Trascrizione informale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 11 del 14 gennaio 1972 - Resoconto

OGGETTO N. 11/72 - Problemi riguardanti il Parco Nazionale del Gran Paradiso. (Approvazione di Mozione)

Dolchi (P.C.I.) - Voglio illustrare perché, su questo argomento, per chi è interessato, ci può essere un appassionante ed anche lungo dibattito, come del resto dice la nostra mozione, si potrebbe solamente, questa sera, dare un avvio all'esame di questo problema, perché ritengo che il problema - interessante, vario, delicato - non sia forse conosciuto dalla maggioranza dei Consiglieri regionali.

Ecco perché la mozione si articola in due punti: uno che riguarda un certo impegno, una certa previsione del bilancio 1972 in analogia ad una legge nazionale, e un altro, direi così, impegno che si tradurrebbe nella volontà del Consiglio di discutere con una maggior documentazione, di cui parlerò poi, il problema di cosa intendiamo e qual è la funzione che riteniamo debba essere data al Parco Nazionale del Gran Paradiso.

Quindi la mozione ha lo scopo di richiamare l'attenzione del Consiglio su questo problema semmai rimando il dibattito, l'approfondimento del dibattito ad altra sede.

C'è la necessità - secondo me - della previsione nel bilancio del 1972 perché un disegno di legge 1941 di iniziativa dei Senatori Spagnolli, Berthet, Lombardi, Cagnasso, Benedetti ecc., cioè di Senatori di tutti i Gruppi politici rappresentati al Senato, disegno di legge già approvato da un ramo del Parlamento, prevede un aumento da 112 milioni a 262 milioni del contributo per la vita del Parco.

Alla fine della relazione si dice testualmente, la legge è composta di due soli articoli, "si rende pertanto indispensabile perché l'ente continui a svolgere le funzioni che finora ha svolto, che si provveda ad aumentare il contributo annuo delle Stato e degli altri due Enti finanziatori nella misura prevista dallo schema sopra riportato di cui si auspica una sollecita favorevole approvazione da parte del Parlamento".

Secondo la mia interpretazione, il Consiglio di Amministrazione del Parco, dopo che la legge sarà approvata dai due rami del Parlamento, necessariamente chiederà per quella quota parte che già adesso compete alla Provincia di Torino e all'Amministrazione regionale della Valle d'Aosta, l'aumento del contributo di questi due Enti territoriali.

Se così non fosse io penso che comunque il Consiglio regionale dovrebbe approfondire il problema del Parco del Gran Paradiso e dire cosa intende fare del Parco, cioè cosa vuole che il Parco sia, anche perché esiste un dibattito nell'opinione pubblica perché il Consiglio del Parco discute sui problemi che riguardano la vita del Parco stesso e noi abbiamo dei nostri rappresentanti, nell'ambito del Consiglio di Amministrazione del Parco, dei nostri rappresentanti che penso portino in quell'organismo dirigente del Parco la loro opinione personale, non l'orientamento dirigente del Consiglio regionale, anche perché il Consiglio regionale orientamento in questo senso non ne ha dato mai una certa precisione.

Ecco, il Consiglio regionale non ha mai fatto un dibattito approfondito e non ha mai dato a questi suoi rappresentanti nel Consiglio d'Amministrazione del Parco degli orientamenti, però è un problema vivo, è un problema che ha interessato i giornali, che interessa le amministrazioni locali sollecitate dalle popolazioni che vivono ai confini e dentro il Parco, che hanno non sempre dei facili rapporti con il Parco - che ha interessato gli stessi villeggianti che, voi vi ricordate, la stampa ne ha data ampia notizia quest'estate, hanno raccolto centinaia e centinaia di firme che hanno mandato ai Consiglieri regionali, al Presidente della Repubblica e alle Associazioni Nazionali che si interessano della difesa del patrimonio boschivo, della difesa del territorio.

Direi che è un problema che risale nel tempo e direi che il contrasto fra le popolazioni ed il Parco è stato particolarmente acuto perché il Parco è stato costituito come riserva di caccia con una serie di obblighi e senza contro-partita di diritto.

