Oggetto del Consiglio n. 318 del 15 gennaio 2009 - Resoconto
OGGETTO N. 318/XIII - Ritiro di mozione: "Interventi per sopperire alla crisi in atto presso la Cogne Acciai Speciali di Aosta".
Mozione
Preso atto che anche la Cogne Acciai Speciali di Aosta è stata toccata dall'onda lunga della crisi e ha dovuto ricorrere alla Cassa integrazione;
Constatata l'importanza strategica di tale realtà produttiva che resta tuttora la più importante nel panorama valdostano per numero di occupati;
Appurato che i provvedimenti per assorbire la crisi toccano anche i dipendenti a tempo determinato a cui non è stato o non verrà rinnovato il contratto a termine;
Acclarato che già si prospetta una riduzione di quasi il 10% del personale attraverso il ricorso degli incentivi alla mobilità e al prepensionamento;
Visto lo sforzo positivo che i vertici aziendali intendono compiere continuando nella politica di piani di investimento a lungo termine e sostegno all'attuale progetto di sviluppo;
Rilevato che vada fatto tutto il possibile per intrecciare le misure di assorbimento della crisi come gli ammortizzatori sociali con quelli di rilancio e sviluppo coordinando le scelte generali del Consiglio e del Governo regionale con quelle aziendali;
Il Consiglio regionale
Impegna
la commissione competente ad individuare di concerto con il Governo regionale tutti gli strumenti per coinvolgere in tempi brevi l'Azienda C.A.S. di Aosta e le OO.SS. al fine di costruire un tavolo di confronto che condivida un piano concertato che affronti con congruenza e tempestività la crisi del settore nei prossimi mesi.
F.to: Donzel - Carmela Fontana - Rigo
Président - La parole au Conseiller Donzel.
Donzel (PD) - Questa mozione si colloca nell'alveo della discussione che abbiamo avuto ieri rispetto alla delicatezza della crisi economica che stiamo attraversando e che tocca anche la nostra Regione.
Non è una situazione dell'ultima ora, sappiamo che l'azienda CAS di Aosta aveva già cercato, fin dall'autunno scorso, di intervenire in qualche modo per alleviare il peso della crisi che si stava manifestando nel settore della siderurgia attraverso una serie di interventi interni, che poi non sono più stati sufficienti e adesso si deve ricorrere alla cassa integrazione.
Perché per noi era importante porre all'attenzione la situazione di questa fabbrica? Non perché non ci siano altre aziende che sono in difficoltà in Valle d'Aosta, ma perché probabilmente, anche se molti oggi non ricordano più i nomi di Charles van der Straten Pontoz o di personalità come Pio Perrone, questa fabbrica sta facendo la storia della Valle d'Aosta da almeno cento anni. Quindi una storia così significativa ha avuto una influenza senza dubbio notevole sulla nostra Regione, basti ricordare che gli abitanti di Aosta sono cresciuti anche parallelamente allo sviluppo dell'attività industriale e che la nostra città, i nostri paesi hanno beneficiato dell'attività industriale.
Vorrei qui ricordare le parole di un grande sindacalista, forse il più grande sindacalista che abbia lavorato nella fabbrica Cogne, Sergio Graziola, che nonostante gli anni difficili, quelli dal dopoguerra fino agli anni '70, anni in cui in fabbrica alle volte c'era un morto sul lavoro al mese, e sappiamo quante siano state le malattie gravi come la silicosi, lui, che proprio contro queste cose combatteva, ebbe a dire che la Cogne per la Valle d'Aosta rappresenta il benessere dei lavoratori.
Ecco che ci vuole un'attenzione particolare che deve essere segnalata sul momento attuale di questa azienda, perché oltre alla cassa integrazione, che sembra per adesso interessare i primi tre mesi dell'anno e che è abbastanza distribuita, quindi non colpisce unilateralmente alcuni lavoratori ma cerca di toccare più occupati, quello che ci preoccupa è il mancato rinnovo dei contratti a termine. Parliamo di cifre che si aggirano fra le settanta e le novanta unità. Guardate: settanta, novanta unità di contratti non riconfermati significano esattamente il numero di intere fabbriche che chiudono in Bassa Valle, quindi si tratta di cifre importanti.
