Trascrizione informale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 74 del 27 febbraio 1973 - Resoconto

OGGETTO N. 74/73 - Disegno di legge regionale concernente: "Norme sulla istituzione e sul funzionamento delle Comunità Montane".

Montesano (P.S.D.I.) - Prima di dare la parola al Presidente della Giunta io ricordo che su questo oggetto n. 17 è giunto il parere della Commissione consiliare per l'Agricoltura, credo che sia stato distribuito quindi tutti lo possono leggere.

La parola al Presidente della Giunta.

Dujany (D.P.) - La Giunta propone alla discussione e all'approvazione del Consiglio regionale il disegno di legge concernente "Norme sulla istituzione e sul funzionamento delle Comunità Montane".

La legge è conseguente ad una legge di carattere nazionale che devolve alle Regioni il compito di stabilire la delimitazione delle Comunità Montane ed i loro compiti.

Il carattere fondamentale di questa legge tende ad una concezione nuova della gestione della politica, cercando di responsabilizzare maggiormente le Amministrazioni comunali nelle loro scelte, e di fare queste scelte non più in un ambito territoriale geografico limitato al Comune ma in un ambito territoriale comprensoriale.

Quindi questa proposta di legge nello spirito della legge nazionale n. 1102 del 3.12.1971 costituisce di alcune parti essenziali; direi una prima parte è quella della delimitazione delle zone territoriali, per cui la Valle d'Aosta è stata divisa in sette comprensori come è elencato nell'articolo 2.

Un secondo punto tratta del compito e delle funzioni di queste Comunità territoriali, un terzo punto tratta il funzionamento di queste Comunità e i loro relativi organi ed il quarto punto è attinente al finanziamento attraverso il quale devono vivere queste Comunità.

Ci pare una legge di carattere politico assai importante, che se sarà utilizzato in senso appropriato, ed in senso valido dagli uomini che appartengono alle varie Comunità locali potrà essere un ottimo strumento di democrazia e soprattutto di partecipazione al potere e alle decisioni e alle responsabilità delle scelte da parte degli organi periferici locali, con la collaborazione delle organizzazioni sindacali proprie delle zone, dopo avere sentito il parere delle popolazioni interessate.

Credo sia inutile proseguire su altre considerazioni di carattere generale; mi riservo di rispondere di volta in volta alle varie osservazioni che saranno proposte dai vari Consiglieri nel merito della legge stessa.

Tonino (P.C.I.) - Io non entro nell'argomento specifico perché penso che ci saranno altri interventi. Volevo solamente precisare una cosa; c'è una inesattezza nel parere della Commissione Agricoltura, perché qui dice che c'è il parere favorevole da parte dei membri della Commissione, tenete presente che io e il collega Crétier abbiamo portato avanti gli emendamenti proposti dal Partito Comunista, alcuni dei quali, prendiamo atto, sono stati inseriti, ma altri no, e quindi non possiamo essere favorevoli completamente a tutti gli articoli di legge. Siamo favorevoli per tutti quegli articoli che giustamente dovevano essere favorevoli, ma non possiamo essere favorevoli su quegli articoli cui non sono stati recepiti gli emendamenti del Gruppo Comunista.

Montesano (P.S.D.I.) - Desideravo appunto chiedere al Presidente della Commissione, Consigliere Dayné, di dare risposta a questo intervento del Consigliere Tonino.

Dayné (U.V.) - ...è un po' inesatta nel parere della Commissione. Qui si sarebbe dovuto dire "esprime in linea di massima, anche unanime", perché in linea di massima tutta la Commissione c'erano piccole divergenze su diversi emendamenti proposti dal vostro Gruppo, altrimenti in linea di massima la Commissione era favorevole, l'espressione è questa, vero, in linea di massima dovrebbe intendersi.

Montesano (P.S.D.I.) - Consigliere Tonino accoglie questo emendamento? Allora nel verbale della Commissione al posto di "unanime" è posto "in linea di massima".

Chi chiede la parola? La parola al Consigliere Andrione.

Andrione (U.V.) - Se per riprendere le parole che sono state dette ultimamente in linea di massima, noi avremmo visto favorevolmente una organizzazione che, dividendo i comprensori omogenei, la Regione sollevasse i Comuni da certi compiti che gli stessi non sono più in grado di assolvere. Se vediamo, avremmo visto con piacere una organizzazione più ampia, specialmente in materia di urbanesimo, di collegamenti vari per turismo, agricoltura e industria. Vogliamo dire che il testo della legge ha sollevato in noi non poche perplessità e perplessità di diversi ordini.

Prima perplessità, e questa è una difficoltà di natura tecnica non superabile, che è difficilissimo per non dire impossibile dividere la Valle d'Aosta in comprensori omogenei.

La divisione che è stata fatta è praticamente una divisione di puro interesse amministrativo, perché è molto difficile sostenere che ci siano economie omogenee tra i vari Comuni che sono compresi in queste zone.

Si tratta semplicemente di una ripartizione geografico-amministrativa che in economia nella socio-economia della Regione trova pochi riscontri.

A questa perplessità che è certamente la meno forte, almeno per quanto mi riguarda, si devono aggiungere altre perplessità sull'organizzazione delle Comunità Montane, sul loro tipo di rappresentanza e, soprattutto, sulle possibilità di finanziamento che hanno le Comunità Montane, cioè invece di creare un organo che sollevi i Comuni da certi compiti e che stabilisca una politica amministrativa più decentrata, si è creata una specie di diaframma mezzo comunale e mezzo regionale che rischia di entrare in concorrenza e con la Regione e con i Comuni. Non solo, ma non avendo i fondi sufficienti per quei famosi piani di sviluppo di cui si parla, il piano pluriennale di cui si parla all'art. 16 e seguenti, non avendo i fondi sufficienti le Comunità Montane, rischiamo di operare e di fare dei dibattiti sterili dopo di che, come purtroppo è già abitudine di molti Comuni in Valle d'Aosta, si prendono le differenti discussioni e si viene ad Aosta e si pongono sul piano di un Assessore o del Presidente della Giunta per i provvedimenti del caso. Cioè invece di fare una vera democratizzazione della vita pubblica e di allargare le basi della partecipazione popolare, così come diceva il Presidente della Giunta nella sua illustrazione, si rischia semplicemente di creare una serie di piccoli Consigli regionali o di super Consigli comunali come si vogliono chiamare, dove al livello della discussione non può seguire il livello della decisione e il livello della responsabilità effettiva delle decisioni, e per la mancanza di fondi e per mancanza di organizzazione.

La nostra perplessità su questa legge è quella di essere partiti con una buona idea e di arrivare, in realtà, a qualche cosa che non corrisponde all'idea di origine ma che rischia di creare in Valle d'Aosta certi diaframmi amministrativi e un certo disordine nell'amministrazione della cosa pubblica.

Ciò detto, e correggendo in parte, io credo, l'impressione negativa che si potrebbe tirare da queste mie parole, noi pensiamo che questa legge debba essere nel futuro profondamente modificata, ma che sia necessario innanzitutto un rodaggio, e che attraverso questo rodaggio si dia prova, queste Comunità Montane, diano prova e della loro possibilità di funzionamento e dei limiti ai quali sono sottomesse; perché la stessa legge nazionale che io ho studiato, anche se brevemente, lascia molti punti oscuri, specialmente su quanto riguarda il finanziamento e la funzione effettiva, le possibilità amministrative effettive delle Comunità Montane, per cui anche a nome del mio Gruppo, dico che noi voteremo a favore di questa legge, però con la riserva di sottoporre ad un vaglio e ad un esame attento il funzionamento delle Comunità Montane nei primi anni, a nostro avviso questo non è un punto di arrivo, questa legge è un punto di partenza, punto di partenza perché significa soltanto un primo tentativo di adattarsi a delle condizioni di amministrazione differenti, punto di partenza che però, con la collaborazione di tutti, Amministrazione Comunale e del Consiglio regionale, deve essere, secondo noi, profondamente migliorata, profondamente modificata, in maniera da arrivare a permettere alla Regione di fare una politica che sia veramente di respiro regionale, ai Comuni, all'insieme dei Comuni, di affrontare i loro problemi con un po' più di "envergure" di quello che noi vediamo avvenire oggi.

Queste sono le nostre perplessità che credo siano però più nel senso positivo che nel senso negativo, noi votiamo a favore di questa legge con la riserva di vederla sul terreno, come si dice, operante per poter presentare quegli emendamenti di sostanza che la possono rendere veramente efficace.

Montesano (P.S.D.I.) - Altri interventi?

Consigliere Bordon.

Bordon (D.C.) - Non ... altro che quello che abbiamo detto in Commissione Affari Generali e quindi mi sembra che ho molto poco da aggiungere a quanto ha detto il Consigliere Segretario Andrione, che ha voluto fare una panoramica molto generale su quelle che possono essere le impostazioni nuove che verranno fuori da questa legge sulle Comunità Montane.

Qui io voglio soltanto che rimangano a verbale alcune considerazioni che sono queste: che innanzitutto è un problema di enorme importanza e quindi noi lo abbiamo esaminato almeno due o tre volte in Commissione Affari Generali e non siamo riusciti. D'altronde a trovare una quadratura anche perché c'erano dei problemi che ci erano stati posti che non erano di facile risoluzione.

Innanzitutto avrei voluto che, e forse lo farà adesso il Presidente della Giunta nella sua relazione, ci avesse detto, ci avesse portato a conoscenza alcune situazioni che si sono create, che ci rendono quasi obbligatoria l'approvazione di questa legge, perché grosso modo questa legge dovrebbe già avere 150 milioni circa del 1972, adesso non mi ricordo la cifra precisa, ma non è questo il problema, è che se noi non portiamo avanti questa situazione, non la risolviamo al più presto, probabilmente corriamo il pericolo di perdere questa somma del 1972.

Sia ben chiaro, siccome l'abbiamo detto prima, che specialmente in questo clima, se qualche volta si faceva della demagogia, oggi non la si vuol fare, io non do colpa a nessuno di questi problemi, di questi ritardi, perché io penso che tutti i problemi che vengono fuori, di questa natura, non siano di facile soluzione e che quindi qualche cosa di debba fare e chi fa pecca.

Però indubbiamente se avessimo potuto esaminare questa situazione questa situazione un po' prima forse avremmo potuto dare un altro apporto perché quando ci si trova di fronte ad una prospettiva di dire probabilmente, possibilmente, forse, per un ulteriore ritardo possiamo perdere un 150 milioni e voi capite perfettamente che non c'è facilità di scelta, possibilità di scelta, e quindi bisogna decidere qualche cosa.

D'altronde vi dirò che quello che vi ha detto Andrione sono le stesse perplessità che avevamo un po' tutti, perché non si trattava lì di maggioranza o di minoranza, tutti i Commissari di questa Commissione hanno esaminato questa situazione con molta attenzione, proprio per la loro importanza, ma d'altronde avevamo anche un altro conforto dietro la nostra schiena per una certa tranquillità, io non so, il Presidente me lo preciserà ancora perché credo che questo lo potrà dire, sarà forse nell'interesse di tutti, hanno avuto tre o quattro riunioni di Sindaci, ora noi qui dentro un po' tutti siamo sempre per portare avanti, non solo a parole perché non è vero, cerchiamo di fare tutto il possibile, di portare avanti l'autonomia di questi Comuni e quindi dei Sindaci, per cui, ad un certo momento io avevo chiesto al Presidente della Giunta, che non lo ho avuto, ma non ne faccio una colpa perché avrei potuto insistere ricordandoglielo, io avevo chiesto una relazione di una di queste riunioni, ti ricordi? Dei Sindaci, perché volevo vedere quello che avevano deciso, però non ha importanza e quindi mi soffermo neanche su questo.

