Oggetto del Consiglio n. 78 del 19 aprile 1956 - Verbale
OGGETTO N. 78/56 - ELEZIONI AMMINISTRATIVE COMUNALI DELLA VALLE D'AOSTA. (Mozione)
Il Presidente, PAREYSON, dichiara aperta la discussione sulla seguente mozione presentata dai Consiglieri regionali Signori Renato Chabod, Savioz Fabiano, Manganoni Claudio, Nicco Giulio, Nicco Anselmo, Barmasse Michele, Chabod Augusto e Signora Perruchon M. Celeste Vedova Chanoux, concernente l'oggetto: "Elezioni amministrative comunali della Valle d'Aosta", mozione trasmessa in copia ai Signori Consiglieri, unitamente all'ordine del giorno della adunanza consiliare del 19 aprile 1956.
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Ill.mo Signor Presidente del Consiglio regionale
AOSTA
I sottoscritti Consiglieri Le chiedono di voler includere nell'ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio la seguente mozione:
"IL CONSIGLIO REGIONALE
avendo appreso che per la Regione Autonoma Valdostana le elezioni amministrative comunali non dovrebbero avvenire il 27 maggio, come nel resto dell'Italia ritenendo che i motivi addotti - e di cui i sottoscritti hanno potuto avere notizia sommaria solo attraverso la stampa - non convincono, essendo notorio che il 27 maggio non vi è in Valle d'Aosta né una forte emigrazione, né il trasferimento agli alpeggi, come dimostra l'altissima percentuale di votanti delle elezioni politiche del 7 giugno 1953 e delle elezioni amministrative comunali del 25 maggio 1952;
MENTRE ELEVA
la sua energica protesta perché il Consiglio regionale non è mai stato minimamente interpellato al riguardo,
DELIBERA
di chiedere la revoca del menzionato rinvio".
Aosta, 6 aprile 1956.
F.ti: Renato Chabod - Savioz Fabiano - Manganoni Claudio - Giulio Nicco - Anselmo Nicco - Michele Barmasse - Chabod Augusto - Celeste Perruchon.
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Il Consigliere BARONE dichiara che il rinvio delle elezioni amministrative comunali in Valle d'Aosta, senza aver prima interpellato al riguardo il Consiglio regionale, suona grave offesa al Consiglio stesso, come istituto, nonché alla dignità dei Consiglieri regionali.
Precisa che un tale fatto, oltre ad essere molto grave e anacronistico, è anche controproducente per l'autonomia della Valle d'Aosta, perché avviene proprio in un momento in cui in ogni parte d'Italia si manifesta un movimento che riscuote larghissimo appoggio e grande simpatia, e che tende a sostituire l'autorità prefettizia con la autorità dei Consigli regionali.
Ritiene che scopo del rinvio delle elezioni amministrative comunali nella nostra Regione sia quello di fare credere che i Valdostani sono soddisfatti della loro autonomia, che - egli dichiara -, non è stata attuata secondo le norme dello Statuto regionale, minimizzando ed annullando le prerogative dell'organo sovrano della Valle.
Afferma che la decisione di richiedere il rinvio delle elezioni amministrative non può essere presa, salvo che si verifichino circostanze improvvise e del tutto eccezionali, e quindi non previste, perché i Consigli comunali devono ritenersi decaduti dal loro potere alla scadenza del loro mandato e la popolazione deve eleggere liberamente i suoi rappresentanti.
Osserva che il costringere la popolazione ad agire diversamente, ricorrendo ad elezioni ritardate, non rientra nel costume democratico.
Dichiara che non è fondata l'asserzione che una forte aliquota di persone si reca agli alpeggi precedentemente alla data del 27 maggio, in quanto basta, per convincersene, considerare le date delle fiere primaverili della Valle d'Aosta, che si svolgono nelle località e date seguenti: 28 maggio ad Aosta, 29 maggio a Verrès, 1° mercoledì di giugno a La Salle, 5 giugno a St. Vincent, 11 giugno a Lillianes, 12 giugno a Châtillon, 13 giugno a Challant St. Anselme e 20 giugno ancora a La Salle.
