Oggetto del Consiglio n. 8 del 11 gennaio 1979 - Verbale

OGGETTO N. 8/79 - Problemi concernenti la cessazione dell'attività lavorativa presso l'IMVA di Verrès. (Interpellanza dei Consiglieri Tonino, Mafrica e Cout)

Interpellanza

Constatato che sono trascorsi ormai 5 mesi dalla cessazione di ogni tipo di attività lavorativa presso l'IMVA di Verrès e che la questione è stata finora seguita, con metodi ormai usuali, esclusivamente da parte della Giunta regionale, tenendo all'oscuro le forze politiche e le stesse organizzazioni sindacali sull'andamento delle trattative in corso;

Considerato che in data 15 settembre 1978 la Società Broggi Izar, facente capo al Gruppo Orlando, si impegnava a presentare entro 45 giorni una proposta di ristrutturazione dell'attuale stabilimento IMVA, o di presentare comunque una relazione sulle prospettive dell'azienda stessa;

Ricordato che sono trascorsi più di 100 giorni e che per il mese di aprile 1979 fissata la vendita all'asta dei macchinari di proprietà dell'IMVA, in seguito al pignoramento degli stessi da parte dell'INPS e dell'ENEL, creditori per oltre un miliardo di lire;

Rilevato inoltre che nel frattempo la Società IMVA S.p.A. ha deliberato di liquidare la Società stessa;

i sottoscritti Consiglieri

Interpellano

l'Assessore all'Industria, Commercio e Artigianato per conoscere:

1) a quanto assommano precisamente i crediti vantati dalla Regione nei confronti della Società IMVA S.p.A. e in quali modi si intende recuperarli;

2) se la Broggi Izar ha presentato il progetto di ristrutturazione dell'azienda, quali sono le indicazioni fornite e, in caso contrario, quali sono i motivi di un così notevole ritardo;

3) in che modo e con quale patrimonio la Società Guinzio e Rossi è ancora presente nello stabilimento IMVA di Verrès;

4) se esistono possibilità che l'IMVA S.p.A. possa liquidare i debiti nei confronti dell'INPS e dell'ENEL senza giungere alla vendita all'asta dei macchinari ed, in caso contrario, come intenda procedere la Giunta regionale;

5) se esistano e quali sono le proposte di mediazione della Giunta regionale avanzate all'IMVA S.p.A. e della BROGGI S.p.A. per rendere possibile l'operazione di subentro.

F.ti: Tonino Alder - Demetrio Mafrica - E. Cout

Dolchi (P.C.I.) - Chi è che illustra l'interpellanza? La parola al Consigliere Cout.

Cout (P.C.I.) - Il Regolamento del Consiglio, purtroppo, impone un tempo abbastanza ristretto per illustrare le interpellanze e quindi cercherò di rientrare in questo tempo, anche se il problema è urgente e grave e meriterebbe di discuterne forse di più.

Penso che tutti noi sappiano che dei 260 operai che c'erano all'IMVA ormai ne sono rimasti solo 202, dalla data della nostra interrogazione che avevamo presentato in Consiglio a cui c'era stata data una risposta dal Presidente della Giunta abbastanza evasiva sui termini reali della questione, con l'assicurazione da parte sua che in poco tempo si sarebbe risolta la situazione e questo alcuni mesi fa. Da allora ancora dieci operai si sono licenziati, operai, quindi tecnici validi, che se ne vanno, evidentemente, per le poco rosee prospettive che sembrano profilarsi loro, con tutta questa attesa, con un continuo rimandare la soluzione e con il vedere niente di definitivamente concluso.

Oltre a questo, però c'è anche un aspetto più economico della questione e cioè che con il passare del tempo oltre a tutti questi problemi occupazionali, si somma anche il problema economico in quanto si perde una buona fetta del mercato della, chiamiamola, ex-IMVA e l'azienda subentrante corre il rischio di perdere ancora altri validi operai e il problema si presenterebbe in modo diverso per il rilevamento dell'azienda. Direi che bisogna fare presto anche perché ci sarà sempre meno l'incentivo del subentrante di avere in mano una azienda funzionante completamente, sempre che poi all'ultimo momento magari questa azienda non si tiri indietro.