Ora mi sembra che in linea di massima, salvo pochissime eccezioni, tutti i Sindaci siano d'accordo su questa ripartizione che è stata portata qui, quindi in fondo in fondo noi facciamo lo spolverino come si dice in fondo in questo Consiglio regionale, perché voi capite perfettamente che noi non possiamo andare a dividere le zone in altro modo se non dopo aver sentito tutti i Sindaci che, nella larghissima maggioranza, sono d'accordo di dividerle in un certo modo, basterebbe che a noi fungesse vaghezza di modificare una di queste zone e magari andiamo contro il punto di vista di sei o sette Sindaci, per cui io non so che cosa possiamo fare di diverso.

Naturalmente il problema è questo: noi vorremmo che tutti i Sindaci fossero soddisfatti di questa divisione territoriale e naturalmente, in fondo in fondo, attraverso al massimo, perché il problema è anche quello della ripartizione dei fondi, come verranno gestite queste Comunità, naturalmente speriamo che abbiano dei Consigli di Amministrazione che abbiano a funzionare, io sono convinto che riusciranno perché molte volte si giudicano i nostri Sindaci un po' ignari ecc. e invece è tutt'altro che così, perché mente qui alla Regione una certa larghezza di mezzi noi l'abbiamo nei Comuni molte volte quasi sempre la battaglia la si fa sempre perché mancano i fondi.

Quindi noi voteremo a favore di questo provvedimento e naturalmente ha detto bene il Consigliere Andrione, noi lo seguiremo con particolare attenzione, anche nel futuro, perché come dicevo, è di massima importanza e pertanto ci auguriamo che così com'è vada bene, ma è indubbio che se non andrà bene, ci faremo tutti parte sollecita e interessata nel chiedere di apportare le dovute modificazioni che saranno richieste.

Montesano (P.S.D.I.) - Altri interventi? Consigliere Chincheré.

Chincheré (P.C.I.) - A noi Comunisti sembra che dagli interventi e del Presidente della Giunta, e questo ci sembra abbastanza grave, non si è venuti fuori con la necessaria forza, quello che sono che dovrebbero essere nella realtà le Comunità Montane, e credo che per inquadrare bene il problema e per dare un giudizio sulla legge che ci viene oggi proposto alla votazione sia necessaria partire da come è nata questa legge e se di cosa è frutto e soprattutto verso quali obiettivi vuole andare questa legge che oggi la Presidenza della Giunta ci viene a proporre.

Questa legge ha finalmente recepito le istanze, le esigenze delle popolazioni montane delle quali ha riconosciuto la funzione di servizio che esse svolgono a prestigio del territorio, predisponendo gli strumenti necessari e idonei a compensare le condizioni di disagio derivanti dall'ambiente montano e soprattutto collocando la montagna e i suoi problemi nel più ampio quadro di una politica generale di riequilibrio economico e sociale.

Questa legge presenta quindi contenuti innovativi e di riforma di indubbio rilievo, supera infatti la visione puramente agrario-forestale del problema montano sviluppa in termini nuovi i vecchi concetti dell'assistenza ai contadini di montagna e tende a comprendere, nell'ambito di una visione programmata dello sviluppo, tutte le attività di produzione e dei servizi sociali che operano nelle zone di montagna.

Come è noto, infatti, le principali finalità della nuova legge per la montagna, possono essere così sintetizzate, e mi riferisco al progetto di legge nazionale evidentemente:

1) eliminazione degli squilibri di natura sociale ed economica tra le zone montane ed il resto del territorio regionale, difesa del suolo e protezione della natura;

2) progettazione ed esecuzione di opere pubbliche, di infrastrutture e di servizi civili per consentire migliori condizioni di abitabilità per costruire le basi di un miglioramento delle condizioni di vita dei residenti nel territorio montano;

3) la promozione di una nuova economia integrata, valorizzando ogni tipo di riserva attuale e potenziale;

4) redazione - e credo che questo sia il punto più importante - e attuazione dei piani zonali di sviluppo e dei piani urbanistici da parte delle Comunità Montane nel quadro delle indicazioni del Piano Regionale e Comprensoriale; Piano che va inteso come sintesi degli obiettivi generali perseguiti dai Comuni stessi.

Pilastro di queste iniziative è la Comunità Montana che, non dimentichiamolo altrimenti correremmo il rischio di non inquadrare il problema con tutta quella serietà che è necessaria, elevata alla dignità di Ente di Diritto Pubblico, il cui Consiglio Direttivo è formato dai Consiglieri comunali designati dai singoli Comuni a rappresentarli. In questo modo le Comunità Montane saranno le uniche e vere protagoniste delle elaborazioni e attuazioni dei programmi economici di base. Particolare importanza assume questa affermazione se pensiamo che oggi i singoli Comuni sono non incapaci ma impossibilitati, data la loro debolezza organica, ad assumersi singolarmente impegni di un certo rilievo.

La Comunità Montana deve essere intesa come uno strumento nuovo per combattere la battaglia sotto un diverso sviluppo dell'economia regionale per dare una base consistente sul piano contrattuale ai Comuni piccoli ed emarginati, per operare per uno sviluppo diverso tra Aosta ed il resto della Valle, tra i grossi e piccoli Comuni, tra le zone sviluppate e le zone di media ed alta montagna che, come tutti sappiamo, sono in condizioni diciamo abbastanza tragiche, diciamolo pure.

Ecco che allora questa legge affida alle Regioni, nel suo interno le contiene già, due aspetti che noi dobbiamo assolutamente denunciare, valorizzare e fare propri.

Un aspetto che io definirei di carattere istituzionale, cioè un potenziamento del tessuto democratico che giustamente regna, governa la nostra Nazione e un aspetto di carattere programmatico, cioè questa legge tende a dare alle genti di montagna degli strumenti reali di intervento per modificare profondamente le loro condizioni di vita e credo che questi due aspetti siano strettamente collegati, e non possiamo assolutamente mai in nessun momento disgiungerli o dimenticarne uno, altrimenti corriamo il rischio di fare saltare tutto il resto.

Se questo è vero, e direi che è vero perché non ho inventato niente, l'ho tratto dalla legge, ci dobbiamo porre due domande. La prima è questa: in quale realtà ci troviamo qui in Valle d'Aosta per applicare questa legge? Noi diciamo sempre che la Valle d'Aosta è una situazione particolare, una situazione differente dalle altre Regioni, teniamone conto sempre di questo fatto perché è un fatto vero, un fatto reale.

La seconda domanda che ci dobbiamo porre è questa, ed è contenuta nella legge anche questa domanda: a quale scopo, quali gli obiettivi ci prefiggiamo, che il Consiglio regionale si prefigge con questa legge? E qui vorrei aprire una brevissima parentesi forse un po' polemica, noi non siamo d'accordo sul fatto che questa Giunta abbia consultato i Sindaci, e poi dico, detto così è molto brutto, cercando in questo modo, forse involontariamente, di precostituire delle scelte elaborate in modo esterno al Consiglio regionale. Noi pensiamo che sia il Consiglio regionale che debba dibattere in prima persona questi problemi, e chiudo la parentesi, non per sottovalutare i Sindaci, evidentemente è giusto che questo sia stato fatto, però rivendichiamo che anche questo Consiglio regionale deve avere questo diritto e non solo in fase di discussione della legge, chiusa la parentesi.

Per rispondere a queste due domande dovremo fare un paio di premesse.

La prima premessa - e mi riallaccio al discorso che ha fatto il Presidente Dujany domenica in Piazza, all'indirizzo di saluto al Presidente della Repubblica - che è un discorso che devo dire ci ha espressamente soddisfatto, di cui siamo estremamente compiaciuti per le cose dette; era questo discorso, era incentrato sul particolarismo valdostano, le sue particolarità etniche, culturali, linguistiche della Valle d'Aosta, e la domanda finale che si poneva il Presidente in quel discorso era: come salviamo, come rivalutiamo più che salviamo. Non si tratta di conservare un patrimonio, si tratta di rivalutare, di far vivere questo patrimonio, come lo salviamo?

Certo con l'unità di tutti i valdostani, magari contro Roma, come qualcuno fa, a queste condizioni noi non crediamo perché caso strano, fra i proponenti di questa parola d'ordine ci sono poi gli stessi rappresentanti di quei Partiti che a Roma sono anche anti-autonomisti, anti-valdostani. Noi pensiamo che il particolarismo lo si salva, e per particolarismo racchiudo tutte queste cose, lo si salva lottando per riconsegnare la Valle d'Aosta ai valdostani, riconsegna che deve essere ancora in buona parte costruita e va costruito operando per un diverso sviluppo economico che salvaguardi i nostri diritti di libertà e di autonomia, che fino ad oggi forze politiche ed economiche ben individuate, dentro e fuori la Valle d'Aosta, hanno fortemente contrastato, da qui l'esigenza di infittire il tessuto democratico che valorizzi, possibilmente già quello esistente, e attraverso la partecipazione, consenta al popolo, e dico partecipazione non consultazione, attraverso la partecipazione consenta al popolo valdostano una diretta gestione dei suoi reali interessi, gestione che la legge prevede sia unitaria.

Seconda premessa, la Valle d'Aosta è una Regione classificata tutta montana, le tabelle della legge n. 991, se non vado errato, dicono che su 74 Comuni, esclusa la zona bassa di Aosta, 74 Comuni sono montani. Ciò significa che le Comunità Montane in Valle d'Aosta, a differenza di tutte le altre Regioni, comprese quelle a noi più vicine, come il Piemonte e la Lombardia, che in Valle d'Aosta le Comunità Montane saranno un dato istituzionale permanente generalizzato. Esempio: a Torino la Comunità Montana può essere un fatto anomalo, nel senso che la Regione si trova in Pianura Padana con un certo interlocutori tra cui la Comunità Montana, mentre in Valle d'Aosta questo fatto istituzionale è generalizzato ed è presumibilmente anche permanente.

È necessario pertanto che la legge di iniziativa regionale sulla definizione territoriale operativa delle Comunità Montane stabilisca chiaramente i compiti delle stesse e inizi quel decentramento politico e amministrativo che a parole tutti auspichiamo e poi nella realtà molti vedono con estremo sospetto.

Secondo noi il progetto che ci viene oggi sottoposto, pur essendo un progetto che merita un'estrema ed attenta attenzione perché contiene molti aspetti positivi, non tiene conto fino in fondo di questa realtà, cioè direi che ha valorizzato di più l'aspetto istituzionale e ha valorizzato poco l'aspetto programmatico che questa legge deve avere.

Ad esempio, se noi prendiamo le leggi delle altre Regioni, e cito la Sicilia, il Lazio e altre Regioni, c'è tutto un discorso chiarissimo, quello della Sardegna stessa, sul problema delle deleghe, perché noi non possiamo permettere che le Comunità Montane siano un elemento di confusione o un elemento di frattura tra i Comuni e la Regione. Dobbiamo partire che le Comunità Montane siano un elemento di chiarezza nella situazione della Valle d'Aosta; situazione di chiarezza che noi la otteniamo soltanto se stabiliamo con chiarezza quali sono i compiti delle Comunità Montane. Se mi è permesso di riassumere il concetto, direi certezza del diritto e strumenti adatti per esercitare questo diritto, cosa che in questa legge, ecco viene fuori senza quella forza che noi pensiamo sia necessaria.

