Oggetto del Consiglio n. 45 del 5 aprile 1956 - Verbale

OGGETTO N. 45/56 - STUDIO ED ELABORAZIONE DI UN DISEGNO DI LEGGE REGIONALE PER L'ASSISTENZA, IN CAMPO REGIONALE, DELLE GUIDE ALPINE ANZIANE. (Mozione del Consigliere regionale Signor Chabod Renato)

Il Presidente, PAREYSON, dichiara aperta la discussione sulla seguente mozione del Consigliere regionale Signor Chabod Renato, concernente l'oggetto: "Studio ed elaborazione di un disegno di legge regionale per l'assistenza, in campo regionale, delle guide alpine anziane", mozione trasmessa in copia ai Signori Consiglieri, unitamente all'ordine del giorno dell'adunanza:

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IL CONSIGLIO REGIONALE

ritenuta la necessità di provvedere regionalmente alla assistenza delle guide anziane fino a quando il problema non trovi adeguata soluzione su piano nazionale;

dà mandato

ad apposita nominanda Commissione di approntare con ogni sollecitudine il relativo disegno di legge da sottoporre alla approvazione del Consiglio.

Aosta, 3-2-1956.

F.to: Renato Chabod.

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Il Consigliere CHABOD Renato rileva di aver presentato la mozione di cui si tratta nella seduta del 3 febbraio 1956, al termine della discussione dell'interpellanza del Consigliere Barmasse concernente analogo argomento.

Informa che il problema non è di oggi soltanto, ma è anteriore alla prima guerra mondiale. Comunica che in passato era stato risolto, per le Alpi occidentali, dal Duca degli Abruzzi, il quale, da buon alpinista, aveva istituito una Cassa Pensioni che allora erogava 200-250 lire all'anno, cifra apprezzabile in quei tempi.

Fa presente che tale somma risultò però inadeguata dopo la prima guerra mondiale, ma che, d'altra parte, non fu possibile integrarla perché la Cassa Pensioni era costituita da titoli di Stato vincolati, il cui capitale e il cui reddito, purtroppo, non hanno più valore a causa dell'avvenuto aumento dei prezzi nel tempo.

Precisa che nel periodo intermedio fra le due guerre il problema non è stato nemmeno affrontato ed è ora più che mai grave, perché la professione della guida è una professione gloriosa, indubbiamente, ma dura, rischiosa e di poco reddito.

Rileva che tale professione, salvo rari casi di guide-albergatori, non dà la possibilità di avere una vecchiaia tranquilla e sicura, per cui vi sono, purtroppo, anche in Valle d'Aosta, molte guide famose che vivono nell'indigenza.

Fa presente che, se non si provvede a risolvere il problema, la professione della guida verrà trascurata, come già ora si può constatare, poiché vi sono giovani elementi di valore che preferiscono scegliere altra professione od occupazione che consenta loro di provvedere al mantenimento delle loro famiglie.

Informa che del problema si è discusso molte volte presso il Consorzio Nazionale Guide del Club Alpino e che sondaggi sono stati fatti presso Compagnie di assicurazioni ed Istituti vari per vedere che cosa si potesse fare.

Riferisce che lo scorso anno venne nominato membro di una Commissione ristretta di studio, di cui faceva parte anche l'Ing. Bertollio, di Torino, Presidente del Comitato Piemontese, per uno studio approfondito del problema e delle possibili soluzioni.

Osserva che il problema è stato esaminato ed approfondito e presenta due aspetti:

a) occorre anzitutto provvedere per le guide giovani, con una assicurazione previdenziale per la vecchiaia sul tipo di quella che è stata predisposta per i venditori ambulanti dei giornali e per quelle categorie che non hanno un datore di lavoro; a questo dovrebbe pensare il CAI, con una polizza assicurativa unica da contrarsi a spese del CAI stesso, come si fa attualmente per la normale assicurazione sul lavoro, perché le guide non vi provvederebbero singolarmente.

Rileva che si tratterebbe, quindi, di una unica polizza a base nazionale stipulata dal CAI per l'assicurazione di circa 600 guide, i cui nominativi verrebbero comunicati anno per anno e sarebbero tutti previdenzialmente assicurati per la vecchiaia;

b) ma occorre risolvere anche il problema delle guide anziane, che sono numerose e per le quali evidentemente non si può più provvedere mediante assicurazione, perché non sono ormai più in servizio.

Fa presente che occorre provvedere anche per tali guide. Informa che sono attualmente in servizio in Italia circa 600 guide, di cui più di un quarto in Valle d'Aosta e più di un quarto nel Trentino - Alto Adige.

