Oggetto del Consiglio n. 87 del 22 giugno 1956 - Verbale

OGGETTO N. 87/56 - PROPOSTA DI NOMINA DI UNA COMMISSIONE CONSILIARE PER LO STUDIO DEI PROBLEMI DELLA PRODUZIONE, DELLA PROPAGANDA E DELLA VENDITA DELLA FONTINA E DEI FORMAGGI MAGRI DELLA BASSA VALLE, NONCHÉ PER LO STUDIO DI OPPORTUNI PROVVEDIMENTI LEGISLATIVI FINANZIARI E PUBBLICITARI. (Mozione del Consigliere Chabod Renato) - INCARICO ALLA COMMISSIONE CONSILIARE NOMINATA CON DELIBERAZIONE N. 27 DEL 6 APRILE 1956.

Il Presidente, PAREYSON, dichiara aperta la discussione sulla seguente mozione presentata dal Consigliere CHABOD Renato, concernente la nomina di una Commissione consiliare incaricata dello studio dei problemi della produzione, della propaganda e della vendita della fontina e dei formaggi magri della Bassa Valle, nonché per lo studio di opportuni provvedimenti legislativi, finanziari e pubblicitari, mozione trasmessa in copia ai Signori Consiglieri unitamente all'ordine del giorno dell'adunanza:

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Ivrea, lì 26 marzo 1956

Chiar.mo Geom. E. PAREYSON

Presidente del Consiglio regionale

AOSTA

Ho ricevuto l'ordine del giorno della prossima adunanza del 6/7 aprile 1956, con i relativi allegati, constatando che fra i tanti oggetti da trattarsi nessuno concerne il problema della fontina né quello dei formaggi magri della Bassa Valle.

Ora:

1 - nell'adunanza del 7-10-1955, occupandosi della fontina, il Presidente della Giunta ebbe fra l'altro a dichiarare:

"proprio da quel momento (riconoscimento del prodotto di origine) bisognerà porre molta attenzione alla produzione e accertarsi che la fontina sia veramente un prodotto scelto, un prodotto che possa essere validamente tutelato, in quanto, in caso contrario - cioè se, in denegata ipotesi, si dovesse tutelare un prodotto che non abbia le caratteristiche dello standard di lavorazione stabilito dalle leggi - la cosa sarebbe estremamente grave.

Siamo soltanto ai primi passi - La Giunta regionale è bene intenzionata e ritengo che il Consiglio la seguirà appoggiandola nelle sue buone intenzioni di esaminare a fondo il problema della propaganda e della vendita della fontina...

Potrebbe anche darsi che si constati la necessità di venire incontro a tutti i produttori di fontina per la conservazione del prodotto in determinati magazzini - (purtroppo la questione dei magazzini generali non è ancora risolta) - in modo che si possa ritardare di portare l'offerta sul mercato, in attesa che venga ad aumentare la domanda e, di conseguenza, il prezzo di vendita della fontina.

È una questione che dovremo esaminare, come già detto, fra quattro mesi".

2 - Con circolare n. 188 del 28 dicembre 1955 lo Assessore all'Agricoltura, annunciando la pubblicazione del Decreto Presidenziale di riconoscimento della denominazione di origine, richiamava l'attenzione dei produttori sulla "più scrupolosa osservanza delle disposizioni legislative che regolano la produzione e il commercio dei formaggi". Detta circolare non ha però affrontato il problema della occorrente disciplina regionale della produzione, di alpeggio o di latteria, ecc., né ha, comunque, valore imperativo.

3 - Nello scorso autunno si sono verificati seri inconvenienti - che ho doverosamente segnalati all'Assessore all'Agricoltura, ma non mi consta siano stati eliminati - nello smercio fuori Valle dei formaggi magri della Bassa Valle.

Poiché i problemi sovra accennati sono più che mai urgenti, La prego di voler inserire nell'ordine del Giorno della prima adunanza di aprile successiva a quella ordinaria già fissata la seguente

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Mozione

Il Consiglio regionale: ritenuta l'urgente necessità di esaminare a fondo i problemi della produzione, della propaganda e della vendita della fontina e dei formaggi magri della Bassa Valle

dà mandato

ad apposita nominanda Commissione di approntare con ogni sollecitudine gli opportuni provvedimenti legislativi, finanziari e pubblicitari da sottoporre all'approvazione del Consiglio.

Con anticipati ringraziamenti, prego gradire cordiali saluti.

F.to: Renato Chabod

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Il Consigliere CHABOD Renato rileva di avere presentato la mozione di cui si tratta in data 26-3-1956, per cui riteneva che, da allora ad oggi, qualche cosa fosse stato fatto dalla Giunta regionale nella materia oggetto della mozione stessa.

È vero, egli dice, che ultimamente, in data 26-5-1956, è stata data notizia di un concorso a premi indetto dall'Amministrazione regionale per il miglioramento qualitativo del formaggio "fontina" fabbricato negli alpeggi della Valle nell'annata 1956, cosa sulla quale concorda pienamente, ed è altresì vero che nella seduta del 22-23 giugno 1956 risulta sottoposta all'approvazione del Consiglio una deliberazione assunta in via d'urgenza dalla Giunta regionale (n. 558 del 7-4-1956) concernente la concessione della garanzia fideiussoria della Regione presso l'Istituto Bancario San Paolo di Torino, per accreditamento bancario a favore del Consorzio Produttori di Fontina della Valle d'Aosta.