Perché ad esempio noi sappiamo che l'articolo 5 dice che i Piani di zona dovranno essere presentati alla Regione entro il 30 di settembre di ogni anno. Benissimo, lo prevede la legge nazionale e siamo costretti a prevederlo anche noi ed è giusto che sia così, però quando questi Piani di zona, che sono poi i Piani stralcio dei Piani quinquennali, vengono in aula, cose ne facciamo? cioè noi pensiamo alle Comunità Montane come un centro di consultazione o come un centro studio dei problemi specifici di quella zona o pensiamo che siano dei momenti di decisione reale e di aggressione e di soluzione dei problemi specifici di quella zona o pensiamo che siano dei momenti di decisione reale e di aggressione e di soluzione dei problemi che sono in quella zona A? o se per fare questo dobbiamo assolutamente rispondere in modo positivo o in modo negativo a questo Piano di zona in un certo periodo di tempo per adeguare i finanziamenti adatti alla soluzione di quel Piano di zona. E questo non è previsto da questa legge.

Il riassunto di questo concetto è questo: è chiaro che quando le Comunità Montane funzioneranno e noi ci adopereremo affinché funzionino nel più breve tempo possibile, il Piano, il cosiddetto Piano dei Lavori Pubblici dovrà articolarsi intorno ai Piani zonali delle Comunità Montane, però per fare questo bisogna parlare di finanziamenti, dobbiamo parlare di scadenze, dobbiamo parlare di rapporti precisi e di compiti precisi tra Regione, Comunità Montane e Comuni che fanno parte della Comunità Montana.

Questi aspetti non ci sono in questa legge, motivo per cui noi abbiamo presentato quegli emendamenti sui quali torneremo in sede di discussione così particolare, articolo per articolo.

Come introduzione al dibattito credo che la posizione del nostro Gruppo sia abbastanza chiara su questa legge, e vorrei terminare con una proposta, proprio perché noi crediamo veramente alle Comunità Montane, anche se ci crediamo forse in un modo un po' diverso da quei Consiglieri che fino a questo momento si sono pronunciati. La proposta che noi facciamo è questa: che sia, c'è una bellissima rivista che è il "Montanaro d'Italia" che sul problema delle Comunità Montane ha fatto, come si chiamano? Che ha fatto un allegato, chiamiamolo così, che ha racchiuso tutto il dibattito e la legge sulle Comunità Montane. La proposta che noi facciamo è che la Regione appronti uno studio come questo e venga distribuito a tutti i Consiglieri comunali e a tutti i Sindaci della Valle e a tutte le forze politiche e sindacali, affinché° diventi uno strumento di lavoro per la funzione delle Comunità Montane.

Montesano (P.S.D.I.) - Altri interventi? Non ci sono altri interventi? Consigliere Dayné.

Dayné (U.V.) - Avendo la Commissione Agricoltura e Foreste proposto vari emendamenti, penso di segnalarli nella discussione articolo per articolo.

Montesano (P.S.D.I.) - Sì, senz'altro.

Allora si passa all'esame della legge, articolo per articolo. Prego, Presidente della Giunta.

Dujany (D.P.) - Vorrei solo fare alcune riflessioni in relazione agli interventi che sono stati fatti di carattere generale.

È chiaro che questa non è una proposta di legge che ha la pretesa di essere perfetta, è una proposta di legge che la Regione ha il dovere di mettere in atto e che tende a responsabilizzare soprattutto maggiormente le Comunità comunali e a dar loro determinate responsabilità e ad attribuire loro determinati compiti.

È chiaramente l'inizio di un nuovo discorso e di un nuovo rapporto fra Amministrazione regionale e Amministrazioni comunali pur in una visione comunitaria ed è un nuovo discorso fra le Amministrazioni Comunitarie ed i cittadini stessi, ed è chiaro che un nuovo tipo di discorso non è che si possa fare così immediatamente senza un opportuno rodaggio e senza un opportuno periodo di preparazione.

Quindi questa è una proposta di legge che ha una serie di difetti che saranno da verificare successivamente attraverso l'esperienza e attraverso una dialettica continua fra l'Amministrazione regionale e le Amministrazioni comunali e queste Amministrazioni e la popolazione stessa e i cittadini di questi comprensori.

Come siamo giunti a queste proposte? In modo particolare per quanto attiene alla divisione delle zone? Siamo giunti a queste proposte attraverso un luogo, una lunga discussione fatta in sede di Giunta con la collaborazione della Commissione di Programmazione che ha cercato di dividere la Valle d'Aosta in sette zone, rispondendo a delle vecchie strutture amministrative che si chiamavano i vecchi mandamenti.

E abbiamo ritenuto che queste avessero potuto costruire delle dimensioni omogenee le migliori per lo meno di quelle esistenti in questo momento.

Con questo non è che la soluzione sia ottimale, la verificheremo poi col tempo.

I Sindaci non hanno tutti quanti concordato con questa distribuzione, sono stati fatti vari incontri, mi pare tre o quattro, in un primo incontro è stato distribuito è stato distribuito loro una bozza di progetto, anzi in un primo tempo è stata illustrata loro la legge, gli è stata chiesta una bozza di progetto, la Giunta ha presentato loro una proposta oggetto di discussione. Direi che l'aspetto che ha maggiormente interessato le Amministrazioni comunali in questa prima fase di discussione è stato il problema della ripartizione dei fondi e le modalità della ripartizione di questi fondi ed il problema della ripartizione delle zone.

Mentre, mi pare, che non sia stato sufficientemente messo a fuoco il problema della partecipazione e della responsabilizzazione di questi organi periferici che mi pare è l'aspetto fondamentale di questa legge, o meglio gli scopi che vuole raggiungere in modo precipuo.

Per quanto riguarda la ripartizione delle zone abbiamo avuto delle perplessità, soprattutto per alcune zone dell'alta Valle e per alcune zone del centro Valle e per altre zone della Bassa Valle. Comunque la decisione unanime dei Sindaci è stata questa: la necessità di portare avanti questa legge al più presto possibile. La possibilità di successivi incontri fra di loro per rivedere le loro proposte, per quanto riguarda la delimitazione zonale nel caso in cui non avessero raggiunto un accordo andava bene la proposta della Giunta regionale che è oggetto di inserimento nell'articolo 2 di questa legge.

Ecco, la vicenda così dei rapporti coi Sindaci che mi è stato chiesto in modo particolare dal Consigliere Bordon.

Per quanto riguarda le affermazioni fatte dal Consigliere comunista, mi pare che sia chiaro che il problema di fondo è proprio questo: far sì che siano gli amministratori della nostra Regione eletti dal popolo ad agire e a decidere sulla sorte e sull'avvenire della loro, del loro sviluppo sociale, economico e culturale.

Non mi pare di dover accettare così un rimprovero direi di superficialità; mi pare col quale abbiamo trattato questo argomento, in quando mi pare che la discussione è stata abbastanza lunga, ma d'altra parte non è nemmeno facile fare entrare in questo nuovo spirito della legge tutte le Amministrazioni comunali e tutti i Consiglieri, tutti gli Amministratori che è una legge, come dicevo prima, che è destinata a capovolgere i rapporti tradizionali che abbiamo utilizzato fino adesso fra Amministrazione regionale e Amministrazione Comunale.

Certo che tutto questo strumento potrà essere uno strumento valido se sarà accompagnato da un senso di collaborazione e di rispetto delle autonomie locali e, nello stesso tempo, da un senso di serietà degli Amministratori locali e da un senso di responsabilità.

Qualcuno ha detto: difficilmente, mi pare, il Consigliere Andrione, queste Comunità funzioneranno e per mancanza di fondi e per mancanza di organizzazione. È chiaro che qualunque innovazione troverà all'inizio delle difficoltà di organizzazione e troverà forse anche difficoltà di finanziamenti di fondi, ma penso che la difficoltà maggiore sarà quella dell'organizzazione più che la difficoltà di finanziamenti.

Per quanto riguardava l'osservazione di delega che sarà poi oggetto di un emendamento proposto dai Consiglieri comunisti e sottolineato dal Consigliere Chincheré, credo che non dobbiamo preoccuparci di copiare eccessivamente quelle che sono le situazioni di altre Regioni. Che la nostra Regione, come giustamente è stato sottolineato, è una zona montana omogenea nel suo insieme, salvo una parte piccola della città di Aosta, il resto è tutto inserito in una zona omogenea, i rapporti con queste Comunità saranno dei rapporti tali per cui di volta in volta anche l'Amministrazione regionale potrà stabilire questo decentramento almeno sul piano operativo e solo quando vedrà che questi organi avranno una preparazione sufficiente e una attrezzatura, una organizzazione valida.

E mi pare che con questa legge la Regione potrà, col tempo, indirizzare il suo sguardo e la sua attenzione su dei problemi di carattere più generale, su dei problemi di programmazione e di indirizzo generale che saranno i suoi compiti essenziali nel futuro, compiti che fino ad oggi purtroppo non ha potuto rivolgere uno sguardo molto approfondito perché troppo preoccupata dell'attività operativa quotidiana in assenza, naturalmente, di organi periferici sufficientemente responsabilizzati, per cui io non ho null'altro da aggiungere a queste osservazioni, poche osservazioni, così di carattere generale.

Montesano (P.S.D.I.) - Ci sono interventi? Consigliere Bancod.

Bancod (U.V.) - Mi scuso se intervengo solo adesso, il Signor Presidente non ha fatto cenno per esempio alla deliberazione del Consiglio comunale di Verrayes che ha mandato pure al Signor Presidente, insomma perché Verrayes in un primo tempo il Sindaco di Verrayes aveva dichiarato, a nome del Comune di St. Denis pare, di aderire a Nus, invece in un secondo tempo il Consiglio comunale ha respinto, ha preso la discussione e hanno fatto una delibera che loro, insomma, vorrebbero, naturalmente, sempre con Chambave, Nus e St. Denis, a formare una zona con Nus, St. Marcel e Fénis.

Naturalmente, insomma, questa proposta è stata un po' vista non troppo bene sia dal Comune di St. Denis, Chambave e naturalmente col Comune di Torgnon ha insomma, Chambave, St. Denis e Verrayes hanno una certa comunità di interessi con Torgnon e poi io vedo anche questo che effettivamente il mandamento di Chatillon non può essere separato insomma e allora però Verrayes ha in ultimo detto se proprio il Comune di Chambave non intende aderire al Comune di Nus, naturalmente non lascerebbero Chambave. Ed è logico perché sarebbe contro senso se Chambave, Verrayes e St. Denis e poi anche Torgnon che hanno comuni interessi si dividessero.

Montesano (P.S.D.I.) - Signor Presidente vuol rispondere?

Dujany (D.P.) - Mi pare che il Consigliere abbia già detto tutto, cioè c'è una richiesta del Comune di Verrayes di aderire ad una comunità con Chambave, se Chambave aderiva ad una Comunità, St. Denis, Nus, ecc. avrebbe seguito quella sorte; se Chambave aderiva alla Comunità con Châtillon aderiva alla sorte di Châtillon.

Mi pare che la conclusione è stata questa, cioè l'ultima delle condizioni, cioè i tre Comuni sono insieme col Mandamento di Châtillon.

Montesano (P.S.D.I.) - La parola al Consigliere Chabod.

Chabod (D.C.) - Solo chiedere al Presidente della Giunta, ad esempio vedo qui Cogne, Aymavilles sono con la Comunità di Valsavaranche, Valgrisanche, Introd.