Mi sembra che il Consiglio regionale potrebbe, ormai nel 1972 cercare - con una sua politica, con un suo orientamento - di superare questo contrasto, questa difficoltà tra Parco e popolazione dando un indirizzo, per lo meno cercando alcune soluzioni su alcuni problemi che anche la relazione alla legge tocca ed è il problema che è stato per anni posto all'attenzione delle popolazioni che ricordava l'anno scorso l'Avv. Oberto in una conferenza tenuta nell'agosto del '70 e che noi ricordiamo aveva interessato anche, per una polemica giornalistica, il nostro compagno Palmiro Togliatti quando andava a Cogne e personalmente si era reso conto di alcune difficoltà che esistevano sul posto.

La relazione alla legge nazionale contiene molte indicazioni di quelli che sono gli orientamenti innovatori che dopo che il Prof. Videsott ha lasciato la direzione del Parco sono stati dibattuti e interessano l'Amministrazione del Parco.

Io non vorrei dilungarmi su questo tema, non vorrei cioè scendere nei dettagli: sul problema dei sentieri, sull'utilizzazione delle aree, sul diritto di proprietà, sulle stesse rivendicazioni dei lavoratori del Parco che hanno interessato l'opinione pubblica, che hanno portato a degli scioperi ed anche alla riduzione, in seguito al bracconaggio, degli animali nel parco.

Mi sembra che - e questa è la mia proposta conclusiva - che il bilancio tenga conto che forse la Regione Valle d'Aosta sarà chiamata, dopo l'approvazione della legge nazionale, ad aumentare il suo contributo al Parco, Valle d'Aosta e Provincia di Torino, ma che soprattutto il Consiglio - dopo che la Giunta vorrà fornire, io ritengo che sia utile che la Giunta fornisca a tutti i Consiglieri la documentazione maggiore possibile - i verbali, per esempio, di una tavola rotonda che è stata tenuta a Cogne e di cui si sono interessati anche i giornali il 30 dicembre 1971. Il discorso dell'Avv. Oberto - che forse molti hanno avuto, ma che forse non tutti hanno conservato - e anche, delle relazioni che ultimamente sono state fatte dal Consiglio di Amministrazione del Parco e che pongono all'attenzione e del Parlamento e quindi io ritengo anche del Consiglio regionale, quelli che sono i problemi più urgenti, soprattutto perché possono conciliarsi gli interessi del Parco, la sua salvaguardia e anche gli interessi delle popolazioni e dei lavoratori che sono costretti a vivere nel Parco e ai confini del Parco.

Ecco perché dicevo che forse il dibattito potrà essere più completo in una successiva seduta se, come io mi auguro, la Giunta volesse incaricare o l'Assessorato all'Agricoltura - mi sembra che sia quello - o l'Assessorato al Turismo - che si sono maggiormente interessati di questo problema, di raccogliere un po' di questa documentazione e di fornirla ai Consiglieri, in modo che la Giunta stessa voglia, nel corso dei prossimi mesi, fissare poi un oggetto dell'ordine del giorno relativo al dibattito in questo senso.

Lo stesso periodico della Federazione Comunista ha - nel numero di oggi - puntualizzato alcuni dei problemi più urgenti, io mi permetto di ricordarveli brevissimamente, e ritengo che siano quelli su cui dovrebbe soffermarsi la nostra attenzione preparando il dibattito più completo, anche perché mi sembra che nelle scelte che sono state fatte dei rappresentanti nel Consiglio d'Amministrazione del Parco risentano ancora una po' di quella passata e vecchia mentalità che bisognava difendere - e quindi ci sono rappresentanti di Enti locali, di Introd, di Cogne - le popolazioni dalle azioni del Parco e quindi io mi metto anche nei panni di quelli che sono i nostri rappresentanti nel Consiglio del Parco e devono sentirsi dirigenti del Parco e quindi sposare certe tesi per la valorizzazione del Parco e sono anche pressati dalla popolazione, dai lavoratori, dai proprietari, dai coltivatori diretti che invece nel Parco vedono, a volte a ragione e a volte a torto, un loro nemico.

Mi sembra proprio utile che, anche nell'interesse dell'attività di questi nostri rappresentanti nel Consiglio del Parco, il Consiglio regionale dica una volta tanto una parola chiara e dia un indirizzo.

È chiaro che non possiamo tacere che ci sono delle difficoltà. C'erano delle difficoltà finanziarie che forse saranno superate con la legge nazionale che aumenta il contributo, che limitava anche le attività del Parco stesso e creavano delle condizioni di disagio dei dipendenti del Parco, delle guardie, quindi bisogna migliorare le condizioni dei lavoratori che sono dipendenti del Parco.

