Trascrizione informale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 16 del 15 gennaio 1973 - Resoconto

OGGETTO N. 16/73 - Discussione della bozza del Piano Urbanistico Regionale.

Milanesio (P.S.I.) - Io vorrei fare una proposta metodologica diciamo così, è chiaro che se si pensava che la discussione delle mozioni e dei punti all'ordine del giorno sarebbe terminata questa mattina e quindi avremmo avuto l'intero pomeriggio a disposizione per affrontare questo argomento, per alcuni è solo presunto, per altri c'è una indicazione abbastanza precisa sulla quale, del resto, vogliamo, desideriamo l'apporto fattivo, costruttivo e serio del Consiglio, perché noi riteniamo che nessun piano si possa fare - e questo non è un Piano, però è una proposta, nessun Piano si possa fare senza che le forze politiche presenti in questo Consiglio in qualche modo partecipino attivamente alla sua formulazione e la formulazione non è certo compito solo di cinque, sei sette, otto, dieci tecnici, ecco io quindi proporrei questo metodo da seguire: io leggerei questa relazione che è abbastanza lunga ma non è certamente verbosa e non è certamente superflua e poi chiederei al Consiglio di volersi aggiornare per iniziare la discussione che, mi auguro, sia e possa essere certamente ampia e dalla quale possano scaturire delle indicazioni e delle risposte alle domande che qui vengono formulate o comunque alle ipotesi che vengono fatte.

Quindi io prima chiederei al Consiglio se siamo d'accordo di procedere in questo modo; faccio presente che già l'altra volta si disse: la prossima seduta la dedichiamo esclusivamente a questo argomento, poi le mozioni, le interpellanze, l'urgenza, tutti questi argomenti hanno fatto sì che questo argomento molto importante, ad avviso della Giunta, finisse nel fanalino di coda.

Ora io chiederei di poter fare la relazione questa sera, sono le 18.06, non è un'ora certamente diciamo così pomeridiana, dopo di che se il Consiglio è d'accordo aggiornare ad una seduta da stabilirsi questa sera per la discussione e per le osservazioni, perché ho presentato una relazione che ho dato a tutti i Consiglieri che così merita una certa attenzione.

Caveri (U.V.) - Io vorrei fare una osservazione e una riserva; l'osservazione è questa: che la sua relazione ci è stata consegnata, almeno a me personalmente, è stata consegnata esattamente cinque minuti fa, avremmo gradito naturalmente di ricevere molto tempo prima questa relazione per avere il tempo di leggerla per fare le nostre osservazioni.

In secondo luogo la preghiera che le voglio rivolgere è di non fare una lettura del tipo riso e fagioli ma di farci non una lettura ma una esposizione che riassuma per sommi capi questa relazione scritta, perché questo sistema di alcuni Assessori di leggere delle relazioni scritte e di leggerle anche abbastanza male in genere è una lettura di tipo assolutamente deprimente che non giova perché i Consiglieri non possono seguire questa lettura, quindi la preghiera che le facciamo è di fare una esposizione che riassuma e riepiloghi la sua relazione scritta, ma non una lettura, perché in questo caso poi non si può seguire una lettura fatta in modo pedestre e in modo monotono, quindi confidiamo nelle sue doti, cioè non dubitiamo delle sue doti di grande attore!

Manganone (D.C.) - Anche noi concordiamo con le proposte fatte dall'Assessore Milanesio, vorrei solo chiedere all'Assessore se la relazione è sua personale o è frutto di scelte fatte dalla Giunta.

Andrione (U.V.) - A titolo personale io non concordo, chiedo scusa, ma chiederei questo: Va bene, stabiliamo un'ora, stabiliamo che come al solito alle venti chiudiamo il Consiglio, ma dopo l'esposizione - e neanche io dubito delle qualità di grande attore dell'Assessore al Turismo - dico ma che dopo l'esposizione dell'Assessore al Turismo, sia permesso ai Consiglieri che lo credono di fare le loro osservazioni, la discussione continuerà dopo, ma mi sembra che sarebbe per lo meno un po' strano che quando l'Assessore mette la parola fine alla sua relazione, ordinati come degli scolaretti noi usciamo e aspettiamo la prossima convocazione; io credo che possiamo fissare un'ora e che chi crede farà le sue osservazioni questa bozza, così come è chiamata, del Piano regolatore regionale.

Personnettaz (D.P.) - Altri interventi? Allora risponde l'Assessore.

Milanesio (P.S.I.) - Io non ho difficoltà ad aderire alle proposte che sono state avanzate prima dall'Avv. Caveri e poi dal Consigliere Andrione, io ho solo proposto per ragioni di semplicità, di tempo, perché ognuno potesse raccogliere le idee, tenuto conto che questa relazione è una relazione evidentemente sintetica che ho intenzione di leggere anche se non con tono monotono, e non ho fatto scuola di dizione, ringrazio i Consiglieri che hanno ravvisato in me delle doti di grande attore, a suo tempo mi avevano dato del burattinaio, metterò su un Carro di Tespi, vi ringrazio, e spero però con la fortuna che ha accompagnato le vicende precedenti!

Ad ogni buon conto leggerò questa relazione con tono staccato, alla John Barrymore junior.

"Introduzione: Significati della bozza - i principali significati della bozza sono i seguenti: da una parte essa dovrebbe consentire una facile individuazione dei contenuti sostanziali del futuro Piano regolatore regionale urbanistico e per la tutela del paesaggio della Valle d'Aosta", cioè - e qui indico quali sono i problemi principali - ricordo che questa relazione è stata fatta per consentire ai Consiglieri, che certamente avranno letto la bozza di Piano, di vedere riassunte in espressioni più concise i principali punti e le principali indicazioni che sono contenute in questo piano, quindi sarò un po' noioso ma dovrò per forza riferirmi a quello che è scritto.

"Dei principali problemi che esso intende risolvere e di quelli che esso lascia a livello di governo o di ordine superiore, lo Stato, le sue agenzie, cioè l'ANAS, l'ENEL la Cogne, ecc. o di livello inferiore, cioè i comprensori e i Comuni; degli indirizzi lungo i quali tende dare loro soluzione e dunque dei principali indirizzi di politica economica e urbanistica della Valle, ciò la bozza ottiene proponendo una strategia unitaria con lo sviluppo economico e sociale della Valle indicandone le conseguenze a livello territoriale, in seguito proponendo un sistema integrato di zone funzionalmente specializzate e di infrastrutture e di attrezzature a ciò finalizzate che comporta in particolare una politica dei trasporti, della residenza, del turismo estivo e invernale, dell'agricoltura e delle attività produttive, industriali, del verde, ecc."

Ecco questo è uno dei principali significati, d'altra parte la bozza dovrebbe consentire la messa a punto dei connotati formali di uno strumento tecnico-politico quale è appunto il Piano regolatore, e mi spiego, quali aspetti possono essere cioè: "Regolamenti, regolamentati e indirizzati attraverso vincoli, come possono essere strutturati, differenziati e quali invece attraverso solo indicazioni attive, eventualmente suddivise fra interventi a carico della Amministrazione e a carico dei privati, cioè interventi che l'Amministrazione Regionale o i privati fanno in proprio, come certe indicazioni generali di politica economica generale o settoriale possano essere tradotte in indicazioni territoriali sufficientemente specifiche da escludere la realizzazione di interventi contraddittori alle indicazioni stesse, sempre un altro significato come sia possibile stabilire legami quantitativi e temporali tra il saggio di sviluppo della popolazione, della produzione industriale e agricola, delle presenze turistiche, ecc. previsto dai piani e quello che poi si realizza effettivamente e l'utilizzazione del suolo.

Come ad esempio sia possibile introdurre legami quantitativo-temporali tra le indicazioni della programmazione economica e sociale e quelle del Piano urbanistico regionale.

Di conseguenza, qui si arriva a spiegare il vero significato della bozza - la bozza ha un carattere esemplificativo, essa simula cioè, avanzando proposte concrete, spesso esposte graficamente... (voce del Consigliere Caveri) ...Noi ci auguriamo che il Consiglio lo faccia sul serio il Piano regionale, a me pare che invece non ci sia nemmeno questa volontà, ad ogni modo la prova è questa, la discussione dovrà portare a fare avanzare delle indicazioni concrete da parte dei Consiglieri che hanno da dare delle indicazioni; è troppo comodo, perché poi quando lo portiamo voi dite che è anti-democratico, che è una cosa troppo importante che vi abbiamo propinato il pacchetto e allora lo rifiutate o dite che non si può discutere in un giorno.

"Avanzando proposte concrete, spesso graficamente esposte - e tutte le tavole sono di là nell'aula preconsiliare e molti Consiglieri so che le hanno viste e se le sono fatte spiegare - ecco la bozza quindi simula la situazione che si avrà una volta che il Piano urbanistico sarà redatto; il criterio di giudizio da adottare nei suoi confronti è quello che riguarda l'agibilità operativa di un Piano così fatto, con quelle indicazioni grafiche e non altre, con quei vincoli e non altri, con quelle norme di attuazione e non altre, cioè abbiamo voluto presentare un Piano che può essere discusso, deve essere discusso, che non si presenta come il solo Piano possibile ma che se non altro, è un punto di riferimento per aprire una discussione, perché quando si viene in Consiglio e si presenta una pagina bianca probabilmente è difficile poterla scrivere questa pagina bianca, scriverla con una certa coerenza, con una certa razionalità, se invece presentiamo un discorso che ha una sua compiutezza potrà essere contraddetto questo discorso, potrà essere diciamo così contestato, l'importante è però che avvenga questa contestazione; diciamo così Avv. Caveri che questo Piano ha un significato provocatorio per lo meno, cioè per costringere il Consiglio a discutere di questi problemi, perché da anni non se ne discute... (voce del Consigliere Caveri) ...I limiti della bozza, naturalmente, questo detto in termini così scientifici e non in termini di acrimonia; la bozza non deve essere intesa come il progetto di massima o il progetto preliminare del Piano Regionale Urbanistico e per la tutela del paesaggio, non può essere assunta come indicatrice di soluzioni particolari per problemi specifici né deve essere giudicata in base alle proposte che formalmente avanza circa alcuni problemi particolari. Infatti la bozza non si basa su ricerche originali ma si fonda invece su una base conoscitiva statistica la cui attendibilità ha dovuto spesso essere messa in dubbio; le stesse informazioni, pareri, giudizi che si sono raccolti durante l'attività di studio non hanno potuto essere controllati tutti almeno mediante ricerche più approfondite.

Questa prima fase di studio non ha potuto essere accompagnata o meglio confortata da quel dibattito che noi riteniamo indispensabile fra l'ufficio e l'Amministrazione Regionale ecco perché siamo qui oggi in Consiglio e riteniamo che la sede più opportuna non sia solo quella della Giunta, non perché la Giunta non vuole assumersi delle responsabilità di governo, ma perché un problema di così grande importanza, noi sappiamo, se non viene affrontato fin dai suoi primi passi, fin dalla sua impostazione generale a livello di Consiglio poi alla fine finisce per non appartenere più a nessuno; lo abbiamo visto con il vecchio piano di sintesi della Programmazione regionale, quando la SORIS e il Comitato Tecnico della Programmazione terminarono gli studi e li presentarono alla Giunta regionale, la Giunta Regionale prese questo infante e lo mise in un cassetto come si fa con i figli abbandonati, perché? Perché quel Piano, quella bozza di sviluppo era figlio di nessuno, per lo meno non era figlio di quella Giunta e tanto meno sarebbe stato figlio del Consiglio che doveva poi esaminarlo e approvarlo.