L'avrei vista molto meglio, adesso son cose che le vedo solo io, magari i Sindaci non erano d'accordo, molto meglio Jovencan, Gressan e Charvensod, Pollein, perché la zona di Pila, la zona di Cogne, sarebbe stata una zona molto più, trovo strano di vederla lì nell'altra Comunità.

Dujany (D.P.) - Abbiamo discusso a lungo di questo problema delle Comunità e d'altra parte coi Sindaci abbiamo discusso a lungo anche questo problema delle Comunità, come ho detto nella relazione, e infatti alcuni Sindaci avevano prospettato un tipo di Comunità del genere, senonché successivamente con vari incontri si è notato che un tipo di Comunità del genere era peggiore della proposta originaria, e mi pare che un tipo di Comunità del genere divideva i due Comuni di St. Pierre e di Villeneuve in due Comunità diverse. L'una faceva parte di Cogne e Aymavilles e l'altra avrebbe fatto parte di Villeneuve e tutto il Parco del Gran Paradiso, ad eccezione di Cogne, i tre Comuni del Gran Paradiso.

Mi pareva poco logico naturalmente una Comunità che dividesse due Comuni di fondo Valle quali i Comuni di St. Pierre e di Villeneuve che sono una entità sul piano urbanistico e sul piano dello sviluppo sociale-economico che hanno un tessuto unico, checché si voglia dire sul piano del campanilismo, ma sul piano delle realtà mi pare. Comunque sentite non vogliamo mica qui rifare tutte le discussioni che abbiamo fatto coi Sindaci e che abbiamo fatto nelle varie Commissioni, perché sono sempre le stesse cose che emergono. Questa è una proposta conclusiva, concordata con le amministrazioni comunali, non perché fosse la soluzione ideale, perché era la soluzione meno peggiore.

Montesano (P.S.D.I.) - Nessun altro intervento? Allora si passa all'esame articolo per articolo. Io premetto che vi sono gli emendamenti preannunciati dal Presidente della Commissione Agricoltura, e in allegato ci sono gli emendamenti proposti dal Consigliere Dolchi per conto del Partito Comunista.

Io indicherò gli articoli che vengono emendati e poi i proponenti faranno presenti i loro emendamenti, il testo degli emendamenti.

Articolo 1 - Se non vi sono osservazioni do per approvato l'articolo. Il Consiglio approva.

Articolo 2 - Il Consiglio approva.

Articolo 3 - Il Consiglio approva.

Articolo 4 - Il Consiglio approva.

Articolo 5 - Il Consiglio approva.

Articolo 6 - Emendamento della Commissione Agricoltura.

La parola al Consigliere Dayné.

Dayné (U.V.) - Qui la Commissione Agricoltura proporrebbe un lieve emendamento e cioè al secondo comma di aggiungere "dopo l'approvazione della Giunta regionale" aggiungere la seguente frase "la quale esprime il suo parere entro sessanta giorni dalla data di presentazione dello Statuto".

Questo sarebbe perché questi Statuti non vengano tenuti troppo a lungo e ci sia un sollecito parere della Giunta, magari non approvazioni, ma almeno osservazioni, ci sia un parere della Giunta.

Montesano (P.S.D.I.) - La parola all'Assessore Lustrissy.

Lustrissy (D.P.) - Io vorrei su questo emendamento richiamare l'attenzione del Consiglio su un aspetto, cioè dell'articolo 5, intanto mi scuso se faccio queste proposte perché pur essendo membro della Commissione Agricoltura quel giorno non ero presente per altri motivi, cioè in sostanza la proposta di emendamento all'articolo 6 viene a contrastare con l'articolo 5.

L'articolo 5 precisa che il controllo sugli atti deliberativi delle Comunità Montane esercitato dalla Regione secondo le norme in vigore, per il controllo degli atti degli Enti pubblici locali della Valle d'Aosta.

Ora noi abbiamo già una legge sul controllo degli atti degli Enti Locali che fissa i termini per il controllo, e i termini per il controllo sugli atti degli Enti Locali al quale è soggetto, tutte le deliberazioni che sono soggette delle Comunità Montane sono i 30 giorni previsti dalla legge.

Poi di più la Giunta non è che esprima il suo parere; la Giunta deve approvare o non approvare le deliberazioni delle Comunità, perché qua siamo in tema di controllo, i due tipi di controllo di legittimità e di merito tradizionali, e non possiamo, cioè la dizione di per sé è impropria, la Giunta non esprime dei pareri ma approva o non approva le deliberazioni e poi il termine dei controlli è già fissato dalla legge richiamata all'articolo 5. Su questo articolo 6, cioè per una parte, come termini, dei 60 giorni, è in contrasto sia con la legge regionale sul controllo degli atti degli Enti Locali e sulla dizione, diciamo così, "esprime il parere", la Giunta approva o non approva le deliberazioni, non è che esprima dei pareri, è una attività di controllo.

Chiederei di soprassedere alla proposta, alla formulazione di questo emendamento e lasciare così l'articolo 6 com'è per non creare delle complicazioni sia in contrasto con una legge che è già operante, sia anche sulla terminologia stessa proposta e cioè non è l'espressione di un parere ma in sede di tutela è una approvazione o una non approvazione delle deliberazioni.

Dayné (U.V.) - Ci potrebbe pure essere una espressione di parere, perché oltre ad approvare o non approvare la Giunta potrebbe anche proporre qualche modifica, ma questo che avvenga entro un limite, un tempo, ah beh se è già fissato, io non ero nemmeno al corrente di questa legge.

Andrione (U.V.) - Era semplicemente per specificare che in caso che la Giunta ritenga opportuno che il Consiglio apporti delle modifiche, rinvia, non approva e non rigetta, rinvia semplicemente la delibera all'esame della Comunità Montana con le proposte che la Giunta ritiene di fare per la modifica, e questo con il termine di 30 giorni.

Montesano (P.S.D.I.) - Sì ma è giusto quello che ha detto l'Assessore Lustrissy in quanto che l'art. 5 specifica tutto, aggancia questo ente a tutti gli altri Enti Locali, quindi.

Dayné (U.V.) - Allora se questi termini sono già fissati, anzi più brevi di quanto era stato espresso dalla Commissione, noi ritiriamo il nostro emendamento.

Montesano (P.S.D.I.) - Va bene, emendamento ritirato. Non c'è altro quindi il Consiglio approva.

Articolo 6 - Senza emendamenti.

Articolo 7 - Emendamento Consigliere Dolchi.

Andrione (U.V.) - Guardi che è un errore, in realtà è l'articolo 8.

Dolchi (P.C.I.) - Mi scuso, abbiamo avuto due testi, un primo testo sul quale si è pronunciata la Commissione Affari Generali e Finanze e su cui sono stati fatti gli emendamenti proposti in sede di Commissione Affari Generali e Finanze dal Gruppo Comunista e poi in Commissione Agricoltura e al Consiglio è venuto il testo già completato con le perimetrazioni da parte della Giunta, quindi bisognava fare, io qui davanti ho i tre testi, bisognerà fare attenzione alla numerazione e quindi...

Montesano (P.S.D.I.) - All'articolo susseguente? Anche per tutti gli altri?

Dolchi (P.C.I.) - No, perché poi subentrano altre variazioni, comunque.

Montesano (P.S.D.I.) - Lei mi corregge senz'altro. Allora l'articolo 7 non porta emendamenti. Il Consiglio approva.

Articolo 8 - Emendamento del Partito Comunista, è vero?

Dolchi (P.C.I.) - Ecco l'articolo 7 che è diventato nell'ultimo testo articolo 8, riguarda la rappresentanza dei Comuni nel Consiglio della Comunità Montana.

La nostra proposta, l'emendamento che avete allegato, riguarda il concetto di una differenziazione nella rappresentanza, il progetto della Giunta parla di uno designato dalla minoranza, uno dalla maggioranza come Consiglieri comunali più il Sindaco, cioè tre: il Sindaco, uno della minoranza e uno della maggioranza.

Ecco, noi riteniamo che in Valle d'Aosta esistano diverse categorie di Comuni che hanno una diversa rappresentanza consiliare, 15 Consiglieri, 20 Consiglieri e 40 Consiglieri. Pensiamo che questa proporzionalità debba essere mantenuta e inserita nel Consiglio della Comunità Montana suddividendo i Comuni in base al numero dei loro Consiglieri e dando ad ogni Gruppo di Comuni una diversa rappresentanza, ma comunque è inutile che mi dilunghi, il concetto è che i Comuni di 15 Consiglieri debbano avere tutti il Sindaco. Su questo non mettiamo in discussione, infatti l'emendamento propone che dopo il Sindaco si dica "i Consiglieri Comunali", ma se non vogliamo mettere la parola "delegazione" che può complicare le cose, "un numero di Consiglieri di cui uno della minoranza; quelli con 20 Consiglieri: 4 Consiglieri di cui due della minoranza e per 30 Consiglieri , se vediamo la prospettiva, 6 Consiglieri di cui tre della minoranza e per i Comuni con 40 Consiglieri, che poi sarebbe solo il Comune di Aosta, 9 Consiglieri di cui quattro della minoranza.

Andrione (U.V.) - Io volevo semplicemente, è una discussione, sarei contrario all'emendamento presentato dal Consigliere Dolchi a nome, credo, del Gruppo Comunista, per una ragione organica, cioè di senso della legge, in quanto le rappresentanze dei vari Comuni rappresentano il Comune come organo e nell'insieme formano una Comunità Montana. Ogni Comune ha uguale dignità nel formare questa Comunità Montana, cioè è una rappresentatività funzionale esattamente come negli Stati Uniti d'America ogni Stato ha due rappresentanti al Senato, indipendentemente dalla popolazione, dall'importanza di quello Stato. Si tratta di creare una nuova Comunità in cui ogni Comune porta la stessa rappresentanza e la stessa influenza, la stessa quota.

E inoltre, oltre per questa ragione che secondo me è fondamentale, vi sono delle ragioni pratiche, non aumentare eccessivamente il numero dei Consiglieri delle Comunità Montane proprio per quelle ragioni di organicità di cui avevamo parlato prima e sulle quali si è espresso anche il Consigliere Chincheré, e infine perché il fatto del caso di Aosta in realtà è in contraddizione a quell'articolo 3 dove si specifica che Aosta fa parte della Comunità Montana soltanto per una parte del suo territorio e cioè per la parte montana, mentre con questo sistema i nove Consiglieri di Aosta avrebbero in quella Comunità Montana un peso proporzionato semplicemente perché i 40 Consiglieri sono in realtà rappresentanti della Città di Aosta e non della parte montana.

Quindi, secondo me, la proposta della Giunta deve essere mantenuta e non si devono stabilire Comuni più importanti o meno importanti, secondo il nostro avviso la Comunità deve funzionare come un unico corpo avendo ogni Comune la stessa rappresentanza.

Montesano (P.S.D.I.) - Altri interventi? Assessore Maquignaz.

Maquignaz (D.P.) - Quanto ha detto il Consigliere Andrione mi pare è quello che era un po' l'intendimento della Giunta, perché noi ritenevamo proprio di dare questa rappresentanza paritetica a tutti i Comuni e poi diciamo francamente che riteniamo opportuno, proprio per mettere questa maggior partecipazione dei piccoli Comuni, quindi noi come Giunta manteniamo naturalmente quello che era il testo originario.