Tra i problemi più urgenti, con una prospettiva più lunga, che sono anche contenuti, lo ripeto, nella relazione alla legge nazionale, ci sono quelli che riguardano l'acquisto dei terreni da parte del Parco per superare le polemiche a proposito delle indennità, dei proprietari per il mancato raccolto, per i danni subiti nel Parco. La costituzione di riserve comunali attorno al Parco e adozione di regolamentazione per la caccia che favorisca proprio gli abitanti dei Comuni limitrofi.

Mi dicevano esperienze di altri Parchi che in certi casi ci sono delle estrazioni a sorte annuali per la caccia che interessano soprattutto le popolazioni dei Comuni limitrofi.

Bisogna quindi realizzare anche - mi sembra che un indirizzo possa venire dal Consiglio regionale della Valle d'Aosta, una politica coordinata fra Parco e Amministrazioni pubbliche anche nella visione di una utilizzazione del Parco per un turismo e per una utilizzazione del tempo libero diversa da quella che è l'attuale e quindi conciliare quelle che sono le necessità del Parco stesso, della sua sopravvivenza anche la giusta aspirazione dei cittadini, dei lavoratori che vengono a passare il week-end e vogliono respirare l'aria pura del Parco del Gran Paradiso.

Io avrei molti elementi, che considero però di dettaglio in questo momento e che penso non darebbero un contributo ad un dibattito questa sera, ma che potrebbero essere utili se, come mi auguro, la Giunta può raccogliere una certa documentazione, fornirla ai Consiglieri regionali in modo che fra un paio di mesi ci si ritrovi con maggiori elementi, o per lo meno tutti in grado di avere gli elementi necessari per fare un proficuo dibattito.

Quindi la mozione non aveva, e non ha altro scopo - ed io concludo - se non di richiamare l'attenzione della Giunta e dell'Assessore alle Finanze sull'eventualità, sta a loro giudicarla, che la legge nazionale implichi poi un intervento anche regionale come aumento di contributo e, secondariamente, la necessità di fornire a tutti una documentazione perché tra un paio di mesi si possa fare una discussione esauriente sentendo eventualmente - o richiedendo - a completamento di questa documentazione, anche una relazione dei nostri quattro rappresentanti nel Parco Nazionale del Gran Paradiso che ci dicano quello che hanno fatto e quali sono, secondo loro i problemi che maggiormente possono interessare il Consiglio regionale.

Grazie.

Montesano (P.S.D.I.) - La parola al Consigliere Mappelli.

Mappelli (D.C.) - Io dirò subito a questo Consiglio che sono particolarmente amareggiato e non tanto perché non sia stato invitato a questa riunione, questa specie di tavola rotonda, che è avvenuto il 30 dicembre, ma soprattutto per il fatto che l'invito alla cittadinanza di Cogne avvenne, non so se con uno o due bigliettini, messi fuori sotto il porticato del Municipio quel giorno stesso o la sera prima, pertanto l'iniziativa era da parte, mi risulta, della Direzione del Parco.

Dunque, voglio far rilevare, così, prendendo atto tutti quanti quelli che sono sistemi di rapporti che si tende ad avere da parte dell'Ente Parco con gli Enti locali.

Quella storia del Parco non varrebbe gran che, ma trarre delle conclusioni, di quelli che sono i comportamenti, da parte dell'Ente Parco con le popolazioni interessate, questo, ritengo sia da parte nostra doverosa.

Innanzi tutto voglio fare una premessa, al fine che ognuno qui dentro e fuori di questa sale, a chiare lettere, voglio sottolineare un fatto molto importante: il Parco Nazionale del Gran Paradiso è un patrimonio nostro e come tale dobbiamo conservarlo e come tale dobbiamo proteggerlo; però si sappia che assieme al Parco e assieme alla flora e alla fauna, vi sono in queste zone, persone che hanno sacrificato in decenni il loro patrimonio, dei loro antenati, delle loro famiglie per il bene della collettività, orbene è dovere nostro, proteggere queste popolazioni, venire incontro a quelle che sono le necessità, perché a nessuno sfugga, cari Signori del Consiglio regionale della Valle d'Aosta, che le miniere di Cogne, tra sette, otto anni, non ci sono più. Non ci sarà il minerale alle miniere di Cogne e comuni come Cogne, la Valsavaranche, Rhêmes, ma in particolar modo Cogne, che per cinquant'anni, hanno dato la materia prima e dunque hanno assicurato una continuità, uno sviluppo industriale in Valle d'Aosta, orbene, non vorremmo essere in questa sala, fra sette anni, a cercare se le partecipazioni statali sono d'accordo a fare qualche cosa di nuovo in quel senso.

