Trascrizione informale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 185 del 22 luglio 1971 - Resoconto

OGGETTO N. 185/71 - Concessione al Comune di La Thuile di un contributo di lire 12 milioni nelle spese di gestione dell'Ospedaletto-Infermeria del Villaret.

Benzo (D.P.) - L'Amministrazione comunale di La Thuile gestisce direttamente, sin dall'ottobre 1966, l'ospedaletto-infermeria del Villaret di proprietà della Società Nazionale Cogne, la quale, in seguito alla sospensione dell'attività estrattiva dei locali-miniera, aveva deciso di chiudere l'ospedaletto costruito nel 1938 per poter assicurare sul posto l'assistenza sanitaria ai lavoratori addetti alle Miniere.

Col tempo l'ospedaletto si era dimostrato molto utile anche per la popolazione del Comune di La Thuile e dei Comuni vicini per l'efficiente attrezzatura ospedaliera di cui è dotato. Per permettere al Comune di La Thuile di far fronte all'annuale disavanzo di gestione dell'ospedaletto-infermeria, l'Amministrazione regionale è intervenuta negli anni passati con la concessione di contributi nelle seguenti misure, riportate anche nella relazione allegata all'oggetto, inviata ai Signori Consiglieri.

Come risulta dal rendiconto delle entrate e delle spese dell'esercizio finanziario 1970 trasmesso dal Comune di La Thuile, la gestione dell'ospedaletto-infermeria per tale anno presenta un disavanzo di Lire 7.841.381 essendo ammontate le spese a Lire 21 milioni 656.026 e le entrate - comprese le somme da riscuotere - a Lire 13.814.635. Il bilancio della gestione dell'anno 1970 non presenta quindi sostanziali differenze rispetto a quello dell'anno precedente che aveva registrato una spesa complessiva di Lire 21.092.447 contro una entrata di Lire 14.100.634.

Anche il numero dei ricoveri non ha subito grandi variazioni: 177 nel 1969; 169 nel 1970. Mentre sono aumentate le giornate complessive di degenza che sono passate dalle 1478 nel 1969 alle 1905 del 1970.

Occorre accennare, inoltre, che nel corso dell'anno 1970 l'Amministrazione comunale di La Thuile è riuscita ad ottenere i seguenti aumenti della retta giornaliera di degenza da parte delle Casse mutue di malattia regionali. Commercianti: da Lire 3100 a Lire 4500 con decorrenza 1°gennaio 1971.

Coltivatori diretti: da Lire 3100 a Lire 4000 con decorrenza dal 1° agosto 1970.

Artigiani: da Lire 3100 a Lire 4000 con decorrenza 1° agosto 1970.

Come chiaramente appare dalla relazione inviata ai Sigg. Consiglieri, la Giunta ha proposto di concedere al Comune di La Thuile un nuovo contributo di Lire 12 milioni, di cui Lire 7.500.000 per sanare quasi completamente il deficit di gestione registrato nel 1970 e Lire 4.500.000 quale primo acconto per permettere al Comune di far fronte alle più immediate ed urgenti necessità del bilancio dell'anno in corso.

Savioz (P.C.I.) - Volevo chiedere: oltre a questi dati detti dall'Assessore, se è possibile sapere quali sono gli Enti che concorrono, o meglio, vorrei essere chiaro... la Cogne concorre ancora a questo Ospedaletto o no? Ci sono altri Enti che concorrono oltre alla Regione ed il Comune di La Thuile?

Benzo (D.P.) - ... viene direttamente da parte dell'ospedaletto-infermeria con un suo proprio bilancio, con questa integrazione da parte della Regione e del Comune ben inteso. La Cogne è fuori dalla questione.

Mappelli (D.C.) - Noi siamo favorevoli a questo contributo, però desidererei fare una richiesta all'Assessore ed è precisamente questa: cosa pensa, per quanto riguarda questo Ospedaletto sul piano amministrativo, cosa pensa la Giunta, di continuare a dare questi contributi o di esaminare la possibilità di passarlo sotto l'Ente ospedaliero?