Chabod (D.C.) - Una precisazione, ad esempio i Comuni che non hanno la minoranza, cosa si fa? Sono due e basta, ma la maggioranza ne nomina due.

Montesano (P.S.D.I.) - Non esiste una minoranza... (Voci) ...Altri interventi? Allora viene messo ai voti prima l'emendamento Dolchi.

Io volevo dire, anche per esprimere il mio pensiero, che effettivamente io riferirei più la rappresentanza al territorio montano, quindi non alla comprensione dei Consigli comunali ma alla rappresentanza uguale di ogni Consiglio comunale anche perché parrebbero delle disparità riferite alle ragioni che sono state accennate dal Consigliere Andrione.

Quindi passiamo ai voti dell'emendamento Dolchi. Chi vota a favore alzi la mano, fate attenzione perché poi il voto non si ritira, allora chi vota a favore dell'emendamento Dolchi alzi la mano, allora sette contro, allora viene messo ai voti l'articolo 8, chi approva alzi la mano. Contro? Chi vota contro? Astenuti?

Allora il Consiglio approva.

Articolo 9 - C'è un emendamento della Commissione Agricoltura, e anche uno del Consigliere Dolchi.

Dayné (U.V.) - Due emendamenti della Commissione Agricoltura. Il primo emendamento è al paragrafo h) e cioè di completare questo paragrafo, paragrafo h) era così "deliberare il Regolamento organico del personale dipendente" e la Commissione proporrebbe "ed altri eventuali regolamenti ritenuti necessari per il funzionamento della Comunità", che ci potrebbero essere tanti altri Regolamenti necessari per il funzionamento della Comunità e allora precisare che è competente a deliberare anche altri Regolamenti.

Inoltre la Commissione proporrebbe di aggiungere un ulteriore paragrafo, il paragrafo 1) "coordinare le iniziative dei Consorzi di bonifica di miglioramento fondiario delle Cooperative e di altre Associazioni, affinché le iniziative stesse siano rispondenti ai piani, ai programmi formulati dalla Comunità".

Questo emendamento è stato proposto appunto perché ci potrebbero essere contrasti tra i programmi pluriennali della Comunità con le attività delle Cooperative, di questi Consorzi, e allora che la Comunità abbia competenza di coordinare queste attività.

Maquignaz (D.P.) - Quanto ha detto il Consigliere Dayné, vorrei solo aggiungere che noi abbiamo preso in esame l'emendamento presentato dai Consiglieri Comunisti, il quale diceva "coordinare le attività e le iniziative dei vari Consorzi di bonifica o valorizzazione montana e di quelli di gestione dei servizi operanti nel territorio della Comunità".

Come Commissione dell'Agricoltura avevamo espresso una perplessità se coordinare le attività, mi pare che sia le Cooperative, sia i Consorzi devono avere la loro autonomia per quanto concerne la loro attività, quindi noi riteniamo che sia più giusta la formulazione che abbiamo suggerito perché il concetto è lo stesso solo che si tratta di coordinare le iniziative di questi Enti ma non naturalmente entrare nel merito, cioè nell'attività, che mi pare sarebbe proprio di andare contro la loro stessa autonomia.

Quindi è lo stesso emendamento proposto, però modificato in quanto lo riteniamo più attuabile.

Montesano (P.S.D.I.) - Un attimo solo Consigliere Dolchi, vorrei domandare all'Assessore Maquignaz in merito alla lettera h), c'è stato un altro emendamento, lettera h), cioè sopprimere il punto e virgola e aggiungere la seguente frase finale, desideravo sapere se l'accogliete o no. Va bene.

Allora Consigliere Dolchi.

Dolchi (P.C.I.) - Ma la Commissione, nella sostanza, come ha detto l'Assessore Maquignaz ha accolto l'emendamento che noi avevamo presentato, quindi ritiriamo l'emendamento e voteremo l'emendamento nella stesura proposta dalla Commissione.

Montesano (P.S.D.I.) - Quindi tutti d'accordo su questo? L'articolo va votato comprensivo dei due emendamenti, chi vota a favore alzi la mano. Contrari? Astenuti? Il Consiglio approva.

Articolo 10 - Il Consiglio approva.

Articolo 11 - Il Consiglio approva.

Articolo 12 - Ci sono due emendamenti, uno della Commissione Agricoltura e l'altro, no, mi pare che va al 13.

Commissione Agricoltura un emendamento...

Dayné (U.V.) - La Commissione Agricoltura propone l'inclusione di un ulteriore paragrafo e sarebbe il paragrafo e) dopo il paragrafo d) e questo paragrafo è così concepito: "predisporre studi e progetti per le opere da eseguire in base ai programmi stralcio annuali", perché altrimenti non è specificato il compito del direttivo.

Montesano (P.S.D.I.) - Allora viene accolto? Nessuna osservazione. Il Consiglio approva l'articolo 12 con l'emendamento aggiuntivo annunciato dal Consigliere Dayné.

Articolo 13 - Emendamento Dolchi.

Dolchi (P.C.I.) - Ma nella sostanza cambia niente, però nella stesura c'è una certa confusione, il Presidente rappresenta la Comunità, convoca e presiede il Consiglio Direttivo, stabilendo l'ordine del giorno delle adunanze, coordina l'attività del Direttivo.

Il nostro emendamento dice praticamente le stesse cose ma in modo più chiaro, dicendo "Il Presidente rappresenta la Comunità Montana, convoca e presiede il Consiglio e il Direttivo, stabilisce l'ordine del giorno delle adunanze del Direttivo e ne coordina l'attività", cioè in quanto è solo riferito al Direttivo questa sua competenza.

Andrione (U.V.) - Io sarei d'accordo con l'emendamento Dolchi ma direi che è pleonastico ripetere "Il Presidente rappresenta la Comunità Montana" perché è già detto all'articolo 11 "Il Direttivo è composto ... che è anche rappresentante della Comunità Montana", e basterebbe dire qui "Il Presidente convoca e presiede il Consiglio Direttivo, stabilisce l'ordine del giorno delle adunanze del Direttivo e ne coordina l'attività".

Montesano (P.S.D.I.) - ...è detto già all'articolo 11.

Andrione (U.V.) - Sembrerebbe più chiaro.

Maquignaz (D.P.) - Era solo aggiunto perché ci poteva anche essere un equivoco, cioè all'articolo 11 noi parliamo della Comunità, cioè del Consiglio, e abbiamo voluto precisare che non ci sono due Presidenti, che il Presidente della Comunità è anche il Presidente del Direttivo; era solo per evitare quell'eventuale dubbio.

Per quanto riguarda invece l'emendamento non abbiamo alcuna difficoltà ad accogliere l'emendamento comunista, perché mi pare sostanzialmente ricalca quello che è la stesura originaria dell'articolo.

Montesano (P.S.D.I.) - Ora l'emendamento viene amputato di quelle parole "Rappresenta la Comunità Montana" oppure resta tale e quale?

Rimane? E allora sono tutti d'accordo, quindi l'articolo è approvato con l'emendamento Dolchi.

Articolo 14 - non ci sono emendamenti perché passano all'articolo 13.

Maquignaz (D.P.) - Mi fanno presente che non è indicato qui con questa modificazione chi è che fa l'ordine del giorno del Consiglio.

Noi avevamo aggiunto nella nostra stesura dunque "rappresenta la Comunità", "Il Presidente rappresenta la Comunità, convoca e presiede il Consiglio Direttivo, stabilendo l'ordine del giorno delle adunanze" e quindi non ci sarebbe più questa dizione, che qui si dice "del Consiglio e del Direttivo".

Vorrei solo rileggere per maggior chiarezza, noi all'articolo 13 dicevamo "Il Presidente rappresenta la Comunità, convoca e presiede il Consiglio e il Direttivo stabilendone l'ordine del giorno delle adunanze", quindi si parlava sia del Direttivo che del Consiglio. A mio avviso quella dizione bisognerebbe mantenerla.

Siggia (P.C.I.) - Dicevate "Il Direttivo è l'organo esecutivo" al punto d) "stabilire la convocazione e l'ordine del giorno"; lo legavate al Direttivo non al Presidente.

Dolchi (P.C.I.) - Stabilisce la data ma l'ordine del giorno lo stabilisce il Direttivo, è come la Giunta nei confronti del Consiglio comunale.

Montesano (P.S.D.I.) - Allora siamo arrivati all'articolo 14, non ci sono emendamenti. Il Consiglio approva.

Articolo 15 - C'è un emendamento Dolchi mi pare.

Sì approvato l'articolo 14, non c'è emendamento perché si traspone, a noi non è stata comunicata l'aggiunta di un articolo, perciò noi ci troviamo con questa diversificazione numerica.

Assessore Maquignaz.

Maquignaz (D.P.) - Per quanto riguarda l'emendamento proposto all'articolo 15 siccome qui c'è stata una prima stesura e poi abbiamo una riedizione di questa legge, nella seconda noi abbiamo già accettato questo concetto, nel secondo comma diciamo "la Comunità Montana mediante Assemblee e Commissioni promuove la partecipazione popolare", cioè abbiamo voluto chiarire nel primo comma che la Comunità Montana entro un anno dalla sua costituzione affronterà, in base alle indicazioni, un programma pluriennale. Nel secondo comma abbiamo detto come lo fa e mediante Commissioni ed Assemblee promuove la partecipazione popolare diretta il concorso delle organizzazioni sindacali, ecc.

Quindi è già incluso nell'articolo.

Dolchi (P.C.I.) - ...l'articolo 15 che è stato ricompletato e ampliato al secondo comma recepisce esattamente la proposta di emendamento, l'emendamento può intendersi ritirato.

Montesano (P.S.D.I.) - Va bene il Consiglio approva.

Poi mi pare che c'è un emendamento aggiuntivo con la formulazione di un articolo da parte del Consigliere Dolchi, cioè c'è un 15 bis). Ecco lo vuole illustrare?

Dolchi (P.C.I.) - Ecco l'emendamento definitivo che proponevamo come articolo aggiuntivo dice testualmente, perché c'è anche una modifica "La Regione e i Comuni possono delegare funzioni proprie alla competenza decisionale e finanziaria delle Comunità Montane", è una affermazione di principio che riteniamo importante proprio per le cose che sono state dette in sede di discussione generale a proposito della validità delle Comunità Montane come Ente autonomo.

Maquignaz (D.P.) - Noi abbiamo alcuni dubbi su questo emendamento aggiuntivo, perché quando si dice: "la Regione e i Comuni possono delegare funzioni proprie alla competenza decisionale e finanziaria delle Comunità Montane" mi pare che sia un po' troppo perché non sappiamo in questo momento come funzioneranno queste Comunità, mentre invece io l'accetto come concetto, però direi che si potrebbe dire "la Regione e i Comuni possono delegare alle Comunità Montane l'esecuzione di opere di loro competenza", quindi fintanto che si tratta di delegare l'esecuzione di opere, mi pare che sia valido il concetto, ma se parliamo invece di demandare delle funzioni proprie alla competenza decisionale delle Comunità Montane mi pare che sia prematuro, cioè pur accettando che è bene prevedere nella legge questa possibilità di delegare le Comunità Montane per l'esecuzione di determinate opere di competenza comunale o regionale, riteniamo più opportuno però passare alla dizione che accennavo prima e non accettare la formulazione proposta che è molto più ampia.

Dolchi (P.C.I.) - Qui ci troviamo proprio ad avere una concezione diversa, noi pensiamo che propria questa possibilità più ampia che direi così contesta l'Assessore Maquignaz, possa essere in un domani delegata alle Comunità Montane.

