Trascrizione informale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 227 del 7 ottobre 1967 - Resoconto

OGGETTO N. 227/67 - Crediti dell'Amministrazione regionale verso lo Stato. - Proposta di provvedimenti intesi a sollecitarne il pagamento. - Utilizzazione delle somme depositate o vincolate presso Istituti di Credito. (Rinvio di Mozione)

Montesano (P.S.D.I.) - Allora, c'è qualcuno che illustra la mozione. ...almeno per aprire il dibattito qualcuno la illustri...

Germano (P.C.I.) - C'è una mozione che è precisa; ad ogni modo... non è che siamo qui per perdere tempo. Il fatto è che, come al solito, noi discutiamo di una mozione presentata dall'opposizione, importante per quanto riguarda le finanze della Regione, che però è già in parte superata dai fatti, perché la mozione è stata presentata l'8 luglio, su una situazione finanziaria della Regione, all'8 luglio e si discute il 7 ottobre. Vi sono sempre stati, in questo Consiglio, dei ritardi dovuti nel passato alle non numerose sedute del Consiglio regionale; però mai un ritardo, dei ritardi come in questo scorcio di legislatura, nonostante che finora...

Montesano (P.S.D.I.) - Si ricordi che ci sono state le vacanze... sì, ma abbiamo delle mozioni che sono quattro mesi...

Sì, ma se voi presentate dieci mozioni, caro Germano, siamo al 22° Consiglio, quindi non dovete...

Germano (P.C.I.) - Noi non ci avviciniamo neanche lontanamente alle possibilità di presentare interpellanze, interrogazioni, che sono previste nel regolamento, ne facciamo molto, molto meno. Il fatto è che, come sono orientati i lavori di questo Consiglio, non si esaurisce mai l'ordine del giorno, questo è il fatto, perché se si esaurisse l'ordine del giorno, questo non avverrebbe. Dicevo, è in parte superata, ma non come in altri casi, quando si presenta una mozione e sotto il pungolo della mozione si adottano provvedimenti per superare determinate situazioni. No, è superato perché la situazione finanziaria in questi mesi è ancora peggiorata e peggiorerà ancora, basti pensare che abbiamo, tra le deliberazioni di Giunta da approvare, una deliberazione di Giunta del 26 luglio, e che naturalmente dobbiamo anche questa discuterla l'8 ottobre, che chiede la richiesta di anticipazione di cassa di un miliardo, il che vuole dire che in cassa non c'era più niente e che si chiedeva, sulla base del contratto che noi abbiamo col tesoriere, l'anticipazione massima prevista che è quella di un miliardo.

Io credo che discuteremo in questo Consiglio, nei mesi che verranno, certe situazioni, nonostante le assicurazioni date poco fa dall'Avvocato Bionaz, che contempleranno anche le eventualità o meno, o il modo, per poter pagare i dipendenti. Non dico che arriveremo ai mille miliardi di Roma, e alla necessità di scrivere una lettera al Ministro del Tesoro, dateci 13 miliardi, se non chiudo il Comune. Questo è un altro bel esempio, non credo che avete il tempo di arrivare fin qui, ma certo che la Valle d'Aosta, che è sempre stata citata su questo terreno come un esempio, in questi mesi corre dei rischi, dei rischi che sono molto seri.

Cosa dice la nostra mozione? Prende atto, la nostra mozione, dei conti che l'Assessore alle finanze ci ha dato sulla situazione della cassa e, in questi conti che ci date voi, dite che noi abbiamo crediti verso lo Stato per 2.967.000.000, voi dite che i depositi che sono in cassa sono di 1 miliardo e 300 milioni, e vi fate fare una anticipazione di cassa, perché? Perché quando, dai soldi che noi abbiamo in cassa, voi vi fate fare una anticipazione perché dobbiamo prendere il 3 o il 2, non so quello che sarà di interesse, per determinate somme e pagare in 6 per avere delle anticipazioni, osservazione che è la prima che deve fare un saggio amministratore. Non c'è nessun individuo a questo mondo che va a depositare un milione in cassa e prende il 3% degli interessi e si fa prestare dalla Banca 500.000 lire e paga il 6% su questi 500.000 lire; si ritira 500.000 delle sue e non va a pagare una maggiorazione di interessi; è una cosa molto normale. Primo ragionamento.

Secondo ragionamento, centro sinistra; avete detto che voi, siete amici di Roma, che vi danno tutti i soldi, Bionaz diceva: "i soldi li abbiamo e li spendiamo", però lo Stato non paga, avanzate tre miliardi e 900 milioni, dicevate, e allora, perché non andiamo assieme a protestare a Roma, perché noi ci rimettiamo in due sensi, ci rimettiamo in interessi che noi dobbiamo pagare alle banche, e ci rimettiamo in interessi che non percepiamo dalle banche, per le somme che sono nostre, che ci spettano di diritto. Quindi, la situazione, ci dirà l'Assessore alle finanze, adesso è modificata, perché sono arrivati i soldi della quota variabile, del riparto fiscale del 1966, ma sono movimenti, non so se è già entrata in cassa, ma sono movimenti di cassa che non cambiano la realtà delle cose, non cambiano per nulla, perché se anche ritirassimo questa richiesta di anticipazione, perché oggi non serve, tra un mese dobbiamo ripresentarla, bisogna che i soldi che spettano a noi, che non sono sufficienti, vengano in tasca, e bisogna, cosa che non avete voluto fare, che si metta a posto il riparto fiscale, altrimenti la nostra situazione finanziaria non sarà mai, non sarà mai normale.

Quindi, quello che volevamo dire noi, al di là di questa mozione sulla situazione finanziaria, che ci interessa poi sentire, come ce la descrive l'Assessore alle finanze, è questo: che per ora voi avete una situazione di cassa grave, però la vostra situazione di bilancio è ancora più grave, perché abbiamo un miliardo del 1966, dove nessuna legge è presentata, nessun impegno serio è stato portato in Consiglio; non è venuto un Assessore alle finanze a dirci, perlomeno, è una lettera del Ministro del tesoro che ci dice che fra un mese, due mesi, tre mesi, quattro mesi presenterà un progetto di legge per darvi questo miliardo che chiude il bilancio del 1966; non c'è un impegno serio, e soprattutto non c'è nessuna legge.

Per quanto riguarda il 1967 vi sono due miliardi di aumento di quota fissa che non troveranno riscontro, vi sarà l'aumento normale, che vi sarà per l'incremento che tu dici, questa voce, nel bilancio dello Stato può essere di qualche centinaia di milioni, ma un miliardo e mezzo, 1.600.000.000, 1.400.000.000, mancherà alla chiusura di questo bilancio, fra un mese e mezzo, e voi avete votato contro la legge di revisione di quita fissa, di riparto fiscale. Naturalmente, vi sono poi i soliti due miliardi dell'articolo 12 dove non vi è, per il 1967, né un impegno serio, né è stata presentata una legge; come si chiuderà questo bilancio? Capisco che vi sarà differenza tra bilancio e situazione di cassa, ma sia l'una che l'altra saranno situazioni molto difficili; noi però oggi vogliamo anche denunciare un aspetto molto grave di questa amministrazione, un aspetto che forse è il più serio. Voi sapete che noi siamo l'unica Regione che non ha una sezione distaccata della Corte dei conti, che deve fare il controllo sulle spese, sul modo come sono impostate le spese; le altre Regioni autonome hanno una sezione distaccata della Corte dei conti; l'unico organismo di controllo nella nostra Regione sono i revisori dei conti; l'unico organismo che ha la facoltà che copre la legalità dei provvedimenti della Giunta sono i revisori dei conti; ebbene voi non avete voluto ancora nominare i revisori dei conti della vostra amministrazione, noi non abbiamo i revisori dei conti del 1966, quindi della vostra amministrazione, non abbiamo i revisori dei conti del 1967, il che ci fa supporre che voi non volete, non volete un controllo; badate che anche nei comuni dove la figura dei revisori dei conti non ha gli aspetti caratteristici che hanno invece nella nostra amministrazione regionale, i revisori dei conti vengono nominati nella prima riunione autunnale, per legge. Voi, invece, avete fatto tutto il 1966 e non avete nominato i revisori dei conti; adesso siamo alla fine del 1967 e non avete ancora nominato i revisori dei conti né del 1966, né del 1967. Quale garanzia possiamo avere noi? Abbiamo la garanzia dei funzionari; i funzionari che noi auspichiamo tengano gli occhi aperti, che vedano bene come stanno le cose, che non soggiacciano a delle pressioni, però come garanzia democratica noi non abbiamo alcuna garanzia democratica, abbiamo la speranza, la fiducia che i funzionari facciano il loro dovere, ma voi, da un anno e mezzo amministrate senza alcun controllo.

Quindi, stiamo attenti in queste cose, perché arrampicarsi sui vetri poi si scivola anche; quando si vuole essere uomini forti, bisogna mettersi anche al coperto di queste cose, bisogna discutere, discutere anche con l'opposizione, bisogna impostare le cose in un modo diverso da come fate voi. Il non voler discutere non è mai un indice di forza, è un indice di debolezza: uno in genere non vuole discutere quando ha paura che gli argomenti dell'avversario siano più forti o che i suoi siano più deboli; quindi, io chiedo che si discuta su questa situazione finanziaria e che si trovino delle soluzioni unitarie, e non si faccia dell'ironia su queste cose, perché la situazione finanziaria della nostra Regione è difficile, sia sul piano di testa che sul piano di bilancio, e andiamo incontro a dei momenti ancora più difficili. Occorre che ne discutiamo e che ognuno di noi impegni i suoi gruppi parlamentari, in modo che si ottenga per la Valle d'Aosta, ma si ottengano delle cose serie, non si ottengano i miliardi sull'articolo 12, che ogni giorno si devono ripetere, si ottenga la revisione del riparto fiscale che metta in posizione più chiara la situazione generale del nostro bilancio.

E io voglio ancora dire un'altra cosa, molto sinceramente. Bisogna che per le questioni finanziarie non ripetiamo quello che è già successo per i contingenti: in quella occasione noi potevamo ottenere di più, non avete voluto; avete voluto fare da soli, e avete voluto fare in modo tale che avete ottenuto meno; qui, per ora non vi sono ancora leggi presentate in Parlamento; le leggi potranno essere presentate, per ora non vi sono, io dubito che saranno presentate. Bisogna, ed è dovere dei Consiglieri regionali della Valle d'Aosta, discutere di queste leggi, mettersi d'accordo in modo che tutti i gruppi al Parlamento, sotto la nostra spinta, operino nell'interesse della Valle d'Aosta, e quindi io chiedo proprio una discussione aperta, reale, non elettorale di queste questioni, e poi occorre anche, e questo lo dico per voi, che voi facciate, in questa seduta, anche se non è all'ordine del giorno, ma che sia richiesto da tutti i gruppi consiliari, che in questa seduta siano nominati i revisori dei conti del 1966 e del 1967, altrimenti sarete in una situazione da non essere coperti sul piano della legalità democratica e, quindi, chiedo formalmente alla Presidenza che sottoponga anche queste questioni alla votazione, al parere e alla votazione del Consiglio.

Fillietroz (U.V.) - Io non ripeto le cifre già dette da Germano, cifre che dimostrano che la situazione di cassa, se non anche finanziaria, attuale dell'Amministrazione regionale è forse la più difficile dalla costituzione dell'autonomia, dall'inizio dell'amministrazione regionale, perché il fatto di non avere dei depositi vincolati, a garanzia di tutti i lavori appaltati e il fatto di avere, anzi, degli anticipi, naturalmente è una situazione molto precaria di cassa. Però io vorrei richiamarmi adesso solo brevemente ai principi, cioè allo Statuto e richiamarmi alle discussioni che abbiamo fatto già nel mese di dicembre in sede di approvazione di variazione del bilancio del 1966. E poi, in sede di approvazione del bilancio del 1967, allora si era fatto presente, da parte della minoranza, che la vera impostazione, il vero principio di autonomia finanziaria, che naturalmente significa autonomia amministrativa e politica, della Regione, è il riparto fiscale, quindi non si doveva basare nelle previsioni dell'articolo 12, dell'ultimo comma dell'articolo 12, di contributi speciali dati per legge, contributi dati annualmente, di contributi straordinari, ma si doveva fondare tutta la previsione delle entrate, tutti i rapporti fra lo Stato e la Regione dovevano essere fondati sul riparto fiscale, che è quello previsto dallo Statuto, che è quello stabilito per tutte le Regioni. Cioè, la Regione Valle d'Aosta versa un cespite "x" allo Stato, lo Stato deve rimborsare alla Regione, restituire alla Regione le somme necessarie per i suoi servizi essenziali, nella percentuale che allora eravamo stati tutti d'accordo del 70%, anzi del 75%, percentuale che porterebbe gli introiti dello Stato a 11 miliardi, a 12 miliardi, che sarebbero quelli che effettivamente permetterebbero di amministrare, insomma, abbastanza normalmente la Regione Valle d'Aosta e di fare fronte a tutti i problemi. Dei problemi ce ne sono ancora, effettivamente, che noi vediamo sia l'agricoltura che il turismo, specialmente, come tante altre cose che effettivamente sono in una situazione difficile. Ora, io mi ricordo, in quella discussione che si chiedeva appunto di prevedere il riparto fiscale e di prevedere sul bilancio non somme come un miliardo a pareggio del bilancio 1966, un miliardo di cui, effettivamente, come già avevamo detto finora, come ha detto anche Germano, finora non c'è neanche l'ombra perché non c'è neanche il progetto di legge distribuito ai Parlamentari e, siccome lo Statuto prevede che questo miliardo deve essere dato per legge, quindi non so quando arriverà, questo a pareggio del 1966, non parliamo dei due miliardi del 1967, non parliamo dei due miliardi di quota fissa del 1967, perché voi avete respinto la legge presentata per il riparto fiscale, che adesso anche la Giunta credo che sarà d'accordo, perché l'unica impostazione per una autonomia finanziaria della Valle d'Aosta, come dicevamo, è proprio il riparto fiscale, perché automaticamente la Regione viene ad introitare, non ha necessità di aspettare le leggi speciali ecc.. e introita, cioè ogni due mesi, a seconda dei versamenti delle imposte, la Regione incassa.

