Oggetto del Consiglio n. 284 del 17 dicembre 2008 - Resoconto
OGGETTO N. 284/XIII - Ritiro di mozione: "Rideterminazione dei criteri di calcolo dei contributi a carico degli utenti per la fruizione dei servizi per anziani".
Mozione
Premesso che le Delibere di Giunta n. 20 e n. 308 del 2008 fissano le direttive agli enti gestori di servizi per anziani ed i criteri per la contribuzione al costo dei servizi stessi;
Considerato che tali criteri sono fissati in base agli importi risultanti dalle dichiarazioni IRSE (Indicatore Regionale Situazione Economica);
Richiamati gli allegati B e C della delibera 20 del 2008, che impongono che le contribuzioni dei familiari debbano coprire la differenza tra quanto versato dall'utente e la quota di euro 50 giornaliere, o il canone di locazione previsto per le comunità alloggio;
Verificato che l'applicazione di tale delibera di Giunta, basata sulla dichiarazione IRSE, determina sempre più spesso l'effettiva impossibilità o l'enorme difficoltà dei familiari coinvolti di poter corrispondere il saldo dell'intera retta giornaliera;
Ritenuto tale servizio socio assistenziale come essenziale e doveroso nei confronti di nostri concittadini che, non potendo contare appieno su proprie risorse, necessitano di un ulteriore sforzo da parte della Pubblica Amministrazione affinché i loro familiari non si trovino in improvvisa difficoltà economica per provvedere al loro mantenimento;
Il Consiglio regionale
Impegna
l'Assessore competente a predisporre gli atti necessari per riformulare i contenuti della delibera di Giunta n. 20 del 2008, al fine di adottare nuovi metodi di calcolo idonei ad alleggerire gli oneri a carico dei familiari degli anziani che devono usufruire dei servizi socio assistenziali.
F.to: Zucchi - Tibaldi - Lattanzi - Benin
Presidente - La parola al Consigliere Zucchi.
Zucchi (PdL) - Su questo punto avevo già avuto modo di parlare con alcuni colleghi anche in aula circa le condizioni che ho verificato in determinati casi, quindi parlando con dei nostri concittadini, in merito all'argomento in oggetto, cioè le difficoltà con cui molti cittadini si trovano a doversi confrontare quando i propri cari, si parla di microcomunità, dell'assistenza per il ricovero di anziani, si trovano in difficoltà economica per andare a sostenere i gap esistenti per colmare le tariffe stabilite dalla delibera di Giunta. È da tutti ammesso che questo Governo e la Regione ha stanziato e ha una attenzione particolare nel campo della assistenza e quindi i servizi sono nella nostra regione al di sopra della media rispetto alle altre regioni. Ma esistono delle nicchie in questo settore in particolare, ma anche in altri, che meritano una particolare attenzione perché ci sono dei casi concreti, quando vengono applicati determinati tipi di criteri che sono di fatto esistenti, che rendono difficoltoso se non impossibile il sostenimento di determinate spese. A questo punto l'Assessore lo sa perché ho già avuto modo di parlarne con lui, in questo senso la mozione vuole essere uno stimolo, per cercare di rivedere - infatti l'impegnativa è molto generica ma al tempo stesso ha il senso di volersene occupare in tempi brevi per andare a dare delle risposte a questi concittadini che sono in difficoltà - i meccanismi previsti da queste delibere di Giunta, una in modo particolare, che determinano certi criteri di corresponsione sulla base del famoso IRSE (Indicatore Regionale Situazione Economica) che forse sarebbe bene che venisse rivisto, perché ci sono all'interno di questi indicatori dei casi in cui vengono valutati degli immobili che vanno a cumulare con i redditi dei familiari di questi anziani, che sono ospitati nelle microcomunità, e che comportano la corresponsione di rette molto ma molto pesanti. Quindi immobili che sono computati all'interno dell'IRSE che non comportano di fatto dei gettiti da parte dei soggetti che presentano queste dichiarazioni, sono penalizzanti perché se è vero che dei nuclei familiari hanno degli immobili il cui acquisto molto spesso è il frutto di un risparmio di una vita, non per questo motivo questi immobili, che magari non sono neanche in ottimo stato di conservazione e che sicuramente non producono reddito, è opportuno che vengano inseriti in un meccanismo di calcolo che renda molto difficile la corresponsione di queste rate da parte dei parenti degli anziani ospitati nelle microcomunità.