Quindi noi vogliamo che questo piano urbanistico abbia dei padri, e che siano tutti Consiglieri in qualche modo.

"Obbiettivi programmatici - Premessa: la necessità di utilizzare (?) l'uso delle risorse naturali e del capitale umano tecnico e culturale che la Valle può offrire a tutti i livelli, implica di utilizzare nel migliore dei modi ogni occasione e risorsa per modesta che possa apparire, inquadrando ogni intervento in una strategia improntata a chiari principi di nazionalità e di partecipazione democratica, specificando maggiormente questa linea si propone di far rientrare tra gli obiettivi immediati del piano, evitare che la situazione degeneri ulteriormente nei suoi aspetti negativi e divenga irrecuperabile, mentre rientra negli obiettivi finali la diffusione dello sviluppo su tutto il territorio eventualmente attraverso una specializzazione funzionale delle sue diverse parti.

Più in concreto questa stessa linea- viene ulteriormente specificato - attraverso l'ipotesi che 1°) nel breve termine, due, tre anni, lo sviluppo continui a concentrarsi nelle aree già previste a tale scopo, od in cui siano in atto processi di insediamento tendenziali, predisponendo ovviamente entro tempi brevissimi, le misure occorrenti a far fronte ai problemi relativi all'abitazione, ai trasporti e ai servizi sociali, così come da bilancio approvato in questi giorni.

Nel medio termine, cinque-sette anni, vengono organizzati i prossimi nuclei di insediamento con funzioni equilibratrici, realizzando nel contempo sistemi integrati di servi più efficienti e moderni.

Nel lungo termine, cioè dieci-quindici anni si giunga alla riorganizzazione dell'intero territorio per aree funzionalmente specializzate.

Sviluppo economico e sociale per effetto del territorio.

Occorre non distinguere..." ...(voce)... come cosa vuol dire? Io sono qui per accogliere le domande, nel lungo termine si giunga alla riorganizzazione dell'intero territorio per aree funzionalmente specializzate. Va bene. Molto semplice - Ramera, probabilmente tu lo sai perché hai letto la bozza, no? E evidentemente l'ipotesi che fa nel lungo periodo, diciamo così l'ipotesi strategica è di una riorganizzazione delle zone, delle aree economiche della nostra Regione, e una loro specializzazione che sia funzionale al sistema economico sociale, ed urbanistico.

Ecco cosa significa questo, significa nulla di più - sviluppo economico, sociale, e aspetto del territorio "- Occorre non distinguere tra obbiettivi di natura economica e obbiettivi di natura territoriale."

Ecco questa è una osservazione di principio direi abbastanza importante, questo vuole stabilire...tra la programmazione e la pianificazione del territorio -

" a) il piano deve evitare soluzioni semplicistiche che facciano esclusivo affidamento su di un unico settore produttivo quale motore dello sviluppo.

É compito al contrario del piano, stabilire un insieme logico di relazioni funzionali tra i diversi settori produttivi e tra interventi diversamente specificati all'interno di ciascuna zona.

Il piano in altri termini non deve agire come elemento di disaggregazione, di specializzazione di zone tra loro non comunicanti, quanto piuttosto di aggregazione di costituzione di collegamenti e di raccordi, ora tenui, o inesistenti.

Ecco un'altra affermazione molto importante:

"b) il piano non deve fondarsi su di uno sviluppo per poli, come pure in passato è stato proposto, ma - e qui ci riferiamo al piano SORIS, - ma tutto il territorio della Valle deve formare l'oggetto di interventi che ne mettano in valore le potenzialità relative, quindi non vi debbono essere aree privilegiate, ed aree, cui venga dallo stesso piano attribuito il ruolo depresso.

Il Piano dovrebbe fondarsi su di un tentativo di rottura dell'isolamento delle valli secondarie tra di loro, di superamento quindi dello schema viabile e di relazioni funzionali ad albero," ecco spiego cosa vuol dire: voi sapete che lo schema viabile della nostra Regione è ad albero, cioè la valle principale, ci sono le valli principali che si innestano, e tutti i collegamenti devono dai rami arrivare al tronco percorrere una parte di tronco per tornare ai rami, ecco noi vogliamo rompere ad esempio questo tipo di schema funzionale, e lo vogliamo rompere attraverso la realizzazione di un sistema di rapporti funzionali e di flussi alternativi, la articolazione della Regione in sistemi insediativi, le cui diverse componenti, centri abitati, zone coltivate e aree boschive, eventuali domaines skiables, siano strettamente integrate tra loro da una rete di comunicazione, strade impianti di risalita, ferrovia, e da un sistema di interdipendenze funzionali.

"c) la formazione di unità amministrative e gestionali intermedie tra la Regione e il Comune," anche questo è un punto molto importante che verrà spiegato in seguito e che evidentemente si ritiene necessario per gestire, per formare e gestire un piano territoriale e tra l'altro per portare avanti una Politica di Piano che vi siano delle unità amministrative e gestionali intermedie, che non siano solo più la Regione e il Comune, essendo l'una troppo grande e l'altra troppo piccola per affrontare queste spese.

"Considerazioni propositive sui settori di sviluppo, tenuto conto delle indicazioni contenute negli studi della programmazione regionale.

In riferimento ai volumi di sintesi n. 9 e n. 15 - Industria" - quindi qui per sommi capi indichiamo quale deve essere la logica a cui si deve ispirare il piano:

"La Valle non deve quindi perdere o ridurre il suo carattere di sistema economico essenzialmente industriale, anche se non sembra che l'industria possa essere assunta come settore trainante lo sviluppo. Occorre favorire l'imprenditorialità locale per mantenere la Valle il reddito prodotto puntando su piccole e medie imprese la cui produzione sia direttamente od indirettamente collegata ad altri settori di attività regionali, principalmente a causa dell'alto indice di vecchiaia della popolazione, della disponibilità di manodopera femminile, dell'esigenza di produzione di beni di consumo scarsamente vincolati ai livelli di reddito.

Agricoltura - Lo sviluppo di questo settore si pone in termini prioritari per la conservazione della presenza umana sul territorio," qui si fa una affermazione di principio molto importante, che del resto è conseguente alle decisioni che il Consiglio regionale ha recentemente assunto in questi ultimi tempi "da organizzare in termini tali da consentire agli addetti e loro famiglie una occupazione integrativa in altri settori produttivi, prevalentemente nel settore turistico, nello stesso ambito territoriale.

Turismo -" Anche qui facciamo delle affermazioni di principio che sono state condivise largamente dalle forze politiche, sindacali, da organizzare gradualmente favorendo la partecipazione e la gestione delle forze economiche e sociali locali.

"Occorre strutturare questa attività in modo tale che essa costituisca per le comunità locali una continua fonte di reddito, non soltanto una rendita una tantum derivante dall'alienazione di beni immobili," cioè l'aspetto locale, il reddito che molti ricavano dall'attività turistica quella di alienare il pezzo di terreno e la vecchia casa, ecco, questo è tutto il beneficio che molto sovente i valdostani hanno da queste attività turistiche. Noi dobbiamo evitare che sia solo questo, che significhi solo questo l'attività turistica.

"Occorre: - controllare e finalizzare i grossi interventi che in tempi brevi comportino la presenza di ingenti capitali esterni, non facilmente controllabili e che tendano a riesportare il reddito prodotto;

- incentivare la ricettività pubblica, alberghiera e para-alberghiera," noi sappiamo che molti alberghi sono in crisi, mentre crescono le abitazioni private, quindi "contenere la proliferazione della ricettività privata," quanti alberghi si trasformano in condomini, perché? Perché non esiste più la possibilità di una loro gestione, tenuto conto della vetustà dell'attrezzatura, delle vicende familiari dei gestori, ed allora la soluzione più facile, però non la migliore sotto il profilo generale è quella della trasformazione in condominio, alla quale non possiamo opporci, perché le leggi non ce lo consentono neanche.

Quindi dobbiamo trovare dei meccanismi economici che ci consentano di ribaltare questa tendenza o comunque di arrestarla.

"- puntare su una politica del turismo più articolata come qualità e sua localizzazione," ...verrà spiegato anche in seguito.

"Rapporti tra i settori produttivi e la loro incidenza temporale nello sviluppo della Regione.

Nel breve e medio periodo, le più consistenti prospettive di sviluppo e di diffusione dello sviluppo sono legate al settore turistico, che è maggiormente in grado di adeguare con sufficiente rapidità la propria offerta, ad una domanda che è in rapida espansione.

Gli sviluppi turistici spontanei e guidati debbono essere utilizzati, fin dal periodo immediatamente futuro, per arrestare o quanto meno contenere l'esodo rurale per lo meno in alcune zone in cui questo si manifesta con particolare gravità.

Ciò richiede un intervento coordinato in molteplici direzioni; privilegiare l'edilizia rurale e turistica" anche questa è una richiesta che è stata avanzata da molti Consiglieri che trova una sua precisa collocazione in questo piano, "privilegiare con una politica dei servizi idonea, i nuclei abitati e rurali turistici", cioè molti nuclei rurali turistici non hanno dei servizi o comunque ne hanno scarsamente, ecco quale politica di infrastrutture può fare ad esempio la Regione, "privilegiare gli interventi del settore viabilistico, atti a stabilire nuovi collegamenti," qui non è spiegato lungamente nella bozza la spiegazione è molto più approfondita, "con pochi interventi si possono creare dei collegamenti alternativi, a delle vie, oggi molto usate e congestionate," uno di questi interventi potrebbe essere quello che viene sollecitato, che è stato sollecitato giustamente a suo tempo dal Consigliere Bancod, per esempio della strada dell'Envers che oggi non è una strada nel senso vero e proprio del termine, e invece dovrebbe essere un collegamento alternativo ad altri, questo, può essere ad esempio uno degli interventi da privilegiare, da dargli priorità.

Nel breve periodo, difficilmente si potrà pensare di ottenere risultati consistenti da un punto di vista dell'industrializzazione anche se ogni possibilità deve essere esplorata anche in questa direzione, è stata esplorata e si è fatto tutto quello che si poteva fare per il momento. Infatti le potenzialità più consistenti per la Valle risiederebbero in una industrializzazione rivolta alla produzione di beni; la cui domanda è in parte collegata anche non direttamente allo sviluppo di altri settori, ad esempio di quello turistico, ad esempio di quello edilizio.

Ciò significa che risultati consistenti su questo piano potrebbero ottenersi solo quando i programmi di realizzazione relativi agli altri settori saranno chiari ed operanti.