Dunque, vedete che abbiamo alla base di tutto l'economia, alla base di tutto la previsione di programmazione in questo settore, abbiamo largo spazio perché ognuno nel proprio ambito cerchi di dare il meglio di sé stesso per garantire a queste popolazioni, quelli che sono i loro sacrosanti diritti.

Dunque, una questione è il Parco, un'altra questione è il sistema di gestione fra il Parco e le popolazioni interessate.

Io ho qui delle lettere, a decine, ve ne leggerò, solo per inciso un comma, di una lettera della direzione del Parco che chiede come se un qualsiasi cittadino chiedesse ad un altro cittadino in Valle d'Aosta di fare sessanta metri di tubazione su di una proprietà, conclude la lettera così: "per opportuna conoscenza, si trascrive l'art. 1033 del Codice civile nella parte che interessa "obbligo di dare passaggio alle acque" il proprietario è tenuto a dare il passaggio per i suoi fondi alle acque; art. 143 - di ogni specie che si vogliono condurre da parte di chi ha anche solo temporaneamente, il diritto di utilizzare per i bisogni della vita o per usi agrari o industriali. Si resta pertanto in attesa di avere, con sollecitudine l'autorizzazione richiesta".

Vi pare che per passare su sessanta metri di una proprietà erbosa si debba chiedere l'applicazione di un Codice civile? Per me questo e questo sistema, non ho nessuna tema, di dirlo pubblicamente è di marca tipicamente fascista.

E andiamo avanti: l'Ente Parco avrebbe, in questi giorni, sempre per quella famosa collaborazione che ci dovrebbe essere che io credo che la buona volontà dei cittadini valdostani abbia, la pazienza dei cittadini valdostani abbia dimostrato per dei decenni, orbene ha fatto una scoperta nuova, non lo so, questo, lo dico, perché mi è giunta una telefonata, dieci minuti fa, mi auguro che non sia vero che l'Ente Parco avrebbe deliberato di citare a giudizio tutti coloro che negli ultimi dieci anni, hanno costruito qualcosa all'interno del perimetro del Parco, che però in base a testimonianze, io in questa sede, desidero sollevare, quelli che sono i veri confini che la legge istitutiva del 1922 prevedeva.

Io non mi allaccio alle cartine depositate a Roma perché, scusate, le cartine si scrivono, io a Cogne, e chiederei, che la Presidenza, la Giunta, noi tutti abbiamo la possibilità di avere delle testimonianze di gente, che grazie a Dio è ancora al mondo e sa dirci dove erano in quel momento, le palline, cioè i confini del Parco Nazionale del Gran Paradiso.

La legge istitutiva, cari Signori, è uscita nel 1922 e confermata nel 1925, nevvero, però, io so che nel 1942 è uscita la legge che prevede che chi dà la licenza edilizia è il Sindaco di ogni Comune; ora, all'interno di questo perimetro, che poi discuteremo qual è, chi deve dare la licenza? Il Sindaco, oppure è l'Ente Parco? Cioè il cittadino di Cogne, Valsavaranche e di Rhêmes, tenendo conto dei confini del 1922 dovrebbe essere il Sindaco, tenendo conto, alla situazione di fatto, e qui non è che si possa dire: dopo vent'anni, autonomamente, vi è il diritto, cioè il diritto, un diritto reale a quella che è una condizione di fatto.

A un certo momento io ritengo, bisogna chiarirlo questo, e come si fa a chiarire? È molto semplice, secondo me, la posizione del Parco, in questo preciso momento, non tiene conto, perché le leggi non sono state adeguate a quella che è la Costituzione Italiana perché l'art. 42 - al terzo comma - recita: "proprietà privata può essere, nei casi previsti dalla legge e salvo indennizzo, espropriata per motivi di interesse generale".