Informa che vi sono attualmente in Italia circa cento guide che hanno superato i 60 anni di età e che, in base a calcoli fatti, occorrerebbero, per i prossimi 10 anni, circa 16 milioni all'anno per assicurare una pensione di 100 mila lire annue ad ogni guida anziana; la spesa andrà mano a mano riducendosi negli anni successivi, in quanto, pur augurando alle guide anziane la maggiore longevità possibile, esse andranno purtroppo scomparendo.

Comunica di non aver fatto prima di oggi alcuna proposta in Consiglio in quanto pensava che, se si fosse potuto risolvere il problema in campo nazionale, si sarebbero evitate spese al bilancio della nostra Regione.

Informa che era stato presentato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri un progetto di legge, con il quale si veniva a riconoscere al Club Alpino Italiano il servizio delle spedizioni di soccorso alpino ed, in considerazione dell'importanza di tale servizio per il Turismo, si proponeva di corrispondere al CAI una percentuale esigua di vari tributi turistici.

Fa presente che detto disegno di legge non è giunto ancora in porto, forse a causa di varie interferenze, per cui si è pensato che alle vecchie guide alpine che non rientrano nell'assicurazione prevista per le guide giovani potrebbero provvedere, sino a quando la questione non sia risolta sul piano nazionale, le due Regioni autonome e le Province alpine.

Osserva che, se la Regione Valle d'Aosta e la Regione Trentino - Alto Adige vengono ad assumersi un onere, non va dimenticato che il servizio delle guide è una necessità per la Valle d'Aosta.

Rileva che, in effetti, il movimento alpinistico nella nostra Regione non sarebbe stato quello che è stato se non avessimo avuto le nostre famose guide, che hanno anche preso parte a molte spedizioni di soccorso efficienti e in diversi altri casi hanno dato esempi mirabili.

Ritiene che, - tenendo conto delle benemerenze acquisite dalle nostre guide e del fatto che esse costituiscono una necessità per la nostra Valle -, la Regione debba provvedere alle sue vecchie guide alpine sino a quando non si provveda a risolvere il problema in campo nazionale.

Comunica che in Valle d'Aosta le vecchie guide alpine sono circa una trentina, per cui, considerando che ad ognuna di esse potrebbe essere corrisposta annualmente la somma di 100 mila lire, l'onere che la Regione verrebbe ad assumersi per l'erogazione dei sussidi alle vecchie guide alpine ammonterebbe annualmente a lire 3 milioni, spesa che non è eccessiva. Osserva che tale sussidio, oltre che un aiuto tangibile, sarebbe anche un riconoscimento morale, al quale le vecchie guide sarebbero molto sensibili.

In relazione alla mozione in esame, ritiene necessario elaborare ed approvare una legge regionale recante norme in materia di assistenza e di previdenza a favore delle guide alpine.

Il Consigliere BARMASSE comunica che, allorquando presentò l'interpellanza discussa nella seduta consiliare del 3 febbraio 1956, egli pensava ad una soluzione in campo nazionale del problema non perché avesse dei preconcetti contro il Club Alpino Italiano, ma semplicemente perché riteneva che questo benemerito Sodalizio non potesse disporre di sufficienti mezzi finanziari per affrontare il problema dell'assistenza e previdenza delle guide alpine.

Osserva che soltanto oggi ha appreso che il Governo potrebbe provvedere all'assistenza delle guide tramite il Club Alpino Italiano e dichiara, quindi, di non insistere su una questione formale, perché ciò che gli interessa è la sostanza, cioè la concessione di un decoroso trattamento di quiescenza alle guide.

L'Assessore BORDON premette che il Consigliere Chabod Renato, nell'illustrare al Consiglio il problema delle guide, ha sfondato una porta che era già aperta, in quanto l'Amministrazione regionale era disposta a venire in aiuto alle guide alpine per la soluzione del problema in esame, che comporta una spesa annua non eccessiva.

Rammenta che sul problema in questione, il Consigliere Barmasse aveva già presentato a suo tempo una interpellanza, che è stata discussa nell'adunanza del 3 febbraio 1956, in cui erano già state esposte le considerazioni ora ripetute dal Consigliere Chabod Renato.

Ricorda di avere allora dichiarato che la Amministrazione regionale e, in particolare, l'Assessore al Turismo, avrebbero esaminato con la massima benevolenza il problema che riguarda il Corpo delle guide alpine valdostane, anche perché le guide costituiscono un importante fattore per lo sviluppo turistico della nostra Regione. Precisa che fin dall'Assemblea generale dell'Union Guides del 20-11-1955, alla quale prese parte unitamente al Consigliere Chabod Renato, egli era stato pregato dalla guida Cipolla, di Courmayeur, di interessarsi personalmente del problema e di sottoporlo all'esame della Giunta regionale.

Informa di avere scritto il 23 dicembre 1955 al Direttore Generale del CAI, Colonnello Boffa, - il quale conosce molto bene la nostra Regione ed è particolarmente competente per lo studio di problemi del genere -, e di avere avuto in risposta una esauriente relazione sull'argomento.