Io mi ricordo che allora, già quando noi criticavamo quella impostazione del bilancio, già nel mese di dicembre io mi ricordo che l'amico Chamonin diceva: "ma, io approvo questo bilancio, io approvo questo, ma "en espérant qu'ils fassent des fils"". Ma qui, cher Chamonin, il n'y a pas encore les parents, autre que les fils! Qui non siamo neanche all'inizio; quindi, effettivamente io credo che siamo tutti d'accordo di approvare questa mozione e di fare l'opera necessaria presso il Governo perché si arrivi a questo riparto fiscale, perché la Regione introiti quello che gli spetta.

Bordon (D.C.) - Mentre con Germano, non solo con Germano, quasi sempre, cerchiamo di mantenere quei rapporti di amicizia e di simpatia che ci legano, anche se siamo avversari politici, non ho nessuna preoccupazione di essere ineducato e quindi di essere cattivo perché Germano, nelle sue esposizioni, abitualmente è divertente e quindi m'invita ad esserlo, mi fa diventare di buon umore. Con Fillietroz, invece, avrei una battuta un po' più cattiva e Fillietroz, da buon anziano amico me la perdonerà e, quindi, mi riallaccio solo a quanto ha detto Fillietroz, Fillietroz ha detto brevemente "è una situazione difficile, non ci sono depositi". L'articolo 12, tutto questo, essenzialmente, però, che è basato su un riparto, ma caro Fillietroz, tu non hai mica scoperto l'America! Perché fin da quando siamo arrivati qui, nel giugno 1966, noi abbiamo detto che l'autonomia effettiva della Regione è basata su una autonomia finanziaria, e naturalmente l'autonomia finanziaria l'abbiamo soltanto con un riparto che sia sufficiente e che, naturalmente, accontenti le esigenze della Regione. Non so come si potrà accontentare le esigenze di una Regione, come di un comune, con un riparto, perché sarà sempre insufficiente, questo sia già chiaro, ve lo diciamo prima.

Ma io chiedo all'amico Fillietroz, non all'ex Assessore alle finanze, ma dal 1960 al 1966 voi eravate qui, avete presentato delle richieste di riparto, avete fatto forse anche il possibile per ottenerlo e non avete ottenuto niente, tanto è che è ancora da risolvere oggi questo problema, e pretendete proprio che noi in un anno, un anno e pochi mesi si risolvano tutti questi problemi? Ecco la battuta un po' cattiva che io mi permetto di rilevare, perché tu oggi che vieni qui a sputare sentenze e tanta capacità e tanto sapere, ma perché non ti sei adoperato di più per risolvere il problema del riparto? Io sarei arrivato qui oggi con tutti i miei colleghi di maggioranza, certamente avrei fatto come voi, avrei detto: "avete ottenuto un riparto insufficiente", ma qualche cosa avrei dovuto riconoscere che avete fatto, ma io questo non posso, non lo posso né criticare, né dirvi nulla, perché voi il riparto non lo avete neanche trattato e se lo avete trattato non siete riusciti a spuntare un bel niente. Ora, non fateci queste colpe, perché una certa reazione personale ha da venire fuori, e quindi, fatta questa brevissima parentesi, dove desidero puntualizzare che in cinque o sei anni di vostra amministrazione, voi il riparto non siete riusciti a mandarlo avanti, io vado avanti divertendomi con il mio buon amico Germano.

Dunque, Germano, io ritenevo che questa campagna finanziaria che tu stai conducendo avanti e mi perdonerai, anche dicendo un sacco di inesattezze, non sia tutta farina del tuo sacco. Però, consentimi una boutade, perché li ho qui e me li voglio togliere dai piedi: io non sapevo che tu leggessi "Il Travail", non ci credevo, io credevo che tu "Il Travail" lo facessi soltanto per i tuoi elettori, perché tu non puoi credere a quello che c'è scritto sul "Travail", però io "Il Travail" tuo, te lo garantisco che lo leggo e lo leggo sempre divertendomi come leggevo il "Corriere dei Piccoli", lo diceva Colombo prima, come leggo le cartoline del pubblico, perché quello che è pubblicato qui sopra "Il Travail" fa semplicemente ridere. Sul "Travail" noi arriviamo ad un certo momento che ci troviamo degli articoli dove addirittura la situazione è disastrosa e niente po' po' di meno che quella che tu ci hai illustrato prima, dove arriveremo probabilmente al punto in cui non potremo pagare gli impiegati.

Io rassicuro gli impiegati che mi ascoltano e quelli che non mi ascoltano, che non c'è un mandato in sospeso e che non si possa pagare. Stiano tranquilli gli impiegati che verranno pagati completamente, ma non solo completamente, con gli aumenti che l'organico nuovo ha portato, e questo accadrà, noi ne siamo ben tranquilli, senza andare a fare dei mutui e dei debiti come "Il Travail" sta pubblicando su tutte le piazze.

Naturalmente, su questo non mi voglio soffermare di più perché vi potreste arrabbiare e mi potreste dire che vi faccio perdere soltanto del tempo, perché qui, mentre ci sono dei nostri giornali politici che qualche volta fanno della politica anche loro, e voi venite qui in questa aula a protestare, noi comprendiamo queste cose, godiamo di una meravigliosa libertà di stampa in Italia e quindi è giustissimo che voi diciate questo, perché se voi doveste raccontare la verità io non so che cosa pubblicheresti su questi vostri giornali.

Fatta questa piccola premessa, così, alla buona, io vorrei tranquillizzare, io penso, alcuni Consiglieri di minoranza, che ancora credono alle cifre, perché grazie a Dio qui si parla di cifre, qui non si fa della demagogia, qui due e due fa quattro, con noi, che me lo fa con gli unionisti, e coi comunisti, le impostazioni possono essere diverse, ma i risultati sono quelli; quindi immaginatevi un po' se ci preoccupiamo di tutto quanto è stato detto, e qui avevamo preparato una lunghissima relazione. Per me, io ringrazio i funzionari che me l'hanno preparata, tanto precisa, tanto ben fatta, ma troppo lunga; non è nel mio carattere, tanto più che io dovrei proprio leggere questa relazione, riferendomi a quel Consiglio, al Consiglio dell'altro giorno che, nella cui seduta, durante il quale Consiglio io non ho potuto discutere perché, arrivati a questo punto, abbiamo interrotto la seduta.

Allora, io mi rivolgo ai Consiglieri di minoranza che sono preoccupati, come lo è Germano, di questa situazione per dirgli che non è vero. Non si preoccupi, naturalmente mi rivolgo in particolare al Consigliere Chamonin, il quale, al momento del bilancio di previsione, perché non dimentichiamo mai che allora si parlava di un bilancio di previsione, ci chiede fiducia, e ci diede fiducia, dicendo proprio: "speriamo che facciano i figli", e qualche figliolo è arrivato; non saranno ancora tutti i figli, ma alcuni sono arrivati. Sono arrivati quelli che voi non vi sognavate neanche che arrivassero, perché non posso pensare che tu, Germano, saresti stato contento che non ne arrivasse proprio nessuno, perché credo che in fondo in fondo, anche se siamo già in clima preelettorale, io penso che la soddisfazione di vedere arrivare qualche cosa alla Regione sia in tutti noi. Naturalmente, Germano, io mi rivolgo a te amichevolmente, l'ho detto prima, senza cattiveria, perché avevo preannunciato, come avevamo preannunciato tutti noi, qui, del nuovo centro, della nuova maggioranza, avevamo detto che qualche rospetto lo avreste trangugiato, e qualche rospetto lo state trangugiando; state trangugiando quello della benzina che vorrei ricordare sempre, Avvocato Marcoz, quelle piccole lenticchie guardi che le vanno a prendere tutti laggiù, con la distribuzione della benzina, vada a vedere la coda che fanno per ricevere le lenticchie.

(si sente in lontananza la voce di Marcoz ma non si capisce)

Mi perdoni Avvocato Marcoz, questo può anche essere, e io credevo che lei non avrebbe risposto un'altra cosa e l'avrei gradito da lei, effettivamente sono sempre lenticchie, perché non abbiamo ancora la zona franca, ma naturalmente, io ripeto, come ho fatto con Fillietroz prima per il riparto, potrei dire "e la zona franca"? Non basta che si arrivi noi un anno e pochi mesi, come abbiamo fatto, e toccare il bottone; si sta lavorando tutti per risolvere questo problema: naturalmente, che cosa succede? Una di quelle piccole lenticchie era quella; si sente parlare della Cogne, ma è inutile che si venga a parlare dei 20 miliardi! Fa male Bionaz a scaldarsi come si sta scaldando: quando arriveranno, come sto facendo io adesso, li tireremo fuori, è inutile stare lì a fare delle discussioni. Cosa vuole convincere della gente che non si vuole convincere, quindi, bisogna aspettare il momento buono, e poi se sono convinti, bene, e se non sono convinti, va bene lo stesso!

Allora, fatta questa premessa e, chiedo scusa, io vorrei tenermi un po' a quest'ordine del giorno, adattandolo un po' alla situazione attuale; allora, tanto per cominciare, qui sopra l'amico Fillietroz, se non sbaglio, mi dice: "ma, non ci sono più depositi, non c'è più niente". Il problema dei depositi è stata sempre una cosa molto interessante; il problema dei depositi, noi siamo arrivati nel 1966 ed essendo rimasti a contatto di gomito per 12, 14 anni con Manganoni, ho imparato che bisogna anche rendersi noiosi, ma bisogna ripetere determinati caposaldi della discussione, perché se no se ne dimenticano loro e, quasi quasi, riescono a farcelo dimenticare anche a noi.

Noi siamo arrivati, abbiamo trovato dei depositi. Che cos'erano questi depositi che avevate in banco, che avevate presso le casse? Da dove provenivano? Certamente non provenivano dalla sufficienza del riparto, perché il riparto era insufficiente, il riparto non ha mai soddisfatto le necessità della Valle ed è logico, ma provenivano da dei mutui che avete fatto, da dei mutui che abbiamo fatto noi nel 1953, per 60 milioni, per le case popolari, provenivano dal 1° gennaio 1956, 1.676.000.000, fatti da noi per le strade, le famose strade, ti ricordi Manganoni? Poi altri 30 milioni, ma ricordiamo solo i più importanti, ricordiamo per esempio, nel 1° gennaio 1962, 1.500.000.000, 1° gennaio 1963 3 miliardi da una parte, 1° gennaio 1963, un altro miliardo da un altro, ma chi li ha contratti questi mutui? Non li abbiamo mica contratti noi, e voi perché li avete contratti? Ma quando noi qui abbiamo protestato perché stavate indebitando esageratamene la Regione, che cosa ci avete detto? Che per poter fare i piani di lavori bisognava avere i finanziamenti; oppure ci avete anche detto che c'erano dei debiti nostri ancora da pagare, come se le amministrazioni cessassero quando cessano le elezioni, ma le amministrazioni si susseguono, quindi, questi famosi due miliardi che io ho trovato lì, che abbiamo trovato provenivano da questi mutui. Dica pure Avvocato Marcoz, se il Presidente...

(in lontananza, non si capisce)