Sottolineo anche l'esigenza, come già avevamo ricordato nell'altra nostra interpellanza, di garantire non un solo interlocutore, ma più interlocutori, come avviene normalmente secondo le leggi del mercato, la qualcosa garantirebbe anche una migliore discussione con questi gruppi interessati e frutti migliori, ma il problema più grave, penso più urgente, in questo momento è quello dei dipendenti ed è quello occupazionale. I 202 dipendenti dell'IMVA devono ancora avere il saldo dello stipendio di luglio, il periodo delle ferie, una rata del premio di produzione di 100/170 mila lire, e la tredicesima dei 12 mesi, sempre che si riesca a far entrare i mesi della cassa integrazione e quindi devono avere in tutto dalle 700 alle 800 mila lire a testa, per cui nel totale aziendale i dipendenti devono avere sui 150-160 milioni.

Esiste anche il problema della cassa integrazione che deve essere scaduta il 30 novembre, è stata fatta la richiesta ma il Ministero tergiversa, non risponde ancora, e qui vorremmo sapere cosa è stato fatto per spingere affinché al più presto questo decreto venga adottato.

Direi che a proposito di questo grosso problema si ha l'impressione, ma non solo l'impressione, che il Presidente abbia fatto un po' da papà, in questa operazione, all'Assessore all'Industria e Commercio nel senso che si è assunto tutto il carico. Mi chiedo dov'è il lavoro della Giunta, dov'è a questo punto l'esame del Consiglio regionale, delle forze sindacali, della rappresentanza dei lavoratori, delle proposte di politica industriale, o comunque anche solo dell'esame di quello che si vuole fare in questo caso, per quanto riguarda il problema dell'IMVA.

Direi che non si sta facendo niente e i lavoratori che avevano l'intenzione di occupare la fabbrica, per premere sulle scelte hanno poi alla fine dovuto fidarsi delle trattative che vengono condotte e così tutti in Consiglio e penso anche nella Giunta compresa perché è stato detto che la prossima settimana ci saranno alcune nuove indicazioni, si potrà arrivare a risolvere la situazione.

Si è passati in questo periodo, lungo di trattative, attraverso diverse fasi e la questione ha rappresentato sempre diversi aspetti; c'era il problema del fallimento dell'IMVA che poteva essere pilotato o no, si è rinunciato, si è andati a mediare la questione con l'IMVA per non farla fallire, si diceva, appunto in quel periodo, che questo avrebbe allungato le trattative e invece vediamo che anche con questo modo di trattare, ormai mancano pochi mesi per raggiungere quasi l'anno di trattativa, l'anno in cui si sarebbe previsto di risolvere la questione se il fallimento fosse stato pilotato.

Gli accordi con la nuova società: nelle trattative c'è stata la richiesta di accertamento della situazione contabile, senza la quale non si poteva arrivare ad un accordo e questo è stato fatto, però non ne conosciamo abbastanza chiaramente i termini. Non conosciamo bene quale funzione abbia avuto l'Assicurazione Intercontinentale che era entrata nella Società che garantiva le assicurazioni fino all'aprile del 1974, data in cui è subentrata l'IMVA che garantiva solo più, mi sembra, il 40% delle liquidazioni per il periodo successivo dell'IMVA e non conosciamo neanche quale è stata la funzione del, chiamiamolo, professionista Scomazzon che sembra sia stato liquidato per quanto di sua competenza.