Fa presente che in detta relazione si precisava che il CAI provvede all'assicurazione delle guide per i casi di morte e di invalidità permanente dovuti ad infortunio alpinistico, che il CAI provvede pure a distribuire annualmente dei sussidi alle vecchie guide che versano in particolari condizioni di bisogno, ed, infine, vi si diceva che era allo studio in campo nazionale un progetto di legge che contemplava previdenze a favore delle guide alpine, nel senso ora illustrato dal Consigliere Chabod Renato.

Rammenta di avere dichiarato, al termine della discussione della menzionata interpellanza nella seduta del 3 febbraio 1956, che la Giunta desiderava prima vedere quello che veniva fatto in campo nazionale; dopo di che, presa conoscenza della portata delle previdenze concesse in sede nazionale alle guide alpine e se dette previdenze non fossero state sufficienti, si sarebbe esaminata la possibilità di integrare tali previdenze per le guide alpine della Valle d'Aosta.

Ritornando sulla mozione del Consigliere Chabod Renato, comunica che, essendovi allo studio in campo nazionale un progetto di legge recante norme previdenziali per le guide alpine, ritiene che si debba soprassedere per alcuni mesi ad ogni decisione in merito alla predetta mozione, in attesa di conoscere quali provvidenze saranno approvate in campo nazionale perché, come giustamente ha fatto notare prima il Consigliere Chabod Renato, la Regione potrà intervenire per integrare in campo regionale le provvidenze approvate in campo nazionale a favore delle guide alpine.

Dichiara di rendersi conto che è urgente una soluzione del problema, ma fa presente che, se l'Union Guides sta studiando il problema da quasi tre anni, è tanto più logico e ragionevole che si conceda ora qualche mese di tempo per vedere se sia possibile, mediante pressioni, di risolvere il problema in campo nazionale; nel quale caso l'Amministrazione regionale potrà poi esaminare la possibilità di integrare a favore delle guide della Valle d'Aosta le provvidenze disposte in campo nazionale.

Dichiara che, qualora il problema non fosse risolto in campo nazionale, potrà essere studiata ed elaborata una legge regionale recante provvidenze per le guide alpine della Valle d'Aosta.

Informa che l'Assessorato al Turismo ha già iniziato lo studio della questione, nell'intendimento di addivenire alla costituzione di una "Caisse de Secours", prendendo in esame lo Statuto della "Société des Guides et des Porteurs de Courmayeur" (Statut et Caisse de Secours).

Fa presente che la Regione non ha potestà legislativa primaria in materia di previdenza e di assistenza alle guide alpine, ma ha soltanto potestà di emanare norme legislative di integrazione e di attuazione delle leggi della Repubblica, ai sensi dell'articolo 3 dello Statuto regionale e rileva che la Giunta regionale ha dato prova, attraverso il lavoro svolto dal 20 novembre 1955 ad oggi, delle sue buone disposizioni per la soluzione del problema.

Il Consigliere CHABOD Renato dichiara di non avere inteso di fare né di avere fatto una questione di priorità, perché, se avesse voluto fare una tale questione, avrebbe potuto ricordare all'Assessore Bordon di avere cominciato ad occuparsi di questo problema sin dal 1927, ossia 29 anni or sono, alle dipendenze di Francesco Gonella, che era amico del Duca degli Abruzzi ed allora Presidente del Consorzio Nazionale Guide del CAI.

Ribadisce di non aver ritenuto opportuno di portare il problema prima all'esame del Consiglio, perché riteneva che sarebbe stato tanto di guadagnato per l'Amministrazione regionale se si riusciva a risolvere il problema in campo nazionale e concorda in questo con l'Assessore Bordon.

Osserva che, a ragion veduta, la premessa della mozione inizia con queste parole: "ritenuta la necessità di provvedere regionalmente all'assistenza delle guide anziane sino a quando il problema non trovi adeguata soluzione sul piano nazionale".

Dichiara di concordare sulla opportunità che si continui a fare pressioni affinché il problema sia risolto in campo nazionale, ma osserva che nulla vieta che, nell'attesa, il Consiglio nomini una Commissione che potrà studiare a fondo il problema.

Per quanto riguarda il rilievo sulla competenza legislativa non primaria della Regione, osserva che alla lettera u) dell'articolo 2 dello Statuto regionale si parla di ordinamento delle guide, scuole di sci, dei portatori alpini e fa presente che tale capoverso si ricollega al decreto del 1° aprile 1947, nel quale si dice che nella Valle di Aosta l'esercizio della professione di guida alpina è disciplinato dal Consiglio Valle.

Dichiara che la Regione ha, quindi, indiscutibilmente competenza legislativa primaria nella materia in discussione e ritiene opportuno che della proposta Commissione di studio facciano anche parte due guide in attività di servizio.

