 1.075.000, queste sono grosso modo le voci che hanno più inciso nell'aumento delle perdite di esercizio del bilancio del 1966.

Di fronte all'evidenza di queste cifre e tenendo conto che non possiamo più rimediare perché si tratta di gestioni passate, si tratta ora di stabilire se il Consiglio ha la volontà o meno di integrare queste perdite di esercizio.

La Giunta, dopo aver accertato la situazione della società, ritiene giustificata la richiesta in considerazione della indubbia necessità di assicurare la continuazione e il miglioramento di questo servizio. Propone, quindi, al Consiglio la concessione di questo contributo straordinario di 15 milioni per coprire le perdite di esercizio degli anni 1965 e 1966, però informa il Consiglio che è intenzione della Giunta di esaminare le varie possibilità di riportare gradualmente la società ad una gestione economica, tenendo sempre in considerazione gli interessi delle varie categorie produttori, consumatori e rivenditori. A questo scopo, gradirei che il Consiglio manifestasse la sua opinione sulle possibili soluzioni che noi terremo in debito conto quando passeremo allo studio approfondito per la risoluzione di questo problema.

Nella riunione del Consiglio della centrale del latte del 29 maggio 1967, il Consiglio ha proposto le seguenti soluzioni: l'aumento del prezzo del latte alla vendita, la revisione della situazione del conferimento del latte fuori della zona bianca allo scopo di evitare il più possibile i superi, la diminuzione del prezzo del latte in acquisto, oppure, in alternativa a questo provvedimento, considerare la fornitura del latte alimentare come un servizio pubblico ed integrare ogni anno le perdite di esercizio.

Io, proprio in questo, su questo punto gradirei conoscere l'indirizzo del Consiglio.

Germano (P.C.I.) - Ma, io do atto che l'intervento dell'Assessore all'agricoltura è serio, chiede l'opinione del Consiglio. È un po' una nota diversa da altri interventi.

Mi pare che la soluzione di questi problemi, per rendere una gestione economica, siano abbastanza evidenti e balzino fuori dalla relazione.

Quando la lettera della centrale del latte dice: "sia per effetto della zona bianca, sia per iniziali motivi di equità", cosa significa? Significa che la zona bianca è superiore a quello che è il consumo di Aosta, o è sufficiente? Significa che noi abbiamo acquistato latte fuori dalla zona bianca, per motivi di equità, per pagare allo stesso prezzo di quelli che sono nella zona bianca? Ma non l'abbiamo fatta equità, perché dovremmo acquistare tutto il latte della Valle d'Aosta. Creiamo sempre una disparità, perché se prendiamo quello di Quart, non prendiamo quello di St. Christophe, o di Arpuilles, o di altre zone. Il problema qui della gestione economica deve essere limitato a questo fatto: qual è il consumo di Aosta? 2114 chili: bisogna che ci sia una zona bianca che copra questo e non bisogna che ci sia niente fuori dalla zona bianca, altrimenti l'equità non c'è più creiamo sempre una sperequazione, un trattamento diverso ai produttori.

Quindi, credo che sia qui il problema, non l'altro successivo di aumento del prezzo di vendita o diminuzione di quello di acquisto, o integrazione permanente. Tanto chiedo che l'amministrazione abbia fatto male a convocare la Commissione e impostare l'aumento di cinque lire al prezzo del latte. Siamo già in una situazione difficile e questo è un errore, soprattutto perché si motiva di dare questi milioni dicendo: "non deve aumentare". Non deve aumentare, invece si è già riunita la Commissione, e con la sola opposizione della CGIL si è deciso un aumento di cinque lire del prezzo del latte. Non è ancora, credo, andato in corso, ma dico stiamo attenti, abbiamo già una situazione che non è tanto buona, economica e sul costo della vita, non aumentiamo questo che è un genere di prima necessità e va alle larghe masse popolari. Perciò, il problema non è tanto di pagare meno il latte al produttore o di integrarlo, oppure di aumentare il latte. Il problema è di limitare la zona bianca a quello che è il fabbisogno e io credo che la zona bianca basti al fabbisogno e, quindi, il problema, se non basta, allarghiamola per quello che è necessario, ma non prendiamo latte fuori dalla zona bianca, altrimenti non è che facciamo... Noi potremo dire qui: "le lamentele di una serie di produttori che non versano il latte lì e che naturalmente sarebbero tutti interessati a vendere il latte lì, perché percepiscono di più, rende di più". Il problema non è di equità in questo senso. Quando noi prendiamo quello necessario alla Città di Aosta, noi assolviamo il nostro compito, mentre invece se noi prendiamo quintali e quintali di latte in più, e produciamo fontina, facciamo una cosa antieconomica. Quando i superi sono limitati e si possono fare altri formaggi che non siano fontina, in modo da avere un rendimento superiore, superiore a quello.

Questa è un po' la nostra opinione in materia.

Fosson (U.V.) - Nous sommes favorables à la délibération qui nous vient proposée. Mais, comme la question a été posée pour entendre l'avis du Conseil, je ne peux faire à moins d'aller un peu en arrière pour revoir un peu et dire quelles étaient les orientations de la gestion de la Centrale du lait.