Mi perdoni, mi spiace, mi spiace Avvocato Marcoz che Lei mi dica questo, perché io non sto facendo nessun comizio, guardi, io sto parlando di cifre, io sto parlando di cifre, io le dico, perché mi devo pure salvare, perché ad un certo momento qui mi si viene a dire che noi abbiamo trovato due miliardi di deposito, ma da dove provenivano quei due miliardi, o tre che siano, non ha nessuna importanza, ma quei tre miliardi che voi avete preso, io presumo, perché se non fosse così, guai, ma voi li avete presi questi denari per fare dei lavori, e io penso che essendo stati contratti nel 1962, 1963, questi lavori vengano avanti e siano pure stati fatti e che quindi questi denari si debbano adoperare per forza, ma non li abbiamo adoperati per fare fronte alle deficienze di cassa, perché noi abbiamo avuto una sola scalogna, si può dire, quella di arrivare a giugno del 1966, di arrivare a metà anno, di avere dietro alla nostra schiena luglio e agosto con le ferie, per cui noi in fondo siamo arrivati alla fine del 1966, e quindi, arrivando alla fine del 1966, che cosa dobbiamo fare? Abbiamo impostato allora l'aumento del bilancio, e siamo riusciti, allora, e abbiamo trovato nel vostro bilancio di previsione 3.300.000.000 di quote variabili, là dove nel 1965 avevate riscosso, effettivamente, non previsti, 1.160.000.000. Io chiedo, e sono quelle piccole soddisfazioni, che però non servono, specialmente nell'interesse della Regione, avrei voluto vedere l'amico Fillietroz, come avrebbe fatto a portare a 3.300.000.000 la quota variabile, quando addirittura, con tutte le imposte delle quote variabili non riusciva ad ottenere quel limite lì. Anche se avesse voluto dare i dieci decimi, siamo intervenuti noi e abbiamo dovuto sudare sette camicie, per risolvere il problema dei 3.300.000.000, e non l'abbiamo ancora tutto risolto. Cercheremo di risolverlo, state tranquilli, al momento buono arriveremo qui e vi daremo tutte le cose che possiamo, tutti i motivi che possano tranquillizzarvi e allora dove arriviamo? Arriviamo a questo punto. Noi abbiamo trovato questi depositi; si capisce che ad un certo momento noi abbiamo fatto le nostre pratiche, e mi ricordo qui dentro, lo ricordo simpaticamente, a nome di tutti noi, quando noi siamo arrivati abbiamo impostato un bilancio di previsione del 1967 mettendo nelle quote di riparto, con l'articolo 12, con tutto quello che volete voi, 10 miliardi e mezzo. Perché avevamo messo 10 miliardi e mezzo? Erano un po' pompati, la sapevamo anche noi, se ce lo vogliamo dire, in buona fede, ma forse che non erano pompati i tre miliardi e trecento milioni che aveva messo l'amico Fillietroz nelle quote variabili del 1966, contro il miliardo e 170 milioni delle quote variabili del 1965? Ma è logico che si richieda di più di quanto noi possiamo ottenere o speriamo di ottenere, perché questo è sempre stato suggerito da tutti i Presidenti delle Giunte precedenti. Abbiamo sempre cercato, perché sarebbe bello che mettessimo solo 5 o 6 miliardi, e otteniamo quelli lì, siamo contenti, ma è giusto che ci si parli anche un po' chiaro; abbiamo chiesto molto di più e abbiamo chiesto che cosa? Una cifra ancorandosi a quel famoso riparto, presentato dai deputati comunisti il 24 o il 25 di maggio del 1966, che prevedeva come entrata massima - che la Valle d'Aosta in Consiglio non aveva neanche visto, perché l'abbiamo poi visto dopo - che prevedeva come massimo 10 miliardi e mezzo e abbiamo avuto questo coraggio, con voi, col vostro aiuto, naturalmente, dei 10 miliardi e mezzo di portarli in bilancio, e li abbiamo messi, naturalmente chiedendoci che in un bilancio di previsione, e che un bilancio di previsione avremmo fatto tutto il possibile per arrivare a quella cifra. Arrivati a questo punto qui, e datavi la spiegazione su quella storia famosa dei depositi, perché sarebbe stato bello di avere dei mutui a 7-6,50% e di lasciarli depositati lì in banco, dove si prende il 4,25%, questo sarebbe stato una saggia amministrazione, secondo certi giornali, e certa gente, ma su questo sorvoliamo.

Cosa è accaduto? Diceva Germano prima, una cosa giusta: ma perché lasciavate i denari in deposito, al 4,25 e assumevate tutti questi mutui con le banche, con la Cassa di risparmio, a dei tassi maggiori?

Premetto una cosa: che questi depositi erano vincolati, vincolati fino al primo luglio, ecc. ma non ha importanza, con la Cassa di risparmio, quando ne abbiamo avuto bisogno, abbiamo sempre richiesto, perché è sulla convenzione, convenzione fatta non da noi, fatta da voi, avete fatto bene a farlo, perché basterebbe che ci fosse un ritardo dei denari che Roma ci deve e noi non potremmo fare i pagamenti. Quindi, è bene che ci siano quei miliardi, però quella delibera che ti ha preoccupato, Gemano, era una delibera di questo senso, una delibera nella quale noi dicevamo: se noi abbiamo bisogno, la Giunta autorizza i prelievi, fino a 1 miliardo, però io, tranquillizzo, specialmente i Consiglieri come Chamonin che questa fiducia ci hanno dato, dicendogli che, per quanto riguarda i depositi che noi avevamo, ad un certo momento, si capisce, li abbiamo vincolati, perché ricordo, quei depositi che noi avevamo, provenivano da dei mutui, dei mutui che erano stati fatti per 4 miliardi e più e che erano lì per pagare i lavori susseguenti a misura che venivano fuori.

Però per i depositi vincolati, con effetti a decorrere dal 3 luglio 1967 ad evitare il pagamento degli interessi del 6% su anticipazioni di cassa, non si è provveduto al rinnovo dei fondi vincolati, per cui la situazione di cassa, ad eccezione dei periodi dal 9 al 10 agosto 1967, e dal 30 agosto al 14 settembre 1967 non presenta alcun deficit. Successivamente, al 3 luglio del 1967, e dalla data - questo non ve lo dico ancora - e quindi non presentava che deficit lievissimi, in quel periodo, deficit che si aggiravano, i deficit registrati nel periodo dal 9 agosto, pardon, dal 9 al 10 agosto, e dal 30 agosto al 14 settembre, è stato coperto da una corrispondente anticipazione di cassa, per importi giornalieri variabili che andavano da un minimo di 9.262.368 lire, ad un massimo di lire 182.118.974, con una incidenza media giornaliera di 100 milioni.

Quindi, per quei brevissimi periodi che vi ho indicati, sarebbe il 9 e il 10 agosto e dal 30 agosto al 14 settembre, noi siamo rimasti scoperti in cassa, e dovevamo pagare gli interessi alla Cassa di risparmio per 105 milioni, in media, al giorno, per quei giorni.

Ora, questo premesso, che cosa si può arrivare già subito a concludere? Si può già concludere innanzitutto una cosa, che il riparto, e questo chiedo che sia messo a verbale perché era giusto che facessimo il punto della situazione finanziaria, e io ringrazio i promotori di questa mozione, anche se poi dopo saprò già che non saranno soddisfatti, ma a me interessa che siano soddisfatti i Consiglieri, che ci hanno sempre seguito e la Giunta che ha fatto questo, naturalmente, ma a noi interessa solo una cosa: che rimangano le cifre. E allora è indubbio che il riparto ha prodotto alla Regione, nel 1965, un ammontare, tra quota fissa e quota variabile, di 4.300.000.000; questo, tanto per cominciare. Allora, se noi dicessimo oggi, e ve lo diciamo, che per il 1966 abbiamo già ottenuto un certo numero di miliardi in più, ma vorremmo superarlo il 1966, per arrivare subito al momento, a questa situazione disastrosa di cassa, ma la cassa può anche essere, se lo fosse, in una situazione disastrosa, ma non è una situazione disastrosa, perché non credo che arrivando i miliardi, e portandone altri miliardi, si crei una situazione disastrosa. Allora il riparto, nel 1965 ha dato alla Regione 4.300.000.000 in cifra rotonda; allora, dopo aver sentito il Ministro del tesoro, mi si dirà: "avete supplicato". No, no, non abbiamo supplicato niente, le risposte che abbiamo qui nelle nostre lettere, nel dossier ve lo diranno che non abbiamo supplicato, abbiamo fatto presente, onestamente, lo ripeto, anche se poi questi giornali, questi Corrieri dei Piccoli, come li ho definiti prima, la gireranno come la vogliono loro - al Travail mi riferisco, al tuo, perché è il tuo che tira fuori quelle panzane lì - e al tuo, la Région in questo momento non c'entra, anzi, tutto al più la Région tu mi dovresti dire che pubblica qualche cosa per eccesso, se non mai delle panzane di questo genere qui, perché effettivamente sono panzane, e ve lo dimostriamo che sono panzane; andiamo avanti...

4.300.000.000 nel 1965, dopo aver sentito, aver chiesto la collaborazione del Presidente, di tutta la Giunta e di altri anche che non sono la Giunta, l'aiuto, l'aiuto nostro, la richiesta a questi Ministri, abbiamo sentito Colombo, abbiamo sentito il Ministro del bilancio, Pierraccini, abbiamo sentito il Ministro degli Interni, Taviani, abbiamo sentito il Ministro Preti, delle finanze e, finalmente, siamo riusciti ad avere la riunione dei funzionari. Alla riunione dei funzionari hanno partecipato il Segretario generale, perché continua l'amministrazione. Noi, dite voi, grazie a Dio, e anche noi lo diciamo, pur di andare fuori dei piedi al più presto - tra parentesi - il Segretario generale e il ragioniere capo. E per l'anno 1967, abbiamo tenuto una quota di riparto, fra fissa e variabile, che si aggirerà, sarà, volevo dire, ma non volevo pronunciarmi troppo, perché voglio essere molto preciso, di sette miliardi e mezzo; quindi, se non saranno sette miliardi e mezzo, saranno sette e quattro; quindi, io pregherei già Manganoni, visto che ha una penna in mano e che naturalmente poi mi farai le tue relazioni in base ad uno studio ponderato, da 7500, se mi consenti, a 4.300, se non sbaglio, ci dovrebbero essere tre miliardi e duecento, tre miliardi e trecento milioni; questi li abbiamo già acquisiti, e ne siamo sicuri, perché su questo punto siamo d'accordo, e su questo punto lo Stato liquiderà a noi 7.400.000.000, o 7.500.000.000.

Mi dirà Fillietroz, ma questo non è il riparto e sono d'accordo, no, non è il riparto, non è la legge del riparto questo; per questo siamo andati, abbiamo cercato di farci dare il massimo delle aliquote, abbiamo cercato di fare imporre, fare mettere altre imposte, però l'essenziale è solo questo, che per il 1967, quello che era nel 1965 4.300.000.000, è diventato 7.500.000.000. Le spese? Adesso ti parlo della tua mozione, le spese poi me le discuterai poi dopo, mi farai un'altra mozione, le spese, si capisce che sono aumentate, speriamo che aumentino le spese, perché non vogliamo mica prendere i miliardi per depositarli lì al tasso del 4,25%, i miliardi della Regione sono fatti per essere spesi, sia ben d'accordo. Adesso tu mi dirai gentilmente: "spesi bene" ...cerchiamo di spenderli bene, certamente, come avete fatto voi, cerchiamo di fare noi. Questo chiuso: guarda, non cercare di distrarmi, perché tanto non attacca; allora, andiamo avanti, che cos'è quel famoso problema? Il famoso problema è quello dell'articolo 12 che, naturalmente, noi non avremmo dovuto toccare. Invece, abbiate pazienza, su questo punto, quando siete voi su questi banchi la impostate come volete voi, e rimanete a 4.300.000.000; noi siamo arrivati qui e siamo già arrivati a 7.500.000.000 e speriamo di arrivare a 9.5, perché tu con quel bilancio giallo che hai lì davanti, che tu sai a memoria, perché, come lo so anch'io, perché se non ci diciamo almeno qualche complimento noi due, non ci valorizziamo di fronte agli altri, è vero; allora, dieci miliardi e mezzo che tu hai lì, noi pensiamo di arrivare a 9.500. Perché pensiamo di arrivare a 9.500? Ecco, di questo non posso darne colpa a Germano, perché questa lettera qui è del 20 settembre. Io non ricordo quand'era il Consiglio l'altra volta, però forse l'avevo già, ma, come vi dicevo, non ho potuto parlare. Cosa dice questa lettera? Per me adesso non dice ancora niente, però qualche cosa dice. Dice: "in relazione alla lettera 29 s. mese, con la quale la S.V. sollecita la concessione alla Regione - non c'è scritto supplica, sollecita - la concessione alla Regione, dei contributi speciali di un miliardo per l'esercizio 1966, e di due miliardi per l'esercizio 1967, ai sensi dell'articolo 12 dello Statuto, Le comunico che lo schema del relativo, lo schema del relativo provvedimento legislativo è stato trasmesso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, affinché, ove nulla osti sia diramato, previo parere favorevole del Ministero del bilancio per l'esame del Consiglio stesso". Mi si mette anche i cordiali saluti, e ci tengo proprio, perché spero che quei cordiali saluti mi facciamo avere quei tre miliardi. Come? Firmato Colombo.

Vorrei dire due cose, qui ci sarebbe da poter fare delle discussioni simpatiche, le facciamo poi noi due fuori quando scherziamo, come scherziamo abitualmente, veniamo al sodo. Naturalmente, che cosa abbiamo fatto? Sta tranquillo, ci siamo già recati ben due volte a Roma, perché questi viaggi che facciamo a Roma, dal mattino alla sera, noi li facciamo volentieri perché speriamo che rendano qualche cosa.

Naturalmente tu adesso mi potrai demoralizzare un'altra volta, mi potrai dire: "non c'è ancora la leggina alla Camera". Purtroppo non c'è ancora, ma state tranquilli che ce la mettiamo tutta, ce la mettiamo tutta perché vorremmo proprio dimostrarvi che, se c'è una sana collaborazione, forse si riesce ad avere. Se non riusciremo ad averla, verremo qui e diremo: "avevamo previsto 10 miliardi e mezzo, non siamo arrivati ai 9 e mezzo previsti, però noi abbiamo fiducia di arrivare".

Naturalmente, in aggiunta a questo, in aggiunta a questo, voi capite che il miliardo del 1966 forse lascerà un piccolo, un piccolissimo avanzo di amministrazione. L'Assessore Fillietroz lo sa, guai se si dice l'avanzo di amministrazione che potremmo avere, non lo si deve dire, né per il Governo centrale, né per gli Assessori locali, quindi io penso che un piccolo avanzo di amministrazione ci potrebbe essere, che ci viene ad aiutare, però ripeto, a Chamonin, io ringrazio Chamonin, perché quel giorno in cui io ero qui dentro, con tutti noi, e abbiamo detto: "hanno fatto figli", dunque, i figli sono pochi, da 4.3 siamo arrivati a 7.5 ...pardon... chi li aveva previsti... li avevate previsti voi, per caso... ma naturale, li avevamo previsti, ma tu quello che hai previsto, lo hai portato per caso? Perché prevedere, tu m'insegni, che il bilancio di previsione, questo glielo racconti poi a chi vuoi tu, ma il bilancio di previsione, se bastava prevederne 22 per averli, io ti auguro la prossima volta in cui tu sarai ancora Assessore alle finanze, se ci verrai, io te lo auguro, così perderai ancora altri pochi capelli che hai, se tu verrai ancora, prevedine 22, tanto se non previsti ci si arrivano. Per me, non potevano arrivarne di più; se ci riesco, riusciamo, tutti insieme, a farne arrivare 9 e mezzo, ne siamo tutti veramente lieti.