Il settore turistico potrebbe essere in grado di garantire ordinativi di impianti di risalita molto consistenti, ed estesi su di in periodo tutt'altro che trascurabile.

Ciò non significa che sin d'all'immediato periodo futuro non debbano cominciare ad operare all'interno della Regione sistemi di incentivazione differenziati e selettivi, assistenza tecnica, partecipazione diretta, ordinativi, ecc.

Politica infrastrutturale dell'Ente pubblico.

Nel breve e nel medio periodo le risorse disponibili dovrebbero essere indirizzate verso una serie di investimenti marginali, tesi ad aumentare le possibilità di utilizzazione e l'efficienza del patrimonio esistente, e quindi l'offerta regionale di servizi turistici residenziali di trasporto ecc."

Ecco quali potrebbero essere questi interventi marginali, piccoli tronchi stradali che consentono l'apertura di circuiti di notevole dimensione.

"Completamento dei servizi di base, restauro di quote delle abitazioni in centri storici, restauro esemplare di piccoli centri eseguito da parte della Regione.

Qualora attraverso una politica di maggior utilizzazione del capitale infrastrutturale del patrimonio edilizio esistente si riuscisse effettivamente ad aumentare in modo consistente l'offerta di servizi turistici e di lavoro, con l'impiego di risorse limitate, resterebbero disponibili, per un periodo successivo, per lo stesso medio periodo maggiori risorse per la predisposizione di nuovi investimenti.

Nell'arco temporale del medio periodo," e qui si affronta il discorso dei cinque - sette anni, "dovrebbe quindi darsi la possibilità di attivare i primi nuclei di insediamento con funzioni equilibratrici, riorganizzando nel contempo i servizi in sistemi integrati più efficienti.

In questo stesso arco temporale si tratterà di individuare le scelte di fondo, relative alla viabilità ai "domaines skiables", di prioritaria utilizzazione, al tipo e ubicazione dei maggiori impianti di risalita, al tracciato e alle caratteristiche tecniche dei nuovi collegamenti, alla scelta tra collegamenti automobilistici e ferroviari, e tra servizi decentrati e pendolarità.

Le differenti politiche settoriali dovrebbero aggiungere in questo arco di tempo ad articolare il territorio regionale in sistemi insediativi, differentemente connotati.

Naturalmente in taluni sistemi potrà essere prevalente un determinato tipo di attività, ad esempio l'industria, ma lo sforzo costante dovrebbe essere quello di superare la mono specializzazione, identificando e organizzando un ventaglio di funzioni e attività diverse per i diversi sistemi."

Passiamo adesso ad esaminare l'aspetto dei livelli di aggregazione territoriale che è un discorso, direi tipicamente urbanistico, sul quale sarebbe opportuno poter avere delle indicazioni, delle risposte da questo Consiglio per poter procedere nella elaborazione degli studi.

"L'articolazione del territorio regionale risultato delle differenti politiche settoriali, dovrebbe contemplare tre livelli di aggregazione dei sistemi territoriali.

Un livello che definiamo comprensoriale, che corrisponde ad aree di una certa vastità, che hanno problemi comuni sia in termini di attività prevalente che di organizzazione e gestione dei servizi che di comunicazione, ecc.," cioè il concetto qui di comprensorio che non è un concetto nuovo, è un concetto che è già stato espresso in altre circostanze e già tenuto presente per altri studi, viene però ribadito come un livello di sistemi territoriali, ecco, così viene definito questo altro livello costituito da un certo numero di insediamenti e da una porzione di territorio gravanti su di un centro maggiore, più apprezzato, oppure di una porzione di territorio relativamente omogenea e geograficamente circoscritta.

Si fanno anche delle esemplificazioni nella bozza e io rimando a quelle. "Un livello di unità insediative, costituite da centri abitati di dimensione diversa, in cui si sono venuti storicamente configurando oltre a rapporti di natura funzionale anche rapporti di natura fisica, da individuare e regolamentare, cioè le aree in cui si può edificare, le densità consentite, le utilizzazioni consentite, le aree da mantenere a verde, per intendersi le unità insediative hanno un po' il corrispondente in quelli che attualmente vengono definiti i centri abitati, cioè quelle individuazioni abbastanza precise e direi, quella delimitazione di quelle aree che hanno una certa omogeneità sia nell'insediamento che nella funzionalità... (voce) ...Eh! Entro certi limiti.... Dei tre livelli di aggregazione, solo il primo, il comprensorio tiene conto di suddivisioni amministrative, mentre i rimanenti due tendono a travalicare o ad essere eventualmente inscritti alle preesistenti circoscrizioni comunali.

Il primo d'altra parte ha una prevalente funzione di aggregazione amministrativa, mentre i rimanenti di aggregazione funzionale del territorio, "cioè per intenderci, ci sarebbero quattro livelli: il livello regionale, il livello comprensoriale, il livello dei sistemi territoriali, e delle unità insediative".

I primi due, cioè la Regione e il comprensorio oltre a essere delle entità di progettazione urbanistica, sono anche delle entità amministrative, gli altri due, cioè il sistema territoriale e l'unità insediativa sono solo delle dimensioni, diciamo così, progettuali per fare dei progetti, sono solo delle entità urbanistiche e non invece delle entità amministrative.

"In ogni caso, occorre osservare che i comprensori formulati dal gruppo Janin, già superati dai successivi studi della programmazione," e il Consiglio certamente ne è al corrente "ed utilizzati in questa fase di studio possono non essere migliori ai fini della progettazione e gestione del piano, perché sono in realtà dei comprensori di valle mentre invece l'obiettivo di rompere l'isolamento delle valli porta a far centro su risorse prevalentemente intervallive.

Che ciascun sistema territoriale si definisce in modo diverso e che quindi non esiste un'unica soluzione ai diversi problemi, turismo estivo, turismo invernale, agricoltura, ecc.

Che ciascuna unità insediativa pone problemi differenti cioè recupero di singoli edifici, controllo del grado di dispersione della nuova edificazione, controllo delle aree edificabili, delle densità, delle altezze consentite, rapporti tra centro urbano e zone agricole pregiate.

Prime conclusioni: compito della politica urbanistica ed economica del medio periodo, è quello dunque attraverso politiche settoriali, ed una ristrutturazione amministrativa, cioè la formazione dei comprensori di giungere ad una diversa articolazione del territorio regionale. Ciò dovrà essere ottenuto con politiche amministrative, vincoli, controlli, con interventi indiretti, incentivi sgravi e con investimenti che non siano marginali in questo caso.

Esempi del primo tipo sono il controllo all'attività edilizia, ad esempio regolamentazione della nuova edificazione, ed incentivo per il restauro e quelli relativi al settore agricolo, specie ove si accompagnino a onerose sovvenzioni.

Gli esempi del secondo tipo, cioè degli investimenti, sono più numerosi, criterio generale però di questa seconda fase dovrebbe essere l'indirizzo prevalente degli investimenti pubblici, verso attrezzature e servizi e verso collegamenti principalmente a fune.

Il territorio regionale è stato oggetto negli anni più recenti di una intensa attività di infrastrutturazione viabilistica, in linea generale, se si escludono alcuni tronchi ed alcune ristrutturazioni, i circuiti fondamentali necessari all'aggregazione proposta dalla bozza sono completati, restano da completare, per citare i casi più rilevanti, il collegamento Champorcher-Cogne, quello Bosses-La Salle, quello Antey-Amay.

L'insistere eccessivamente sui collegamenti stradali elevando soprattutto di continuo il livello tecnico di alcune poche infrastrutture di fondo valle può compromettere l'intera strategia proposta e l'obiettivo di equilibrio di fusione dello sviluppo.

Data la specializzazione produttiva della Valle altri sistemi di comunicazione si presentano come più interessanti, ecco facciamo alcuni esempi:

- la proposta di collegamento a fune in quota, lungo la dorsale Promiod-La Magdeleine-Chamois-Valtournenche-Breuil ed attorno al Gruppo del Rosa con circuito completo," ecco questa mi pare sia una proposta da vagliare e da valutare molto attentamente.

"La proposta di ristrutturazione del servizio ferroviario sino a Châtillon, come punto di appoggio per le aree invernali ed estive delle tre valli e fino a Morgex, Pré St. Didier come punto di appoggio per l'alta Valle; ciò significa non solo intervenire sulla linea ferroviaria ma anche sui servizi di trasporto a valle del trasporto ferroviario per la distribuzione di diversi sistemi territoriali."

Non vorrei che sembrasse un discorso antistorico quello della ferrovia, ma noi sappiamo che in questo momento c'è tutta una rivalutazione del trasporto su rotaia anche perché si sta rilevando, come quello socialmente più conveniente, e come quel tipo di trasporto che risente meno, per esempio, delle avverse condizioni atmosferiche e climatiche, e pensate come sarebbe opportuno poter avere un trasporto ferroviario più efficiente, con un maggior numero di vetture, con orari più ragionevoli che collegasse la nostra Regione con la Pianura padana, con il Piemonte, pensate quanta gente potrebbe, quanti turisti potrebbero venire con questo sistema di trasporto se questo venisse ristrutturato e fosse loro offerta la possibilità, eviterebbero se fosse loro offerta la possibilità, eviterebbero il rischio del ghiaccio, del gelo della nebbia e mi pare che non sarebbe una attrezzatura di poco conto.

"Nel lungo periodo infine la quota di investimenti di origine privata, sia nel settore turistico che in quello agricolo e industriale, dovrebbero invece rivolgersi a grandi opere destinate a collegare lo sviluppo della Valle a quelle di aree contermini e ad aprire così il sistema economico regionale, ad esempio traforo ferroviario Aosta-Martigny, e potenziamento della linea ferroviaria Valle d'Aosta, collegamento tra la Valle di Bionaz e del Breuil, ecc."

Anche qui non vorrei che si facesse un discorso semplicistico; il traforo ferroviario tra Aosta e Martigny era già stato progettato e addirittura finanziato dal Regno Piemontese, poi decise di investire questi soldi nel fare l'unità d'Italia, evidentemente ha fatto una scelta anche qui alternativa, sta di fatto che egoisticamente noi oggi valdostani diciamo che non abbiamo la ferrovia Aosta-Martigny, comunque abbiamo l'Unità d'Italia.

Ad ogni buon conto questo tipo di discorso non è un discorso così donchisciottesco, non è che proponiamo una cosa tanto per proporla per avere delle aperture internazionali sulla carta almeno, è un discorso che è stato ripreso dalla Regione Piemonte molto direi duramente ed è un discorso che a mio avviso interessa tutta un'area geografica ed economica dell'Europa ed è un discorso che può trovare delle alleanze e degli alleati non solo nel Piemonte ma anche, io ritengo, nella Svizzera e in altri Paesi.

Ora questo è un obiettivo strategico che a nostro avviso va perseguito.

"Naturalmente anche la suddivisione degli interventi tra i diversi periodi, brevi, medi o lunghi, deve essere assunta come indicativa di un criterio, di una logica che occorre giudicare nel suo insieme. Successivi approfondimenti potranno condurre ad individuare una più rigorosa e precisa sequenza temporale degli interventi. Occorre a questo riguardo ricordare che lo studio del tempo ottimo in cui effettuare un determinato intervento ha importanza dal punto di vista della pianificazione dello sviluppo pari a quello relativo alla individuazione dei connotati dell'intervento.