Perché, a suo tempo, quando noi, la Cogne voleva chiudere questo Ospedaletto - sai Savioz, ecco perché il discorso giustamente ha sollevato il Consigliere Savioz, ad un certo momento la Cogne voleva chiudere questo Ospedaletto e mi ricordo sempre, in sede di Commissione Sanità, vi furono molte perplessità nel senso di dare dei contributi all'Amministrazione comunale di La Thuile al fine di non lasciar chiudere questo Ospedaletto perché sappiano tutti che essendo una zona in via di sviluppo turistico ed è l'unica fonte per cui la montagna di La Thuile, la popolazione di La Thuile potrebbe ricavare, in modo per poter andare avanti - al fine di salvaguardare anche lo spopolamento della montagna - dunque tutto anche un discorso di quel genere lì, e avevamo già sentore, già fin dall'ora, la questione della legge Mariotti che si stava in quel momento portando avanti.

Pertanto, all'unanimità, mi ricordo che la Commissione Sanità aveva ben volentieri, così, visto di buon occhio il fatto di dare dei contributi all'Amministrazione comunale in prospettiva, aspettando che fosse varata la legge Mariotti, di modo di vedere l'inserimento a carico dell'Ente Ospedaliero anche di questo Ospedaletto.

In prospettiva si parlava anche poi, in futuro, eventualmente anche per quello di Cogne.

E pertanto desidererei sapere se l'Assessorato, in questo senso, ha già esaminato e qualora non l'avesse fatto, desidererei che s'impegnasse la Giunta per vedere di far assorbire all'Ente ospedaliero anche questo perché è chiaro che in Valle d'Aosta non possiamo mica, un ospedaletto come quello di La Thuile, lasciarlo ad una Amministrazione - con tutti gli oneri e tutto quell'impegno che ci vuole. E poi, d'altra parte è oramai costituito l'Ente Ospedaliero e noi riteniamo che la sua giusta collocazione sia giustamente quella.

Montesano (P.S.D.I.) - La parola al Consigliere Tonino.

Tonino (P.S.I.U.P.) - Dunque io sono d'accordo su questo contributo al Comune di La Thuile per venire incontro alle spese di gestione dell'Ospedaletto, vorrei però sapere se la Giunta può darmi una risposta su questo, o l'Assessore competente, se è vero che la Giunta è orientata a dotare la Bassa Valle di una opera ospedaliera, quando pensa la Giunta di analizzare, di cercare il posto in cui dovrebbe sorgere quest'opera, per poter dopo, naturalmente, acquistare i terreni necessari.

Perché insisto sempre su questo problema? Perché è evidente, la Bassa Valle ha estremamente bisogno di un'opera ospedaliera. Vediamo l'Ospedaletto di La Thuile quanta importanza riveste ogni qualvolta viene portato in questo Consiglio. Importanza che dò anch'io a questo ospedaletto. Figuriamoci la Bassa Valle, dove gravitano oltre 23 mila persone e non c'è un'opera ospedaliera.

E fino a quando vi sono delle assicurazioni a parole, io penso che sono solo assicurazioni a parole, e se non si viene ai fatti, la cosa non è mai certa.

Quindi bisognerebbe, per l'appunto, cercare di acquistare - prima individuare la zona dove deve sorgere questa opera ospedaliera e poi acquistarne i terreni. Perché se voi aspettate di acquistare i terreni alla vigilia di iniziare l'opera naturalmente avrete difficoltà nel trovare i terreni e anche i prezzi, poi, potrebbero anche salire.

Di conseguenza io invito proprio la Giunta, l'Assessore alla Sanità, di voler predisporre per cercare prima la zona e dopo, l'inizio per l'acquisto dei terreni.

Dolchi (P.C.I.) - Il provvedimento che ci viene sottoposto, non nascondo che suscita alcune perplessità, direi non tanto per l'iniziativa - o si può dire per la sanatoria in quanto dei 7.500.000 sono il saldo del 1970 e possiamo dire che l'ulteriore contributo di 4.500.000 riguardano, se vogliamo, il contributo, ormai, così, continuativo per i primi sei mesi del 1971.

Però, ecco, approfitto dell'occasione per riaffermare che un tipo di sovvenzione, di contributo, a quello che impropriamente si chiama ospedaletto, perché è un'infermeria, un pronto soccorso, niente di più, è contrario a tutto quanto si dice e si va discutendo ormai, non solo da mesi, ma ormai da anni, sulla riforma sanitaria, sulle unità sanitarie locali, su quanto ricordava il Consigliere Mappelli relativo all'applicazione della legge Mariotti.

