Oggetto del Consiglio n. 276 del 2 dicembre 1971 - Resoconto
OGGETTO N. 276/71 - Commemorazione del Senatore Amato Berthet.
Montesano (P.S.D.I.) - La seduta è aperta con ventuno presenti.
Prima di dare inizio alla commemorazione - no, prego di star seduti - del defunto Amato Prof. Berthet, che sarà fatta dal Presidente del Consiglio e dal Consigliere Mappelli della Democrazia Cristiana, io vi leggo un telegramma giunto da parte del Deputato Ollietti.
"Signor Presidente, impossibilitato presenziare riunione Consiglio regionale essendo convocato per giovedì due c.m. ore 9,30 Commissione Finanze per definitiva approvazione nuovo ordinamento finanziario Valle d'Aosta, pregola voler scusare mia assenza resasi necessaria al fine di sollecitare il varo positivo di un problema che ha trovato nel compianto Sen. Berthet un validissimo propugnatore e un sincero infaticabile difensore delle istanze regionali stop.
Rinnovo sentimenti di commossa partecipazione al cordoglio unanime per immatura scomparsa di un valdostano generoso, democratico, leale che ha onorato il popolo valdostano divenendo degno portavoce al Senato della Repubblica - Germano Ollietti Deputato - ".
A nome di tutti i Consiglieri - no, prego di star seduti, semmai dopo facciamo un minuto di raccoglimento alla fine della mia commemorazione, o alla fine della commemorazione che farà il Consigliere Mappelli - a nome di tutti i Consiglieri, del Presidente della Giunta e della Giunta stessa devo assolvere al triste compito di esprimere il cordoglio del Consiglio regionale per la scomparsa del Senatore Berthet.
Al cordoglio del Consiglio si associa anche il Deputato Ollietti, come voi avete appreso dal telegramma che vi ho letto.
L'imponente partecipazione del popolo valdostano alle veglie funebri e alle solenni esequie dell'illustre scomparso dà una misura adeguata del gravissimo lutto che ha colpito la Valle d'Aosta.
Amato Berthet era figlio di questo popolo che si è stretto attorno al suo feretro e per questo popolo egli ha dedicato l'intera sua vita attiva in opere ed azioni e nel disimpegno scrupoloso di amministratore e parlamentare.
Amante della sua città, da giovane lo si poteva incontrare per le vie con gruppi e comitive intento ad illustrare con passione e cultura la storia e l'arte dei monumenti romani e medievali.
Insegnante, amò la scuola a cui si offrì con particolare dedizione.
Alpinista, fu Presidente della Sezione di Aosta del club Alpino Italiano, a cui dette sviluppo e prestigio anche in campo nazionale.
Amante della natura, ancor prima che l'ecologia diventasse di moda, promosse ogni iniziativa per conservare intatti i fiori e il verde della Valle. Si adoperò, anche a livello europeo per la resurrezione del giardino "Chanousia" del Piccolo San Bernardo.
Cultore della storia e dell'arte, fu membro attivo e qualificato dell'Académie de Saint-Anselme, autore di numerosi studi e articoli dove sempre si poteva leggere l'esaltazione del proprio paese. I suoi meriti accademici furono riconosciuti oltre confine, in particolare in Savoia, della cui Accademia era membro.
Promotore della lingua francese e del patois, si adoperò in tutte le sedi per diffonderne l'uso e la crescita, soprattutto in mezzo ai giovani e ai ragazzi e agli insegnanti per i quali realizzò adeguati sussidi come la rivista "l'école valdôtaine" che ha come divisa il motto a lui caro: "j'aime la Vallée d'Aoste, j'apprends son histoire et ses chants, j'étudie sa langue maternelle".
In questo motto era compreso il vasto campo dei suoi interessi. Anche del canto, infatti egli era animatore ed educatore, autore e direttore.