La sequenza secondo cui realizzare, ad esempio, determinati collegamenti stradali ha importanza pari a quella della determinazione dei trattati stessi.

Indicazioni esemplificative contenute nella bozza:" ecco qui arriviamo al discorso dalle indicazioni funzionali; "la bozza di Piano regolatore per raggiungere gli obiettivi programmatici su menzionati contiene principalmente le seguenti indicazioni," ecco questa è la legenda, diciamo così, della bozza, dobbiamo però così, ricordarla e spiegarla.

"Insediamenti "- c'è la voce:

"A) insediamenti, che si dividono in alpeggi, unità insediative, aree industriali, situazione turistica di alta quota, centri di appoggio di alta quota."

B) sono le aree a verde - e qui si identificano nel Piano le seguenti aree verdi:

"Parco Nazionale

Parco Regionale - A e B

Parco attrezzato

Parco domenicale

Parco urbano

Aree verdi con attrezzature sportive e ricreative - aree boschive, aree agricole, aree non edificabili per rispetto stradale.

C) Il domaine skiable

D) Le strade che sono divise a loro volta in automobilistiche estive e invernali esistenti e proposte in autostrade, in mulattiere o sentieri.

E) sono gli Impianti di risalita

F) La ferrovia esistente nel progetto traforo di Martigny;

G) zone aeroportuali

H) zone soggette alla caduta di valanghe"

Ecco, il significato di ciascuna di queste indicazioni dovrà ovviamente essere precisato dalle norme che accompagneranno il Piano regolatore; alcune delle quali sono parzialmente annunciate nella bozza.

"Le precedenti indicazioni non sono naturalmente sufficienti a garantire che lo sviluppo del sistema economico e sociale della Valle d'Aosta e quindi anche lo sviluppo dell'assetto del territorio avvengano secondo le linee definite dal Piano regolatore regionale.

L'attuazione di tale Piano che si assume rispettare gli obiettivi generali della politica economica e sociale della Valle è demandata a diversi Istituti: Regione, comprensori, Amministrazioni comunali i cui compiti ed i cui rapporti dovranno essere stabiliti dalla nuova legge urbanistica."

Ecco qui arriviamo ad indicare alcune idee forza diciamo così, per una nuova legge urbanistica regionale.

"La formazione del nuovo Piano regolatore generale della Valle d'Aosta pone, indipendentemente dai risultati ottenuti in base alla precedente legge urbanistica regionale il problema di una revisione dell'intera normativa urbanistica e della tutela del paesaggio del territorio della Valle;" questo è un argomento che è già stato affrontato sia pure in modo frammentario ma a più riprese da questo Consiglio, in interpellanze e mozioni e discussioni su singoli argomenti.

Noi riteniamo che l'oggetto della legge debba essere di tipi di attività, di interventi, l'utilizzazione del suolo e sue modifiche che vengono regolamentate e che sono soggette alla legge.

"Da questo punto di vista si potrebbe ritenere opportuno comprendere nell'oggetto della legge anche la materia considerata dalla legge nazionale n. 765, cioè la legge ponte, standard urbanistici ed almeno la parte principale della materia considerata nei differenti ed unificabili regolamenti edilizi nonché ovviamente quella oggetto della legge sulla tutela del paesaggio, cioè bisognerebbe fare una legge che compendi questi tre aspetti fondamentali essenziali che sono regolamentati con discipline, con leggi diverse.

In questo modo la legge urbanistica verrebbe a costituire un corpus normativo unico e coordinato, il cui oggetto è appunto la regolamentazione delle attività che hanno effetti di natura territoriale per la parte che riguarda questo argomento."

Quindi è una legge organica, è una legge completa, una legge che riassume tutte queste esperienze che sono maturate in questo settore.

"Livelli di piani e loro contenuto"

Il piano regionale propone quattro livelli analitici che potrebbero essere intesi anche come dotati di un contenuto normativo, trasformandosi quindi in livelli di panificazione."

Ho ricordato prima il livello regionale, quello comprensoriale, quello definito di sistema territoriale e quello infine di unità insediativa.

"In linea generale il contenuto nel piano regionale riguarda la configurazione del territorio e di alcuni interventi particolari, in relazione a determinati obiettivi e direzione di sviluppo.

Il piano regionale regola quindi le grandi utilizzazioni del suolo, il sistema di aggregazione degli insediamenti, la distribuzione delle funzioni tra le differenti parti del territorio e i differenti insediamenti, le grandi infrastrutture e i loro rapporti e connotati tecnici.

Le indicazioni del piano regionale sono vincolanti nel senso che quelle indicazioni dei piani di vello subordinato non debbono modificare lo schema di sviluppo, assunto come ipotesi guida del piano regionale stesso.

I piani comprensoriali regolamentano con maggior dettaglio e precisione il territorio che forma il comprensorio, introducendo modifiche ove fosse necessario, ad alcune indicazioni fornite dal piano regionale.

I piani dei sistemi territoriali e delle unità insediative costituiscono dei progetti" aveva ragione prima Manganoni quando diceva è una specie di piano particolareggiato esecutivo, sì qualcosa del genere "dei progetti per alcuni interventi, cioè di restauro di conservazione o di ampliamento dei centri abitati, di formazione di parti urbane, di zone ricreative.

Il loro contenuto è quindi prevalentemente urbanistico edilizio.

I sistemi territoriali e le unità insediative non si identificano in linea generale con i territori comunali.

I piani relativi non si identificano quindi con i programmi di fabbricazione, e i piani regolatori comunali, né con i piani particolareggiati esecutivi di questi.

E questo pone il grosso problema tra i livelli di pianificazione possibili all'interno della Valle d'Aosta del ruolo del livello comunale e quindi dei rapporti che si verrebbero a stabilire tra Amministrazione Comunale e quella comprensoriale a questo riguardo.

Nell'esperienza della pianificazione comunale, ci siamo tutti accorti come questa dimensione del Comune stesso sia troppo piccola sul piano urbanistico per affrontare i problemi che si pongono al Comune, il quale non è una monade ma è collegato con altri comuni, ci sono delle interdipendenze, viabili, di infrastrutture, di collegamenti, economiche, e quindi il Comune non può pensare di risolvere i problemi urbanistici del proprio territorio, ma deve collegarsi, evidentemente con altri territori.

Però la risoluzione di certi problemi urbanistici, che si può avere a livello comprensoriale può anche richiedere un'altra - diciamo così - aggregazione territoriale per progettare e risolvere dei problemi che invece non hanno necessariamente una dimensione di sistema territoriale di unità insediativa.

Ecco - questo però pone il problema se la dimensione comunale sia ancora una dimensione da presentare come una possibile dimensione di programmazione territoriale, oppure se non debba essere abbandonata la dimensione comunale."

Questo è un grosso quesito, è un grosso problema che viene posto evidentemente al Consiglio, e dal Consiglio ci aspettiamo delle indicazioni e delle opinioni.

"Rapporti tra i diversi livelli di pianificazione: in linea generale dovrebbe ritenersi valido il principio secondo cui è di competenza regionale lo stabilire norme vincolanti per i privati e per le amministrazioni di livello subordinato, nei riguardi di quegli elementi del piano regionale che si ritiene definiscano l'assetto generale del territorio della Valle" e mi spiego. Cioè la suddivisione degli insediamenti in sistemi territoriali ed unità insediative, e i relativi confini e connotati, questo evidentemente è compito del piano regionale.

Se il piano regionale non fa questo, non fa niente, "così come è compito del piano regionale individuare la localizzazione del perimetro delle zone industriali. La localizzazione e il perimetro dei parchi siano essi regionali, attrezzati, dominicali ed urbani, delle aree sportive e di ricreazione, delle aree di accesso ai parchi. Così come è anche necessario che il Piano urbanistico regionale determini l'entità delle fasce di rispetto stradale. Così come la categoria di ciascun collegamento stradale, cioè se deve essere comunale, se deve essere una mulattiera e la localizzazione e i confini dei domaines skiables, i domaines skiables vanno considerati alla stessa stregua delle aree industriali, cioè sono aree in cui si esercita una certa attività economica e quindi devono essere ben classificate e delimitate.

È competenza ancora dell'Amministrazione Regionale dettare norme per ciascuna delle zone soprarichiamate e definire gli standard urbanistici, eventualmente differenziati per comprensorio e per sistema territoriale."

Qui si riapre il discorso che non è mai stato respinto né da parte mia, né da parte di questa Giunta e che era stato invocato da Manganoni e da tanti altri, cioè sulla necessità di rivedere la legge ponte e quelli che vengono chiamati standard urbanistici.

Ora il discorso della revisione (?) io lo dissi sempre e lo riconfermo in questa sede, si può e si deve fare ma solo in questo quadro cioè in una visione precisa dove ha un significato stabilire un certo standard sulla base dell'esperienza fatta sul territorio, sulla, della progettazione che si è fatta su quel territorio, nell'ambito del piano regionale.

Per quanto, io non vorrei essere frainteso, certi standard della "legge ponte", e io l'ho detto e lo ribadisco, costituiscono una conquista di civiltà, cioè il fatto di stabilire un rapporto pubblico, e abitante, in una zona urbana, è una conquista di civiltà.

Il fatto di stabilire un rapporto mc e abitante, mi pare che sia anche questa una conquista di civiltà.

Ci sono altri indici che invece possono essere discussi, ci sono altri standard, che possono essere discussi, data l'orografia della nostra Regione, devo dire delle diverse zone della nostra Regione, perché noi qui parliamo di standard differenziati.

E dovranno essere rispettati nella stesura ed attuazione dei piani di livello subordinato e controllare la loro applicazione.

Adesso abbiamo visto il grosso quadro di quello che può fare la Regione, di quello che devono fare in questa logica, in questo ambito, le Amministrazioni, così dette di livello subordinato, cioè i comprensori, le unità territoriali, ecc. Allora "le amministrazioni di livello subordinato, per converso, avranno competenza nel definire i piani per i sistemi territoriali, per le unità insediative, per i parchi urbani e per le aree sportive e di ricreazione.

Potranno inoltre suggerire - motivandole - le modifiche alle indicazioni contenute nel piano regionale e relative ai confini delle unità insediative, ai tracciati delle reti secondarie, ai confini dei domaines skiables.

Ciò dovrebbe conferire al piano regionale una certa elasticità che dovrebbe garantire la salvaguardia dei principi direttivi del piano stesso, anche qualora questo venga attuato in modo decentrato.

Naturalmente occorre in questo quadro stabilire un corretto iter procedurale, sia per la formazione dei piani di livello subordinato, dalla formazione dei comprensori, alla definizione esatta dell'ambito di competenza dei piani comprensoriali e dei piani relativi alle differenti unità insediative, sia per quanto riguarda le modifiche che ciascun livello di piano può cercare di apportare ai livelli, ai piani di livello superiore.

