Oggetto del Consiglio n. 313 del 30 maggio 1979 - Verbale
OGGETTO N. 313/79 - Disegno di legge regionale concernente: "Contributi a favore dei Comuni della Valle d'Aosta per il finanziamento di opere pubbliche, di interventi per l'agricoltura e di servizi di interesse comunale di carattere sociale e culturale".
Nel bilancio per l'esercizio in corso è prevista al capitolo 2175 della Parte Spesa (Allegato E n. 2) la spesa di lire 2.500.000.000= per "Intervento a favore dei Comuni della Valle d'Aosta per il finanziamento di opere pubbliche e di servizi di interesse comunale di carattere sociale e culturale".
Per la ripartizione della somma suddetta la Giunta regionale, sentita l'Associazione dei Sindaci della Valle d'Aosta, propone i seguenti criteri:
1° SISTEMA con criteri analoghi a quelli praticati lo scorso anno
SOMMA COMPLESSIVA DA RIPARTIRE LIRE 2.500.000.000=
1° RIPARTO: L. 500.444.300= per concorso spese per manutenzione strade comunali in sostituzione ex legge regionale 26.6.1972, n. 10, scaduta il 31.12.1976;
SISTEMA DI RIPARTO
I Comuni sono stati suddivisi in 4 fasce a seconda della media aritmetica dell'altitudine dei centri e nuclei abitati desunti dai dati ufficiali dell'11° censimento del 24.10.1971.
- la 1^ fascia comprende i Comuni con una media fino a 500 m.;
- la 2^ fascia comprende i Comuni con una media dai 501 a 1000 m.;
- la 3^ fascia comprende i Comuni con una media dai 1001 ai 1500 m.;
- la 4^ fascia comprende i Comuni con una media oltre i 1501 m..
L'importo da corrispondersi per Km. di strada è stato determinato in:
- 300.000 a Km per i Comuni della 1^ fascia
- 400.000 a Km. " " " 2^ "
- 500.000 a Km. " " " 3^ "
- 600.000 a Km. " " " 4^ "
La lunghezza chilometrica delle strade di ogni singolo Comune è quella ammessa a contributo nell'esercizio 1976 ai sensi della sopra citata legge.
2° RIPARTO: L. 1.999.555.700 per spese di investimento e servizi di interesse sociale e culturale.
SISTEMA DI RIPARTO
- 40% pari a L. 799.822.280 in misura uguale
- 25% pari a L. 499.888.925 in base alla superfice territoriale con i seguenti massimali:
- 6.000.000 per i comuni con popolazione fino a 1.000 abitanti
- 10.000.000 per i comuni con popolazione oltre i 1.001 abitanti
- 35% pari a L. 699.844.495 in misura proporzionale alla popolazione al 31.12.1978 desunta dalla statistica demografica.
La somma residuata dai massimali di cui al riparto del 25% pari a L. 154.575.301 viene suddivisa tra tutti i comuni in misura proporzionale alla spettanza di ognuno.
Gli importi così determinati per ogni singolo Comune subiscono successivamente un correttivo positivo o negativo a seconda della situazione economico-finanziaria determinata alla chiusura dell'esercizio 1977.
A tal fine i Comuni sono stati suddivisi in fasce e precisamente:
- 1^ fascia da considerarsi neutra comprendente i Comuni il cui risultato economico-finanziario ragguagliato ad abitante risulta essere da L. 19.501 a L. 29.000=
- 2^ fascia negativa comprendente i Comuni con risultato economico-finanziario da L. 29.001 a L. 40.000=
- 3^ fascia negativa comprendente i Comuni con risultato economico-finanziario da L. 40.001 a L. 60.000=
- 4^ fascia negativa da L. 60.001 a L. 140.000=
- 5^ fascia negativa da L. 140.001 oltre;
- 6^ fascia positiva per quei Comuni il cui risultato economico-finanziario risulta essere da L. 19.500 a L. 9.800=
- 7^ fascia positiva da L. 9.799 a L. ZERO e risultati negativi successivi.
Ai Comuni appartenenti alla 1^ fascia non viene effettuato correttivo
" " " " 2^ fascia correttivo negativo del 5%
" " " " 3^ fascia " " " 10%
" " " " 4^ fascia " " " 15%
" " " " 5^ fascia " " " 20%
L'economia risultante dai correttivi negativi viene ripartita tra i Comuni della 6^ e 7^ fascia nelle seguenti percentuali:
20% 6^ fascia
80% 7^ fascia
La suddivisione positiva tra i Comuni appartenenti alla stessa fascia viene effettuata in proporzione alla loro spettanza totale.
2° SISTEMA
SOMMA COMPLESSIVA DA RIPARTIRE LIRE 2.500.000.000=
1° RIPARTO: L. 500.444.300= per concorso spese per manutenzione strade comunali in sostituzione ex legge regionale 26.6.1972 n. 10, scaduta il 31.12.1976
SISTEMA DI RIPARTO
I Comuni sono stati suddivisi in 4 fasce a seconda della media aritmetica dell'altitudine dei centri e nuclei abitati desunti dai dati ufficiali dell'11° censimento del 24.10.1971:
- la 1^ fascia comprende i Comuni con una media fino a 500 m.;
- la 2^ fascia comprende i Comuni con una media dai 501 a 1000 m;
- la 3^ fascia comprende i Comuni con una media dai 1001 a 1500 m;
- la 4^ fascia comprende i Comuni con una media oltre i 1501 m.
L'importo da corrispondersi per km di strada è stato determinato in:
- 300.000 a Km. per i Comuni della 1^ fascia
- 400.000 a Km. per i Comuni della 2^ fascia
- 500.000 a Km. per i Comuni della 3^ fascia
- 600.000 a. Km. per i Comuni della 4^ fascia
La lunghezza chilometrica delle strade di ogni singolo comune è quella ammessa a contributo nell'esercizio 1976 ai sensi della sopracitata legge.
2° RIPARTO: L. 1.999.555.700= per spese investimento e servizi di interesse sociale e culturale.
SISTEMA DI RIPARTO
- 40% pari a L. 799.822.280 in misura uguale
- 25% pari a L. 499.888.925 in base alla superficie territoriale con i seguenti massimali:
- 6.000.000 per i Comuni con popolazione fino a 1000 abitanti
- 10.000.000 per i Comuni con popolazione oltre i 1001 abitanti
- 35% pari a L: 699.844.495 in misura proporzionale alla popolazione al 31.12.1978 desunta dalla statistica demografica con esclusione dei Comuni il cui rapporto "entrate sostitutive ex-tributi diretti, indiretti, ex-compartecipazioni statali" - popolazione residente al 31.12.1978, risulta superiore a L. 95.000=.
- La somma residuata dai massimali di cui al riparto del 25% pari a L. 154.575.301= viene suddivisa tra tutti i comuni in misura inversamente proporzionale al totale delle ex-compartecipazioni statali spettanti pro-capite ai sensi dell'art. 1 - lettera a legge finanziaria 21 dicembre 1978, n. 843;
- La somma residuata dai massimali di cui al riparto del 35% pari a L. 91.067.056= viene suddivisa tra gli altri comuni aventi popolazione inferiore a 2.000 abitanti alla data del 31:12.1978 ed in rapporto inversamente proporzionale alla relativa popolazione.
Gli importi così determinati per ogni singolo Comune subiscono successivamente un correttivo positivo o negativo a seconda della situazione economico-finanziaria determinata alla chiusura dell'esercizio 1977.
A tal fine i Comuni sono stati suddivisi in 7 fasce e precisamente:
- 1^ fascia da considerarsi neutra comprendente i Comuni il cui risultato economico-finanziario ragguagliato ad abitante, risulta essere da L. 19.501 a L. 29.000=;
- 2^ fascia negativa comprendente i Comuni con risultato economico-finanziario da L. 29.001 a L. 40.000=;
- 3^ fascia negativa comprendente i Comuni con risultato economico-finanziario da L. 40.001 a L. 60.000=;
- 4^ fascia negativa da L. 60.001 a L. 140.000=;
- 5^ fascia negativa da L. 140.001 oltre;
- 6^ fascia positiva per quei Comuni il cui risultato economico-finanziario risulta essere da L. 19.500 a L. 9.800=;
- 7^ fascia positiva da L. 9.799 a L. ZERO e risultati negativi successivi.
