Trascrizione informale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 111 del 24 giugno 1970 - Resoconto

OGGETTO N. 111/70 - Legge regionale concernente: "Concessione di contributi regionali agli Enti ed Istituti di patronato e di assistenza sociale operanti in Valle d'Aosta".

Montesano (P.S.D.I.) - Allora, lo stesso discorso fatto per i punti due e cinque, va fatto per il quattro e il sei; sono due proposte di legge, una del Consigliere Mappelli e l'altra della Giunta, che sono analoghe e che io propongo di discutere nella discussione generale congiuntamente.

Sono d'accordo i presentatori.

Allora chi prende la parola? L'Assessore alla Sanità.

Benzo (D.P.) - Questa legge riguarda i contributi agli enti ed istituti di Patronato ed Assistenza Sociale operanti in Valle d'Aosta.

Come in ogni altra parte d'Italia, anche nella nostra regione, vari Istituti di Patronato, regolarmente riconosciuti, svolgono attività assistenziali a favore dei lavoratori.

Essi sono il Patronato ACLI, l'INCA, l'ITAL, l'INA, l'EPACA e l'ENASCO.

Penso che tutti i Consiglieri conoscano anche a quali Sindacati facciano riferimento i singoli Patronati.

L'attività di detti Istituti è regolata dal Decreto legge del Capo provvisorio dello Stato del 29 luglio 1947.

Estrinseca:

1°) nell'assistere i lavoratori non aventi causa per la realizzazione dei diritti inerenti all'assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali; l'assicurazione obbligatoria è facoltativa per invalidità, vecchiaia, morte, tubercolosi, disoccupazione ecc. e il trasferimento per assegni familiari ed altre forme di integrazione della retribuzione;

2°) nell'assistere gli invalidi e i mutilati del lavoro e gli aventi diritto a pensione a carico del bilancio dello Stato o di altri Enti pubblici;

3°) nell'assistere i lavoratori nell'applicazione di ogni altra disposizione previdenziale o protettiva del lavoro;

4°) nell'assistere i lavoratori nelle pratiche di emigrazione ed in quelle relative ai diritti assicurativi e previdenziali acquisiti durante la permanenza all'estero;

5°) nel collaborare nella divulgazione per i lavoratori delle diverse forme di prevenzione contro i rischi del lavoro e di previdenza sociale;

6°) nel provvedere alle visite mediche preventive e periodiche dei lavoratori in applicazione delle norme legislative sull'igiene e sull'avviamento al lavoro;

7°) nel facilitare ai lavoratori lo sviluppo di rapporti e l'espletamento di pratiche con le pubbliche amministrazioni e con gli altri Istituti Pubblici.

Trattasi dunque non di semplice consulenza ma di prestazioni specializzate, tecniche, legali e sanitarie per cui le pratiche corrispondono ad una ben definita impostazione e trattazione nella pienezza a un mandato accolto e disimpegnato attraverso i mezzi non sempre sufficientemente idonei e decisivi onde assecondare con gli sforzi migliori le legittime istanze delle categorie lavoratrici.

Ciò spiega il perché della presentazione della presente proposta di legge che mira infatti a realizzare un miglioramento della situazione previdenziale ed assistenziale della Regione, creando le condizioni per un più efficace...dell'assistenza e della tutela del lavoratore da parte degli Istituti di Patronato; quando sopra esposto spiega la necessità di una rapida approvazione della legge in causa da parte del Consiglio regionale.

Informo il Consiglio che la Commissione consiliare permanente per la Sanità nella seduta del 16 giugno 1970 ha preso in esame questi due disegni di legge - uno di iniziativa del Consigliere Mappelli, l'altro di iniziativa della Giunta - che oggi vengono discussi e votati assieme, riguardanti questi contributi agli Enti di Patronato.