Allora, arrivati a questo punto, si potrebbe già trarne le conclusioni, ma adesso abbiate pazienza, per lunghi mesi abbiamo letto, abbiamo sentito: "situazione finanziaria disastrosa, ecc...". Allora, veniamo anche un po' alla situazione di cassa prima, poi avremo anche l'ultimo argomento. In liquidazione il 5 ottobre del 1967 voi sapete, e lo avete messo nella vostra mozione, che noi eravamo creditori verso lo Stato, ad un certo momento, di due miliardi 977 milioni. Questi denari erano costituiti da 2.300.000.000 di quote variabili del 1966, 37 milioni di altre quote che ci sono state date e un 628 milioni costituito dal saldo delle quote fisse. Ad un certo momento abbiamo ricevuto i 628 milioni, e rimanevano in gioco i due miliardi e 347; in data 4 ottobre 1967 ce ne hanno versati, non tutti i 2.347 Germano dice, speriamo che gli abbiamo versato soltanto 367 milioni - no, no, ci hanno versato 1 miliardo 232 milioni, come tu già saprai attraverso i nostri uffici. Benissimo. Perché non ci hanno dato tutto; io ho protestato, ma non ho potuto farne a meno; la differenza di 515 milioni che ci verrà data riguarda la liquidazione di quote dell'IGE che qualche volta, negli uffici, hanno dei ritardi, vengono calcolate a Roma, ammontano a 414 milioni, 426 ecc... che noi speriamo di avere entro il 15 di ottobre. Ma io non vi dico entro il 15 ottobre, perché se il giorno 16 non li avessi, voi m'insultate; allora io spero di averli per la fine di ottobre; allora, con questo introito di denari che noi abbiamo avuto, le casse della Regione, che sono tanto dissestate, per cui non so come faremo a pagare gli impiegati, hanno, al 6 ottobre - quindi signori Consiglieri, consolatevi, hanno al 6 ottobre del 1967, vale a dire ieri sera - un avanzo di cassa di 2.033.593.243 lire. Naturalmente Fillietroz mi dirà "e le spese"? Non si preoccupi Fillietroz di questo: guardi, noi in Giunta siamo una compagine di persone che lavoriamo veramente con la massima serietà e amicizia. Noi ci siamo detti, e adesso lo diciamo, prevedevamo 10 miliardi e mezzo, li abbiamo distribuiti, ma tu, quando hai fatto il tuo bilancio di previsione, certamente, quando hai previsto tre milioni e trecento, non eri sicuro di averli, perché non te li sognavi neanche di averli se non avevi un nuovo riparto, perché tu l'articolo 12 non lo volevi. D'altronde non so che cosa avresti ottenuto, questo giudizio nostro personale, però c'è una considerazione da fare, è indubbio questo, che noi lì dentro sappiamo che se abbiamo nel bilancio di previsione - eh no, due segretari comunali valentissimi, che abbiamo fatto gli esami insieme - sappiamo che il bilancio di previsione non ti dice mica che devi spenderli tutti: tu hai previsto una entrata di 10 miliardi e mezzo, ma se noi saremo sicuri adesso su 7 e mezzo, spenderemo 7 e mezzo, e come siamo sicuri, e come... se arriviamo a nove e mezzo vuole dire che cercheremo di economizzare quel miliardo, non lo spendiamo, non preoccupatevi, e i famosi direttori dei conti vedranno loro come noi abbiamo impiegato questi denari.

Quindi, ripeto, e concludo questa prima parte: il riparto da 3 miliardi e trecento è già diventato 7 miliardi e cinquecento, con un aumento di tre miliardi e rotti; se arrivano i due miliardi dell'articolo 12, arriverà a 9 e mezzo, per cui ci saranno 5 miliardi e rotti. Ma c'è ancora un argomento che io voglio ricordare qui, perché noi sentiamo sempre parlare di riparto e dopo averti chiesto scusa per quello che ti ho detto prima, perché io penso che anche tu avresti fatto tutto il possibile per ottenere qualche cosa di riparto, dopo averti chiesto scusa ti dirò che noi continuiamo lo studio del riparto.

Perché non abbiamo approvato il riparto che ci è stato presentato prima? Non lo abbiamo approvato per questo motivo: innanzitutto, checché se ne dica, e che ci sentiremo ripetere qui, perché è logico che lo si ripeta, gli argomenti non possono mica variare, ad un certo momento, che cosa ne è venuto fuori, ne è venuto fuori che noi, attraverso l'impostazione di quel riparto, di quel progetto di legge presentato, e insisto su questo, 23 o 25 maggio del 1966, perché è vero che se ne sono presentati altri che non so come sono andati a finire, ma questo qui era stato presentato il 26 maggio del 1966, quando qui sotto sappiamo che cosa c'era qui. È questo l'interessante del problema, perché il bello è che se fosse stato presentato ancora al 1° gennaio del 1966, ma no, il 23 maggio del 1966, quando qui sotto si mettevano i fili di ferro alle porte ecc... Ma cosa ne viene fuori? Noi abbiamo visto questo riparto, lo abbiamo esaminato, abbiamo fatto una seduta o due, ma non riuscivamo e non siamo riusciti a avere determinati dati da industrie che hanno la maggiore lavorazione in Valle, ma che pagano forse l'importo fuori, e allora noi dicevamo che le nostre tasse, cioè la Valle d'Aosta, attraverso le varie industrie e tutto, versa allo Stato 16 miliardi e noi volevamo 70-75% dei 16 miliardi; però a Roma - è doloroso dirlo - ci hanno detto: "ma voi non riuscite, dimostrateci questo", e armati dei consigli dell'amico Germano e di altri, siamo andati a Roma e abbiamo detto: "ma signori, dimostratecelo voi"! Germano aveva fatto un giorno un ragionamento giusto che ho pregato di volermelo ripetere su un pezzo di carta, perché lo condivido Germano, guardando il procapite che è stato pubblicato dall'ISTAT per la popolazione italiana, di imposte pagate, moltiplicandolo per il numero dei cittadini valdostani, se non sbaglio dava un reddito ancora superiore ai 16 miliardi e abbiamo fatto presente anche questo, però purtroppo non ci siamo riusciti o però c'era una cosa, in questo progetto di riparto, che probabilmente verrà mandato giù anche quello lì, quello dei comunisti non è mica passato qui in aula, quello là è partito per conto suo, noi cercheremo di portarlo in aula, state tranquilli, ma il nostro riparto che stiamo guardando, lo abbiamo esaminato, dico quel noi, per darmi un po' di importanza, forse, lo hanno esaminato i funzionari e ce l'abbiamo messa tutta per portare anche noi il nostro contributo e per arrivare preparati ad una futura commissione, che io vorrei chiedere se si può riunire, perché c'è posto e gloria per tutti in questa materia. Quindi, per la revisione dell'attuale sistema di ripartizione fiscale tra lo Stato e la Regione, l'Assessorato alle finanze ha predisposto un disegno di legge che verrà sottoposto al più presto all'approvazione del Consiglio regionale, inteso ad assicurare l'adeguamento delle quote di riparto alle effettive esigenze del bilancio della Regione, in relazione anche al gettito dei tributi che lo Stato percepisce nell'ambito e fuori del territorio della Regione. Per tutte le attività industriali e commerciali suscettibili di tassazione espletate nell'ambito del territorio regionale.

Quindi, questo segue la falsariga di quello lì, ed è giusto che lo si segua, perché quello che c'è di buono lì dentro e lo dobbiamo seguire, dobbiamo solo avere i dati per poterlo fare applicare, ma ad un certo momento noi abbiamo dovuto fermarci, perché? Ah, noi, ogni tanto, ci nascondiamo le cose brutte e ficchiamo la testa nella sabbia, come fa lo struzzo, ma noi, per esempio, abbiamo un processo, del quale non si parla quasi mai, un processo per l'IGE, per i proventi del Casinò di St. Vincent, dove Signori, i Presidenti delle Giunte passate sono più competenti di me, specialmente gli assessori alle finanze passati, e si parla di miliardi. C'è un processo che noi cerchiamo di vincere, cerchiamo di batterci per non lasciare passare questi denari. Che cosa ne è venuto fuori? Dai, a forza di fare abbiamo dovuto aspettare, perché abbiamo avuto anche le riunioni di San Remo, ultimamente, perché San Remo non c'entrava niente con noi, la nostra posizione è completamente diversa, ma noi, che cosa volevamo, se fosse andata a male la sentenza? Che cosa volevamo? Volevamo che in questo riparto fosse incluso questo. Quando è uscita quella sentenza? Sarà uscita un mese fa, due mesi fa, quindi non potevamo farne a meno; quindi noi che cosa abbiamo fatto, abbiamo dovuto vedere e spingere avanti quello, perché se no, noi dovevamo fare includere nel riparto quella clausola perché i proventi del Casinò di St. Vincent, quando trattiamo il riparto nel 1955, che cosa avevano detto? "O vi diamo un miliardo di fissa, e 200 di mobile e per il Casinò di St. Vincent, voi percepite già un altro miliardo", quindi lo avevano considerato come un tributo e i tributi non sono assoggettabili a tasse. Ecco perché non lo abbiamo mandato avanti; oggi lo si può mandare avanti, almeno per questo.

Naturalmente, approfittando di voi e facendo il punto della situazione finanziaria, ma seguendo la mozione, dunque, ci sono i crediti, ci sono i depositi vincolati, c'è il deficit di cassa, che neanche non è vero, perché neanche in quel momento era quello lì. Ad ogni modo tutto questo detto si potrebbe ancora dire una cosa: questa mozione, e qui un po' di polemica, di impegnare la Giunta a fare tutti i passi necessari ed opportuni, non escludendo la delegazione rappresentante tutti i gruppi presenti in Consiglio, onde ottenere il sollecito pagamento dei debiti. Oggi sarei un maramaldo se io vi dicessi che qui abbiamo avuto i denari, la situazione è cambiata e tutto quello che volete voi, ma io voglio dire un'altra cosa, e questo lo voglio dire a Germano: io mi auguro innanzitutto che quando arrivi in Commissione la richiesta dell'articolo 12 tutti i parlamentari di questa Commissione siano d'accordo a darcelo. Non vorrei che un comunista, per aiutarci troppo, ci dicesse: "invece di tre miliardi, dategliene cinque", non vorrei questo Germano, mi raccomando a te, parlo dell'articolo 12. Piuttosto consiglierei una cosa ai tuoi, che ci diano subito i tre miliardi e poi, se possono, altre tre a parte, ma quelli lì che ce li facciano passare, non ce li rimandino di nuovo in discussione in aula, come abbiamo corso il pericolo per la benzina, perché allora, effettivamente, forse la Regione perderebbe due o tre miliardi. Ma su questo io non ho dubbi, sono sicuro che tu questo aiuto ce lo darai validamente, questo non possono chiederlo agli unionisti perché purtroppo, purtroppo, due volte, non hanno nessuno laggiù, ma su questo punto io sono d'accordo.

Naturalmente, oggi come oggi è caduta questa richiesta urgente di denari, perché ce li hanno mandati. Però, onestamente, onestamente ti dico che se non avesse anche mandato quei due miliardi che stanno mandando, 1.900 + 400, io avrei rifiutato questo, perché, vedete, come potete pretendere da noi che si abbia fiducia in un vostro appoggio quando voi, per tanti anni, non siete stati capaci a fare niente. Ma non è utile per noi questo: noi vogliamo e dobbiamo andare avanti e risolvere i problemi accettando i vostri suggerimenti, tutti quelli validi, ma noi siamo ben contenti e le nostre responsabilità di prenderle, di andare a Roma, litigare se è necessario, perché dalla corrispondenza che abbiamo qui, che noi vi potremmo leggere, è facilmente intuibile come molte volte i Ministri stessi, compreso il Presidente del Consiglio, o vice Presidente, dove si scrive: "egregio assessore - anche dell'egregio mi danno - mi riferisco alle Sue premure per assicurarla di essere vivamente intervenuto presso i dicasteri dell'Interno, del Tesoro, Bilancio e Finanze, perché vengano assegnate a codesta Regione le quote variabili del 1966, augurandomi di poterla salutare personalmente, i miei più cordiali saluti". Noi dimostriamo con questo che non abbiamo mai avuto paura, ma non di dire qui nelle piole valdostane, che bisogna andare a battere i pugni a Roma: noi scriviamo, le lettere rimangono qui, dove diciamo che è giusto che ce le diano, che ci vengano, e al più presto possibile. Con questo, naturalmente, ripeto, quella parte lì, ma detto da Lei non m'interessa... Ma, ma, con queste lettere qui noi lo dimostriamo, però tutto questo detto, naturalmente, rimarrebbe il problema dei revisori dei conti. Io non voglio neanche entrare in merito perché non so, e qui mi dimentico, come Segretario comunale, se noi potremmo già oggi nominare i revisori dei conti del 1967; non mi sembra, chiedo il tuo aiuto; caso mai quelli del 1966, perché i revisori dei conti, se non sbaglio, esaminano i conti consuntivi, no, neanche i conti consuntivi? Cosa?

Germano (P.C.I.) - Nella seduta autunnale vengono nominati, nei comuni, perché non hanno la funzione che hanno da noi.

Bordon (D.C.) - Guarda, certamente una cosa, io non vi dico oggi, andremo a vedere i precedenti, quando sono stati nominati da voi i revisori dei conti, perché probabilmente non in autunno, ma nell'inverno dell'anno venturo li nominavate ma, questo a parte, state tranquilli che se devono essere nominati li nominiamo al più presto perché siamo ben contenti di essere tranquilli e di poter sapere che quello che è passato è passato bene; naturalmente io non ho niente da aggiungere, io vi dico soltanto che il riparto è quello che vi ho annunciato, i dati sono visibili negli uffici, per cui un primo aumento di tre miliardi 200 milioni, per il 1967 lo abbiamo già sicuro, e siamo speranzosi di aver gli altri due miliardi; chiuso così.