Ai Comuni appartenenti alla 1^ fascia non viene effettuato correttivo
Ai Comuni appartenenti alla 2^ fascia correttivo negativo del 5%
Ai Comuni appartenenti alla 3^ fascia correttivo negativo del 10%
Ai Comuni appartenenti alla 4^ fascia correttivo negativo del 15%
Ai Comuni appartenenti alla 5^ fascia correttivo negativo del 20%
L'economia risultante dai correttivi negativi ripartita tra i Comuni della 6^ e 7^ fascia nelle seguenti percentuali:
20% 6^ fascia
80% 7^ fascia
La suddivisione positiva tra i Comuni appartenenti alla stessa fascia viene effettuata in proporzione alla loro spettanza totale.
Oltre alla somma di lire 2.500.000.000, attribuita secondo i sistemi prima illustrati, si ritiene di ripartire un ulteriore importo di lire 350.000.000, che è finanziato con una maggiore entrata già accertata sul capitolo 195 del bilancio di previsione per il corrente esercizio.
Detta somma consentirà ai Comuni interessati di finanziare interventi nel settore agricolo, nelle zone maggiormente danneggiate dagli eventi alluvionali dell'agosto 1978 o da altre recenti calamità naturali.
In relazione a quanto sopra la Giunta regionale, evidenziando che al Comune di Saint-Vincent sono attribuite somme solo per interventi nel settore agricolo, perché già percepisce la quota del 5% degli introiti annui netti derivanti alla Regione dalla gestione della casa da gioco, sottopone all'esame del Consiglio l'unito disegno di legge regionale e le proposte di riparto sopra descritte, perché ne possa scegliere ed approvare una per determinare le competenze di ogni comune ai fini della compilazione della TABELLA A allegata alla legge.
Dimostrazione della attendibilità delle previsioni di entrata del bilancio regionale per l'anno finanziario 1978 sul capitolo 195 "Proventi della Casa da gioco di Saint-Vincent"
1) Previsioni iniziali di bilancio |
£. 23.400.000.000 |
2) Somme introitate dalla Regione per il periodo 1° gennaio al 10 maggio 1979 pari a gg. 130 |
£. 9.483.284.810 |
3) Previsioni di bilancio per lo stesso periodo di cui al precedente punto 2) 23.400.000.000/365gg = 64.109.590 x 130 gg. |
£. 8.334.246.700 |
4) Maggiore entrata per i periodo 1/1-10/5/1979 rispetto alle previsioni iniziali di bilancio |
£. 1.149.038.110 |
5) Calcolo delle previsioni per il periodo 11/5-31/12/1979 sulla base della media fra le riscossioni avvenute e le previsioni iniziali |
|
a) 9.483.284.810/130 gg = 72.948.345 media giornaliera riscossa sino al 10/5/ 1978 |
|
b) 72.948.345+64.109.590/2 = 68.528.968 media giornaliera per il periodo 1/1-10/5/1979 |
|
6) Previsione aggiornata per l'anno 1979 |
|
a) riscossioni dal l° gennaio al 10 maggio 1979 |
£ 9.483.248.810 |
b) previsioni aggiornate per il rimanente periodo del 1979 (dal 11/5/ al 31/12) £ 68.528.968 (punto 5 - lett. b) x 235.gg |
£ 16.104.307.480 |
Totale previsioni aggiornate |
£. 25.587.556.290 |
Previsione iniziale di bilancio |
£. 23.400.000.000 |
Maggiore entrata annua prevista prudenzialmente contenuta in |
£ 2.187.556.290 £ 1.500.000.000 |
IL RAGIONIER CAPO REGGENTE
(S. VITALI)
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Disegno di legge regionale n. 84
REGIONE AUTONOMA VALLE D'AOSTA
Legge regionale ................................ n. ........ : CONTRIBUTI A FAVORE DEI COMUNI DELLA VALLE D'AOSTA PER IL FINANZIAMENTO DI OPERE PUBBLICHE, DI INTERVENTI PER L'AGRICOLTURA E DI SERVIZI DI INTERESSE COMUNALE DI CARATTERE SOCIALE E CULTURALE
Il Consiglio regionale ha approvato;
Il Presidente della Giunta regionale
PROMULGA
La seguente legge:
Art. 1
La Giunta regionale, entro 30 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, eroga ai comuni della Valle d'Aosta, per l'anno 1979, le somme indicate nella tabella A allegata alla presente legge, per il finanziamento di opere pubbliche, di interventi per l'agricoltura e di servizi di interesse comunale di carattere sociale, rientranti nei settori di competenza regionale.
Art. 2
I comuni della Regione dovranno, entro il 31 marzo 1980, presentare all'Amministrazione regionale - Servizio controllo comuni - un rendiconto delle spese fronteggiate con le somme erogate.
Art. 3
La copertura dell'onere di cui alla presente legge previsto in lire 2.850.000.000 è assicurata:
A) quanto a £. 350.000.000 dalla maggiore Entrata di pari importo già accertata sul capitolo 195 della parte Entrata del bilancio di previsione della Regione per l'anno finanziario 1979;
B) quanto a £. 2.500.000.000 dallo stanziamento previsto dal capitolo 2175 della Parte Spesa del bilancio preventivo della Regione per l'anno 1979 (Allegato E punto 2).
Art. 4
Al bilancio di previsione della Regione per l'anno finanziario 1979 sono apportate le seguenti variazioni:
PARTE ENTRATA
Variazioni in aumento:
Cap. 195 |
Proventi della Casa da Gioco di Saint -Vincent |
£. 350.000.000 |
PARTE SPESA
Variazioni in diminuzione
Cap. 2175 |
Fondo speciale per oneri derivanti da provvedimenti legislativi regionali in corso di perfezionamento (Spese correnti.- allegato E punto n. 2) |
£. 2.500.000.000 |
|
|
|
TOTALE |
£. 2.850.000.000 |
Variazioni in aumento:
Cap. 1891 |
La cui denominazione viene così modificata: "Contributi per il trasferimento ai Comuni della Valle d'Aosta di spese già parzialmente a carico della Regione per la manutenzione di opere pubbliche e la gestione di servizi di interesse comunale e di carattere sociale e culturale rientranti nei settori di competenza regionale, nonché di interventi a favore dell'agricoltura (legge regionale ...................... n. .....)" |
£. 2.850.000.000 |
Art. 5
La presente legge è dichiarata urgente ai sensi del terzo comma dell'art. 31 dello Statuto speciale per la Regione Valle d'Aosta, promulgato con legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 4, ed entrerà in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Valle d'Aosta.
TABELLA A
COMUNE |
TOTALE |
1) Allein |
22.803.000 |
2) Antey-Saint-André |
17.853.000 |
3) Aosta |
311.851.000 |
4) Arnad |
36.773.000 |
5) Arvier |
30.298.000 |
6) Avise |
22.329.000 |
7) Ayas |
28.107.000 |
8) Aymavilles |
45.424.000 |
9) Bard |
17.337.000 |
10) Bionaz |
28.731.000 |
11) Brissogne |
23.593.000 |
12) Brusson |
38.671.000 |
13) Challand-Saint-Anselme |
33.991.000 |
14) Challand-Saint-Victor |
26.766.000 |
15) Chambave |
38.388.000 |
16) Chamois |
21.173.000 |
17) Champdepraz |
29.144.000 |
18) Champorcher |
28.356.000 |
19) Charvensod |
34.890.000 |
20) Châtillon |
67.503.000 |
21) Cogne |
45.179.000 |
22) Courmayeur |
37.211.000 |
23) Donnas |
46.763.000 |
24) Doues |
24.935.000 |
25) Emarèse |
20.954.000 |
26) Etroubles |
27.736.000 |
27) Fénis |
43.539.000 |
28) Fontainemore |
30.599.000 |
29) Gaby |
29.098.000 |
30) Gignod |
36.394.000 |
31) Gressan |
25.738.000 |
32) Gressoney-La-Trinité |
21.618.000 |
33) Gressoney-Saint-Jean |
20.512.000 |
34) Hône |
32.383.000 |
35) Introd |
26.281.000 |
36) Issime |
25.408.000 |
37) Issogne |
30.403. 000 |
38) Jovençan |
23.974.000 |
39) La Magdeleine |
19.616.000 |
40) La Salle |
53.961.000 |
41) La Thuile |
27.621.000 |
42) Lillianes |
29.576.000 |
43) Montjovet |
35.133.000 |
44) Morgex |
47.059.000 |
45) Nus |
62.207.000 |
46) Ollomont |
22.791.000 |
47) Oyace |
23.897.000 |
48) Perloz |
30.200.000 |
49) Pollein |
22.149.000 |
50) Pontboset |
17.133.000 |
51) Pontey |
26.374.000 |
52) Pont-Saint-Martin |
47.341.000 |
53) Pré-Saint-Didier |
19.087.000 |
54) Quart |
52.073.000 |
55) Rhêmes-Notre-Dame |
25.980.000 |
56) Rhêmes-Saint-Georges |
28.349.000 |
57) Roisan |
23.262.000 |
58) Saint-Christophe |
39.555.000 |
59) Saint-Denis |
26.337.000 |
60) Saint-Marcel |
50.615.000 |
61) Saint-Nicolas |
46.433.000 |
62) Saint-Oyen |
23.095.000 |
63) Saint-Pierre |
84.949.000 |
64) Saint-Rhémy |
45.229.000 |
65) Saint-Vincent |
25.893.000 |
66) Sarre |
64.042.000 |
67) Torgnon |
46.569.000 |
68) Valgrisenche |
36.942.000 |
69) Valpelline |
29.591.000 |
70) Valsavarenche |
37.973.000 |
71) Valtournenche |
33.242.000 |
72) Verrayes |
99.746.000 |
73) Verrès |
46.661.000 |
74) Villeneuve |
46.613.000 |
|
2.850.000.000 |
Dolchi (P.C.I.) - Come vi ho già detto in apertura di seduta, la Commissione ha espresso il dovuto parere, che è stato distribuito a tutti i colleghi Consiglieri, e quindi l'argomento può essere discusso e votato. La parola al Presidente della Giunta.