Non solo il canto e il folclore, non solo la lingua francese e la storia, ma anche i bisogni urgenti, quotidiani della gente: la casa, il lavoro, l'assistenza sanitaria, quella sociale. Un pellegrinaggio quotidiano alla sua porta di ufficio e di casa, a qualsiasi ora del giorno. Per tutti l'interessamento, l'aiuto, la soluzione dei problemi; e sempre una speranza.
Sempre pronto ad ogni appello laddove le disgrazie o le malattie si manifestano, fu donatore del sangue. I suoi meriti sono esaltati da riconoscimento ricevuto dall'AVIS, di cui era Presidente e fondatore.
Fu capitano degli Alpini al servizio della Patria. Per la nuova Italia democratica e repubblicana fu valoroso partigiano e resistente. Per l'autonomia regionale, i suoi meriti vanno ricercati fino alla sua giovinezza. Cofondatore dell'Union Valdôtaine, il suo nome e la sua opera si collocano degnamente accanto a quelle di Chanoux e di Deffeyes, del Canonico Bréan e di Page.
Sempre in rappresentanza della Democrazia cristiana fu membro di questo Consiglio dal 21 giugno 1949 all'8 luglio 1953.
Dimissionario per alcuni mesi, fu rieletto al Consiglio per la legislatura che dal 9 dicembre 1954 va fino al 16 maggio 1959 e quindi nella successiva dal 17 giugno 1959.
Dimessosi il 12 dicembre 1962 per presentarsi quale candidato alla Camera alle elezioni politiche del 1963, fece nuovamente parte di questo Consiglio dal 25 novembre 1963 fino al 13 novembre 1967, quando dovette dimettersi per presentarsi quale candidato al Senato, in occasione delle elezioni politiche del 1968.
Assessore regionale della Pubblica istruzione, fu promotore di numerosi provvedimenti legislativi ed amministrativi.
Consigliere comunale di Aosta nel 1970, membro di numerosi organismi, associazioni, enti pubblici e privati, commendatore della Repubblica, dal 5 giugno 1969 era Senatore della Repubblica.
Relatore di varie leggi, era anche membro della Commissione parlamentare contro la mafia, per la quale compì ricerche e sopralluoghi in tutta la Sicilia.
Europeista ed assertore della Federazione europea, fu eletto il 21 gennaio 1969 dal Senato, quale membro del Consiglio d'Europa.
A Strasburgo in quella tribuna europea ad alto livello per la discussione dei maggiori problemi che interessano l'Europa e il mondo, egli portò un efficace contributo sempre attento ai diritti dell'uomo e delle minoranze etniche.
È noto a tutti come in questa multiforme attività Amato Berthet spendesse tutta l'energia possibile a servizio delle mansioni e dei compiti che la cosa pubblica gli aveva affidato. Prima come Amministratore regionale e dopo come Senatore della Repubblica, mise l'impegno, l'appassionato senso del dovere, il rigoroso perseguimento di finalità utili alla sua gente che erano poi le insegne alle quali egli adeguava il suo pensiero, la sua parola, la sua azione.
E mai come in questo ultimo periodo, quando alle Camere erano in discussione due importantissimi disegni di legge, il riparto fiscale e i contingenti, egli aveva portato la sua opera sino agli estremi della resistenza fisica e psichica, in alcuni momenti così come noi abbiamo visto, si traducevano in ansia e in sofferenza.
Egli si liberava, si rincuorava e ne gioiva soltanto quando agli altri pareva poteva offrire il frutto della sua opera appassionata e disinteressata.
Tutto questo era Amato Berthet, ma non solo questo.
La sua vita intensa, seppure breve, e le sue molteplici attività non ci permettono di esaltare la sua personalità in tutte le sue manifestazioni.
Resta comunque la memoria e l'insegnamento di un uomo nel quale il popolo valdostano si è ritrovato con le sue aspirazioni e i suoi valori.
La vita di Berthet è stata tutta una affermazione di libertà spirituale, di elevazione dell'uomo e di esaltazione del proprio Paese.
Il Consiglio regionale, nel commemorare oggi questo grande scomparso, riconosce al tempo stesso il suo debito imperituro di riconoscenza verso il Sen. Berthet.