Non sembra si possa prescindere a questo riguardo dalla istituzione di un organo istruttorio delle differenti stanze ed avente capacità di esprimere un parere tecnico amministrativo che venga successivamente utilizzato in modo non vincolante dalla Giunta Regionale.

Un organo di questo tipo potrebbe essere costituito da una Commissione urbanistica regionale composta da rappresentanti delle Amministrazione Regionale e da esperti tecnici."

Ecco, questa è un'altra delle indicazioni alla quale gradiremmo avere delle risposte perché va da sé che è un punto abbastanza importante della struttura, dell'organizzazione, diciamo di questo piano.

"Procedure di approvazione e di modifica: il punto non sembra sollevare particolari problemi.

Si potrebbe ciò non di meno, pensare a procedere a procedure non rigidamente piramidali; la Regione approva i piani comprensoriali, il comprensorio, quelli relativi ai sistemi territoriali, ecc. ma di introdurre una facoltà di controllo come è attualmente della Regione, anche a livello inferiore e quello comprensoriale."

Io personalmente, propendo per l'ultima soluzione.

"Gestione del piano: i punti rilevanti a questo riguardo, sembrano essere costituiti da: formazione di una Commissione urbanistica regionale, che allo stato non esiste.

Formazione dei comprensori e la stesura del loro statuto costitutivo: regolamentazione dei rapporti con altri enti statali, ANAS, ferrovie dello Stato, società dell'autostrada, stazione di Pila, ecc.

Conclusioni generali: i problemi connessi alla formulazione definitiva del piano. La bozza in discussione pone alcune scelte in assenza delle quali non sembra che il lavoro di formulazione, della versione definitiva del piano regolatore generale e della legge urbanistica regionale possa procedere; - ecco perché abbiamo presentato quella che da qualcuno è stata definita scherzosamente, mi auguro, un'introduzione alla bozza del piano, l'abbiamo presentata a questo livello di formazione al Consiglio Regionale, ecco perché formuliamo qui delle domande e chiediamo delle risposte perché noi riteniamo che se non si risponde in qualche modo a queste domande e che questa risposta non è una risposta che ha il conforto del Consiglio Regionale sia inutile, sia superfluo, procedere nella stesura di non so quale piano regionale; perché è chiaro che se non si risponde a priori a certi quesiti che sono poi le linee direttive di un piano, è inutile fare un piano che quando viene portato all'approvazione verrà contestato dall'A alla Z.

Quindi, per evitare di fare quello che già è stato fatto malamente per la programmazione regionale, intendo dire Piano SORIS, ecco io penso che questo sia il momento giusto di aprire un certo discorso.

Quindi noi, non abbiamo la pretesa, né io l'ho mai detto, d'aver fatto il piano urbanistico regionale; la pretesa di questa Giunta è solo quella di porre questo problema nei termini più concreti e più essenziali, affinché non si diano risposte illusive.

Si ricorda ancora una volta che non si tratta in questo momento di scegliere per un tracciato stradale piuttosto che per uno alternativo, o per un determinato confine di zona, piuttosto che per un confine più esteso, o più ristretto, ma che ogni indicazione della bozza ha per ora carattere provvisorio, indicativo ed esemplificativo.

Le principali scelte da compiere sono di due tipi: scusatemi se riassumo qui quali sono i punti più importanti ai quali bisognerebbe cercare di dare una risposta; certamente non questa sera, forse neanche conclusiva nella riunione che si farà dopo questo, ma se istituiremo anche un organo, una Commissione che dovrà seguire in modo particolare preminente questo problema sulla base della discussione consigliata, queste risposte potranno e dovranno essere date.

Quindi le principali scelte da compiere sono di due tipi; da un primo punto di vista, si dovrebbe discutere e valutare ed indicare uno schema di sviluppo del sistema economico regionale, che costituisca l'intelaiatura di ogni ragionamento interno alla politica economica e del territorio.

E conseguentemente esaminare e valutare e decidere se lo schema proposto risponda al requisito.

Qui noi abbiamo proposto, sia pure in termini sintetici, abbiamo proposto uno schema di sviluppo che è quello che emerge dalle indicazioni della programmazione, non è assolutamente diverso da quelle che sono le conclusioni a grandi linee della programmazione, e lo abbiamo proposto qui, su questo gradiremmo avere delle risposte; è stato proposto in termini chiarissimi, senza possibilità di equivoco.

Da un secondo punto di vista si dovrebbe discutere e valutare e decidere se la bozza sembra uno strumento efficace ed agibile sul piano amministrativo e istituzionale.

Più concretamente si tratta di valutare le proposte avanzate circa il ruolo del settore turistico, del settore agricolo ed industriale, nel breve e nel medio e nel lungo periodo, e le relative politiche urbanistiche e settoriali che di conseguenza si propongono.

Ecco, il modo corretto di procedere è appunto di dare una risposta che non sia approssimativa ma che sia abbastanza precisa a queste cose che vengono proposte.

Quindi, noi abbiamo proposto che cosa? Abbiamo proposto questo: un turismo che sia basato sull'imprenditoria locale, sul contenimento e sulla razionalizzazione delle aree affermate e congestionate, sulla incentivazione per lo sviluppo di aree che presentano i necessari requisiti ed attualmente depresse, tipo la Valpelline, la Valle del Gran San Bernardo, le parti mediane delle valli dell'est, ecc. sulla diversificazione dell'offerta turistica in ragione delle risorse, parco A - parco B, turismo culturale, area attrezzata per il turismo domenicale, ecc. sui collegamenti atti a connettere fra di loro diversi bacini turistici; cioè gli impianti di risalita, i tronchi stradali, proposti nella bozza di piano, simulati, diciamo così nella bozza di piano, sullo sviluppo poggiato agli esistenti insediamenti, piuttosto che attraverso nuove infrastrutture; sulla creazione di reti, di impianti, anche per lo sci, collegamenti in quota, il maggior numero di insediamenti possibile.

Ecco, in questi cinque o sei punti è contenuta, la strategia, diciamo così, le scelte grosse che si propongono, l'industria è basata sulla piccola e media impresa, collegata allo sviluppo turistico ed agricolo, anche se non esclusivamente a questi, produzione edilizia, impianti di risalita, macchine battipista, abbigliamento e attrezzature sportive, trasformazione dei prodotti agricoli, sulla localizzazione preordinata in aree di modeste dimensioni, e facilmente attrezzabili ed accessibili.

L'agricoltura basata sull'integrazione del reddito apportato da altre attività presenti nel medesimo sistema territoriale, sulla collocazione dei prodotti presso i consumatori turistici, sull'attività volta anche al mantenimento del paesaggio, sulla utilizzazione, ai fini turistici, del patrimonio edilizio, si propongono inoltre alcune scelte specifiche relative ad alcuni settori di intervento, conservazione e ristrutturazione e restauro del patrimonio edilizio esistente come operazione prioritaria rispetto alla costituzione di un nuovo patrimonio edilizio, sviluppo di una rete autostradale, può sembrare un discorso, così, velleitario, noi sappiamo che tra qualche giorno, forse se non l'ha già fatto lo farà, credo che la SAV porrà la candidatura per fare la prosecuzione dell'autostrada Aosta-Courmayeur, anche perché un veto che era stato precedentemente espresso dal CIPE su alcune autostrade è stato tolto, è stato tolto, guarda caso, tra le altre autostrade, anche alla progettata, all'ipotetica autostrada, Aosta-Courmayeur, quindi qui bisognerà che in qualche modo il Consiglio Regionale elabori delle indicazioni, e presenti delle proposte, perché la cosa peggiore sarebbe quella di non dire niente e di dire no, semplicemente ad un progetto che ci verrà quanto prima propinato e che magari avrà la forza delle cose conseguenti delle cose che hanno delle persone che le spingono dietro, oppure hanno delle forze che le sostengono.

Ricorso per la soluzione di problemi di traffico, specialmente pendolare anche alla rete ferroviaria.

Ricorso a collegamenti su gomma, su rotaie e a fune, preposti a realizzare percorsi alternativi a quelli tradizionali, di fondo valle, in modo da collegare direttamente i fondi ciechi delle valli laterali, ove le risorse disponibili, le conseguenti possibilità di sviluppo hanno carattere intervallivo; abbiamo fatto prima accenno al Monte Rosa, abbiamo fatto accenno prima alla Valtournenche; alla possibilità di creare un collegamento parallelo alla strada che si sviluppi in quota, occorre inoltre valutare le proposte di istituzione di una Commissione urbanistica regionale avente i seguenti compiti, esprimere pareri sui piani urbanistici di ogni scala, sia nella fase di progetto che in quella di attuazione, proporre soluzioni urbanistiche ritenute opportune per l'insorgere di nuove esigenze, di nuovi problemi, segnalare iniziative di enti pubblici e privati, in contrasto, con i piani urbanistici che si presentano pregiudizievoli all'attuazione dei piani, seguire la formazione e la gestione del piano urbanistico regionale.

È infine opportuno valutare la proposta di ristrutturare l'ufficio regionale di urbanistica per la tutela del paesaggio, in funzione dei nuovi compiti che gli deriverebbero dalla partecipazione attiva dell'Amministrazione Regionale alla problematica della pianificazione territoriale.

Infatti il futuro piano urbanistico regionale rappresenterà l'espressione di una politica attiva, protratta nel tempo, tendente ad indirizzare e a controllare le trasformazioni interessanti il territorio.

A tal proposito, si ricorda che già oggi, l'ufficio di urbanistica è strutturalmente inadeguato a far fronte ai compiti di controllo sugli atti degli enti locali interessanti la ...urbanistica.

Ecco, questa era la lunga e abbastanza noiosa, chiedo venia ai Consiglieri che l'hanno ritenuta tale, relazione che avevo il dovere di presentare al Consiglio e che accompagna la bozza, lo schema di Piano regionale-urbanistico per la tutela del paesaggio.

Mi pare di essere stato abbastanza chiaro e proprio per non essere frainteso come può succedere talvolta nella esposizione di problemi complessi e delicati ho fatto ricorso, ad una cosa che non mi è congeniale, cioè ho scritto assieme con la collaborazione dei tecnici che hanno redatto questo studio, ho scritto una relazione e l'ho presentata al Consiglio in forma scritta, di modo che si dovesse discutere sulle cose che sono scritte non sulle parole che si dicono, che a volte possono non essere pesate nella loro giusta collocazione.

Io mi auguro che il Consiglio voglia riprendere questo argomento, questa sera, più tardi, voglio dire, cioè fra qualche giorno, però è un discorso che non possiamo lasciare cadere, è un discorso sul quale dobbiamo esprimerci con chiarezza e io mi auguro senza cercare di fare della facile, ammesso che poi sia facile, fare delle ironie su queste cose, comunque, di non abbandonarsi a quegli stati di animo di ironia, o di commiserazione nei confronti di quelle amministrazioni che cercano di affrontare dei problemi che certamente sono più grossi di loro e che certamente non si possono affrontare nei quattro mesi che rimangono per la fine di questo mandato, ma che sono problemi che se non si pongono nei loro giusti termini, di fronte al consesso adeguato, non si affronteranno mai, si rinvieranno sempre e come sempre qualche Consigliere, ogni tanto si alzerà e dirà "e il piano urbanistico regionale?" poi si faranno delle mozioni, si faranno delle interpellanze, ci si sciacquerà la bocca con l'urbanistica, però non si farà mai dell'urbanistica.