Andrione (U.V.) - Ma, non credo che vi sia bisogno di una lunga illustrazione perché è un provvedimento ormai ricorrente. Vi è un'inesattezza, non è proprio una bugia, è un'inesattezza nell'elaborato dove si dice: "l'Associazione dei Sindaci della Valle d'Aosta"; in realtà l'Associazione dei Sindaci della Valle d'Aosta è stata sentita ogni anno per quanto riguarda il primo tipo di riparto, il primo schema. Per quanto riguarda invece la proposta di quest'anno, che è una proposta duplice, non è stata sentita perché, evidentemente, sarebbe stato un vuoto partigiano tra Comuni ricchi e Comuni poveri, dove alcuni, rispetto alla proposta abituale, ricevono meno e altri ricevono di più. Ci siamo ridotti a presentare al Consiglio questo tipo di alternativa, lasciando evidentemente al Consiglio il compito di decidere, perché ci sembra profondamente ingiusto trattare in modo uguale delle situazioni che alla base sono differenti, delle situazioni, cioè, dove questo intervento finanziario della Regione, ancora piccolo rispetto alla necessità comunali, viene fatto in maniera indiscriminata, senza tenere conto di quelle che sono le possibilità finanziarie dei Comuni stessi.
Abbiamo provato con differenti parametri di correzione, e quello che presentiamo come il sistema n. 2, chiamiamolo "parametro di correzione", ci è sembrato più equo, è cioè quello che, senza togliere troppo da una parte, comunque riesce a rimpinguare un poco le finanze di altri Comuni. Tenete presente che alla base di questo ragionamento vi è il fatto che da alcuni anni a questa parte le entrate comunali sono definite per relazione, e cioè si fa riferimento alle tasse, allora comunali, riconosciute in un certo anno, dopodiché ci sono dei parametri correttivi - quest'anno credo siano del 16 percento - con il quale viene aumentato questo tipo di intervento statale. È evidente che su 500 milioni di entrata del Comune di Courmayeur il 16 percento ha un significato, sugli 8 milioni del Comune di La Magdeleine è praticamente molto meno di quanto non è la normale inflazione e sta erodendo il potere d'acquisto della ditta, donde la necessità di studiare un metodo correttivo così come la Giunta propone con il...chiamiamolo "secondo sistema". Dall'altro lato cerchiamo di approfittare di questa legge per risolvere attraverso i Comuni una vecchia grana, che qui viene definita "alluvionale", ma che in realtà è semplicemente agricola, per la quale tredici Comuni erano stati esclusi da certe provvidenze e attraverso questo sistema di finanziamento ritrovano i 350 milioni, se ricordo esattamente, che non avevano avuto in quell'epoca. Questi sono i criteri.
Noi, come Giunta regionale, dichiariamo la nostra preferenza per il secondo sistema, però deve essere chiaro che questo sistema come i sistemi correttivi ha i suoi limiti, per cui non ci formalizzeremo se il Consiglio regionale preferirà invece il sistema tradizionale, anche questo comunque fondato su certi parametri, quello che è riportato come sistema n. 1.
Dolchi (P.C.I.) - È aperta la discussione generale. Chi chiede la parola? Nessuno chiede la parola in sede di discussione generale? Ha chiesto la parola il Consigliere Tonino e ha la facoltà di parlare.
Tonino (P.C.I.) - La posizione del nostro Gruppo, la posizione di carattere generale, in merito al disegno di legge che è oggi in discussione è nota: noi siamo per un decentramento agli Enti locali che non sia solo finanziario, ma che sia legato a delle deleghe, che sia legato alle funzioni che possono svolgere oggettivamente e realisticamente i Comuni, che sia legato alle importanti funzioni che noi crediamo che debbano poter svolgere nella nostra Regione le Comunità Montane. È questo l'unico modo, a nostro avviso, per sgravare la Regione di funzioni amministrative che rendono sempre più pesante il modo di operare del nostro istituto e l'unico modo inoltre per poter effettivamente lasciare alla Regione i suoi compiti principali, che per noi sono quelli di programmazione e di legislazione. Proprio prima abbiamo visto i ritardi che abbiamo in quest'ultimo settore e noi riteniamo che, oltre a delle mancate scelte politiche, questo ritardo sia anche dovuto alla programmazione regionale e al permanere di troppe funzioni amministrative dell'Ente Regione.
La legge che oggi si discute è, vista in questa ottica, largamente insufficiente, ed arriva anche molto in ritardo, direi, per usare una battuta, che arriva non solo in ritardo, ma come il cacio sugli spaghetti, proprio alla vigilia della campagna elettorale, comunque il ritardo è tra l'altro non giustificato. Io voglio qui ricordare che in sede di discussione del bilancio di previsione per l'anno 1979, già allora si fece una grossa discussione su questi temi, e noi presentammo in quel periodo una serie di emendamenti che allora erano possibili e che oggi, evidentemente, non sono più possibili per fare in modo che questi due miliardi e mezzo diventassero almeno cinque miliardi. Ci sembrava una proposta fattibile per quest'anno, che diventassero cinque miliardi, e non solo delegando, e lo sottolineo ancora una volta dei finanziamenti, ma anche delle deleghe, delle funzioni ai Comuni, alle Comunità Montane. Perciò era chiaro fin d'allora l'intendimento della Regione di decentrare unicamente questi due miliardi e mezzo.
Le novità...e poi entreremo nel merito di questi aspetti introdotti nel sistema di riparto, sicuramente non giustificano un ritardo così grosso; teniamo conto che se si pensa che la legge dovrà aspettare trenta giorni per essere operante, altri trenta giorni a disposizione della Giunta per poter assegnare i fondi ai Comuni, diventerà operante sicuramente dopo le ferie, e cioè con estremo ritardo. Ho già ricordato prima la proposta che noi avevamo fatto in sede di bilancio. Noi, ve lo dico adesso, in sede di discussione generale, crediamo che si debba andare nella stessa direzione, e assieme all'approvazione di questo disegno di legge vorremmo che il Consiglio regionale si esprimesse anche in tal senso; ci avviciniamo alla scadenza del bilancio di previsione del 1980 e quello sarà, ancora una volta, un momento in cui da parte nostra faremo una battaglia perché si vada ad adeguare questo intervento della Regione nel senso che indicavo prima, e su ciò farò poi distribuire un ordine del giorno che presentiamo come Gruppo Comunista.
Riguardo alla legge, vorrei alcuni chiarimenti e fare alcune osservazioni. Il sistema di riparto dello scorso anno, e lo avevamo già detto, è un sistema di riparto che in sostanza già privilegia e cerca di correggere l'intervento della Regione a favore dei Comuni più deboli ed era un metodo di riparto che avevamo sostanzialmente approvato, che era stato approvato anche dai Comuni. Il modo per correggere a favore dei Comuni più deboli il riparto dei fondi era stabilito utilizzando un correttivo, positivo o negativo a seconda della situazione economica finanziaria determinata alla chiusura dell'esercizio dei vari Comuni, del bilancio dei vari Comuni; in sostanza, le varie fasce soggette a questi correttivi positivi o negativi consideravano il rapporto abitante e capacità complessiva del bilancio alla chiusura dell'esercizio. Era questo un dato che noi riteniamo oggettivo e che aveva trovato sostanzialmente il nostro consenso.