Il suo servizio al Paese infatti non cessa con la sua morte, ma continua come misura e come coscienza ammonitrice del nostro lavoro e del nostro progresso.
Nel momento in cui ha cessato di aiutarsi come causa attiva di iniziative e di opere, egli ha cominciato ad aiutarsi con gli effetti della sua vita terrena e come esempio e come simbolo di una volontà più vasta, quella del suo Popolo, quella cioè del Popolo valdostano che chiede a noi, Consiglieri della Regione, di moltiplicare i semi della tolleranza, della comprensione reciproca e della collaborazione, che il Senatore Berthet aveva sparso durante la sua luminosa vita.
Riconfermando la partecipazione del Consiglio regionale al dolore della vedova, delle figlie e di tutti i parenti e all'accorato sconforto del Gruppo consiliare della Democrazia cristiana, Vi invito ancora ad unirvi a me in un minuto di raccoglimento per conservare, nei nostri pensieri e nella nostra memoria, sempre vivo il ricordo di Amato Berthet."
Consigliere Mappelli.
Mappelli (D.C.) - Signor Presidente, Signori Consiglieri, commemorando in questa sede - e in nome del Gruppo consiliare della D.C. - l'amico Senatore Berthet che così repentinamente ci ha lasciati mi sento in dovere innanzitutto di rivolgere a nome di quanti militano nelle file della D.C. un ringraziamento molto sentito a tutti Voi che qui rappresentate Partiti e Movimenti politici della nostra Valle d'Aosta; tutti avete preso parte viva al lutto che ha colpito la D.C. in Valle; con il vostro cordoglio avete dimostrato come uno dei figli migliori della nostra Regione, dedito sempre al bene di queste nostre popolazioni, pronto sempre ad impegnarsi, a prodigarsi in una attività politico-amministrativa ininterrotta, attività che voi per esperienza ben sapete, ci riserva meno onori che preoccupazioni, critiche, logorio di forze e di resistenza fisica.
La vostra partecipazione a questo lutto ha commosso non solo noi democratici cristiani, ma tutti i valdostani, a tutti dimostrando come - al di sopra delle divergenze che inevitabilmente ci mettono in posizione di contrasto fra di noi - tutti però, indistintamente, sappiamo riconoscere la rettitudine delle intenzioni, tutti ci inchiniamo davanti allo spirito di dedizione che si afferma negli uomini migliori, come appunto si è affermato nel Senatore Berthet.
Questa vostra sensibilità di fronte a quei valori morali che fiorirono nella vita del Senatore Berthet è stata, ed è, di conforto ai familiari dello scomparso e a tutti i suoi amici politici, ma certamente è piaciuta ed ha fatto del bene a tutti i valdostani che se ne sono resi conto in questi giorni di lutto comune.
I giornali e la radio hanno ricordato in breve il curriculum vitae del Sen. Berthet, la sua attività volta sempre al bene della nostra Regione, le cariche da lui esercitate, gli attestati di stima a Lui dati - del resto Voi che siete qui presenti avete conosciuto troppo da vicino il Prof. Berthet perché sia necessario io mi indugi nello enumerare gli impegni successivi della sua attività.
Ricorderò soltanto che egli era nato il 13 luglio 1913 ad Aosta, ove risiedette, coniugato con due figlie, era dottore in lettere e pubblicista fu autore di varie pubblicazioni di carattere storico-letterario regionale.
Già insegnante di materie letterarie e di lingua francese all'Istituto Tecnico "Manzetti" di Aosta, nel 1960 lasciava l'insegnamento per il posto di Direttore Amministrativo dell'Ospedale Mauriziano di Aosta.
Aveva partecipato alla seconda guerra mondiale quale Capitano degli Alpini, fu in seguito partigiano combattente.
Sin dal 1943 membro e Vice Presidente del C.L.N. Piemontese. Era stato decorato al merito ed al valore militare.
Proveniva dalle file dell'Azione cattolica.
