Oggetto del Consiglio n. 15 del 28 gennaio 1972 - Resoconto
OGGETTO N. 15/72 - Problemi riguardanti il conferimento del latte alla "Centrale laitière d'Aoste". (Interpellanza)
Montesano (P.S.D.I.) - C'è qualcuno che vuole illustrare l'interpellanza?
Bordon (D.C.) - Più che illustrare vorrei aggiungere qualcos'altro, cioè io ero soddisfatto, diciamo, di arrivare qui oggi sapendo che alcuni giorni dopo aver presentato questa interpellanza si era effettuata una riunione con il Presidente della Giunta e gli Assessori competenti per cui la "grana del latte" - chiamiamola così - si era risolta e quindi io volevo prendere atto di questa nuova situazione, però una parte dell'interpellanza rimaneva in piedi in quanto che è un problema che noi sappiamo molto difficile perché è un problema che non è ancora risolto completamente.
È un problema che ha accontentato momentaneamente i conferitori - produttori di latte -ma che purtroppo sappiamo che non ha ancora raggiunto quel limite che dovrebbe essere raggiunto per dare la possibilità a questi produttori di tirare avanti la baracca.
D'altra parte, però, sappiamo anche che la situazione si aggrava sempre di più perché la Centrale ha un deficit che non è indifferente, quindi noi come Amministratori regionali abbiamo anche il dovere di vedere questo. Dall'altra parte sappiamo anche che non si può aumentare il prezzo del latte perché verremmo proprio a colpire la categoria dei meno abbienti e di quelli che effettivamente hanno necessità assoluta di questo alimento che io paragono al pane.
Arrivati a questo punto io però vorrei fare alcune aggiunte perché penso che gli Assessori competenti ne siano a conoscenza e chiamo amichevolmente in causa l'Assessore all'Industria e Commercio per il fatto che fa parte della Coltivatori Diretti, insomma segue questi problemi molto da vicino perché ne è informato continuamente.
Ora, indipendentemente da quello che intende fare la Giunta, l'Amministrazione regionale per quella che sarà la differenza di prezzo - che in fondo io vorrei chiamarlo prezzo politico perché se no non diremmo tutto quello che pensiamo e ci nasconderemmo, come al solito, dietro al solito dito mignolo, io vorrei richiamare un momentino l'attenzione per delle notizie che mi son pervenute - che ci sono pervenute - ultimamente, e, in modo particolare ci ha colpito un fatto che ha messo in difficoltà un gruppo di 11 o 12 conferitori di latte perché, se non erro, - e mi si corregga perché non seguo questo perché non ne ho competenza e neanche obbligo - conferiscono alla centrale il latte - quelli della zona bianca e cosiddetti assimilati, mentre ci sono, non so come li chiamano "i provvisori" non so come si possono chiamare, che sono quelli che conferiscono il latte soltanto in un certo periodo.
Ora, sembrerebbe, sembrerebbe che con una lettera in data 21 gennaio a questi saltuari sia stato detto che con la decorrenza del 1° febbraio non avrebbero più dovuto conferire il latte e quindi se lo sarebbero dovuto tenere in casa.
Che cosa accade? Accade questo: naturalmente io penso che la Centrale dica che questo avviene in quanto che ci sono dei superi che aggraverebbero ancora questo passivo.
Però mi sembra strano per alcuni motivi questa presa di posizione, perché mi risulterebbe che la Centrale non è che non comperi del latte in altri posti e quindi, per comperarlo in altri posti, potrebbe prenderlo, continuare a prenderlo da questi saltuari.
Però aggiungo ancora una cosa che mi preoccupa perché questi 11 o 12 saltuari, se non sbaglio, conferiscono un 600/700 litri di latte al giorno il che non è una grande quantità.
Ma la cosa più grave è questa, che se questo provvedimento avesse colpito alcuni produttori, alcuni allevatori di una certa importanza, con un certo numero di bovine ed una certa produzione di latte, questi produttori si sarebbero potuti unire ed, eventualmente, anche produrre della fontina.
Gli Assessori competenti mi insegnano che quando ci sono dei proprietari che al massino hanno 50 o 60 litri di latte al giorno non riescono a fare più niente.
Ora, mentre i 50-60 litri di latte al giorno venduti a 100 lire, a quello che può essere il prezzo del momento, sono quelle 6 mila lire che entrano in questo bilancio, in questa piccola azienda agricola, quindi la mette in condizione di poter funzionare, di poter vivere. Se invece loro hanno questo latte che non riescono a conferire, se lo dovrebbero lavorare, ma in quale modo?