Osserva che non gli consta, però, né ufficialmente né ufficiosamente, che siano stati affrontati i seguenti tre problemi fondamentali, che lo stesso Presidente della Giunta regionale nell'adunanza del 7 ottobre 1955 aveva riconosciuto che dovevano essere risolti: produzione, propaganda e vendita del formaggio fontina.

Per quanto riguarda il problema della produzione del fontina, comunica che non gli risulta sia stato fatto qualcosa, ad eccezione della circolare dell'Assessorato all'Agricoltura e Foreste, diramata in data 28-12-1955, con la quale, dopo aver dato notizia della pubblicazione del Decreto presidenziale che riconosce la denominazione di origine "fontina" e stabilisce che l'area di fabbricazione del formaggio stesso è la circoscrizione territoriale della Regione Valle d'Aosta, è stata richiamata l'attenzione dei produttori sulle disposizioni che regolano la produzione ed il commercio del formaggio "fontina".

Riconosce che è una buona cosa il dare consigli e il richiamare l'attenzione sulle disposizioni legislative vigenti, ma fa presente che ciò non è sufficiente. Rileva che ciò che è importante è la questione del marchio. che deve essere apposto sulla fontina per accertare e garantire che si tratta effettivamente del prodotto di origine e tipico della Valle d'Aosta. Osserva che non si sa se vi sia già, o non ancora, il marchio né da chi verrà applicato. Rileva poi che è opportuno sapere se si intende distinguere il fontina prodotto negli alpeggi dal fontina prodotto nelle latterie consorziali.

Per quanto riguarda i problemi della propaganda e della vendita del formaggio fontina, osserva che la propaganda non va intesa nel senso di fare pubblicità per fare conoscere il fontina, perché già conosciuto da tutti, tanto è vero che la sua produzione è insufficiente in rapporto alla richiesta. Fa presente che si tratta di sapere come si possa distinguere e come si possa riconoscere il fontina dai formaggi che vengono venduti sotto lo stesso nome dalle industrie di formaggio che sono danneggiate dal riconoscimento del fontina quale prodotto di origine e tipico della Valle d'Aosta.

Ritiene, in proposito, che sia più efficace la propaganda pratica che non quella fatta con la stampa o con i bollettini e circolari della Regione, che molte volte lasciano il tempo che trovano perché non vengono letti.

Rammenta che, lo scorso anno, aveva rilevato la opportunità di invitare determinate categorie di persone e di commercianti a venire in Valle d'Aosta per fare loro assaggiare il fontina, spiegando loro che il fontina viene prodotto secondo un determinato standard e indicando in quale modo possa essere distinto dagli altri formaggi prodotti da certe industrie che tendono ad imitarlo.

Accenna, in ultimo, al problema del formaggio magro rilevando che esso interessa essenzialmente i Comuni della bassa Valle d'Aosta.

Rammenta di aver già segnalato all'Assessore all'Agricoltura e Foreste le difficoltà che si frappongono alla soluzione di questo problema e che bisogna assolutamente superare.

Conclude, rilevando che i problemi segnalati sono della massima importanza e urgenza per cui devono essere affrontati e risolti al più presto.

L'Assessore ARBANEY premette di aver già esposto, in una precedente seduta di Consiglio, la cronistoria di tutto quanto è stato fatto dall'Amministrazione regionale per giungere al riconoscimento del fontina quale formaggio di origine e tipico della Valle d'Aosta.

Contesta l'affermazione del Consigliere Chabod che non si sia fatto niente per la soluzione dei problemi della produzione, propaganda e vendita del fontina.

Informa che un Consulente tecnico dell'Assessorato all'Agricoltura e Foreste si reca tre giorni alla settimana nei vari Comuni della Valle per verificare di persona il processo di lavorazione del fontina presso i produttori e per dare i consigli del caso.

In risposta al rilievo del Consigliere Chabod concernente i provvedimenti da adottare per la tutela del fontina, rammenta che la vigilanza sulla produzione e sulla vendita dei formaggi di origine e tipici spetta al Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste e a quello dell'Industria e Commercio, i quali possono, - ai sensi dell'articolo 8 della legge 8-4-1954 n. 124 -, affidare tale incarico, per il fontina, al Consorzio di produttori del formaggio stesso.

Rammenta che in Valle d'Aosta vi è il Consorzio dei Produttori di fontina, costituitosi diversi anni fa, il quale ha rivolto domanda al Ministero competente per ottenere l'incarico della tutela del fontina e ha, all'uopo, trasmesso un marchio. Rammenta, altresì, che il predetto Consorzio ha chiesto ed ottenuto la garanzia della Regione, sia dal lato tecnico che finanziario.

Circa il problema della propaganda, intesa ad ottenere che sia prodotto fontina corrispondente allo standard stabilito dalla legge, informa che, a fine autunno, l'Assessore all'Agricoltura e Foreste ha diramato una circolare a tutti i Presidenti delle latterie della Regione, invitandoli a segnalare gli eventuali inconvenienti riscontrati nella lavorazione del fontina ed a comunicare se intendono avvalersi dell'assistenza tecnica gratuita della Regione per detta lavorazione.

Riferisce che più di cento latterie hanno risposto richiedendo l'intervento della Regione e che di esse ben 60 sono già state visitate dal Consulente tecnico regionale.

Informa che si incontrano grandi difficoltà ad ottenere una buona produzione di formaggi in genere e questo non soltanto nella nostra Regione ma anche fuori della Valle d'Aosta, per il fatto che il latte alle volte non è sano perché una forte percentuale di bovine è affetta da mastite. Osserva che non è possibile produrre del buon fontina con il latte non sano.