Circa il fatto emigratorio che, - egli osserva -, viene addotto, unitamente a quello della monticazione agli alpeggi, a giustificazione del rinvio delle elezioni, afferma che corrisponde a quello analogo di tutte le vallate dell'arco alpino.
Precisa che, se si vuole onestamente riconoscere che la Valle d'Aosta economicamente non siede all'ultimo scalino delle valli alpine italiane, si dovrà ammettere che la percentuale di emigrazione relativamente al numero degli abitanti è superiore in altre valli.
Concludendo, auspica che i Consiglieri esprimano un voto che salvaguardi la dignità del Consiglio regionale, di cui sono membri, e che suoni condanna dei sistemi anti-democratici che, - egli dice -, non debbono più ripetersi se si ha a cuore il benessere della piccola Patria valdostana.
Il Presidente della Giunta, BONDAZ, dichiara quanto segue:
"Desidero fare su questo argomento alcune dichiarazioni che servano a precisare in linea di fatto, i dati necessari all'eventuale discussione.
Mi pare che sia appena il caso di ricordare che la data di convocazione dei comizi elettorali viene fissata dal Governo attraverso le determinazioni del Ministero dell'Interno.
Nel caso delle elezioni amministrative, in base alla legge 23 marzo 1956, n. 136, le elezioni per il rinnovamento dei Consigli comunali potranno avere luogo a decorrere dalla prima domenica successiva al compimento del quadriennio.
Infatti, per ogni elezione, il Ministro dell'Interno comunica le disposizioni necessarie a tutti i Prefetti e, quindi, anche al Presidente della Giunta regionale della Valle d'Aosta, il quale, naturalmente, agisce in questa materia quale investito di funzioni prefettizie, ai sensi dell'articolo 44 dello Statuto speciale della Valle d'Aosta.
In data 4 aprile scorso, io ho provveduto a trasmettere telegraficamente a tutti i Sindaci della Regione le disposizioni ricevute dal Ministro dell'Interno, nei termini seguenti: "Per opportuna notizia informo che disposizioni impartite ai Prefetti Repubblica per convocazione comizi elezioni amministrative per giorno 27 maggio prossimo non riguardano questa Regione, per la quale verranno comunicate opportune necessarie disposizioni".
Mi risulta, - e le notizie furono d'altra parte riportate da tutta la stampa -, che le elezioni comunali si svolgeranno il 27 maggio in 90 Provincie, salvo che nella Provincia di Gorizia e nella nostra Regione.
Le elezioni provinciali si svolgeranno, invece, in 79 Provincie, compresa Trieste, escluse Trento, Bolzano, Gorizia e le Provincie della Sicilia.
Anche in alcune altre Provincie, ad esempio del Piemonte, le elezioni comunali, in tutto o in parte, si svolgeranno in autunno, come a Vercelli città, ove le elezioni comunali si svolgeranno nel prossimo autunno. Per ora i Vercellesi votano soltanto per il Consiglio provinciale.
Nella Provincia di Alessandria si vota il 27 maggio in 164 Comuni su 190; in 25 Comuni della Provincia di Novara si voterà soltanto per il Consiglio provinciale, mentre nella Provincia di Cuneo si voterà in 231 Comuni su 249.
Precedentemente, verso la metà del mese di marzo, il Ministro dell'Interno mi aveva telegraficamente richiesto di comunicare la mia opinione e gli eventuali suggerimenti sul punto seguente: se esistessero ragioni, e quali, che potessero fare preferire l'autunno alla primavera inoltrata, in relazione alle prossime determinazioni del Governo circa la data della consultazione elettorale amministrativa.
Naturalmente, mi sono immediatamente documentato, perché la risposta doveva essere data con estrema urgenza, tenendo presente che tutta la legislazione elettorale tende visibilmente a favorire, in ogni modo, l'afflusso degli elettori ai seggi elettorali, quale primordiale esplicazione dei doveri di ogni cittadino e quale concreta applicazione del concetto democratico della più larga partecipazione del popolo all'amministrazione della cosa pubblica.