Il pagamento delle liquidazioni è poi avvenuto, mi sembra, a maggio tramite notaio. Ecco da maggio in poi non si sa se questi operai avranno la liquidazione, almeno quelli che se ne sono andati e così per i nuovi. Ci sono state le richieste del gruppo Orlando, tra le quali, la netta separazione della gestione pregressa della Società IMVA, della nuova gestione, e la separazione anche de1 patrimonio, della ex-Guinzio Rossi, che in qualche modo esiste ancora ed è ancora presente. Nello stabilimento IMVA la richiesta di avere, se è esatto il termine, "una fabbrica pulita", la richiesta di finanziamento necessario alla ripresa dell'attività, la ristrutturazione, la richiesta di una necessaria ripresa produttiva per non perdere il mercato; la risposta della Regione c'è stata, in qualche modo c'è stato l'impegno da parte della nuova società che non si sa appunto se sarà l'IMVA o se sarà un'altra, di presentare alla fine dell'ottobre scorso un programma di ristrutturazione per la ripresa dell'attività.

Il rapporto, direi quindi, tra la nuova società, la Regione e l'IMVA, per molti aspetti non è molto chiaro, ed esiste veramente una carenza di informazione, abbastanza relativo, mancante appunto è l'apporto che ha avuto il sindacato in queste trattative, una rappresentanza dei lavoratori perché non è stato richiesto, anzi è stato sempre rifiutato.

Quindi, a grandi linee, sintetizzando, proprio per mancanza di tempo, e per esporre, gli aspetti che in qualche modo si conoscono, oltre a quelli emergenti, la proposta che sembra appunto andare avanti è liquidare i dipendenti e salvaguardare sia i livelli occupazionali, sia i diritti acquisiti dai dipendenti, quali le qualifiche, gli stati di anzianità, e tutti gli altri, e che saranno appunto messi in discussione con una nuova assunzione. Deriva da questo una necessità nuova cioè la necessità che partecipino i sindacati e i rappresentanti dei lavoratori alle trattative anche se a un dato punto si potrebbe obiettare che per alcuni aspetti è più abile una trattativa a due, direi che è arrivato il momento cruciale per concludere questo problema di far intervenire anche i sindacati per garantire le cose che dicevo prima.

Direi che altri aspetti andrebbero valutati soprattutto dal Presidente della Giunta e dalla Giunta, con tutto il Consiglio, con i lavoratori, ma l'aspetto finanziario di questa operazione sarà necessario valutarlo in Consiglio, sarà necessario valutare se è possibile liquidare i debiti dell'IMVA nei confronti dell'INPS senza giungere alla vendita all'asta dei macchinari, quale sarà il costo totale dell'operazione, anche per la richiesta di finanziamento e l'acquisto di immobili o l'eventuale riserva di proprietà che potrebbe portare avanti la nuova società subentrante. Questo direi che va fatto al più presto possibile e in Consiglio regionale.

Sarà anche necessario pensare di garantire i pagamenti che sono dovuti ai dipendenti, sia gli stipendi, sia la garanzia della cassaintegrazione; ci sono delle famiglie, io ne conosco a Issogne, probabilmente ce ne saranno anche nei Comuni vicini, in cui sia il marito che la moglie lavorano all'IMVA, che hanno il problema del minimo necessario per poter tirare avanti. Garantire le riassunzioni di tutti i dipendenti anche se potrebbero essere differenziate nel tempo senza però che si protraggano comunque per troppi mesi e garantire un corrispettivo che potrebbe essere della stessa integrazione, a tutti la salvaguardia dei diritti acquisiti.

Quindi, per riassumere i motivi che ci hanno spinti a presentare questa interpellanza, sono proprio la necessità di chiarimenti maggiori sugli aspetti del problema e la necessità di impegni precisi che l'Assessore all'Industria e Commercio, il Presidente della Giunta si devono assumere sia nei confronti del Consiglio, sia nei confronti dei lavoratori e del sindacato.

Andrione (U.V.) - Cercherò di dare una risposta alle numerose domande che sono state fatte sia nell'interpellanza che adesso a voce.