Il sistema che viene proposto quest'anno, il secondo sistema, per intenderci, ci pare invece un tantino più pericoloso e voglio sinteticamente illustrare il perché. Qui ci sono, per ben due volte, due correttivi che, anziché guardare il dato oggettivo della capacità di bilancio, guardano alle entrate, ex compartecipazioni statali spettanti al Comune andando anche ad intaccare un principio, che mi sembra molto pericoloso. Non dobbiamo mai dimenticare che la principale controparte per i Comuni deve essere lo Stato e credo che in Valle d'Aosta ci siano anche i Comuni disabituati a fare, nei confronti dello Stato, una battaglia più energica e anche ad utilizzare tutte le possibilità perché il bilancio comunale sia più confacente ai nuovi compiti che oggi vengono richiesti ai Comuni, soprattutto dopo il 616, dopo le leggi di delega. Ora, il rapporto con lo Stato dev'essere un rapporto che i Comuni devono saper gestire. Andando a utilizzare questo dato delle compartecipazioni statali noi andiamo oggettivamente, come Regione, a mettere il naso, diciamo così, a perequare, se vogliamo, un rapporto Comune-Stato che, secondo me, dovrebbe essere estraneo all'intervento che la Regione fa con questa legge, e voglio spiegarmi meglio.
Le ex compartecipazioni statali derivano sostanzialmente dal modo con cui i Comuni hanno, prima della riforma, applicato nel proprio territorio le tasse, e alcune imposte, in particolare è il caso di citare l'imposta di famiglia, è il caso di ricordare l'applicazione corretta del dazio per tutte le applicazioni che avvenivano sul territorio comunale. Le compartecipazioni dello Stato sono poi state la conseguenza di questo modo di agire dei Comuni prima della riforma. Ora, andare a penalizzare i Comuni che correttamente avevano agito e che avevano svolto questo compito, ci sembra un tantino sbagliato sul piano del principio ed anche esagerato, per cui abbiamo alcune perplessità su questo metodo. Chiediamo dei chiarimenti alla Giunta in merito, tenendo conto sul piano generale che noi siamo per una perequazione che però si basa su dati oggettivi, e ci sembrava che la capacità di bilancio rapportata agli abitanti sia un dato oggettivo, e non invece penalizzando Comuni che si erano a nostro avviso ben comportati. Tra l'altro, in questo secondo metodo, questo principio di guardare soprattutto le ex compartecipazioni statali viene esasperato perché rientra in due modi, il primo escludendo dal riparto del 35 percento i Comuni in cui la quota, il rapporto entrate sostitutive e popolazione supera le 95.000 lire e infine la somma residuale dei massimali di cui al 25 percento, che è quella relativa all'estensione, viene ancora una volta distribuita in misura inversamente proporzionale, ancora una volta alle ex compartecipazioni...ci sembra un tantino forzare la mano in tal senso e perciò non ci sembra un metodo oggettivo, questo sui due metodi proposti dalla Giunta.
Ulteriori chiarimenti li vorremmo avere su due punti, e il primo è questo: dice la legge, e lo diceva la legge negli anni precedenti, che i Comuni devono, entro il 31 marzo di ogni anno, presentare un rendiconto delle spese fronteggiate e delle spese erogate. Ecco, noi crediamo che su questo punto ci debba essere del rigore perché siamo per il decentramento finanziario, siamo perché i Comuni abbiano delle deleghe, però siamo anche perché questi soldi siano rapidamente spesi e spesi bene, per cui vorremmo conoscere anche il giudizio della Giunta regionale rispetto al modo e alla tempestività con cui i Comuni hanno impegnato questi fondi.
Ultimo chiarimento: i famosi "350.000.000" che vengono aggiunti e che dovrebbero, se ho ben capito, servire per chiudere quella vicenda relativa al verde rurale...si poteva forse evitare, nella relazione, di scrivere che questi interventi serviranno per le aziende danneggiate dalle alluvioni dell'agosto 1978! In ogni caso, anche su questo vorremmo conoscere perché si è scelta questa formula, ma la cosa che ci interessa di più è come, praticamente, può verificarsi questa erogazione da parte dei Comuni a dei privati di somme che dovrebbero essere, a leggere la relazione della legge, destinate a fronteggiare il settore agricolo danneggiato dalle recenti alluvioni.
Dolchi (P.C.I.) - C'è iscritto a parlare il Consigliere Clusaz; ne ha facoltà.
Clusaz (U.V.) - Secondo me, trovo più giusta la seconda soluzione, perché? Perché esclude una parte del contributo ai Comuni il cui introito da parte dello Stato supera le 95.000 lire a testa, se ho capito bene. Allora faccio un piccolo esempio: prendiamo Aosta, la cui popolazione si aggira sulle 40 mila, prende dallo Stato senz'altro 3.000.000-3.500.000, cioè tre miliardi e mezzo; prendo un altro esempio, cioè Rhêmes-Saint-Georges, per dirne uno, che arriva sui 10-11 milioni, allora la differenza c'è anche in rapporto alla popolazione. Quanto diceva Tonino lo condivido in parte, anzi, in piccola parte, perché lui cita quell'esempio dei Comuni che dice che si sono comportati correttamente, hanno avuto queste tasse e di conseguenza lo Stato gli ha dato un tot...d'accordo, però non dimentichiamo che certi Comuni, sapendo di questa legge, cinque, sei o sette mesi prima, ora non lo so, hanno addirittura, per quanto riguarda la tassa famiglia, non solo raddoppiato o triplicato, ma addirittura quadruplicato o quintuplicato l'importo proprio in previsione di ciò, e quello ha fatto scattare una differenza enorme. Ma c'è di più (e questo vale soprattutto per i piccoli Comuni): prendiamo un Comune che l'anno prima o due anni prima aveva fatto certe costruzioni, certi lavori...l'introito per quanto riguarda il dazio era di quattro o cinque volte superiore all'anno, combinazione, a quell'anno lì, e per altri il contrario, perché una buona parte dell'entrata dei Comuni era il dazio sulle costruzioni. Allora, si dà il caso che in quell'anno in certi Comuni le costruzioni siano state molto meno e viceversa...ecco, è stato un divario indipendentemente dalla capacità degli Amministratori. Allora, per quanto mi riguarda, io preferisco la seconda soluzione perché la ritengo più equa.
Dolchi (P.C.I.) - La parola al Consigliere Pollicini.
Pollicini (D.P.) - Mah, io tutt'al più ripeto sinteticamente quello che ho già detto in Commissione Affari Generali. Abbiamo appena finito di parlare di programmazione sull'oggetto precedente e questo provvedimento tutto sommato è un provvedimento portato avanti secondo un meccanismo aritmetico, con alcuni correttivi, ma che non tiene conto, almeno dal mio punto di vista, di quelli che sono i differenti problemi, le differenti esigenze delle Amministrazioni comunali.
Certo, noi siamo favorevoli a questo disegno di legge perché viene incontro a quelle che sono le esigenze finanziarie di copertura, di ordinaria amministrazione degli Enti comunali. Ma ecco, non è, non mi pare che sia questa la funzione che dovrebbe svolgere la Regione...mi pare piuttosto che in questo discorso dovrebbe entrare qualcosa di molto più ampio. Se noi dobbiamo con questo intervento di due miliardi e mezzo più la quota dell'Agricoltura coprire i costi di gestione dei Comuni, può andare, e allora dico che ad un certo punto si potrebbe fare una legge e non avere un provvedimento, ogni anno, che tutto sommato non ha nessuna capacità di incidere su quella che è la possibilità di sviluppo dei Comuni stessi; d'altra parte mi pare che sia evidente l'entità numerica limitata dei nostri Comuni. Abbiamo dei Comuni sui 100 abitanti, quindi che possibilità può avere questo limite di cento persone per il loro sviluppo, per sviluppare o meno il futuro dell'economia e della vita di quel paese? Ecco perché ribadiamo, l'ho ribadito in Commissione, un'esigenza che non è un chiodo fisso dei Democratici Popolari, ma un'esigenza che è proprio funzionale, operativa, di vedere più ampio questo confine che molte volte è talmente stretto per cui non è possibile fare alcun intervento sul piano socio-economico in tale settore.