So che l'Assessore ha cominciato a fare un primo screening per quanto attiene la situazione dei portatori di handicap, è opportuno che di questa materia si faccia velocemente il punto della situazione con gli uffici perché è importante dare risposta ai nostri concittadini, in un momento oltretutto particolare in cui certe situazioni si acuiscono, con dei pesi che sono ancora più insostenibili rispetto al passato, quindi con uno spirito costruttivo mi rivolgo all'Assessore perché risponda a questa mozione, per valutare se anche lui condivide che su questa materia occorra porre mano per verificare e modificare gli aspetti della delibera di Giunta che fissa delle regole, che io dico devono essere modificate per i fini che ho cercato di spiegare.
Presidente - È aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Rigo.
Rigo (PD) - Ci sono i tempi, sono le 19, quindi voglio approfittare della mozione in oggetto per intervenire su un problema, quello delle risorse finanziarie per i servizi alla persona, che costringerà questo Consiglio e questa legislatura a breve a fare delle scelte politiche. Allora permettetemi due considerazioni di ordine generale per arrivare poi nello specifico. Il termine welfare vuol dire benessere sociale e come tale si misura in termini di quantità, di qualità della vita, di risposte adeguate ai bisogni, di relazioni pubbliche e private, capaci di valorizzare le risorse dei singoli cittadini e della collettività nelle diverse fasi della vita, dalla nascita alla vecchiaia, secondo la teoria per cui il benessere di tutti corrisponde al benessere di ciascuno, e non viceversa. Nello stesso tempo una società giusta non può fare parti uguali tra disuguali, ovvero distribuire a pioggia le risorse invece di concentrarle a favore di quanti sono più lontani dallo status di cittadini liberi ed uguali. Tutti i cittadini hanno diritto ad uguali servizi e prestazioni, ma non a riceverle alle stesse condizioni, perché le risorse non sono illimitate e vanno distribuite sulla base dei bisogni effettivi, tenendo conto non solo del reddito individuale ma anche di quello familiare.
Questa è una prima considerazione di ordine generale, ma ce n'è una seconda: chi finanzia il welfare? Il fisco, le tasse e la politica tariffaria sono gli strumenti con cui qualsiasi paese moderno finanzia i propri servizi e assicura la coesione sociale. Le tasse e le tariffe non devono essere una rapina ai danni del cittadino. Per una società solidale è fondamentale la certezza di risorse finanziarie e la strada però non può essere solo quella della fiscalità generale. La mozione mi dà l'opportunità di parlare di una questione che mi sta particolarmente a cuore. Malattie invalidanti e degenerative, penso all'Alzheimer, debilitano e rendono dipendenti un numero sempre crescente di persone, sempre più l'ultima fase della vita richiederà con molta probabilità le cure di qualcuno che presti assistenza e questo comporta già oggi costi elevati. Si tratta di una delle grandi sfide con cui si misurano ormai tutte le società economicamente sviluppate. Fino ad oggi, grazie alle risorse messe a disposizione dalla Regione e dagli Enti locali (lo ricordo perché molte volte si dimentica che gli enti gestori, oltre alle risorse umane, mettono a disposizione fondi propri), le famiglie sono sostenute con servizi e con indennità finanziarie, oltre a quelle di accompagnamento. È evidente che un problema di così forte e crescente impatto anche per la Valle d'Aosta non potrà trovare soluzione negli strumenti ordinari, quelli che pratichiamo tutti i giorni dell'assistenza, tant'è che pur seguendo itinerari diversi, alcuni paesi hanno attivato misure straordinarie forse più efficaci. Per restare in Europa, ricordo la Francia che finanzia le specifiche prestazioni di assistenza agli anziani attraverso la fiscalità generale, mentre la Germania dalla fine degli anni '90 ha istituito una assicurazione obbligatoria a carico dei lavoratori e delle imprese. Ci sono Regioni, come il Trentino-Alto Adige, che hanno già legiferato importanti interventi innovativi nel campo socio assistenziale, e parlo in particolare dei problemi dei non autosufficienti, di quelli di cui tratta la mozione del Consiglio. Di fronte quindi a bisogni crescenti - e aumenteranno in maniera esponenziale, per fortuna di tutti, ovviamente - che richiedono un aumento consistente delle risorse da mettere a disposizione, è necessario prevedere una entrata autonoma e straordinaria, che va al di là del fisco e della politica tariffaria, che finanzi queste necessità, in particolare la non autosufficienza, e che coinvolga tutti i cittadini che producono reddito nel condividere il rischio della non autosufficienza in età avanzata.