Altro dato importante è la riduzione, che potrebbe arrivare quasi al dieci per cento, del personale attraverso il ricorso degli incentivi alla mobilità e al prepensionamento; tutto questo potrebbe comportare una riduzione alla fine di questo processo del numero degli addetti presso questa azienda. Non tenere conto che questo processo ridimensiona il numero degli addetti sarebbe grave.
Non sottovaluto che in questi giorni è in atto una positiva trattativa fra i sindacati e l'azienda, che in qualche modo cerca di attenuare questo fenomeno della non riconferma dei contratti a termine, ma per molti si parla di slittare al 2010, vuol dire stare un anno senza lavoro! E non è ad oggi chiaro e determinato che l'eventuale riduzione di posti attraverso prepensionamento siano tutte ricomposte dalla riassunzione di questi contratti a tempo determinato.
Voglio altresì non dimenticare lo sforzo dell'azienda. In un momento così delicato bisogna riconoscere che l'azienda sta investendo per riqualificare dei settori produttivi, e questo è il segnale importante che non può essere dimenticato in un dibattito di questo tipo.
Allora cosa vogliamo dire con questa mozione? Vogliamo dire che abbiamo coscienza del ruolo fondamentale di questa azienda per la Valle d'Aosta, riconosciamo che c'è in atto una situazione positiva rispetto a qualche anno fa di costruzione di dialogo fra parti sociali e azienda, riconosciamo che l'azienda ha un impegno importante di investimenti che ci garantisce della sua volontà di intraprendere quella strada; quello che chiediamo è che ci sia un tavolo in questi mesi difficili che faccia in modo che le misure che vengono prese dal Governo regionale siano in sinergia totale con l'azienda e le parti sociali, in modo che quel percorso già positivo che si sta avviando, in cui il segnale positivo che viene sia da parte dell'azienda sia da parte dei sindacati, abbia un ulteriore segnale e sia maggiormente rafforzato. Sono convinto che delle iniziative da parte del Governo regionale nei confronti dell'azienda e delle parti sociali su questo tema siano già state messe in atto, semplicemente si vuol ribadire che questo consiglio ne ha piena consapevolezza e vuole che questo tavolo sia un tavolo che rimane in piedi in questa delicata fase, fino al superamento di questa situazione.
Président - La parole au Président de la Région, Rollandin.
Rollandin (UV) - Grazie, Presidente. Credo che l'illustrazione della mozione abbia chiarito quali sono gli intenti: fare il possibile per superare un momento difficile, tenendo conto del ruolo che svolge l'azienda, come è stato anche sottolineato. Poi possiamo analizzare i numeri e con l'Assessore Pastoret abbiamo durante questo periodo seguito con attenzione le varie fasi che si sono succedute; non dimentichiamo che fino a qualche giorno prima della crisi c'erano nei piani della CAS programmi di interventi e di assunzioni importanti, purtroppo il precipitare della situazione ha creato delle difficoltà che portano oggi a rallentare un certo tipo di programmi e a prevedere un momento di difficoltà, che è stato dall'azienda portato all'attenzione delle forze sindacali.
Non dimentichiamo che l'azienda ha fatto in questi ultimi anni degli investimenti importanti, l'ultima pressa inaugurata poco tempo fa credo che sia un investimento di tutto rilievo in un panorama in cui la ridefinizione del complesso Cogne ha dato un po' l'idea di come vuole posizionarsi, non solo nel mercato nazionale ma sul mercato internazionale.
Il fatto stesso che il presidente dell'azienda sia responsabile nazionale del settore e sia in collegamento con il gruppo internazionale degli acciai la dice lunga sulla posizione di apertura che c'è oggi in questa azienda, nell'ambito della programmazione.