La Commissione, a maggioranza, ha espresso parere contrario all'approvazione del disegno di legge presentato dal Consigliere Mappelli e parere sfavorevole a quello presentato dalla Giunta, in quanto il testo di quest'ultima è più precisativo.

Mappelli (D.C.) - Fin dal '66, quando fui eletto Assessore regionale alla Sanità mi resi perfettamente conto della necessità di una regolamentazione dei contributi che venivano e vengono concessi ai Patronati di Assistenza sociale operanti in Valle d'Aosta.

La stessa necessità veniva avvertita sia dai Patronati stessi, per le loro necessità organizzative, sia dalla Commissione regionale alla Sanità.

Pertanto ritenni opportuno, circa due anni fa, convocare i Patronati invitandoli a voler abbozzare in collaborazione l'attuale progetto di legge che venne poi modificato e perfezionato.

Come i Signori Consiglieri avranno notato, al primo articolo, 2° comma, della legge in discussione, si legge che i contributi regionali previsti dalla presente legge possono essere concessi dopo 5 anni di effettiva attività.

Questo margine, che io definirei di sicurezza, vuole evitare il sorgere in Valle di altri Patronati, come, ad esempio, l'ONARMO, Opera Nazionale Morale e l'ENA "Ente Nazionale di Assistenza Sociale" che in passato, questo Patronato, avrebbe dovuto essere aderente alla CISNAL, ma non sono riusciti a svolgere un'attività concreta e con il contributo regionale potrebbero soltanto esistere ma senza beneficio per i lavoratori.

Per quanto riguarda le sedi regionali di cui alle lettere a) e b) dell'art. 2 esse vanno intese come gli uffici regionali di ciascun Ente cui fa capo tutta l'Organizzazione del Contributo ai Patronati che non raggiungono complessivamente i due mila punti di attività, si è voluto assegnare un punteggio minore - mille - perché evidentemente, essendo relativa l'attività anche l'impegno economico non è eccessivo.

Sulla necessità che l'Amministrazione regionale deve sentire l'impegno di concorrere in maniera sostanziale in aiuto all'attività che gli Enti di Patronato svolgono nella regione a favore di tutti gli assicurati si deve tenere presente la difficile situazione economica in cui essi hanno sempre operato. L'attività dei patronati, infatti, non si limita soltanto allo svolgimento burocratico di semplici pratiche amministrative, ma ad essi spetta il compito di svolgere un'attività di informazione verso tutti i lavoratori ed assicurati di tutte le categorie, in ogni ambiente di lavoro, e, possibilmente, anche nelle vicinanze di domicilio dei lavoratori stessi.

Pertanto, oltre alla sede principale, essi hanno bisogno di sedi periferiche ove recarsi saltuariamente, oppure di sedi fisse ove opera personale a tempo pieno.

L'opera del patronato deve essere altamente specializzata per poter garantire un'assistenza e tutela agli assicurati.

Essi hanno bisogno della collaborazione di legali e di medici generici e specialisti i quali richiedono naturalmente dei compensi e si deve dire e riconoscere che attualmente soprattutto alcuni medici danno questa collaborazione più per solidarietà che per i compensi che in questo momento gli vengono dati e che sono irrisori.

Risulta che le sedi centrali dei Patronati inviino a quelle provinciali, nel nostro caso regionale, un contributo insufficiente, in quanto è insufficiente il contributo che dà loro lo Stato, che poi permette lo svolgimento dell'attività come la richiedono tutti gli assicurati dell'industria, dell'agricoltura, dell'artigianato, del commercio, di tutte le altre attività.

Non va dimenticato inoltre che negli ultimi anni i Patronati hanno incontrato maggiori difficoltà economiche causa l'aumento del numero degli assicurati in ordine alle nuove norme legislative che hanno esteso l'assicurazione obbligatoria ad altre categorie.

Con queste norme sono aumentate pure le prestazioni e la loro regolamentazione normativa, che è ancora più complicata.