I Comuni hanno ancora alcune funzioni che vorremmo fossero accentuate proprio perché dovrebbero avere una libertà di iniziativa superiore a quella che oggi è loro riconosciuta. Ecco che, a questo punto, dico che sarebbe stato molto più opportuno vedere il discorso dell'intervento regionale nei confronti delle Comunità Montane. Evidentemente siamo piuttosto soli in questa battaglia, ma ci crediamo, perché per ogni provvedimento che viene portato in questa sala si evidenzia l'insufficienza dell'intervento proprio perché non si vuole aumentare quella che è l'ampiezza del bacino di intervento che serve per intervenire a Rhêmes-Notre-Dame (100 abitanti), che serve per intervenire a Chamois (che so, qualcosa di più), che serve per intervenire a La Magdeleine. Qui il problema è che se il discorso è previsto nell'ambito della Comunità Montana, pur rendendoci conto anche noi che proprio per il territorio queste Comunità Montane hanno alcune diversificazioni anche al loro interno...basta vedere la Comunità n. 2 che ha Cogne, Saint-Nicolas, eccetera; quindi diremo che Cogne, proprio per la sua dislocazione, è posta quasi fuori dalla Comunità stessa, però è indubbio che abbiamo dovuto cercare di fare un tipo di suddivisione per perimetri comunitari che tenesse conto di queste cose...inaccettabile un compromesso? Diremo così, un grosso compromesso, però era un compromesso necessario.
Bene, questo tipo di intervento che noi facciamo oggi, e che abbiamo fatto gli ultimi tre anni, è un intervento che se vuole venire incontro a quelle esigenze che dicevo prima, può andare, ma se si propone di chiedere ai Comuni una possibilità di incidere sulla propria realtà, riteniamo che non abbia queste prospettive. D'altra parte continuiamo a insistere che è necessario che questo Consiglio corregga la legge sulle Comunità Montane per modificare l'attuale divisione delle Comunità Montane, però è un istituto che secondo noi ha bisogno di essere lanciato...non dico rilanciato perché ho la sensazione che per la volontà di questa Giunta e quella che si è eletta il 28 dicembre del 1974, le Comunità Montane non sono state lanciate, non sono state in grado di poter decollare, però è un'esigenza che ogni giorno si conferma sempre più urgente, cioè dare la possibilità di camminare a questo istituto che è stato creato per l'esigenza fondamentale della sopravvivenza di queste Regioni così difficili da gestire. Se non facciamo così, continueremo ad andare avanti con questi contributi che sono necessari, però non hanno possibilità di essere utilizzati per lo sforzo che la Regione fa, e non sono d'accordo, ad esempio, di impostare un discorso così parametrico, così di suddivisione quasi aritmetica di questi fondi, proprio perché non penso che rispondano ai problemi, perché da paese a paese i problemi sono diversi, a meno che, ripeto per l'ennesima volta fino alla noia, questo intervento non abbia la funzione di un intervento che possa essere quello di coprire il deficit di amministrazione.
Un altro discorso che vorrei fare: la Regione ha un obbligo nei confronti di questi Comuni che è anche quello di dare alcune deleghe, alcune funzioni, su questo concordo con Tonino, per consentire alla Regione di sviluppare un suo compito di indirizzo, di legislazione, di programmazione, lasciare ai Comuni e, in particolare, io sostengo, alle Comunità Montane che hanno le dimensioni per poterlo fare, la possibilità di gestire il territorio in maniera tale da poter essere in grado di incidere nell'ambito della Comunità stessa; così facendo, invece, dividendo sostanzialmente a ciascun Comune, sprechiamo la possibilità di utilizzare del denaro pubblico in maniera produttiva.
Entrando nei particolari sulla proposta di legge, ecco, sono d'accordo anch'io che così, pur con le insufficienze che può avere, è più necessario premiare i Comuni più deboli, perché mi pare che la soluzione n. 2 - ho qui la tabella di raffronto - ci proponga proprio questo, sia pure con quel meccanismo, però il risultato è che, salve delle eccezioni, con la proposta n. 2 vengono premiati i Comuni più deboli. Un altro aspetto che forse ci lascia un po' perplessi è quello della suddivisione del 35 percento con l'esclusione dei Comuni il cui rapporto entrate sostitutive-ex tributi diretti e indiretti, ex compartecipazioni statali per popolazione residente alla fine del 1978,risulta superiore a 95.000 lire; ecco, qui, diciamo, è un confine, e a meno che non ci siano dei dati molto precisi che io non conosco si rischia di vedere che un Comune che ha 94.999 lire sia compreso e il Comune con 95.000 sia escluso. Forse...non lo so se esistono queste differenze, può darsi che non ci siano, ma se ci fossero sarebbe opportuno evitare che per una lira in più o una lira in meno si perdessero dei milioni.
Dolchi (P.C.I.) - Non c'è più nessuno iscritto a parlare? Ha chiesto la parola il Consigliere Nebbia.
Nebbia (P.S.I.) - Solamente per riaffermare e meglio illustrare le considerazioni già fatte in Commissione e riportare nel parere...cioè condivido quanto è stato detto, che questi fondi sono insufficienti perché è opportuno costituire appunto fondi da decentrare ai Comuni, alla Comunità Montana, in modo tale che la Regione assuma, riaffermi le sue caratteristiche di Ente di programmazione e di legiferazione e perda quelle caratteristiche di esecutività che ha ancora adesso a favore dei Comuni.
Però, altro aspetto che avevo rilevato è come sono i parametri riportati nel disegno di legge e presentati secondo la tabella A e B, si dice secondo il secondo sistema...sono parametri opinabili, non assolutamente conseguenti a una serie di valutazioni che dovrebbero invece derivare da scelte di pianificazione, di programmazione. Mi spiego meglio: sono state fatte delle valutazioni puramente di ordine - l'ha rilevato qualcun altro - aritmetico, che prendono in considerazione una serie di fatti che non sono poi tutti quelli che coinvolgono le Amministrazioni comunali e che non sono conseguenza poi di scelte particolari o d'indirizzi particolari. Infatti non si parla assolutamente di incidenza del turismo, cioè sappiamo benissimo che certi Comuni hanno delle popolazioni variabili a seconda dei momenti e dei periodi, e quindi varia l'incidenza sulle spese in modo estremamente diverso rispetto ad altri Comuni. Non si parla dell'incidenza e dei pesi provocati dagli insediamenti industriali, non si parla di problemi connessi al traffico, che vediamo proprio recentemente diventare sempre più pesanti per i Comuni. Non si parla, ancora di più, di scelte che appunto dovrebbero conseguire una politica di pianificazione, nel senso che dovrebbero, a seguito di scelte di questa politica, essere sostenuti economicamente, maggiormente i Comuni che si trovano in condizione più disagiata e che devono avere un appoggio per poter raggiungere una soglia di sufficienza. Oltretutto un altro parametro che è stato considerato è quello della popolazione residente e, a parere mio, abbastanza aleatorio, nel senso che molti Comuni hanno la popolazione residente diversa da quella presente, in quanto, purtroppo, risultano ancora residenti moltissime persone che abitano e vivono addirittura al di fuori della Regione. E d'altra parte ci sono i Comuni turistici dove la popolazione residente è decisamente inferiore a quella effettivamente presente. Questo per dire che il problema dei parametri è abbastanza... in questa sede direi addirittura secondario, vista la dimensione prevista di questi fondi di 2,5 miliardi e vista la suddivisione in 74 Comuni dove avviene la polverizzazione di questi interventi per cui molti Comuni si troveranno effettivamente in difficoltà ad utilizzarli secondo le indicazioni della Regione.
Sarebbe necessario, ripeto, una rivalutazione dell'investimento, in modo tale che i Comuni possano fare degli interventi organici completi da dimostrare, da giustificare poi alla Regione. Per questo motivo, per il fatto che comunque il provvedimento costituisce un decentramento e che molti Comuni si trovano oggi forse ad avere necessità di questi fondi, il nostro parere è favorevole. Valgono però le critiche espresse e l'invito alla Giunta regionale di rinforzare questi investimenti. A questo proposito, poiché è stato presentato l'ordine del giorno del P.C.I. e poiché mi pare che in questo ordine del giorno si sono mantenuti questi concetti, già subito, adesso, esprimo parere favorevole anche all'ordine del giorno.
Dolchi (P.C.I.) - La parola al Consigliere De Grandis.