Ho espresso, quindi, al Ministro, che me l'aveva richiesta, l'opinione secondo cui ritenevo preferibile per la nostra Regione che le elezioni venissero fissate in autunno invece che nella tarda primavera, - non si parlava allora di date -, e ho basato questa mia opinione sui seguenti dati e considerazioni:
Percentuali dei votanti nelle passate elezioni amministrative e regionali, quali risultano ufficialmente dall'Ufficio elettorale che è a mia disposizione (i dati si riferiscono non soltanto alla Città di Aosta ma a tutti i Comuni della Valle):
- 25 maggio 1952: la percentuale fu del 78,5%.
Nelle elezioni amministrative del 17 e 24 novembre 1946 la percentuale era stata soltanto del 57,34%, e questo era un dato che poteva essere contrario a quella che fu poi la mia opinione, ma, naturalmente, dall'esame delle percentuali dei votanti in tutti i Comuni, - in qualche Comune non si arrivava neanche al 29% -, mi sono convinto che questo dato non poteva avere una grande importanza, data la "anormalità" della situazione in cui sono avvenute queste prime elezioni del 1946, perché non è possibile che vi siano dei Comuni con una percentuale di votanti del 29%.
Le elezioni regionali del 1949 ebbero una percentuale del 73,6%, pur essendo avvenute in una epoca in cui il problema del rinvio non si poneva, perché le elezioni furono fatte nel mese di aprile anzichè verso la fine del mese di maggio, cioè nella tarda primavera.
Le elezioni regionali del 14 novembre 1954 ebbero, invece, una percentuale di votanti del 90,4%.
Anche le elezioni politiche, seppure siano elezioni di altra natura, - non bisogna dimenticare che nei confronti degli elettori inadempienti vi sono le sanzioni previste dall'articolo 90 del D. P. del 5 febbraio 1948, n. 26, e dall'articolo 25 della legge 6 febbraio 1948, n. 29, - ebbero percentuali di votanti inferiori alla percentuale dell'autunno.
Infatti le elezioni per la Costituente del 2 giugno 1946 ebbero la percentuale dell'84%; le successive elezioni politiche del 18 aprile 1948 ebbero una percentuale di votanti dell'85,58% per la Camera dei Deputati ed una percentuale dell'84,5% per il Senato. Le elezioni del 7 giugno 1953 ebbero una percentuale dell'86,7% per la Camera dei Deputati e una percentuale dell'86,3% per il Senato.
Questi sono i dati statistici che avevo a mia disposizione.
Quindi una ragione c'era ed io, pertanto, in base ai suddetti dati statistici ed alle notizie pervenutemi dagli organi tecnici, ho precisato che la maggior percentuale media dei votanti in Valle d'Aosta si è avuta in autunno ed è dovuta, anzitutto, al fatto che nella seconda metà del mese di maggio, - settimana più, settimana meno, a seconda che la stagione sia più o meno avanzata -, molti agricoltori si spostano nei maiens", previa chiusura delle latterie, sino al 14 giugno, giorno della monticazione, e si trovano, quindi, molto impegnati con il bestiame.
Infatti la stessa Associazione degli agricoltori, da me interpellata, mi ha fatto pervenire, già in epoca precedente e poi anche in seguito, la conferma che questa decisione agevola, incontestabilmente, tutti gli allevatori e contadini valdostani che nella grande maggioranza, a partire dalla seconda decade di maggio, si trovano già nei "maiens" e negli alpeggi più bassi, i più con la propria famiglia, trovandosi così in notevole difficoltà per esercitare il loro diritto elettorale.
In secondo luogo, molte ragazze e donne emigrano, specialmente in Svizzera, per i lavori nei vigneti.
Questi dati mi sono stati forniti dall'Ufficio del Lavoro e dalla Questura, che li hanno desunti dai dati statistici relativi ai passaporti stagionali rilasciati essenzialmente nel periodo dal 1° marzo al 31 maggio.
Nel 1955 sono stati rilasciati, soltanto in questo periodo, ben 1350 passaporti; ma bisogna anche tenere presente che vi sono delle persone che vanno a lavorare all'estero nei periodi stagionali estivi muniti soltanto della carta di frontiera.
Questa cifra, che è aumentabile, può sembrare limitata, ma non lo è, se si tiene conto che non si tratta di elezioni politiche o di elezioni regionali, ma si tratta di elezioni comunali, per cui l'esodo di alcune decine di persone può avere la sua importanza, specialmente nei piccoli Comuni, ove può anche modificare e falsare l'esito delle elezioni.