E non va dimenticato infine che la quasi totalità degli abitanti della Regione è titolare di una posizione assicurativa...per essi il patronato rappresenta un mezzo di informazione e tutela indispensabile al raggiungimento dei diritti previdenziali.

E per i motivi che prima ho esposto, ritengo l'intervento della Regione a favore di questi Enti come un impegno morale oltre che sociale verso la popolazione valdostana in quanto mette a disposizione dei nostri lavoratori e potenzia la funzionalità di questi Enti benemeriti.

Fosson (U.V.) - Il nostro gruppo e io personalmente in modo particolare siamo favorevoli a questa legge sulla questione del contributo da dare ai Patronati, però, come ho avuto già occasione di parlare in Consiglio in un'altra occasione, quando abbiamo passato il contributo riferentesi all'anno 1968, e avendo posto allora alcune questioni e dimostrato anche alcune cose che non andavano, desidero ribadirle in questa sede, oggi, mentre ci apprestiamo a varare una legge e non voglio entrare in molti particolari, perché quella che è la funzione dei Patronati l'ha spiegato l'Assessore alla Sanità, l'ha spiegato il Consigliere Mappelli, e io concordo su quanto è stato detto; però vorrei ricordare, siccome ci siamo occupati di questo problema nel passato e siamo stati anche i promotori dei primi contributi a questi patronati per permettere di svolgere meglio i loro compiti, voglio ricordare, proprio ai Consiglieri, quale era l'indirizzo che aveva portato la Regione a elargire in primo tempo questi contributi: è la stessa ragione che porta oggi all'approvazione di questa legge. Prima di tutto, noi abbiamo una situazione che è leggermente diversa, perché ci sono alcuni Patronati che si identificano completamente con alcuni Sindacati e lì il problema non si pone, come vedremo dopo, perché? Perché il Patronato ha i suoi uffici al centro, ha i suoi funzionari al centro e tutta la parte che volge in periferia, praticamente è demandata ai singoli funzionari di Sindacati.

E questa azione alla periferia è quella che è più costosa, nel senso che bisogna avere dei recapiti fissi, bisogna avere... dove ci sono degli uffici con recapiti abbastanza frequenti, bisogna pagare un affitto, perché bisogna tenerlo aperto tutto il tempo, ci sono i recapiti saltuari nelle varie parti della Valle, nelle valli laterali e questo è dovuto al fatto che la conformazione geografica della nostra Valle e l'ubicazione delle varie industrie è decentrata e se noi non vogliamo che tutti i lavoratori ogni volta che devono svolgere una pratica vengano all'Ufficio centrale del Patronato che ha sede in Aosta, dobbiamo eventualmente fare tutta l'azione di facilitazione della presentazione della pratica, spiegare a molta gente, perché praticamente molta gente non fa la domanda, non sa cosa mettere sulla domanda, quindi, tutto questo lavoro di facilitazione viene svolto da dei funzionari che sono dei funzionari del Sindacato.

Ora ho detto che alcuni Patronati si identificano completamente con dei Sindacati quindi c'è l'osmosi tra l'uno e l'altro di questi contributi.

C'è il caso - e mi permetto, scusate se parlo di una cosa particolare - parlo del Sindacato Autonomo Valdostano, Sindacato Autonomo Valdostano che per il nome stesso tutela particolarmente tutti quei lavoratori che stanno nelle Valli laterali, perché la massa più importante che aderisce al Sindacato Valdostano sono i lavoratori della periferia.

Ora, compito del Sindacato Valdostano è di tutelare questi lavoratori; oltre nel campo sindacale, tutelare tutti i suoi aderenti, ma è nella posizione migliore per capire tutte le necessità di questi lavoratori.

A un certo momento abbiamo sentito la necessità come Sindacato Autonomo Valdostano di avere anche il Patronato, e siccome non si voleva allora costituire un patronato a sé, il sottoscritto, molti anni fa, ha parlato con il Presidente dell'ITAL, ha fatto istituire l'ITAL qui ad Aosta e presso proprio il Sindacato Autonomo Valdostano e funzionavamo con il Patronato ITAL nelle stesse condizioni che funziona la CGIL con il Sindacato INCA, come funziona la CISL con il Sindacato INA e via dicendo.