Avant tout je voudrais dire qu'il faudrait, pas dans l'objet, il ne faudrait pas dire: "concessione di un contributo nelle spese di impianto di gestione", parce que ces dépenses sont exclusivement pour la gestion de la Centrale du lait. Ici, dans ces 15 millions qu'on propose, c'est de liquider le déficit des deux années '65 et '66, mais il n'y entre rien les dépenses d'installation de machines et tout, d'autant plus que nous avons déjà donné une contribution, nous avons pris à charge de l'Administration régionale l'achat des camions et des moyens de transport et cela était effectivement pour l'impianto. L'Administration régionale a pris en charge aussi des travaux qui étaient nécessaires pour couvrir l'édifice qui était, là aussi on avait fait un projet avec un tas de terrasses, quand on sait très bien que dans un bâtiment industriel comme celui de la Centrale du lait les terrasses, à un certain moment, perdent, surtout dans une situation comme ici à Aoste. Et alors, dans un deuxième temps, justement on a dû faire couvrir toute la partie qui était faite avec des terrasses.

Mais ici le problème a été posé par l'Assesseur Maquignaz dans les termes justes, parce que, quand il parle d'une gestion économique, qu'il est l'intention d'arriver à une gestion économique, je comprends qu'il faut prendre en examen les différents facteurs. Il y a différents facteurs et on peut retoucher un ou l'autre, ou on peut en retoucher, on peut les retoucher tous.

Ici avant tout il y a effectivement un déficit que pour l'année 1965 a été contenu dans les trois millions et 580 mille: déficit de gestion parce que ici on a déjà, l'Administration régionale alors, pour le 1965 et l'Administration actuelle après pour le 1966, je pense qu'elle a fait la même chose. Pour le 1965 on avait proposé de ne pas tenir compte des sommes que la Centrale, la Société de la Centrale devait "accantoner", devait mettre de côté pour la question des amortissements; et alors, si on considère, du point de vue purement économique il faudrait considérer et le déficit de gestion et la partie qui a été utilisée des sommes qui devaient être tenues comme amortissement qui ont été réutilisées au lieu pour faire diminuer ce déficit.

Plus ou moins la somme des amortissements, soit pour les machines soit pour les installations, soit pour les bâtiments chiffrent, il me semble, sur les 15 millions. Si je me souviens bien parce que à peu près c'était 11 millions qui étaient charge de l'Administrations, c'est-à-dire pour ce que l'Administration avait donné à la Centrale, et il y avait à peu près 4 millions d'amortissement encore de la part de la société de la Centrale sur les moyens de transport qui ont un amortissement, un taux d'amortissement plus haut parce que sur les bâtiments on avait obtenu le deux pour cent, pour les moyens de transport il y avait le 20 pour cent.

Maintenant tous ces moyens sont de propriété de l'Administration régionale, mais le chiffre d'amortissement ne changera pas, donc nous sommes sur le chiffre de 15 millions.

Si nous voulons voir la question de la gestion économique, nous devons considérer actuellement, avec les derniers, les derniers chiffres que nous avons, 11 millions et 653 de déficit de gestion en 1966, plus la partie de l'amortissement parce que si, à un certain moment, on continue à ne pas faire des amortissements il faudra renouveler des installations et on n'aura rien pour le faire, il faudra faire la dépense toute une fois.

Et puis ceci, l'orientation qu'on avait prise alors, mais ici ce n'est absolument pas pour faire de la polémique... nous avions fait bien présent alors la nécessité de tenir compte de ce qu'aurait été le futur du prix du lait, et maintenant nous arrivons à l'échéance, parce que, avec le 1968, devra entrer complètement en fonction ce MEC, le prix du lait sera sur la base des différents pays qui sont dans le MEC et le prix du lait des différents pays du MEC c'est un prix bien plus bas que celui que nous payons nous ici en Vallée d'Aoste.

Ici c'est un gros problème pas seulement pour les producteurs de lait de la Vallée d'Aoste, mais c'est le gros problème que doit affronter l'agriculture italienne parce que, vraiment, dans ce domaine de la production laitière nous sommes très handicapés avec la question du MEC. Si nous avons des avantages sur la production fruitière, nous avons de désavantages surtout sur la question laitière.

Alors nous n'avions voulu vraiment pas donner des illusions aux producteurs de lait, et nous avions fait des propositions même qui étaient légèrement plus basses de celles qu'on paye aujourd'hui pour le lait alimentaire. Alors il y a eu toute une certaine campagne, faite vers les producteurs, de demander encore de plus, de ne pas porter le lait si on ne payait pas 85 lires le litre. Nous avons fait comprendre aux agriculteurs, les agriculteurs ont compris et on a établi un prix alors qui était de 73 lires le litre pendant l'hiver et pour ceux qui portaient un 50 pour cent de plus et qui garantissaient aussi d'approvisionner la centrale avec un 50 pour cent de la production d'hiver aussi pendant l'été on le payait tout à 78 lires le litre. Et c'est ce que je pense qu'on fait encore aujourd'hui avec le lait alimentaire.

Nous avions eu une préoccupation, et il faut penser que nous étions au commencement de maintenir, ceci était la directive, de maintenir la zone blanche la plus réduite possible, de façon à éliminer, pendant une certaine période de l'année, les surplus et de réduire ces surplus au moins dans les moments de plus grande production. Tant que la centrale avait examiné et on ne pouvait pas faire zone blanche toute la Commune d'Aoste, parce que seulement les laiteries d'Arpuilles, d'Excenex et tout, auraient donné une quantité de lait très supérieure et avec ces laiteries on avait fait, la Centrale aurait pu faire, un accord de prendre seulement une traite par jour et l'autre ils la travaillaient eux.

De façon que on avait cherché de contenir les surplus, parce que effectivement, en faisant un examen, alors, sur le prix de vente, tout en tenant ce prix du lait qui était rémunératif pour le producteur, tout en contenant le prix de vente de façon de tenir en évidence aussi les nécessités de la population, pour la partie du lait alimentaire on quadrait les chiffres avec les dépenses, les différentes dépenses. Ce qui a porté ce déficit était seulement la différence du prix de vente du produit fait dans la laiterie, c'est-à-dire, alors on faisait du beurre et du fromage maigre et pratiquement ceci n'arrivait pas à compenser le prix qu'on payait directement au producteur pour la partie alimentaire et tout le lait venait pris comme alimentaire, et payé comme lait alimentaire.

