Trascrizione informale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 291 del 10 novembre 1967 - Resoconto

OGGETTO N. 291/67 - Dichiarazioni del Presidente della Giunta.

Bionaz (D.C.) - Signor Presidente, Signori Consiglieri.

Io non avrei preso la parola per l'argomento che m'interessa portare a vostra conoscenza se non fossi stato tirato per la giacca e per i capelli, anche nelle dichiarazioni di voto.

Qui, siamo apparsi come dei corruttori, come dei sabotatori dell'autonomia valdostana e questo mi sembra che sia andare oltre il consentito, oltre il consentito, perché noi abbiamo la coscienza a posto, a posto.

E vi dirò subito, che si è voluto ritornare sull'argomento del personale. Ora io ho promesso all'avvocato Caveri che vi documentavo su quelle che erano state le assunzioni fatte da questa Giunta e quelle della Giunta del Leone, dal 15 giugno 1959 al 31 maggio 1966.

Devo rettificare una cifra, è vero, anziché 131, sono 121 il numero delle persone assunte dal 15 giungo 1959 al 31 maggio 1966. Ora, dico subito, che tutte queste persone che sono state assunte anche senza concorso e senza prove di selezione, sono delle persone degnissime, che fanno tutte il loro dovere e io non leggerò i loro nomi perché ho rispetto per quelle persone, ho molto rispetto, perché io vivo a contatto con loro ed indubbiamente debbo riconoscere, debbo riconoscere che fanno tutte il loro dovere.

Però qui l'elenco è a vostra disposizione... (In lontananza si sente una voce: ...quelle senza concorso...) Quelle senza concorso, 121, senza concorso, e con concorso, nello stesso periodo, con concorso o prove di selezione 665, ecco. Questo tanto per chiarire le posizioni e anche per tributare il dovuto riconoscimento ai nostri dipendenti i quali, certamente, non hanno appreso con molta soddisfazione che si viene in aula, qui nel locale della nostra assemblea, a sciorinare dei nomi di quelli che hanno chiesto solo lavoro e che a questo lavoro, e che a questa occupazione rispondono perfettamente.

Ma, vi dirò che il mio tormento, se possiamo così chiamarlo, è un altro, e Lei Germano e Lei Caveri, mi avete proprio preso per il lato debole, cioè, avete voluto rigettare su di noi, su di noi, la responsabilità di una certa condanna che umanamente, evidentemente, ci rattrista, perché noi, a suo tempo avevamo fatto un esposto alla Procura della Repubblica, e questo esposto lo avevamo fatto a seguito dei fatti avvenuti nel mese di maggio 1966, e che ritenevamo, naturalmente, legittimo da parte nostra di poter ricorrere alla Magistratura, perché penso che sia la suprema tutrice dei nostri diritti, ed anche quella che ci può, naturalmente, che può anche reprimere i nostri abusi e può assolverci se siamo senza colpa.

Del resto, io chiedo, a voi, nella situazione di allora, capovolgendo i ruoli, il ruolo vostro con il nostro, cosa avreste fatto? Cosa avreste fatto? (Si sente una voce: ...le elezioni...) Lei avrà le elezioni e avrà anche il risultato delle elezioni, non si preoccupi, e poi, mi lasci parlare, mi lasci parlare... (scampanellata del Presidente) ...cosa fa Germano quando si ritiene leso nella sua onorabilità? Si rivolge al Magistrato; soltanto pochi giorni fa abbiamo appreso di una sentenza che noi non commentiamo, evidentemente, nella quale Germano querelava un giornalista per delle imprudenti dichiarazioni, però Germano... come? (si sente una voce in lontananza) ...però Germano non ha neanche dato la facoltà di prova, neanche dato la facoltà di prova, questo va detto, è una cosa molto recente, dunque... Lei si rivolge alla Magistratura, e noi abbiamo fatto altrettanto; ci siamo rivolti alla Magistratura e abbiamo esposto dei fatti, voi li chiamate denunce, chiamateli come volete, e la Magistratura ha fatto il suo corso, evidentemente, l'azione del Magistrato ha fatto il suo corso.

Dunque non riteniamo, rivolgendoci alla Magistratura, di aver commesso quella abominevole azione che voi qui pretendete che abbiamo commesso, non riteniamo di averla commessa questa abominevole azione. Abbiamo commesso semplicemente un atto in difesa degli ordinamenti che ci governano, perché si dicesse una parola o si prendessero dei provvedimenti, evidentemente, contro quelli che ritenevamo violavano questo ordinamento; e fin qui credo che siamo a posto, mi sembra che in una situazione contingente come quella il dovere ci imponeva di prendere qualche determinazione.

Ma il lato più sconcertante di questa vicenda è un altro, è un altro. Dice, Germano, voi siete responsabili di quella pesante condanna: io vi dico e affermo che, se responsabilità noi abbiamo è una sola: di aver ad un certo momento, di esserci ad un certo momento messi a presidio di quella che è la democrazia e ci ricordiamo e ci ricordiamo che nell'oriente dell'Europa i paesi, dei paesi civilissimi, hanno perso la libertà, non perché volessero il comunismo, no, per la fiacca resistenza alle violenze dei comunisti. Questo è successo, e noi qui queste violenze non le volevamo subire e non le abbiamo subite, non le abbiamo subito (mormorii... replicherà, se vuole...) ...Ecco, ed allora io vi dico che i responsabili di questa condanna che, ripeto, umanamente ci rattrista, i responsabili di questa condanna siete voi, e specialmente Lei Caveri e Lei Germano, perché io vi posso dare dei fatti che comprovano queste mie affermazioni: guardate, quando il buon Strazza era già all'estero, per sottrarsi a quel mandato di cattura, il vostro giornale "Le Travail" ha pubblicato una lettera che, penso, evidentemente sarà una lettera di Strazza o non lo sarà, non lo so, comunque, una lettera che certamente non gli è giovata, non gli è giovata.

Ora, Strazza era di là e queste iniziative e quei consigli venivano da voi, venivano da voi, evidentemente, penso che non era il caso di aggravare ancora una situazione che non era per nulla simpatica e che lo metteva in condizioni di doversi addirittura rifugiare all'estero per non cadere, per non essere soggetto al mandato di cattura; ma c'è di più, che già allora voi avete schernito degli amici che gli hanno dato dei consigli di prudenza. Evidentemente il risultato è stato quello che è stato, quello che è stato; e poi oggi ho letto, per di più, un manifesto, c'è un manifesto affisso in città e dice "Non ha rubato, non ha tentato di rubare", sono d'accordo, però a questo manifesto io aggiungerei qualche cos'altro; ha eseguito perfettamente gli ordini dei suoi federali, questo bisognava dire, e poi si aggiungeva, non ha rubato, non ha cercato di rubare, allora potremmo anche essere d'accordo: ecco, va bene? Va bene, ecco.

Ora io chiedo: chi ha dato questi consigli a Strazza, chi? Non certo l'avvocato Bionaz, non certo l'avvocato Bionaz, e neanche l'avvocato Marcoz, scusi avvocato se parlo di Lei, perché l'avvocato Marcoz quando ha dimissionato ha lasciato una precisa disposizione che doveva convocare il Consiglio, precisa disposizione che avrebbe dovuto convocare il Consiglio: non solo, e questo risulta dalla sentenza istruttoria "che il Marcoz aveva reso edotto lo Strazza, con inusitata pignoleria, degli obblighi che venivano a gravare a suo carico", e primo fra tutti quello della convocazione del Consiglio. Dunque, consigli buoni a Strazza non ne sono mancati; si vede che sono prevalsi gli altri consigli, hanno prevalso gli altri. Gli hanno fatto fare i manifesti, cosa che lui ha firmato, naturalmente; ora, io non voglio dire che Strazza è un ignorante, no, assolutamente, ma Strazza indubbiamente, non è un uomo di legge, non è un uomo di legge, no, non si deve dire, non si può dire.

Germano (P.C.I.) - Non glielo lasceremmo dire.