Con le forze sindacali c'è un dialogo aperto importante, sono state fatte delle riunioni per vedere come attivare, e per quali periodi, la cassa integrazione eccetera, quindi l'idea di costruire un tavolo di confronto, un tavolo concertato che condivida, che affronti con congruenza e tempestività la crisi, al di là della composizione diretta, cioè il fatto di riunire le tre parti, è già quello che è successo fino a ieri e che si sta profilando nei prossimi giorni fra azienda e forze sindacali.
Per quanto riguarda la Regione sono sempre stati tenuti aggiornati sia l'Assessorato competente che la Giunta, per quanto riguarda i provvedimenti che sono stati presi e che si intende prendere.
Voglio ricordare che la situazione nel breve periodo è quella che il collega conosce, la contrazione dell'attività prevista per il primo trimestre 2009 ha portato l'azienda a prevedere il ricorso alla cassa integrazione ordinaria per un periodo di tredici settimane, per una quota fra il cinquanta e il settanta per cento della forza lavoro (più di 600 su 1.160) che interesserà in particolare i reparti di lavorazione a freddo, maggiormente toccati dalla crisi internazionale. Inoltre lunedì 12 è stata raggiunta un'intesa preliminare con le organizzazioni sindacali, per l'apertura della procedura di immobilità volontaria dei lavoratori che dovrebbe interessare circa settanta lavoratori. L'accordo prevede incentivi mirati per tre anni con delle integrazioni economiche a sostegno della provvidenza INPS e il versamento delle contribuzioni previdenziali per i lavoratori vicini ai requisiti pensionistici, problema questo, importante, sollecitato da tempo dalle forze sindacali per risolvere anche quelle situazioni particolari di lavoratori esposti all'amianto. L'intesa sarà presentata ai lavoratori in questi giorni ed è fissato un incontro con l'azienda per la sua sottoscrizione.
L'azienda prevede inoltre di non riconfermare per il momento una parte dei contratti a termine - la preoccupazione manifestata dal collega - scaduti a fine 2008 e in scadenza nei primi mesi del 2009, si tratta di circa cinquanta contratti, dei quali, sulla base dei programmi dell'azienda, venti dovrebbero essere riattivati entro fine anno o inizio 2010 e dieci entro i primi mesi del 2009. La CAS inoltre conteggerà i periodi lavorativi a tempo determinato già effettuati ai fini del calcolo dei diciotto mesi di contratto a termine o interinali, dopo i quali scatta l'assunzione a tempo indeterminato per l'ottanta per cento dei lavoratori precari, come previsto nell'accordo del 2006.
Nel corso del 2008 la CAS ha prorogato cinquantanove contratti e trasformato a tempo indeterminato sessantanove contratti a tempo determinato.
Quindi credo che, tenuto conto di queste situazioni esistenti, non ci sia l'esigenza di un'ulteriore formalizzazione di un tavolo. Credo che sia corretto dare eventualmente una informativa o fare un incontro con la Commissione competente per aggiornare la situazione sulle iniziative e sulla sua eventuale evoluzione. Chiederemmo di fare una riflessione, perché fare questo tavolo riteniamo che non aggiunga nulla al sistema già oggi esistente nell'ambito dei rapporti, ne parliamo soprattutto con le forze sindacali e con la Regione per quanto riguarda le premesse al mantenimento dei precari e della ripresa del tavolo, perché l'impegno da parte dell'azienda è di rivedere i piani nel momento in cui il mercato si sblocca. Il collega ricordava ieri proprio il discorso del mercato dell'auto che è collegato all'arrivo di provvedimenti a livello nazionale, per cui riparte la rottamazione eccetera.
Ad oggi dobbiamo dire che durante questo periodo l'effetto positivo è che c'è stata la possibilità di ridurre i magazzini, utilizzando tutto quello che era stoccato finora perché questo è uno degli effetti della crisi.