Ho qui la scheda, che è lunga, della Società IMVA, dò solo i dati principali e poi se gli interpellanti sono d'accordo, trasmetto la scheda per evitare delle lunghe chiacchierate. L'IMVA ha ricevuto 952 milioni e ottocentomila lire, con finanziamenti regionali a tasso agevolato, fondo di rotazione in tre tranche, una di 500 milioni, una di 87, una di 365, a questo bisogna dedurre circa 150 milioni dei rientri già effettuati. La garanzia della Regione per recuperare questi soldi è data dall'ipoteca di primo grado sugli immobili, la cui valutazione supera il miliardo. A parte il fatto che la Regione sarebbe comunque garantita dalle banche.

Per quanto riguarda i problemi sollevati a voce; abbiamo iniziato una ricerca la più ampia possibile per trovare gruppi imprenditoriali, industriali seri, che fossero disposti a riprendere l'IMVA. L'unico che si è fatto avanti, dichiarando un certo interesse è stato il gruppo Orlando, attraverso la Broggi Izar, la quale ha fatto una dichiarazione di principio, dicendo che si riservava, dopo aver avuto la documentazione in merito e cioè lo stato effettivo della società con attivi e passivi, a presentare entro 45 giorni un piano.

Gli ultimi documenti relativi alla gestione IMVA sono stati consegnati in blocco verso i primi di dicembre gli ultimi documenti, a richiesta della Broggi Izar, sono stati consegnati a dicembre. Malgrado quello mi era stato promesso che per la fine dell'anno avrei avuto questo piano.

Ho ricevuto una lettera di cui darò copia agli interpellanti, con la quale la Broggi Izar fa slittare questo termine alla prima quindicina di gennaio. Io speravo che arrivasse per oggi, ho pregato il Capo Gabinetto, se per caso fosse arrivato, di comunicarmelo subito perché vorrei dirlo al Consiglio, oggi o domani. Comunque, poiché tale studio dovrebbe essere completato, dovrà essere prima sottoposto all'esame dei Capi Gruppo, vi preghiamo di voler prendere nota che saremo in grado di trasmetterlo entro la prima quindicina di gennaio 1979. E qui vorrei, se mi permettete, anche se la seduta è ufficiale e pubblica, dire che la mia impressione è che vi siano, nell'interno del gruppo Orlando, due gruppi: quello nordico che è nettamente favorevole a rilevare l'IMVA e quello centrale di Firenze che è molto meno favorevole, probabilmente perché ha un'idea di qualche investimento nel mezzogiorno.

Soltanto al momento in cui questo piano sarà presentato potremo fare l'esame, evidentemente con il consiglio di fabbrica, le organizzazioni sindacali, con il Consiglio, perché a priori abbiamo stabilito alcuni parametri. Per quanto risulta dai depositi dei bilanci dell'IMVA l'attivo è capiente, evidentemente ivi compreso il valore del macchinario per coprire il passivo dei crediti privilegiati che sono le spettanze dei lavoratori e l'esposizione verso l'INPS, e questi sono privilegiati a pari grado. Quindi se c'è qualcuno che nell'operazione IMVA rischia di perdere, sono i fornitori, anche qui però le valutazioni sembrano dare ragionevoli o fondati convincimenti per sperare, e dico questo nelle peggiori delle ipotesi, un rapido concordato.

Purtroppo, da un lato, l'IMVA ha ritardato molto la presentazione della documentazione, dall'altro la Broggi non ci ha ancora dato questo piano; ma il piano della Broggi è il punto di partenza e qui direi che il Consigliere Cout ha fatto confusione. Il piano della Broggi è il punto di partenza della discussione sia consiliare che con i sindacati non è il punto di arrivo, non è che la Regione, trattando con la Broggi a qualsiasi livello, abbia detto che quando questa presenta il piano, noi li ringraziamo e lo prendiamo tale e quale. Abbiamo messo come condizione che entro ragionevole periodo di tempo vengano riassunti tutti i dipendenti, evidentemente dovremo valutare la compatibilità economica dell'operazione con quello che viene richiesto alla Regione.