Je ne sais pas maintenant en 1966 et en 1967 qu'est-ce qu'on a fait, mais en 1967 oui, parce que on en a discuté même ici. Mais il me semble qu'on a augmenté la partie du lait qu'on prenait. On l'a payée, il me semble, à un prix légèrement inférieur, c'est-à-dire à un prix industriel, à travers les données que l'Assesseur nous a donné, je ne peux pas entrer dans les détails, et j'aimerai bien savoir, si ce n'est pas aujourd'hui, un autre jour, parce que je pense que ce problème, de ce problème on devra encore en parler dans le futur, de savoir ce qu'a rendu et à quel prix on aurait pu payer ce lait industriel pour arriver à ne pas avoir des pertes sur le travail, sur la production qu'on a pu faire avec ce lait.

Il y a une chose effectivement que, j'exprime une opinion personnelle mais je retiens que ce soit une question qu'on doit tenir compte et c'est que dans la centrale, pour la centrale laitière il faudra toujours s'orienter à avoir très peu de surplus, et ceci pour la partie du lait alimentaire. Si on veut utiliser, et ici je cherche, je ne parlerai pas comme est surgie cette laiterie en excès à la Centrale dans son importance actuelle, et parce que ceci me porterait, peut-être, à faire des polémiques que je n'ai absolument aucune envie de faire en ce moment. Mais je dis, si nous voulons faire rendre un peu plus le lait et ces surplus qu'inévitablement on doit avoir à la centrale, pour moi l'orientation c'est de ne pas faire de la fontine, parce que dans certaines années on peut même avoir un prix de la fontine qui est rémunératif, dans d'autres années, tout de même et à travers la production qu'on fait dans la centrale, dans la laiterie de la centrale on ne pourra jamais avoir une conduction comme celle d'alpage et, alors, il y a déjà une différence. Mais, si on veut profiter des installations qu'il y a dans la centrale, il y a un pasteurisateur qui, pour le lait alimentaire, travaille deux heures par jour. Parce que, avec deux heures par jour de travail passe tout le lait alimentaire, les autres heures il est inactif le pasteurisateur. Or, si on doit faire, si on doit utiliser les surplus pour faire des fromages dans la laiterie de la centrale l'orientation quelle doit être? Elle doit être d'utiliser avant tout les machines qu'on a, parce que ceci c'est un principe industriel qui va pour tout, quand on a une machine il faut chercher d'utiliser le plus possible, parce que seulement en l'utilisant le plus possible on peut avoir une rente. Alors, tenir un minimum de surplus, ces surplus les travailler, les pasteuriser, ce que nous ne pouvons pas faire avec la fontine, parce que sans quoi, si nous pasteurisons, nous ne pouvons plus avoir la fontine qui a le "marchio" pasteurisé. Faire ces fromages frais, qui effectivement ont une certaine valeur, qui sont pasteurisés, parce que si on les fait avec le lait qui n'est pas pasteurisé il y a de nouveau tous les inconvénients hygiéniques que nous savons et chercher de faire certains fromages frais sur lesquels on peut avoir une rente qui est bien supérieure aux autres fromages. Ceci c'est une chose qu'il faut un certain temps, d'accord, mais l'orientation qu'on avait au début c'était justement celui-là et, malheureusement, dans ce sens on n'a plus, on ne s'est plus orientés. Il n'y a qu'à voir les fromages frais qui arrivent en Vallée d'Aoste, parce que la consommation en Vallée d'Aoste des fromages frais est assez haute. Surtout, nous avons aujourd'hui le tourisme qui est développé et nous l'avons pas seulement pas en été, nous l'avons aussi en hiver. Donc, ces fromages frais on peut les débiter tranquillement. Si vous allez prendre des petits fromages, il arrive des fromages français, frais ici, il y a des petits fromages aux fines herbes, n'allons pas parler des fines herbes pour notre centrale, mais ils sont 90 grammes, on les paye 250 lires. N'allons pas chercher ces fromages aux fines herbes, mais prenons seulement... le Petit Pâtre, et sur ceci on peut avoir une rente vraiment qui est plus importante.

Moi je dis, il faudrait voir sur ce point ici, pour faire la fontine il faudra arriver à la faire centraliser, si on doit faire la fontine, pas dans la Centrale laitière, mais la faire dans d'autres laiteries.

Donc, ceci je pense, qu'en ayant déjà dit de maintenir au minimum le surplus de dire d'établir la zone blanche, vraiment strictement aux nécessités alimentaires. Ici nous sommes dans des circonstances et nous avons des problèmes que c'est inutile de cacher, parce que nous avons une variation de production entre une saison et l'autre qui est très forte. Et c'est ceci qui des fois porte, a porté à tenir la zone blanche légèrement plus grande de ce qu'il était nécessaire. Mais en tout cas, quand on est garanti pour le lait de base, l'autre on peut aller le prendre aussi dehors de la zone blanche, et prendre seulement celui qui est nécessaire pour ne pas avoir de surplus, pour diminuer les surplus au maximum.