Ci permettiamo di fare una proposta di ritiro della mozione, ma con l'impegno di questo aggiornamento che possiamo fare in Commissione, in modo da dare conto di quello che sta succedendo. Non mi sembra sia il caso di fare un'ulteriore formalizzazione, perché si tratterebbe solo di questo, in quanto i contatti ci sono già; se non ci fossero, varrebbe il discorso di richiamare la Regione affinché si faccia parte di un dialogo che manca, ma il dialogo c'è. Potremo fare un aggiornamento in Commissione al momento in cui ci saranno novità, ma al di là di quello che ci è stato detto essere stato fatto ad oggi, non credo sia possibile avere di più in questa fase. Abbiamo sentito anche le altre parti per vedere se era il caso, c'è disponibilità anche da parte loro a dare tutte le informazioni e a mettersi a disposizione della Commissione per fare un quadro esaustivo, ma non ci sembra in questo momento opportuno fare questo tavolo.
Quindi chiederemmo di fare questa considerazione ai colleghi che hanno presentato la mozione per le ragioni che ho appena spiegato, tenendo conto degli ottimi rapporti che ci sono in questo momento fra azienda e forze sindacali, che ci fanno sperare che questo continui e dia delle soluzioni per poter risolvere i problemi pratici a cui accennava il collega.
Président - La parole au Conseiller Louvin.
Louvin (VdAV-R) - Abbiamo dietro le spalle un lungo dibattito di ieri sulle problematiche della crisi e qui stiamo sicuramente toccando uno dei nervi scoperti per quanto riguarda la nostra Regione di questa situazione. Ho chiesto la parola per fare alcune considerazioni, prima che si pronunci sull'esito della mozione la parte proponente, per dire come la questione della C.A.S. sia stata al centro dell'attenzione della politica regionale in modo pari a quella che è stata l'attenzione, nell'ultimo decennio, attorno al tema del Casinò. Infatti c'è stato un tempo fra gli anni '70 e '80 in cui la questione era di quotidiano dominio, mentre siamo entrati , da qualche anno, in un cono d'ombra da cui sarebbe forse bene far uscire la questione sia dell'occupazione sia delle prospettive dello stabilimento, che hanno delle ripercussioni anche per quanto riguarda decisioni urbanistiche e organizzative oltre che strettamente industriali, di grande importanza rispetto alla città di Aosta e occupazionalmente per quanto riguarda la Regione.
Quando valutiamo le esportazioni verso l'esterno ma soprattutto verso l'estero della Valle d'Aosta, lo spostamento dell'ago della bilancia che comporta un aumento o una diminuzione dell'operato della CAS fa salire dell'ordine non di decine, ma di centinaia di punti percentuali, perché è l'unico soggetto economico potentemente esportatore per quanto riguarda la nostra Regione.
Condividiamo la preoccupazione dei colleghi del PD nel riportare in campo il Consiglio regionale e la sua Commissione rispetto a queste problematiche. Non prendiamo posizione e ci allineeremo alle loro valutazioni per quanto riguarda le modalità attraverso le quali questo deve avvenire, abbiamo condiviso lo spirito dell'iniziativa e comprendiamo anche le ragionevoli osservazioni che sono state fatte dal Presidente Rollandin. Si tratta di individuare le modalità migliori, e non di forzare in un senso o nell'altro, perché ci sia una ripresa di consapevolezza affinché l'azienda da un lato e i lavoratori, verso i quali in questo caso mi pare vada la preoccupazione, sentano che questo Consiglio non è indifferente.
C'è stata sicuramente nel corso di questi anni una minore attenzione e minore partecipazione emotiva della politica regionale rispetto alle problematiche del lavoro interne alla CAS. Credo che su questo si debba segnare una inversione di tendenza, credo che non debba mancare da parte del Consiglio e delle Commissioni competenti l'attenzione e la partecipazione necessaria. Questo per dire che noi ci riconosciamo nello spirito di questa iniziativa e ci auguriamo che venga investita la Commissione, al più presto, di un ruolo di forte attenzione e osservazione su quanto sta avvenendo per quanto riguarda le problematiche del lavoro.