Innanzitutto, essendo così, soli, non hanno la possibilità di crearsi subito una latteria e quindi mi sembra che bisognerebbe fare uno sforzo affinché il latte di questi produttori venisse ancora conferito e preso alla centrale.
Però - e questa è una cosa che vorrei che gli Assessori appurassero perché potrebbe anche essere una delle tante voci che corrono - sembrerebbe che questi proprietari, questi produttori avessero scioperato durante il periodo di sciopero - ecco perché mi rivolgo in modo particolare all'Assessore all'Industria e Commercio.
Ora, questo provvedimento, in questo momento - non vorrei adoperare una grossa parola perché poi si appurerà, si vedrà quello che si può fare, ma mi sembra che suonerebbe un po' discriminatoria - come per dire: avete scioperato - quelli della zona bianca e assimilati, io ho l'obbligo - dice la Centrale - ho l'obbligo di prendere questo latte mentre gli assimilati non avendo l'obbligo... state a casa così non lo prendo più.
Ora, l'interessante non sono questi pettegolezzi che contano, si appurerà - appurerete, ci direte qualche cosa per quella che è l'attuale situazione, ma io insisterei in modo particolare con gli Assessori competenti, tanto più che abbiamo questo 50% di azioni alla Centrale, attraverso i nostri rappresentanti, di fare opera di persuasione se non di pressione - che è un'espressione mai simpatica, affinché il latte di questi 11 o 12 conferitori venga ancora preso.
Perché, in caso contrario, andremo proprio a colpire questi poveri allevatori, poveri allevatori forse è la parola giusta, perché noi sappiamo perfettamente che cosa voglia dire - oggi come oggi - portare avanti una piccola azienda agricola, di poche bovine e non avere la possibilità di vendere questo latte.
Quindi come prima parte - io chiedo scusa - ho voluto subito spiegare questo e, eventualmente dirò dopo o non dirò più niente, quello che ho da dire.
Maquignaz (D.P.) - Per quanto riguarda la prima parte dell'interpellanza e cioè: perché non si è voluto riconoscere agli agricoltori-produttori. Oggi, d'accordo, è già superato, però al momento in cui è stata presentata non lo era, quindi vorrei fare un po' di storia di questo, di come sono avvenuti i fatti.
L'11 dicembre è stata fatta la prima richiesta da parte del Consorzio Produttori Latte dove chiedevano per il periodo invernale 103 lire per gli assimilati e zona bianca, 95 invece per i saltuari.
Però la richiesta era fatta limitatamente per il periodo invernale, cioè i 6 mesi.
Pregavano di avere una risposta entro il 22 dicembre.
Il 20 dicembre la Centrale del Latte - dopo aver riunito il Consiglio di Amministrazione - ha risposto facendo presente che però la Centrale del Latte ha bisogno di conoscere i prezzi per tutto l'anno perché deve fare i bilanci annuali e quindi non può, naturalmente, fare delle previsioni, se conosce il prezzo solo per il periodo di 6 mesi.
Chiedeva quindi al Consorzio di fargli il prezzo per l'anno intero e si riservava disponibile per un'eventuale incontro. Il 28 dicembre è stata fatta la richiesta, da parte del Consorzio - e ho qui una copia della lettera con tutte le firme degli interessati, di 110 lire per il periodo estivo, confermando i 103 per quanto riguarda il periodo invernale e 95 per i saltuari.
Non c'era nessun accenno ad un eventuale incontro in risposta alla richiesta fatta dalla centrale. Il giorno dopo sono entrati in sciopero, cioè non hanno più portato il latte.
All'Amministrazione regionale, da parte del Consorzio Produttori non è pervenuta alcuna richiesta di incontro perché ben sapevano che la Centrale aveva le passività e quindi questo lo doveva anche decidere un po' l'Amministrazione regionale, noi però non abbiamo avuto alcuna richiesta. Abbiamo pertanto aspettato che il Consiglio di Amministrazione della Centrale si fosse riunito e avesse detto quali erano le intenzioni, in modo da poterle vagliare, come si è sempre fatto, perché non dobbiamo dimenticare che abbiamo un Consiglio d'Amministrazione dove noi abbiamo nominato i nostri rappresentanti e dove il Comune ha nominato i suoi rappresentanti.
Quindi non possiamo nemmeno passar sopra ad un Consiglio d'Amministrazione.
Quindi prima si sente cosa dicono, poi lo vagliamo in Giunta come abbiamo sempre fatto.