Informa che vi è una norma di legge che fa obbligo di denunciare le bovine affette di mastite, ma che tale norma di legge, in pratica, non viene osservata.

Comunica che l'Assessorato all'Agricoltura e Foreste ha insegnato agli agricoltori come si fa a riconoscere che una bovina è affetta da mastite e ha indicato quali sono le precauzioni da prendere per evitare la trasmissione della malattia da una bovina all'altra.

Per quanto riguarda la percentuale di grasso, richiama il R. D. L. 17 maggio 1938 n. 1177, che stabilisce nel 45 % la percentuale minima di grasso per il formaggio fontina.

Riferisce che le latterie che hanno seguito le istruzioni del Consulente tecnico dell'Amministrazione regionale sono sempre riuscite a produrre fontina con la percentuale di grasso del 45 % e che, anzi, in alcuni casi sono persino riuscite a superare tale percentuale.

Informa che nel periodo dalla fine dicembre al mese di gennaio, in cui la produzione di latte è più forte, si stenta alcune volte, in determinate latterie, a raggiungere la percentuale di grasso prescritta ed osserva che allora si ricorre al rimedio di aggiungere della panna al latte per assicurare la percentuale del 45 % di grasso nella produzione di fontina.

Informa che, dall'anno scorso ad oggi, un Consulente ha visitato oltre 30 alpeggi, in cui erano stati segnalati degli inconvenienti nella lavorazione del fontina, ed è riuscito ad eliminare gli inconvenienti riscontrati.

Comunica che sono stati tenuti molti corsi ai casari sugli inconvenienti che si riscontrano nella lavorazione del fontina; precisa che sono stati tenuti tre corsi nella primavera dello scorso anno, due nell'inverno scorso e due corsi in questa primavera, di cui uno completo di 30 giorni a 15 casari e un altro di 6 giorni.

Osserva che non corrisponde, quindi, a verità la affermazione del Consigliere Chabod Renato che si sia fatto nulla nel campo della produzione del fontina. Fa presente che nell'agricoltura montana i progressi sono lenti, anzi, lentissimi, perché bisogna cominciare dal principio, cioè dalla determinazione e dall'analisi del latte, per sapere se il latte sia o no sano.

In merito al problema della propaganda, osserva che l'agricoltore è interessato a produrre buon fontina quando gli viene corrisposto un prezzo equo.

Per quanto concerne il problema della vendita del fontina, fa presente che la Regione non può intervenire direttamente, ma soltanto indirettamente per aiutare il Consorzio produttori di fontina, come già è stato fatto; osserva che è stata pubblicata, sulla Rivista "Il mondo del latte", una inserzione di propaganda per il fontina.

Circa la questione se sia possibile obbligare il produttore a sottoporre il fontina di sua lavorazione all'esame e al controllo di un determinato Consorzio, rileva che la questione è alquanto dubbia. Comunica, in proposito, che ultimamente, in Svizzera, - la quale concede agevolazioni particolari per l'introduzione del fontina nel suo territorio -, è stato lamentato che attraverso il valico del Gran San Bernardo passi una quantità di formaggio "fontina" che, in effetti, non è tale. Comunica che, per ovviare a tale inconveniente, sono allo studio accordi con le competenti Autorità svizzere nel senso che l'esportazione del fontina della Valle di Aosta sarà accompagnata, d'ora innanzi, dai certificati di origine.

Per quanto concerne il formaggio magro, la cui maggiore produzione è fornita essenzialmente dai Comuni della bassa Valle, informa che il menzionato R.D.L. del 17-5-1938, n. 1177, prescrive che i formaggi magri devono avere la percentuale minima di grasso del 27 %, percentuale che è assai forte ma che ritiene spiegabile con il fatto che, prima dell'ultima guerra, i produttori di formaggio fabbricavano il formaggio con latte che veniva scremato una sola volta, dopo 12 ore dalla mungitura.

Riferisce che, sopravvenuta la guerra, venne emanato un Decreto che ridusse la percentuale minima di grasso al 10% ed allora la scrematura del latte fu eseguita dopo 24 ore dalla mungitura, anziché dopo 12 ore.

Fa presente che successivamente, cioè nel 1950, fu emanato altro Decreto che stabilì nel 18% la percentuale di grasso per i formaggi magri del Piemonte.

Informa che nella bassa Valle d'Aosta il latte è più grasso che in certe zone dell'alta Valle e che, pertanto, il formaggio magro della bassa Valle risulta migliore ed è molto ricercato.

Riferisce, ad esempio. che quest'anno i formaggi magri della zona di Donnaz sono stati venduti quasi al prezzo del fontina. Osserva che si potrebbe, volendo, stabilire con un'apposita legge regionale che nel territorio della Valle d'Aosta è sufficiente la percentuale del 15% di grasso per i formaggi; ma fa presente che, in tale caso, il formaggio non potrebbe essere venduto fuori del territorio della Valle, per cui una tale legge risulterebbe praticamente inutile.

Circa l'ultima proposta, formulata dal Consigliere Chabod Renato nella mozione, di dare mandato "ad apposita nominanda Commissione di approntare con ogni sollecitudine gli opportuni provvedimenti legislativi finanziari, pubblicitari, da sottoporre all'approvazione del Consiglio", comunica di concordare sull'opportunità di predisporre i provvedimenti legislativi di cui si tratta, ma ritiene che non si possa addivenirvi per ora, in quanto occorre prima attendere che i competenti Ministeri affidino al locale Consorzio produttori fontina l'incarico della tutela del fontina.