Dà atto dell'interessamento svolto dall'Assessore al Turismo per la soluzione del problema in campo nazionale, ma insiste affinché si inizi lo studio del problema in campo regionale, tanto più che è assai difficile che il problema delle guide anziane possa essere risolto in campo nazionale.

Conclude, chiedendo che sia messa a votazione la sua mozione.

L'Assessore BORDON dichiara di essere attualmente contrario alla nomina di una Commissione e ne illustra le ragioni.

Ritiene che, per il momento, si debba, attraverso il CAI e in sede politica, fare pressioni presso il Governo per la soluzione della questione in campo nazionale e ribadisce che la Regione potrà integrare, in campo regionale, le provvidenze approvate in campo nazionale a favore delle guide.

Osserva che, soltanto nel caso in cui in campo nazionale il problema non venisse risolto, il Consiglio potrà demandare ad una Commissione l'incarico di studiare il problema e di formulare proposte da sottoporre all'approvazione del Consiglio.

Circa la potestà della Regione a legiferare sulla materia, dichiara di non concordare sul punto di vista del Consigliere Chabod Renato, in quanto al capoverso lettera u) dell'articolo 2 dello Statuto regionale si parla solo di "ordinamento" delle guide, scuole di sci e portatori alpini, - il che significa disciplina, con apposite norme, del funzionamento del Corpo delle Guide, delle scuole di sci, dei portatori alpini, - ciò che non comprende e non riguarda la materia della assistenza e della previdenza.

Il Vice Presidente, PASQUALI, rammenta di aver avuto a suo tempo l'onore di presiedere due Commissioni consiliari e, precisamente, la Commissione che ha studiato la questione della assistenza ai vecchi bisognosi che hanno superato una determinata età e la Commissione che ha studiato l'estensione dell'assistenza di malattia ai coltivatori diretti.

Informa che entrambe le Commissioni consiliari si sono trovate di fronte a difficoltà sostanziali, perché la Regione non ha potestà primaria in materia di assistenza e previdenza, ma ha soltanto la facoltà di integrare in campo regionale le norme emanate in campo nazionale.

Rammenta che la questione dell'estensione della assistenza di malattia ai coltivatori diretti è stata, infatti, risolta mediante la emanazione di norme regionali integrative della legge dello Stato 22-11-1954, n. 1136.

Per quanto riguarda, invece, la assistenza ai vecchi bisognosi che hanno superato una determinata età, ricorda che le difficoltà hanno potuto essere superate soltanto attraverso gli ECA, provvedendo ad integrare i loro bilanci.

Ritiene che, se venisse nominata oggi dal Consiglio una Commissione consiliare per lo studio del problema in discussione, detta Commissione verrebbe a trovarsi nelle stesse difficoltà e farebbe un lavoro sterile, in quanto non giungerebbe a qualche cosa di concreto.

Esprime parere che, data l'urgenza di trovare una soluzione al problema dell'assistenza delle guide anziane, l'unica soluzione ora possibile, in base all'esperienza acquisita nel passato, consista nell'applicare in modo largo ed estensivo a favore delle guide anziane le provvidenze già adottate dalla Regione a favore dei vecchi che si trovano in condizione di bisogno e che hanno superato il 65° anno di età.

Il Presidente della Giunta, BONDAZ, dà comunicazione della seguente lettera, in data 19-3-1956, pervenutagli ieri dalle tre guide valdostane Luigi Barmasse, Camillo Pellissier e Luigi Carrel, le quali hanno preso parte alla recente spedizione De Agostini nelle montagne della terra del Fuoco:

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Ushuaia, 19-3-1956.

Ill.mo Signor Presidente della Regione Autonoma Valle d'Aosta

Dalla città più australe del mondo, ove giungiamo dopo 60 giorni di lavoro indefesso sui monti della Cordigliera Fueghina, certi di fare cosa gradita a Lei e a tutta la popolazione Valdostana, sentiamo il bisogno di illustrarLe, con questa breve relazione, l'opera da noi svolta in seno alla Spedizione De Agostini.

Con un forte, imprevisto ritardo, siamo giunti nella zona del Monte Sarmiento, ove il maltempo ha continuato ad imperversare incessantemente ostacolando la nostra opera di esplorazione per la ricerca della via verso la vetta. Ciò nonostante, dopo sforzi e sacrifici inauditi, lottando contro le insidie del tempo e della montagna, che più d'una volta hanno distrutto gli attendamenti da noi piantati, abbiamo raggiunto, il 25 febbraio scorso, i 2000 metri, dove siamo stati fermati dalle condizioni della montagna, in quel giorno proibitive per la troppa neve caduta ed ammucchiatasi a metri sul ripido ma non eccessivamente difficile ultimo pendio che ci separava dalla cima ergentesi immacolata a solamente 300 metri circa sopra di noi. La via era ormai definita. Un giorno ancora di sole e la vetta era nostra. Ma, invece del bel tempo, una ennesima terribile bufera si è scatenata e ci ha costretti per 3 notti a bivaccare sulla neve e sul ghiaccio, quasi senza viveri e persi nella fitta nebbia in mezzo a seraccate enormi e pericolo incombente di valanghe che cadono continuamente dalle immense pareti.