Si dice beh vediamo come funzioneranno le Comunità Montane e trasferiamo eventualmente solamente l'esecuzione, noi riteniamo che su alcune materie ben delimitate che possono essere delegate le Comunità Montane abbiano potestà decisionale, perché con la proposta che fa l'Assessore Maquignaz noi ci troviamo di fronte ad una decisione che rimane sempre a livello regionale per cui si chiede alla Comunità Montana solo l'esecuzione, esecuzione di opere, ma vengono decise però dalla Regione, non c'è questa partecipazione decisionale, cioè questa parte importante della vita della Comunità Montana che si concretizza in alcune materie che verranno delegate nella decisione.

Io concordo che è un passo in avanti il fatto che decisioni a livello regionale trovino anche già esecuzione per quanto riguarda opere pubbliche e concrete realizzazioni da parte della Comunità Montana, il nostro concetto è proprio quello che è in discussione, cioè di prevedere anche una maggiore autonomia decisionale, una maggior partecipazione decisionale da parte delle Comunità Montane stesse.

Andrione (U.V.) - Ma così come è formulato l'articolo suscita notevolissima perplessità, io non concordo neanche con la proposta dell'Assessore Maquignaz perché mi sembra che in diritto amministrativo la delega all'esecuzione delle opere sia un fenomeno normale e che non abbia bisogno di un particolare articolo di legge, ma se si vuole mettere un articolo di questo genere deve essere molto più specificato e deve essere detto di che tipo di funzioni si tratta, perché parlare di funzioni proprie ad un certo momento noi potremmo delegare non so, le funzioni del Sovraintendente alle Scuole o del Sovraintendente alle Antichità e Belle Arti. Insomma questo articolo apre delle porte che mi sembrano assolutamente eccessive.

Si parla di delegare funzioni proprie, cioè proprie dell'Ente Regione o dell'Ente Comune alla competenza decisionale e finanziaria delle Comunità Montane, detto in questa maniera non mi sembra un articolo di legge, questo vuol dire semplicemente fare una affermazione di principio, che ci possono essere delle funzioni ma bisognerebbe specificare quali funzioni può delegare.

Qui lo so, sembrerebbe che se io dovessi magari domani fare parte di una Comunità Montana e chiedo la delega di certe funzioni che sono di competenza della Regione, mi posso sempre attaccare ad un articolo di legge di questo genere, mentre deve essere circoscritto e specificato.

Montesano (P.S.D.I.) - Interventi? Allora mettiamo ai voti l'emendamento, cioè l'articolo aggiuntivo 15bis). Chi vota a favore alzi la mano, dunque sono otto, sulla proposta dell'articolo aggiuntivo 15bis) che recita: "La Regione e i Comuni possono delegare funzioni proprie alla competenza decisionale e finanziaria delle Comunità Montane".

Favorevoli: otto.

Contrari: astenuti.

Il Consiglio respinge.

Allora, articolo 16 - Il Consiglio approva.

Articolo 17 - Il Consiglio approva.

Articolo 18 - Il Consiglio approva.

Articolo 19 - C'è un emendamento del Partito Comunista.

Dolchi (P.C.I.) - Non c'è molto da illustrare, perché è il completamento direi così delle scadenze dell'iter che l'art. 19 prevede per l'attuazione dei piani di sviluppo delle Comunità Montane.

Ora la Regione, dice l'articolo "potrà provvedere con fondi propri all'integrazione di quelli previsti dall'art. 5 della legge sia per le spese ordinarie che per quelle di investimento". Ora, siccome c'è un termine, non c'è una presa di posizione nella legge che concluda questo iter, la nostra proposta di emendamento è che entro il 30 novembre, visto che la legge fissa a settembre l'impegno per le Comunità Montane, che ci sia anche l'impegno dell'Amministrazione regionale che entro il 30 novembre adotta le sue decisioni sui finanziamenti.

Questo perché? Perché per il prossimo esercizio finanziario e il Comune e la Comunità Montana interessata alla proposta e il Consiglio regionale per la predisposizione del suo bilancio, essendo legato questo anche all'integrazione, abbiano una scadenza in cui, su cui contare.

La legge nazionale parla di 30 settembre per le Comunità Montane, ora siccome noi nell'articolo 19 facciamo riferimento preciso alla eventualità di integrazione, ci sembra ovvio, per la normalità della procedura, che la legge indichi che il Consiglio regionale queste cose le dica entro un lasso di tempo precisato che noi proponiamo entro il 30 novembre, che sono due mesi dopo che la Comunità Montana si sia pronunciata.

Montesano (P.S.D.I.) - La parola all'Assessore Maquignaz.

Maquignaz (D.P.) - ...

Andrione (U.V.) - No, quello che non capisco è il fatto che nel primo comma dell'art. 19 si parla di eventualità e si parla di "potrà provvedere", mentre nei due commi successivi praticamente diventa un obbligo e quindi bisognerebbe correggere, "entro tale data il Consiglio regionale provvederà a ripartire ..."... (Voce del Consigliere Dolchi) ...No, ma non c'è l'eventualità, mi sembra che sia, almeno da come leggo, perché dice "previa istruzione da parte della Giunta, i piani di cui al comma precedente devono essere presi in esame dal Consiglio regionale entro il 30 novembre al fine della decisione sui finanziamenti. Entro tale data il Consiglio regionale provvederà a ripartire fra le Comunità Montane i fondi a disposizione, sulla base dei programmi stralcio", qui non c'è più eventualità, qui ripartisce.

Montesano (P.S.D.I.) - Consigliere Chincheré.

Chincheré (P.C.I.) - Così, brevemente, per Andrione, l'avevo detto nella mia introduzione, il nostro timore è un po' questo: che facciamo delle Comunità Montane un altro centro studi, cioè noi non vogliamo che le Comunità Montane diventino un centro di elaborazione in cui fanno dei bellissimi documenti. Io non so se avete dato una occhiata a quali sono i contenuti di un piano stralcio che vanno dallo studio dell'ambiente naturale alla demografia e occupazione, all'ambiente agricolo e forestale, turismo, servizi sanitari, cioè sono quattro o cinque pagine. Ecco, noi corriamo il rischio di far lavorare quella gente per niente. Noi abbiamo, dico, scusate la parola un po' fuori posto, il dovere morale di dare una risposta ai malloppi che pensiamo ci diano entro il 30 novembre di ogni anno, non possiamo per analogia, questi studi non potranno far la fine dei piani regolatori, mica per niente, l'anno dopo non ce li mandano più. Dobbiamo dare una risposta, dire queste cose qui siamo d'accordo, queste ve le finanziamo al 30%, quelle che ve le finanziamo, qui non siamo proprio d'accordo perché sono state dette delle cose che non stanno né in cielo né in terra, ma dobbiamo esprimere a parole e nei fatti una volontà e un giudizio.

Andrione (U.V.) - Sì, ma questo è il primo comma, sul primo comma di emendamento io almeno sono d'accordo, è sul secondo comma e ripeto che mi viene un dubbio, cioè perché qui praticamente si stabilisce che ci sono dei fondi da ripartire, il che può essere vero.

Chincheré (P.C.I.) - Secondo me ci sarebbe da ripartire il bilancio intorno alle scelte delle Comunità Montane.

Andrione (U.V.) - Può anche essere vero, ma ripeto che questa è una opinione personale.

Chincheré (P.C.I.) - No, perché io non vorrei poi che le Comunità Montane fanno dei piani stralcio e la Regione, il Consiglio regionale ne fa un altro e finanzia per conto suo.

Andrione (U.V.) - Comunque rimane il fatto che il Consiglio regionale dovrà comunque fare una politica regionale, non potrà fare politica solo attraverso le Comunità Montane, avrà la politica sua, quindi ci sarà il momento in cui nella ripartizione dei fondi, per dire, nel comprensorio di Gressoney, per fare una ipotesi perché stavo guardando Freppaz, nel comprensorio di Gressoney in quel caso e per quell'anno non ci saranno fondi da ripartire, mentre invece ci saranno dei fondi particolari per Courmayeur, perché coinciderà con una politica regionale.

Montesano (P.S.D.I.) - La parola all'Assessore Maquignaz.

Maquignaz (D.P.) - Ma mi pare che qui sono due i problemi. Qui stabiliamo con questi emendamenti che i piani devono essere approvati dal Consiglio mentre invece nella legge risulta che sono approvati con deliberazione delle Comunità in base a quella norma dell'articolo 5. Quindi primo emendamento, diciamo che la prima variazione sostanziale.

Secondo, mi pare che mentre possiamo concordare sul primo comma, perché qui possiamo anche essere d'accordo che i piani debbano essere approvati dal Consiglio, però naturalmente noi stabiliamo nel secondo comma che devono essere, pervenire entro una determinata data e siamo in contrasto invece con l'articolo 15 che stabilisce entro un anno dalla sua istituzione. Quindi mi pare, all'art. 15 noi diciamo che la Comunità Montana, entro un anno dalla sua istituzione, deve approntare il piano, qui parliamo invece di 30 settembre.

Perciò sul secondo comma, mi pare, c'è da riesaminare ancora, mentre sul primo se il Consiglio è d'accordo che i piani debbano essere approvati dal Consiglio regionale, io penso che si può anche accettare, però teniamo presente che nella legge noi non lo diciamo "tutte le deliberazioni delle Comunità Montane sono soggette alla tutela in base alla legge che noi abbiamo per i Comuni".

Quindi è normale che qui noi introduciamo un concetto diverso, cioè che l'approvazione spetta al Consiglio regionale.

Il secondo comma, per di più, c'è quell'inconveniente che contrasta con l'art. 15.

Montesano (P.S.D.I.) - Allora chi prima? Assessore Lustrissy.

Lustrissy (D.P.) - A me pare, perché è un'opinione mia personale, che si stia facendo un po' di confusione su quelli che sono gli organi che intervengono nella questione e nella gestione del controllo degli atti delle comunità. Ora, la Comunità è un organo che delibera come tutti gli organi, gli enti locali di questo tipo, l'attività di controllo è espletata dalla Giunta regionale. Ora, non si può ad un certo punto sottrarre all'attività della Giunta regionale una attività che è tipica dell'organo, che è quella di controllo, è un altro concetto poi quella dell'integrazione dei fondi alle Comunità, questo è un altro problema, perché l'eventuale, diciamo così, integrazione di fondi per le Comunità per determinati motivi è chiaro che dovrà far parte di una serie di proposte che la Giunta regionale nel complesso farà al Consiglio regionale per il finanziamento, che saranno o compresi nel piano annuale dei lavori o con altri criteri o con un'altra procedura, ma non si può sottrarre al controllo dell'organo, - cioè adesso bisticcio anche con le parole -, all'organo di controllo un atto che è sottoposto al suo controllo.

E chiaro che le eventuali integrazioni e tutte queste cose dovranno per forza di cose essere approvate dal Consiglio regionale perché la Giunta ha dei poteri e dei limiti di stanziamento, e poi tutto questo problema dovrà essere affrontato globalmente, cioè gli eventuali piani pluriennali adottati dalle Comunità, se ricorrerà il caso di integrazione, di intervento, la Giunta dovrà predisporre a sua volta e istruire tutta la pratica da riportare al Consiglio regionale per l'esame ulteriore e l'eventuale concessione di contributo. Però facciamo attenzione poi a non confondere i livelli di responsabilità in base a quella che è la legislazione, è normale.