Ora io ritengo che l'urbanistica la possa fare solo il Consiglio regionale e la Giunta evidentemente ha il compito di proporre, certe soluzioni, però chi deve decidere chi deve essere permeato da questa volontà e da questa consapevolezza deve essere il Consiglio; se questo non è, Signori Consiglieri, diciamocelo, perché il sottoscritto per quello che gli riguarda piglia questo piano e lo butta via, cioè se si ritiene che non si debba fare dell'urbanistica e non si voglia fare dell'urbanistica, diciamocelo chiaramente, diciamocelo seriamente, sprecheremo meno soldi e meno tempo, però io ritengo che sia necessario doveroso, da parte del Consiglio, affrontare questo grosso problema, che tra l'altro era stato indicato nella legge del 1960, come capo saldo di qualunque scelta urbanistica.

Si ipotizzavano allora due livelli di pianificazione, quello regionale e quello comunale; quello comunale è avvenuto in modo disordinato e non ha trovato conclusione, anche perché mancava il quadro di riferimento, mancava il quadro di riferimento, mancava il piano urbanistico regionale, oggi cerchiamo di fare assieme il piano urbanistico regionale.

Se lo faremo, io credo avremo reso un servizio tutti assieme alla Valle d'Aosta.

Andrione (U.V.) - Se è vero che è utile discutere di urbanistica in Consiglio regionale, occorrono alcune premesse di carattere metodologico sul tipo di discussione che si può fare in assemblea politica.

Credo che la chiave di quanto è stato esposto dalla Assessore al Turismo, sia data a pag. 21 della Relazione, ultime righe, dove si dice: "41 - i problemi connessi alla formulazione definitiva del piano; la bozza in discussione pone alcune scelte in assenza delle quali, - e sono assenti - non sembra che il lavoro di formulazione della versione definitiva del piano regolatore generale e della legge urbanistica regionale possa procedere."

Detto in parole molto più semplici, la Giunta Regionale non ha fatto le scelte politiche che avrebbe dovuto fare, non ha dato un mandato che possa essere concretato, in qualche cosa di concreto, e cioè in una legge urbanistica e in un piano definitivo, si viene in Consiglio con una serie di opzioni, naturalmente in assemblea discute, e io posso credere di discutere le mie idee in realtà, in realtà discutere di idee che poi saranno trasformate in maniera differente in pratica, questo piano rischia di costituire un alibi politico in assenza di scelte fatte a monte e scelte che dovrebbero essere di una maggioranza e di una Giunta.

Il nostro dovere come minoranza dovrebbe essere quello di criticare, se si vuole usare il termine di moda, criticare costruttivamente delle scelte già fatte e quindi su una discussione di oggetti concreti, mentre noi qui in realtà ci troviamo a discutere dell'universo mondo e di opzioni...fondamentali ma che siano delle opzioni politiche, e non delle opzioni tecniche,...possibile sapere...questa discussione, poiché e prendo solo un esempio per non dilungarmi a pag. 9 della stessa relazione, è detto che "ciò richiede un intervento coordinato in molteplici direzioni; privilegiare l'edilizia rurale e turistica, privilegiare l'edilizia rurale e turistica, privilegiare con una politica dei servizi idonea i nuclei abitati rurali e turistici."

Ora io vorrei sapere come l'operazione Pila o Alpila si concilia con queste opzioni che però nella stessa relazione sono delle opzioni puramente di studio, ma non sono delle scelte politiche fatte dalla Giunta, cioè pestiamo acqua in un mortaio, rimandandoci delle grandi idee gli uni alla faccia degli altri, senza che ne esca niente.

Com'era quell'affare latino che parlava dei parturio montes. Il Consiglio Regionale discute per due giorni alla fine dei quali si ha ancora una volta una enorme massa di carta stampata che serve soltanto politicamente a dire noi abbiamo proposto un piano regolatore regionale, ma in realtà non si è proposto un piano regolatore regionale; si sono proposte semplicemente delle discussioni preliminari alle scelte che questo piano regolatore deve fare.

Ora questo sistema di discussione rischia di trasformare il Consiglio regionale in un'inutile accademia dove chi ha voglia di parlare più a lungo, faccio una parentesi, non alludo al Consigliere Manganoni, chiudo la parentesi, chi ha più voglia di parlare più a lungo ha ampio spazio per prendere la parola venti volte di fila e ripetere sempre le stesse cose.

Manganoni (P.C.I.) - Io voglio porre una domanda al Consiglio, noi abbiamo sentito la relazione dell'Assessore, l'intervento del Consigliere Andrione, sono le 19.11, si è detto, e io condivido quanto si è detto prima, che la discussione di questo piano richiede non un paio d'ore, ora vogliamo proseguire stasera o vogliamo riprendere la discussione, perché io penso che questa sera anche se ci fermiamo fino a mezzanotte, certamente non finiamo la discussione di questo piano.

Io sono della tesi, io riconosco che ci sono molte contraddizioni, come ha detto Andrione, e anche noi le abbiamo notate, ci sono anche dei lati positivi, sia chiaro!

Comunque secondo me la discussione deve essere ampia e profonda, e tutti i Consiglieri devono avere il tempo, di intervenire e di esprimere il loro parere; il loro giudizio e le loro critiche.

Certamente non si può fare questa sera, allora vogliamo continuare e poi troncare e poi la prossima volta ci ripetiamo le stesse cose, o vogliamo sospendere con l'impegno di convocare il Consiglio, non so, quando la Giunta crede, prima naturalmente del solito Consiglio di fine mese, in cui si discute solo di questo, però.

Io sarei di questa tesi, perché se noi discutiamo ancora per alcune ore, la prossima volta ci ripeteremo quello che abbiamo già detto adesso, perché?

I Consiglieri avranno dimenticato quello che si è detto oggi, i Consiglieri, dico, io compreso, no, perché non abbiamo tutti la memoria di Pico della Mirandola, quindi io proporrei di rinviare ad un giorno da stabilirsi, la Giunta può anche proporre in questa sede, in cui si discuta solo di questo, e se non basta un giorno, lo si faccia anche due, però si venga a una conclusione.

Oggi non abbiamo il tempo materiale.

Caveri (U.V.) - Questo non è un intervento sulla pretesa relazione dell'Assessore Milanesio, questo è soltanto una controproposta a quello che dice Manganoni, cioè, mi associo a quello che ha detto prima l'Avvocato Andrione, cioè, necessita dire, per i Consiglieri che hanno chiesto la parola, necessità di permettere a questi Consiglieri quello che hanno da dire adesso che sono freschi di impressioni, di questa presunta relazione dell'Assessore Milanesio. Io chiedo, ho chiesto la parola, chiedo di poter, quando sarà il mio turno, prendere la parola e di dire quelle che sono le mie impressioni, i commenti che intendo fare su quello che è stato detto dall'Assessore Milanesio.

Ciò non toglie che potremo riprendere dopo, in modo più approfondito la discussione, in un'altra seduta, ma non so perché dobbiamo strangolare così questa seduta; sono soltanto le 7.14, possiamo benissimo continuare ancora per un po'.

Personnettaz (D.P.) - L'avvocato Caveri può continuare la discussione e quando il Consiglio sarà d'accordo rimanderemo alla prossima seduta.

Caveri (U.V.) - Voglio fare alcune osservazioni, dunque, noi...

Personnettaz (D.P.) - Non so, andiamo avanti fino alle 20? 20,30? Alle ore 20, va bene.

Caveri (U.V.) - ...a noi sembra che, sia il Presidente della Giunta, sia l'Assessore al Turismo, in interviste varie hanno cercato di dire, e molti giornalisti ci sono cascati, che questa Giunta avesse fatto il piano regionale di urbanistica, o qualche cosa del genere.

Ora, questa affermazione, che è stata creduta da molti, che parlano, "il piano, il piano, il piano", questo piano in realtà non esiste nel modo più assoluto. C'è quella cosiddetta "bozza" - e da notare che gli autori di questo documento hanno messo la parola bozza tra virgolette, perché sapevano benissimo che la parola bozza non era adatta, perché questa non è neanche una bozza di piano regionale, questa è una introduzione, questa è la prefazione, queste sono le premesse di un futuro, avveniristico piano regionale. Ma qual è lo scopo della Giunta? Di raccontare agli elettori, in vista delle elezioni regionali che hanno fatto il piano, un piano che in realtà non hanno fatto, nel modo più assoluto.

Intanto c'è da osservare che gli autori di questo documento, in sostanza di questa monografia, hanno avuto una certa sincerità quando hanno lamentato l'insistenza di un dibattito con la Giunta. Quei due Signori, come due cavalieri solitari, hanno scritto questo libercolo, ma dicono essi stessi di non aver fatto nessun dibattito con la Giunta, e aggiungono anche che è mancata la collaborazione dell'Ufficio di programmazione; e queste sono osservazioni gravi. Noi sappiamo quanto costa l'Ufficio di programmazione, col bel risultato che quando si fa una monografia che dovrebbe costituire la prefazione, l'introduzione al piano non c'è dibattito con la Giunta, assenza della Giunta, da una parte, e assenza dell'Ufficio di programmazione, dall'altra.

Questa monografia, noi lo riconosciamo perché vogliamo essere obiettivi e non vogliamo fare una critica per la critica, non vogliamo fare una opposizione per l'opposizione, noi riconosciamo che nella monografia, io lo chiamo così, in questo saggio, chiamiamolo saggio, si dicono delle cose giudiziose sull'industrializzazione, ma dicono cose già dette qui in Consiglio, non sono delle scoperte dell'America, diversi Consiglieri, nel loro comune ordinario buon senso, avevano detto le stesse cose sulle possibilità di industrializzazione della Valle d'Aosta.

Però, anche questa parte che è abbastanza sensata, non esce dal generico, non contiene nulla di preciso, non contiene nulla di concreto, non si precisa quali industrie competitive possono sorgere in Valle d'Aosta; questo non lo si dice.

Poi c'è la terza parte, che parla degli insediamenti, dei collegamenti, tra insediamenti vari, ecc.... e questa è la parte più fumosa, la parte più generica e la parte più sconclusionata di questa monografia.

Ecco qual è il sugo di queste pagine. Naturalmente in un mare di parole, perché bisogna leggere 30 pagine di parole per arrivare a qualche affermazione, non dico concreta ma un po' precisa e tutto questo si diluisce in quella prolissità che oggi è di moda, attraverso quante pagine? Attraverso ben 74 pagine dattiloscritte.

Ma noi neghiamo che da un documento simile qualunque amministratore avveduto possa trarre ispirazione per delle scelte da farsi. Non c'è assolutamente niente in questo documento che possa dare indicazioni precise agli amministratori regionali in quale realtà si trovano al punto di partenza come nel gioco dell'oca.