Je suis, même si la Centrale laitière a une fonction sociale et hygiénique, ce sont les fonctions fondamentales de la centrale laitière, je suis contraire pour principe. Ceci je l'ai répété plusieurs fois, pas seulement pour la Centrale du lait, la Centrale laitière, d'arriver à couvrir le déficit toutes les années. Nous devons, et l'avez dit vous-même, que l'orientation est celle-là d'une gestion économique. Si nous voulons voir une gestion économique il faudrait déjà écarter ce point ici des cinq demandes qui nous ont été posées, parce que, si nous arrivons à donner la possibilité, toutes les années de couvrir le déficit qu'il y a à la centrale, nous ne parlons plus d'une question économique, nous faisons là une question sociale. Mais il est toujours très dangereux parce que, quand une société, ou même si demain il dépend directement, il devrait dépendre directement de la Région ou de la Commune ensemble, quand on sait que le déficit est couvert on n'a plus aucune préoccupation pour ce qu'on doit faire. Donc, ce principe ici est à écarter complètement.

Si on arrive à maintenir les surplus, il y aura toujours un problème, parce que, même en tenant le plus bas possible les surplus, jusque quand on n'arrivera pas à faire rendre ces surplus au moindre prix, d'avoir une rente de ce surplus, au moins au prix du lait alimentaire, surtout maintenant avec l'augmentation des salaires qui est due à la nouvelle contractation des centrales, il se posera toujours la question des deux prix, peut-être avec une petite retouche. Tant qu'il est possible il sera nécessaire de ne pas aller toucher le prix des producteurs, parce qu'il est juste que les producteurs aient leur rente. Moi je ne critique pas, en ce moment, si on est arrivés à faire les cinq lires de plus par litre. Peut-être ces 5 lires de plus par litre, si nous calculons 2.114.000 litres, qui est la consommation de la Ville d'Aoste, arrive à faire 10 millions et quelque chose, nous sommes prêts déjà à la question du déficit qu'on a eu dans le 1966. Mais ceci ne suffira pas si on ne tient pas compte des autres choses, parce que ce déficit sera, augmentera, tendra éventuellement à augmenter.

Il faudra aller très doucement avant de retoucher le prix du lait au producteur. Mais tenons toujours compte qu'à un certain moment, quand le MEC sera en fonction, je ne sais pas si l'exclusivité qu'a aujourd'hui la Centrale, le Monopole qu'a la Centrale, continuera à exister, parce que ce monopole est contraire vraiment aux accords du MEC, est vraiment contraire aussi "al libero scambio" entre tous les pays du MEC. Et si demain devait tomber ce monopole de la centrale du lait sur le lait alimentaire, alors nous nous pourrions avoir ici le lait de l'étranger, le lait d'autres parties d'Italie à un prix bien plus bas, parce qu'il faut tenir compte que, pratiquement, aujourd'hui le prix le plus haut qu'on paye aux producteurs dans les autres, dans les autres centrales, le prix, en Italie, le prix le plus haut qu'on paye, c'est 70 lires le litre. Et, dans des centrales laitières où on fait aussi une certaine lavoration, une certaine production de fromage, on le paie en base à ce qui est la production industrielle, on le paye un prix qui va de 50 pour la partie production industrielle, jusqu'à 65, 50 à 65, c'est un prix qu'on peut avoir, de 50 pour le lait industriel, et dans certains cas jusqu'à 70 pour le lait alimentaire.

L'année passée, directement de Grenoble, si la Centrale laitière avait voulu prendre du lait, elle devait prendre 120 quintaux pour chaque voyage, parce que certainement on ne pouvait pas les diviser, ils le donnaient à 61 lires, rendus à Aoste. Ce sont des termes et des données dont on doit tenir compte dans le cadre général de ce qu'on doit décider pour la Centrale laitière.

Moi je m'excuse si j'ai voulu toucher des arguments comme cela, pour poser, pour approfondir un peu le problème. Je pense que ce n'est pas le cas, aujourd'hui, d'arriver à une décision plutôt qu'une autre, mais ceci je pense d'avoir donné une petite contribution aux demandes posées par l'Assesseur Maquignaz.

Benzo (D.C.) - Una sola precisazione, anche in questo caso, al Consigliere Germano: richiesta che era stata fatta per la riunione della Commissione consultiva prezzi, che ha tenuto questa riunione di cui Lei poc'anzi ha parlato. Questa Commissione consultiva, cioè, dà un parere al comitato regionale prezzi, il quale è l'unico che determina, poi, in effetti questo aumento. Quindi, siamo solo in questa fase.

Indubbiamente, questo problema, per quanto ci riguarda, indubbiamente abbiamo delle preoccupazioni. Indubbiamente, questo per quanto ci riguarda noi. Ripeto, appunto, noi non abbiamo voluto sentire tutto l'organismo idoneo... Tutte le categorie della Commissione consultiva, che è molto più vasta, hanno espresso, dopo un lungo dibattito, questo loro parere, questo parere che però verrà trasmesso all'organo competente che è il comitato regionale prezzi.

Andrione (U.V.) - Je déclare, comme il a déjà été fait, que nous votons en faveur. Cependant, Monsieur Maquignaz avait posé un problème qui me paraît très grave, sous forme alternative: d'un côté, augmentation du prix du lait, limitation de la zone blanche, et diminution du coût du lait; de l'autre côté prix politique du lait, c'est-à-dire, payer le déficit.

Or, Monsieur Fosson a déjà longuement expliqué quelle est notre position mais, comme il s'agit d'un problème très complexe, qui touche directement à toute la situation de la paysannerie valdôtaine, parce que, évidemment, si nous nous diminuons encore le prix du lait au producteur, nous arrivons à des conditions où la production du lait en Vallée d'Aoste devient totalement marginale, avec une chute brutale de production de lait, c'est-à-dire, avec l'abandon presque total des campagnes.