Il dato delle 13 settimane di cassa integrazione che investono 2/3 dello stabilimento non è un dato esaltante, ma è un dato che sorprende in modo particolare alla luce delle previsioni che erano straordinariamente ottimistiche non più di 12-15 mesi fa. Ricordo la discussione e gli elementi forniti in un'altra assemblea, quella comunale di Aosta un anno fa circa le rosee e magnifiche previsioni che riguardavano lo sviluppo dell'attività industriale, per cui la frenata è stata quanto mai brusca e sconvolgente.
Quindi l'attenzione che è richiamata dalla mozione è un'attenzione che anche noi sosteniamo vivamente.
Président - La parole au Conseiller Donzel.
Donzel (PD) - Intanto mi fa piacere che entrambi gli interventi che ci sono stati abbiano compreso l'importanza di portare in Consiglio un dibattito di questo tipo. Noi del PD ci siamo occupati della sede di Sarre dell'ENI che aveva 10 dipendenti, non potevamo non occuparci di una questione che riguarda qualcosa come complessivamente settecento - ottocento famiglie fra i vari provvedimenti, non so se si ha idea della questione di cui si voleva parlare.
Naturalmente non si voleva neanche mettere in discussione il fatto che ci fossero delle relazioni in atto dell'Assessorato rispetto ad una situazione che coinvolge settecento - ottocento famiglie in un campo produttivo; abbiamo fatto ieri una discussione dell'importanza che deve riacquisire nel nostro territorio l'economia reale e se non parliamo dell'economia reale quella vera in questo Consiglio, allora dove?
L'uso della parola tavolo, forse qui vengono fuori ricordi sindacali, era un modo per dire che alle volte è più facile se tre persone si incontrano attorno a un tavolo, piuttosto che se si incontrano una volta in due e poi con l'altra parte, ma se queste modalità sono modalità che funzionano e visto che funzionano, nessuno ha voglia di stravolgerle.
Chiederemmo l'impegno, però, di riferire in Commissione nel mese di febbraio e di marzo, allo scadere di questi primi provvedimenti, per capire se questi hanno un'inversione di tendenza o hanno un recupero.
E davvero chiederei un impegno sulla questione di questi lavoratori a tempo determinato, perché è vero che l'azienda, e di fronte a impegni così importanti nessuno mette in discussione quello che dice un'azienda di questo tipo, ha detto che si va verso processi di riassunzione, però non per tutti, pertanto sarebbe importante valutare in rapporto al fenomeno dei prepensionamenti il recupero di tutti quelli che hanno avuto un'esperienza lavorativa.
E questo nei tempi, non in modo urgente, perché già l'azienda parla del 2010, ma molte di queste persone che hanno acquisito una professionalità e sappiamo, visto che proprio il Presidente Rollandin lo ha ricordato in quest'aula, che qui di valdostani che si tirano su le maniche per mettersi a lavorare non è che ne abbiamo a tutti gli angoli delle strade, ne ha parlato per il settore agricolo, lo possiamo ricordare anche per il settore industriale, ecco, se qualcuno ha avuto la volontà di tirarsi su le maniche e di mettersi a lavorare davanti a una pressa, che questo qualcuno che ha avuto il coraggio di fare quella esperienza, non si ritrovi magari senza la speranza neanche nel 2010 di rientrare in un processo produttivo.
Fermo questo impegno, non è che vogliamo per forza votare su una mozione, quindi la ritiriamo, ma vorrei che fosse chiaro qual era lo spirito di questo intervento.
Président - La parole au Président de la Région, Rollandin.
Rollandin (UV) - Solo perché rimanga a verbale e perché sia corretto che l'impegno che prendiamo è che a marzo, quindi avendo dei dati, si faccia questa riunione con la Commissione per avere l'opportunità di valutare nell'insieme il quadro della situazione e l'evoluzione della stessa.
Président - La motion est retirée.
Il Consiglio prende atto.