Se vi fossero altri interlocutori, se qualcuno fosse capace di trovare altri interlocutori, gruppi imprenditoriali che siano disposti a parlare per un'azienda di 250 dipendenti circa, non hanno che da segnalarmelo e con cupidità prenderei questi contatti, perché ne sarei molto lieto, anche perché un minino di concorrenza servirebbe in queste trattative, ma quando le proposte non esistono, o se no sono fatte da gruppi, che, mi sia permesso dirlo senza nessuna cattiveria, a priori sono peggiori di quello che è riuscito a combinare questo magnifico pasticcio, dico evidentemente non possiamo prendere in considerazione certe proposte.

Nella scheda vedrete che è sistemato il problema della Guinzio Rossi con un esborso di 471 milioni di lire per l'acquisto, sono stati eseguiti lavori per 400 milioni e vi è il fatturato degli anni 1974-1975 e 1976 e poi inizia la calata e si spiega il perché della situazione precaria in cui l'azienda si è venuta a trovare.

Io non entro nel merito di quella strana questione, posso dare ragione al Consigliere Cout sulla vicenda fra l'Intercontinentale, l'IMVA, gli amministratori delegati, arrivavano telegrammi di tenere chiusi i cancelli, riunioni dell'Assemblea degli azionisti, e avanti di queste passo. È una delle tante dimostrazioni che quando si vogliono fare le cose senza averne le capacità si va poi a finire in un'associazione di questo genere. Ci sono voluti 4 mesi e mezzo per rifare la contabilità dell'IMVA a partire dal febbraio 1978, e visto che praticamente ogni settimana, telefonavo, cercavo di informarmi per avere notizie ci è voluta una settimana per ricostruire la contabilità della settimana in cui l'IMVA era ancora in funzione. Per quanto riguarda la cassaintegrazione, ho ricevuto formale promessa che verrà prolungata per il periodo necessario. Vi prometto che non appena ricevo, 24 ore dopo che ho ricevuto il piano e che ho potuto dargli una scorsa, inizierò innanzitutto con le OO.SS. e poi con le forze politiche, se sarà il caso di convocare il Consiglio in seduta straordinaria lo faremo, per esaminare questo piano e vedere come possiamo partire per recuperare e anche per superare i livelli occupazionali previsti poiché, anche se non sono un tecnico della materia, mi sono formato la convinzione che se l'IMVA così com'è va nelle mani di qualcuno che ha capacità industriale quello è un ottimo affare.

Nello spazio di quattro o cinque anni, ristrutturandola bene e lavorando seriamente dall'IMVA si possono avere delle grandi soddisfazioni, sono stato tempestato di telegrammi, telefonate, da mezza Europa, dalla Germania, perché c'è bisogno della produzione dell'IMVA. Non riesco a capire come si sia riusciti a mandare a pallino una fabbrica di quel genere, per i bidoni e per i contenitori, c'è un'insistenza forte.

Ho segnalato quanto diceva il Consigliere Cout, perché era anche una preoccupazione mia, e mi è stato fatto presente anche dal Consiglio di fabbrica che più si prolunga l'attesa più c'è il rischio che un certo mercato venga a mancare, e ci siano approvvigionamenti esterni. Ne ho parlato personalmente con il Dr. Orlando il quale mi ha detto che la cosa non lo preoccupa perché la rete di distribuzione che Orlando potrà mettere a disposizione dell'IMVA, in caso che si vada in porto, è tale che loro sono sicuri di riprendere comodamente e anzi, di ampliare questo mercato.