Si aggiunga a questi elementi la considerazione che vi sono tre Comuni della Valle le cui Amministrazioni scadono dal loro mandato nel prossimo autunno e, precisamente, i Comuni di Rhêmes St. Georges, St. Oyen e Valsavaranche.
Questi elementi, nel loro insieme, mi hanno convinto che era preferibile l'autunno alla tarda primavera e tale opinione personale io ho espresso al Ministro dell'Interno, - che me l'aveva telegraficamente chiesta, nella esplicazione delle mie attribuzioni dì carattere prefettizio".
Il Consigliere BARONE osserva che, come è stato detto dal Presidente della Giunta, le elezioni amministrative si svolgeranno il 27 maggio nella maggior parte dei Comuni dell'Italia, tranne che nella Provincia di Gorizia e nella Regione autonoma della Valle d'Aosta, nonché in quei Comuni le cui Amministrazioni non sono ancora scadute dal loro mandato.
Osserva ancora che la percentuale dei votanti in Valle d'Aosta nelle elezioni politiche del 7 giugno 1953 (86,7% per la Camera dei Deputati e 86,3% per il Senato) potrebbe anche essere superata nelle prossime elezioni del 27 maggio, perché le elezioni amministrative sono molto più sentite dalla popolazione che non quelle politiche, per ovvie ragioni.
Circa la considerazione che nella seconda metà del mese di maggio molti contadini si spostano nei "maiens", fa presente che i "maiens" si trovano generalmente ad una altitudine che va dai 1000 ai 1400 metri circa; osserva che, d'altra parte, gli elettori hanno due giorni per poter votare, per cui ritiene che i contadini che si trovano già nei "maiens" possano benissimo, entro tale termine, scendere dai "maiens" per esercitare il loro diritto di voto.
Il Consigliere MANGANONI premette che i chiarimenti dati e le precisazioni fatte dal Presidente della Giunta, in relazione alla mozione in esame, non sono molto convincenti, come ha già dimostrato il Consigliere Barone.
Osserva che anche i Comuni delle altre Regioni alpine si trovano nella stessa situazione di quelli della Valle d'Aosta, per quanto riguarda la questione degli alpeggi e maiens"; chiede, quindi, per quali ragioni il Ministro degli Interni abbia fatto rinviare le elezioni amministrative soltanto nei Comuni della Valle d'Aosta e non anche nei Comuni delle altre Regioni alpine.
Rammenta che, come è stato detto dallo stesso Presidente della Giunta, la monticazione agli alpeggi avviene dopo il 14 giugno o, tuttalpiù, nella prima settimana di giugno.
Ricorda che i "maiens" sono situati molto al di sotto degli alpeggi, vicino ai centri abitati, per cui gli alpigiani hanno la possibilità di assentarsi, sostituendosi a vicenda, per poter andare a votare, anche perché, in genere, i capi bovini custoditi nei "maiens" sono poco numerosi.
Circa le ragioni addotte dal Presidente della Giunta a giustificazione della sua opinione, secondo la quale è preferibile che le elezioni amministrative in Valle d'Aosta si facciano in autunno anzichè in maggio, osserva che in autunno i bovini, dopo la demonticazione, vengono trattenuti nei "maiens", per cui la questione non cambia.
Osserva, poi, che il tempo è generalmente più bello in maggio che non in autunno, perché in questa stagione si verificano molto spesso precipitazioni di pioggia o di neve, e rileva che durante il mal tempo molte persone, ed in particolare quelle malate e anziane, difficilmente si muovono dalle loro abitazioni per andare a votare.
Ritiene che le vere ragioni del rinvio delle elezioni amministrative nei Comuni della Valle d'Aosta non siano quelle esposte dal Presidente della Giunta, Bondaz, ma bensì altre.
Fa presente che gli elettori giudicano gli amministratori in base al loro operato ed afferma che l'attuale Giunta non può certo trovarsi in condizione di poter vantare di avere svolto una grande attività, in fatto di lavori pubblici, nel periodo di un anno e mezzo trascorso dalla data del suo insediamento ad oggi.