Bionaz (D.C.) - Che cosa? No, no, non è nel mio costume, stia tranquillo, non è un uomo di legge, e certamente, insomma, ha dato, ha dato, ha giudicato secondo quello che lui riteneva, ma indubbiamente se gli danno dei consigli come quelli che vengono dai suoi, diciamo, dagli organi superiori del suo partito, ha dimostrato di metterli in esecuzione; certamente, ora li ha messi in esecuzione e adesso paga lui, purtroppo, paga lui; e questo è proprio il lato, è questo che ci rincresce, il lato pietoso di questa vicenda è quello, e voi volete ricacciare la responsabilità di questo su di noi, è vergognoso! È vergognoso! È vergognoso, perché io penso che vi potreste battere il petto dieci volte, dieci volte, anziché attribuire ad altri certe responsabilità.

Ma vi è di più, signori, vi è di più, che non si riesce a comprendere come mai ciò che è stato lecito invocare, ciò che è stato lecito invocare da parte del Prof. Lucatello, che difendeva voi, voi, davanti alla Giunta Giurisdizionale, per ottenere la repressione penale dell'inerzia dell'Ufficio di Presidenza non fosse invece possibile, ma fosse anzi mostruoso, se fatto dai Consiglieri regionali, con la loro denunzia dell'autorità giudiziaria; la Giunta, che ho l'onore di presiedere, non ha quindi preso iniziative che non fossero conforme al diritto e a un corretto esercizio, sia sul piano politico, che sul piano amministrativo delle proprie funzioni. Ciò che invece non ha precedenti nella storia politica e amministrativa della Valle d'Aosta è stato il comportamento della Giunta regionale revocata e dei precedenti uffici di Presidenza. Ma c'è la dimostrazione chiara che il ricorso alla magistratura era una cosa più che normale e lo dice, e lo dice, sia la sentenza del Consiglio di Stato, quando recita: "una così grave violazione dei principi democratici non può certo restare senza riparo", ed è ciò che implicitamente ammette la difesa dei ricorrenti, l'avvocato Lucatello, quando ritiene che il comportamento omissivo del Presidente del Consiglio regionale potrebbe concretare il delitto di cui all'articolo 289 del Codice Penale, attentato contro organi costituzionali e contro assemblee regionali, questo lo dice il Vostro difensore, Prof. Lucatello, nella memoria dove esattamente scrive queste parole "Orbene, due vie sicuramente legali erano aperte per risolvere la situazione: l'una quella di sciogliere il Consiglio regionale; per tale scioglimento ricorrevano certamente gli estremi giacché il Consiglio può essere sciolto quando per dimissioni od altra causa non sia in grado di funzionare: articolo 48 dello Statuto della Valle; due consiglieri avevano dato le dimissioni e due gruppi di altri 16 consiglieri, non volevano e non vogliono tutt'ora partecipare alle riunioni, quindi il Consiglio" - queste sono parole del vostro avvocato, Prof. Lucatello, il quale sostiene una tesi, la vostra tesi - "quindi il Consiglio, privo di 18 componenti su 35 non poteva illegittimamente deliberare ed infatti, come crediamo di aver dimostrato nel ??? quando è stato riunito dal Commissario non ha mai validamente deliberato" - dice lui! La sentenza dice il contrario, ma non è questo, io ho letto tutto, non ho paura di leggere tutto - "e qualora non si volesse lo scioglimento" - statemi attenti - "e il Governo non lo voleva" - dice lui, sempre, queste sono parole sue - "c'era un'altra via pienamente legale, c'era un'altra via pienamente legale, per ottenere la riunione del Consiglio regionale, quella che si stava percorrendo, forse un po' lentamente, ma che il Governo poteva sollecitare e che venne interrotta dalla nomina del Commissario e dal suo provvedimento di riunione del Consiglio: l'articolo 35 della legge 10 febbraio 1963, n. ??? prescrive che il Presidente del Consiglio regionale rimane sospeso dalle funzioni dalla data della sentenza di rinvio a giudizio, ovvero, dalla data del decreto di citazione a comparire all'udienza, fino all'esito del giudizio, qualora venga sottoposto a procedimento penale, per delitti punibili con pena restrittiva della libertà personale, superiore al minimo di un anno".

E difatti, difatti, il Presidente Vicario, il Presidente Vicario, cioè il Vice Presidente Strazza, cioè quello che era il Presidente agli effetti della citata norma, se si fosse attesa la sentenza di rinvio a giudizio nei suoi confronti - ciò che è del luglio di quest'anno, sarebbe stato sospeso, non avendo riunito il Consiglio è infatti imputato del reato di attentato al funzionamento di un'assemblea regionale che importa la pena minima di 10 anni di carcere, art. 289 del Codice Penale, ed allora gli sarebbe succeduto nuovamente il Presidente dimissionario, sia come tale, non essendo state accettate le sue dimissioni, sia come Consigliere anziano ed egli avrebbe certamente riunito il Consiglio per non incorrere nell'imputazione del medesimo reato.

Ecco, questo dice il Vostro avvocato, cioè riconosce che cosa? Che la via che esisteva per poter rimettere la legalità in questa vicenda era quella della magistratura che poteva procedere contro il Presidente inadempiente per l'articolo 289.

Ora, mi chiedo, mi chiedo, come mai, apprendendo, evidentemente con rammarico e non è soltanto vostro, ma anche nostro, questa sentenza, abbiate il cattivo gusto, abbiate il cattivo gusto per non dire la crudeltà, la crudeltà, di addossare ad altri, ad altri, la responsabilità di questa condanna, quando sapete che non c'è altra via per noi che quella di ricorrere all'organo supremo che ci cautela, la magistratura, e mi sembra che su questo non abbiamo niente da dire: avete ricorso voi alla Magistratura, abbiamo ricorso noi, ci sono state le sentenze della Corte costituzionale, del Consiglio di Stato, e mi sembra... (voce in lontananza) ...come? Le sentenze! Perché Lei è il supremo revisore naturalmente, dei nostri ordinamenti giudiziari, naturale... e quindi viene Germano a dire, ma insomma! Ma avete una pietra nel cuore, voi, una pietra nel cuore? Ma scusate, per chi ci prendete? Siamo degli uomini come voi, ma Germano, io da Lei questo non lo accetto, da Lei questo non lo accetto, guardi io non lo accetto... (voce in lontananza) ...non è come me, evviva! (scampanellata del Presidente) ...Evviva e sono ben felice, sono ben felice, sono ben felice, proprio da Lei mi devo sentire dire certe cose, proprio da Lei, Lei, Lei mi deve dire certe cose, eh? Lei mi deve dire certe cose? Sì... (si sente la voce di Germano) ...guardi Germano, per dirmi queste cose bisognerebbe che io non conoscessi una certa letteratura e certi giornali che hanno già detto tutto sul suo conto e che io non ripeterò... (voce in lontananza di Germano) Grazie... questo... Lei non ha mai smentito, non ha mai smentito. Lei non ha mai smentito queste affermazioni, non ha mai smentito nessuno di quelli che affermavano queste cose.

Ora, mi creda, prima di fare certe affermazioni e di venire qui a mettere in stato di accusa, ma non è l'accusa che ci preoccupa, è il disagio che si può provare e almeno io l'ho provato, nel sentirmi dire, insomma qui c'è una grave condanna e di questa condanna i responsabili siete voi, e fra questi qui uno sono io. Noi abbiamo la coscienza pulita, non solo le mani pulite, ma anche la coscienza pulita, e non tollereremo, mi creda, che ci si attribuiscano degli atteggiamenti di insensibilità tale e di cinismo, questo non lo tolleriamo, ecco e lo respingo veramente, vibratamente lo respingo, perché, guardi, Germano, Le ho detto prima che mi ha toccato sul vivo, e a questo non ho potuto fare a meno di replicare, perché noi quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto perché in Valle d'Aosta non si stabilisce una repubblichetta rossa, col sistema democratico, invocando il sistema democratico, chiudendo le porte del Palazzo regionale, una repubblichetta rossa della quale sarebbe stato il Presidente Caveri e il Gran Cancelliere Piero Germano! Questo noi non lo abbiamo voluto e non lo abbiamo consentito. Ecco, questa è la verità, e questo mi creda Germano, guardi, una donna, quella lì, vi ha tenuto testa in quei giorni, vi ha tenuto testa in quei giorni e se i fatti dovessero ripetersi vi terremo ancora testa con la stessa decisione, con la stessa decisione e con lo stesso spirito, con lo stesso spirito, perché non abbiamo violato niente, di tutti quelli che sono i nostri ordinamenti. Non abbiamo nessuna paura, nessuna paura: e poi, nelle sue dichiarazioni di martedì, ho dovuto assentarmi perché doveva, voi lo sapete, ve l'ho detto qui, ho avuto una telefonata proprio col Ministro del Tesoro, in ordine al bilancio, e non ho sentito le ultime affermazioni Sue. Mi risulta che Lei ha detto, guardi d'accordo, no, Lei ha detto, e questo me le sono poi scritto "dopo che abbiamo commesso un'azione della quale è sempre tardi pentirsi".