Questo è il discorso di fondo e sempre l'art. 43 della Costituzione Italiana leggiamo: "ai fini di utilità generale, la legge può riservare originariamente o trasferire mediante espropriazione, e salvo indennizzo, sempre, allo Stato, Enti pubblici o a comunità di lavoratori, ecc.".

Dunque, noi riteniamo, io ritengo, così a lume di naso, come cittadino qualunque che qui le cose non quadrano. Non possono quadrare, perché le leggi che sono uscite prima della nostra Costituzione, e che anche questo è stato fatto 25 anni fa, cari Signori, qui è anti-costituzionale, ci vuol mica niente per vederlo, con ciò non vuol mica dire che noi non siamo e non dobbiamo preoccuparci del Parco, noi dobbiamo portare avanti questo discorso del Parco Nazionale, ma d'altra parte, volete dirmi voi, dove queste anime che sono nella cintura di Cogne, dove devono andare se da decenni non si può costruire e se uno fa qualcosa all'interno di questo perimetro, che noi non riconosciamo, perché nella legge istitutiva del '22 il perimetro non era quello, a un certo momento, dov'è che devono andare? Quali sono le garanzie sulla proprietà privata, sullo sviluppo turistico, se quando, per passare all'interno di una proprietà si cita il Codice civile a un povero contadino di Cogne? Ma come si fa? Questi sono i nuovi rapporti, non è possibile!

Pertanto, non vorrei dilungarmi, qui è pieno di casi, ogni caso è particolare a sé, ma questo lo voglio citare: vi è un operaio di Cogne, ha una proprietà di 15.000 metri all'interno del Parco, vuol fare una casetta di un pianterreno e di un primo piano punto e basta - il Comune gli ha dato la licenza, però su parere del Parco, a questo buon senso, si aveva accettato questo sistema, tanto perché a un certo momento, si comprende e sosteniamo che gli speculatori in quelle zone non devono, non possono e non devono entrare, non permetteremo mai nel limite delle nostre possibilità, però, da due anni a questa parte, nessuno ha dato nessuna risposta, se non che un Consigliere del Parco gli avrebbe detto: "io non approverò mai il tuo progetto fino a quando sarà approvato il piano regolatore di Cogne, dì al tuo Sindaco di approvarlo il piano regolatore", ma questo poveraccio di Sindaco come fa ad approvare il piano regolatore, se a un determinato momento, ancora prima della legge ponte, ecc. come si può discutere, se prima non si chiarisce fino a che punto è il perimetro del Parco e quali sono le aree di edificabilità ecc.?

Vi è un fatto ancora più grave, sempre lo stesso Consigliere avrebbe detto: "dì al tuo Sindaco che le funivie se le faccia il Comune su un'altra zona", non si può, non si deve rispondere così, non è possibile, io non voglio polemizzare, difatti, non faccio nomi, ma non si può andare avanti così, pertanto, io direi che i nostri rappresentanti, sarebbe bene che relazionassero in merito alla gestione del Parco con riferimento alle questioni di notevole interesse pubblicistico che si sono manifestate in questi ultimi anni, tutta una relazione su quanto si è svolto e si intende svolgere in quelle zone.

I confini del Parco, secondo la legge stabilita del '22, cioè la legge istitutiva del Parco, non sono mica i confini che oggi, il Parco, almeno così, sono centinaia di persone che grazie a Dio sono al mondo e possono testimoniare che i confini alla legge istitutiva erano quelli, non sono mica due o tre, sono a decine, a centinaia.

Fatto questo, è chiaro che noi dovremo cercare qualche cosa che un determinato momento, cerchi di potenziare, di mettere a disposizione di questa popolazione, là dove, di comune accordo, si riterrà di fare qualcosa, di invogliare, di aiutare, posti di lavoro, con rimboschimenti, con lavori interni del Parco o anche dalle infrastrutture turistiche all'interno del Parco, ma non si venga a dire che da Cogne, si toglie tutto l'asfalto sulla strada, come andiamo su? Con la carriola? Andiamo indietro qui, andiamo con la carriola questa volta.