Montesano (P.S.D.I.) - Consigliere Dolchi.

Dolchi (P.C.I.) - Ma se ci rifacciamo alla legge nazionale, articolo 5, che l'articolo 5 della legge regionale richiama, all'articolo 19, noi leggiamo nella legge nazionale che viene in un certo qual modo completato il discorso come il nostro emendamento prevede e cioè: "Gli Organi regionali provvederanno annualmente, sulla base della ripartizione compiuta a norma del precedente articolo 4" - dice la legge nazionale - " a finanziare i programmi stralcio che ciascuna Comunità Montana dovrà presentare entro il 30 settembre".

Ora, fin qui siamo d'accordo, la legge nazionale prevede che il piano deve essere presentato entro il 30 settembre, lo stralcio, entro un anno deve fare il piano generale, ma lo stralcio deve farlo ogni anno entro il 30 settembre per richiedere i finanziamenti. Ebbene, siccome è un problema che investe tutta l'economia regionale e saranno i piani stralcio di tutte le Comunità Montane, noi riteniamo che quando la legge nazionale dice "gli Organi regionali", la legge regionale possa in questo caso, senza togliere niente al controllo degli atti delle Comunità Montane fatte secondo la legge regionale, secondo la procedura normale, che in questo caso sia il Consiglio regionale a pronunciarsi e pronunciarsi entro il 30 novembre.

Ecco, non mi sembra che ci siano contrasti, perché l'art. 19 della legge regionale si richiama alla legge nazionale, la legge nazionale fissa il 30 settembre per gli stralci da parte delle Comunità Montane, noi cosa chiediamo alla legge regionale con il nostro emendamento? Che sia fissato, che l'Organo, e in questo caso sia il Consiglio regionale prende in esame questi piani stralcio entro il 30 novembre.

Ritenete che sia troppo impegnativo anche la ripartizione dei fondi a disposizione, può creare l'equivoco che è costretta la Regione a fare, togliamolo nell'emendamento il secondo comma. Mi sembra che per una precisazione sull'iter che dovrà seguire la procedura, che sia mantenuto almeno il primo, perché - ripeto e concludo - la legge nazionale fissa una data del 30 settembre. Noi completiamo questo concetto con una seconda data, quella del 30 novembre, e con la fissazione dell'Organo regionale, che la legge nazionale lascia vago, dicendo che è il Consiglio regionale che prenderà in esame, in una seduta prima del 30 novembre, tutti i piani di stralcio delle Comunità e avrà anche la possibilità di confrontare, di mettere a confronto le varie iniziative e le varie posizioni che le varie Comunità Montane avranno adottato, gli squilibri che potranno esserci anche nella valutazione dei piani stralcio delle stesse Comunità Montane, cioè solo il Consiglio regionale avrà la visione completa, ogni Comunità Montana potrà fare dei piani stralcio esageratamente vasti o ristretti, il Consiglio regionale avrà la possibilità di metterli a confronto e di avere una visione più ampia.

Montesano (P.S.D.I.) - Concordo perfettamente con quanto ha detto il Consigliere Dolchi perché a mio avviso si tratterebbe in questo caso di un esempio di collaborazione fra le Comunità Montane e il Consiglio regionale, in quanto sulla base del programma stralcio delle Comunità Montane il Consiglio regionale sussume, come si dice in termini tecnici, quello che è lo stralcio che diventa in quel momento, diventa interesse regionale, diventa politica regionale attraverso lo studio che è stato fatto dalle Comunità Montane.

La mia preoccupazione, per riprendere il discorso di fondo, la mia preoccupazione è che i fondi previsti dalla legge 3.12.1971, quei fondi lì, quel fondo mi preoccupa. Il punto fondamentale per cui io sono perplesso su questa legge è che mancheranno i fondi, per cui le nostre integrazioni saranno le uniche vere finanze delle Comunità Montane, questo è il punto per il quale io mi oppongo al secondo comma, dove si parla di ripartire dei fondi come se fosse un obbligo regionale, perché allora noi non facciamo più della politica regionale, non collaboriamo più con le Comunità Montane ma diventiamo semplicemente, ancora una volta, dei sussidiatori.

Montesano (P.S.D.I.) - La parola all'Assessore Chantel.

Chantel (P.S.I.) - Io ho un'altra perplessità e la perplessità è questa, noi esaminiamo i diversi piani, diamo il giudizio sulla parte accettabile o diamo le priorità ecc. però a novembre non abbiamo ancora un bilancio, anzi abbiamo esaurito un bilancio e non abbiamo nessuna possibilità di dar valore economico alle nostre decisioni.

Ora, io troverei molto più logico che questo dovrebbe essere, diciamo così, discusso e vagliato in sede di bilancio, cioè se è vero che voi volete avere una idea generale di quelle che sono le richieste e le necessità o la programmazione delle Comunità Montane è altrettanto vero che la misura, il peso e l'intervento eventuale della Valle d'Aosta è legato senza dubbio al bilancio, perché diventa una scelta, diciamo così, amministrativa e politica, cioè voi non potete, prima che sia fatto il bilancio, ne conosciate l'entità, sapete qual è sto bilancio, impegnare dei miliardi su un bilancio che non è discusso, perciò voi fareste un doppio lavoro. Prima pigliate in considerazione le richieste e discutete sui piani presentati dalle Comunità Montane, quando avete fatto tutto sto lavoro ne dovete poi fare un secondo per vagliare gli eventuali interventi.

Ora che lo Stato dia o non dia i quattrini, io ritengo che bene o male, se c'è una legge nell'applicazione della legge, lo Stato li dovrà dare questi quattrini; o sotto una forma o sotto un'altra li dovrà dare, e d'altronde io ritengo che il giorno che ci siano le Comunità Montane, il programma lavori dovrebbe in buona parte cadere, perché il programma lavori dovrebbe più che riguardare quella parte che è pertinente esclusivamente della Regione, ma il programma lavori presentati cime sono stati presentati fino adesso, cioè attraverso le richieste dei singoli comuni e il vaglio dei singoli Comuni ecc. di fronte alla Comunità Montana dovrebbero cadere, e allora io sono un po' perplesso che voi fissiate a tutti i costi il 30 di novembre, mentre sarebbe molto più logico fare una considerazione, questi presentano entro il 30 settembre e durante la presentazione del bilancio va liquidato tutto; abbiamo un termine molto più logico.

Cioè questo implica la presentazione del bilancio, il vaglio nello stesso tempo delle richieste o dei programmi delle Comunità Montane e in quella sede uno può dire: "noi nel bilancio complessivo per le Comunità Montane mettiamo un miliardo, due miliardi, tre miliardi", non so se do il concetto, mentre tutto questo non avverrebbe, non so, è un po' una preoccupazione dal lato amministrativo, poi del resto io non lo so, ad ogni modo io la vedo così.

Montesano (P.S.D.I.) - Altri interventi?

Allora desidererei che fossero formulate bene le proposte, ah prego.

Lustrissy (D.P.) - Dato che è un concetto abbastanza importante questo, non è che si perda del tempo, è bene chiarirlo, non vorrei che alle volte gli emendamenti così che non sono stati esaminati ancora, li esaminiamo in questo momento però non abbiamo tutti quanti la sensazione di cosa potrebbero comportare sul piano dell'attuazione pratica, rischiamo, no, io per esempio li ho visti adesso, rischiano però di sconvolgere determinati criteri di intervento dell'Amministrazione regionale.

Ora, mi pare che riagganciandoci a quanto diceva l'Assessore Chantel sarebbe forse sì opportuno fissare un termine della presentazione dei piani da parte dei piani stralcio, da parte delle Comunità Montane, fissare un termine e c'è la legge, e questo esiste già per legge, poi in base ai progetti presentati, la Giunta dovrà per forza, in sede istruttoria, elaborare una serie o le proposte da portare alla discussione del Consiglio regionale, cioè anche non so, io mi riferisco anche a quanto è stato fatto per gli strumenti urbanistici comunali, non è che il Consiglio entri nel merito dei piani urbanistici comunali, il Consiglio delega la Giunta a mettere in attuazione il piano urbanistico regionale; è competente ad esprimere, è sempre la Giunta regionale, cioè l'organo che esprime poi il parere. Qua si tratta in effetti però di intervenire in un modo diverso, cioè tutte le volte che si prevedono delle integrazioni e tutte le volte che si coinvolge il bilancio regionale è chiaro che il Consiglio regionale dovrà esprimersi su questo tipo di intervento ed è altrettanto evidente che in quella sede la Giunta dovrà sottoporre al Consiglio, non piano per piano, ma tutte le proposte avanzate in sede di Comunità Montane, affinché il Consiglio regionale le possa esaminare e possa decidere in merito sul programma di intervento.

Montesano (P.S.D.I.) - Nessun altro intervento? Allora Consigliere Dolchi la pregherei di dire un'ultima parola su questi suoi emendamenti, come modificarli, se mantenerli o no.

Dolchi (P.C.I.) - Noi, Signor Presidente, Colleghi, non vogliamo a tutti i costi far passare i nostri emendamenti, li abbiamo presentati dicevo un mese fa, li abbiamo esaminati nell'ambito del nostro Gruppo, in assemblee, e ci sembravano un apporto collaborativo positivo; non vogliamo imporli se la maggioranza del Consiglio ritiene che non siano accettabili, beh li votiamo solo noi e si può procedere. Per quanto riguarda questo, relativo all'articolo 19 io, in accoglimento a quella preoccupazione dell'Assessore Chantel e per eliminare ogni possibilità di equivoco sulla preoccupazione di Andrione che potrebbe anche trovarci in parte concordi per quanto possono essere le carenze che ci vengono dalla legge nazionale, per lo meno dallo stanziamento dei fondi della legge nazionale, ritirerei il secondo comma e limiterei l'emendamento a questa frase "previa istruzione da parte della Giunta", come diceva adesso l'Assessore Lustrissy, i piani di cui al comma precedente devono essere presi in esami dal Consiglio regionale "in concomitanza e non oltre l'approvazione del bilancio preventivo per l'anno successivo al fine della decisione sui finanziamenti".

Montesano (P.S.D.I.) - Allora vuol dettare in modo che possano scrivere i funzionari?

Dolchi (P.C.I.) - "In concomitanza e non oltre l'approvazione del bilancio preventivo per l'anno successivo al fine della decisione sui finanziamenti".

Montesano (P.S.D.I.) - Quindi secondo comma ritirato.

Dolchi (P.C.I.) - Secondo comma ritirato. È chiaro che non figura qui la data del 30 settembre ma il riferimento dell'articolo 19... (voce) ..."da parte della Giunta, i piani di cui al comma precedente devono essere presi in esame dal Consiglio regionale in concomitanza e non oltre l'approvazione del bilancio preventivo per l'anno successivo al fine della decisione sui finanziamenti".

Montesano (P.S.D.I) - Va bene così? Allora la Giunta è d'accordo per quanto riguarda la sua decisione?

(voci Andrione, Dujany, Dolchi)

Maquignaz (D.P.) - Ma il concetto così è già più accettabile, per... faccio presente che l'articolo 20 noi stabiliamo che questa ripartizione dei fondi deve avvenire con deliberazione del Consiglio regionale, quindi l'articolo 20 lo precisa già, che questo è compito del Consiglio, solo che l'istruttoria, l'esame di questi piani era rimasto sulle competenze della Giunta che approva le varie deliberazioni delle Comunità Montane, la differenza è tutta lì.