Ecco, continuare a dare dei contributi, anche a sanatoria, ad iniziative di questo tipo, fanno poi passare in seconda linea quello che può essere un dibattito più globale, più completo del problema sanitario in Valle d'Aosta.

Ecco, non so, il fatto stesso che dai primi di dicembre non si riunisca più la Commissione regionale per la programmazione ospedaliera è un elemento ulteriore che dimostra come non ci sia questa volontà da parte della Giunta di esaminare globalmente il problema.

Potremmo chiedere, se vogliamo scendere nel dettaglio dell'intervento, nei confronti dell'infermeria-pronto soccorso di La Thuile, quanti sono stati i ricoverati? Quante visite sono state fatte di carattere ambulatoriale?

Direi, quale attività, ed è già stato chiesto quale rapporto può avere una iniziativa periferica con un eventuale inglobamento nell'Ente regionale ospedaliero.

Quello che ci preoccupa maggiormente, pur dando il nostro voto favorevole al contributo, è che si giunga il più rapidamente possibile ad una visione coordinata e globale del problema per quanto riguarda le iniziative di carattere sanitario in Valle d'Aosta, in modo da evitare non dico lo sperpero, ma i piccoli rivoli di contributi e di interventi, quando ormai è chiaro che si deve concentrare l'attenzione su una diversa impostazione dell'intervento pubblico per quanto riguarda la riforma sanitaria, la difesa della salute e la prevenzione e la cura dei cittadini.

Quindi, parere favorevole per il provvedimento, perplessità che questo provvedimento solleva, proprio per il fatto che, parallelamente non si fa, o non si porta avanti, o per lo meno il Consiglio non è informato di quanto si sta facendo per risolvere in modo coordinato e globale il problema.

Ecco, non vorremmo che ancora una volta dei tecnici illuminati, tra virgolette, o degli esperti nominati, chiusi in una loro stanzina, o in apposite Commissioni, come ci ha comunicato la volta scorsa l'Assessore Benzo, stiano elaborando un grosso piano per risolvere questi problemi di cui il Consiglio regionale è attualmente allo scuro e di cui dovrebbe prendere atto successivamente, senza aver potuto dire nelle istanze costituite democraticamente, quale la Commissione programmazione o la stessa Commissione Sanità del Consiglio regionale, senza poter dire, preventivamente, il proprio parere per attuare le scelte migliori.

Ecco, la raccomandazione che anche in questa occasione formuliamo è che questi studi avvengano con la partecipazione degli eletti, dei responsabili del Consiglio regionale, in modo che lo studio puramente tecnico segua gli indirizzi che vengono dati dal Consiglio e non li preceda come possiamo pensare che si stia facendo. Grazie.

Mappelli (D.C.) - Scusi, ma avevo chiesto alla Giunta in merito a... scusi, scusi...

Benzo (D.P.) - Considerato che i vari Consiglieri che sono intervenuti hanno più o meno trattato sulla stessa base l'argomento, rispondo in termini più generali in modo da dare quelle informazioni che possono essere utili al Consiglio.

Forse sarà bene sgombrare un equivoco iniziale, non confondere quella che è la riforma sanitaria con la legge ospedaliera. Prima cosa.

Ora, per quanto riguarda quindi queste "infermerie", chiamiamole così, esse non potranno non venire collocate insieme a tutte le altre unità, diciamo di tipo sanitario, in quella che sarà la futura o le future unità sanitarie locali.

Il fatto di passare un'infermeria di questo genere all'Ente Ospedaliero, la stessa legge non prevede questi interventi di questo genere per le piccole infermerie. Parla di Ospedali di zona, di Ospedali provinciali e regionali, e via dicendo.

Invece, per quanto riguarda proprio lo studio più generale di fronte a quella che sarà la riforma sanitaria nazionale, deve dire innanzitutto che la Commissione Sanità è sempre da me informata via via che proseguono queste ricerche, diciamo, iniziali, perché non si può effettuare uno studio di riforma se non sulla base di dati certi, cioè una conoscenza precisa di uno stato di fatto, di tutta la situazione ospedaliera, ambulatoriale, condotte, farmaceutica, ecc. della Regione.

Quando tutti questi elementi saranno in possesso, con i relativi costi, allora sarà possibile determinare l'indirizzo generale seguendo quello che è l'indirizzo della legge cornice, della legge quadro dello Stato che, purtroppo, - dico purtroppo - oggi è a bagno-maria, diciamo così, è un po' ferma.