Oggi la situazione è leggermente diversa perché è sorta anche la UIL in Valle d'Aosta e c'è stato il trasferimento di questo Patronato vicino alla sede della UIL.

Ora tutto quello che si fa in periferia per l'ITAL, oltre altre pratiche che vengono avviate qui ad Aosta, è svolto da funzionari del Sindacato Autonomo Valdostano, praticamente l'ITAL percepisce i contributi della Regione e non dà un soldo di ritorno per le spese vive che incontra il Sindacato.

Ora, questo, io l'ho fatto presente in una precedente seduta del Consiglio, e ritorno a farlo presente in questa sede, perché questa è un'assurdità che va sanata, perché altrimenti arriveremmo all'assurdo che un Sindacato Regionale che svolge la sua funzione, veramente capillare in queste zone periferiche, praticamente non avrebbe nessun contributo mentre i contributi andrebbero a tutti gli altri e, a dimostrazione, l'altra volta io non avevo un elenco delle pratiche e oggi invece ho un elenco delle pratiche, tanto perché anche il Consigliere Pollicini allora ha detto: avrete poche pratiche. E voglio dire solo per la parte che interessa la bassa Valle, dal 16.4.1968 al 31.10.1969 e non ho le statistiche aggiornate maggiormente, quindi esclusa tutta la parte che interessa Cogne, qui ad Aosta, Morgex, via dicendo, di cui siccome essendo in Aosta non ho le statistiche, ma per queste sono state svolte ben 1960 pratiche in 15 mesi, 16 mesi, praticamente, e tanto per essere precisi abbiamo: pratiche di silicosi 440, pensioni 369, varie 259, accredito contributi 197, infortuni 126, duplicati libretti personali 126, INAM 140, archivio tessere 64, rinnovo versamenti volontari 63, SCAU 55, prosecuzione volontaria 42, disoccupazione 34, aggiornamento libretti personale 32, cure termali 30, assegni familiari 23, pensioni di guerra 2, totale 1960.

Ora noi diciamo se questo lavoro che viene svolto con quelle finalità che il Consiglio regionale ha tenuto presente nel momento in cui ha dato questi contributi ai Patronati e che tiene presente oggi per dare questi contributi ai Patronati, noi dobbiamo trovare il sistema che di queste spese vive, che vengono fatte localmente a vantaggio dei lavoratori e per cui la finalità della legge è quella di facilitare questo compito, ne venga tenuto conto, perché, se non ne viene tenuto conto, noi come Regione distribuiremo solo dei milioni che non sappiamo dove vanno a finire.

Ora, io non voglio dilungarmi di più su questo argomento, ho voluto solo portare degli elementi, per conto mio, avrei preferito... siamo stati presi un po' di contropiede nella presentazione della legge, perché avrei desiderato poter dibattere il problema molto seriamente nel momento della formazione della legge, perché allora si sarebbe potuto esaminare nel dettaglio molte altre questioni, ed è per questo che io sarei stato dell'avviso per un breve rinvio di questa legge, per permettere lo studio approfondito di questo problema; se però la Giunta non ritiene che si debba prolungare, non accettare questo rinvio, se la Giunta pensa che si debba varare la legge oggi, allora io chiedo formalmente che ci sia un qualche cosa, un qualche emendamento, - e ne avevo anche parlato brevemente con l'Assessore alla Sanità - un emendamento all'art. 5 e oltre all'emendamento che dia una certa garanzia di vedere al momento opportuno tutta la situazione, ma, oltre a questo emendamento e più ancora che questo emendamento, interesserebbe che la Giunta prendesse un impegno veramente in questa sede affinché questa questione non vada a finire come è andata a finire gli anni scorsi, ma effettivamente che la legge raggiunga quello scopo per cui noi abbiamo voluto vararla.