Quindi se è solo un problema di fondi, il problema della ripartizione che spetta al Consiglio è già indicato chiaramente all'articolo 20; se invece vogliamo che questi piani siano approvati dal Consiglio è chiaro, dobbiamo accogliere l'emendamento. È questa la decisione che dobbiamo prendere.

Andrione (U.V.) - No, mi sembra che siano due concetti differenti, cioè la ripartizione dei fondi destinati alle Comunità Montane, tenuto conto della superficie, popolazione, ecc. è una cosa che fa il Consiglio, su questo siamo tutti d'accordo non ci sono problemi, ma l'esame degli stralci dei programmi, cioè l'esame di quegli studi che dovrebbero essere fatti, io qui faccio una riserva personale, solo personale, su come saranno fatti questi studi, ma comunque l'esame di questi stralci in funzione della decisione sui finanziamenti, ma decisione che è ipotetica, che è eventuale perché la Regione può decidere di integrare e può decidere di non integrare quando sappia qual è la spesa dello Stato, quali sono i fondi che le Comunità hanno destinato con i programmi stralcio, soltanto allora la Giunta nell'insieme di questi programmi stralcio, previo istruzione, arriva in Consiglio regionale e il Consiglio regionale decide se integrare o non integrare, formalmente evidentemente sarà la Giunta che avrà stabilito qual è la sua politica regionale e presenterà la maggioranza, ma è un atto di governo, e quindi il Consiglio regionale è chiamato a votare.

Montesano (P.S.D.I.) - Bene, bisogna arrivare ad una conclusione e ad una decisione, bisogna.

Dolchi (P.C.I.) - Il Consiglio deve avere la visione d'insieme non solo dei fondi come previsto.

Montesano (P.S.D.I.) - Allora rileggere l'emendamento.

Maquignaz (D.P.) - Dunque la proposta che faceva il Presidente è questa: "previa approvazione da parte della Giunta, i piani di cui al comma precedente devono essere presi in esame dal Consiglio regionale ai fini delle decisioni sui finanziamenti entro e non oltre l'approvazione del bilancio di previsione per l'anno successivo" o "in sede di approvazione del bilancio preventivo", ai fini del finanziamento devono venire in Consiglio previa approvazione da parte della Giunta.

Dolchi (P.C.I.) - Noi vogliamo proprio togliere alla Giunta la possibilità di approvare il piano, perché allora il Consiglio non discute più niente, il piano è approvato e una volta approvato si dice al Consiglio: costa tanto, lo volete integrare o non integrare?

Il Consiglio, secondo noi, deve - e in questo caso aspettiamo una lancia per una maggiore vita democratica del Consiglio e scarichiamo un po' di lavoro alla Giunta che ne ha già tanto, ecco facciamo in modo che sia il Consiglio ad adottare delle decisioni, sono delle scelte di fondo e quindi queste scelte di fondo che riguardano tutte le Comunità Montane, sia fatto dal Consiglio, si assumano le forze politiche i Gruppi consiliari la loro responsabilità a livello consiliare, facciamo, imparino, studino, affrontino i problemi della Valle d'Aosta i Consiglieri regionali, e quindi eleviamo il livello di dibattito consiliare, sarà il prossimo Consiglio regionale a cominciare a lavorare un po' meglio, ma diamo noi con delle norme legislative la possibilità che questo venga fatto dal Consiglio.

Quindi non cerchiamo di demandare tutto l'esecutivo, facciamo che il Consiglio si assuma le sue responsabilità di studio, di elaborazione e di decisione.

In questo modo, col nostro emendamento, noi riteniamo che possa essere una valida strada.

Montesano (P.S.D.I.) - Nessun altro intervento? Allora tenuto conto che il Consigliere Dolchi ha ritirato il secondo comma e mantiene il primo comma modificato così come è stato letto, io metto ai voti, io prego di fare attenzione perché va in votazione, metto ai voti l'emendamento del Consigliere Dolchi riferito esclusivamente al primo comma, chi approva alzi la mano, nove? Guardate che io spiego le ragioni delle votazioni, voi siete distratti e perciò bisogna rifare... (voci) ...Io rispiego lo scopo della votazione, esiste un emendamento del Consigliere Dolchi che voi avete fra l'altro nei vostri allegati, appunti io ho aggiunto questo, Chantel tu non eri presente qui quando io ho spiegato, quindi perciò non devi fare degli appunti.

Ritira il Consigliere Dolchi il secondo comma che è, lo devi vedere sul tuo al legato, ritira il secondo comma, vuoi che te lo legga perché non ce l'hai, ritira il secondo comma. Il primo comma rimane così com'è, però con l'aggiunta letta dal Consigliere Dolchi.

Io prego i funzionari di darmi la dizione completa di quello che ha dettato Dolchi e siete tutti testimoni che l'ha dettato, io l'ho fatto anche rallentare nella dettatura "previa istruzione da parte della Giunta i piani di cui al comma precedente devono essere presi in esame dal Consiglio regionale in concomitanza devono essere presi in esame dal Consiglio regionale in concomitanza e non oltre l'approvazione del bilancio preventivo per l'anno successivo al fine della decisione sui finanziamenti".

Consigliere, guardi che siamo arrivati alla votazione...

Montesano (P.S.D.I.) - ...se non si è d'accordo vota contro.

Chantel (P.S.I.) - In concomitanza con il bilancio.

Montesano (P.S.D.I.) - Sì, in concomitanza con il bilancio, io vi ho letto quello che è stato dettato, e allora si passa alla votazione, chi vota a favore alzi la mano per l'emendamento Dolchi.

Contro? Astenuti? Allora l'emendamento è approvato. Tutti, è approvato all'unanimità, quindi prego i funzionari di controllare anche il numero di voti.

L'articolo va approvato con questo emendamento quindi è pacifico. Il Consiglio approva.

Articolo 20 - C'è un emendamento della Commissione Agricoltura.

Ma per favore! Fate un po' di silenzio.

Assessore Lustrissy, io La prego.

Lustrissy (D.P.) - Ma se non parlo!

Montesano (P.S.D.I.) - Ma come non parla! Parla il Consigliere Dayné, eh diamine!

Dayné (U.V.) - A questo articolo più che di emendamento bisogna parlare di correzione, perché qui...

Montesano (P.S.D.I.) - ...io abbandono l'aula se non si mantiene un po' di disciplina, ma no, non possiamo andare avanti così! Oppure che si rida, si rida sugli interventi del Presidente del Consiglio!

Prego, Consigliere Dayné.

Dayné (U.V.) - A questo articolo la Commissione Agricoltura più che di emendamento propone una correzione, perché il paragrafo b) è detto "dalle popolazioni residenti nella Comunità con reperimento anche lì dice dell'immigrazione" qui si voleva dire "emigrazione" perché non è logico che sia "immigrazione", si voleva dire "emigrazione", e quindi la Commissione proporrebbe un'altra parola "l'indice di spopolamento" che risponde più alla realtà effettiva.

Montesano (P.S.D.I.) - D'accordo? Allora il Consiglio approva.

Articolo 21 - Il Consiglio approva.

Articolo 22 - C'è un emendamento del Partito Comunista.

(Interruzione di voce) ...Il Consiglio approva.

Articolo 24 - Il Consiglio approva.

Articolo 25 - Il Consiglio approva.

Articolo 27 - C'è un emendamento del Partito Comunista, prego il Rag. Dolchi di illustrarlo.

Dayné (U.V.) - Pure la Commissione Agricoltura all'articolo 27 c'è un emendamento proposto.

Montesano (P.S.D.I.) - Sì al 27, allora prima Lei.

Dayné (U.V.) - Dunque al quinto rigo la Commissione proporrebbe di aggiungere la parola "personale incaricato e o comandato" non solo comandato, perché può essere anche incaricato non solo comandato, che comanda è una cosa un po' più rigida.

E inoltre aggiungere all'ultimo rigo dice "o da altri enti locali nonché dalla consulenza del personale dell'Ufficio Regionale di Programmazione e dell'Ufficio di Urbanistica" aggiungere la seguente dizione "su richiesta del Direttivo della Comunità", perché non che questo personale venga imposto, che sia la Comunità a dover richiederlo il personale.

Dolchi (P.C.I.) - Questo emendamento si illustra da sé, noi prevediamo con questo emendamento che gli Enti Locali e gli uffici non solo per la predisposizione del primo piano possano comandare personale proprio, ma anche per i compiti normali spettanti alle Comunità Montane o ad essi delegati, cioè un aiuto permanente che i Comuni e gli uffici regionali possano dare alle Comunità Montane.

Montesano (P.S.D.I.) - Il Consiglio è d'accordo?

Allora l'articolo è approvato con l'emendamento proposto dal Presidente della Commissione Agricoltura e quello del Partito Comunista.

Articolo 28 - Non ci sono emendamenti? Sì? Sì il vecchio 27.

Dolchi (P.C.I.) - Noi riteniamo che sia già un problema quello dell'applicazione della legge nazionale delle funzioni di Segretario Comunale che provoca una certa immissione di Segretari comunali con lauree prese distanti dalla Valle d'Aosta, che non dovrebbe essere ancora incoraggiato anche dalle funzioni che possono essere svolte nella Comunità Montana. Ecco perché pensiamo di ampliare a tutte le lauree, non solo a quelle in Giurisprudenza, ma in Economia e Commercio, Scienze Politiche e altre equivalenti, cioè per dare maggior spazio alla partecipazione di elementi laureati valdostani all'esercizio dei funzionari delle Comunità Montane, e inoltre ci sembra indispensabile che venga ribadito - qualcuno potrà dire: ma è implicito - poi implicito bisogna assumere un traduttore che traduca dall'italiano in francese perché è talmente implicito che tutti debbono sapere il francese che poi se non ci sono i traduttori che traducono in francese non si hanno gli atti e i provvedimenti in francese - che sia precisato già nella legge, previa prova di conoscenza della lingua francese.

Ci sembra che sia un emendamento che tiene conto di una realtà valdostana, che se uno è laureato, praticamente poi è anche laureato in Scienze Politiche o con altre lauree può svolgere queste mansioni, e la prova di conoscenza della lingua francese è una garanzia per lo meno un motivo di favore del quale non possiamo sottacere l'importanza.

Montesano (P.S.D.I.) - La Giunta accoglie l'emendamento? Allora Presidente della Giunta.

Dujany (D.P.) - Ma direi che la dizione dei requisiti richiesti per l'esercizio delle funzioni di Segretario Comunale corrisponde alla dizione esplicita dei titoli di studio previsto nell'emendamento, perché possono partecipare al concorso di Segretario comunale i laureati in Giurisprudenza, Economia e Commercio, Scienze Politiche o altre lauree equipollenti.

Direi che converrebbe probabilmente accogliere l'ultima parte dell'emendamento, quindi direi lasciare la dizione dell'articolo 28 quale proposto dalla Giunta, aggiungendo "previa prova di conoscenza della lingua francese", perché il resto mi pare che sia già implicito.

Montesano (P.S.D.I.) - Allora l'articolo va votato, sono tutti d'accordo su questo emendamento così modificato a sua volta dal Presidente della Giunta? D'accordo.

Allora il Consiglio approva.

Articolo 29 - Il Consiglio approva.

Si passa alla votazione a scrutinio segreto.

Risultato della votazione: presenti 26; votanti 26; favorevoli 23; contrari 3. Il Consiglio approva.

La seduta viene chiusa e il Consiglio è convocato come si sa per domani alle ore 9,30.

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Si dà atto che la seduta termina alle ore 20,57.