Ultima annotazione come voi sapete, anche se non in maniera ufficiale, delle differenti attività dell'IMVA la parte pentolame va molto bene, e sarà sviluppata, la parte bidoni continuerà anche se non vi è il convincimento che l'avvenire per questo tipo di lavorazione sia profittevole, la parte vetreria viene eliminata, così come altre parti, scale, cestelli e cose di questo genere, ho avuto un solo contatto, ma spero di poterli riprendere, con i dipendenti IMVA che intendono riprendere in cooperativa certe lavorazioni in particolare le scale e quindi vedremo di aiutare nella misura del possibile perché questo avvenga.

Le proposte fatte dall'IMVA a queste persone di buona volontà sono state a dire poco folli, ma nel pacco delle trattative globali; terremo presente anche questo aspetto.

Quindi capisco anch'io e su questo punto il Consigliere Cout ha perfettamente ragione che diventa noioso e pesante dire: aspettiamo questo piano, questi ritardi sono effettivamente fastidiosi, però per il momento non abbiamo altre alternative e insisterò con la Broggi per avere entro lunedì prossimo il piano. Non appena avrò dato una prima scorsa incomincerò i contatti con tutti gli interessati; evidentemente, se vi sono suggestioni, possibilità migliori vi pregherei di farmele sapere.

Cout (P.C.I.) - Quando in Consiglio si chiede al Presidente della Giunta se ha qualche comunicazione da fare quasi normalmente non ci sono comunicazioni, penso che invece ci sarebbero diversi problemi sui quali il Consiglio sarebbe molto interessato ad avere delucidazioni e si eviterebbe di arrivare a presentare un'interpellanza su dei problemi di questa portata.

La risposta che ci ha dato il Presidente della Giunta ci ha fornito alcuni elementi di chiarimento e lo ringraziamo, però direi che mancano ancora dei chiarimenti di fondo, ci sono solo dei chiarimenti parziali, in effetti sia nei termini in cui si pone l'operazione nel complesso, è ancora tutto da vedere, non c'è ancora niente di concluso.

Direi che degli impegni che avevamo chiesto al Presidente della Giunta di assumersi, anche per quanto riguarda la partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori e delle OO.SS. in questa fase della trattativa non abbiamo avuto una risposta; e l'impegno stesso di avere lunedì i piani della Broggi, è un impegno che speriamo vada a buon porto, comunque, è ancora tutto da vedere nei contenuti e solo allora sapremo quali frutti si avranno da questo periodo di trattativa. Penso che se dovesse arrivare sarebbe già una buona cosa, e potrebbe andare bene, ma direi che la risposta del Presidente in questo momento è ancora una risposta di transazione, per niente definitiva, rimanda ancora una volta le decisioni senza arrivare al concreto. Ad esempio la nostra richiesta, di fare partecipare il Consiglio regionale alle decisioni, viene ancora una volta rimandata, si tergiversa a dopo la presentazione di questi progetti e si tergiversa sulla partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori alle trattative.

Noi dobbiamo, purtroppo, ancora denunciare che esiste una mancanza di programmazione, una mancanza di controllo sui piani e sugli investimenti stessi che dovrebbe essere fatto da parte di un organo come la Regione anche tramite, eventualmente, una Commissione formata a proposito.

Chiediamo quindi che il Consiglio regionale possa avere questa funzione e possa avere un controllo maggiore, ma tutto questo non viene fatto e continuiamo ad andare avanti allo stesso modo. Pensiamo che nei confronti dell'IMVA il Presidente della Giunta e la Regione nel suo complesso abbiano avuto una mano abbastanza leggera; si poteva spingere di più soprattutto per quanto riguarda il mantenimento della lavorazione, anche per garantire quel mercato di cui diceva il Presidente.

Direi quindi che è necessario vedere tutto quanto, cercando di coinvolgere di più le altre forze, di coinvolgere soprattutto la Giunta e qui mi spiace che ancora una volta l'Assessore all'Industria e Commercio non si faccia vedere. I lavoratori lo hanno appettato per molto tempo, sperando che si recasse presso la Società IMVA di Verrès, ma l'Assessore sembra che invece preferisca fare come Maometto, a proposito delle montagne, aspetta che siano i lavoratori a venire a trovarlo in Consiglio regionale, senza poi farsi vedere quando si discute l'interpellanza che interessa in particolar modo il suo settore. Questa è una cosa molto grave!