Visto che invece questo incontro tra Consorzio e Centrale non avveniva, visto che le richieste a noi non pervenivano, abbiamo parlato di questo problema in Giunta e la Giunta mi aveva incaricato in quel momento di convocare le parti per poi esaminare il problema.
La riunione è avvenuta l'11 gennaio con la presenza del Presidente della Giunta, dell'Assessore all'Industria e Commercio e del sottoscritto dove abbiamo concordato quei prezzi di 96 lire per il periodo invernale, 103 per il periodo estivo in cui c'è ancora l'abbondanza di latte e 115 nel periodo invece in cui il latte scarseggia.
Vorrei solo aggiungere che in base a questo la Centrale del Latte oggi si trova con una sovrabbondanza di latte.
Dopo questo aumento di prezzo sono arrivati a circa 10 mila litri al giorno e quindi qui mi allaccio a quanto è stato detto prima della decisione del Consiglio di Amministrazione di inviare quelle lettere - quindi decisione del Consiglio di Amministrazione dove ci sono anche i rappresentanti dei produttori - decisione che si risulta unanime, cioè non mi risulta una decisione a maggioranza.
Ora, in questo caso, la Centrale del Latte ha stabilito di non più prendere il latte dei saltuari, di quelli che non conferiscono anche nel periodo estivo perché quello è il problema.
Il problema è questo: che bisogna indirizzare gli agricoltori affinché portino il latte non solo nel periodo invernale, ma anche nel periodo estivo. Quindi il Consiglio di Amministrazione ha adottato questa decisione per questi 11 agricoltori, per il fatto che loro conferiscono solo nel periodo invernale.
Mentre invece, da accertamenti che io ho voluto fare presso la Centrale, tutti quelli che si sono impegnati di conferirlo anche nell'estate, a loro hanno concesso di portarlo anche nell'inverno.
Quindi è una decisione non discriminatoria a mio avviso, cioè non è che abbiano voluto colpire determinate persone, è una decisione che è stata presa per questo afflusso abbondante di latte dopo l'aumento del prezzo e quindi ci sono 3000 litri di latte al giorno di superi e quindi hanno cominciato a togliere quelli che non si impegnano a portarlo nel periodo estivo in cui il latte mancherà.
Questo è quanto ho potuto sapere dalla Centrale del latte e quindi io, in questo momento, non saprei nemmeno cosa dire perché l'Amministrazione regionale deve, secondo me, anche tenere conto di una decisione del Consiglio di Amministrazione della Centrale.
Abbiamo nominato dei rappresentanti, se non abbiamo fiducia in quanto fanno, dovremmo quanto meno dire di sostituirli, insomma.
Perciò, a mio avviso, il problema è un po' delicato perché se fosse invece un provvedimento discriminatorio, ma quando invece vediamo che c'è una ragione. Noi possiamo anche dire: ci sono 700 litri al giorno in più, prendiamoli, pagheremo la differenza e allora, in questo caso il Consiglio d'Amministrazione può rivedere il suo provvedimento.
Quindi, quello che dovremmo decidere noi, se siamo d'accordo di accettare anche questi 700 litri in più, sapendo già che oggi si raggiungono i 10 mila litri e di accollarci naturalmente le eventuali passività.
Prima di terminare vorrei ancora solo fare un accenno, per quanto riguarda i vari prezzi del latte dagli inizi della Centrale.
Il primo anno, il prezzo medio d'acquisto era di 76,42. L'anno 1966 lire 75,73 - anno 1967 lire 74,93 - anno 1968 lire 75,70 - quindi, nel 1968, siamo ritornati - qui io parlo di prezzo medio complessivo eh! - siamo ritornati al prezzo del 1965.
Nel 1969 lire 76 e 40. Solo nel 1970 e precisamente a dicembre, che si è cominciato veramente a aumentare il prezzo del latte. Tanto è vero che si è portato a 80 lire al litro nel periodo invernale e si è raggiunto una media, nel 1970, di 82,50, rispetto alle 75 di prima. Quindi primo scatto.
Nel 1971 ulteriore aumento e siamo arrivati alla media - prezzo medio d'acquisto di 88 lire. Quindi altro scatto di 6 lire.
E adesso abbiamo raggiunto le 102 lire.
Quindi solo dal '70 e precisamente da dicembre 1970 ad oggi si è fatto un notevole aumento, perché da 74,85 siamo saliti a 102.