Il s'agit d'un problème, et je ne veux offenser personne, qui ne peut être résolu qu'avec un débat approfondi technique, et avec des données plus précises.

Je ne sais pas si Monsieur Maquignaz est d'accord, du moins pour ma part j'offre ma personne, si vous croyez convoquer quelqu'un, une petite commission, pour faire une étude de ce genre, de façon à prendre en matière de production du lait, et la gestion de la centrale du lait. Une, je ne dis pas une délibération commune, mais en tout cas de donner une impostation qui soit commune au Conseil. Parce que, ce que Monsieur Fosson a dit, c'est-à-dire les très préoccupations que nous avons, et que je croix vous partagez, à partir du 1er juillet 1968, avec l'entrée en vigueur du Marché commun, ce sont des préoccupations qui touchent directement à la situation paysanne en Vallée d'Aoste.

Dernière nouvelle, c'est-à-dire, début du mois de septembre de cette année, le lait qui vient de Normandie, et qui passe en camion en Vallée d'Aoste pour aller à Milan ou à Bologne, est rendu franc à Milan à 52 lires, et à Bologne à 54 lires le litre, et c'est du lait très gras, parce que vous savez que les pâturages de Normandie... oh, moi je fais cette proposition parce que, ici ce n'est pas évidemment un terrain à faire des polémiques, il s'agit d'un problème technique où nous nous jouons l'avenir agricole de la Région, parce que vraiment nous devons réfléchir avant de faire un pas. Et alors, si vous croyez, comme Monsieur Maquignaz, très courtoisement a demandé quelle était l'opinion du Conseil, si nous faisons un petit comité technique où l'on discute à fond du problème, peut-être que dans un climat plus reposant et plus technique on peut arriver à trouver des solutions qui sont du moins, devant un si grand problème, des solutions qui cherchent à être le plus possible efficaces.

Marcoz (U.V.) - ...ici on parle très souvent d'honnêteté, et alors cela me fait une suggestion pour la question, n'est-ce-pas, de l'augmentation de l'alternative dont a parlé l'Assesseur Maquignaz.

Le problème est un, dans le sens que la Centrale laitière, il y a un tout petit nombre d'agriculteurs qui portent leur lait. Le problème, vis-à-vis d'une augmentation aux producteurs du lait serait un autre, si tous les producteurs de la Vallée d'Aoste portaient le lait à la Centrale laitière. Or, je voulais seulement souligner ceci: la grande masse des gens qui ne peuvent pas porter le lait, n'est-ce pas, à la Centrale laitière, naturellement ils se trouvent dans une position de désavantage vis-à-vis de ceux qui le portent. Si demain vous allez encore augmenter le prix au producteur, ce serait une très belle chose si tout le monde portait le lait. Si vous allez faire cette augmentation, du point de vue de l'équité, moi je me demande qu'est-ce que diront tous les producteurs du lait de la montagne en disant: "mais ces gens-là, de la Ville, ils ont déjà un avantage et vous leur augmentez encore le prix du lait"! Cela, du point de vue de l'équité, parce que moi je me souhaiterais bien qu'on puisse augmenter le prix du lait aux producteurs; cependant, quand on parle d'équité je crois qu'on devrait tenir compte aussi de cela, n'est-ce pas, parce que la position de ces gens ici est déjà enviable, est déjà à envier de la part des autres producteurs qui sont la grande masse. Seulement que, vous savez, quand nous discutons de ces problèmes il y avait des gens qui s'étaient illusionnés, dans le sens de penser que l'agriculture valdôtaine aurait eu une grande amélioration. L'agriculture, toute l'agriculture de la Vallée, avec la création de la Centrale du lait, mais c'était une pure utopie parce que, mon Dieu, nous savons qu'il y a la zone blanche, la zone blanche est très limitée.

Or, il me semble que si nous voulons faire de l'équité vis-à-vis de tout le monde, nous devons tenir compte aussi de cette observation. Naturellement, qu'il soit bien clair que, si nous pouvions augmenter à tout le monde le prix du lait, sans faire le prix politique, ce serait l'idée à laquelle tous nous serions disposés de souscrire, de soussigner, n'est-ce pas.

Manganoni (P.C.I.) - È la prima volta che un Assessore chiede il parere e la collaborazione del Consiglio. Mi pare talmente strano da considerarlo una voce stonata, in quella Giunta. È intonata, cioè come dovrebbe essere, ma è stonata perché è la prima volta che dalla Giunta si sente chiedere un parere, una collaborazione dal Consiglio.

Ora, ha parlato Maquignaz di 4 milioni di deficit per la lavorazione del latte, cioè, per il latte che viene lavorato, se non vado errato.

Ora, io vorrei porre alcune domande: dunque, quanto viene pagato il latte? Mi pare 75 lire, 73 lire, estate, inverno, sempre ...78 a quelli che lo portano tutto l'anno, cioè, anche nel periodo d'estate portano il 50% della produzione invernale, che assicurano questo 50% del conferimento invernale. Gli altri, invece, viene pagato 76, 73, quelli della zona bianca e quelli parificati alla zona bianca.

Allora, io vorrei chiedere, una cifra approssimativa, naturalmente, cosa rende il litro di latte alle latterie che lo lavorano? Press'a poco, naturalmente, ma all'incirca, anche per fare un confronto fra i conferenti della zona bianca e gli altri.