Per quanto riguarda la Commissione da incaricare dello studio e della elaborazione dei provvedimenti legislativi in questione, ritiene che l'incarico, anziché ad una apposita nominanda Commissione, potrebbe essere demandato alla Commissione già nominata nella seduta del 6 aprile 1955 e incaricata di studiare provvedimenti atti a risolvere la crisi dell'industria lattiero-casearia, della agricoltura e della zootecnia in Valle d'Aosta.

Il Presidente della Giunta, BONDAZ, dichiara quanto segue:

"Desidero esporre alcune considerazioni, non di carattere tecnico, perché queste sono state già esposte con competenza dall'Assessore Arbaney.

Il problema della produzione, del commercio e della vendita del fontina non può essere ridotto in termini semplicistici, perché è un problema molto importante ed è indubbiamente molto grave per la economia di tutta la Valle d'Aosta: direi anzi che tiene il primo posto nell'animo di noi tutti.

Non starò a ricordare tutto quello che è avvenuto in campo legislativo, i contrasti incontrati e le opposizioni che abbiamo dovuto superare per ottenere la emanazione, da parte del Presidente della Repubblica, dell'ormai famoso Decreto che costituisce la base, diciamo così, per la difesa del fontina quale formaggio di origine e tipico della Valle d'Aosta.

Per dimostrare con quanta insistenza, con quanta costanza e con quanta perspicacia agiscono le grandi industrie che sono interessate in senso contrario al nostro in questo problema, accennerò soltanto che persino contro il menzionato Decreto del Presidente della Repubblica è stata avanzata opposizione avanti al Consiglio di Stato da parte di diverse grosse Ditte e, precisamente, ad opera della Ditta Invernizzi Gilberto Francesco, con sede in Novara, in unione con la Società in nome collettivo Mosè Camillo di Enrico, con sede in Como, nonché con la Ditta Dionigi, con sede in Brescia.

Trattasi di un ricorso molto documentato ed in base al quale le predette Ditte chiedono l'annullamento del Decreto del Presidente della Repubblica; ma, naturalmente, noi stiamo esaminando, dal punto di vista giuridico, quello che si dovrà fare attraverso un intervento "ad adiuvandum", unitamente al Ministero per l'Agricoltura.

Questo soltanto per dimostrare quanto questo problema sia seguito da coloro i quali hanno interessi contrari al nostro.

Ho detto prima che non si può ridurre il problema in termini semplicistici. In effetti, è un problema veramente complesso e la Giunta se ne è occupata da molto tempo, facendo tutto quello che si poteva fare, come competenza di Giunta, e specialmente per quanto riguarda la produzione del fontina che ha campi molto vasti che, partendo dalla batteriologia, vanno all'agricoltura propriamente detta.

La produzione del fontina ritornerà quella che era un tempo allorquando si riuscirà, - attraverso notevole e graduale sforzo e varie provvidenze -, ad ottenere delle bovine sane e, quindi, del latte sano.

A questo scopo tende tutto il lavoro che si sta facendo per combattere le varie malattie delle bovine, in particolare la brucellosi e la mastite; voi sapete quanto infieriscano queste malattie sulle nostre bovine e quali siano le loro conseguenze sulla qualità del latte che è difficile da manipolare e da lavorare se è malato. Noi riceviamo delle relazioni mensili da parte dei Consulenti tecnici che vanno continuamente in giro nella Valle a fare opera di propaganda presso gli agricoltori per l'applicazione della necessaria profilassi, al fine di combattere tali malattie.

Io sono profondamente convinto che, pure con tutta la nostra buona volontà e con gli aiuti tecnici e finanziari, difficilmente si raggiungerà lo scopo che intendiamo conseguire se non avremo anche la collaborazione delle categorie interessate, casari ed agricoltori, sia per quanto riguarda la produzione delle latterie che per quanto riguarda la produzione degli alpeggi.

La produzione del fontina può essere mantenuta efficiente, per quanto attiene alla percentuale di grasso in base alla legge vigente, solo se la lavorazione del burro è fatta secondo le regole dell'arte, perché non si può avere una cosa e l'altra.

A questo proposito, è bene ricordare che le industrie che fabbricavano e continuano a fabbricare lo pseudo fontina stanno cercando di divulgare notizie assolutamente false e naturalmente, come al solito, danno la colpa all'Amministrazione regionale di avere proposto ed ottenuto l'emanazione di un Decreto che - essi sostengono - è contrario agli interessi degli agricoltori, in quanto stabilisce l'obbligo del 45 % di grasso per il fontina.

Evidentemente sono notizie messe in circolazione ad arte e assolutamente false, perché basterebbe ricordare che il Decreto del Presidente della Repubblica non porta alcuna innovazione a quelle che erano e che sono le leggi vigenti in tale materia. In effetti la percentuale di grasso del 45 % richiesta per il fontina è stata stabilita già dalla legge del 1938 modificata dalla successiva legge del 1939, con la sola differenza che, mentre nell'immediato dopoguerra nessuno si preoccupava di verificare se il fontina o il grana avessero la percentuale del 45% di grasso, oggi tutti i commercianti hanno interesse a verificarlo e a farlo sapere. Sia ben chiaro dunque che non vi è nulla di innovato, in quanto la legge base è sempre quella del 1938.

Come dicevo prima, per quanto riguarda la produzione del fontina è tutto un lavoro lento di preparazione che si deve fare e che non dà risultati immediati. Qui, nel Consiglio, vi sono molti agricoltori, i quali quasi certamente prenderanno la parola sull'argomento e non potranno che confermare questi concetti noti a tutti.