De Grandis (P.R.I.) - Questo è un provvedimento tipico davanti al quale io avverto una certa crisi di rigetto. Ma sì, io sento una crisi di rigetto, credo che i miei amici Consiglieri dell'Union e anche i D.P. devono sentirsi torcere un po' le budella. È un provvedimento classicamente romano, troppo, proprio in quel modo che noi così pesantemente screditiamo giustamente, è una forma di mantenere il potere accentrato anziché decentrarlo alle Comunità. Quello che mi spaventa di più non è tanto il "provvedimento tampone" in sé, che potrebbe anche avere una giustificazione di carattere contingente, ma è il fatto che questo si ripete ormai da 3 anni. Allora io richiamo qui le critiche che avevo fatto in sede di discussione di bilancio, quando avevo detto che il bilancio regionale, così come era stato concepito, rispondeva a una funzione gestionale anziché a una funzione programmatoria, e questo certamente è un provvedimento che s'inquadra in quel tipo di logica.
Stamattina abbiamo discusso uno studio di grande interesse, interesse che è stato riconosciuto da tutti i Consiglieri, ne è nato un plauso alla Giunta proprio sotto le elezioni; dirò, qui ne nasce anche un biasimo forse più piccolino, se volete, però si tratta, come dico, di soliti provvedimenti che lasciano estremamente la bocca amara, anche se non mi sembra possibile bocciarlo o votare contro perché di questi denari i Comuni hanno una fame assoluta, almeno i pochi Comuni che ho potuto sentire mi hanno detto: "Per carità, se non arrivano neanche quelli non turiamo neanche le falle del bilancio". Quindi evidentemente siamo nella condizione del capestro di dovere dire sì a un provvedimento che ripeto, non dovrebbe più ripetersi, dovrebbe essere eliminato come concessione di provvedimento.
Non dobbiamo essere così contraddittori tra di noi, e quando Roma si comporta in quei termini con la Regione Valle d'Aosta, rivoltarci dicendo che è la solita "politica del rubinetto", che serve, che viene regolato a seconda se stiamo buoni o bravi o a seconda delle rispondenze che ci sono tra qui e Roma, e poi fare la stessa cosa nei confronti dei Comuni e anche delle Comunità Montane...ce ne dimentichiamo, ma evidentemente siamo in una grave contraddizione! Perciò, se la Giunta s'impegna a fare in modo che sia l'ultimo provvedimento di questo tipo, io sono favorevole; diversamente, la discussione si dovrà aprire nei giorni e mesi successivi in maniera più approfondita perché si trovino soluzioni di tipo decisamente diverso, che vanno in ben altro ordine di idea, che è l'ordine della programmazione, quindi di un decentramento effettivo, reale, che riconosca alle Comunità Montane, agli Enti minori la capacità di autogestirsi e che dia la dignità perché questi provvedimenti sono anche diseducativi.
Dolchi (P.C.I.) - La parola al Consigliere Pedrini.
Pedrini (Ind. P.L.I.) - Con questo intervento penso che il Presidente della Giunta abbia sentito un po' gli umori, evidentemente. So anche che pensava di presentare in un prossimo futuro qualcosa in variazione di questa prospettiva sulla quale, effettivamente, io non posso che concordare con i miei colleghi che mi hanno preceduto. Aspettiamo quindi da parte nostra quanto il Presidente della Giunta pensa di fare in materia; dopodiché, noi, approvando questo, ci riserviamo per la prossima volta.
Dolchi (P.C.I.) - Non c'è più nessuno iscritto a parlare in sede di discussione generale. Io vorrei, per l'ordine dei lavori, prima di dare la parola al Presidente della Giunta per le conclusioni del dibattito, sapere se altri intendono prendere la parola, sennò dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola al Consigliere Minuzzo.
Minuzzo (P.S.D.I.) - Mah, devo dire che condivido certi concetti espressi dal collega Pollicini, ho condiviso quando nel passato Consiglio è intervenuto per chiedere che i lavori delle Commissioni e del Consiglio in questo momento venissero sospese. Dal momento che siamo tutti impegnati nella campagna elettorale, a maggior ragione ritengo il discorso che ha fatto Pollicini serva per il mio Partito, in quanto è un Partito più piccolo, per cui ha meno disponibilità di tempo per impegnarsi in altre cose che sono diverse da quelle della campagna elettorale che stiamo vivendo.
Questo disegno di legge ci è stato recapitato il 25 di questo mese, ci siamo trovati a discuterlo oggi...5 giorni, dico! Almeno per quanto riguarda il mio Partito, non vi è stata la possibilità materiale, non ci sono stati i tempi per poter far trovare documentazione, studiare il problema un po' più a fondo, sentire anche i Sindaci dal momento che qui c'è scritto che l'Associazione è stata sentita; poi il Presidente ha fatto la rettifica, sentite le critiche tutte che sono state fatte a questa proposta di legge, critiche indubbiamente costruttive.
Chiedo ai colleghi Consiglieri se non è il caso di rinviare questa legge ad un prossimo Consiglio; diversamente mi astengo, perché non ho avuto tempo materiale per raccogliere quella documentazione necessaria per poter dare un voto cosciente su questo disegno di legge.
Dolchi (P.C.I.) - Il Consigliere Minuzzo formalizza la sua proposta di rinvio?
Minuzzo (P.S.D.I.) - È chiaro, l'ho fatto, chiedo il rinvio, se poi i colleghi non l'accettano...
Dolchi (P.C.I.) - Allora, sulla proposta di rinvio - mi sembra ai sensi dell'articolo 51 - per un più approfondito esame in Commissione, c'è la proposta del Consigliere Minuzzo, e su quella proposta ha chiesto la parola il Consigliere Pedrini.
Pedrini (Ind. P.L.I.) - Io capisco quanto dice il Consigliere Minuzzo, però, anche se sono pochi, anche se sono mal concessi...i Comuni hanno bisogno di questi soldi, non possiamo continuare così, sempre a tenerli sul filo della corda, per cui chiedo che la proposta sia respinta.
Dolchi (P.C.I.) - Il Consigliere Pedrini si pronuncia contro la proposta di rinvio. Ci sono altri che chiedono la parola? Viene ritirata la proposta di votazione sulla proposta di rinvio. Altri che chiedono la parola in sede di discussione generale? Allora è chiusa la discussione generale.
La parola al Presidente della Giunta.
Andrione (U.V.) - Numerose critiche sono state fatte. Ve ne è una che è valida e che accetto, perché tra l'altro è responsabilità mia personale, ed è quella che questo provvedimento giunge in ritardo, il che spiega anche il perché non siamo favorevoli alla proposta di rinvio del Consigliere Minuzzo; giunge in ritardo perché abbiamo fatto tutti i vari studi, effettivamente poteva anche essere approvata prima. Di questo devo dare atto a Tonino. Però siamo arrivati pressati anche da molti altri problemi ed è su specifica richiesta dell'Associazione dei Sindaci che l'abbiamo portato oggi.
Per quanto riguarda le altre critiche, io partirei da un'affermazione fatta dal Consigliere De Grandis, dicendo che è vero che questo provvedimento è romano, ma è vero che è romano perché è obbligato da una certa legislazione e da un certo tipo di finanziamento dei Comuni esistenti in Italia in questo momento, perché va tanto bene quando si parla di linea teorica, ma qui dobbiamo scendere un attimo nella pratica. E allora, se da un lato ai Comuni vengono aggiunte continue competenze e vengono versate così, en vrac, queste competenze senza tenere conto delle differenze dei Comuni...perché è evidente che la legislazione comunale italiana fa riferimento sempre a certi Comuni tipo che sono Milano, Roma e Torino o città di questo genere, e queste competenze devono poi essere svolte da Comuni come Saint-Nicolas e anche Cogne, che è un Comune relativamente grosso in Valle d'Aosta...ci si trova di fronte ad una impasse totale, perché basta ricordare dall'altra parte il "decreto Stammati", per vedere che i Comuni non riescono a far fronte alle loro competenze anche sotto il profilo finanziario per quel distorto meccanismo a cui accennavo prima del congelamento delle entrate comunali a una certa data, con successive variazioni di percentuali decisi di anno in anno, e quindi si traggono le somme.