Solo al quarto giorno siamo giunti redivivi al campo base ove già ci ritenevano definitivamente perduti. Il maltempo intanto continuava ad imperversare e Padre De Agostini, visto che la stagione era ormai avanzata, decise di trasferire noi tre nella lontana Cordillera Darwin, coll'intento di sviluppare e raggiungere ivi la seconda e importantissima metà della Spedizione, e cioè il tentativo di scalare il Monte Italia e l'esplorazione di quella immensa Cordillera montuosa che nessuno ancora conosce.

Dopo alcuni giorni di esplorazione a partire dal 3 marzo, e favoriti dal tempo discretamente buono in quella zona, il giorno 10 marzo u. sc. la prima vetta della Cordillera Darwin, il Monte Italia, alto 2350 mt., è caduto sotto le nostre piccozze. È una montagna i cui ghiacci scendono fino al mare in seraccate immense. Partendo dal Campo 1, a quota 750, in 10 ore di marcia faticosa e di arrampicate su pareti di ghiaccio vertiginose, siamo giunti sotto la vetta, che nella sua ultima parte si presenta come un enorme fungo di ghiaccio alto più di 100 mt. In due ore di lotta serrata superammo questo ostacolo che sembrava precluderci la via del successo, a causa dei difficili tetti strapiombanti per parecchi metri, e finalmente su quella vergine vetta sventolavano vittoriosi, accanto alla bandiera italiana, i colori della nostra Valle. Di questa ascensione teniamo una esauriente documentazione fotografica.

Dalle aride righe di questa nostra relazione, solo pallidamente apparirà quanto abbiamo lottato e sofferto quaggiù sui monti sperduti della Terra del Fuoco; siamo però certi di avere, con la nostra vittoria, riconfermato nel mondo le magnifiche tradizioni alpinistiche della Valle d'Aosta.

Voglia gradire, Signor Presidente, i nostri più cordiali e distinti saluti, estensibili a tutti i membri del Consiglio.

Devotissimi.

F.ti: Luigi Barmasse, Camillo Pellíssier, Luigi Carrel.

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Il Presidente della Giunta, BONDAZ, propone di inviare alle predette tre guide un telegramma del seguente tenore:

"Giunta et Consiglio regionali Valle d'Aosta hanno preso conoscenza con molto compiacimento dell'azione del 19 marzo scorso, concernente vostre imprese alpinistiche e brillante vittoria scalata monte Italia, che riconfermano altissime doti valorosi scalatori valdostani componenti spedizione De Agostini sui monti della Cordillera Fueghina. Accogliete vive felicitazioni Giunta et Consiglio et popolazione tutta Valle Aosta per felice successo raggiunto nonché saluti augurali estensibili a tutti i componenti spedizione et benemerito Padre De Agostini punto".

Il Consiglio concorda, unanime, sulla proposta del Presidente della Giunta di inviare alle tre guide Luigi Barmasse, Camillo Pellissier e Luigi Carrel, il telegramma di cui è stata data lettura ai Signori Consiglieri.

Il Presidente della Giunta, BONDAZ, espone quindi il suo punto di vista in merito all'argomento in discussione e dichiara, anzitutto, che il Consiglio deve tenere presente quanto è stato precisato dal Vice Presidente, Pasquali, perché è sempre l'esperienza che insegna la via migliore da seguire.

Osserva che sulla sostanza non vi è discordanza fra la Giunta e il Consigliere Chabod Renato, in quanto la Giunta è pienamente d'accordo che bisogna affrontare al più presto il problema delle guide per venire incontro alla loro necessità, come bisognerà pure andare incontro alle necessità di altre categorie ancora più numerose delle categorie delle guide.

Comunica che egli intende esaminare obiettivamente la mozione del Consigliere Chabod Renato, per vedere quale sia la via più indicata per raggiungere, nel modo Migliore e più sollecito, lo scopo che tutti i Consiglieri si prefiggono.

Rileva, per prima cosa, che nella mozione si afferma la necessità di provvedere regionalmente all'assistenza delle guide anziane ed osserva che tale concetto ci riconduce ad un concetto più ampio e, cioè, a quello della previdenza.

Osserva che in materia di assistenza la Regione è all'avanguardia perché, con la legge regionale del 20-12-1955, n. 1, si è provveduto, sia pure con il sistema della integrazione dei bilanci degli ECA, all'assistenza dei vecchi bisognosi.