Osserva che, sino allo scorso mese di marzo, l'Amministrazione regionale si è trovata in gravi difficoltà finanziarie, perché della somma di Lire 3.600.000.000 che la Valle d'Aosta vanta come credito verso lo Stato, quale provento delle quote di ripartizione delle entrate erariali, sono state versate soltanto Lire 800.000.000.
Osserva che la somma di Lire 1.600.000.000 è giunta soltanto recentemente, mentre la somma di Lire 1.200.000.000, spettante alla Regione quale provento del riparto fiscale per il 1955, deve ancora essere versata dallo Stato.
Dichiara che appunto per tale ragione numerosi lavori di pubblica utilità deliberati dal Consiglio regionale non hanno potuto essere eseguiti per mancanza di fondi, come pure non hanno potuto essere erogati dalla Giunta, se non in misura limitata, contributi e sussidi ai Comuni per l'esecuzione e il finanziamento di opere pubbliche.
Comunica che, effettivamente, per fare fronte alle spese più urgenti, la Giunta regionale aveva contratto un prestito con la Cassa di Risparmio di Torino, prestito che però è stato contenuto in una cifra non elevata, perché la Giunta, memore delle critiche fatte alla Giunta dell'Amministrazione precedente per aver contratto un prestito rilevante con la Cassa di Risparmio di Torino, temeva che analoghe critiche venissero fatte nei suoi confronti se avesse contratto un prestito per una somma più elevata.
Fa presente che, in conseguenza di ciò, la Giunta, non disponendo di fondi, ha dovuto inviare l'esecuzione di opere di pubblica utilità già deliberate dal Consiglio e limitare la erogazione dei contributi e dei sussidi, con evidente malcontento della popolazione.
Osserva che, rinviando le elezioni comunali di cinque o sei mesi, la Giunta avrà nel frattempo la possibilità, - con il provento del mutuo di Lire 1.500.000.000 contratto con il Consorzio di Credito per le Opere Pubbliche e con la somma di Lire 1 miliardo 600 milioni versata di recente dallo Stato -, di fare eseguire lavori di pubblica utilità, di saldare i debiti tacitando i creditori, nonché di concedere contributi e sussidi ai Comuni.
Osserva che, evidentemente, il fervore di nuove opere influenzerà favorevolmente l'elettorato, facendogli dimenticare le lunghe attese per la concessione di contributi per opere pubbliche.
Dichiara che, a parer suo, questa considerazione e quelle precedenti esposte dal Consigliere Barone sono le vere ragioni del rinvio delle elezioni amministrative in Valle d'Aosta, rinvio che viene a ledere il diritto di ogni cittadino di esprimere il suo voto per il tempestivo rinnovo dell'Amministrazione comunale.
Dichiara che questo rinvio costituisce un affronto per la Valle d'Aosta e per lo spirito democratico dei valdostani e protesta, quindi, energicamente per un tale affronto.
Il Consigliere CHABOD Renato premette che la questione dei tre Comuni (Rhêmes St. Georges, St. Oyen e Valsavaranche), - le cui Amministrazioni non sono ancora scadute dal loro mandato per non compiuto quadriennio -, non incideva sulla determinazione del rinvio delle elezioni amministrative in Valle d'Aosta, perché sarebbe stato sufficiente stabilire che nei predetti tre Comuni non si facevano le elezioni prima della scadenza del quadriennio di carica.
In fatto di percentuali di votanti rileva, per quanto riguarda le elezioni amministrative, che la percentuale più forte si è avuta il 25 maggio del 1952 con il 78,5%, contro il 57,34% del 17 e 24 novembre del 1946.
Per quanto riguarda le elezioni politiche regionali, osserva che le percentuali differiscono di poco le une dalle altre: elezioni regionali del 14 novembre 1954: 90,4%; elezioni politiche: 2 giugno 1956: 84% (Costituente); 18 aprile 1948: 85,58% (Camera dei Deputati) e 84,5% (Senato); 7 giugno 1953: 86,71% (Camera dei Deputati) e 86,3% (Senato).