Noi, certo, come Regione, purtroppo non abbiamo questa facoltà legislativa primaria nel campo della sanità e dell'assistenza ospedaliera.

L'unica Regione che ce l'ha nel campo dell'Assistenza ospedaliera è l'Alto Adige-Trentino.

Però dobbiamo essere pronti; nel momento in cui questa riforma sarà varata - e noi ce lo auguriamo sia varata presto - ad avere già noi non solo tutti gli elementi, ma essere pronti ad avere una serie di luoghi dove già sono ubicati certi servizi sanitari e prevedere (e qui rispondo un po' a quanto chiedeva il Consigliere Tonino) anche, necessariamente di coprire quelle zone - come la Bassa Valle - e le ho già detto che il Comitato di programmazione ospedaliera aveva individuato nella bassa valle la necessità di una astanteria, diciamo, di un ospedale di questo genere, proprio per i servizi nella zona.

Quindi, in linea diciamo generale, si può, posso comunicare al Consiglio questo: che stiamo predisponendo mediante le Commissioni che avevo indicato la volta precedente, tutti gli elementi di cui necessita la Commissione Sanità, che è la Commissione competente per dare poi un indirizzo di fondo alla riforma sanitaria, alla costituzione di queste unità sanitarie locali o regionali.

Per quanto riguarda quindi il Comitato di Programmazione ospedaliera, il motivo per cui non è stato più convocato - Consigliere Dolchi - è ovvio, proprio perché in questi mesi si è dovuto provvedere ad avere questi elementi, perché sono inscindibili le due cose. Tutto quanto concerne l'assistenza ospedaliera cioè i posti letto degli ospedali - e i relativi costi - vengono poi immessi in quello che è il più grande discorso dell'unità sanitaria locale. Lei sa che c'è ancora una grossa discussione anche in sede nazionale, ecco perché è fermo... non si sa proprio se ritrasferire gli Enti Ospedalieri alle unità sanitarie o meno.

E, pensate un po', se stanno studiando in sede nazionale queste grosse questioni: se demandare direttamente di nuovo, se passare di nuovo direttamente l'Ente Ospedaliero alle Regioni. Questi dibattiti sono avvenuti, io ho partecipato come Assessore alla Sanità in varie sedi a questi incontri con altri Assessori di Regioni a statuto speciale, a statuto ordinario, dove la linea di condotta nei confronti del Governo centrale era unitaria, unitaria vuoi nella richiesta di quelle che possono essere tutte le prerogative delle Regioni, in modo particolare noi delle Regioni a statuto speciale abbiamo fatto delle particolari richieste ed osservazioni che sono state accettate e mandate al Ministero della Sanità competente.

Io ritengo quindi che per questo caso, nella fattispecie, noi non è che questo, non possiamo non continuare, dobbiamo essere sinceri e chiari. Fintanto che non avremo un nuovo strumento, il servizio sanitario che investe tutta la Regione, certamente, non vogliamo mica eliminare l'infermeria del Villaret?

Quindi, no, ma la mia è una domanda che rispondo a me stesso - Noi dobbiamo purtroppo - diciamo - continuare ancora fintanto che non sarà immesso nel mosaico di queste unità locali sanitarie a fare in modo che questo servizio, che risulta efficiente e buono sia per la popolazione locale, sia per coloro i quali ne abbisognano nella parte dell'alta Valle che gravita su questa infermeria, debba continuare ad essere tenuto in vita in attesa di essere, ripeto, immesso in questo nuovo strumento sanitario.

Mappelli (D.C.) - L'Ing. Benzo non ha risposto alla mia richiesta. Perché non ha risposto? Perché ha detto un sacco di cose per arrivare a dire che, sin quando la legge nazionale, in base a quelle unità sanitarie locali che dovrebbe prevedere poi questa famosa legge quadro, in quel senso, in questo quadro si colloca il problema del Villaret e si vedrà, perché attualmente si sta ancora studiando e predisponendo tutti gli elementi. Signori della Giunta, io qui mi riferisco a tutta la Giunta. Il problema, arrivati a questo punto, in Valle d'Aosta non è più complicato di quanto si vuol far credere. Vi è un Ente ospedaliero. I problemi, Signori, sono tre - e mi sembra che uno l'ha sollevato il Consigliere Tonino e quell'altro il Consigliere Savioz; per quanto riguarda la collocazione, l'ha sollevato il sottoscritto, cioè, La Thuile, in prospettiva, fra dieci o vent'anni, speriamo il più tardi possibile, ci sarà Cogne e la bassa Valle.