E non sto a dilungarmi per non entrare in maggiori dettagli, potrò sempre dare tutti quei dettagli necessari in modo che non si faccia due pesi e due misure e che non sia proprio il Sindacato Autonomo Valdostano, che tutela in modo particolare i locali, a essere beffato da una legge che viene approvata dal Consiglio regionale. Questo io avevo il dovere di dire e l'emendamento non so quale valore possa avere, però l'impegno della Giunta gli dà tutto il suo peso eventualmente e potrebbe essere inserito all'art. 5; io avevo parlato particolarmente facendo cenno che, quando ad un Patronato facciano capo due o più enti o sindacati, i contributi siano liquidati al Patronato previa approvazione da parte della Giunta regionale di un piano di ripartizione fra gli Enti o Sindacati stessi in proporzione al numero delle pratiche assistenziali svolte, cioè attraverso una documentazione, perché noi parliamo di numeri, parliamo di punteggi in base alla pratiche svolte, e quindi attraverso questa documentazione si possa, eventualmente, arrivare ad una ripartizione equa, perché altrimenti noi dovremmo forzatamente ritornare su questo problema in un secondo tempo e forse chiedere una modifica completa di quello che noi andiamo a varare oggi, quindi io credo di aver esposto brevissimamente quali siano le nostre apprensioni, quali siano i motivi che ci portano a questo, e aspetterei dalla Giunta che mi si rispondesse.

Savioz (P.C.I.) - Io volevo solo chiedere una breve informazione, brevissima.

Vedo qui, che c'è una differenza di punteggio per le pratiche risolte in via ordinaria: positive: 4 punti, negative: 2 punti?

Io volevo chiedere all'Assessore competente del perché di questa differenza, tenuto conto che, quando viene svolta da un Sindacato, la pratica diventi negativa o che sia poi positiva, il lavoro è sempre il medesimo, non è che la pratica negativa richieda un lavoro inferiore alla pratica positiva. Ora, perché questa differenza?

Benzo (D.P.) - Rispondo per primo al Consigliere Savioz.

Per quanto riguarda questa differenza, è stata trattata, tanto è vero che i Patronati sono ancora venuti da me a sollecitare questa legge, il punteggio viene dato in quanto nelle pratiche risolte in via di ricorso ci sono delle difficoltà maggiori. A un certo momento ecco perché è stata da loro stessi sollecitata questa differenziazione di punteggio. È dovuto a questo fatto principale.

Consigliere Fosson, Lei è stato molto esauriente e chiaro e le debbo dire che di queste osservazioni che lei aveva già sollevato altre volte in Consiglio, è indubbio che deve essere tenuta in considerazione quella che poteva essere l'eventualità di questo emendamento.

Io, in base ai discorsi fatti e alle giuste sue osservazioni - per l'appunto una normativa più precisa che metta sullo stesso piano tutti coloro i quali intervengono in questo settore assistenziale nei confronti dei lavoratori - avevo predisposto e l'ho fatta tirare anche stamattina, pregherei di distribuire quella copia di emendamento che avevo predisposto che reciterebbe così: non è un emendamento, è un secondo comma aggiuntivo all'art. 5.

L'art. 5 recita: "i contributi previsti dalla presente legge sono approvati e liquidati ai singoli Enti ed Istituti di Patronato e Assistenza Sociale con deliberazioni della Giunta regionale su proposta dell'Assessore regionale alla Sanità ed Assistenza Sociale".

Aggiungerei - propongo al Consiglio di aggiungere - questo secondo comma: "qualora ad un Patronato facciano capo due o più Enti o sindacati, i contributi della Regione saranno liquidati al Patronato previa approvazione dei contributi tra il Patronato e gli Enti o Sindacati stessi in proporzione al numero delle pratiche assistenziali svolte".