Mi vuole dire che cosa intendeva dire con questo? È una minaccia questa? No, no, mi dica soltanto che cosa intendeva dire, perché Le assicuro, Le assicuro che se è una minaccia mi lascia perfettamente indifferente, perfettamente indifferente, ecco, se è una minaccia, e se è una affermazione, Le ripeto quello che ho già detto che nelle stesse condizioni, nelle stesse condizioni, noi saremo ancora qui a presidio della Libertà e della Democrazia di tutti i valdostani, questo sia ben chiaro, questo sia ben chiaro.

E all'avvocato Caveri voglio dire questo; lui è andato ancora oltre e ha detto che noi siamo arrivati qui martedì mattina contenti e sorridenti, perché? Perché c'era stata una condanna contro Strazza: avvocato Caveri, non credevo che la Sua spregiudicatezza arrivasse a tal punto, non lo credevo, perché sinceramente, guardi, non credevo che fosse così coraggioso e così impudente da dire queste cose: ma, guardi, io, siccome sostengo che l'altro responsabile è Lei, di questa condanna, evidentemente, Le rimando l'accusa che Lei ha fatto, gliela rimando e citerò un particolare, per dimostrare come era perfetto il suo divisamente, il suo disegno di infognare il buon Strazza, il buon Strazza: quando io mi sono presentato nel Suo Ufficio di Presidente della Giunta, per chiedere di lasciare libero l'Ufficio subito, nella sala della Presidenza c'era Lei e i Signori Assessori, ai quali devo dare atto che hanno avuto un comportamento più che corretto e più che educato, eccetto il suo, dico quello che penso e quello che è. Lei, è giunto al punto di fare leggere a Strazza - cosa c'entrava Strazza con la Presidenza della Giunta e con la Giunta, non lo so - di fare leggere a Strazza la diffida che Lei mi aveva mandato il giorno prima e che conteneva la sua affermazione che la Giunta non avrebbe lasciato i suoi edifici se non costretto con la forza.

Io questo lo interpreto, sinceramente, lo interpreto, insomma, come lo potrebbe interpretare qualsiasi persona, come una volontà naturalmente, di mettere in questa "bagna", chiamiamola così, quel Strazza che non c'entrava niente, perché lo Strazza era vice Presidente del Consiglio, cosa c'entrava poi in questo particolare? E questo pochi momenti prima che Lei abbandonasse ingloriosamente, attraverso i montacarichi gli uffici del Palazzo regionale. Questa è la verità!

Allora, io mi chiedo, il povero Strazza è lì, e voi siete qui a fare gli spavaldi; ma io penso che bisogna affermare che è congegnale, è congegnale... (voce: ... come?) ...Io le affermazioni che faccio le ripeto sa, stia tranquillo, ecco, perché è spavalderia fare quello che ha fatto in questi giorni: mi riferisco sempre a quel suo atteggiamento che riguarda questo episodio, sia chiaro, sia chiaro, e io dico che è congegnale con l'avvocato Caveri in questa condotta, perché lui è abilissimo nel gettare la pietra e nel ritirare la mano, ed è già molte volte che gli va bene, gli è andato bene nel 1946 quando ha aizzato i suoi giannizzeri a dare l'assalto al Palazzo del Governo, non ha rischiato di fare il volo dai balconi, e Caveri era sotto che sghignazzava.

Nel 1953, naturalmente, come si dice, aizza di nuovo il buon Trèves, il quale deve rispondere davanti alla Corte di Assisi di un reato, il buon Trèves, non è ebreo d'accordo, il buon Trèves e quello deve rispondere del reato che gli è stato addebitato davanti alla Corte d'Assisi, Caveri non compare per niente, lui è sempre tranquillo, è sempre tranquillo, e questa è la terza volta che gli va bene; ma io mi chiedo, mi chiedo, ma è una professione sua questa? Ma almeno non abbia l'impudenza di venire qui e accusare tutti i Consiglieri dell'opposizione di avere fatto quello che non hanno fatto, almeno questo Caveri, perché Lei, perché Lei si è sempre comportato così, si è sempre comportato così, ed è sempre scappato davanti alle sue responsabilità, è scappato nel 1928, davanti al Distretto Militare, è scappato nel '43, quando c'era odore di polvere ed è andato a rifugiarsi in Svizzera. È scappato davanti ai giudici, nel 1958, querelato per diffamazione e ha detto "mi servo dell'immunità parlamentare", nel 1963, viene a mancargli l'immunità parlamentare e la fortuna vuole che prenda per i capelli una amnistia e naturalmente gli va bene; nel 1966, davanti alla Corte di Assisi di Milano, stessa cosa, c'è una amnistia provvidenziale che viene in suo aiuto.

Questi sono fatti Caveri, avvocato Caveri, sono fatti che proprio non ne potevo più di tenermi nel gozzo e che Lei mi ha incitato a mettere qui in pubblico, ma mi creda, senta, o qui ci comportiamo diversamente o altrimenti queste cose bisogna pur dirle a qualcuno, che sappiano cosa sono questi censori e questi accusatori pubblici, ma diamine, mi pare che sia il nostro dovere di dire queste cose, e io mi chiedo, ma, questo maratoneta, fin quando riuscirà a scappare? Ma diamine.

Questa è la pura vicenda di quanto è successo in questi giorni: si approfitta del bilancio per venire qui a lavare i panni e per venire qui a dire tutte cose che col bilancio non hanno niente da fare; ma vi ripeto, la cosa che più mi ha colpito e che mi fa stare male è di sentirmi dire che abbiamo una responsabilità in una vicenda, ripeto, che ha un aspetto umanamente rattristante e nella quale però noialtri non abbiamo nessuna responsabilità perché anche in quella occasione abbiamo fatto il nostro dovere, anche in quella occasione, e questo volantino che distribuite nelle buche delle lettere, che io ho trovato nella buca delle lettere, io non mi preoccupo per il giudizio che Lei dà, Germano, della sentenza di Genova, perché Lei può dire quello che vuole, aggiunge anche la vendetta delle forze del potere; io non ritengo che le sentenze siano delle vendette, comunque queste sono cose che interessano a Lei. Ma quando, Lei su questo volantino cosa scrive? Che Strazza è il primo che ha fatto entrare nell'aula di questo Consiglio regionale la voce dei lavoratori; ma, in precedenza, Machet, Benetti, Perron, Mappelli, Vuillermoz, Zefferini, cos'erano? Degli avvocati? Degli ingegneri, erano tutti lavoratori che siedono e hanno seduto onorevolmente su questi banchi; dunque, Strazza è un lavoratore e io non discuto naturalmente sulle sue qualità, però non è il primo lavoratore che ha portato qui la voce dei suoi compagni; nossignore, assolutamente non è vero.

Lei conclude dicendo "questa pesante condanna è scaturita dalla denuncia che gli esponenti del centro sinistra valdostano avevano presentato contro di lui".

Io, per concludere, le respingo queste accuse, a nome di tutti i miei colleghi, tutti i miei colleghi del centro sinistra, queste accuse non ci toccano, perché anche nelle testimonianze del processo Strazza, ci siamo comportati come credevamo che dovevamo comportarci, e su questo mi pare che non ci potete dire niente, ma vi assicuro che quello che più mi addolora in tutto questo fatto, è che si approfitta di un'occasione come questa per gettare un'ombra di colpa su quelli che anche in quella occasione non hanno fatto altro che rispondere ai precisi doveri che gli elettori, che qui li avevano mandati col suffragio popolare, avevano anche inteso dargli se si tratta di difendere e la libertà e la democrazia e gli ordinamenti della Valle d'Aosta.