Ora, cosa poteva fare la Giunta? - In seguito all'emanazione del Decreto del Presidente della Repubblica e in base alle disposizioni legislative vigenti, il Ministero competente deve provvedere direttamente alla tutela del fontina o incaricare della tutela un Consorzio di produttori del formaggio stesso, Consorzio al quale, quindi, competerebbe di provvedere al controllo della produzione e all'applicazione del marchio per il prodotto da porre in vendita con la denominazione di fontina.

La Giunta, per evitare che sorgessero delle questioni in ordine a possibilità di organizzazione da parte del locale Consorzio produttori fontina, ha comunicato al Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste che l'Amministrazione regionale era disposta a dare tutte le garanzie di carattere tecnico e finanziario per il Consorzio stesso, in modo che il Ministero potesse decidere sollecitamente. Successivamente abbiamo fatto delle pressioni continue in tale senso presso gli organi statali competenti e credo che sia ormai imminente la decisione da parte del predetto Ministero, a cui è stato inviato il progetto o disegno del proposto marchio.

Naturalmente, appena vi sarà il marchio, l'azione per la tutela del prodotto sarà sollecita e sicura anche per quanto riguarda il prodotto da esportare.

Come già vi ha detto l'Assessore Arbaney, la Svizzera si è preoccupata del fatto che sotto il nome di fontina, prodotto di origine tipico della Valle d'Aosta, venivano importati in Svizzera, - beneficando di particolari esenzioni doganali in vigore per il fontina, - dei formaggi che non erano fontina.

Anche per l'esportazione del fontina, quindi, è urgente di avere un marchio per poter accertare e tutelare il formaggio locale "fontina".

Non si deve dimenticare che l'azione della Giunta è stata di interessamento continuo e ricorderò al Consiglio, perché ne sia edotto, che sin dal 9-3-1955, con deliberazione 396, la Giunta aveva approvato una determinata spesa per invio di casari valdostani ad un corso di caseificio presso l'Istituto zootecnico e caseario per il Piemonte.

Successivamente, in data 10-8-1955, sempre con deliberazione di Giunta, è stata assunta a carico regionale la spesa per la pubblicità fatta per la fontina sulla rivista "Il Mondo del latte", rivista che è molto diffusa. Questo già nel primo semestre del 1955.

Il 21 settembre 1955, con deliberazione assunta dalla Giunta in via d'urgenza, è stata concessa la fideiussione regionale di L. 150 milioni al Consorzio produttori di fontina e voi sapete quali riflessi positivi abbia avuto questa fideiussione; tanto è vero che numerosissimi furono i produttori che se ne avvalsero per pagare le spese dell'alpeggio, senza essere costretti a vendere il loro prodotto al momento della demonticazione per fare fronte ai loro impegni. Così poterono resistere alle condizioni poste in tale momento dai commercianti e poterono vendere la fontina in seguito sul mercato attraverso il normale corso della domanda e dell'offerta, ottenendo un notevole vantaggio economico. Tanto è vero che, trascorsi i quattro mesi di garanzia fideiussoria stabiliti nella deliberazione di Giunta, pervennero richieste per una ulteriore proroga della fideiussione, che fu concessa con la successiva deliberazione di Giunta del 7 aprile 1956.

Il 30 settembre 1955 fu approvato una spesa notevole per la realizzazione di un cortometraggio a colori sulla produzione del fontina, cortometraggio che viene proiettato a scopo pubblicitario nei cinematografi d'Italia; si tratta di una forma assai efficace di propaganda pubblicitaria.

Il 26 ottobre successivo fu approvata altra spesa notevole per l'istituzione ed il funzionamento di un laboratorio regionale di ricerche casearie, al quale ha accennato l'Assessore Arbaney, e che, oltre a tale incarico specifico, ha anche il compito di dare consigli ai produttori di fontina e agli agricoltori in genere.

In data 10 febbraio 1956 è stata approvata l'istituzione di un corso per casari, che ha dato dei risultati ottimi, poiché vi hanno partecipato elementi giovani ed entusiasti, i quali applicheranno senz'altro nella lavorazione del fontina, già nella stagione di alpeggio del corrente anno, le nozioni che hanno imparato durante tale corso.

In data 30-3-1956 è stata approvata una nuova spesa per altra pubblicità sul fontina nella Rivista "Il Mondo del latte" ed è stata aumentata di venti milioni la fideiussione regionale a favore del Consorzio produttori di fontina.

Infine, ultimamente, è stato indetto un concorso a premi per il miglioramento qualitativo del formaggio "fontina" fabbricato in alpeggio nell'annata 1956. Naturalmente è stata nominata una Commissione regionale che visiterà tutti gli alpeggi per stabilire la qualità della produzione e per dare i consigli del caso, di modo che all'epoca della demonticazione noi avremo già un prodotto indubbiamente molto migliore da mettere sul mercato, evitando che in questo periodo, in cui non vi è ancora il marchio, si possa dire che il fontina, riconosciuto quale prodotto di origine tipico della Valle d'Aosta, è un formaggio che non regge il confronto con lo pseudo-fontina.

Riteniamo di aver fatto il possibile per la soluzione di questo problema che è evidentemente assillante ed è indubbiamente il più importante dei problemi che abbia un riflesso diretto nella economia della Valle d'Aosta.

Ribadisco, però, il concetto che ho esposto prima: nonostante tutta la nostra buona volontà, tutto quello che facciamo per ottenere una migliore produzione di fontina, non si conseguirà il risultato voluto se non avremo la collaborazione delle categorie interessate, - casari, alpigiani e produttori, - i quali devono rendersi conto che un prodotto deve essere di prima qualità per poter ottenere la apposizione del marchio sul prodotto stesso.