In secondo luogo, qui si è parlato dell'aumento, dell'eventuale aumento del prezzo ai conferenti. Ma, Marcoz parlava dell'aumento mi pare... (dialogo Marcoz - Manganoni) ...perché sia chiaro, sarebbe lodevole e augurabile che si possa aumentare il prezzo del latte, come si dovrebbe aumentare il prezzo di tutti i generi alimentari, ma non alla vendita, che sono già cari, perché sono gli speculatori che aumentano i prezzi, ma ai produttori. Perché sappiamo che non è solo latte, è tutto quanto. Al produttore le mele l'anno scorso le pagavano 20 o 30 lire, e qui le pagavano 150. Quando si riusciva a venderle a quel prezzo, perché tante volte non si riusciva neanche a venderle a quel prezzo.

Ora, ora, però, qui si crea una sperequazione notevole fra i diversi produttori del latte. Innanzitutto, quanto latte, all'incirca, abbiamo prelevato fuori dalla zona bianca? Non so se me lo può dire, approssimativamente... perché qui nella Valle si viene a creare questo: chi conferisce il latte e si trova nella zona bianca, o anche se è fuori della zona bianca, ma lo conferisce alla centrale del latte, prende un prezzo, 73 lire, non è molto però... Chi produce della fontina nelle latterie, naturalmente, ne ricaverà meno, almeno io penso, aspetto in questo caso la risposta dell'Assessore. E quelli della Bassa Valle, che non possono conferirlo perché, altro che fuori della zona bianca, non fanno della fontina, perché non possono farla per una infinità di ragioni, perché hanno poche latterie e poi la fontina non verrebbe bene, e quindi quelli che non hanno nessun contributo, sotto nessuna forma perché quelli che producono fontina, almeno qualche cosa sul marchio, ecc... ce l'hanno. Quelli della Bassa Valle non hanno assolutamente niente.

Ora, io non dico che oggi noi dobbiamo risolvere quel problema, però sarà bene che lo esaminiamo, tenuto anche conto che la Bassa Valle, voi lo sapete quanto lo so io, non ci sono le cascine che ci sono qua, abbastanza redditizie. Là, chi è un grande proprietario ne ha cinque o sei di mucche, chi è un grande proprietario, gli altri ne hanno due o tre.

Quindi non è il caso di... io ho solo accennato adesso, non è il caso di discuterne oggi di questo problema, ma è un problema che dovrà pure essere esaminato, anche per evitare queste sperequazioni fra vari produttori.

Voglio porre ancora una domanda, un quesito all'Assessore. Vediamo dai giornali che, in seguito agli accordi del MEC, nella Pianura padana stanno vuotando le stalle delle vacche lattifere e le mandano al macello, perché il prezzo del latte non è assolutamente redditizio, cioè il prezzo del latte, in seguito agli accordi del MEC è ancora diminuito, anziché aumentato, perché già bassissimo, avrebbe dovuto essere aumentato, adesso è ancora diminuito.

Cosa fanno i proprietari di queste vacche lattifere? Le abbattono. Non si può dare torto, è inutile che le allevino e che poi non hanno nessun ricavato. E allora, cosa ne pensa l'Assessore, quali saranno le ripercussioni in Valle? Perché o presto o tardi, purtroppo, noi facciamo parte della Repubblica italiana, e facciamo parte del MEC, e quindi queste conseguenze negative per l'agricoltura italiana, che nella Pianura padana già oggi se ne accorgono e stanno pagando, purtroppo, io mi augurerei di no, ma purtroppo anche in Valle d'Aosta ne risentiremo. Ed allora, cosa ne pensa l'Assessore in questo caso? Cioè, io mi sbaglio prevedendo che purtroppo ne risentiremo in Valle d'Aosta e l'Assessore pensa di no, dicendomi il perché, o quali provvedimenti, cioè, se sarà necessario prendere dei provvedimenti, per evitare che anche qui le vacche lattifere vadano al macello, come avviene nella Pianura padana? Se occorreranno prendere dei provvedimenti ed eventualmente, se si è già esaminati, quali provvedimenti si dovranno prendere o se ancora dovranno essere esaminati.

Bionaz (D.C.) - Indubbiamente, il problema lattiero-caseario è un problema che in Valle d'Aosta va riesaminato tutto. Però, anche alla luce dei provvedimenti del MEC, c'è da dire una cosa: che i prodotti originali, come la fontina, sono esclusi da qualsiasi vincolo e da qualsiasi vincolo di prezzi e di fabbricazione, e questo è già un enorme vantaggio, perché, non solo è esclusa in quanto non subirà dei vincoli sui prezzi, ma aumenterà l'area, a tutto il MEC, l'area di rispetto che adesso è estesa soltanto all'Italia, l'area di rispetto del prodotto originale. E questo è certamente un vantaggio che avrà la produzione lattiero-casearia della Valle d'Aosta.

Il problema che è stato posto qui dall'Assessore, e che è stato anche esaminato dai Consiglieri che sono intervenuti nella discussione, è quello di vedere in che modo si può risolvere la questione del deficit della centrale. Mi sembra che è già stato abbastanza approfondito. Io penso che bisogna che la Giunta, l'Assessore in modo particolare a mezzo dei suoi servizi, studi, veda lui, insomma, quali sono i rimedi da apportare. Quando avremo questo studio, e avremo delle indicazioni più precise sulla natura del deficit, e più o meno possono già essere individuati, io penso che sia chiamata, che una parte, diremo, del Consiglio, ad esaminare quale sarà la soluzione migliore. Credo che possa essere una cosa accettabile; ognuno porterà il suo contributo a quelle che saranno le indicazioni a risolvere il problema, che va esteso anche, Manganoni, anche a quella zona della Bassa Valle che purtroppo oggi non fabbrica la fontina. E non è mica detto che non la debba fabbricare perché, se il MEC ci tagliasse poi veramente le gambe, sia per i formaggi semigrassi o per i magri, non è mica detto, il buffo, non è mica detto che non si debba ricorrere anche alla fabbricazione della fontina, che ha già una tutela che pone al riparo di qualsiasi sorpresa e che per di più allarga l'area di distribuzione e di protezione della fontina.