A me sembra che scartando la scelta dell'assicurazione privata, che determinerebbe inevitabilmente forti discriminazioni fra cittadini con uguali bisogni, la condivisione del rischio della non autosufficienza attraverso un sistema assicurativo pubblico e obbligatorio, che coinvolga tutti coloro che producono reddito (e non solo i lavoratori dipendenti) può costituire la via solidale, efficace e concreta per garantire a tutti con certezza il diritto dell'assistenza. Mi sembra che in questa direzione si muova anche il piano regionale per la salute e il benessere sociale 2006-2008, là dove afferma - lo voglio ricordare - che vi è la necessità di "individuare formule per l'istituzione di fondi di assistenza di natura pubblica, in grado di coprire una parte del fabbisogno per la spesa sanitaria e sociale". Per adesso purtroppo sono rimaste buone finalità scritte su un documento importante.
Penso che per il futuro, che ormai è domani, non ci sia altra strada. Su questo il gruppo del Partito Democratico a breve chiamerà il Consiglio regionale ad un confronto.
Tornando alla mozione e al sistema di contribuzione, mi interessava riprendere questa parte della non autosufficienza perché secondo me dobbiamo cominciare a fare un po' di sforzo e di pensare a come coprire questi servizi domani. Al sistema di contribuzione al costo dei servizi alla persona, (asili nido, assestenza domiciliare) in Valle i cittadini sono chiamati a concorrere in base alla loro condizione economica, sulla base dell'IRSE; questo indicatore, in particolare per i servizi anziani, cui fa riferimento il collega Zucchi, tiene conto dei redditi e del patrimonio mobiliare e immobiliare dei componenti il nucleo familiare e il totale dei redditi viene riparametrato sulla base dei componenti del nucleo familiare, il c.d. parametro della scala di equivalenza che tiene conto sia del numero che della tipologia, per esempio minore o disabile, dei diversi componenti. Questa nuova modalità di calcolo delle quote relative ai servizi ha creato all'inizio grave sconcerto, imbarazzo e preoccupazione, in particolare per i tanti utenti anziani, e questo è stato comprensibile e lo è tuttora, perché è stata vissuta come una ingerenza privata nel loro patrimonio, nella sfera intima del contesto familiare.
Poi attraverso un confronto fra gli enti gestori, i patronati, i sindacati, il sistema si è affinato. Ci sono però alcune criticità, lo ha già affermato l'Assessore in V Commissione proprio pochi giorni fa, che andranno superate al più presto, in particolare in rapporto a quei nuclei familiari in situazione di difficoltà socio-economica. Occorre quindi, a nostro parere, evidenziare le criticità, coinvolgendo in un esame approfondito del sistema gli attori interessati, in primis gli enti gestori dei servizi alla persona che hanno una visione diretta, sono il primo sportello degli utenti e dei loro familiari. Siamo d'accordo nel verificare il sistema per migliorarlo con l'obiettivo però di rendere praticabili due paletti che per il nostro gruppo sono fondamentali: il primo, i servizi si pagano in proporzione alle concrete disponibilità, questa deve essere una questione di ordine generale. La solidarietà è un patto fra i sessi e le generazioni, ma anche fra chi ha di più e chi ha di meno, migliorare sì lo strumento ma nella direzione della equità e della giustizia sociale. In questo senso sarebbe opportuno che tutti gli enti gestori, qui mi rivolgo all'Assessore, le Comunità montane e i Comuni utilizzassero questo strumento in maniera omogenea, mentre così non avviene per alcuni servizi. Per la definizione delle tariffe applicate (ricordo i servizi socio-educativi in particolare i centri estivi), una eterogeneità di comportamento non favorisce l'equità per tutti i cittadini valdostani nell'accesso alla fruizione dei servizi; i cittadini devono essere uguali: a Pont-Saint-Martin a Aosta come a Sarre o a Courmayeur.
Il secondo paletto è quello di favorire il ricorso a soluzioni alternative alla istituzionalizzazione, penso alla legge 22, riconoscendo la cura e l'assistenza resa dal nucleo familiare, favorendo sempre più i familiari con incentivi finanziari e servizi di assistenza. Queste sono le indicazioni e questo è il nostro contributo. Sicuramente siamo disponibili al confronto per migliorare sempre più il sistema dell'IRSE all'interno di quei due paletti che ricordavo prima.
Presidente - La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Albert Lanièce.