Montesano (P.S.D.I.) - Nessuno chiede la parola? Consigliere Germano.

Germano (P.C.I.) - Io cercherò di essere calmo perché se non dovessi essere seduto in Consiglio e dovessi dare ascolto agli istinti le cose sarebbero diverse. Ma gli istinti sono una cosa da reprimere e io cercherò di reprimere gli istinti.

Lascio stare la questione del "121 o 131 persone" se non ci dice quali sono che non sono stati assunti senza prova... (interruzione di Bionaz).

Noi abbiamo chiesto che lei ci dica se questi sono stati assunti con prove o senza prove. Lei ci dice: 121 senza prove. È un bugiardo anche lì, non è vero che 121 sono stati assunti senza prove.

La verità, e la gente la conosce, sa come abbiamo assunto noi e sa come avete assunto voi. Sa che noi abbiamo assunto senza discriminazione e ci sono compagni nostri che ci fanno rimprovero di questo dicendo che siamo stati dei fessi e che invece voi siete i furbi.

La gente sa... che voi avete assunto in quel modo lì, inutile! Non serve allungarmi molto su questo perché non mi interessa molto, la cosa che mi preoccuperebbe è che queste dichiarazioni fossero fatte e fossero state lette da tutta la Giunta. Se sono dichiarazioni del Presidente della Giunta è un fatto, se sono dichiarazioni di tutta la Giunta, il mio atteggiamento, in questo caso, deve leggermente cambiare. Io penso che siano del Presidente della Giunta.

Ora, io sono un avvocato e non esamino quello che ha detto Lucatello o quello che ha risposto un altro o quello che ha fatto un altro, io esamino l'atteggiamento degli uomini. Le cose come stanno nella realtà.

Il compagno Strazza ha avuto il torto di non convocare il Consiglio perché lui pensava, e questo lo ha dichiarato, che in 17 non si poteva deliberare. Questo è il torto del compagno Strazza.

A questo punto il compagno Strazza scrive al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, al Presidente del Parlamento, al Presidente della Camera, al Presidente di tutti i Gruppi Parlamentari, escluso il MIS.

Riceve due risposte: dal Senatore Merzagora che gli dice: io esaminerò attentamente il problema, potrei leggervi la lettera, sono gli atti della Presidenza del Consiglio.

Risponde l'On.le Bucciarelli Ducci che dice che prenderà in esame il problema; il Sen. Terracini risponde e gli dice che della questione si è già interessato e che ha preso un appuntamento col Presidente della Repubblica per andare a presentare la nostra situazione per la soluzione, risponde l'On. Luzzato che dice che ha già presentato un'interpellanza per risolvere la questione e così via.

Nessuno, al Compagno Strazza, nessuno di queste Autorità cui egli si è rivolto, nessuno gli ha detto: è tuo dovere convocare il Consiglio. Nessuno!

Il Presidente del Consiglio addirittura nomina un Commissario. Noi riteniamo contro legge. Questo Commissario viene qui, va dal Presidente della Giunta, chiede la garanzia dell'Ordine Pubblico, non va da Strazza a dirgli "lei deve convocare il Consiglio".

Quindi, nella realtà, per la colpa di non aver convocato il Consiglio e di essersi rivolto a queste Autorità, pensando che nella Democrazia la cosa più naturale, il modo più democratico di risolvere le crisi politiche sia quello di richiamarsi al voto, all'opinione del popolo che è il giudice più sicuro. Il popolo poteva anche dire che voi centro-sinistra dovevate governare, bene, ci inchinavamo a quella volontà, se non lo diceva dovevate inchinarvi voi.

Per aver fatto e pensato questo si è preso 7 anni e 3 mesi di carcere.

E andiamo alle responsabilità.

Trascurerei anche quello che ha detto a me perché è un meschino dire queste cose; si ricordi lei, si ricordi che nella mia vita non ho mai avuto da vergognarmi di nulla, di nulla. Si ricordi che sulla mia vita partigiana, durante il periodo '48-'53, durante il famoso periodo Scelba, hanno fatto tutte le indagini immaginabili possibili, non perché ero un grand'uomo, perché avevo un unico difetto: quello di essere un comunista; ma le hanno fatte e non hanno avuto neanche una mezza occasione di rinviarmi, per lo meno, a giudizio.

Quindi se lo tenga bene aperto che io, la facoltà di prova, a un fascista come Rossi, non la do, ma se un giornale democratico vuole scrivere le stesse cose gli do la più ampia facoltà di prova, tranquillamente.

Ma lascio stare queste meschinerie che solo uno come lei tira fuori queste cose per buttarle lì e poi dice che sono gli altri che fanno così.

Quello invece che voglio sottolineare è la vostra responsabilità.

Secondo me la vostra responsabilità è grave ed è seria, soprattutto la sua responsabilità, perché altri firmatari hanno fatto dei passi in un certo senso lodevoli e sono stati apprezzati, ma la sua responsabilità è molto più grave; è molto più grave per molte ragioni.

Prima di tutto perché non è mai successo, in Italia, che si denunciassero, nelle assemblee legislative queste cose. Non è mai successo!

Prima volta che si è giudicato uno per questo articolo.

Ma poi, dice con molta euforia "abbiamo resistito alla violenza". E chi ha resistito alla violenza, in prima persona, è la Signorina Personnettaz, che sa che io stimo, va bene; ma dica sta Signorina Personnettaz se c'è uno che le ha dato uno spintone, se c'è uno che le ha dato un pugno, chieda alla Signorina Personnettaz se al suo fianco non c'ero proprio io ad impedire che gli animi, anche un po' esagitati, arrivassero a quelle cose, senza Polizia, non si è arrivati ad uno schiaffo, non si è arrivati ad uno spintone.

Questa è la realtà, e se vuole la Signorina Personnettaz può intervenire nel dibattito, sono cose che abbiamo vissuto quindi sappiamo come sono.

Ma però, vediamo un po', quando in questa Assemblea si è parlato di fare qualcosa per il compagno Strazza, fare un ordine del giorno, fare un qualche cosa per questo, che è che l'ha impedito? Chi è che non ha voluto?

Ho assistito io alla riunione. Ci sono ragioni politiche: non possiamo, non possiamo! Noi abbiamo denunciato quindi non possiamo fare questo!

Ma io, ancora credendo oltre, ho anche mandato un nostro compagno dal Presidente della Giunta, prima del processo, il quale lo ha invitato a vedere se era possibile, in Consiglio, fare un ordine del giorno in questo senso e per non fare misteri, è il compagno Dolchi, ex Sindaco di Aosta. È stato un'ora e mezza dal Presidente della Giunta, ma l'ordine del giorno non è venuto fuori. L'ordine del giorno unanime del Consiglio che avrebbe dimostrato che questa sentenza veramente rattristiva e sarebbe servito ai Giudici popolari per giudicare il compagno Strazza, secondo me, non è venuta fuori.

Ma dirò di più, dirò di più perché secondo me c'è della ipocrisia, anche nel fatto di aver testimoniato in quel modo.

E mi rincresce che si debbano affrontare queste questioni in un'aula come questa, che non è una cosa molta seria. Ad ogni modo posso dire che, ma non so neanche come dirlo perché le denunce poi qui volano, ma è chiaro che è stata fatta una pressione da una parte in favore del compagno Strazza ed è risultata chiara una pressione da un'altra parte contro il compagno Strazza. Non posso dire di più perché non penso sia il caso di fare altre cose. Chi mi vuol capire sa bene come stanno le cose e mi capisce.

Quindi, siamo seri. Stiamo attenti a non pensare di capovolgere le situazioni. Non si capovolgono le situazioni.

Il compagno Strazza l'avete denunciato voi. Il compagno Strazza non aveva nessuna intenzione criminosa. Non c'è stata nessuna instaurazione di Repubbliche rosse perché chiedevamo le elezioni.