Adesso insultate pure...

Montesano (P.S.D.I.) - ...scusi, Consigliere Manganoni.

Manganoni (P.C.I.) - Bordon col suo oceano di parole pensava di "épater" i suoi ascoltatori; lui può "épater" quelli che sono assolutamente digiuni di bilancio, e che possono confondere fra situazione di cassa e situazione finanziaria; però non è certamente riuscito a "épater" chi, non dico, è profondo, come lo è profondo lui, in questa materia, ma chi almeno ha una infarinatura di bilancio e di situazioni di cassa e di situazioni finanziarie.

Ora, Bordon dice: "Voi, cosa avete fatto prima? Avete ottenuto? Ebbene, fra noi e voi c'è questa differenza: che noi diciamo, e abbiamo sempre detto pubblicamente che a Roma non vogliono assolutamente tener conto delle nostre necessità, che sabotano lo Statuto, che non lo applicano e che tentano di violarlo in ogni occasione; invece voi dite che Roma sono i grandi amici della Valle d'Aosta, che voi avete gli amici a Roma che appoggiano la Valle d'Aosta, ma poi di fatto ottenete esattamente quello che abbiamo ottenuto noi; quindi la differenza fra voi e noi è questa: che noi siamo leali, e sinceri, diciamo pubblicamente quello come Roma tratta la Valle; invece voi nascondete la realtà, cercando di difendere i vostri compari, del centro sinistra, ministri a Roma; ecco dove sta la differenza.

Ora, i fondi, ora, voi avete preso dei pubblici impegni, mentre noi dicevamo: "faremo il possibile, ci batteremo", per vedere di ottenere da Roma i diritti della Valle, per fare rispettare i nostri diritti da Roma, voi avete preso dei pubblici impegni dicendo: "noi ci impegniamo ad ottenere questo". Non vi leggo il famoso decalogo di Bionaz, vi leggo solo il punto che si riferisce ai bilanci, e cioè il punto due: "revisione in aumento della quota dell'imposta assegnata alla Regione sulla base del 75% delle entrate complessive". Questo impegno voi ve lo siete preso un anno e mezzo fa, qui, ma io mi chiedo, voi scadete fra 20 giorni, cioè noi, Consiglio, scadiamo fra 20 giorni, quando pensate di attuarlo questo? Dopo le elezioni? Quelle elezioni che dovremo pur farle, malgrado voi; ed allora, ed allora, io vi dico: "voi avete preso degli impegni, solenni, pubblici, e non li avete mantenuti: non solo, ma quando noi vi abbiamo detto: "siamo al vostro fianco, diamoci da fare assieme", vi abbiamo presentato una legge dicendo: "la legge sul riparto fiscale: aggiustiamola, modifichiamola, esaminiamola assieme, ma presentiamola". Cosa avete fatto voi? L'avete respinta perché voi non volevate una legge sul riparto fiscale, ed allora questo famoso 75% che avete sbandierato è sempre di là da venire, e chissà quando verrà...

Sul fatto, si dice, noi non pagheremo gli impiegati, ecc... ben, questo riguarda Germano, ben, sappiamo che i bilanci pagano, fate i debiti: ad ogni modo, ad ogni modo... farete, come ne avete già fatto, perché è dimostrato nella mozione che voi avete fatto fare degli anticipi di cassa dalle banche. Questo è un fatto; è vero che adesso, almeno da quanto dice Bordon, li avete tamponati, però li avete già fatti.

In secondo luogo, in secondo luogo... dice Bordon, voi ne dovete trangugiare ancora dei rospi, come avete trangugiato quello della benzina: sia chiaro che noi, per noi i rospi sono quelli che Roma ci fa avallare violando lo Statuto. Ma quando Roma fa qualche cosa per la Valle d'Aosta, applica un minimo dei nostri diritti, non sono rospi per noi, per noi è festa, noi diciamo: "così va bene", perché noi abbiamo a cuore gli interessi della Valle d'Aosta e quelli che Bordon dice "rospi della benzina", non sono rospi che abbiamo avallato solo noi, quei rospi li hanno avallati tutti i valdostani perché, se voi volevate, se voi non v'impuntavate e seguivate i nostri consigli, non avevamo solamente le lenticchie e la benzina, ma avremmo avuto anche i generi di monopolio, oltre agli altri generi, nafta, ecc... gas, invece il rospo sta nel fatto che non li abbiamo avuti, perché voi non l'avete voluto, perché noi a Roma avevamo i nostri deputati e i deputati del PSIUP, che erano perfettamente d'accordo su questo. Ma siete voi che avete detto ai vostri deputati del centro sinistra: "no, basta così, a noi è sufficiente quel po' di benzina da buttare come la polvere negli occhi agli abitanti della Valle". Perché non avete insistito, perché non avete detto ai vostri deputati: "no, noi vogliamo anche i generi di monopolio, anche le sigarette, come i deputati nostri erano d'accordo di concedere"? quindi, io, il rospo lo avete fatto avallare voi ai valdostani".

Ora, dice ancora Bordon: "cos'erano i fondi che ci avete lasciato"? Chi ha contratto i mutui, ed erano dei fondi dei mutui? Innanzitutto i mutui li abbiamo contratti noi, sì, ma ha già dovuto contrarli Bionaz, prima. È stato il primo a contrarre i mutui, i mutui, è normale che li abbiamo contratti per colmare le insufficienze del riparto fiscale, di quei fondi che lo Stato non ci vuole dare, ed i fondi che noi vi abbiamo lasciato, Bordon, non provenivano dai mutui. Solo in piccolissima parte provenivano dai mutui, il resto erano dei fondi impegnati, pochissimi sui mutui, dei fondi impegnati e non spesi, ma questa era la situazione di cassa.

Ora, voi non avete contratto dei mutui, è vero fino adesso, però voi avete fatto fuori una parte dei fondi, e qui parliamo di cassa, che noi vi abbiamo lasciato, perché, dice Bordon, io sto alle tue cifre. Dice: "l'avanzo di cassa al 6 ottobre è di 2 miliardi e rotti", parliamo di cassa, va bene, va bene; vuole Bordon sfogliare i papiri e vedere quale era, quanti erano i fondi di cassa che la Giunta Caveri vi ha lasciato? Erano 3 miliardi e rotti, 3 miliardi e rotti e, quindi, vi era circa, circa un miliardo in più. Quindi, voi avete dato fondo a questo miliardo, perché dei tre e rotti che vi abbiamo lasciato, oggi, 6 ottobre, l'ha detto Bordon, ne avete due e rotti. Queste sono delle cifre, no, e le cifre non sono mica delle opinioni, non sono mica delle chiacchere di Bordon. Quelle, quelle sono delle cifre, quindi tutte le vostre affermazioni, tutte le belle chiacchere di Bordon... però si riassumono in che cosa? Che c'è un fondo di cassa. Non parlo di situazione finanziaria, parlo di situazione di cassa, di circa un miliardo in meno. Questa è la realtà, questo smentisce tutte le belle chiacchierate che hai fatto fino adesso.

Ora, dice Bordon: "noi - a parte che prima dice - noi al momento buono vi tranquillizzeremo"; ma al momento buono quando? Quando? Ma noi scadiamo in ottobre, ma non vi rendete conto? È vero che voi cercate di dimenticarlo questo, ma, e allora, ce lo direte quando? Dopo le elezioni? Penso che questo dovete dirlo nel corso del vostro mandato, prima che il vostro mandato scada. Ora, voi dite, noi abbiamo sentito tutti i Ministri. Ora, che voi abbiate sentito tutti i Ministri io lo credo, perché era una processione continua di qua a Roma. Non è che noi ve ne facciamo un rimprovero, no; però, sentire i Ministri è un conto, e io sul fatto dei Ministri ho avuto occasione, nel precedente intervento che ho fatto questa mattina, di dire il mio parere sulle promesse e le chiacchere dei Ministri di Roma, e dice Bordon, abbiamo ottenuto 7 miliardi sul riparto. Però, io a Bordon gli pongo questa domanda: lui ha dato lettura della lettera del Ministro, mi pare di Colombo, che accenna al progetto che dovrà passare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, mi pare, per 3 miliardi sull'articolo 12. A parte che su quello, sull'articolo 12, noi ci siamo pronunciati, ma ben vengano pure i fondi sull'articolo 12, perché più quattrini vengono in Valle d'Aosta, a noi va sempre bene che vengano i quattrini in Valle d'Aosta, ma non dimentichiamoci che quell'articolo 12 è sempre quel famoso rubinetto che si può aprire e chiudere quando si vuole, mentre, invece, le entrate della Regione devono avere delle basi più solide e devono rientrare nel riparto fiscale che almeno quello è continuo, non un articolo 12 che una volta si dice sì e una volta si può dire no, perché non c'è nessuna legge che impone al Governo di darci tutti gli anni dei fondi sull'articolo 12, questo purtroppo è in facoltà del Governo. Quindi, bene, quei 3 miliardi, però sappia questo, che questo qui è il rubinetto, e noi siamo contrari a impostare le entrate della Regione sui rubinetti che si aprono e si chiudono; dobbiamo impostare su delle leggi chiare, è vero, sulle quali a Roma non si possa, non si possa dire sì, dire no, perché sono leggi e si applichino e si rispettino quelle leggi, cioè quella legge sul riparto fiscale che voi non avete voluto.

Ora, mentre ci ha letto quella lettera e mentre ci ha letto un'altra lettera dell'impegno sul riparto fiscale del 1966, e allora questo smentirebbe Bordon, perché il preventivo del 1966 sul riparto fiscale è stato fatto dalla nostra Giunta, dalla Giunta Caveri, è stato fatto dall'Assessore Fillietroz, e quindi questo conferma che le previsioni si sono realizzate e non è vero che tutte le previsioni, come diceva Bordon, di Fillietroz, non si sono realizzate, perché questo lo conferma. Se loro vi hanno mandato una lettera del 1967, confermando che il versamento dei fondi previsti dal bilancio di previsione, vuole dire che il bilancio di previsione del 1966 fatto da Fillietroz e della Giunta non era campato per aria perché le entrate si sono realizzate.

Ma Bordon non ci ha letto una lettera del Ministro, o che so io, sul riparto del 1967, cioè su quei famosi 7 miliardi, perché dice Bordon, riparto 1967, 7 miliardi, che noi abbiamo già acquisito. Beh, non li avrete in cassa, va ben, possiamo comprendere, non siamo ancora alla fine dell'anno: ma se ce l'ha quella lettera, quell'impegno, perché lui non ce l'ha letto, io mi auguro che sia stata una omissione, una dimenticanza, e adesso tiri fuori quella lettera e che ne dia lettura; io me lo auguro; no, non ce lo fai, oh diavolo... e allora vuole dire che nella lettera quell'impegno sono solamente nelle speranze dell'Assessore Bordon.

Ora, io concludo dicendovi quanto ho già detto prima. Ne avevo preso nota qui in fondo per concludere; voi avete speso circa un miliardo di fondi di cassa che vi ha lasciato la precedente amministrazione. Malgrado tutte le fanfaronate di Bordon, malgrado tutte le promesse, gli impegni, i viaggi ed i pellegrinaggi a Roma, però, in cassa oggi c'è, dai dati che ha detto Bordon, circa un miliardo in meno di come l'abbiamo lasciata noi. Io penso che questo, tutto si riassume qui; ribadisco che voi scadete questo mese e che quindi dovete, se volete mantenere i vostri impegni, realizzare tutto quanto ci avete scritto qui. Io mi sono limitato alla questione fiscale, alla questione di riparto, di quattrini, non al resto; dovete realizzarlo entro questo mese. Se no questo confermerà quanto vi abbiamo detto noi, che sono delle belle e solite promesse che la Democrazia cristiana, e adesso il centro sinistra, fa a Roma, fa ad Aosta, fa a Roma, fa un po' dappertutto, ma che poi si guarda bene dal realizzare.

Germano (P.C.I.) - Io avevo chiesto su questo argomento, che ritengo molto importante, una discussione seria. La risposta che abbiamo avuto non è una risposta seria, è una risposta che può servire, non so neanche in un comizio elettorale, perché la gente ormai non sa più di quanto pensiamo noi, non serve più neanche in quel campo, la gente ormai conosce come stanno le cose, più di quanto crediamo noi, perché dice Bordon delle cose, che poi i fatti dimostrano il contrario. Dice Bordon: "Noi siamo, come voi, d'accordo che l'autonomia ha una validità se vi è l'autonomia finanziaria". Ebbene, noi abbiamo consumato ore ed ore a spiegare che l'autonomia finanziaria l'abbiamo quando si modifica il riparto, quando l'entrata che ha la Regione non avviene sulla base di una legge ogni anno, ma avviene per sempre. L'abbiamo spiegato, rispiegato, alcune volte ci ha anche detto: "avete ragione" e poi hanno continuato sulla strada dell'articolo 12, cioè, a parole sono per l'autonomia finanziaria; nei fatti, nella realtà concreta sono per una autonomia che serva ad hoc per loro, per dimostrare che loro riescono ad ottenere un miliardo, o due miliardi o tre miliardi, non ai fini della Regione, ai fini loro particolari.