Io ritengo con questo che la Giunta possa accedere a un qualche cosa, a una normativa che dovrebbe mettere sul piano operativo nelle stesse condizioni questo particolare Patronato su cui gravitano i due Sindacati citati.

Ma le dirò di più e giustamente lei richiede da parte della Giunta un impegno e io le posso dire che è giusto non stiamo ai termini danteschi: le leggi somma...est...e noi vogliamo porci mano, se mettiamo questo comma aggiuntivo è certo che a nome della Giunta io posso prendere questo impegno: che sarà particolarmente seguita questa situazione di Patronato e di questi due Sindacati, proprio in base al numero delle pratiche a questa ripartizione, ben intesi, ricordando che nella legge stessa è prevista che questo è tutto liberamente concesso su iniziativa...della Giunta regionale la quale può anche - in determinati casi, qualora, esercitando le sue attività di controllo previste dall'art. 3, non riscontrasse una giustezza di dati od altro - diminuire e anche non dare questo contributo, e dirò di più: io la pregherei addirittura, non appena la legge sarà varata, di aver un incontro ai fini di un preciso inizio di questa normativa che riteniamo con questo comma di aver quanto modificato in legge.

Se non c'è altro io passo al Presidente del Consiglio questo...

Montesano (P.S.D.I.) - Finito? (Benzo: sì) ...Allora, la parola al Consigliere Pollicini.

Pollicini (D.P.) - Il buongiorno si vede dal mattino; mi pare che questa Giunta abbia presentato con queste due leggi un biglietto da visita valido e abbastanza credibile.

Mi pare importante sottolineare anche la sensibilità della Giunta, e in particolare dell'Assessore alla Sanità, nell'affrontare questo problema che, in effetti, mi pare che abbia come obiettivo di non continuare in una politica di sussidi con carattere paternalistico e clientelistico, quale mi è sembrata la maggiore attività dell'Assessorato precedente, ma con provvedimenti legislativi concreti, atti a superare oggettivamente situazioni precarie.

Siamo di fronte a due proposte di legge per lo stesso argomento, una presentata dall'ex-Assessore all'Assistenza, e una presentata a nome della Giunta e dell'attuale Assessore all'Assistenza.

Così come prima, per la legge sui ciechi civili, avevamo due proposte presentate nello stesso modo, per lo meno strana la coincidenza di questi due fatti, però vi è una spiegazione: io do una mia spiegazione, e non riesco a capire, ad esempio, come l'Assessore Mappelli che è stato quattro anni all'Assessorato Assistenza e Sanità non abbia trovato il tempo prima per studiare due progetti di legge e presentarli mentre era Assessore.

Sarebbe stata più credibile la sua vocazione sociale se queste leggi le avesse presentate allora e non il mese dopo che non è più Assessore.

Mi pare un discorso di serietà quello che ha fatto la Giunta: non fossilizzarsi su problemi di primogenitura ma prendere mano ad un lavoro già sviluppato dall'apparato amministrativo dell'Assessorato e, usufruendo dei dati, mettere a punto un progetto di legge che oltre tutto è anche migliorativo per quanto concerne il riferimento al progetto di legge presentato dal Consigliere Mappelli.

Mappelli (D.C.) - Visto che l'amico Pollicini mi prende per i capelli, io devo rispondere con estrema franchezza che di sensibilità sociale mai a scuola con dei Consiglieri che corrispondono a Pollicini Angelo. Chiaro?

Per quanto riguarda - sempre per non polemizzare - l'attuale Giunta presieduta dall'amico Dujany, io ebbi a far presente due mesi or sono in Giunta che erano pronti i progetti legge ma non essendo stato approvato il bilancio per le famose palline nere - hai capito Pollicini? Per le famose palline nere! - la mia onestà mi imponeva di aspettare l'approvazione del bilancio. Chiaro?

E se vogliamo continuare a polemizzare possiamo andare avanti.