Ex Segretario Sindacato Insegnanti Medi della Valle d'Aosta, ed ex Consigliere al Comune di Aosta; dal 1949 al 1967 fu Consigliere regionale e per vari anni Assessore alla Pubblica Istruzione ed all'Istruzione ed all'Assistenza e Sanità della Regione Valdostana.
Per oltre dieci anni è stato il Segretario regionale della Democrazia Cristiana in Valle d'Aosta, fu dal 1960 al 1967 membro del Consiglio Nazionale della D.C.
Socio fondatore dell'Associazione Donatori Volontari di sangue (AVIS) della Valle d'Aosta, Presidente della Sezione C.A.I. di Aosta.
Membro effettivo dell'Accademia Storico-Letteraria "Sant'Anselmo" di Aosta, nonché de "L'Académe de Savoie" di Chambéry.
Venne eletto Senatore il 19 maggio 1958 nel collegio di Aosta, facendo parte fra l'altro della Commissione difesa.
Et maintenant je voudrais mettre en relief les qualités morales, les bonnes façons, le caractère qui ont contribué à faire connaître et considérer avec sympathie le Prof. Berthet dans toute la Vallée d'Aoste et au-delà.
Dans la vie d'un homme voué à la politique, il est facile de relever des changements d'humeur, de vue, de position ; le Sénateur Berthet aura essayé lui aussi de s'adapter aux situations qui venaient à se créer ; mais s'il a fait, a été toujours e restant fidèle coûte que coûte à son Parti ; à l'intérieur de son Parti il faisait son choix, mais à la Démocratie Chrétienne il a voulu rester fidèle toujours jusqu'au bout.
Cette persévérance, cette fidélité à suivre toujours le même drapeau, avaient suscité autour de lui une estime, une confiance telle que dans nos pays de campagne surtout, on identifiait presque Démocratie chrétienne et Prof. Berthet.
A cette fidélité à l'idéal démocratique chrétien, nous devons ajouter en parlant du Prof. Berthet, sa grande courtoisie, la facilité avec laquelle tout le monde pouvait l'aborder et lui demander un plaisir, le sourire habituel avec lequel il se présentait à nous.
De toutes parts on se recommandait à lui pour tant de choses que c'était pour lui humainement impossible de tout arranger, de tout faire aller selon les desiderata des intéressés ; mais ses belles manières ne se démantelèrent jamais.
On le savait, on ne restait jamais mortifié quand on l'approchait.
Le Sénateur Berthet n'a jamais eu la tentation de se prévaloir à ses charges pour s'enorgueillir et mettre de la distance entre lui et ceux qui étaient loin d'avoir ses positions à lui; au contraire, il aurait souffert si, à cause de ses charges, on l'avait laissé à l'écart en l'occasion d'une fête, d'une réunion, d'une rencontre où il aurait pu se sentir lui-même et se faire sentir aux autres simplement comme un bon copain, heureux de partager la joie commune, désireux et capable de se mettre à la portée des gens de la campagne, des membres d'une famille, ou même des Vieillards du Réfuge des Pauvres.
C'était bien toujours de la fidélité à un esprit très Démocratique.
Concludendo questa breve commemorazione mi sembra sia storicamente esatto, e per noi democratici cristiani doveroso, il rilevare che un elemento efficace onde rimanere fedeli al Suo ideale politico è quello di conservare inalterata quella Sua cordialità tanto umana, onde le cariche a lui affidate non furono mai occasione di orgoglio, ma un motivo di dedizione al bene del suo paese, per il Prof. Berthet il fatto di essere Democratico Cristiano voleva significare anzitutto essere un cristiano di profonda convinzione.
Non possiamo quindi - a mio avviso - che esprimere un profondo e sentito ringraziamento per l'esempio che ci ha donato sacrificando la sua esistenza per il bene della nostra amata Valle d'Aosta.
Montesano (P.S.D.I.) - Allora si passa all'esame dell'ordine del giorno. Comunicazioni del Presidente del Consiglio non ve ne sono.
Diamo la parola al Presidente della Giunta, per le sue comunicazioni.