E c'è anche un altro aspetto che Bordon usa sempre: "cosa avresti ottenuto tu Fillietroz, cosa avreste ottenuto voi, noi otterremo...". Ma io chiedo ai tre Consiglieri del Partito socialista unificato, che a volte sorridono a sentire queste affermazioni, ma è questo il vostro contributo per portare la democrazia nel paese, il centro sinistra che dichiara, seriamente: "voi non otterrete, noi otterremo...", ma allora abbiamo un governo che, per vostra confessione, dà solo a chi vuole, non a chi spetta? E voi quello lo avallate? Non vi sentite ribollire il sangue di fronte a queste affermazioni che ad ogni piè sospinto fa? Presidente, faccia il favore di farlo tacere un momento, altrimenti non si può parlare; io non ho interrotto mai lui... ho interrotto salvo che per una parola, non a fare il borbottone... Questa è una cosa che preoccupa, non preoccupa solo per la nostra amministrazione, ma per il complesso del paese, cioè, se lo stato di diritto, con il centro sinistra, va a questi stadi, non so più, non so più dove rivolgermi. E poi vi è la trasformazione delle cose, questa avviene... con molta leggerezza. Trasformazione delle cose, mi rincresce che non ci sia Berthet, ma io ho la sua risposta concordata da tutti voi del centro sinistra, sulla nostra, la risposta di Berthet, concordata, perché avete interrotto la seduta e vi siete ritirati, sulla nostra proposta di legge del riparto. Berthet è venuto qui e ha letto il foglio scritto, che è stato evidentemente concordato con voi. Cos'ha detto Berthet? "Noi non votiamo questo progetto di legge per il riparto perché stiamo discutendo della zona franca, e siccome la zona franca è di imminente presentazione, fino a dopo noi non discuteremo del riparto". Questa è la motivazione che voi avete dichiarato qui.

Poi mi dice che hanno un progetto di legge, che lo scrivono anche sui giornali, che deve essere presentato. Non si riesce a capire cosa ci sia dietro a questa cortina fumogena... dalla vostra azione politica, delle cose che dite, delle cose che rimangiate, delle cose che modificate, che ponete in un modo diverso, continuamente. Perché fare quella affermazione un assessore alle finanze, che i 3 miliardi che vi erano in cassa erano i soldi dei mutui contratti nel 1962? È un'affermazione che proprio fa ridere, quando tutti sanno che i mutui, quando si contraggono, hanno le loro voci di finanziamento, servono per questo, per questa e per quell'altra opera, e che quelle opere sono state tutte già finite dal 1962 al 1966, ampliamente. Tutti gli assessori alle finanze sanno, anche quelli dei piccoli comuni, che vi è stato in questi anni un aumento della spesa pubblica, e che quello che una volta era adeguato, in questi anni è diventato inadeguato, inadeguato. Abbiamo discusso qui assieme l'organico, c'è stato un aumento di 250 milioni, che prima non c'erano, e così in genere l'aumento delle spese. E di fronte a questo l'amministratore, che ha i piedi per terra, cerca una voce di entrata che non sia per un anno, che sia permanente, che sistemi il bilancio. Il vostro bilancio, invece, così come è non è sistemato per nulla. C'è in più una lettera di Colombo. Io mi ricordo, Presidente Marcoz, quando Lei ci aveva letto lì, in pre-consiliare, quella lettera di Zaccagnini, il quale era Ministro dei lavori pubblici, ed era anche Presidente dell'ANAS, che dietro alle nostre sollecitazioni, per l'autostrada ci ha mandato la lettera che diceva: "la statale 26 sarà portata a 10 metri e mezzo, cioè 7 metri e mezzo di careggiata più una panchina per parte di un metro". Dalla lettera, credo che se guardate negli archivi la trovate ancora, come quando voi sarete via di lì troveremo molte lettere di quel tipo, ma che resteranno lettere. Perché? Perché resteranno lettere? Perché nessuna persona di buon senso può valutare che nel periodo di tempo che ci resta possano passare dei provvedimenti legislativi quali voi proponete, che devono ancora andare al Consiglio dei Ministri, avere l'approvazione del Consiglio dei Ministri, e poi andare in Parlamento, e poi passare nelle Commissioni, e così via. Sono cose che restano così, voi vi presenterete alla fine di questa vostra amministrazione, al più presto possibile, noi diciamo, voi dite: "il più lontano possibile". Vi presenterete con una situazione finanziaria che è deficitaria, deficitaria, situazione che sarà deficitaria, come cassa, e che sarà deficitaria come bilancio, perché voi approfittate di una determinata situazione che genera nel nostro Paese col centro sinistra. Ma il coordinamento non avrebbe mai approvato la nostra variazione di bilancio del 1966 con un miliardo fantomatico, senza che ci fosse una qualsiasi pezza giustificativa, almeno un progetto di legge presentato. Eppure è passato un anno, il progetto di legge non è stato presentato e il coordinamento ha approvato quella vostra variazione di bilancio, e questo miliardo non entrerà, come non entreranno i due miliardi nel tempo che resta a disposizione e voi, questo è l'appello che io faccio ai funzionari: "stiamo attenti, perché i soldi che non entrano non si possono spendere". Stiamo attenti in questo senso, e in questo senso capisco che quei 470 milioni degli impianti sportivi non siano seguiti da un piano e non si spendano, perché bisogna... auguriamoci di no Balestri, perché sennò il deficit aumenta, sennò ci troveremo di fronte a delle cose veramente spaventose. Quindi, io ribadisco, ci troviamo di fronte ad una situazione finanziaria grave, grave per come si sono sviluppati gli avvenimenti, grave per una determinata impostazione che voi avete dato. C'è bisogno, su questo terreno, di una correzione. Il discorso serio l'abbiamo fatto, e aspettiamo che ci sia anche una risposta seria, anche se non è venuta in questa sede, abbiamo ancora la fiducia che possa venire una risposta seria.

L'altra questione che rimane, quella della mozione, ma perché si fanno delle affermazioni, quando noi la mozione l'abbiamo basata sulle dichiarazioni di Bordon? È Bordon che ci ha dichiarato queste cose, non sono gli uffici di nascosto. Nella sua lettera, nella sua lettera dice: "anticipazioni di cassa effettuate fino al 22 giugno 1967, da un massimo di un miliardo, a un minimo di 368 milioni 44mila 168 lire, corrispondente agli addebiti di cassa esistenti alla data del 22 giugno 1967".

Lo dice lui che al 22 giugno 1967 avevamo 369 milioni di anticipazioni di debito. E con questo, nel medesimo tempo abbiamo 1.300.000.000 depositati. Allora, perché dobbiamo pagare di più interessi su questo quando abbiamo quelli depositati, perché si dice di respingere questa mozione? Perché si dice, questa mozione non va più, quando il miliardo dell'articolo 12 resta? Non l'abbiamo incassato, non abbiamo previsione di incassarlo, non lo incasseremo se non ci muoveremo tutti assieme. C'è poco da fare, le cose stanno lì, voi non lo incasserete, e vedrete che lo diranno nella campagna elettorale, perché le cose stanno così, se continuate in questo modo.

Infine, l'altra questione più seria, quella dei revisori dei conti: non è che sia una cosa così, da passare sotto gamba, i revisori dei conti, nei comuni, per legge, si votano nella seduta autunnale, ma per la figura che hanno i revisori dei conti nei comuni, che devono entro, un mese... adesso non mi ricordo bene, fare questo, e poi presentarlo in Consiglio, in modo che dopo un mese dalla scadenza il Consiglio sia in grado di esaminare il consuntivo.

Ma nel caso nostro, quando i revisori dei conti sostituiscono la sezione distaccata della Corte dei Conti, e quindi hanno un compito più largo, hanno il compito anche di vedere, di garantire un'amministrazione giusta, allora in questo caso non si può ritardare. E noi chiediamo che la Giunta si pronunci se dobbiamo in questa stessa seduta votare per i revisori dei conti del 1966, del 1967, due anni, da due anni siamo senza revisori dei conti. Ma cosa vuole dire, la seduta autunnale è questa, è questa e quindi io chiedo che la Giunta si pronunci su questo perché io penso che non sia neanche corretto per voi rifiutarvi di risolvere questa inadempienza che esiste, c'è.

Fosson (U.V.) - De la longue exposition faite par Monsieur Bordon nous avons entendu aussi quelques chiffres, quelques chiffres qui nous laissent assez de doutes et je voudrais demander certaines explications, parce que la mathématique est une science assez exacte, un plus un fait deux, et ici je ne me trouve pas. Et alors, Monsieur Bordon a dit qu'en 1965 la répartition des entrées avait donné 4.300.000.000 et nous sommes d'accord, parce que nous savons tous, laissons les miettes, il y a trois milliards à peu près des impôts fixes, 3.300.000.000 quota variabile. Il dit que pour le 1966, nous avons obtenu trois milliards et quelque chose en plus, c'est-à-dire de 7.500.000.000, peut-être pas 7.500.000.000, peut-être 7.400.000.000... oui 400 millions, mais même si je me suis trompé de dire 400.000, avec les 400 millions, je pense d'être plus exact de ce qu'a été Monsieur Bordon en disant les 7 milliards 500.000.000 ou 7.400.000.000, parce que je voudrais bien savoir comment il trouve cette différence, de quoi est donné cette différence. Parce que nous comprenons très bien qu'il y a une augmentation régulière des impôts fixes et alors la répartition donnera un certain nombre de millions. Il y a eu, jusqu'à aujourd'hui on a encaissé, et c'est Monsieur Bordon qui le dit: "1.932.000.000 sulla quota variabile", parce que l'autre n'est pas encore définie, mais il y a la promesse des 2.300.000.000, c'est un milliard en plus. La question de l'article 12, qui serait un milliard pour le 1966, est englobée dans la requête qui est faite après, et le dit la même lettre du Ministre Colombo, et alors je voudrais voir un peu parce que ici les chiffres ne correspondent pas. Ceci c'est la première question que je voudrais savoir avec précision.

Caveri (U.V.) - À mon tour je demande des précisions à Monsieur Bordon, c'est-à-dire, je voudrais savoir, vu qu'il y a cette délibération de la Junte qui décide de demander une anticipation d'un milliard, je voudrais savoir quelle est la somme effectivement anticipée de cette délibération; première question.

Deuxième question: je voudrais savoir si ce chiffre que nous a indiqué Monsieur Bordon, en parlant de la situation de caisse de 2 milliards, et fraction, si de cette somme de deux milliards, Monsieur Bordon, a déduit cette partie de l'anticipation qui a été effectivement anticipée du Trésorier à la Vallée.

Fillietroz (U.V.) - Io non vorrei fare delle polemiche e non voglio offendere l'amico Bordon; però lui dice: "voi in sei, sette anni non avete ottenuto niente; noi, in un anno non abbiamo ottenuto niente". Va bene, siamo d'accordo; però, adesso io vorrei ripetere quello che in sede di Commissione Bordon mi aveva detto. Mi dice: "sei convinto che noi possiamo ottenere più di voi". Io le ho detto: "mah, può anche darsi". Adesso ritiro queste parole perché, evidentemente, evidentemente quando si chiede una cosa giusta, che siano avversari o non avversari, col Governo, come partito, non c'entra proprio niente. È questione di chiedere le cose giuste, di chiedere le cose che spettano e di chiederle con prestigio e serietà, e non andando a dire: "io sono l'amico del Tale dei Tali, perché poi, essere amico dei Ministri, essere ricevuti da tanti Ministri, siamo rimasti allo stesso punto? Io dai Ministri non sono mai stato ricevuto, da un sottosegretario. Quindi questo, non per offendere, ma solo per dire che noi in sei, sette anni, voi, in quest'anno, non avete ricevuto niente di più. Però, per la vera questione è sempre quella di principio, cioè che, chiedendo ai sensi dell'articolo 12, voi avrete portato delle conseguenze dannose a tutti i rapporti che saranno futuri tra lo Stato e la Regione, perché voi avete falsato delle cifre, avete messo, avete reperito delle cifre che noi abbiamo sempre detto che non volevamo spendere, come quella delle pensioni, avete reperito quello per poter ottenere una cifra ai sensi dell'articolo 12; ma questo, poi, nelle future trattative per la quota mobile, nelle trattative per il riparto, questo ci sarà di danno, perché diranno: "tutte queste somme voi non dovete neanche considerarle, perché sono somme che non rientrano nelle normali funzioni della Regione". Invece, noi avevamo sempre aumentato il più possibile le somme che rientrano nelle normali funzioni della Regione, per aumentare naturalmente il riparto. Quindi, questa impostazione è stata dannosa, e di danni si verificheranno in futuro.

Riguardo poi all'aumento a 7 miliardi e quattrocento, se nel 1965 noi eravamo a quattro miliardi e mezzo di entrate, ammettendo pure che siano 7.4, ma sono aumentate anche le spese, ma io vorrei chiedere solo questo: perché il bilancio dello Stato aumenta sempre di molto le entrate, tutti gli anni aumenta, e aumenta il disavanzo? Ditemi un po' il perché? Perché le spese aumentano di più, le spese correnti, specialmente, aumentano di più delle entrate? Quindi, la situazione finanziaria del 1967 è peggiore di quella del 1965, anche se nel 1965 noi abbiamo introitato 4.500.000.000, e non 7.500.000.000, ma questa è una cosa evidente.

Mi pare che sia proprio così, perché è impossibile, perché la vera amministrazione che cosa è? È quella di investire. Noi dobbiamo aumentare in conto capitale, non in conto spese correnti. Ora noi, se aumentiamo le spese correnti, pur aumentando delle entrate, ma diminuiamo in conto capitale, diminuiamo gli investimenti, l'amministrazione diventa una passività, cioè diventa sempre meno attiva di quella che dovrebbe essere, con la differenza degli aumenti degli investimenti. È quello che bisogna, sono queste cifre che bisogna dire. Non dire: "ma, noi per il 1966, anche se non abbiamo avuto ancora quel miliardo dell'articolo 12, cioè per pareggiare il bilancio 1966, anche se non abbiamo avuto quel miliardo dell'articolo 12, però noi abbiamo avuto degli incassi maggiori". Ma io l'ammetto, la questione è che sono aumentate le spese; è questo che bisogna... quindi, non è una giustificazione. Io non ho altro da dire, perché è l'una e...