Ora guardate amici, è un problema molto serio, di più di quanto si creda, a Cogne abbiamo il bellissimo prato Sant'Orso, nel nostro piccolo, abbiamo sempre cercato di proteggerlo, e continueremo a farlo, noi sappiamo che a Cogne, ormai, il Parco ha una zona delimitata che segue la Grand-Eyvia, però nessuno mette in discussione il fatto che il Parco Nazionale del Gran Paradiso non sia una ricchezza, è accettato.

Però, io dico, per difenderlo, ci vuole la collaborazione delle popolazioni, non l'umiliazione perché solo con la collaborazione della popolazione si protegge il Parco, diversamente non si protegge il Parco e per arrivare lì, occorre tener conto delle esigenze della popolazione perché la popolazione, già per il fatto di vivere a 1.500 metri, vuole spopolare la montagna, è questo che tende, non è certamente noi, in questa sede che possiamo dimenticare quelle che sono le necessità e le condizioni ambientali a 1.500 metri.

Pertanto, ognuno di noi, io qui mi appello sul piano personale, a tutti qui dentro e al di fuori, vorrei persino, mi permetterei di dire agli amici giornalisti, con estrema franchezza, fraternamente li prego di non mettere, a volte in buona fede, io credo in buona fede, benzina sul fuoco, quando c'è qualcosetta, e continua, bisogna, andate a fare le interviste a questi contadini e non date retta sempre a delle dichiarazioni che non rispecchiano una realtà perché così si protegge il Parco, se noi non cerchiamo di essere i più sinceri, in base a quello che scriviamo sui giornali.

Dobbiamo andare a sentire questi contadini, a sentire questi cittadini che vivono al margine o all'interno del Parco, quelle che sono le necessità, quelle che sono purtroppo, a volte, le loro umiliazioni morali, economiche e pertanto sociali, è solo così che noi toglieremo di mezzo quelle che sono le cose che imbrogliano affinché sia l'Ente Parco, sia gli Enti locali trovino una quadra perché se no, noi, c'è uno sciopero: trecento stambecchi, poi dopo otto giorni, dice: no, erano trenta, o cinquanta, ma non si può scrivere queste cose, non si può dire che siano tutti dei bracconieri ... anche qui ci sarebbe tutto un altro discorso, le aree sono quelle che sono, bisognerebbe fare una statistica quanti sono gli animali, quant'è la moria per le intemperie invernali, insomma c'è tutto un discorso da fare su questo problema.

Allora io pregherei francamente anche gli amici giornalisti che, giustamente è la loro funzione, scrivete e scrivete sempre più il possibile, se volete bene al Parco, non sentite solo una campana, sentite le due campane, sentite le rivendicazioni delle nostre popolazioni e vedrete che farete un buon servizio e ai cittadini valdostani e all'esistenza e alla difesa del Parco.

Per quanto riguarda la delibera, amico Dolchi, io non lo so, non c'è più il povero Berthet, purtroppo non c'è più l'amico Berthet, mi aveva detto, non lo so se poi sarà possibile, mi aveva detto un giorno, così chiacchierando sulla questione di quella legge di aumento, che la parte per cui versava la Regione, si sarebbe esaminata la possibilità che sarebbe lo Stato a pagare tutto, io non lo so, dico che questa notizia avuta da chi non c'è più; io non lo so se poi si potrà realizzare o meno, lo dico così, tanto per mettere il Consiglio a conoscenza di questo particolare.

Come dico, cari Signori, il problema, vedete, anch'io stasera ho soltanto abbordato problemi di fondo, senza polemica, alcuni aspetti del problema.

Mi riprometto, in altra sede, o anche in questa sede, se sarà necessario, approfondire, e portare il mio contributo, in questo senso, però chiedo veramente la collaborazione di tutti perché sapete a volte, con la radio, la televisione, con gli articoli, non sempre purtroppo si mette l'aspetto umano in evidenza, e allora uno può anche avere, in buona fede, può anche avere una visione erronea di quella che è una realtà.

Ecco, io vi pregherei fraternamente tutti di tener presente questi miei punti di vista che poi erano già noti e il nostro contributo, certamente servirà a fare un buon servizio al Parco, ma soprattutto alle popolazioni che noi qui rappresentiamo.