E, permettetemi, se il popolo valdostano volesse nella stragrande maggioranza dare il voto ai comunisti, cosa volete farci, è una volontà popolare! Se non ce lo vuole dare, che cosa volete che ci facciamo noi? Non ce lo darà!

Ma, intenzioni criminose, cose che volessero rivoluzionare la Valle d'Aosta, quando chiediamo le elezioni, queste non sono avvenute, mentre è invece avvenuto, con persistenza, dalla vostra parte, di non fare le elezioni.

Sono ormai due anni che è morto il povero Gex, ma non si è potuto fare le elezioni. Il Consiglio scade il 27 ottobre, qui dicono 25 novembre, si trovano tutti i raggiri, che non so che validità hanno, per farlo andare avanti sino ad aprile.

Ma per farlo andare avanti sino ad aprile perché c'è anche qualcun altro che non è interessato, se no si andava avanti sino in autunno. Se era possibile, di nascosto da noi, di far passare la legge che prolunga a 5 anni il Consiglio regionale, si andava sino al 1969. Non si vuole fare le elezioni.

Ma allora, chi è democratico? Chi è antidemocratico? Mettiamo le cose a posto su questo terreno. Poi, le meschinerie, sono le cose che non piacciono.

Ma è possibile che il compagno Strazza viene sino in Francia per dare le dimissioni e si fa autenticare la firma da un notaio perché è l'unico paese, la Francia, la cui firma dei notai vale anche per l'Italia, non c'è nessun altro paese del mondo che ha questa qualità, e allora viene in Francia.

Ma cosa gli succede a sto povero notaio? Quattro giorni dopo, 5 giorni dopo, non so con esattezza come stanno le cose, si riceve una visita del Sindaco di Courmayeur il quale è mandato dal Presidente della Giunta, il quale gli va a chiedere se veramente il compagno Strazza è stato davanti a lui a firmare.

Questo notaio si offende e dice: ma io faccio delle autentiche senza che questo succeda?

(interruzione di Bionaz)

...Ma son cose che ci ha detto il notaio. Ma come gliele provo? Il notaio ci ha detto questo! Se vuole che il notaio le ripeta queste cose, non abbiamo che da citarlo e viene qui. È un fatto successo e credo che il notaio, chiamato a dirlo, lo dirà tranquillamente.

Bionaz (D.C.) - ... io non so neanche chi sia quel notaio, glielo assicuro.

Germano (P.C.I.) - Vede, in queste cose, quando io dico, è troppo tardi per pentirsi, lo dico pensando che il cristianesimo dice che se uno si pente prima di morire non va all'inferno. Si salva.

E, quindi, quando dico non è mai troppo tardi per pentirsi è perché si può sempre fare qualche cosa che possa far superare questa colpa.

Certo, però, che ci troviamo di fronte ad un uomo che come cinico, come brutale, come violento, ha tutte le caratteristiche. Un uomo che pensa solo al potere, che, da giovane, per il potere, fa il filo-italiano, cresce negli anni, cambiano le situazioni, per il potere fa il filo-francese, cambiano ancora gli anni, si modificano le situazioni, si trova Presidente della Giunta, anche se di una Regione Autonoma, e va davanti al Presidente della Repubblica a fare il filo-italiano.

Questo è l'uomo che noi abbiamo di fronte.

Cosa volete mai, quando dico "troppo tardi per pentirsi" penso ad un animo cristiano, ma, nonostante la posizione politica che ha, permetta che io dubiti molto del suo cristianesimo. Permetta che io dubiti molto!

Montesano (P.S.D.I.) - Consigliere Andrione, permetta che io faccia un avvertimento... (voce: ...doveva farlo prima l'avvertimento) ...no, senta un po', senta un po' Consigliere Germano.

Questo argomento doloroso che è venuto all'esame del Consiglio è stato iniziato martedì... (voce) ...e, ma d'altra parte io mi rendo conto di questo, perciò io faccio parlare, però tengo a rappresentare ai Signori Consiglieri che questo è venuto in argomento, diciamo così, in discussione questo argomento, quindi prendano la parola, ma penso che prendano la parola soltanto qualcuno dei Gruppi interessati per non prolungare poi la discussione stessa.

Andrione (U.V.) - Io vorrei, innanzitutto, fare a lei, se lei permette, una sommessa protesta perché se quando, da questi banchi, qualcuno ha il carattere un po' vivace fa dei personalismi, lei lo richiama.

Ora, io, personalmente, condivido questo richiamo, però quando questi personalismi vengono da altri banchi e sono anche molto pesanti, lei questi richiami non li fa.

Ora, noi possiamo avere delle idee politiche differenti, però vorremmo essere trattati, in questo Consiglio, tutti in una stessa maniera. Non solo, credo che anche, se ci fosse questa sensazione di uguaglianza, può darsi che certe polemiche e certe asperità potrebbero essere più facilmente evitate.

Io, questo dico a titolo personale, mi permetto di dirlo a lei così, proprio a titolo puramente amichevole, mi sembra che un piccolo richiamo sarebbe stato...

Per lo meno saremo stati trattati nella stessa maniera.

Sur ce que Monsieur Bionaz a dit et là, aussi, je chercherai d'être le plus courtois possible, je veux répondre sur un point seul.

Nous avons parlé et nous parlerons encore de saboteurs de l'autonomie.

Nous avons une conception politique, nous croyons que si l'on veut faire de la politique en Vallée d'Aoste, si l'on veut être autonomiste, il faut par la force des choses avoir le courage d'être antigouvernemental.

Nous croyons que ceux qui d'une façon ou de l'autre arrivent à traiter, à s'accorder avec le pouvoir central, finissent toujours inévitablement pour arriver à la trahison des intérêts des valdôtains.

Je me permets de dire une dernière chose que quand on fait du personnalisme et de ces bancs nous en faisons, on peut dépasser la mesure, mais je tiens à déclarer que malgré les défauts du caractère de Monsieur Caveri, jamais, nous en avons tous, malgré ses défauts, quand on l'attaque, on n'attaque pas ses défauts, parce que Monsieur Fosson, Monsieur Marcoz ou un autre étaient à sa place on l'attaquerait également, ce que l'on attaque c'est l'esprit de victoire d'Emile Chanoux, la Résistance que nous faisons, faisant certaines façons d'agir devant la discrimination, devant l'anéantissement d'un autre peuple.

Marcoz (U.V.) - Io ho già avuto occasione di esprimere anche vivacemente in contrasto con il Presidente della Giunta, direi quasi ad un tu per tu, quale era la mia, non dico posizione, ma quale era la mia concezione sui fatti che sono avvenuti, su qualcuno di quei fatti.

La prima cosa che intendo dirvi è questa: che credo che in molti di noi, pensando alla situazione di Strazza, lontano in esilio, sette anni e mesi di reclusione, un avvenire incerto, una famiglia rovinata se non finanziariamente, moralmente, ecc., rapportata questa situazione che ha del drammatico, del penoso alla discussione che qui è avvenuta, io dico molti di noi, almeno, io me lo auguro, avranno avuto la sensazione che effettivamente siamo caduti nel grottesco.

No, non è il caso di andare a ricercare le responsabilità, quanto piuttosto di ricercare gli errori.

Perché si può, ad un legale, affidargli di studiare la legge sull'urbanesimo, anche se poi la Corte Costituzionale annullerà uno di quegli articoli, non c'è nessun dramma.

Ma quando si tratta di leggere un codice penale che all'articolo 289 porta una pena di 10 anni, allora bisogna avere il buon senso di rivolgersi a dei legali che siano all'altezza della situazione, perché ci sono oltreché delle responsabilità per fatti voluti, anche delle responsabilità per la "culpa in eligendo".

Ogni amministratore può scegliere il suo collaboratore, ma quando questo amministratore è un avvocato e va da quest'altro avvocato, che sappiamo benissimo che non è un valdostano, perché un valdostano si sarebbe fermato di fronte ai 10 anni di questo codice penale, che oltre tutto è un codice fascista, quell'individuo non si è fermato, perché a lui non è che premesse tanto la situazione politica della Valle, perché lui credeva di raggiungere quelle alte posizioni che è stato lì lì per raggiungere, oramai questi sono fatti miei e lo possiamo anche dire, ecco la grande fretta; ecco il consiglio del legale di fiducia del Presidente della Giunta!