Se ci mettiamo a parlare di San Remo, e dell'IGE e del Casinò, non finiamo più...

Montesano (P.S.D.I.) - È l'una e venticinque... allora, breve intervento dell'Assessore Bordon.

Bordon (D.C.) - Sarò brevissimo, proprio perché desidererei non dilungarmi. Però qualche cosa bisogna pur dire, salvo che si rinvii al pomeriggio. Per me non ha nessuna importanza. Naturalmente, qui c'è una lunga chiacchierata di Manganoni, Manganoni, non leggo quello che mi ero messo qui come appunti, ma fa ridere Manganoni; ha incominciato con la discussione che Roma non ha mai dato, le solite discussioni che da vent'anni sta gridando sulle pubbliche piazze, che non entra niente con questa discussione, perché sarebbe troppo comodo anche per noi potersi sedere qui a questo banco e dire: "signori, noi non abbiamo risolto nessun problema perché Roma non ce li dà". Questo, con questo lui ha la coscienza tranquilla. Lui, quando va a richiedere i voti alle vigilie delle elezioni, passa per essere certamente un leone, non spennacchiato come è adesso, ma effettivamente con la criniera. Poi, quando è seduto qui al banco del Governo, tira avanti come può e protesta sempre contro Roma dicendo: "Roma non ce le dà". Per cui, è giusto che ad un certo momento la popolazione valdostana gli dica: "bravissimo, allora, guarda, siccome tu sei solo capace a protestare qui, ma da laggiù non viene niente, fai bene di stare a casa tua".

Questa, prima impostazione.

Un anno e mezzo fa, naturalmente anche qui questa storia dell'anno e mezzo fa, il decalogo, tutte quelle belle baggianate, ad ogni modo il riparto non l'abbiamo mandato avanti, perché vorremmo proprio lasciare l'onore a te di mandarlo avanti. Vorremmo proprio augurartelo di cuore, perché tu certamente otterresti un riparto molto migliore del nostro. E, siccome non ci dobbiamo poi mica neanche tanto preoccupare, noi lo mandiamo avanti lo stesso. Lo manderemo avanti, se non possiamo con un altro sistema, con quello che avete adoperato voi attraverso i vostri deputati comunisti, noi lo manderemo attraverso i deputati nostri, ma cercheremo di tutto per mandarlo avanti. Ma l'essenziale è solo questo: che arrivati ad un certo momento, io penso che se noi avessimo risolto il riparto in sei mesi, tu oggi da quei banchi lì protesteresti come protestavi nel 1957, perché noi due non possiamo nasconderci dietro un dito, noi abbiamo vissuto insieme quel momento, dove da quel momento tu hai continuato a dire che era insufficiente perché voi, chiedere la luna nel pozzo e ottenerla non è ancora sufficiente, bisognerebbe ottenere due lune nel pozzo. Ma voi nel pozzo non ottenete niente, perché non avete mai ottenuto niente! Non vi dovete offendere se io ripeto questo: ad un certo momento mi dovreste convincere, dire: "no, non devi dire che non hanno ottenuto niente, perché hanno ottenuto qualche cosa". Ditemi, che cosa? Ditemi, e ve lo ripeto, perché ho imparato coi vostri sistemi, riparto? Non credo. Benzina? Non credo. Zona franca? Non credo. Arrivati ad un certo momento si viene fuori e sì... che Roma fa le discriminazioni, non ci dà niente; io vi dico che sono problemi di impostazione, che le vostre impostazioni sono sbagliate e fino a prova contraria dovrebbe essere così perché i risultati sono questi.

"Mutui contratti", dice il buon Manganoni, lo diceva già allora, ed è per questo che mi ero permesso di ricordarlo. I mutui che avete fatto voi non sono per pagare i loro debiti, o per fregare i loro lavori; erano tutti debiti che aveva già contratto Bondaz. Naturalmente, di questi quattro miliardi che loro hanno contratto attraverso 1961, 1962, 1963, sono rimasti lì almeno per tre miliardi, perché loro hanno saputo fare delle economie, perché loro avevano un riparto molto, molto più forte di quello che abbiamo noi adesso, tant'è che hanno economizzato tre miliardi. Quindi, pensate un po', e volete che si spenda tempo dietro queste baggianate qui? Io chiedo a Manganoni, per averle chiamate baggianate, ma è indubbio che questo lo può raccontare nei suoi comizi, come ha detto lui, ma non certamente in una aula consiliare. E io mi auguro che coloro che lo sentono certamente facciano la debita valutazione, perché qui si fa proprio una chiacchierata da persona di servizio, ad un certo momento si viene fuori e si dice: "non so, i tre miliardi e quattro, i cinque e tre, i sette miliardi e mezzo sul riparto; dovevamo impostarlo tutto sul riparto, ma lo sappiamo, stiamo lavorando per quello. Però è indubbio che il riparto di oggi è di 7 miliardi e mezzo. Promesse? Vedremo se sono promesse; ce lo dicevate già a luglio, agosto, settembre, ottobre del 1966. Ci dicevate già allora: non avete ancora avuto la benzina, non avete avuto questo, perché per loro rimanere qui per dei lunghi anni, la colpa è tutta del governo centrale, anche se loro dormono sonni tranquilli. Per noi, come arriviamo dobbiamo risolvere tutti i problemi. Sarebbe troppo comodo?

Germano: non è una risposta seria, la modifica del riparto, e sempre la stessa musica, e noi ripetiamo la stessa cosa; non siamo molto distanti dalle elezioni, io penso che ad aprile si vedrà i risultati; io mi auguro che anche allora la popolazione valdostana sappia valutare in base ai piccoli piatti di lenticchie che però avrà avuto, non quelli che ha sognato e che non ha mai avuto, e che faccia la debita scelta; però, se mi consente, non posso fare questo augurio, non glielo posso fare per la popolazione valdostana, guarda, se non lo farei per te, personalmente, ti augurerei, come ho augurato a lui, di risolvere tu il riparto in quanto che, con l'appoggio dei tuoi deputati comunisti a Roma, certamente riusciresti meglio di quanto possiamo fare noi.

Stato di diritto: socialisti; i socialisti non hanno bisogno di un avvocato, ma te lo diranno loro perché sono venuti via, non m'interessa. Poi, ad un certo momento, si fa una lunga discussione, si ricordano le lettere di Zaccagnini, ma qui parliamo di ben altre cose, vogliamo ricordare ancora Fanfani, perché ogni tanto viene fuori anche Fanfani quindi, se volete ve lo ricordo già io subito. Naturalmente, a Germano, devo proprio dire che sei un uccello del malaugurio, perché io non so se lo desideri proprio questo o non passava quello che siamo riusciti ad ottenere. State tranquilli che anche questo non passerà. È inutile che vi diate da fare, sedetevi qui, aspettate la lezione, non darti da fare, perché quella leggina lì non passerà! Ma, oh...! Dicevo prima, sei amico nostro o amico del Giaguaro, tu, qui dentro? Perché alla fin dei conti, se non passerà, pazienza, ce l'avremo messa tutta, ma ce la mettiamo tutta per farla passare e, quindi, questo non ti deve fare dispiacere, devi insistere, devi dire: mettetecela tutta, perché certamente riuscirete a fare qualche cosa, ma se seguiamo i tuoi consigli ci possiamo sedere qui e non muoverci più!

Naturalmente, ripeto...

Germano (P.C.I.) - Certe volte il silenzio è d'oro.

Bordon (D.C.) - Grazie. Naturalmente di consigli voi siete molto larghi. Di consigli ce ne date a iosa, non vi costa proprio niente farlo questo. Per consigliare, i consigli, dice Manganoni, noi dobbiamo essere qui, partiamo insieme tutti in bicicletta, andiamo laggiù e vedrai che i consigli vostri, ma perbacco, ma per quanti consigli ci date, ma se avevate tutto questo, perché non li avete risolti voi i problemi? È molto facile dare dei consigli, è più difficile risolverli.

Monsieur Fosson, je n'ai pas bien compris ce que vous m'avez dit, mais 4 milliards et trois cents, chiede come verranno i 7.4. Mais, les 7 milliards et quatre cents, ils viendront pour une augmentation naturelle des "quote fisse". Je vais vous le dire parce que je n'ai pas encore fait les calculs, parce que l'accord, Monsieur Fosson, eh... combien... allez tout doucement, l'essentiel c'est que je vous donne les données attendues parce que je ne suis pas tenu à vous les donner aujourd'hui avant tout, parce que l'accord est d'arriver à 7 milliards et quatre cents millions: si vous voulez prendre note, prenez-en, 7 milliards et quatre cents millions, qui comprennent la "quota fissa", et les "quote variabili".

Alors, supposons - et je pense de vous le dire à la prochaine séance du Conseil - parce que c'est juste que je vous donne ces données; il serait suffisant que je vous dise 7.400.000.000 parce que je pense que ce sont les données finales qui intéressent; comme ils sont distribués des 7.400.000.000, je pense vraiment de pouvoir vous le donner. Pourquoi? Parce que l'essentiel c'est ceci: supposons que les "quote fisse" nous donnent 4 milliards, supposons, comme nous prévoyons 4 milliards et deux cents, nous prévoyons cela de "quote fisse". La différence ils nous la donneront avec les "quote variabili". Mais l'intéressant, vous voyez, je ne me perds pas derrière ces discussions, et je tâcherai, pour éducation, pour devoir de conseiller, de vous donner les données au plus tôt possible; mais l'essentiel c'est que je vous répète que ce seront quatre milliards et sept cents millions ou sept milliards et cinq cents.

Et je m'engage, Monsieur Fosson, de vous porter, même après-dîner si c'est possible, déjà les données de la division. Mais il faut qu'ils les fassent aussi à Rome, vous savez, ce n'est pas rien que nous pouvons les faire, parce que nous ne nous sommes pas contentés de ce qui étaient les quatre milliards de "quota fissa" et les trois et demi de "quota variabile". Nous avons dit: "nous nous devons avoir au moins sept milliards et demi", et alors, que ce soit "quota fissa" ou "quota variabile", pourvu qu'arrivent sept milliards et demi. Première chose.

Deuxième chose: Monsieur Caveri m'a demandé, en suite à cette délibération du milliard que nous a lue l'ami Germano, combien nous avons engagé de cet argent. Bon, moi je devrai vous lire ceci, que je dis maintenant pour la période suivante à cette délibération, et après-dîner on pourra toujours voir si cela est exact, parce que je pense bien, ce sont les bureaux qui me les donnent ces données. Donc, "Depositi vincolati, con effetti a decorrere dal 3 luglio 1967" et je vous dis: "etc... ad eccezione, dunque" ad eccezione: dei periodi 9 e 10 agosto 1967, quindi...", deux jours, n'est-ce pas, et "dal 30 agosto al 14 settembre 1967", 14 jours à peu près, "non presenta alcun deficit, ad eccezione di questo periodo, successivamente".

Il deficit registrato nei periodi 9 e 10 agosto, e dal 30 agosto al 14 settembre 1967, è stato coperto da una corrispondente anticipazione di cassa per importi giornalieri variabili da un minimo di 9 milioni ad un massimo di 182 milioni, per cui, facendo una media giornaliera, sono venuti fuori 105 milioni 653.814. quindi, noi saremmo stati scoperti per 15 o 16 giorni su una base di 100 milioni.

(On entend la voix de Caveri dans le lointain) Alors je n'ai pas compris, pardonnez-moi...

Caveri (U.V.) - Je demande quel est le total de ces anticipations que vous avez reçues, par la moyenne par jour...

Bordon (D.C.) - Oui, alors je vais vous le faire préparer, après cette délibération, après-dîner moi je vous le donne, parce que je ne sais pas.

Caveri (U.V.) - Mais, comment, tu ne sais pas? Alors... mais alors comment tu fais? Mais alors tu ne peux pas même répondre... si tu ne sais pas répondre quel est le total des anticipations, alors tu ne peux pas même répondre à ma deuxième question, parce que moi j'ai posé une deuxième question, parce que toi tu parlais de deux milliards et "rotti", comme situation de caisse, mais moi j'ai demandé de savoir si cette somme de deux milliards et virgule, si tu avais déduit le total des anticipations, mais comme tu ne sais pas quel est le total des anticipations tu ne peux pas répondre pas même à ma deuxième question. Mais alors, mais alors cherche de parler un peu moins mais de donner des données un peu plus précises.

Bordon (D.C.) - Non, non, un moment, ne me change pas les cartes en table, tu es fameux pour cela, mais ici tu n'échappes pas mon cher. Alors, je te réponds que les deux milliards 33 millions, 593.253 di cassa, ont été déduites les anticipations. Il est propre, il est là, "netto"; cela c'est la situation, "netto". Pourquoi? Parce que tout le reste nous l'avons payé, mais moi je croyais de répondre quelque chose de plus à Monsieur Caveri, je croyais de lui répondre.

Andrione (U.V.) - Je te pose la même question d'une façon différente: sur ces deux milliards trente-trois millions, vous devez rendre le milliard d'anticipation?

Bordon (D.C.) - Non, il est propre! Il est là, ils sont des sous de la Région.

Andrione (U.V.) - Si vous avez payé avec ce milliard?

Bordon (D.C.) - Non, nous n'avons pas pris le milliard, c'est là que vous ne me comprenez pas. Nous avons fait une délibération de Junte et nous avons dit: "si nous en aurons besoin, nous arriverons jusqu'au milliard". Nous ne sommes jamais arrivés.