Su questi, attualmente, due problemi, ve ne è da risolvere uno immediatamente e esaminare se vi è la volontà politica, le necessità mi pare che oramai un po' tutti si concorda in bassa valle di far qualcosa.

Pertanto io chiedo - dato che vi era un impegno - e dunque non si venga qui, o in altra sede a dire che qualcuno pensa di eliminare l'infermeria del Villaret, perché niente di più inesatto si potrebbe dire e lo conferma il fatto che fin dal 1966 l'Amministrazione regionale è intervenuta al fine di garantire la funzionalità di quell'ospedale.

Però io ritengo che sia dovere nostro di esaminare la possibilità di inserirlo in un ente ospedaliero. Non possiamo pretendere che le amministrazioni comunali continuino a dibattersi con dei problemi di questo genere, anche perché non compete certamente all'Amministrazione comunale portare avanti l'ospedaletto.

Abbiamo la possibilità di avere in Valle d'Aosta già questo Comitato dell'Ente Ospedaliero che funziona e dunque io ritenevo e anzi chiedo alla Giunta se può, se vuole impegnarsi di esaminare con l'Ente Ospedaliero che prenda a carico questo ospedale.

Anche perché, anche perché, Signori, se noi, come vi è la volontà per mille e un motivo, garanzie di spopolamento e di servizi in alta valle, che tutti riconosciamo, vi è anche poi una parte di attrezzatura e tutte le conseguenze, le necessità che comportano un'infermeria di questo genere.

Pertanto noi riteniamo, al fine di trovare una soluzione definitiva per questo ospedaletto, riteniamo di suggerire e vorremmo che la Giunta si impegnasse ad esaminare a fondo questo problema e non cercare di aspettare, ad un certo momento la riforma sanitaria, l'unità sanitaria locale e tutte quelle cose che saranno giuridicamente valide, ma noi riteniamo che, dato che il contributo lo si dà al Comune, vedremo di darlo, se sarà necessario, all'Ente ospedaliero, però io ritengo di chiedere, di poter chiedere, se non sia il caso di esaminare che l'Ente ospedaliero prenda a carico l'infermeria del Villaret.

Chantel (P.S.I.) - Io vorrei far notare che si parla di ospedaletto. Ma quello non è mai stato un ospedaletto! No, no, no no no, è sempre stato un'infermeria e funziona da infermeria ancora oggi, di infermeria e di pronto soccorso.

In tali condizioni non può venire assorbito dall'Ente Ospedaliero per legge. Ed è giusto, oggi, di non voler forzare il passo, quando noi vediamo sui giornali le trattative di Governo di passare la legge sulla riforma sanitaria. Non vedo la ragione di voler impostare al di fuori di quello che sarà la riforma sanitaria, che deve inglobare il servizio totale di tutta la Valle, di voler mettere i piedi avanti, vero, e di surclassare, di fare qualcosa prima che sia decisa questa legge.

Siccome la legge è questa, siccome lo spirito della riforma è quella, non vedo la ragione per cui, proprio nel momento in cui si comincia a definire, a chiarire e a passare finalmente quel che è la legge sanitaria in campo nazionale, e noi qui ci dobbiamo preoccupare per pochi mesi, di volere fare quello che poi, magari, dalla definizione, dagli accordi presi risulti non necessario...

L'infermeria di La Thuile, se Mappelli ricorda, quando è stata accettata io mi son battuto e son venuto alla Valle come Presidente di Ordine, vero, in cui ho fatto presente a che cosa serviva l'infermeria di La Thuile. Cioè l'infermeria di La Thuile voleva essere mantenuta tale perché alcune volte non ci sono i mezzi di trasporto rapidi, perché c'è un movimento turistico locale che può presentare dei fatti acuti, distorsioni o frattura di una gamba, fratture e via di seguito, che è quanto basta per dare un pronto soccorso adeguato, i primi soccorsi voluti, per dare quelle piccole cure, come può essere una polmonite o qualcosa del genere, che possono richiedere un ricovero senza bisogno di ricorrere al largo ricovero ospedaliero.