Rammenta che tale legge ha dovuto essere emanata ai sensi dell'articolo 3, lettera i), dello Statuto regionale, che prevede la potestà della Regione ad emanare norme di integrazione delle leggi dello Stato in materia di assistenza e beneficenza pubblica, e non già ai sensi dell'articolo 2, perché la Regione non ha potestà primaria in detta materia.

Osserva che la Regione aveva trovato opposizioni da parte delle Autorità centrali, le quali avevano fatto notare che la Regione aveva soltanto potestà legislativa secondaria in materia di assistenza e di beneficenza.

Ritornando all'argomento in discussione, e rilevato che trattasi di attuare un vero e proprio sistema di previdenza a favore delle guide, sottolinea che tutti i Consiglieri sono d'accordo di fare quanto è possibile in questo campo, ma osserva che l'assistenza delle guide anziane bisognose può rientrare nella sfera di applicazione della menzionata legge regionale del 20-12-1955, n. 1, recante norme per l'assistenza ai vecchi bisognosi.

Osserva che la questione da esaminare è questa: è possibile seguire la via legislativa, e cioè emanare, ai sensi dell'articolo 2 dello Statuto, una legge regionale in materia di previdenza per le guide della Valle d'Aosta in attesa che il problema trovi adeguata soluzione sul piano nazionale, ove, per il momento, il problema stesso è in corso di studio, ma non vi è ancora alcuna norma legislativa che regoli questa materia?

Se noi riteniamo, - egli dice, - di poter effettivamente risolvere il problema, non vi è dubbio che si deve nominare una Commissione consiliare per lo studio del problema in questione, ma se noi riteniamo di non poterlo risolvere, è perfettamente inutile di nominare una Commissione di studio.

Osserva che si tratta, in definitiva, di seguire la strada giusta e più facilmente percorribile per raggiungere al più presto lo scopo.

Ammesso, - egli osserva, - che il Consiglio nomini oggi una Commissione di studio e che la stessa predisponga un disegno di legge regionale, che il disegno di legge, approvato dal Consiglio, sia rinviato dal Presidente della Commissione di Coordinamento con rilievi ed osservazioni, che il Consiglio riveda e riconfermi la legge, che questa sia poi impugnata dal Governo avanti la Corte Costituzionale, noi avremmo perso il tempo inutilmente, mentre le guide anziane stanno attendendo invano un urgente aiuto.

Dichiara che, a suo avviso, il capoverso lettera u), dell'articolo 2 dello Statuto regionale, che dà la potestà legislativa primaria alla Regione in materia di "ordinamento delle guide, scuole di sci, portatori alpini", non si riferisce precisamente alla materia in esame.

Ricorda, in proposito, che il problema dell'ordinamento delle guide, dei portatori alpini, dei maestri di sci, degli aiuto maestri di sci, scuole di sci in Valle d'Aosta, è stato già regolamentato e disciplinato dal precedente Consiglio con legge regionale del 28-9-1951, n. 2.

Osserva che la materia in discussione rientra, invece, nella voce della lettera h) dell'articolo 3 dello Statuto regionale, che riguarda la "previdenza e le assicurazioni sociali".

Osserva che è molto difficile, per non dire impossibile, fare passare una legge regionale che riguardi la materia della "previdenza" di una particolare categoria di persone allorquando in campo nazionale la materia non è stata preventivamente disciplinata, poiché da parte del Presidente della Commissione di Coordinamento e, successivamente, da parte del Governo, verrebbe eccepito che la Regione non ha potestà legislativa primaria in tale materia, ma soltanto potestà legislativa secondaria e può soltanto emanare norme legislative di integrazione delle leggi dello Stato.

Ritiene che non sia opportuno di seguire questa strada, che è tortuosa, lunga e di difficile attuazione, ma che sia, invece, opportuno dare mandato alla Giunta di predisporre una proposta di deliberazione da sottoporre alla approvazione del Consiglio per risolvere in campo amministrativo la questione.

Rileva che la via amministrativa è molto più semplice, perché il provvedimento è sottoposto soltanto al visto di legittimità della Commissione di Coordinamento, previsto dall'articolo 46 dello Statuto regionale.

Ritiene che, dopo avere, per ora, risolto il problema con un atto amministrativo, il Consiglio avrà in seguito la possibilità, allorquando il problema avrà trovato una adeguata soluzione sul piano nazionale, di adottare una nuova deliberazione, oppure di integrare con una legge regionale le norme previdenziali adottate in campo nazionale a favore delle guide. Ribadisce che la via da lui suggerita è la più pratica, la migliore e la più sicura e aggiunge che il suo punto di vista è condiviso dalla Giunta.

Il Consigliere CHABOD Renato informa che sul piano nazionale non sarà emanata una legge che regoli la materia della previdenza per le guide, ma verrà soltanto assegnato un contributo finanziario statale al CAI, finanziandolo in percentuale modestissima sui fondi degli speciali introiti turistici, affinché il CAI provveda al servizio di soccorso alpino.