Sulle ragioni addotte a motivazione del rinvio delle elezioni (trasferimento ai "maiens", emigrazione stagionale di lavoratori) fa presente che non intende soffermarsi, perché al riguardo hanno già parlato i Consiglieri Barone e Manganoni.
Osserva che la ragione che l'ha indotto a sottoscrivere la mozione in esame investe una questione di forma che è, tuttavia, anche di sostanza.
Informa che, prima della presentazione della predetta mozione alla Presidenza del Consiglio regionale, aveva letto sul quotidiano torinese "La Stampa" che il Presidente della Giunta regionale avrebbe comunicato agli organi governativi l'opportunità che le elezioni amministrative nei Comuni della Valle d'Aosta fossero differite all'autunno.
Osserva che, anche a prescindere da tale notizia, pubblicata già nell'inverno scorso sul giornale "La Stampa", e che potrebbe anche essere inesatta, il punto grave è la affermazione del Presidente della Giunta, Bondaz, il quale ha dichiarato di avere i poteri del Prefetto e di conformarsi ai relativi doveri che ne derivano.
Osserva che, se è vero che il Presidente della Giunta regionale della Valle d'Aosta ha i poteri del Prefetto, - infatti nella Valle d'Aosta non vi è il Prefetto e questi poteri sono esercitati dal Presidente della Giunta per delegazione del Governo della Repubblica -, tuttavia, per il rispetto dovuto al Presidente della Giunta e al Consiglio, il Presidente della Giunta non deve essere considerato semplicemente come un Prefetto -, che è un funzionario statale il quale risponde soltanto al suo Ministro, ma è da considerare un qualche cosa di più e di diverso, a' sensi degli articoli 15, 32, 33, 34 e 44 dello Statuto regionale.
Lamenta che il Consiglio, organo supremo della Regione, non sia mai stato informato della questione dal Presidente della Giunta il quale, per dare la nota risposta al Ministro dell'Interno per le ragioni che sono state esposte solo nell'adunanza odierna al Consiglio, ha pure interpellato, per notizie, vari Uffici e la stessa Associazione Valdostana degli agricoltori.
Dichiara che il Presidente della Giunta, come aveva ritenuto opportuno di sentire il parere dell'Associazione Agricoltori, avrebbe potuto e dovuto interpellare anche il Consiglio regionale, prima di comunicare il proprio parere al Ministro dell'Interno.
Osserva che, interpellando il Consiglio, il Presidente della Giunta avrebbe, quanto meno, salvato la forma, perché il parere del Consiglio non avrebbe potuto che collimare con quello del Presidente della Giunta, in quanto la piccola minoranza non avrebbe potuto fare modificare il parere della maggioranza consiliare.
Dichiara che il Consiglio regionale, organo supremo della Regione, non essendo stato interpellato né informato sulla particolare importante questione, è stato esautorato ed offeso nelle sue prerogative e nei suoi componenti.
Dichiara di mantenere, per tali ragioni, la protesta formulata nella mozione all'ordine del giorno e sottoposta oggi all'approvazione del Consiglio.
Il Presidente della Giunta, BONDAZ, sottolinea che il Presidente della Giunta ha delle funzioni prefettizie di cui è responsabile verso il Governo.
Rammenta, in proposito, che lo stesso Consigliere Manganoni, in una precedente seduta in cui si discusse una mozione che riguardava l'ordine pubblico, affermò che il Presidente della Giunta ha delle funzioni prefettizie ed è responsabile dell'ordine pubblico.
Osserva che non sussiste alcun dubbio al riguardo e comunica che, anche per quanto riguarda l'organizzazione ed il funzionamento dell'Ufficio elettorale egli è direttamente e personalmente responsabile verso il Governo a' sensi dell'articolo 44 dello Statuto regionale.
Pone in rilievo che soltanto nella Regione autonoma della Valle d'Aosta non vi è il Prefetto e che nella persona del Presidente della Giunta si assommano, in Valle di Aosta, anche le funzioni prefettizie, oltre a quelle connesse alla carica di Capo della Amministrazione regionale.
Osserva che gli Amministratori regionali debbono essere gelosi custodi di tali funzioni prefettizie spettanti al Presidente della Giunta e vigilare affinché non accada, come già accadde negli anni decorsi, che vi sia una parziale invasione di altri organi statali nelle predette funzioni prefettizie.