Questa è la funzione per cui è stata chiesta transitoriamente l'apertura di La Thuile. E siccome io ho la brutta mania che quando imposto le cose ne guardo anche il lato amministrativo, perché non fatevi l'illusione che se l'ospedale è diventato regionale gli date un calcio dentro e non vi preoccupate delle condizioni dell'ospedale. Se ne dovrà occupare questo Consiglio come la Giunta. Vero. È un servizio pubblico, vero. O lo lasciamo come prima a sfruttamento, o se vogliamo mandarlo dove vogliam mandarlo, i soldi li dovevan saltar fuori? Tant'è vero che questo Consiglio, a suo tempo, quando è stata portata la legge finanziaria, sui 3 miliardi che noi chiedevamo per 5 annualità e che adesso sono stati conglobati, abbiamo fatto la questione di casa, scuola, sanità e via di seguito.

E non crediate mica di dimenticarvene di questo!

È un fattore reale, è una cosa tangibile, reale; non è che se ne può dimenticare.

E cosa crede di aver fatto, lei, quando ha passato, se oneri ce ne sono da una parte e dall'altra? Quando li ha passati da una parte all'altra, i soldi non vengono giù dal cielo. Pagarli in un modo, pagarli in un altro, li dovremo sempre pagare. Non fatevi illusioni. Senza contare che è molto chiaro. Attualmente c'è un medico condotto che sta a La Thuile. Ed io lo ringrazio sempre il medico condotto che sta a La Thuile perché La Thuile, senza la miniera è una condotta che non so cosa capiterà - a parte che faremo una unità sanitaria locale che comprenderà tutto. Chi diavolo ci andrà più a fare il medico condotto a La Thuile?

Questa è la vera situazione, e non bisogna mica dimenticarlo questo. E che cosa vogliamo! Abbiamo trovato un medico condotto che, per sua fortuna, se la cava molto bene anche in ortopedia ecc. e noi ci preoccupiamo di voler gravare le spese per trasformare in una questione ospitaliera, dove bisognerà mandare l'assistente, il medico, pagarlo, e via di seguito.

Ma, bisogna guardare anche dal lato amministrativo. Qui siamo per amministrare, non siamo per creare delle nuove situazioni più costose di quelle che ci sono, perché fin che voi mi faceste una critica del funzionamento, io entrerei medico e discuterei, ma dico semplicemente questo: se l'infermeria e non ospedaletto, funziona a pieno gradimento e soddisfazione della popolazione, cioè fa fronte a quelle necessità che ho citato, e se, d'altra parte, serve anche come eventuale pronto soccorso in una zona a sviluppo turistico, non vedo la ragione se ci costa dieci, che vogliamo per forza creare un nuovo organismo che ci costi venti. Questo è chiaro.

Ora, io credo che la cosa più semplice sia proprio questo, come d'altronde hanno detto gli altri, approviamo ancora per quest'anno, stiamo a vedere questa famosa legge (sull'unità sanitaria locale) che sarà applicato, e allora i problemi li dovremo risolvere per tutta la Valle. Non estrinsecamente per La Thuile.

Lo stesso problema si presenta per l'infermeria di Cogne. L'infermeria di Cogne si regge sin che ci sono i minatori. Il giorno che non ci saranno più i minatori l'infermeria di Cogne non si reggerà più, probabilmente, e noi dovremo studiare qualcosa in sostituzione.

E La Thuile è la stessa storia. Perciò io non andrei a cercare tante novità di passare all'ospedale. Tanto, cosa crede, che quando l'ha passato all'ospedale, l'ospedale ci pigli i passivi e dica buon giorno! Quando ha preso i passivi viene a chiedere a noi, sa!

L'ospedale che cos'è? È una cosa vostra è una cosa del pubblico, specialmente dopo che è diventata regionale. Non è un qualcosa di avulso a sè stesso. Almeno così bisogna considerarlo, se è un servizio pubblico e di pubblica utilità.

Montesano (P.S.D.I.) - Nessun altro chiede la parola? Allora si può mettere ai voti. Chi approva alzi la mano - contrari - astenuti.

Il Consiglio approva all'unanimità.

Allora io prego il Consiglio di ritornare sul punto 5 per la presenza, appunto, del Consigliere Chabod, che potrà illustrare l'interpellanza.