Caveri (U.V.) - Je crois qu'il faut parler de cet argument en tenant présent l'extrême délicatesse de cet argument et je crois que parler de cet argument en termes très nuancés et en cherchant de sauvegarder la conciliation des différents intérêts généraux et particuliers qui sont en jeux dans cette question du Parc National. J'avais lu l'article qui a paru sur le dernier numéro du Travail et excusez-moi mais je m'attendais de lire un quelque chose qui préludait à la campagne électorale et j'ai été surpris et satisfait de voir que au contraire on parlait dans cet article sérieusement du problème du Parc National - cela ne veut pas dire que j'approuve d'autres articles qui on parut sur le même numéro du Travail - et j'approuve aussi et je partage en grande partie les déclarations et les préoccupations qui ont été exprimées par le Conseiller Dolchi. On a dit justement que tandis qu'il y a 40 ou 50 ans on parlait encore d'une nature terrible dont l'homme devait se défendre, aujourd'hui l'homme découvre que la nature est faible et que le devoir de l'homme est de défendre la nature qui est devenue vraiment faible et en danger de disparaître parce que l'homme tend à détruire la nature, aujourd'hui dans ses manifestations plus pures et plus primitives, et ce n'est pas sans émotion que nous avons assisté à un documentaire qui a été donné en ces dernières soirées à la télévision italienne où on a vu le massacre qu'on a fait du Parc National du Grand Paradis où dans une seule occasion on a coupé 4.000 hêtres dans une localité et ... dans l'Abruzzes, et du reste nous savons que en Vallée d'Aoste pour faire les funiculaires du Val Vény on a coupé deux mille plantes et que à Pila on a coupé autres deux mille plantes, donc il y a un danger pour les aspects du précieux de ce qui reste d'une nature encore à l'état sauvage, à l'état primitif il y a des dangers et nous devons être conscients de ce danger, il s'agit naturellement de concilier les intérêts généraux avec les intérêts particuliers, avec des intérêts privés et moi je veux bien admettre que dans le passé - à présent je ne sais pas - il est certain que la direction de l'Administration du Parc a commis des erreurs de psychologie et non seulement de psychologie vis-à-vis des populations des vallées intéressées par le Parc, probablement mais certainement on a commis des erreurs avec des rigueurs qui étaient excessives et qui ont créé dans certaines Communes une forme de psychose contre le Parc National du Grand Paradis.

Mais si les erreurs ont été commises dans un sens dans le passé, en ne respectant pas assez les nécessités des populations, c'est vrai quand on dit que dans le Parc il n'y a pas seulement des bouquetins et des chamois, mais il y a aussi des hommes, et il faut penser aussi aux hommes, ça c'est une grande vérité, mais cependant ce n'est pas préoccupation, que nous lisons sur la "Stampa" un article où il y a des affirmations qui nous impressionnent, nous ne savons jusqu'à quel point certaines affirmations correspondent à certaines intentions de certains privés, de certains spéculateurs, mais nous lisons "l'inizio del nuovo anno vede concretarsi nel modo peggiore la politica ecologica italiana", on n'a jamais tant parlé d'écologie, on n'a jamais tant détruit l'écologie comme à présent.

Si propone di lottizzare il Parco del Gran Paradiso - je ne sais pas qu'est-ce qu'il y a de vrai dans cette affirmation - dopo aver completamente distrutto il Parco del Circeo e seriamente danneggiato quello degli Abruzzi, effectivement dans le Parc des Abruzzes on a fait des lotisations.

Ora si vogliono costruire case, strade, impianti sciistici nel più bel parco d'Europa, questo patrimonio naturale inestimabile e irricostruibile deve forse subire la fine di tante altre nostre montagne, dove si ripetono le stesse assurde e caotiche condizioni di vita delle città et en effet dans le documentaire sur le Parc National des Abruzzes nous avons vu qu'il y a des forêts... des horribles condomines, comme il y a des horribles condomini à Cervinia, à Courmayeur et à Pila et en d'autres régions de la montagne valdôtaine.

Notre affirmation "si veda cosa succede nel vicino Parco Nazionale Svizzero, dove senza strade, senza costruzioni vengono ogni anni più di 200.000 turisti apportatori di un benessere non distruttivo ma benefico", en réalité il y a des superstitions, et il y a avant tout la superstition qu'une certaine mentalité moderne, tandis que cette prétendue mentalité moderne est une mentalité passatiste, arriérée archaïque et c'est vrai ce qu'on a dit sur le journal "Le Travail", qu'il y a en certains endroits la superstition de l'automobile, parce qu'on prétend que l'automobile entre bientôt dans la chambre à coucher, et alors, une certaine mentalité favorable à la défense de la nature, à la défense de l'écologie, c'est une mentalité moderne, parce que le problème, aujourd'hui, pour l'humanité toute entière c'est de sauvegarder encore les possibilités d'existence et de vie sur cette planète et les conditions de vie, nous savons, sont mises en danger par les pollutions de l'air, par la pollution de l'eau et par la pollution de la mer.