Dichiara che, in forza della responsabilità che gli proviene dalle sue funzioni prefettizie, quando gli è stato richiesto il suo parere personale in merito al periodo più opportuno per la consultazione elettorale amministrativa in Valle d'Aosta, egli, dopo essersi debitamente documentato, ha espresso l'opinione che fosse preferibile differire le elezioni alla stagione autunnale per le ragioni già illustrate.
Informa che analoga richiesta di parere era stata fatta a tutti i Prefetti della Repubblica dal Ministro dell'Interno con telegramma circolare.
Dichiara che non ha assolutamente inteso offendere il Consiglio, ma che si è solo assunto onestamente la responsabilità che gli compete in forza delle sue funzioni prefettizie, responsabilità che non ha mai paura di assumersi, perché agisce sempre con perfetta buona fede.
Rileva di avere semplicemente espresso, a richiesta, il suo parere, precisando che la decisione del rinvio delle elezioni amministrative in Valle d'Aosta è stata assunta non dal Presidente della Giunta ma dal Ministro dell'Interno.
In merito ai rilievi del Consigliere Manganoni, dichiara che ognuno ha le convinzioni che ritiene di avere e precisa: "Il Consigliere Manganoni è convinto che le vere ragioni del differimento delle elezioni comunali siano quelle da lui esposte, ma io affermo che egli non è assolutamente nel vero".
Osserva poi che si tratta di elezioni comunali e non già di elezioni regionali, per cui è fuori luogo parlare di lavori di pubblica utilità da eseguire dalla Regione per miliardi di lire.
L'esecuzione di opere pubbliche potrà, se mai, servire per le elezioni regionali, che si faranno fra tre anni, ma non già per le elezioni amministrative comunali.
Il Presidente della Giunta dichiara, infine, quanto segue: "Si vuole indubbiamente scherzare quando si dice che la Giunta regionale ha paura delle elezioni comunali, poiché la Giunta regionale ha affrontato, lo scorso anno, dei problemi finanziari di una complessità e di un peso enorme; noi abbiamo troppa stima del corpo elettorale valdostano per ritenere che esso non abbia capito in quale situazione noi abbiamo trovato l'Amministrazione regionale e quali sforzi abbiamo dovuto fare per rimettere le cose in sesto.
Le cifre che abbiamo già dato parlano chiaro ed i Revisori dei conti possono controllarle: abbiamo fatto dei lavori anche se abbiamo pagato i debiti che la Giunta ha trovato all'atto del suo insediamento per i lavori fatti eseguire dalla precedente Amministrazione e non pagati a suo tempo.
Quindi noi non abbiamo alcun timore.
Per quanto riguarda la particolare questione delle elezioni comunali, di cui si discute, debbo dichiarare che la Giunta è stata sempre perfettamente all'oscuro di quello che è stato deciso e comunicato da me al Ministro dell'Interno seguendo il ragionamento che ho fatto in relazione alle mie funzioni prefettizie.
La Giunta, pertanto, non c'entra proprio per niente ed io mi assumo la piena responsabilità di avere espresso, su richiesta, il mio parere personale, perché onestamente ho risposto secondo la mia convinzione: suffragata dai dati che i miei organi tecnici mi hanno comunicato, giacché, evidentemente, ho voluto documentarmi.
La documentazione è indubbiamente esatta e quando mi si è chiesto se era preferibile fare le elezioni comunali nella tarda primavera, dico tarda perché non si precisavano date, o nell'autunno, io ho risposto con cuore tranquillo, perché sapevo di dire la verità, che era da preferire l'autunno, nell'interesse di tutto il corpo elettorale".
L'Assessore BIONAZ osserva che, - come è noto a tutti -, alla fine di maggio una parte della popolazione si trova nei "maiens" con il proprio bestiame; fa presente che gli alpigiani ed i loro familiari hanno meno libertà e tempo disponibile per venire a votare quando si trovano nei "maiens", che non dopo avvenuta la monticazione del bestiame.