Io penso che questa è una cosa da esaminare. Adesso si tratta di liquidare la questione che ci è stata sottoposta all'esame del Consiglio, cioè di coprire il deficit della Centrale nell'anno passato. Quest'altro problema, evidentemente, come da molti è stato detto, va esaminato a fondo e specialmente alla luce di quelli che sono i nuovi provvedimenti che riguardano il Mercato Comune.

Fosson (U.V.) - Domanda all'Assessore Maquignaz, prima che risponda: vous avez l'orientation de quel sera le déficit du 1967? Plus ou moins, quel déficit vous pouvez calculer, parce qu'il augmentera certainement parce que cette année on a pris du lait en plus... si vous ne pouvez pas me le dire, en tout cas vous...

Albaney (R.I.V.C.V.) - Chiedo, cioè, anzi, mi dispiace di non aver potuto ascoltare i consiglieri che mi hanno preceduto. Comunque, solo alcune annotazioni: prima di tutto vorrei chiedere all'Assessore se è in grado di dirmi il risultato della commissione consultiva prezzi. Mi risulta che la commissione consultiva prezzi si è riunita, ha pensato di aumentare il prezzo del latte al consumo. Volevo chiedere se è stato fatto parimenti per gli agricoltori: prima domanda.

Perché, ad un certo momento, l'Amministrazione regionale deve corrispondere 15 milioni per deficit della gestione Centrale latte e mi dispiace che questi soldi vengano proprio prelevati sul bilancio dell'agricoltura perché, ad un certo momento, mi rendo conto che questi soldi qui vanno a finire dove? Vanno a finire nelle mani delle maestranze, vanno a finire a favore dei consumatori e, ad un certo momento quasi dico, sarebbe stato più interessante che questi soldi fossero stati presi dal bilancio dell'assistenza, per colmare il deficit.

In secondo luogo, l'Amministrazione regionale è socia della Centrale del latte e mi chiedo: poiché il Comune di Aosta è nelle stesse condizioni dell'Amministrazione regionale, non vedo perché non si sia chiesto, almeno una parte di questi 15 milioni anche al Comune di Aosta.

Tutti voi, ad un certo momento, dite: "non bisogna aumentare il prezzo del latte ai consumatori". Ad un certo momento, io ho visto a Genova, per esempio, nei primi di febbraio 1966, il prezzo del latte è a 160 lire. Noi siamo ancora a 120, Alessandria 130, come tutti sappiamo. Quindi, se ad un certo momento tutti si preoccupano dei consumatori, come è giusto, bisogna però che anche gli agricoltori vengano tenuti in debita considerazione per quanto riguarda il prezzo del latte, perché io ritengo che le 73 lire che diamo ai produttori che conferiscono il latte ad Aosta, e un po' meno a quelli che non sono inclusi nella zona bianca, certamente il prezzo non è dei più soddisfacenti. Se vogliamo fare una amministrazione economica della Centrale, la possiamo fare senz'altro, e siamo sicuri che non andremo mai in deficit se vogliamo fare amministrazione, perché c'è una soluzione: aumentiamo il prezzo del latte, lo diminuiamo agli agricoltori, la gestione è fatta. Non è questo il problema. Vorrei pregare l'Assessore, anzi, se ritenete opportuno, io proporrei una prossima riunione della Commissione di agricoltura, assieme a tutte le forze politiche che sono qui rappresentate, di esaminare il problema del latte in seno alla Commissione dell'agricoltura.

Comunque, voterò a favore della proposta presentata dalla Giunta.

Marcoz (U.V.) - Telegraficamente, io volevo esaminare brevemente, diciamo così, l'affermazione del Presidente della Giunta che, in teoria, può essere una affermazione giusta quella di dire: "noi abbiamo una certa garanzia, anche con l'entrata in vigore del MEC, perché il prezzo della fontina è salvaguardato da norme speciali, è un prodotto tipico, originale ecc...", però, per quei piccoli ricordi che abbiamo di Ianacon, di Loria (?), che certamente insegnavano in quella tale Università, in quei tempi e forse anche adesso è una delle prime d'Italia, si diceva che le leggi economiche sono leggi ferree. Ora, io volevo dire al Presidente della Giunta: non pensa lei che si verificherà il fenomeno dei vasi comunicanti nel senso che se altri formaggi, è vero, devono diminuire di prezzo, con tutto il nostro prodotto tipico che abbiamo, la fontina subirà inevitabilmente, è vero, una conseguenza, in quanto che il consumatore va verso la merce che naturalmente costa meno. Io vi potrei citare un episodio. Io, una volta, ho sentito affermare da un avviatissimo esercente di Ivrea che tiene degli alimentari che diceva: "io la fontina non la tengo". Io ho fatto l'obiezione e ho detto: "ma scusi, forse per difficoltà di approvvigionamento? Ma no, che siamo alle porte della Valle d'Aosta, di fontina ne troviamo finché vogliamo. Ma perché"? Il motivo è che molta gente, che forse non sa apprezzare, naturalmente, le qualità superiori della fontina, di fronte ai prodotti standardizzati, di fronte alla fontina di Ferrando, ecc..., dice, ma quelli almeno sono sempre prodotti uguali, per me un po' più buona, un po' meno buona, costa meno, e noi ci serviamo di quelli. Il consumatore, ad un certo momento, ragiona così. Quindi, io credo che il dibattito che lei ha detto che voleva fare, è certamente molto utile e, comunque, non avessimo da farlo io credo che non ci dobbiamo mica fidare troppo di quelle famose protezioni a cui lei ha accennato per il nostro prodotto originale, ma che dovremo veramente studiare qualche provvedimento nell'avvicinarsi, è vero, dell'entrata in vigore del MEC, il quale, sappiamo ci sono possibilità di compensazioni, ecc... per quegli Stati maggiormente colpiti. Ma prima che poi siano adottati i provvedimenti di compensazione, è vero, i produttori hanno tempo di rimetterci, è vero, e di rimetterci non poco.