Nous avons entendu et vu, l'autre jour, dans le documentaire, à la télévision, que même lorsque le fameux Tapirus traversait l'Atlantique de l'Afrique vers l'Amérique, au centre de l'Océan Atlantique on a constaté que l'eau de la mer était amplement pollue, donc il s'agit de défendre les conditions de survivance de l'espèce humaine sur la planète, de manière que le premier problème c'est celui de ne pas détruire la nature, naturellement que la défense de la nature, du paysage, et de l'écologie doit être conciliée avec les nécessités de vie des populations locales, cela c'est évident.

Et alors, quand on parle de ces problèmes, cherchons d'étudier à fond le problème, faisons abstraction de nos intérêts électoraux, parce que, autrement, il ne serait pas sérieux en parler, si nous pensons aux voix ou aux préférences qui peuvent avenir d'une Commune ou de l'autre, essayons vraiment de faire ce qui est notre devoir, c'est-à-dire de défendre les intérêts généraux qui ne sont pas seulement les intérêts de la nature, mais sont les intérêts de notre Vallée qui on est en train de s'enlaidir et nous voyons que certaines valeurs on est en train de les détruire en Vallée d'Aoste.

La Vallée d'Aoste est en train de venir toujours plus laide et de perdre son prestige et de perdre sa beauté. Ceux-là sont les grands intérêts que nous devons défendre, intérêts que nous devons naturellement concilier avec les intérêts des propriétaires privés, du reste, c'est notre Junte qui avait alloué un premier fond pour les dommages pour les propriétaires des alpages qui ont été endommagés. Moi, pour mon compte, j'ai constaté l'exagération, par exemple, de M. Videsott qui niait qu'il y avait des dommages pour les propriétaires des alpages, et qui disait "ma tanto gli stambecchi mangiano solo erboline" et ce n'est pas vrai, évidemment, c'est vrai au contraire, les bouquetins ont belle et bien à consumer le fourrage des propriétaires d'alpage, et alors, oui, tenons compte de ces intérêts, mais tenons aussi compte des intérêts du Parc, parce que le Parc ne doit pas être détruit, le Parc doit être sauvegardé tout en conciliant avec les intérêts des propriétaires ...

Montesano (P.S.D.I.) - Nessun altro chiede la parola. Qualcuno risponde? Allora Consigliere Chabod.

Chabod (D.C.) - Volevo solo dire due parole, si accusa un po' le popolazioni del Parco di non capire, di non seguire, allora chiederei proprio alla Giunta, se è possibile, di portare queste popolazioni, beh, di Cogne magari un po' meno, perché sono molto più evoluti... di Valsavaranche e di Rhêmes, di portarli un po' a girare, a vedere un po' gli altri parchi, tanto per farli constatare e vedere come si tratta, come trattano quei parchi.

Solo quello.

Se è possibile, sarebbe una cosa molto e molto interessante per le popolazioni.

Montesano (P.S.D.I.) - Altri interventi? La parola al Presidente della Giunta.

Dujany (D.P.) - Je dois répondre, n'est-ce pas, à la motion, je ne veux pas continuer le discours qui a été commencé par plusieurs Conseillers, puisque, la motion, dans sa deuxième proposition, demande justement une certaine préparation pour pouvoir discuter ce problème plus à fond.

Je pense que la Junte puisse donner l'avis favorable aux propositions faites au premier point dans l'envisagement de prévoir dans le budget 1972 l'augmentation de la contribution qui sans doute ne pourra être allouée que seulement après que la loi nationale sera approuvée, et l'inscrire à l'ordre du jour dans une prochaine réunion du Conseil pour approfondir le problème du Parc.

Montesano (P.S.D.I.) - Allora mettiamo ai voti la mozione.

Chi approva alzi la mano. Contrari? Astenuti? Il Consiglio approva.