Dolchi (P.C.I.) - Ricordo che la replica non può superare il tempo dell'illustrazione, e deve dimostrare, o per lo meno, dice il Regolamento interno, deve giustificare la soddisfazione o la insoddisfazione circa la risposta del Presidente della Giunta non può essere un'ulteriore ripresa di tutti gli argomenti.

Cout (P.C.I.) - Direi, per concludere, vista anche la necessità di attenerci al Regolamento interno, che questa nostra insoddisfazione deriva dalla mancanza di volontà dell'Assessorato di interessarsi a questo problema e di darsi una politica industriale, di darsi un suo ruolo in questa politica industriale in Valle d'Aosta. Mi ricordo che nella discussione sul bilancio l'Assessore all'Industria e Commercio, interessandosi dei problemi di politica del turismo da portare avanti diceva che è necessario fare meno parole e intervenire di più e agire di più sul territorio. Io vorrei veramente che l'Assessore all'Industria e Commercio si interessasse di più a questo problema e intervenisse sul territorio senza assentarsi durante una discussione di questa portata, presentandosi solo quando la discussione è finita.

Dolchi (P.C.I.) - Vorrei fare soltanto una brevissima considerazione: non è che il Regolamento sia una specie di tabu, il Regolamento serve a guidare e coordinare i nostri lavori, perché non ci siano degli scompensi, per cui il richiamo avviene al principio, cioè considerare l'intervento successivo alla risposta come una precisazione sulla soddisfazione o meno, sull'accordo o meno della risposta, ovviamente motivato, ma non può essere una ripresa di tutto il dibattito.

La parola al Consigliere Mafrica.

Mafrica (P.C.I.) - Per esprimere l'insoddisfazione più che per le parole dette per il metodo e per la volontà di continuare con un certo metodo dal Presidente della Giunta.

Esiste il problema generale che la politica industriale tende a mantenere l'esistente a intervenire con azioni di tamponamento quindi si aprono delle crisi, non si pensa in termini di programmazione al futuro, ma questo è un discorso che possiamo riprendere. Esiste però un'osservazione specifica per quel che riguarda l'IMVA il Presidente della Giunta dice: "non possiamo cominciare a discutere finché il piano non viene presentato". Noi respingiamo questo tipo di discorso, crediamo che la Giunta regionale debba avere una posizione forte per il fatto che ha la possibilità di intervenire con immobili, con finanziamenti, invece tutto questo non c'è. Lo stesso fatto che slittino continuamente i tempi, che si debba aspettare la risposta, che prima arrivi una lettera, poi un'altra è un fatto estremamente negativo che, secondo noi, dipende dal voler trattare come Presidente della Giunta, con la posizione un pochino verticistica, questa questione senza coinvolgere le organizzazioni sindacali, le forze politiche, il complesso della Regione.

Giungere a un confronto, è questo che noi chiediamo al Presidente della Giunta, tra Gruppo Orlando, sindacati e forze del Consiglio regionale, non toglie autonomia al Presidente della Giunta per le trattative più particolari o all'Assessore, qualora se ne volesse interessare, ma anzi dà forza ci sono delle questioni che sono prioritarie ancora rispetto al piano che richiedono, a nostro avviso, la presenza delle OO.SS. quindi noi diciamo il Presidente della Giunta fa bene ad interessarsi, con i limiti che abbiamo detto della questione, però deve coinvolgere fin da adesso in un incontro a tre, a nostro avviso, le organizzazioni sindacali, la Regione e il gruppo Orlando.

Augurandoci che le cose si risolvano in fretta, in qualunque modo, insistiamo su questa posizione, e continueremo ad insistere perché ci sembra di aver ragione.