Andrione (U.V.) - Combien vous avez pris de ce milliard?

Bordon (D.C.) - Alors, nous avons pris pendant une période, certains jours nous avons été découverts pour 9 millions et certains jours nous sommes arrivés jusque à 180 millions, mais moi je vous le donne jour par jour ce que nous avons pris, nous l'avons remboursé tout de suite, quand ils sont arrivés les 628 millions d'avant, nous les avons déjà remboursés. Moi je ne peux pas vous répondre d'autre, je crois que plus clair que cela.

Caveri (U.V.) - Oui, mais nous nous voulons savoir quel est le total des anticipations que vous avez reçues.

Bordon (D.C.) - Mais, les anticipations que nous avons reçues, nous les avons rendues.

Caveri (U.V.) - Eh bien, nous demandons quel est le total des sommes que vous avez rendues.

Bordon (D.C.) - Comme je vous l'ai déjà dit: après-dîner je me le fais tirer en bas par la caisse et je te le porte parce que je ne peux pas savoir jour par jour quelle était l'anticipation. Parce que nous quand nous avions traité 100 ou 200 millions d'anticipation et il nous arrivait le montant du Casino de St. Vincent, l'anticipation diminuait. Puis il faut voir le movimento di cassa, je ne peux pas vous dire, il faut que je regarde jour par jour; après dîner je vous le porte.

Fillietroz, adesso ce ne andiamo, non abbiamo ottenuto di più, articolo 12, ma diavolo, è logico, e poi ve lo porto giorno per giorno, perché variava, oscillava.

Andrione (U.V.) - Nous vous demandons le total de combien vous avez pris sur ce milliard et de combien vous avez remboursé.

Bordon (D.C.) - Alors, moi je ne peux pas le savoir aujourd'hui maintenant, pourquoi je l'ai rendu le montant.

Andrione (U.V.) - Alors, cela veut dire que tu viens au Conseil sans savoir combien d'un engagement d'un milliard tu as encaissé et combien tu as dû rendre, c'est-à-dire que les chiffres tu ne les connais pas?

Bordon (D.C.) - Mais, pardonne-moi...

Andrione (U.V.) - Écoute, c'est la vérité, il y a une demi-heure que tu parles, tu fais des polémiques avec les uns avec les autres: quand on te demande des chiffres, tu dis "cet après-midi".

Bordon (D.C.) - Oui, mais pardonne-moi, si moi je te demandais des chiffres que toi tu sais déjà que je ne peux pas répondre, comme vous êtes en train que vous faites-vous, mais comment... (si sente la voce di Andrione) ...Mais pardonne-moi, c'est un peu commode ceci, parce que ce n'est pas question d'histoire, c'est question de montant de chiffres. Alors moi je te réponds que ce que nous nous sommes fait anticiper, nous l'avons déjà remboursé. Mais alors nous l'avons fait rembourser, qu'est-ce que tu veux savoir? Tu veux que je te dise que je me suis fait anticiper 250 millions pour le tel jour, mais le jour après ils étaient diminués parce qu'ils me sont arrivés de l'argent, moi je ne sais pas ce que je dois répondre différemment. Ayez patience! Toi tu sais qu'est-ce que tu veux maintenant? Toi, tu as le plaisir de pouvoir donner de l'âne, de l'impreparato à un individu, mais si ce n'est rien que cela que tu veux, tu me le dis, parce que, rappelle-toi, que cela ne me touche pas, parce que ici nous te portons des données, nous ne te portons pas des paroles, mon cher Marius... mais alors, je te les ai données les données, comment je peux te répondre moi si le jour 14 du mois de septembre j'avais 400 millions...

Andrione (U.V.) - Je ne te demande pas le jour 14, je te demande le total...

Bordon (D.C.) - Alors, tu n'as rien compris. Cette fois je te le dis moi, et je ne m'étonne pas que tu ne comprennes rien, parce que comme avocat bien des fois vous n'êtes pas préparés financièrement! Et alors moi après-dîner je te porte ici une "distinta" et nous la lirons ensemble, et tu la comprendras, parce que je ne peux pas te dire combien je me suis fait donner parce que c'était un mouvement, il a augmenté, et il a diminué selon les rentrées.

Andrione (U.V.) - Il y aura eu à un moment donné un maximum! Par conséquent tu seras arrivé à encaisser 400 millions sur un milliard, ou 500 millions sur un milliard, mais à un moment donné tu étais découvert vers la caisse de tant de chiffres, de...

Bordon (D.C.) - J'étais découvert à la caisse de 140, 120, 182 millions j'étais découvert...

Andrione (U.V.) - C'est le maximum que tu as atteint?

Bordon (D.C.) - Le maximum, tant il est vrai que un jour que j'étais découvert de 9 millions il fait une moyenne pour ces 16 jours de 105 millions... mais moi je ne sais pas qu'est-ce que je dois répondre d'autre, ayez patience... Je peux le lui faire lire alors s'il ne veut pas le comprendre... Je suis imbécile de suer comme cela.

Fosson (U.V.) - Mais, moi je voudrais demander à Bordon: il a été faite une affirmation de 7 milliards 400 millions, et on me dit: "tout de même nous ne savons pas". Moi j'admets que vous ne pouvez pas savoir maintenant le chiffre exact des entrées en base de la répartition fixe des entrées fixes, mais nous savons qu'il y a toutes les années une augmentation qui est due à l'augmentation des impôts. Nous savons aussi, même que je n'étais pas assesseur aux finances, je sais aussi que cette augmentation allait sur l'ordre de 200, 300 millions par années, dans les entrées fixes. Il peut se faire qu'une année, que le '66 cette augmentation soit même légèrement supérieure; je ne veux pas le chiffre exact; mais ici les chiffres, nous sommes bien loin, nous sommes bien loin; alors, notre chance, il est que pratiquement aujourd'hui on devrait presque, si pas exactement, savoir quelle est l'augmentation des entrées fixes. Et alors, moi j'ai demandé, c'est une demande à laquelle je pense qu'on devrait avoir droit à une réponse assez exacte, pas la lire, mais de dire 4.300.000.000 qui étaient les entrées du '65, parce qu'elles étaient données de 3 milliards à peu près des entrées fixes, et un milliard et trois cents pour la "quota mobile". Et alors, il y a une augmentation de tant, sur la "quota fissa", et nous prévoyons tant, et ce chiffre, je me permets de dire, ce chiffre qui a été lancé maintenant de 4.200.000.000 sur la "quota fissa", tant qu'il n'y aura pas une modification de la loi de la répartition, on ne peut pas arriver, on ne peut pas y arriver dans une année à cette augmentation. Donc, c'est une donnée que nous ne pouvons pas accepter. Il y a les deux milliards et trois cents qu'actuellement ils sont réduits à 1.932.000.000 versés. Donc j'admets que vous pouvez avoir l'assurance sur les deux et trois et qu'il y a des comptes à faire. Mais alors ici, à part la différence sur les entrées fixes, parce qu'il y aurait presque un milliard sur les entrées fixes, à part cette augmentation qu'absolument on ne peut pas l'avoir sans modification de la loi sur la répartition, ici il y a aussi compté ce milliard de l'article 12 que pratiquement il vient encore dans l'autre où nous comptons les 9 milliards et demi. Si ce n'est pas comme cela, j'aimerais savoir comment il vient dehors ce chiffre de 7.400.000.000. C'est absolument ceci que je vous demande.

Bordon (D.C.) - Je vous ai dit, Monsieur Fosson, que quand nous avons traité ce problème à Rome on a demandé beaucoup de plus que les 7 milliards et demi et, arrivés à un certain moment, on s'est mis tous d'accord, et on a établi que: "fra quota fissa e quota mobile l'ammontare avrebbe dovuto essere di 7 miliardi e 400". Ne vous agitez pas s'il vous plaît. Alors, qu'est-ce qu'il se vérifie: si ce que vous dites-vous, moi je vous démontrerai après-dîner qu'il est le contraire, vous serez satisfaits, mais pour le moment, vous, vous devez manger, dîner tranquillement. Pourquoi? Parce que je vous dis, si le montant de, du "riparto", sera de 7 milliards 400 millions, ou 500 millions, c'est mieux que je dise 400, parce que généralement ils cherchent de les enlever, mais après dîner moi je tâcherai moyen, si le bureau de Rome a déjà préparé les calculs, j'arrive ici tout de suite et je vous les lis, parce que si nous l'avons déjà, l'essentiel de la question, c'est drôle, si vous ne voudrez pas la comprendre. Mais regardez que c'est drôle jusqu'à un certain point. L'intéressant c'est ceci: que le "riparto" du 1966, 1965, pardon, il était de 4 milliards et 300 millions, entre "fissa e mobile", pour l'année 1967 elle sera de 7 milliards 400 millions. Comme ils viennent? Je vous le dis après-dîner, parce que je ne sais pas, ils sont en train qu'ils tirent en bas le pourcentage, ils doivent nous donner le 9/10, par exemple "di tutte le quote fisse", celles qui sont déjà "fissate". Ils doivent, peut-être, nous donner le 10/10 où ils nous donnaient sui "tabacchi", sur certains impôts ils nous donnaient rien que le 2% ou le 3%, probablement ils doivent nous donner le 9%. Mais l'essentiel c'est ceci, que nous nous avons obtenu un "riparto", nous disons, pour le budget, de 7 milliards et quatre cents millions.

Or, je vous demande crédit jusqu'après dîner et je vais vous lire le pourcentage, si nous l'avons déjà au bureau.

Montesano (P.S.D.I.) - Consigliere Fosson, La prego di essere breve; poi c'è Andrione...

Fosson (U.V.) - Brevissimo, perché, j'accède à la proposition de Monsieur Bordon d'avoir ces données précises dans l'après-midi et nous continuerons la discussion. Mais, je me permets de souligner tout de suite une question fondamentale, parce que, comment on fait à dire que nous avons l'assurance d'avoir les 8 milliards et 400 millions directement par l'Etat comme répartition du 1966, quand la répartition fixe est fixée, les pourcentages sont fixés par la loi du 1967 et, s'il y a une nouvelle répartition, on ne pourra pas avoir la modification de ce pourcentage.

L'autre question, il y a déjà le décret des deux milliards et trois cents millions pour la "quota variabile", et alors, pratiquement sur ces choses ici on ne peut plus bouger, sur ces faits ici, dans le 1966. Il y a seulement l'augmentation qui est normale; si après-dîner on dévoilera des choses qui sont complètement différentes, nous en prendrons acte, mais je me permets de souligner ceci, parce que dire qu'on aura une variation de la loi du 1956 sans faire une modification à la loi, moi, cela, je ne sais pas...

Andrione (U.V.) - Moi je veux simplement remarquer, mais évidemment nous continuerons cet après-midi, que si la contribution variable est de 2 milliards et 300 millions, pour arriver à 7.400.000.000 il faudrait que la contribution fixe soit de 5.100.000.000, c'est-à-dire que cette prévision complètement dans la lune que vous avez faite dans votre budget, et ce qui irait contre une disposition de loi, et alors, ou bien il y a des choses que nous ne connaissons pas, il y a des modifications à la loi, ou bien Monsieur Bordon, même au point de vue arithmétique, vient ici raconter des sornettes.

Caveri (U.V.) - Monsieur Bordon a pris l'engagement, ne sachant pas quoi répondre aux questions posées par Fosson, il s'est engagé aussi avec moi de donner les précisions pour cet après-dîner, et alors il me semble clair que la discussion ne peut pas se fermer maintenant, se clore maintenant, parce qu'il faudra renvoyer à l'après-dîner. Nous pouvons encore discuter et décider qu'est-ce qu'il faut faire quand nous aurons les données de Monsieur Bordon, parce qu'il me semble que Monsieur Montesano veut terminer la discussion sur ce point: comment? On nous a promis de donner certaines données, de nous fournir certaines données l'après-dîner, mais alors nous, en suite à ces données, nous aurons droit de prendre la parole, et seulement alors on pourra terminer la discussion sur ce point.

Montesano (P.S.D.I.) - Ma... io mi appello al Consiglio. Il Consiglio può decidere sulla chiusura della discussione, oppure la continuazione per il pomeriggio. Non è né il Presidente che lo decide, né il Consigliere Caveri. È il Consiglio che deve decidere; quindi metto ai voti, in base all'articolo... (voce in lontananza) ...la richiesta del Consigliere Caveri... appunto, la chiedo io la chiusura della discussione, perché? Perché si è discusso per tre ore su questa; è stata richiesta anche da Consiglieri, mi è pervenuta anche una richiesta da un Consigliere, è vero.

Caveri (U.V.) - Ma come si fa a chiudere la discussione quando manchiamo ancora dei dati dell'Assessore, che è stato nell'impossibilità di fornire i dati, perché viene qui alla seduta senza avere i dati relativi?

Bordon (D.C.) - Io sono lieto di portare questi dati al pomeriggio, perché voi capite perfettamente...

Montesano (P.S.D.I.) - Bordon, scusa un po', perché io sono stato interrogato su una prosecuzione della discussione. Una cosa è portare i dati, una cosa è proseguire la discussione. Quindi, un attimo per favore, per chiarire il mio pensiero; il Consiglio è disposto a continuare la discussione su questo argomento? Sì? D'accordo? Io metto ai voti questa... D'accordo? Va bene... e allora chiudiamo, interrompiamo, per meglio precisare, la discussione su questo punto, rimandando al pomeriggio i dati che l'Assessore Fosson ha promesso agli interroganti e si continuerà la discussione.

Allora, la seduta è rimandata alle 15,20, alle 15, va bene.

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La seduta è tolta alle ore 13,30.