Questo lo volevo dire solo per respingere, direi, delle affermazioni apparse su un determinato giornale locale e respingere con dei fatti, non con delle parole, non con delle chiacchiere, ma con dei fatti perché io ritengo che i problemi si risolvono proprio in questo modo. Esaminando tutti insieme, senza che nessuno vanti di essere il primo della classe, però tutti insieme dobbiamo vedere sin dove possiamo arrivare prendendone le relative responsabilità e solo operando in questo modo - secondo me - aiutiamo concretamente gli agricoltori.
Io non avrei altro da aggiungere. Non so se ho chiarito, se ho dato una risposta sufficientemente esauriente.
Bordon (D.C.) - Se, invece di rispondere semplicemente "sono soddisfatto, non sono soddisfatto", mi sembra che sia un problema importante, tanto più che poi ritorneremo molto spesso su questi problemi di agricoltura e vorrei servirmi proprio dell'ultima frase dell'Assessore - che io condivido in pieno - laddove dice "questi problemi, io penso, non si devono guardare per arrivare uno primo della classe, ma per dibatterli tutti insieme, per trovare la soluzione migliore".
Difatti io non ho voluto, nella mia prima parte, fare quella lunga discussione e riferendomi al giornale quello che aveva pubblicato. Io sono sempre del parere che il giornale fa un servizio che io ritengo buono, chi scrive certe cose lo fa sempre in buona fede, anche quando criticano noi, naturalmente bisognerebbe poter dir loro, molte volte, prima che facciano l'articolo, com'è la vera situazione, cosa che molte volte - almeno per conto mio mi rifiuto di fare per non avere quelle interviste che poi magari vengono fuori con dei risultati che sono all'opposto e quindi non mi soffermo su quello che era il giornale perché, ad un certo momento, per esempio, il giornale quasi quasi voleva attribuire una colpa a questi conferitori di latte come se, ad un certo momento, avessero fatto lo sciopero così, di punto in bianco e allora l'Assessore aveva citato delle lettere, delle date e, queste date io le ho qui. È proprio vero, il 10 di dicembre si è incominciata una certa discussione, si è portata avanti e, come in tutti i problemi che finiscono per sfociare in questi scioperi ecc... è perché ci sono anche dei malintesi, perché molte volte, se non ci fossero questi malintesi, non arriveremmo a quei punti lì, a quelle situazioni.
Quindi, io, sulla prima parte, non ho niente da dire, e, in fondo in fondo, nella relazione che ci ha fatto l'Assessore, amministrativamente l'ho anticipato io. L'ho detto: mi sembra che ci sono dei risultati passivi alla Centrale del Latte che come Amministratori regionali noi li dobbiamo esaminare, dobbiamo vedere.
D'altronde c'è anche una situazione che mi sembra nasca tutti i giorni.
Noi arriviamo al punto di parlare, ad un certo momento, in quest'aula, attraverso una trasmissione televisiva - e ne parlerò ancora se non in questa seduta in altre sedute; in una seduta televisiva dove ogni intervento è stato fatto a favore degli agricoltori e dell'agricoltura della Valle d'Aosta.
Questo non è che si volesse arrivare primi della classe perché tanto arrivavamo tutti alla classe quindi faceva ridere, quindi non era più questione di precedenza, perché tutti arrivavamo a quello scopo.
La cosa che, per esempio, poteva stupire, come Assessori - che magari non hanno molti rapporti con l'agricoltore ma, in fondo in fondo si occupavano di questo problema - e questo fa veramente piacere perché io ritengo che sia il problema base.
Abbiamo sentito delle idee, qui dentro, già portate da tutti i Consiglieri, di tutti i Partiti. Addirittura arriviamo ad un certo momento a dire che per certi agricoltori dovremmo dare un contributo pro-mucca, chiamatelo come volete, perché se no, avanti così non si va più.
Siamo tutti qui - io leggevo ieri sera su un articolo - che in certe Regioni della Svizzera, in certi Cantoni Vallesi si dà un contributo che vorrei chiamare "di vita" a questi agricoltori perché li considerano "les jardiniers de la nature". Cosa che faremo poi anche noi qui perché le cose si ripetono. Sono leggi naturali che vengono fuori, se no dovremmo buttare in aria tutto.
Ora io ho detto la parola discriminazione... Lei si ricorda Assessore, non con cattiveria, ho soltanto detto "sembrerebbe che sia così, anche se non lo è". Però il risultato è un altro.
In fondo in fondo lei mi dà ragione.