Ed è stato un errore gravissimo che il Presidente della Giunta, essendo anche lui avvocato, non abbia fatto un salto a Torino, da un penalista, perché io penso, almeno oso ancora pensare, che se l'Avv. Bionaz si fosse reso conto che se veramente si andava ai 7 anni, con tutto quello che Germano gli ha pur detto testé, io oso ancora pensare che forse l'Avv. Bionaz si sarebbe fermato.

Si sarebbe fermato di fronte ad una sanzione di quel genere!

Ma il legale che lui ha consultato non si è fermato perché lui è l'uomo della ragion di stato, lui è l'uomo che ha un passato che niente ha a che fare con quello di un avvocato che è stato per trent'anni nelle aule a difendere la povera gente, lui ha altri ideali, altri obiettivi, non ha, è vero, nel cuore, nel petto, dove insomma c'è il cuore, lui non so cos'abbia.

Vedete, Signori, adesso noi siamo qui, c'è un individuo che ha lavorato a contatto di gomito ed è Strazza; domani potreste essere uno di voi, uno di noi.

E quando io sento paragonare, a quel tipo lì, che scrive sul Monte Bianco, che lui avrebbe denunciato - il Rossi - che più che delle insolenze, delle malignità, delle intemperanze, su quel giornale che ancora l'altro giorno sfogliavo in presenza del Tribunale - osare paragonare una denuncia tra di noi, voi, loro, amministratori, fratelli, che qui lavoriamo per il bene della Valle, paragonare questa denuncia alla denuncia che lui fa, è vero, contro uno che gli ha dato dell'assassino e non siamo più su un piano di paragone giusto.

Allora qui si dice, ci si rivolge alla Procura, ci si rivolge al Tribunale, così come fate tutti voi.

Ma no, no, questo paragone non regge, Signori! E non regge tanto più perché vi siete ancora lasciati scappare un'altra cosa, dicendo che era necessaria quell'azione.

Non è vero, io torno a ripetere che l'azione penale non ha sbloccato assolutamente niente di quella situazione, perché se non ci fosse stato il Commissario, l'intervento di Moro, di tutte le magistrature amministrative, ecc. la sola procedura penale non sbloccava la situazione.

E non lo rivelo mica io perché lo avete detto voi nel vostro esposto alla Procura della Repubblica. Avete detto, gli altri non lo avranno nemmeno letto, ma i due legali, il Presidente Bionaz con il suo consulente naturalmente lo hanno letto l'esposto.

In quell'esposto che cosa sta scritto? Noi sappiamo bene che dovremo continuare un'altra azione presso i competenti organi ministeriali, ma per intanto, per dare a questi Signori ciò che ad essi compete, noi denunciamo il fatto dal punto di vista penale alla Procura della Repubblica.

E allora cosa volete interpretare? Odio, vendette, rancore. Non si può interpretare diversamente.

Ora, Signori miei, se di qui fosse stata sportata, o come suole dire Caveri, con linguaggio tante volte, come dire, espressivo, se fosse stata spiombata, dice lui, la cassa dell'amministrazione, e allora sì, un Presidente della Giunta, un Assessore non può fare a meno che rivolgersi alla Procura della Repubblica perché, in caso diverso, ne diventa un complice se ci fosse lo spiombamento di una cassa, perché allora sono i milioni che..., ma qui chi è che non ha sentito che c'era un movente politico in questa vicenda? Chi è che non l'ha sentito?

Se non siete convinti basta pensare al fatto, che esiste... e l'estradizione e con tutto questo Strazza non può essere trasportato in Italia.

Perché? Perché il fatto, nei paesi civili è considerato, se non delitto prettamente politico, un delitto a base politica.

E allora era quello che noi vi diciamo. Noi stiamo lì a dirvi: assassini (?), malvagi, ecc. Per me c'è stato un grosso errore alla base. Un grossissimo errore.

Io posso dire, come avvocato che ormai ha le penne grigie, che qui in Aosta, nel Foro di Aosta, di avvocati valdostani e anche di vecchi avvocati torinesi ci sarebbe uno che per un reato di quel genere avrebbe detto: ma pensateci su 5 minuti.

Invece i fatti come si sono svolti? Si sono svolti che, alle prime avvisaglie che si sono svolte qui, per la questione della partecipazione o meno di Gheis e di Torrione, voi già inalberavate il Codice Penale dicendo: qui c'è l'articolo ... quindi c'era già in partenza una intenzione di schiacciare, di schiacciare che cosa? Un colpo di stato? Adesso non facciamo ridere, vorrei sapere chi è che l'ha inventata sta storia del colpo di Stato.

Anche lì dev'essere un altro e poi, naturalmente, a forza di sentirselo insufflare, anche il Magistrato, in uno di quei documenti ha parlato del colpo di Stato.

Ma chissà quante volte quel nostro caro amico, che è stato anche lui con noi, in questo Consiglio, ha salito le scale della Procura delle Repubblica per illuminare il Procuratore, per cui così, come uno slogan, questa parola "colpo di Stato" finisce per essere citata negli atti.

Ma scherziamo! 100 mila abitanti! 51.000.000, colpo di Stato! Ma noi, qui, siamo un piccolo Consiglio provinciale della più piccola delle Province, lo chiamiamo Parlamento perché naturalmente ci piace lusingarci, siamo contenti quando magari da fuori ci scrivono chiamandoci Onorevoli, ma poi, tutto sommato, siamo un Consiglio provinciale della Provincia vecchia trasformato in Regione, anzi della vecchia provincia che ha dovuto abbandonare una parte del Canavese per trincerarsi di nuovo entro i suoi più originali confini.

Quindi, colpo di Stato, Signori, ma pensate!

Ecco tutto. Quindi io dico: non accusiamoci più, cerchiamo tutti quanti insieme di dire: avremo commesso degli errori, chi li paga però oggi questi errori? È un nostro compagno di lotta, è un amministratore come noi che si era dedicato alla vita pubblica. Chi paga la sua famiglia? Ma chi di noi, oggi, si sente di andare da quella famiglia a portare l'aiuto morale? Siamo tutti imbarazzati, non sappiamo che parole usare! Questa è la grande tragedia, perché noi torniamo ai nostri focolari, tranquilli ogni sera; e quell'individuo lì si trova lì per quanto tempo!

Qualcuno si illudeva poi, dicendo: ma dopo 7 anni... e no, perché la prescrizione del reato non so, adesso non ho il codice sotto mano, ma si raddoppia, è vero, dovrebbe stare...

Ora, pensate, se un uomo lungimirante, insieme al Presidente Bionaz, avessero detto: ma tanto dobbiamo ricorrere a Roma, e questo non affretto nulla; facciamo tutta la procedura amministrativa, anche perché voi a Roma avevate tutte le porte aperte.

Sarebbe già più concepibile, diciamo, da parte di un altro schieramento che a Roma non ha le porte aperte e allora ricorre alla Procura della Repubblica; ma per voi, che poi di fatto avete dimostrato di avere tutte le porte aperte, è stata, diciamo, una crudeltà inutile, superflua, di cui oggi siamo tutti, e io sono convinto, non ha nemmeno detto Caveri che voi eravate contenti, ha detto che forse... il concetto io l'ho capito benissimo, dice: forse pensate che avendo uno dei vostri che è stato bastonato ben bene sarete obbligati a piegare il capo, forse vi illudete. Noi non attenueremo per questo la resistenza!

Ma che voi, adesso, siate contenti, io non penso perché francamente non deve essere molto produttivo per nessuno, E poi, pensate, volete adesso che vi dica il mio stato d'animo, quando per quei primi screzi che sono avvenuti qui mi sono sentito dire che la Magistratura veniva a sequestrare i nostri nastri! Io mi confesso, non per il fatto mi dessero preoccupazione, perché i battibecchi che io ho avuto con Bionaz sono stati esaminati dal Procuratore della Repubblica, lo stesso che mi ha incriminato, è stato lo stesso che ha chiesto il mio proscioglimento. Ma era l'affronto morale!