Bionaz (D.C.) - Avvocato Marcoz, guardi, la fontina, oggi, è il formaggio più caro che c'è, ha sorpassato anche il parmigiano, il parmigiano reggiano originale. Perché? È stata opportunamente reclamizzata e si è creato un mercato di quel formaggio e i suoi consumatori, che non hanno niente a che vedere con i consumatori di prodotti similari. Poi, la produzione è limitata. Quando noi riusciremo ad avere 15000 quintali e aumentare l'area di consumo, evidentemente avremo fatto, diremo, un affare, anche perché, nella stessa condizione, si trovano pochi formaggi, francesi e italiani, che hanno la protezione come prodotti d'origine. Per quella ragione, io dico, vedo uno spiraglio, una porta di uscita a questa nuova regolamentazione per i formaggi nella zona del MEC. Io penso che qui, su questo, dovremo proprio puntare un po' le nostre carte.

Andrione (U.V.) - ...je donne acte à Monsieur Bionaz, qui connait la fontine mieux que moi. Cependant, pour ce qui concerne le commerce, surtout à l'étranger, à l'extérieur, vous savez mieux que moi que la fontine est un fromage délicat et difficile et il y a ce très grave handicap qu'il y a des frais d'entretien très forts. Et puis elle est difficile à transporter et après quelques mois elle change de goût. Je disais seulement ceci, il est vrai qu'il y a un soupirail, vous venez de le dire dur et encore en modifiant en partie ce que vous avez dit avant, parce que vous parlez d'amateurs, parce que pour la fontine il faut des amateurs, il faut des gens qui connaissent, première chose. Vous parlez de quantité, de production limitée, et vous avez raison, mais la fontine est de plus en plus chère maintenant, parce que on en produit de moins en moins. C'est la rareté, c'est une loi économique qui fait la valeur. Je vous assure, il y a des montagnes, surtout dans la Vallée centrale, du reste probablement vous le savez mieux que moi, toutes les années diminue le nombre de têtes qui montent aux alpages et la quantité de fontine diminue. C'est une autre loi économique, c'est la rareté qui fait que la fontine soit chère maintenant. Mais il ne faut pas trop se fier aux possibilités de l'envoi à l'étranger, surtout avec la concurrence des fromages français et hollandais, etc...

Maquignaz (D.C.) - Dunque, io penso che non sia proprio il caso oggi di stare lì a discutere più a fondo questo problema, in quanto che quello che noi avevamo chiesto, d'accordo in Giunta, era quello di avere degli orientamenti in Consiglio. Ora, mi pare che però alcune cose siano state sollevate, cioè mi si diceva: quello del ridimensionamento della zona bianca. Effettivamente, si può dire che sono tre categorie che conferiscono il latte alla Centrale, abbiamo i 67 produttori che sono nella zona bianca vera e propria, abbiamo 44 produttori che sono assimilati a quelli della zona bianca, e abbiamo altri 22 produttori che, invece, sono quelli considerati saltuari di cui si fa i contratti di volta in volta.

Sia quelli della zona bianca e sia quelli assimilati non sono però sufficienti per garantire la fornitura del latte necessario per il consumo, che si aggira sui 50 quintali al giorno. Perciò, non è mica facile nemmeno ridurre, esaminare quali sono i produttori che non debbono più portare. Perché? Perché se in certi periodi dell'anno non c'è il latte sufficiente, lo si deve prendere fuori da questa zona bianca, dai produttori assimilati. Però, quelli portano il latte solo se hanno la garanzia di poterlo conferire per un periodo prolungato.

Quindi, è una cosa che veramente va esaminata attentamente. Ora, siccome qui è stata fatta la proposta di una commissione, noi abbiamo la Commissione permanente, la Commissione consultiva consiliare. Io penso che, quando si esaminerà questo problema, si potrebbe eventualmente integrarla con altri rappresentanti finora esclusi, in modo da poterlo discutere e dopo riportarlo in Consiglio.

Io penso che oggi non sia il caso, come ripeto, di approfondirlo di più, perché tanto non abbiamo ancora tutti gli elementi.

Montesano (P.S.D.I.) - Nessun altro intervento? Dichiarazione di voto? Allora, votiamo la legge articolo per articolo. Articolo 1, il Consiglio approva con 32 voti all'unanimità...

Fosson (U.V.) - Avevo fatto prima una proposta, di non dire: "per impianto e funzionamento e gestione". Quindi è gestione questo, quindi proporrei di togliere: "per le spese di gestione". Togliere via "di impianto".

Maquignaz (D.C.) - Effettivamente, questo che facciamo adesso si riferisce esclusivamente alle spese di gestione, ma questo è stato messo anche per rendere più facile, per l'impostazione diciamo, per l'articolo, per la formulazione: "spese di impianto e di gestione".

Io non ho nulla in contrario, se si ritiene invece di limitarlo, ma forse è bene così...

Diciamo, per la forma di intervento, forse è meglio lasciarlo.

Montesano (P.S.D.I.) - Chi è favorevole all'articolo 1 alzi la mano... (si prosegue nella votazione...)

Favorevoli 30, contrari 1.