Io non sapevo che dopo questo aggiustamento sono confluiti tanti litri di latte, sono arrivati a diecimila. Io non so se si parla di tre mila litri - mi sembra che abbia detto li superi - me lo son segnato alla buona.
Ora, la mia battuta, non è prettamente d'amministratore, io lo riconosco, ma vale nel quadro generale che ho detto prima dei contributi agli agricoltori.
Perché io mi dico, ma, ad un certo momento, se ci sono 600 litri di più - da aggiungere a quei tremila di supero, che poi variano, possono essere di più come essere di meno; io penso che sia un esame da fare attentamente, proprio attraverso voi due che seguite le cose con maggior attenzione ed in modo particolare con Albaney, lo ripeto, perché è con noi alla coltivatori diretti, quindi vi do maggiori responsabilità - qui non suoni cattiveria neanche un'altra volta, se no non si può più parlare -, ma io vorrei proprio che esaminaste a fondo questo pregando la Centrale di prendere in esame.
Perché, ditemi voi - tutte e due perché tutti e due avete avuto delle mucche nella stalla e sapete che cosa vi rende - che cosa fanno questi 11 proprietari col latte? Vendono le mucche, cercano un posto. Dove vanno a finire? Alla Cogne. Vanno a finire dove trovano un posto da "manoeuvre", perché non si trovano mica dei posti tutti i momenti.
Ora il problema è solo questo. Io non voglio fare il primo della classe e non ho necessità più di farlo. Magari una volta mi battevo per questo, cerco solo di fare una constatazione.
Ditemi che cosa fa questa gente con questo latte! Lo lavora? Come si fa a lavorare fino 50 litri di latte al giorno, quando per fare una fontina bisogna che ci siano almeno, non so, 100-110 litri di latte, perché viene fuori il 10%.
Quindi questa gente qui, oggi come oggi non sa più che cosa fare. E allora che cosa ne viene fuori?
Anzi io sono, non stupito, mi spiace - e cercheremo di inculcare negli agricoltori questo principio.
Io vi dico che se fosse stato, in campo industriale, in un altro settore, probabilmente - avendo escluso 11 persone - 1000 scioperavano o si legavano, si mettevano solidariamente con questi qui, e facevano bene. Bisognerà che si insegni anche ai produttori di latte a fare altrettanto.
Perché quando mi si dice che il produttore di latte, che è lì, che rappresenta i produttori ha accettato questa soluzione, io fossi stato uno di questi produttori avrei detto "io non sciopero perché non è abitudine dei coltivatori di scioperare", però è altrettanto vero che mi sarei battuto strenuamente perché questo passivo - che purtroppo graverà sulla Regione, lo sappiamo - venga preso in esame per quei 500-600 litri di supero.
Ecco, quindi niente primo della classe, è una preghiera che io vi rivolgo a nome di tutti noi - perché siamo tutti interessati a questi problemi che vadano ad una buona soluzione e quindi vedere di insistere presso la Centrale del Latte se è possibile di fargli prendere, di lasciarli conferire questo latte perché, Signori, non sapranno più che cosa fare.
Perché sarebbe troppo facile potersi riunire e dire: siamo in 11, abbiamo 600 litri di latte, portiamolo alla tale latteria, ma voi sapete che sono dislocati in posti abbastanza distanti uno dall'altro. Non hanno ancora la latteria, cioè non la possono avere perché ci sono tanti fattori.
Io non ho altro da aggiungere sull'interpellanza. Quindi sono constatazioni, quindi non si tratta di essere soddisfatti o meno.
La mia preghiera, la nostra preghiera è questa: che interveniate presso la Centrale dimostrando la necessità assoluta che questi undici agricoltori non vengano sacrificati.
Montesano (P.S.D.I.) - Mappelli, lei è un firmatario, però vorrei esortare i firmatari delle mozioni di mettersi d'accordo di essere uno solo ad intervenire. Questo è il regolamento no!
No, mi dispiace Mappelli, lei fa questo segno di dissenso. No, se ci sono 10 firmatari in una interpellanza, io ne faccio parlare uno solo.
Mappelli (D.C.) - Posso parlare?
Montesano (P.S.D.I.) - Senta, io la faccio parlare così, do un avvertimento, però sia breve. Il regolamento è così!
Mappelli (D.C.) - Se non posso parlare, non è mica un problema, pazienza, rinuncio.
Montesano (P.S.D.I.) - Sia presente a tutti che, effettivamente quando c'è una interpellanza o interrogazione con parecchi firmatari, ci sia uno solo che rappresenti tutti.