Ma come! Se il Tribunale è lì, nei confronti nostri è una degnissima alta magistratura, ma noi, qui, nella Regione, e in tutte le Regioni, la nostra Magistratura civile è per gradi, per posizione, superiore a quella Magistratura. Quindi pensate al mio stato d'animo. Non per me personalmente, ma quando ho dovuto andare dal Presidente della Giunta a dirgli, caro amico; vengono a sequestrare i nastri e io non voglio avere beghe e glieli metto a disposizione; non soltanto, ho detto al Commissario "da questo momento lei si rivolga a Brunod e io vado a casa, in modo che lei sia tranquillo che i nastri sono i nastri genuini".

Però nel mio animo mi sono detto: eh sì, povera autonomia! Se siamo a questo punto che la Magistratura può venire qui a vedere i nostri verbali. Non che ci debba essere niente di che, celano questi verbali; ma il fatto che la Magistratura venga qui, è vero, per perseguire qualcuno di noi, o me, o un Consigliere, o chiunque, io direi, francamente, se continuiamo di questo passo è il principio della fine perché è la menomazione.

E poi voi, in fondo, avete ben visto i giornali d'Italia come hanno ridacchiato gli uni, come hanno sputato gli altri.

Possiamo dire che abbiamo fatto, insomma, del progresso, dal punto di vista del prestigio? Io dico di no. Siamo tutti d'accordo, almeno ad ammettere queste cose.

Quindi io dico, non inaspriamo più questi dibattiti. Dimentichiamo questo episodio.

Se qualcuno, piuttosto, e qualcuno penso lo può fare, faccia qualche cosa per questo derelitto di uomo che poi, insomma, si ha voglia di essere forti, sereni, ecc. E sì, se fosse solo, o Dio, si può vivere anche agli estremi confini del mondo, ma avendo una famiglia qui, mettiamoci ognuno nei panni suoi e pensiamo a questo grande dramma: 7 anni, 7 anni, è vero, di esilio, non son mica né 7 giorni, né 7 mesi, per chi ha fatto anche soltanto qualche anno di vita militare, che poi non è vera prigionia, che poi non è vero, esilio, eppure sappiamo tutti cosa vuol dire.

E quindi immedesimiamoci in questo dramma, e per rispetto a questo dramma, cerchiamo di non più approfondire questa piaga perché, francamente, io dico, se il povero assente ci sentisse io credo che non potrebbe che disapprovare queste nostre diatribe, almeno per il rispetto per ciò che è avvenuto tronchiamo queste discussioni.

Montesano (P.S.D.I.) - Avvocato Caveri, io mi riallaccio alle parole dell'avvocato Marcoz. Io, come Presidente del Consiglio, ho il dovere di pregare, come ho già fatto, tutti i Consiglieri di soprassedere ad ogni discussione di questo genere perché è una discussione che è stata abbastanza dolorosa nel suo oggetto e mi appello a quello che è il concetto espresso dall'Avvocato Marcoz di non proseguire questa discussione e di chiudere questa sera la seduta in un contesto di sentimento per un collega che è stato provato, è vero, da queste vicende che sono avvenute l'anno scorso.

Quindi io caldamente prego tutti di non proseguire su questa discussione e, se volete, io non posso impedire questa discussione, io ho rivolto una preghiera, mi sono riallacciato.

Però questo fatto è stato tirato fuori martedì mattina, è stato tirato fuori ancora oggi e quindi perciò, sono fatti che trascinano le cose, trascinano gli uomini e, naturalmente io devo avere anche il dovere di appellarmi anche un po' alla responsabilità di tutti i Consiglieri, perché, anche se se ne discute, ad un certo momento si chiuda la discussione.

Io questo posso dire. E se voi non accogliete la mia preghiera, diciamo così, non credo che facciate del bene ad una causa che forse molti, molti, la gran parte, la totalità di noi, vogliono perseguire.

Caveri (U.V.) - Per noi la discussione era chiusa. Avevamo votato il bilancio ed è... avevamo votato contro il bilancio dopo averlo discusso per tre giorni e mezzo e quindi pensavamo che l'argomento era chiuso.

Quando il Bionaz ha detto che aveva da fare una dichiarazione successiva, ci siamo tutti domandati quale poteva essere l'oggetto di questa dichiarazione.

Abbiamo pensato a fatti nuovi, che noi ignoravamo o che potevano essere conosciuti da lui poiché, esercitando le funzioni di Presidente della Giunta, può avere dei canali che noi non abbiamo.

Invece cosa abbiamo visto? Il Bionaz, imbarazzantissimo, a rispondere a quel dibattito che c'è stato all'inizio della seduta di tre giorni fa, in merito ai fatti noti, dibattito che allora si spiegava perché quel dibattito è sorto e si è sviluppato nell'immediatezza di questi fatti.

Il Bionaz, evidentemente, è un ruminante, aspetta tre giorni, gira nel suo stomaco il fiele che ha raccolto non so in che parte del suo corpo, e poi, dopo tre giorni, aspetta che finisca il dibattito sul bilancio e dice: io devo fare una dichiarazione e riprende a discutere di quello che sembrava chiuso.

E allora io mi domando: qual è l'oggetto di questo dibattito? Qui noi siamo, si direbbe, in un altro pianeta. Qui siamo nel campo dell'assurdo; qui siamo nel campo dell'irrazionale; dobbiamo di nuovo discutere del processo di Genova?

Molti oratori avevano preso la parola, tre giorni fa su questo argomento.

Dobbiamo rispondere, le persone che sono state attaccate un momento fa con delle violente catilinarie devono rispondere difendendo sé stessi da accuse rivolte, fondate o non fondate.

Io capisco anche i motivi di perplessità del Dr. Montesano, ma a me pare che i motivi di perplessità avrebbero dovuto sorgere prima, sin dall'inizio perché chiunque chieda la parola in questo Consiglio, ad un certo momento deve dire qual è l'oggetto di questa sua dichiarazione, che non è all'ordine del giorno, per vedere se in questa dichiarazione, dal punto di vista rituale, può essere fatta.

Io dico questo: per quanto riguarda la posizione dello Strazza, io sono sempre stato fermamente e tranquillamente convinto, e tutt'ora lo sono, che lo Strazza era in stato di assolutoria perché il fatto non costituisce reato e in tale situazione lo Strazza si trova tutt'ora perché la sentenza della Corte d'Assisi di Genova non è passata in giudicato.

E perché è in posizione di stato di assolutoria? Perché il fatto non costituisce reato? Per una ragione molto semplice, per me, prescindendo da tutte le altre cose che si possono raccontare, che lo Strazza si è rifiutato di convocare quelle 17 persone, che poi non erano 17 Consiglieri, ma erano esattamente 16 Consiglieri.

E io mi domando, su questo punto: perché le Corti e i Tribunali che sono stati investiti di questa faccenda, perché non hanno ancora giudicato la questione della eleggibilità della Signorina Personnettaz? Io dico questo senza nessunissimo rancore per la Signorina Personnettaz, perché la sua persona è fuori da questa contesa, noi parliamo del caso Personnettaz perché è un caso giuridico, perché è un caso, diciamo, di rispetto di una legge costituzionale, a noi non importa niente che qui sieda o meno la Signorina Personnettaz in quanto persona fisica.

Comunque, nessuna Corte, nessun Tribunale ha statuito su questa questione. Nessuna Corte ha avuto il barbaro coraggio che 17 o 16 Consiglieri rappresentino la maggioranza in un Consiglio che è formato di 35 consiglieri.

Io sono curioso di vedere la motivazione della sentenza della Corte d'Assisi di Genova e di vedere come la Corte abbia potuto superare questo punto.

Ho parlato di catilinarie rivolte a questa o quell'altra persona, a questo o a quell'altro Consigliere. Io, personalmente non mi difendo dalle accuse rivoltemi per questa semplice ragione, che se io lo facessi in questa sede io commetterei una apologia di me stesso, dovrei cominciare a dire che cosa ho fatto in politica a partire dal 1928 fino ai nostri giorni e, una difesa mia, sarebbe una apologia, una difesa di me stesso, una apologia di quello che ho fatto. Ma io non darò al Consiglio regionale l'esempio di un pessimo gusto di questo genere.