È quindi evidente che questo provvedimento non ha nessuna intenzione programmatoria ed è un provvedimento temporaneo, perché non sarebbe neanche di nostra competenza, d'altra parte l'approvazione alla Commissione di Coordinamento è sempre stata condizionata, e...qual è l'alternativa? Se non vi è questo "provvedimento tampone" per molti Comuni e per la Valle d'Aosta, si dovrebbe dire per quasi tutti i Comuni, ci sarebbe la pura e semplice misura dell'attività comunale, perché non si coprono neanche le spese obbligatorie e correnti, e interveniamo in questa misura non per avere delle ambizioni di decentramento o di cambiamento nel tipo di strutture amministrative, ma per impedire una paralisi dovuta...non a colpa nostra, non alla legislazione regionale, ma alla legislazione romana, oppure applichiamo l'altra regola d'oro italiana e seguiamo l'esempio degli altri che sono sempre 8.000 sottratti i 74 Comuni della Valle d'Aosta che, da soli, senza bisogno di industria di Stato, totalizzano qualcosa come più di 50.000 miliardi di lire di passivo...la cifra detta così suona poco, ma messa insieme può fare tremare le ginocchia a tutti i contribuenti. Allora giustamente, mi sembra, per una volta Tonino ha detto come sono le cose, la principale controparte dei Comuni deve essere lo Stato, dovrebbe essere lo Stato, però lo Stato si ricorda dei Comuni soltanto quando si tratta di distribuire delle competenze, tra l'altro con un sistema di deleghe che non condividiamo, mette in carica ai Comuni queste competenze e poi dimentica tutto quello che è il seguito di queste deleghe, dimentica tutto quello che è la responsabilità, e qui, polemica che non c'entra con questa legge che è molto più ampia, noi non crediamo al sistema delle deleghe, noi crediamo al sistema della responsabilità, della responsabilizzazione. Andate a vedere in Svizzera, dove si amministrano però con una certa maniera, non con deleghe, ma con poteri originari direttamente ai Comuni...certo che i Comuni svizzeri sono i più prosperi del mondo e non hanno bisogno d'interventi!
Quindi noi presenteremo in Consiglio regionale una legge d'iniziativa regionale, ma che deve essere approvata dal Parlamento, per aver, come Regione, competenza primaria in materia di Comuni, così come hanno altre Regioni a Statuto autonomo, per poter finalmente affrontare questo problema con le competenze nostre, specifiche, e quindi non discutere su un certo tipo di organo previsto dalla legge nazionale, Comunità Montane e organo programmatorio o decisionale, ma avere gli strumenti per spingere i Comuni con una serie di validi interventi a superare lo stadio piccolo e volutamente mantenuto. Le popolazioni sono, purtroppo, io lo dico francamente, tenacissimamente attaccate a livello piccolo, comunale, che in questo momento non è superabile, ma che se non sarà superato lasciando alcune competenze ai Comuni, magari elevando le altre competenze, quelle che normalmente con queste leggi di Stato a cui facciamo allusione vengono sbattute in testa ai Comuni su territori più grandi, è evidente che la soluzione di questo problema, la quadra, come si dice, non si troverà mai...motivo per il quale l'ordine del giorno del P.C. non ci trova consenzienti, perché delegare in materia di agricoltura, di lavori pubblici, Aziende di soggiorno, così, con delega generica, la Regione non s'interessa più di questo e delega ai Comuni, lavori pubblici, nella realtà comunale della Valle d'Aosta ci saranno forse 2 o 3 Comuni che sono in grado di assumersi in proprio le spese della gestione dei lavori pubblici, degli appalti e cose di questo genere, non certamente la maggioranza di Comuni...insomma, potrei continuare l'esemplificazione per molto tempo. Lo stesso testo di legge dal primo anno ad oggi, e non sono tanti anni, è cambiato, perché avevamo scritto che potevano essere solo impiegati per investimenti, ma è tale la carenza della finanza comunale, in genere (vi sono le eccezioni...), è tale la carenza che, se non avessimo fatto questo tipo di modifica, di nuovo avremmo avuto una paralisi comunale o perlomeno la non possibilità di rispondere a quelli che sono i compiti obbligatori dei Comuni.
Faccio un solo esempio: il Comune di Aosta, che pur è il più grosso Comune della Regione, non ha la disponibilità di un impiegato per una Biblioteca di quartiere, non lo può avere per via del decreto statale. Ora, quando si arriva a questi punti, che è la Regione che finanzia, mi sembra che parliamo di una situazione comunale che è vicina al collasso, così come sono al collasso la maggior parte, la stragrande maggioranza dei Comuni italiani; basta prendere il bilancio dei Comuni di Bergamo, Bologna o Torino per rendersi conto che cosa sta avvenendo e noi interveniamo in questa maniera.
Giustamente è stato detto che i parametri sono di per sé dei parametri discutibili, su questo concordiamo perfettamente, è stato scelto un certo tipo, se ne possono scegliere all'infinito, mi pare, per arrivare nei limiti del possibile a una perequazione, e il sistema, il secondo sistema cerca di essere perequativo e non punitivo nei confronti delle Amministrazioni che sarebbero state più diligenti che altre, perché almeno dal nostro esame, che è stato lungo e condotto con un certo scrupolo, è apparso che i Comuni più ricchi, sempre come entrate statali...Courmayeur grazie al dazio, perché a Courmayeur si costruiva, e quindi il dazio ha portato su le finanze di Courmayeur; Valtournenche, grazie alle centrali di Pereira, ha delle entrate che altri Comuni non hanno proporzionalmente; Saint-Vincent, grazie alla tassa sugli spettacoli che è stata computata tra le entrate comunali, e così via...e quindi questo tipo di riparto tiene di nuovo conto di questa situazione di fatto esistente.
Ancora un'ultima battuta, sempre quando riaffronteremo questo problema in sede di bilancio, eccetera: sempre, ogni volta che si parla di competenze, bisogna assolutamente che vi sia una finanza comunale, su questo siamo d'accordo. Siamo disposti, se la nostra legge passa, a prevedere un riparto originario per i Comuni, ma riparto originario, comunque legato a specifiche responsabilità, responsabilizzazione dell'Amministrazione, non soldi che vengono dal cielo, non soldi per i quali quando si richiede alla Regione tutto è sempre possibile, che sia faraonico o che non sia faraonico è sempre tutto accettato, il sistema della delega porta inevitabilmente a questo.
Un rendiconto...Tonino ha ragione, i rendiconti non li ho qui, i rendiconti vengono fatti...abbiamo avuto pochi casi, però ne abbiamo avuti alcuni in cui ci sono stati contrasti, abbiamo avvertito i Comuni che, in caso non avessero messo in ordine le loro finanze, sarebbero stati esclusi nell'eventuale legge di riparto successivo...perché dico "eventuale"? Perché la differenza è nata e continua ad essere temporanea, in quanto siamo già al 3° slittamento della famosa "riforma delle finanze degli Enti locali" dove credo tutti i Partiti nazionali che qui - non Pollicini ed io, perché, poverini, non abbiamo voce in capitolo - si sono formalmente impegnati per diversi anni e che continua a slittare per il fatto che evidentemente per parlare di riforma delle finanze locali bisogna anche reperire i fondi e bisogna incominciare a mettere un po' di ordine in quella voragine di debiti di cui parlavo prima. Impresa non certo facile, però evidentemente bisogna farlo, e ancora una volta dichiariamo che l'unica soluzione è quella che vi sia una finanza comunale; finanza comunale con tassa comunale, e con diretto controllo da parte degli amministratori sulla finanza comunale, sennò tutto ricade in questo vasto calderone, in questo vasto disordine in cui i fondi vanno e vengono e in cui i Comuni si vedono dall'oggi all'indomani competenti per concedere licenze, per tenere in ballo...e così, quando la competenza era della Questura, ci voleva una settimana...adesso che sono competenti i Comuni ci vuole un mese e mezzo, per mancanza di personale, per mancanza di organizzazione atta a recepire certe cose che sono sbolognate così troppo sovente, anche per fare un piacere a certe istituzioni dello Stato che non hanno più voglia di occuparsi di certi problemini.