Mi preoccupo, Consigliere Fosson, della vostra preoccupazione. Ed è giusto perché, se sul piano sindacale possiamo discutere, e ognuno di noi ha le proprie visioni della funzione del Sindacato, e pertanto con tutto rispetto per quello che è un sindacato regionale, devo comunque riconoscere che in Valle d'Aosta vi è un Sindacato, per cui è legata l'assistenza sociale a questo Sindacato.

È pur vero, Fosson, che la vostra situazione non è chiara e Lei questo ebbe a sottolinearlo un anno fa quando si trattava della liquidazione ai vari Patronati.

Però è altrettanto vero che una situazione di questo genere dovrebbe essere chiarita, perché, intendiamoci, io non vorrei dare la sensazione di essere contrario a questo emendamento, se questo può agevolarvi io sono ben lieto di potervi accontentare in questo senso; però bisognerebbe a un certo momento venirne fuori da questa situazione! E allora, signor Fosson, io chiedo a lei: non è meglio approvare la legge così com'è e al momento della costituzione - perché qui i tempi li sapete voi, noi non possiamo valutarli - al momento della costituzione e di un eventuale patronato aderente al SAV, o viceversa? Una regolamentazione tra il vostro Sindacato con un Patronato qualsiasi, a quel momento rivedere la legge, in base ad una situazione di fatto che si verrebbe a creare, perché, non so, ripeto, per me va benissimo, però è chiaro che in una legge di questo genere, il fatto di scrivere di un piano di ripartizione di contributo fra il Patronato e gli Enti o i Sindacati stessi, non è una legge pulita nella sua funzione diretta verso i patronati.

Se lei, Signor Fosson, non ritiene che questa nuova mia proposta così, verbale, cioè di rivedere una situazione di fatto concretizzata, rivedere la legge in base a quelle che saranno le vostre necessità, va benissimo, per noi va bene così. È pur vero che è questione di tempo - ho detto prima - pertanto voi in questo periodo vi trovereste scoperti, come è altrettanto vero che per quanto riguarda i funzionari del Sindacato or bene è vero anche lì che la Giunta, e per essa la Regione, come sempre ha tenuto conto della funzione dei Sindacati, del loro ruolo, delle loro necessità, e ha pur sempre dato anche in quel senso il proprio contributo. Ad ogni buon conto, Signor Fosson, io mi sono permesso di sottolinearle questo, per lasciare così la legge forse con... più assistenziale, se però lei ritiene, per questioni di tempo, per questioni vostre interne, di mettere da parte quelle che sono le esigenze sia del vostro Sindacato e della funzione che svolge il Sindacato stesso per questi lavori, non ci rimane che accettare questo emendamento.

Fosson (U.V.) - Ma io capisco anche le ragioni per cui il Consigliere Mappelli abbia fatto questo appello, però io ho detto chiaramente, prima, che ero preoccupato e che avrei desiderato un rinvio della legge per approfondire il problema, però per evitare che questo rinvio avesse potuto suonare invece in maniera peggiore che non l'approvazione della legge, ho detto: cerchiamo di approvare la legge, per non ovviare a questo rinvio mettendo un qualche cosa che dia la possibilità di fare questo controllo e di evitare questa enormità che si è già verificata per i contributi dati nel '68.

Quindi io, in base a quanto dico a Mappelli, dico al Consigliere Mappelli che in questo momento, siccome ho l'impressione che siamo tutti preoccupati di non rinviare questa legge, perché se la cosa fosse diversa, io potrei ripiegare e dire: "studiamo la legge bene", ma se c'è questa necessità di varare la legge oggi, noi abbiamo chiesto un minimo di garanzia, questo minimo di garanzia io ho detto quale era e ho detto anche che non era solo una garanzia da mettere sulla legge ma era anche un impegno morale della Giunta di operare in questo senso, la risposta dell'Assessore Benzo nel punto dell'emendamento è stato approvato con le piccole limature che sono da farsi nel termine letterale, per l'impegno della Giunta; dalla bocca dell'Assessore Benzo ho sentito che la Giunta è fermamente decisa a controllare questo fatto e anche a mettere quei buoni uffici per risolvere la questione su un piano di equità e quindi di questa base io ne prenderei atto e sarei senz'altro d'accordo.