Lanièce A. - Grazie Presidente. Si tratta di un argomento molto importante, quello della gestione della non autosufficienza, in particolare degli anziani. Devo dire, tanto per dare alcuni dati, che per le politiche degli anziani vengono spesi ogni anno 22 milioni di euro nella nostra Regione e il costo medio per anziano nelle microcomunità è di 145 euro al giorno in media. Ne approfitto per fare un rapido flash di come vengono aiutate le persone che si trovano in queste strutture, poi ho già preso un impegno con il presidente Rigo in V Commissione di fare una seduta che approfondisca il meccanismo dell'IRSE. Abbiamo la quota capitaria giornaliera in base alla non autosufficienza, che è stata portata da 58 a 63 euro quest'anno con una recente delibera, e poi abbiamo la quota giornaliera a carico degli utenti e loro familiari. Sappiamo che c'è una soglia IRSE di 24.130 euro, uguale alla quale e al di sopra della quale l'utente deve pagare la quota giornaliera completa di 62 euro, mentre al di sotto di questa soglia la contribuzione è proporzionale al calcolo dell'IRSE. Nel momento in cui si scende sotto questa quota, c'è l'obbligo da parte dei figli di contribuire per la parte che manca nella retta ma solo fino a 50,00 euro giornalieri. Per il nucleo dei figli che contribuiscono sulla base all'ISEE, c'è una tabella nella delibera 20/2008 che stabilisce le diverse fasce di contribuzioni, per cui i figli o i genitori dell'ospite della struttura, passano da una contribuzione del 5 per cento ad una dell'80 per cento. Naturalmente l'80 per cento è dovuto per ISEE da 50-75.000 euro, mentre coloro che hanno un ISEE uguale o inferiore a 10 mila euro non contribuiscono per niente, poichè integra la quota l'Amministrazione regionale.
C'è questo aspetto e poi c'è l'altro aspetto che riguarda il nucleo dell'anziano che è ricoverato e mi riferisco alla moglie o al marito; a questo punto abbiamo verificato che forse sono questi i casi più critici, perché spesso con il calcolo dell'IRSE ci sono casi in cui il coniuge che sta a casa si trova al limite del minimo vitale. Noi stiamo, e abbiamo già avuto modo di parlare di questo argomento, valutando da alcuni mesi, essendo a conoscenza di alcune situazioni del genere, con gli uffici e con le politiche sociali le varie strutture e i vari servizi. Questa volontà è palesata dal fatto che il 28 novembre abbiamo approvato in Giunta una modifica di nuovi criteri per la determinazione delle quote a carico degli utenti inseriti in strutture per disabili, dove avevamo visto che c'erano delle situazioni in cui l'applicazione dell'IRSE metteva in grave difficoltà i parenti del disabile. Stiamo adesso guardando sul servizio degli anziani quali sono le situazioni critiche, quindi è un processo che stiamo valutando e mi sento di dire che questa mozione la condivido, ma noi siamo andati oltre, stiamo mettendo in pratica questa analisi per vedere di modificare alcune situazioni che sono le situazioni più critiche.
Proporrei di ritirare la mozione perché l'impegno è totale per valutare quello che ho appena detto.
Presidente - La parola al Consigliere Zucchi.
Zucchi (PdL) - Mi conforta l'impegno dell'Assessore, mi sarebbe piaciuto però - e con questo accolgo l'invito e ribadisco che si trattava di una proposta che andava a stimolare e ad accelerare i tempi - avere la rassicurazione che su questa materia - e mi conforta anche molto la risposta in questa sede del presidente della V Commissione che so essere attento all'argomento - ci siano degli impegni in merito ai tempi, perché dire in modo generico ce ne stiamo occupando mi lascia insoddisfatto. Se l'impegno si deve intendere come l'esistenza di un accordo con il Presidente della Commissione, al quale chiedo di invitare il sottoscritto in qualità di Consigliere in Commissione quando si tratterà (spero a gennaio) a fondo la materia per prendere delle decisioni, sicuramente accolgo l'invito. Se è in questi termini, su cui vorrei una conferma dall'Assessore, non ho difficoltà a ritirare la mozione.
Presidente - La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Albert Lanièce.
Lanièce A. - Confermo questo impegno, anche perché stiamo esaminando dei casi singoli in questi giorni, quindi non è una cosa che dico in questo momento.
Volevo solo ribadire, prima di chiudere, quello che ha detto anche il collega Rigo, che stiamo puntando sulla domiciliarità, cioè quando si ritiene che certi casi possono essere riportati a domicilio, si cerca di fare tutto, anche perché ci sono delle facilitazioni sulla applicazione dell'ISEE rispetto a quelle che vengono applicate quando vengono portati in strutture gli utenti. Sicuramente puntiamo sulla domiciliarità.
Presidente - In base a questo impegno la mozione è ritirata.