La relazione, la relazione Milanesio, quale scopo si è prefisso Milanesio con la sua presunta relazione. Si è prefisso lo scopo di trasmettere poi stasera al corrispondente della Stampa e al corrispondente della Gazzetta del Popolo, quello scritto, in modo che domani vi possa essere su quattro o cinque pagine, su quattro o cinque colonne, pardon, il titolo l'Assessore Milanesio presenta la sua relazione sul piano regionale, mentre invece il piano regionale non esiste ancora.

Quindi questo è un sistema di ingannare l'opinione pubblica.

Quando io sentivo parlare l'Assessore Milanesio mi ricordavo di quella barzelletta che si raccontava 30 anni fa a Torino. C'era un avvocato che parlava, non so se alla Corte d'Appello o dove e l'Avvocato A dice all'Avvocato B "però quell'Avvocato che ha fatto quell'arringa ha fatto un'arringa brillante". E quell'altro risponde "per me era tutta gazeuse".

Ebbene, la relazione dell'Assessore Milanesio è tutta gazeuse, è una gazeuse di parole, che è durata per un'ora, ma di concreto e di preciso non c'è proprio niente.

Diversi anni fa ho parlato col Prefetto di Lione, ho chiesto, siccome sette, otto anni fa si parlava in lungo e in largo di urbanistica e di piani regolatori e di programmazione, ho chiesto al Prefetto di Lione che era seduto alla mia destra durante uno dei soliti pranzi delle sei o sette inaugurazioni del Monte Bianco - perché sapete che il Monte Bianco è stato inaugurato almeno sei o sette volte, ebbene in una delle tante inaugurazioni, in uno di quei tanti pranzi, io ho chiesto al Prefetto di Lione "Ma voi, come avete fatto per fare i vostri piani dipartimentali, anzi regionali?" Mi ha risposto che si sono riuniti i due Prefetti dei Dipartimenti vicini, quello del dipartimento di Lione e quello finitimo, con molti sindaci, Consiglieri generali, tecnici, architetti, esperti di ogni genere; ma lì ne è venuto fuori un piano preciso, degno di tal nome, nel quale si sono tracciate le zone agricole che debbono rimanere agricole, si sono tracciate le zone industriali. Nelle zone agricole è vietato costruire stabilimenti industriali, si prevedono delle zone agricole turistiche, e così via.

Io capisco perché la Giunta attuale continua a dare degli incarichi a gruppi di ricerca e di studio, pubblica ogni tanto questi documenti insulsi ed insipidi e verbosi, ma il piano regionale non lo fa mai; sapete perché? Per questa semplice ragione: che se, in un paese come la Valle d'Aosta, dove ogni sindaco vuole la piscina, lo stabilimento industriale, lo stadio, il campo per il gioco del tennis, il palazzo del ghiaccio, se in un paese come il nostro qualcuno facesse seriamente un piano regionale come lo si è fatto in altri paesi, con le zone agricole e le zone industriali, e le zone agricole-turistiche, chi fa quel piano perde le elezioni per 20 anni di seguito, questo di sicuro, questo è certo.

E se la nuova Giunta, che non sappiamo di che colore sarà, saprà inventare un piano regionale dovrà vararlo all'inizio del quinquennio, perché solo nel primo anno una Giunta potrà avere il coraggio di fare il piano regionale; dopo sarà troppo tardi, dopo ci saranno le elezioni comunali, dopo qualche anno altre elezioni e purtroppo tante volte gli amministratori hanno un sacro terrore di questi confronti.

Io non so, forse sono eccessivamente maligno, ma io penso che sia per questo che un piano regionale serio non si faccia.

Ho sentito parlare un momento fa l'Assessore Milanesio della questione dei comprensori. L'Assessore Milanesio ha detto che ogni comprensorio avrà il suo statuto. Ed allora mi ricordo della dichiarazione resa ai giornali dal Presidente Dujany in merito alle comunità montane.

Io penso che voi della Giunta Regionale siete in "gambissima", siete abilissimi nelle trovate pubblicitarie, nelle trovate pubblicitarie, nelle trovate pubblicitarie reclamistiche, propagandistiche. La relazione di Milanesio ne è un esempio, la dichiarazione di Dujany, per quanto riguarda le comunità montane, è un altro esempio di trovata pubblicitaria, perché così c'è un sacco di gonzi che credono che con questa trovata delle comunità montane si risolvono i problemi della montagna.

Io non capisco bene come dovrebbero poi funzionare questi comprensori, da una parte, e come dovrebbero funzionare le comunità montane. Per quanto riguarda le comunità montane, chiedo scusa se anticipo quello che dirò quando questa legge verrà in discussione al Consiglio Regionale, vi sono delle Regioni dove vi è la possibilità - pensiamo alla Toscana - che ha delle parti del suo territorio in pianura, altre Regioni collinari, altre regioni come il Pistoiese e il Casentino che sono delle zone montane omogenee; ma in Valle d'Aosta, come si possono creare delle comunità montane omogenee, perché se c'è un paese che è eterogeneo, è proprio la Valle d'Aosta. Io intanto, in questa legge, in questo progetto di legge regionale si stabilisce che le comunità debbono essere regolate - e questo lo si dice, salvo errore, all'articolo 1 della legge - con un decreto del Presidente della Giunta regionale. A me pare che la delimitazione di queste comunità montane dovrebbe essere fatta dalla Giunta, la Giunta dovrebbe fare un progetto di ripartizione e poi tutto questo dovrebbe essere sottoposto al Consiglio. Non si può, il Consiglio non può firmare una cambiale in bianco di questo genere.

Ed io voglio vedere quelli che si preparano a delimitare le comunità montane omogenee cosa, che razza di lavoro faranno, in un paese come la Valle d'Aosta, dove evidentemente i due Gressoney e Issime, Gaby, Lillianes, Fontainemore, non possono essere messi coi paesi di fondo valle con Pont St. Martin e Verrès, che hanno una configurazione economica sociale completamente diversa. E allora, quale sarà il risultato vero? Che con queste comunità montane, come domani con i comprensori, si creano delle super ...(?) si creano dei doppioni, le comunità montane saranno dei doppioni dell'amministrazione regionale, saranno dei doppioni del B.I.M. e saranno una super (?) dei Comuni perché quello che ha detto Milanesio non dimostra nulla, perché sarà sempre l'Amministrazione regionale che dovrà intervenire con i suoi mezzi finanziari e con i suoi tecnici; che se invece, le comunità montane da una parte e i comprensori dall'altra dovranno avere una organizzazione burocratica con nomina di tecnici, ed allora che cosa succederà? Che vi sarà la burocrazia comunitaria, e vi sarà la burocrazia comprensoriale, in aggiunta, ma forse la Giunta attuale pensa che quello è il sistema per dare, per collocare delle persone che hanno chiesto lavoro e tutto questo probabilmente nel piano della Giunta regionale - e quello è il vero piano - e non quello di cui favoleggia Milanesio, è un piano di collocazione dei disoccupati per averne degli attivisti per la prossima, e per le future campagne elettorali.

Quindi, queste sono le realtà che si nascondono dietro queste parole fumose, per cui a questa relazione di Milanesio, che non contiene assolutamente niente di preciso, niente di concreto e niente di solido, a queste pagine di questa relazione di Milanesio, si può applicare il detto di quel personaggio di Shakespeare che diceva "parole, parole, parole," ma i latini l'avevano già inventato prima perché dicevano ... (verba, verba, prefer aque ni...(?)...) non è che con queste caricature di piani, non è con questo verbalismo vuoto che si può fare dell'amministrazione seria e dell'amministrazione concreta.

Si parla di collegamenti che ricordano i progetti delle montagne russe; ma credete che ci credono a queste cose? Queste sono parole buttare a vanvera per ingannare i gonzi, e di gonzi ce ne sono molti purtroppo. Quando si fa la riunione dei Sindaci della Valpelline e si racconta che si vuole fare il tunnel da Place Moulin, o da Bionaz, dal Comune di Bionaz, fare il tunnel attraverso le Grandes Murailles per arrivare al Breuil, con una spesa di parecchi miliardi, che non so dove sarebbero poi trovati, e così si favoleggia di una ferrovia Aosta Martigny. L'unico risultato di questi progetti, cos'è? Che alla faccia dei gonzi poi ci sono i furbi, i soliti furbi che fanno i progetti, immaginiamoci il progetto dell'Aosta Martigny, cosa verrebbe a costare, e la ferrovia naturalmente sarà, sarebbe di là da venire.

Quindi, queste sono le osservazioni che noi facciamo e non posso fa (?), un aggettivo che ha usato bene Milanesio è quando ha usato l'aggettivo "chimerico"; ha usato prima il sostantivo "discorso" che a lui piace tanto, perché fa parte del linguaggio del Partito Socialista, questo è un discorso, questo è un altro discorso, discorso, discorso; ma dopo aver usato il sostantivo "discorso" ha usato l'aggettivo "chimerico"; ecco questo è proprio, questo, non tanto questa introduzione che ha già maggiore serietà della relazione, ma questa relazione, non so, è qualche cosa di vuoto e l'esposizione fatta e certe affermazioni fatte da Milanesio, è come un buttare delle immagini, è come far vedere ad una folla di persone che Milanesio spera veramente sprovvedute, di fare vedere dei fantasmi, di fare vedere, non so, la proiezione di un film di cartoni animati, a bellissimi colori, ma fuori di quello non rimane più niente; sembra di vedere uno spettacolo pirotecnico, dopo lo spettacolo pirotecnico, si ha soltanto mal di testa e rimane soltanto del fumo nauseabondo.

Cerchiamo di studiare insieme queste cose, ma cerchiamo di ritornare al linguaggio, non dico al linguaggio antico, ma al linguaggio delle persone serie e di dire delle cose precise e di dire delle cose solide e concrete e non veniamo a parlare della ristrutturazione della ferrovia da Aosta a Châtillon, anche quella una bella favola, o delle ristrutturazioni della Ferrovia da Aosta a Pré St. Didier quando le ferrovie dello Stato addirittura pensavano, e forse pensano ancora di sopprimere l'Aosta - Pré St. Didier e noi parliamo di ristrutturazione.

Quindi io penso, non corriamo dietro ai fantasmi, cerchiamo di rimanere coi piedi attaccati alla terra.

Manganone (D.C.) - Non mi dilungherò tanto.

Ho ricevuto questa "bozza" tra parentesi il giorno prima che partissi per il mare, e da Consigliere diligente me la sono portata dietro, e ho fatto alcune annotazioni.

Appena terminata una prima lettura ho veramente sorriso ironicamente e mi sono chiesto se i membri della Giunta avevano letto questi appunti.

Credo che se avessero, gli Assessori, letto questi appunti, certamente non ci avrebbero consegnato questo qua, perché il contenuto dà delle pesanti responsabilità, sia alla Giunta, sia agli Uffici della Programmazione.