La nostra proposta, chiamata ancora una volta "proposta tampone", è comunque quella che permette ai Comuni della Valle d'Aosta in questo momento di superare lo scoglio di questa riforma della finanza locale che comunque deve venire, ma deve venire e dovrà trovare i nostri Comuni non indebitati, non eccessivamente indebitati, perché è l'ultimo esempio che porto, i Comuni sono stati autorizzati ad indebitarsi fino a una certa cifra, il Comune di Aosta per 3.000 milioni a pagamento delle spese correnti...credo che non esista nessun Paese al mondo con un sistema finanziario di questo genere, perché è evidente che dopo 25 anni uno avrebbe da pagare tutto il debito precedente enorme e dopodiché accenderne un altro, rifinanziare le spese correnti, dico, ed è in quella situazione che si vuole parlare di programmazione comunale. A livello comunale mi sembra che tra la realtà esistente e quella che è auspicabile corre un tale oceano che questo piccolo modesto provvedimento serve soltanto a mantenere i Comuni della Valle d'Aosta in una situazione tale per cui non possiamo scrivere su ogni caso comunale: "fallimento, chiudiamo" e non possono fare più niente".
Dolchi (P.C.I.) - Il Consiglio è chiamato, dopo la chiusura della discussione generale, a pronunciarsi sull'ordine del giorno che è stato presentato a firma del Capo Gruppo Comunista collega Tonino. Sull'ordine del giorno sono ammessi interventi per dichiarazione di voto. C'è qualche collega che intende prendere la parola?
Ordine del giorno
Il Consiglio regionale
In occasione della discussione del disegno di legge regionale concernente: "Contributi a favore dei Comuni della Valle d'Aosta per il finanziamento di opere pubbliche, di interventi per l'agricoltura e di servizi di interesse comunale di carattere sociale e culturale"
Ravvisata la necessità di attuare una politica di decentramento a favore dei Comuni e delle Comunità Montane per garantire democraticità ed efficacia alle scelte regionali;
Considerata l'inadeguatezza dello sforzo finora compiuto in tal senso dalla Regione;
Delibera
di impegnare la Giunta regionale a presentare, in sede di predisposizione del bilancio di previsione per l'anno 1980, proposte di ulteriore decentramento finanziario e di deleghe a favore dei Comuni e Comunità Montane, principalmente nei seguenti campi:
- Agricoltura
- Lavori Pubblici
- Aziende di Soggiorno
- ed in eventuali altri settori, sentiti gli Enti locali interessati.
F.to: Tonino Alder
L'ordine del giorno è stato distribuito a tutti i Consiglieri, io non lo rileggo. Nessuno prende la parola sull'ordine del giorno per dichiarazione di voto? Allora metto in approvazione per alzata di mano. Favorevoli? Contrari? Astenuti?
Esito della votazione:
Presenti: 30
Votanti: 29
Maggioranza: 16
Favorevoli: 11
Contrari: 18
Astenuti: 1 (Berti)
Il Consiglio non approva.
Si passa all'esame e alla votazione del disegno di legge n. 84.
Articolo 1. Metto in approvazione. Chi è d'accordo? Contrario? Astenuto?
Esito della votazione:
Presenti: 30
Votanti: 28
Maggioranza: 16
Favorevoli: 28
Astenuti: 2 (Riccarand e Minuzzo)
Il Consiglio approva.
Articolo 2. Stesso risultato.
Articolo 3. Stesso risultato.
Articolo 4. Stesso risultato.
Articolo 5. Stesso risultato.
Primo sistema di riparto da cui consegue il riparto previsto numericamente nella tabella A. Contrari? Astenuti?
Esito della votazione:
Presenti: 30
Votanti: 26
Maggioranza: 16
Favorevoli: 6
Contrari: 20
Astenuti: 4 (Berti, Minuzzo, Nebbia e Riccarand)
Il Consiglio non approva.
Metto quindi in votazione, per alzata di mano, il secondo sistema di riparto con le conseguenti elencazioni numeriche contenute nella tabella A contrassegnata con secondo sistema di riparto. D'accordo? Contrari? Astenuti?
Esito della votazione:
Presenti: 29
Votanti: 19
Maggioranza: 15
Favorevoli: 19
Astenuti: 10 (Berti, Bajocco, Carral, Cout, Dolchi, Mafrica, Minuzzo, Nebbia, Riccarand e Tonino)
Il Consiglio approva.
Ci sono dichiarazioni di voto? La parola al Consigliere Tonino.
Tonino (P.C.I.) - Molto brevemente, perché credo che valga la pena di sottolineare come sia sconcertante in questo Consiglio il modo con cui andiamo a discutere di cose importanti e come sia il caso di sottolineare l'urgenza di discutere di questi problemi in un modo più approfondito in questa sede consiliare. Il Presidente della Giunta dice una cosa che per me è nuova; non ho mai sentito e credo che anche i Consiglieri non hanno mai sentito, è la prima volta che sentono: "noi siamo contrari, non crediamo alle deleghe"...mi sembra che sia la prima volta che lo sentiamo, "siamo contrari alle deleghe" approvando una legge di delega...questa è una legge di delega, è una legge che non finanzia la parte corrente dei Comuni, ma che delega ai Comuni la possibilità di fare investimenti nel campo delle opere pubbliche, nel campo dei servizi sociali...ma se la delega non è questa, Presidente, cos'è la delega? Vorrei capirlo, solo per chiarire che tipo di linguaggio parliamo! E non accettiamo neanche...queste evidentemente sono delle opinioni, tutte le opinioni sono accettabili...non accettiamo neanche quella visione così semplicistica e asettica del fenomeno che avviene nel nostro Paese di contrapposizione fra Comuni e Stato. Il problema del bilancio in disavanzo non è un problema così semplice...pare quasi che i Comuni si sveglino al mattino e decidano di fare un bilancio in disavanzo ed indebitarsi...dietro ci sono dei grossi problemi di carattere sociale e il tutto s'inquadra in una battaglia che, secondo noi, sta dando dei segni positivi, di battere l'accentramento dello Stato, battaglia che ha dato dei segni positivi con le prime leggi di delega e che deve essere continuata, e siamo anche noi d'accordo, e lo diceva ancora prima: i Comuni debbono soprattutto fare in modo di andare avanti nella loro finanza locale, e ci chiediamo, ad esempio, quali sono i passi che la Regione ha fatto, in quale senso i Comuni sono organizzati, e lo devono essere anche i Comuni della Valle d'Aosta.
L'A.N.C.I. stessa, oltre ai principali Partiti, ha fatto le proposte di nuove leggi per la finanza comunale. Ci sono dei fenomeni che non interessano solo noi...so che il Comune di Napoli prende pro capite 10 volte meno del Comune di Milano con la finanza che è attualmente in vigore, per cui il problema di cercare di fare in modo che i Comuni siano più organizzati mi sembra debba essere rivolto soprattutto in quel senso, come presenza politica dei Comuni nei confronti di uno Stato che fa di tutto per tenere tutto accentrato. Non riusciamo a capire - e credo che questo meriterà un dibattito più approfondito - come ciò possa essere risolto semplicemente con una legge che dia competenza alla Regione in materia dei Comuni nel senso che poi, dopo, cosa succede con la finanza locale? Anche in termini di finanza locale questa situazione deve essere affrontata, non c'è stato assolutamente alcun pronunciamento nei confronti delle Comunità Montane, perché è troppo facile dire che le deleghe ai Comuni sono molte volte inattuate perché i Comuni non ne hanno la capacità; esistono le Comunità Montane, e tra l'altro basterebbe dare uno sguardo alla legislazione delle altre Regioni per l'attuazione della "616", e molte Regioni hanno dato con leggi regionali queste funzioni non ai Comuni, ma alle Comunità Montane, in modo che possano essere gestite dai Comuni stessi attraverso una loro espressione naturale che è la Comunità Montana.
Ecco, per questo nel dichiararci a favore evidentemente di un provvedimento che, ripetiamo, è secondo noi molto insufficiente - ma non solo è insufficiente, ci preoccupa il modo con cui questo provvedimento viene concepito all'interno della maggioranza - avremmo piacere di sapere anche meglio cosa ne pensano i Repubblicani, i Socialdemocratici, di un tale modo di impostare il problema...in ogni caso credo che sia urgente discuterne più approfonditamente.
Dolchi (P.C.I.) - Altri? Si passa alla votazione segreta.
VOTAZIONE A SCRUTINIO SEGRETO
Esito della votazione:
Presenti: 28
Votanti: 25
Maggioranza: 15
Favorevoli: 24
Contrari: 1
Astenuti: 3 (Berti, Minuzzo, Riccarand)
Il Consiglio approva il soprariportato disegno di legge n. 84.
Ricordo ai Colleghi dell'Ufficio di Presidenza e ai Capi Gruppo di voler partecipare gentilmente domani, alle 17, ad una breve riunione. Il Consiglio sarà convocato a domicilio.
La seduta è tolta.
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L'adunanza straordinaria termina alle ore 12,08.