Ritiene che, a parte tale considerazione, si sia fatto molto bene a rinviare le elezioni comunali al prossimo autunno, anche perché in tal modo si dà la possibilità di votare anche a quei lavoratori che emigrano in Svizzera durante la stagione dei lavori agricoli.
Osserva che, trattandosi di elezioni amministrative, l'esodo dei lavoratori stagionali può influire, nei piccoli Comuni, sul risultato stesso delle elezioni in parecchi Comuni.
Conclude, dichiarando che la Giunta condivide ed approva pienamente l'operato del Presidente della Giunta, Bondaz, in quanto è ovvio che l'affluenza alle urne sarà più numerosa nell'autunno che non nella tarda primavera.
Il Consigliere CHABOD Renato dichiara di non essere soddisfatto delle spiegazioni date dal Presidente della Giunta e dall'Assessore Bionaz, perché entrambi non hanno trattato del problema di fondo.
Concorda che il Presidente della Giunta ha funzioni prefettizie a' sensi dell'articolo 44 dello Statuto regionale, ma ribadisce che, a differenza di tutti i Prefetti d'Italia, che sono dei funzionari e, come tali, debbono unicamente rispondere al Ministro dell'Interno e al Governo, il Presidente della Giunta regionale è una emanazione del Consiglio regionale, che è l'organo supremo della Regione, e che doveva, quindi, essere informato tempestivamente ed interpellato sulla questione e non già tenuto all'oscuro, come è stato fatto.
Ribadisce che il non avere interpellato il Consiglio suona offesa per il massimo organo regionale e per i suoi componenti.
Dichiara di mantenere, quindi, la mozione presentata, alla quale darà il suo voto favorevole.
Il Presidente della Giunta, BONDAZ, rammenta al Consigliere Chabod Renato il Decreto legislativo luogotenenziale 7 settembre 1945, n. 545, istitutivo del primo ordinamento amministrativo autonomo della Valle d'Aosta, rilevando che, per quanto riguarda le funzioni prefettizie, la formulazione dell'articolo 4 di detto Decreto risulta più precisa e completa della formulazione dell'articolo 44 dello Statuto regionale, poiché, dice, fra l'altro, che il Presidente è responsabile verso il Governo dell'esercizio dei poteri che per legge restano riservati allo Stato; osserva che non vi è dubbio alcuno che la fissazione delle elezioni sia riservata al Governo.
Precisa che l'articolo 44 dello Statuto ripete, sia pure con una formulazione meno precisa, la menzionata disposizione dell'articolo 4 del predetto Decreto, poiché dice che il Presidente della Giunta, "dirige le funzioni amministrative delegate dallo State alla Regione, conformandosi alle istruzioni del Governo, verso il quale è responsabile".
Osserva che tutto quanto riguarda il servizio elettorale rientra nella sfera di competenza che indubbiamente il Governo si è riservata per tutta Italia.
Ribadisce di non aver avuto alcuna intenzione di esautorare il Consiglio regionale, perché riteneva e ritiene che il Consiglio in questa materia non può assumersi le responsabilità che competono al Presidente della Giunta in forza del più volte citato articolo 44 dello Statuto regionale.
Conclude, ribadendo di avere ritenuto di fare cosa corretta rispondendo alla richiesta che gli è stata fatta dal Ministro dell'Interno ed esprimendo una sua opinione motivata, che poteva essere accolta o anche non accolta, opinione di cui si assume tutta la responsabilità.
Il Presidente, PAREYSON, constatato che la discussione sulla mozione è stata ampia ed esauriente, pone ai voti, per alzata di mano, l'approvazione della mozione stessa.
Procedutosi alla votazione, per alzata di mano, il Presidente, PAREYSON, accerta e comunica che
IL CONSIGLIO
a maggioranza di voti contrari (Consiglieri presenti e votanti: ventinove; voti favorevoli all'approvazione della mozione: otto; voti contrari: ventuno) ha respinto la mozione di cui si tratta, concernente le elezioni amministrative comunali in Valle di Aosta.
Il Consiglio prende atto.
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Si dà atto che l'adunanza ha termine alle ore quattordici.
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Letto, approvato e sottoscritto.
IL PRESIDENTE
(E. Pareyson)
IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
(O. Perruchon)
IL SEGRETARIO ROGANTE
(A. Brero)