Naturalmente sorgerà anche il problema, almeno io ritengo, di quel formaggio fontina che non è di prima qualità e, quindi, non marchiabile, per cui dovrà essere esaminata la possibilità di migliorare il prodotto attraverso i procedimenti tecnici e scientifici. Questo per dire che si tratta di un problema veramente assillante e della massima importanza.

Si chiede nella mozione di nominare apposita Commissione consiliare incaricata di studiare gli opportuni provvedimenti legislativi, finanziari e pubblicitari da sottoporre all'approvazione del Consiglio. Noi sfamo pienamente d'accordo su tale proposta; soltanto riteniamo che, anziché ad apposita nuova Commissione da nominare, tale incarico potrebbe essere affidato alla Commissione consiliare, nominata con deliberazione n. 27 del 6 aprile 1955, per lo studio di provvedimenti atti a risolvere la crisi dell'industria lattiero-casearia, dell'agricoltura e della zootecnia in Valle d'Aosta. Comunque, competente a decidere è il Consiglio e, nell'un caso come nell'altro, la Commissione consiliare predisporrà tutto quello che riterrà necessario dal punto di vista legislativo.

Noi, nel frattempo, continueremo a fare pressioni presso gli organi competenti a Roma, onde sia definita al più presto la questione del marchio - condizione essenziale per la tutela del fontina.

Come vedete, è un problema che, per giungere a buon porto, ha bisogno del continuo e diuturno interessamento della Giunta regionale e della collaborazione di tutte le categorie interessate".

Il Consigliere CHABOD Renato, premesso che le risposte date dal Presidente della Giunta e dall'Assessore Arbaney l'hanno convinto di aver fatto bene a presentare la mozione di cui si tratta, rammenta che il Presidente della Giunta, Bondaz, ha affermato che il problema è complesso e non può, quindi, essere risolto in termini semplicistici, perché bisogna partire dall'analisi del latte ed eliminare le malattie da cui sono affette le bovine (mastite, brucellosi, ecc...), in quanto per la lavorazione del fontina occorre anzitutto che il latte sia sano.

Dichiara di essere pienamente d'accordo su tale punto e riconosce che bisogna fare tutto il possibile per riuscire, ad un dato momento, ad avere un prodotto scelto e di qualità che possa essere messo in commercio e pagato al suo giusto valore, come avviene per altri prodotti di marca, quali ad esempio il cognac Napoleon, il whisky Johnny Walker, il Roquefort, ecc....

Osserva che l'essenziale è che qualsiasi cittadino italiano sappia che il fontina è un prodotto dì classe e che, come tale, è venduto al suo giusto prezzo.

Rammenta ancora che il Presidente della Giunta ha detto che gli avversari, in campo commerciale, del nostro prodotto sono molto forti e diffondono notizie false; osserva, in proposito che bisogna smentire pubblicamente tali notizie con articoli di stampa e con ogni altro mezzo.

Comunica di aver appreso con piacere che è stato fatto un cortometraggio a colori sulla lavorazione del fontina proiettato nei cinematografi d'Italia per fare efficace propaganda al prodotto. Aggiunge che sarebbero altresì molto utili, a suo parere, altre iniziative, quali: invitare ad un pranzo alcuni giornalisti; fare un opuscolo in rotocalco a colori, sul tipo di quello già fatto per il Parco Nazionale del Gran Paradiso.

In merito alla considerazione che occorre la collaborazione di tutte le categorie interessate per portare a buon porto la questione, osserva che in Consiglio vi sono delle persone che hanno una certa quale esperienza in fatto di propaganda e che potrebbero, quindi, dare la loro collaborazione per lo studio dei mezzi più indicati par fare la propaganda del fontina.

Per quanto riguarda il problema del marchio di garanzia per il fontina, prende atto che la pratica si trova presso il Ministero competente, ma raccomanda che si provveda a sollecitare gli organi statali competenti per accelerare la definizione della pratica.

Circa la produzione del fontina, rileva che sino ad oggi l'Assessorato dell'Agricoltura si è limitato, più che altro, a dare dei consigli tecnici ai produttori della fontina, il che sarà molto utile ma non è sufficiente.

Fa presente che bisogna studiare un provvedimento legislativo che, pure lasciando ampia libertà agli agricoltori e agli alpigiani in fatto di produzione di fontina o di altro formaggio, stabilisca però in modo tassativo che chi vuole produrre e vendere fontina deve sottoporre il prodotto al controllo di una apposita Commissione o al Consorzio produttori fontina, come deciderà il Consiglio, per l'apposizione del marchio, che è garanzia della qualità del prodotto.

Raccomanda all'Assessore Arbaney di continuare a seguire, con la sua particolare competenza e serietà, i problemi tecnici e ad inviare il consulente tecnico regionale presso gli alpeggi e le latterie per dare consigli per la buona lavorazione del fontina.

Precisa che la nominanda Commissione consiliare studierà, dal canto suo, gli opportuni provvedimenti legislativi, finanziari e pubblicitari da sottoporre all'approvazione del Consiglio. Insiste, quindi, per la nomina della Commissione di cui si tratta.

Il Vice Presidente, PAREYSON, constata che tutti i Consiglieri sono d'accordo sulla sostanza della mozione e osserva che, prima di fare molta pubblicità al prodotto, è opportuno avere un prodotto corrispondente allo standard prescritto per ottenere il marchio di garanzia, perché la propaganda pubblicitaria deve essere basata su un prodotto di qualità, garantito dall'apposizione del marchio.