Osserva che il CAI, che ha sempre provveduto in modesta misura alle necessità delle guide, potrà così venire incontro alle necessità delle guide in misura maggiore che non per il passato, ma fa presente che non si tratterà quindi di una legge nazionale recante provvedimenti che la Regione avrà la possibilità di integrare sul piano regionale.

In merito alla questione della competenza della Regione ad emanare una legge nelle materie in esame, sottolinea che l'articolo 2 dello Statuto della Valle d'Aosta, oltre a parlare di ordinamento delle guide (lettera u), parla, altresì, di turismo (lettera q), materia nella quale la Regione ha potestà legislativa primaria, in quanto il problema delle guide è per la Valle d'Aosta un problema connesso al turismo.

Ritiene si tratti, quindi, di una questione diversa da quella alla quale ha accennato l'Ingegnere Pasquali parlando di assistenza ai vecchi bisognosi.

Comunica che, nel caso in esame, si tratta di un servizio per il quale ad un certo momento occorrerà provvedere anche mediante l'istituzione di casse mutue non solo per i vecchi ma anche per i giovani.

Rileva, per quanto riguarda la mozione, che il Presidente della Giunta ha fatto una osservazione molto sottile quando ha detto che potrebbe essere più consigliabile un provvedimento di carattere amministrativo, anziché una legge, perché la procedura amministrativa è più semplice e più rapida.

Osserva che la Commissione consiliare, dopo aver studiato la questione, potrebbe essa stessa formulare una proposta di carattere amministrativo, anziché elaborare e sottoporre una proposta di disegno di legge all'approvazione del Consiglio. Rileva che, anche nel caso in cui si adotti un provvedimento di carattere amministrativo, sarà sempre necessario studiare prima le norme che debbono disciplinare la concessione dell'assistenza alle guide anziane (ad esempio: numero degli anni di servizio necessari per aver diritto all'assistenza; casi di invalidità che danno diritto alla assistenza, ecc.).

Ribadisce, quindi, la necessità che sia nominata la Commissione da lui proposta e chiede che si passi in votazione la sua mozione.

Il Presidente della Giunta, BONDAZ, pone in rilievo che quello che conta, essenzialmente, è l'impostazione del problema, perché una volta impostato il problema bisogna seguire una determinata via e bisogna, quindi, fare attenzione a prendere la strada giusta.

Sottolinea che, mentre nella mozione si chiede la nomina di una Commissione incaricata di predisporre un disegno di legge regionale, il che significa che si tratta di nominare una Commissione legislativa, il Consigliere Chabod Renato rileva ora che la Commissione, anziché predisporre un disegno di legge, potrebbe anche proporre l'adozione di un provvedimento amministrativo.

Osserva che la procedura, nei due casi, è assai diversa e va tenuta sin dall'inizio distinta.

Ribadendo i concetti già illustrati in precedenza, propone che, per non perdere tempo, il Consiglio dia mandato alla Giunta non soltanto di continuare a sollecitare una soluzione in campo nazionale, ma di predisporre una concreta proposta di deliberazione con la quale, attraverso un atto amministrativo, la Regione possa venire contingentemente in aiuto alla benemerita categoria delle guide. Dichiara di essere convinto che in questo modo si farà molto più presto che non studiando, a mezzo di una Commissione, un disegno di legge regionale che sarebbe soggetto alla procedura prevista dall'articolo 31 dello Statuto regionale.

Conferma che, laddove è possibile, è sempre meglio risolvere i problemi mediante atti amministrativi piuttosto che mediante leggi, perché la procedura è più facile e si raggiunge molto più presto lo scopo che si vuole perseguire.

Il Consigliere CHABOD Renato, premesso che gli interessa la sostanza e non la forma, propone la seguente modifica alla mozione: sostituzione delle parole "il relativo disegno di legge" con le parole "le relative opportune proposte". Osserva che la Commissione potrà, così, concludere i suoi lavori formulando le sue proposte o in un senso (disegno di legge) o nell'altro (atto amministrativo) e chiede al Presidente, Pareyson, di voler mettere in votazione la mozione modificata in base all'emendamento proposto.

Il Vice Presidente, PASQUALI, ribadisce l'inutilità della nomina di una Commissione per lo studio della materia in discussione e propone un emendamento al testo di mozione già modificato dal Consigliere Chabod, emendamento consistente nella sostituzione delle parole "ad apposita nominanda Commissione di approntare con ogni sollecitudine il relativo disegno di legge" con le parole "alla Giunta di approvare con ogni sollecitudine le relative opportune proposte...".