Dare una denominazione esatta a questo volumetto è praticamente impossibile; io penso, anzi, mi era venuta l'idea che fosse redatta da un poliziano, perché qui dentro c'è di tutto un po' e un po' di tutto. È assodato quindi che trattasi di una raccolta generica di appunti, talvolta fedeli alla realtà, talvolta molto approssimativi e che non sempre hanno attinenza, se non in linea strettamente teorica con l'organizzazione territoriale della Regione.

Le impostazioni comunque trattate sovente hanno un carattere provvisorio esemplificativo, e sicuramente non potevasi fare diversamente mancando agli estensori le indicazioni stabilite dalla Giunta, le scelte stabilite dall'Ufficio Programmazione, sono mancate, quindi, e soprattutto, le esperienze dirette e reali pervenute alla Giunta, attraverso un approfondito dibattito su esami seri e scrupolosi dei piani regolatori, dei programmi di fabbricazione, degli strumenti urbanistici per la formazione dei quadri; ostinatamente la Giunta ha voluto stanziare centinaia di milioni, prima della formazione di norme regionali e prima del piano urbanistico regionale. Centinaia di milioni spesi quasi inutilmente, e, dicevo: ebbene, la Giunta presieduta dal Dr Dujany, non ha esaminato un solo, dico, un solo strumento urbanistico, o piano regolatore generale comunale, lo strumento urbanistico, o piano regolatore generale comunale; da questi fatti scaturisce la triste realtà che la Giunta non ha potuto dare alcune indicazioni e siamo certi e convinti che di questo basilare problema nessuno degli assessori si sia disinteressatamente occupato.

Ma ritorniamo al nostro volumetto. Si potrebbe anche esprimere un giudizio non negativo sulla presente relazione, anzi, se fosse stata presentata alcuni anni fa avrebbe avuto tutta la nostra approvazione, su molti argomenti svolti. Tuttavia è evidente che nelle pagine, dove si giunge alla parte più concreta, vedasi pagina 69 e oltre, dove si stabiliscono indicazioni per una legge regionale urbanistica, si esprimono indicazioni per una legge regionale urbanistica, si esprimono i concetti, i temi, le soluzioni che noi, del gruppo democristiano avevamo, espresso, ma non solo espresso, ma anche tradotto in un progetto di legge nel lontano 1970, progetto di legge che non era altro che il regolamento della legge dell'aprile del 1970.

Nulla di nuovo quindi è detto in questo volume, né si poteva dire altrimenti. Balza evidente di fronte ai nostri occhi la realtà che la Giunta Dujany non ha fatto nulla per migliorare le condizioni urbanistiche regionali. In questi sfortunati anni, per differenti interpretazioni delle norme nazionali vigenti, in molti centri urbani della Valle sono sorte costruzioni faraoniche, 5, 6, 7 piani, vedasi Pont Saint Martin, per esempio favorendo così speculazioni economiche a danno dell'assetto panoramico, ecologico, geologico del nostro territorio, negando magari nel contempo al piccolo artigiano, al contadino, al modesto proprietario, la ristrutturazione modesta della propria azienda, la modificazione della propria abitazione, la costruzione di una semplice dimora in remoti villaggi.

Nelle costruzioni di questi vecchi villaggi, e mi ricordo di aver più volte portato come esempio la frazione di Ivery di Pont Saint Martin, non è stato permesso, in quanto facente parte della zona A, nessuna costruzione o ristrutturazione ed inoltre, una recente sentenza della Pretura di Aosta ha confermato, e ne fosse stato il caso, ciò che noi sempre abbiamo sostenuto e previsto: che la legge nazionale 765 poteva essere interpretata in modi diversi, e ciò avrebbe danneggiato lo sviluppo economico delle zone montane interessate; lo si è visto questo. Dicevamo allora che le distanze di rispetto delle strade devono essere limitate; allora, dicevamo che gli standard urbanistici nazionali dovevano essere variati e uniformati alla particolare condizione del nostro territorio. E noi, del Gruppo democristiano, Consiglieri diligenti, abbiamo proposto alla Giunta un disegno di legge e la lettura di queste pagine ha confermato essere ancora veramente valido.

Mi sono sentito rispondere il 30 ottobre 1970 dall'Assessore Milanesio, "le tue perplessità sono inutili, gli standard, quelli la legge sì che li prescrive, ma sono la conquista della civiltà una delle poche cose belle che abbia fatto il governo di centro-sinistra". È una delle poche cose mi dicevi e qui si potrebbe imbastire una polemica lunga e fare anche della demagogia, ma non vogliamo scendere a certi livelli perché l'argomento da trattare è troppo serio.

A pagina 65, e noi, siamo noi adesso che lo diciamo, troviamo la smentita dell'Assessore al Turismo, che sono state in sostanza le teorie applicate dalla Giunta in questi anni. A pagina 75 troviamo la conferma che noi eravamo nel giusto, ma vogliamo rileggerlo, questo passo, "probabilmente una via per risolvere questi problemi, una via di tipo sperimentale consiste nell'utilizzare lo strumentario attualmente a disposizione dell'Amministrazione regionale"; legge urbanistica attuale, per la parte agibile, certamente, Milanesio, qui non si riferisce alla 765, ma si riferisce a quella regionale a cui noi ci siamo riferiti a cui noi dobbiamo e vogliamo riferirci, passando attraverso il filtro della Commissione urbanistica regionale potrebbero essere chiariti e messi a punto abbastanza rapidamente ed essere collaudati in una fase transitoria.

Tra i punti richiamati, ad esempio, l'adeguamento della 765, e qui senti Milanesio, "per quanto riguarda in particolare gli standard urbanistici potrebbe essere sottoposto ad analisi immediata ed essere portato alla discussione del Consiglio regionale" - tre anni fa non credevo in queste cose - "e alle amministrazioni comunali abbastanza rapidamente", questo è detto a pagina 75 ed è una sonora smentita alle impostazioni della Giunta, è la conferma in ritardo, con molto ritardo, delle indicazioni e delle scelte che noi avevamo previste, tradotte in testo di legge, perché noi all'articolo 3 avevamo previsto la costituzione del Comitato regionale per l'urbanistica e la tutela del paesaggio e qui, su questo volumetto è chiamata "Commissione urbanistica regionale" che in pratica è la stessa cosa; avevamo previsto all'articolo 5 i compiti di questo Comitato, e qui è chiamato questo compito con il nome strano di "filtro"; per noi indirizza invece la stesura e le successive modificazioni del Piano regolatore regionale, controlla, vedasi un po', la corrispondenza delle previsioni del piano regionale; inoltre agli articoli 6 abbiamo previsto la composizione del Comitato comunale; al titolo II, all'articolo 8 la formazione del Piano regionale e dei piani particolareggiati di attuazione; all'articolo 12, e fino al 18 la formazione dei piani regolatori comunali, piani particolareggiati e pubblicazione, e poi un titolo importante che è dimenticato nella relazione, le autorizzazioni, soprattutto le sanzioni.

Ecco, signori della Giunta, le nostre scelte. Sono le scelte di tanti anni fa, scelte di cui non avete mai voluto tenerne conto; grande chiasso avete fatto in questi anni, avete voluto spendere male i vostri quattrini per la formazione dei piani e poi non avete avuto la capacità, la volontà, e il senso del dovere; non avete avuto la responsabilità che qualsiasi comune amministratore della cosa pubblica deve avere nell'affrontare l'esame dei piani che da due, tre, tre anni e mezzo, giacciono nei vostri cassetti polverosi.

Ad ogni piè sospinto avete organizzato conferenze stampa, riunioni di amministratori comunali, tentate di fare capire loro che avete risolto numerosi problemi come questo sulla urbanistica regionale, date quasi per realizzato il piano regionale, ma sono soltanto fumose parole. La realtà è che su questo campo non avete fatto proprio nulla e se qualche tentativo è stato fatto, è stato fatto nel senso non positivo; le somme spese inutilmente a favore di una ristretta cerchia di esperti urbanistici, o di pseudo esperti, consulenti, incaricati, dimostrano che fate del denaro un pessimo uso. Ora, a distanza di anni, ci proponete una discussione sull'urbanistica, ora che molte cose sono andate nel verso negativo, solo ora vi ricordate di noi che siamo all'opposizione e mi sovviene alla mente cosa dicevate voi dell'esecutivo, per bocca dell'Assessore Milanesio il 30 ottobre 1970, dicevate allora: è pronto da parte del mio Assessorato e della Direzione Regionale Urbanistica una soluzione e una deliberazione che verrà proposta alla Giunta dopo aver consultato le forze che compongono la maggioranza della Regione, notate bene: "dopo aver consultato le forze che compongono la maggioranza della Regione"; questa la vostra democrazia; una strana democrazia; di positivo avete...nella vostra democrazia, una strana democrazia e quindi a brevissima scadenza l'Amministrazione predisporrà quelle iniziative per... finalmente il piano urbanistico regionale, allora volevate solo consultare le forze della maggioranza, ora che vi abbiamo dimostrato che nulla di positivo avete saputo fare venite qui a proporci questa discussione. Solo ora dopo tre anni di inattività, solo ora che avete fatto grandiose conferenze e assemblee con gli amministratori comunali, solo ora dopo averci per tanto ignorati chiedete il nostro parere, ma noi del gruppo democristiano che abbiamo avuto ben presenti gli interessi della nostra popolazione, le nostre scelte ve le abbiamo già date attraverso il disegno di legge regionale, attraverso il nostro disegno di legge regionale e voi che vi professate democratici avreste dovuto distribuire questo nostro disegno nelle vostre riunioni e nelle vostre conferenze con gli amministratori pubblici. Solo ora e solo così operando si facevano gli interessi dei valdostani, ma io non voglio dilungarmi tanto e termino con una modesta riflessione: in questo volumetto è scritto che gli estensori non hanno avuto indicazioni dalla Giunta, non hanno avuto nulla insomma dagli organi esecutivi eppure molte cose hanno scritto, ebbene è nostra convinzione che abbiamo avuto davanti ai loro occhi la nostra legge e che su essa abbiano ricamato questo trattato che io denomino...

Personnettaz (D.P.) - C'è ancora qualcuno che vuole prendere la parola? Vogliamo fissare la data del prossimo Consiglio?

Milanesio (P.S.I.) - ...il caso di fare una prima tornata di risposta per arrivare all'ora canonica, oppure se io debba fare grazia ai Signori Consiglieri che mi hanno così gentilmente trattato à poissons sur le visage potrei ricambiare questo loro trattamento anche adesso, oppure lo posso fare anche nella prossima seduta come vuole il Consiglio. Va bene, allora pesci in faccia alla prossima seduta, grazie.

Quindi speriamo di sentire anche qualche voce concorde nel...

Personnettaz (D.P.) - Quand'è che dobbiamo, che possiamo riunire il Consiglio?

Dujany (D.P.) - Ci metteremo d'accordo con la Presidenza del Consiglio di fissare un giorno per metterci d'accordo.

(voci: parlano tutti assieme)

Personnettaz (D.P.) - ...facciamo due giorni. Allora data l'ora la seduta è tolta.

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La seduta termina alle ore 19,50.