Ritiene che abbia fatto, quindi, molto bene la Giunta a preoccuparsi di risolvere tutti i problemi, tutte le premesse necessarie per ottenere la produzione di buon fontina, prima di fare una propaganda eccessiva che sarebbe caduta nel vuoto.

Per quanto riguarda la proposta di nomina di una Commissione incaricata dello studio degli opportuni provvedimenti legislativi, ritiene che l'incarico possa essere affidato alla Commissione consiliare di studio menzionata dal Presidente della Giunta.

Il Presidente della Giunta, BONDAZ, rileva che il periodo attuale è il più delicato e bisogna, quindi, fare molta attenzione al da farsi, perché i fabbricanti ed i commercianti dello pseudo-fontina sono in attesa di vedere, - ora che la Valle d'Aosta ha ottenuto il riconoscimento del fontina quale prodotto di origine e tipico della Valle -, se il prodotto locale della corrente stagione, che verrà messo sul mercato all'epoca della demonticazione, corrisponderà o meno allo standard prescritto.

Precisa che, se la fontina sarà di prima qualità, si potrà fare tutta la pubblicità necessaria per la vendita del prodotto, ma se, malauguratamente, non fosse tale, la Valle d'Aosta avrebbe perduto la sua battaglia, perché non va dimenticato che si è in un periodo di esperimento e che ciò che è stato dato potrebbe esserci tolto.

Ecco perché, egli dice, ci siamo preoccupati di questa situazione ed abbiamo fatto tutto il possibile, adottando tutte le provvidenze che ritenevamo utili per la produzione immediata di fontina di prima qualità.

Ottenuto questo, si può discutere e decidere su tutto quello che si potrà e si dovrà fare in materia di propaganda.

E diciamo quindi, egli aggiunge, che siamo pienamente d'accordo sulla vostra proposta e che accettiamo la collaborazione di tutti.

Riteniamo, però, che l'incarico di studiare gli opportuni provvedimenti legislativi, finanziari e pubblicitari, da sottoporre all'approvazione del Consiglio, dovrebbe essere affidato alla Commissione consiliare già incaricata dello studio dei provvedimenti atti a risolvere la crisi dell'industria lattiero-casearia, dell'agricoltura e della zootecnia in Valle d'Aosta, anziché ad una apposita nuova Commissione da nominarsi.

Il Consigliere CHABOD Renato dichiara di concordare sulla proposta di affidare l'incarico dello studio dei predetti provvedimenti legislativi alla Commissione consiliare menzionata dal Presidente della Giunta, purché si addivenga allo studio dei provvedimenti in questione.

Comunica di essere pienamente d'accordo sulla necessità di ottenere un prodotto scelto e di fare sapere agli alpigiani ed agli agricoltori che il marchio di garanzia sul fontina verrà posto soltanto se il prodotto risulterà di prima qualità.

Osserva che, per assicurare un buon controllo del prodotto, si rende necessario di studiare preventivamente le modalità e le forme di questo controllo.

Ritiene che la Commissione dovrà anche studiare tutto quanto potrà essere fatto in materia di pubblicità e propaganda per la vendita del prodotto.

Il Consigliere BARMASSE concorda sul parere che bisogna anzitutto pensare alla produzione di qualità e che occorre, quindi, combattere le malattie da cui è affetta una forte percentuale di bovine, per il riflesso negativo che ne deriva nella lavorazione del latte, ma ritiene che sia altrettanto importante il problema della pulizia del latte.

Riferisce, in proposito, sui vari inconvenienti che si riscontrano, particolarmente negli alpeggi, invitando ad adottare i provvedimenti atti ad evitare gli inconvenienti stessi, in modo da ottenere che le stalle ed i bovini siano tenuti sempre puliti.

Esprime parere che il Consorzio dei Produttori di fontina dovrà diramare istruzioni per quanto riguarda la pulizia del latte e disporre ispezioni severe per raggiungere questo scopo, che è condizione indispensabile per ottenere un prodotto ottimo.

Il Consigliere MANGANONI rammenta che della questione del marchio di garanzia si era già parlato alcuni anni or sono ed era stato detto e pubblicato sui giornali che il marchio sarebbe stato riconosciuto e consisteva nello stampo recante la figura di un camoscio.

Chiede chiarimenti in merito all'Assessore Arbaney.

Il Consigliere SAVIOZ rileva che fra le malattie da cui sono affetti i bovini ve n'è una, la maltese o brucellosi, che contagia anche le persone che consumano il latte di bovine infette.

Osserva che i contadini hanno l'obbligo di denunciare tale malattia, ma fa presente che in genere sono restii a farlo per il timore di dover svendere i bovini malati.

Propone che il Consiglio dia mandato all'Assessore alla Sanità ed Assistenza Sociale di predisporre e di adottare i provvedimenti del caso a salvaguardia della salute pubblica.

L'Assessore MASCHIO informa che già sin dall'anno scorso il problema sollevato dal Consigliere Savioz è stato affrontato con l'effettuazione di accertamenti (esami tecnico-batteriologici) nel bestiame affetto da brucellosi della Valdigna e delle valli di Cogne e di Gressoney.

Precisa che tali esami, quest'anno, sono stati estesi al bestiame bovino di tutta la Valle e si è così potuto accertare che il 25% circa del bestiame è affetto da brucellosi.

Comunica che, non appena i predetti accertamenti saranno terminati, la questione sarà sottoposta all'esame del Consiglio per i provvedimenti di sua competenza, perché il problema non è soltanto di carattere batteriologico ma anche di carattere economico-finanziario.