Io voglio solo comunicare una notizia che ho appreso nel luglio scorso dai miei avvocati che mi hanno difeso alla Corte d'Assise di Milano - c'è un film francese, di Caiazzi che è intitolato "Nous sommes tous des assassins", vien voglia di dire nous sommes tous des bandits, nous sommes tous des brigands, nous sommes tous... nous sommes tous des criminels, lasciamo stare -, i miei avvocati mi hanno comunicato nel luglio scorso questo fatto: che pressioni erano state esercitate sui Magistrati, su certi Magistrati, perché a me fosse contestata l'imputazione di istigazione alla guerra civile, il che comportava un minimo, anche lì, di dieci anni di reclusione, e se io mi fossi recato alla Corte d'Assise di Milano, l'immediato arresto e l'immediato invio in villeggiatura all'Istituto di San Rossore.

Questo io ho appreso e so quali sono le persone che hanno fatto queste pressioni, pressioni che non sono state raccolte e io me ne sono rallegrato a titolo mio personale, ma me ne rallegro ancor di più perché dimostra che ci sono ancora dei Magistrati indipendenti.

E poi, dalle stesse parole di Bionaz io ricavo la conclusione, la deduzione logica che parecchie volte qualcuno tra voi ha creduto di risolvere certi problemi politici mandando il sottoscritto in galera e oggi, Bionaz, esprime il rammarico di non esserci mai riuscito.

Io ne prendo atto e allora questo rammarico cosa dimostra? Dimostra quanto siano sincere le lacrime di coccodrillo che si sono versate da parte vostra dopo che siete riusciti a fargli avere 7 anni di reclusione.

Perché, ieri, Manganoni parlava di Giano Bifronte. Qui noi ci troviamo davanti ad altri Giano Bifronte. Qui noi ci troviamo davanti ad altri Giano Bifronte che, con la mano destra hanno il rosario e dall'altra mano tengono il pugnale. Con un occhio piangono lacrime di coccodrillo e con l'altro occhio, dall'altra parte della faccia, si rallegrano di quanto è avvenuto ed esprimono il loro rammarico per non essere riusciti a mandare altri Consiglieri in galera come pure avrebbero desiderato.

Io, dopo aver fatto queste constatazioni, non ho proprio più niente da aggiungere.

Montesano (P.S.D.I.) - Guardi, Manganoni, io ripeto la preghiera perché si chiuda questo dibattito. Ad ogni modo, se vuol prendere la parola.

Manganoni (P.C.I.) - Guardi, Presidente, io volevo prendere la parola immediatamente dopo l'esposizione di Bionaz. Poi sono riuscito a frenarmi perché sarei esploso, avrei detto a quei Signori tutte quelle verità che bisognerebbe dir loro.

Ho fatto bene a ritardare perché sono riuscito di nuovo a calmarmi. Non voglio ripetere quanto hanno detto i Consiglieri che mi hanno preceduto.

Di Strazza mi limito a dire che i 7 anni di prigione li hanno sulla coscienza coloro che hanno firmato l'esposto, quindi voi, e basta per quanto riguarda Strazza.

E di quanto ha detto Bionaz avevo due fogli di appunti, ma me li sono messi da parte, mi limito ad esprimere i miei pareri su due frasi.

"In Oriente si ricorre alla violenza", queste sono le argomentazioni della maggioranza che ogni tanto ripetono in Consiglio. Io ho avuto occasione diverse volte di dirvi che noi siamo pronti in qualsiasi momento ad impostare la discussione su questo argomento ed a dimostrarvi che noi ci dobbiamo preoccupare non di difendere la libertà in Oriente, ma di difendere la libertà in Italia e anche in Valle d'Aosta.

Vi dirò, voi vi state dimenticando che Scelba, Ministro democristiano, ha fatto ammazzare dalla sua polizia, in alcuni anni, 73 operai e contadini i quali chiedevano solo del lavoro e una maggiore giustizia sociale. Ma non è avvenuto, questo, nel periodo di guerra o alla fine della guerra in cui gli animi erano ancora eccitati, ecc. Questo è avvenuto negli anni 1950-'51-'52-'53 ecc.

Quindi la libertà, il vostro Ministro Scelba, democristiano, la difendeva facendo assassinare i lavoratori coi moschetti della Polizia.

Vi dirò solo, solo questo e non vi dico di più, in Cecoslovacchia hanno chiamato a far parte del Governo un prete, Don Cloyard, e gli hanno affidato il portafoglio della Sanità.

Basta questo.

In Italia, ancora oggi, si condannano, si mettono in prigione i comunisti, si licenziano i comunisti, non si assumono i comunisti, si ricattano e si minacciano. Per spiegarvi, sappiate, che noi comunisti non ci pieghiamo.

L'altra frase di Bionaz è quella "siamo qui a presidio delle libertà dei valdostani".

Ma contro chi? Contro di noi.

Sappia, Bionaz, che noi la libertà dei Valdostani l'abbiamo difesa quando c'era il fascismo e mentre Bionaz era Podestà fascista, e le libertà dei valdostani le difendeva in quella veste, noi, comunisti, eravamo in galera, nelle galere fasciste.

Noi comunisti, ogni mese, quando non era ogni 15 giorni, avevamo la Polizia, la Questura in casa a fare le perquisizioni.

Noi comunisti quando uscivamo di casa avevamo la Polizia che ci tallonava per sapere dove andavamo. Noi comunisti veniamo licenziati e poi inquadrati in battaglioni di disciplina ed inviati a Stalingrado.

Io però non ci sono andato e non ho sparato contro quelli che ci hanno liberato.

Ora, io vi dirò, le libertà dei valdostani si difendono nei momenti difficili, nei momenti cruciali. Le libertà dei valdostani si difendevano specialmente allora, quando c'erano i fascisti che le calpestavano le libertà dei valdostani.

Quando addirittura si è arrivati al punto di cambiare i nomi dei Paesi della Valle d'Aosta.

Quindi sia chiaro che io, non solo da parte del mio Gruppo del Partito, ma io personalmente non accetto assolutamente queste affermazioni di Bionaz perché io vorrei dire a Bionaz che le libertà le difendevamo noi, fra questi comunisti che erano in galera e perseguitati dalla Questura e licenziati dal loro posto di lavoro ed inquadrati e mandati al macello, io facevo parte di quelli. Bionaz si trovava dall'altra parte della trincea. E allora Bionaz non venga a parlare a noi, in particolare a me, di presidio delle libertà dei Valdostani perché quelle libertà le abbiamo presidiate e difese noi, pagando, andando in galera. Non le ha difese Bionaz.

Montesano (P.S.D.I.) - Io chiudo col suo intervento breve la discussione.

Casetta (P.C.I.) - Io volevo... ma rinuncio. Accolgo l'invito dell'Avvocato Marcoz anche perché sono certo che pur dicendo tutto quello che penso in questo momento non riuscirei nemmeno a dimostrare la metà del disgusto che mi hanno provocato le dichiarazioni dell'Avvocato Bionaz.

Montesano (P.S.D.I.) - Guardi, Presidente, se ascolta il mio... (parlano molti assieme)

Bionaz (D.C.) - Io ho apprezzato gli interventi, abbiate pazienza, nessuno vi impedisce di parlare, di quelli che invocano, evidentemente, la pacificazione ecc., questo lo apprezzo e lo accolgo.

E ho già detto prima che qui si deve instaurare un altro sistema e un altro dialogo di rapporti tra di noi, più rispettosi ed evidentemente senza accusarci, come abbiamo fatto; però consentite che quando si portano delle accuse come quelle che ci avete portato la reazione è quella che è stata.

Ho apprezzato gli interventi di Andrione, quello dell'Avv. Marcoz, e per quanto mi riguarda, penso di interpretare tutto il Consiglio e la volontà di tutto il Consiglio per dire che se si instaura un altro modo di vedere i problemi, ma specialmente un altro modo di rispettarci fra di noi, certamente non ne saranno che grande vantaggio per i nostri lavori.

(Parlano assieme)