Tengo solo a dire ancora un particolare; io vi ho parlato di organizzazione periferica e vi dico che c'è un ufficio a Verrès, fisso, abbiamo dei recapiti a Pont Saint Martin, a Châtillon, a Brusson, a Gaby, Antey, e via dicendo e altri recapiti saltuari, questo a completamento di quel quadro, del numero delle pratiche che vi avevo detto prima.

Quindi, a queste condizioni, io andrei avanti, dando piena fiducia all'efficacia di questo emendamento aggiuntivo all'articolo 5, ma in modo particolare all'impegno preso dalla Giunta in sede di Consiglio regionale.

Germano (P.C.I.) - Io sono dell'opinione che il rinvio ritarda, e quindi abbiamo bisogno che questi Enti di Patronato sviluppino la loro attività e quindi sarei per trovare la soluzione.

Mi pare che la soluzione proposta dall'Assessore vada bene, quindi respingerei le proposte di Mappelli, perché si fanno solo dei pasticci; così si capisce anche perché non s'è mai risolto prima; questa risolve, procediamo e andiamo avanti.

Benzo (D.P.) - Ribadendo la parte della Giunta... l'impegno che questo comma aggiuntivo per questo Ente di patronato sia portato avanti in collaborazione ben inteso con il Patronato stesso e con i Sindacati, rimarcando il fatto, che ritengo doveroso dire che l'Amministrazione regionale e la Giunta che ne è la parte esecutiva è un qualche cosa di vivo e di operante, non sono i termini dei quattro anni o dei due mesi, si dice che la parte è un qualcosa del tutto, noi riteniamo che sia meglio fare la completezza delle opere che interessano le varie categorie sociali, che necessitano in Valle d'Aosta, di interventi da parte dell'Ente pubblico.

Montesano (P.S.D.I.) - Io proporrei un tentativo di unificare i due progetti di legge. Consigliere Mappelli, vi potete mettere d'accordo sulla presentazione di un unico testo?

Allora lei il suo lo ritira? D'accordo.

Mappelli (D.C.) - ...tanto sono uguali...

Montesano (P.S.D.I.) - Ci sono dichiarazioni di voto? Io dichiaro di astenermi nella mia qualità di consulente medico di Patronato, altre dichiarazioni?

Allora si passa alla votazione articolo per articolo.

Art. 1 - Chi è favorevole alzi la mano? Contrari? Astenuti?

Il Consiglio approva.

Art. 2 - Chi è favorevole alzi la mano? Contrari? Astenuti?

Il Consiglio approva.

Art. 3 - Chi è favorevole alzi la mano? Contrari? Astenuti?

Il Consiglio approva.

Art. 4 - Chi è favorevole alzi la mano? Contrari? Astenuti?

Il Consiglio approva.

Art. 5 - L'articolo 5 va inteso con la modifica enunciata dall'Assessore Benzo e distribuita ai Signori Consiglieri. Chi è favorevole alzi la mano. Contrari? Astenuti?

Il Consiglio approva.

Art. 6 - Chi è favorevole alzi la mano? Contrari? Astenuti?

Il Consiglio approva.

Art. 7 - Chi è favorevole alzi la mano? Contrari? Astenuti?

Il Consiglio approva.

Si passa alla votazione a scrutinio segreto.

Risultati della votazione: presenti: trenta; votanti: ventinove; maggioranza: quindici; favorevoli: ventotto; contrari: uno; astenuti: uno.

Il Consiglio approva.

Si passa al n. 7 dell'ordine del giorno.