L'Assessore ARBANEY, premesso che il formaggio fontina non può essere fatto con latte di bovine affette da mastite, riferisce che, allorquando nelle latterie vengono constatati inconvenienti nella lavorazione del latte, l'Assessorato dell'Agricoltura e Foreste invia sul posto un suo Consulente tecnico, il quale verifica il latte delle bovine di tutti i soci della latteria, sino ad individuare la bovina affetta da mastite, che viene segnalata al Veterinario locale per gli accertamenti del caso e per dare istruzioni circa la cura da seguire.

Ritornando sulla questione della propaganda, osserva che la migliore pubblicità per la vendita del fontina potrebbe essere fatta dai gestori di alberghi e di ristoranti qualora costoro facessero assaggiare il buon fontina a tutti i loro clienti, ai turisti e forestieri in particolare.

Dichiara poi che gli stessi rivenditori al minuto dovrebbero valorizzare il buon fontina offrendolo e consigliandolo ai clienti, il che, d'altronde, corrisponderebbe al loro stesso interesse.

Circa il problema della pulizia concorda su quanto detto dal Consigliere Barmasse ed informa che il Consulente tecnico della Regione, durante le sue visite alle latterie, controlla anche la pulizia del latte conferito dai soci.

In merito ai chiarimenti richiesti dal Consigliere Manganoni circa la questione del marchio, informa che, effettivamente, il Consorzio Produttori Fontina, quando si è trattato di richiedere al Ministero dell'Agricoltura l'incarico per il controllo del fontina e per la tutela del prodotto, aveva fatto predisporre un marchio, che fu poi modificato, perché doveva essere più semplice e chiaro, trattandosi di un marchio commerciale.

Precisa che il nuovo marchio, di forma circolare, porta incise le parole: "Consorzio Produttori Fontina", al margine, e le parole "FONTINA" e "Decreto presidenziale 30-10-1955 n. 1269", al centro.

Rileva che questo marchio è stato già approvato e che si è in attesa di ricevere dal Ministero comunicazione della decisione di affidare al Consorzio dei Produttori Fontina l'incarico per il controllo e la tutela del fontina, ai sensi di legge.

Fa presente che la tutela del prodotto consiste non soltanto nell'accertare che sotto il nome di "fontina" sia venduto sul mercato formaggio che sia effettivamente fontina e denunciare le eventuali contraffazioni, ma anche nel controllare che la produzione locale da porre in vendita come fontina corrisponda allo standard stabilito dalla legge.

Osserva che il concorso a premi indetto per il miglioramento qualitativo del formaggio fontina prodotto negli alpeggi nella corrente stagione ha appunto lo scopo di promuovere la produzione di un ottimo formaggio, corrispondente allo standard prescritto, ed informa che la Commissione giudicatrice effettuerà sopraluoghi presso i singoli alpeggi concorrenti per controllare la lavorazione e la qualità del fontina prodottovi.

L'Assessore MARCHIANDO fa presente che i rappresentanti la categoria dei salumieri di Milano hanno assicurato l'acquisto di circa settemila quintali di fontina se vi è la garanzia della buona qualità del prodotto.

L'Assessore BORDON concorda sulla necessità della pulizia per la lavorazione del fontina, ma fa presente che il problema più importante da risolvere per ottenere un buon prodotto è quello della eliminazione delle malattie che affliggono i bovini e, in particolare, della brucellosi.

Per quanto riguarda la propaganda, dichiara che prima di fare della pubblicità occorre ottenere un prodotto che sia effettivamente di prima qualità, perché in caso contrario la pubblicità avrebbe effetto negativo.

Precisa che per ottenere un prodotto di prima qualità bisogna anzitutto eliminare la brucellosi nelle bovine.

Il Consigliere CHABOD Renato osserva che, avendo aderito alla proposta di demandare alla Commissione consiliare nominata con deliberazione n. 27, del 6 aprile 1955, lo studio dei provvedimenti legislativi, finanziari e pubblicitari da sottoporre all'approvazione del Consiglio, occorre, nell'ultima parte della mozione, sostituire alle parole "ad apposita nominanda Commissione" le parole "alla Commissione consiliare nominata con deliberazione n. 27 del 6 aprile 1955, - per lo studio dei provvedimenti atti a risolvere la crisi dell'industria lattiero-casearia, dell'agricoltura e della zootecnia in Valle d'Aosta -".

Si dà atto che il Consiglio, unanime, concorda sulla proposta del Consigliere Chabod Renato.

Il Presidente, PAREYSON, pone ai voti, per alzata di mano, l'approvazione della seguente mozione recante la modifica proposta dal Consigliere CHABOD Renato:

"Il Consiglio Regionale

ritenuta l'urgente necessità di esaminare a fondo i problemi della produzione, della propaganda e della vendita del fontina e dei formaggi magri della Bassa Valle.

dà mandato

alla Commissione consiliare nominata con deliberazione n. 27, del 6 aprile 1955, - per lo studio dei provvedimenti atti a risolvere la crisi dell'industria lattiero-casearia, dell'agricoltura e della zootecnia in Valle d'Aosta -, di approntare con ogni sollecitudine gli opportuni provvedimenti legislativi, finanziari e pubblicitari da sottoporre all'approvazione del Consiglio".

Procedutosi alla votazione

IL CONSIGLIO

ad unanimità di voti favorevoli (Consiglieri presenti e votanti: trentatre);

Delibera

di approvare la mozione in esame, modificata come da proposta fatta dal Consigliere Chabod Renato.

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