A motivazione della sua proposta, osserva che, dopo l'ampia ed esauriente discussione fatta sull'argomento nella adunanza odierna, lo studio delle varie proposte nella materia di cui si tratta potrebbe essere fatto direttamente dall'Assessorato competente e dalla Giunta, anziché da una Commissione.

Dichiara che tutti i Consiglieri sono convinti che qualche cosa bisogna fare in favore della categoria benemerita delle guide, che bisogna fare nel modo migliore e al più presto, onde conseguire al più presto i risultati che il Consiglio si prefigge di conseguire. Aggiunge che non rimane, quindi, che dare mandato alla Giunta di approntare, con ogni sollecitudine, le relative, opportune proposte da sottoporre alla approvazione del Consiglio.

Il Consigliere CHABOD Renato dichiara di non poter accettare l'emendamento proposto dal Vice Presidente, Pasquali, in quanto l'accordo era stato ormai raggiunto sulla sostanza della questione.

Fa presente che il Consiglio regionale può studiare un problema anche attraverso le Commissioni consiliari, il cui lavoro si è già in passato e per altri problemi dimostrato utilissimo.

Rileva che in sede di Commissione è possibile approfondire lo studio della materia ed entrare di più nei particolari, evitando lunghe discussioni in sede di Consiglio, anche perché nella Commissione sono rappresentate sia la maggioranza che la minoranza.

Osserva che troppo spesso viene dato mandato alla Giunta per l'adozione di provvedimenti di competenza del Consiglio.

Insiste, pertanto, affinché sia posta ai voti la sua mozione modificata in base all'emendamento già proposto.

Il Presidente della Giunta, BONDAZ, fa presente che la Giunta, - ora che è stato chiarito che si tratta di venire in aiuto a poche guide anziane per un tempo limitato, e cioè sino a quando non si sia provveduto in campo nazionale, - è del parere che sia possibile fare molto più presto dando mandato alla Giunta di predisporre e di sottoporre proposte concrete all'approvazione del Consiglio.

Il Consigliere CHABOD Renato dichiara che se la questione non è complessa, trattandosi di venire incontro a poche persone, anche la Commissione consiliare potrebbe ultimare assai presto il suo lavoro e formulare, dopo una seduta o due al massimo, le proposte da sottoporre alla approvazione del Consiglio.

Insiste, quindi, sulla sua proposta, chiedendo che sia posta, ai voti la mozione modificata in base all'emendamento proposto.

Il Presidente, PAREYSON, pone ai voti, per alzata di mano, la proposta di approvazione della mozione modificata in base all'emendamento proposto dal Consigliere Chabod Renato.

Il Vice Presidente, PASQUALI, fa, a titolo personale, la seguente dichiarazione di voto:

"Desidero fare presente che io sono, sostanzialmente, dell'opinione che, ogni qualvolta sia possibile, si debba demandare ad una Commissione consiliare lo studio di problemi che si presentano; ma in questo caso specifico, - non è che cambi parere, in quanto sono sempre dello stesso avviso, - ritengo che non sia il caso di dare l'incarico ad apposita Commissione per lo studio delle opportune proposte da sottoporre all'approvazione del Consiglio. Per questo motivo voterò contro".

Procedutosi alla votazione, per alzata di mano, il Presidente, PAREYSON, accerta e comunica che il Consiglio, con voti favorevoli otto e voti contrari ventiquattro (Consiglieri presenti e votanti: trentadue), ha respinto la nuova mozione proposta dal Consigliere Chabod Renato.

Il Consiglio prende atto.

Il Presidente, PAREYSON, invita quindi il Consiglio a votare, per alzata di mano, sulla proposta di approvazione della mozione modificata in base all'emendamento proposto dal Vice Presidente, Pasquali.

Il Consigliere CHABOD Renato fa la seguente dichiarazione di voto:

"Io naturalmente mi devo astenere. D'altra parte a me preme soprattutto la sostanza. Non voterò contro, ma, naturalmente, non voterò a favore".

Il Consigliere NICCO Giulio dichiara e precisa che i Consiglieri della minoranza si associano alla dichiarazione fatta dal Consigliere Chabod Renato e che, quindi, si asterranno dalla votazione.

Procedutosi alla votazione, per alzata di mano, il Presidente, PAREYSON, accerta e comunica che il Consiglio, con voti favorevoli ventiquattro (Consiglieri presenti numero trentadue; Consiglieri astenutisi dalla votazione numero otto; Consiglieri votanti numero ventiquattro), ha approvato la seguente mozione modificata come da emendamento proposto dal Vice Presidente, Pasquali:

IL CONSIGLIO REGIONALE

ritenuta la necessità di provvedere regionalmente alla assistenza delle guide anziane fino a quando il problema non trovi adeguata soluzione sul piano nazionale;

dà mandato alla Giunta di approntare, con ogni sollecitudine, le relative opportune proposte da sottoporre alla approvazione del Consiglio.

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