Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 244 del 1° dicembre 2008 - Resoconto

OGGETTO N. 244/XIII - Interrogazione: "Problematiche relative all'esercizio della libera professione da parte dei medici ospedalieri a favore dell'Azienda sanitaria".

Interrogazione

Ricordato che il contratto di lavoro per i medici ospedalieri prevede la possibilità di esercitare la libera professione in favore dell'Azienda sanitaria di cui sono dipendenti, fornendo delle ore aggiuntive di lavoro, e che per tali prestazioni di lavoro è prevista un emolumento massimo di € 60 lordi l'ora;

Venuti a conoscenza che, mentre per la maggioranza delle Unità complesse per le ore aggiuntive sono previste tariffe pari o inferiori a tale limite, per la TAC è prevista una tariffa di 126 €, per l'ecografia di 204 €, per la Risonanza di 300 €, per le angiografie da 300 a 500 € l'ora;

Preso atto che per numerose di queste metodiche il costo non è dato dalla particolare complessità dell'operato medico, ma dal costo delle attrezzature e che, stranamente, spesso queste metodiche non sono sotto il controllo del CUP, ma le liste di attesa sono gestite direttamente dall'Unità complessa che gode di queste tariffe privilegiate;

Tenuto conto che lo spirito di questa norma contrattuale sarebbe quello di ridurre i tempi di attesa e che quindi non si comprende come ai rianimatori siano pagati 22,50 € l'ora per svolgere i normali turni di reperibilità, già indennizzati da particolari gettoni contrattuali;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

l'Assessore competente per conoscere:

1) a quanto è ammontato sinora l'esborso totale dell'Azienda sanitaria per questo plus-orario, per ciascuna unità complessa;

2) quali controlli siano stati messi in atto perché, a fronte di queste somme, siano stati ottenuti dei reali risultati in termini di riduzione dei tempi di attesa;

3) quali siano le motivazioni per cui tale plus-orario sia stato riconosciuto allo svolgimento di normali turni di reperibilità dei rianimatori;

4) quando saranno riportate sotto il controllo del CUP tutte le prestazioni oggetto di plus-orario, i cui tempi di attesa possono diventare determinanti per la concessione di queste ricchissime indennità.

F.to: Carmela Fontana - Donzel - Rigo

Président - La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Albert Lanièce.

Lanièce A. - Per quanto riguarda questo argomento, direi che è bene richiamare le normative nazionali e regionali su cui si basa l'attività della libera professione nell'interesse dell'azienda. Il d.lgs. 502/1992 riconosce nell'istituto della libera professione aziendale un valido strumento per ridurre i tempi di attesa per gli utenti del servizio sanitario nazionale. Per quanto riguarda la normativa regionale, la delibera 4259/2006 ha fornito invece all'azienda le linee guida relative all'indirizzo per la fornitura delle prestazioni aggiuntive. La deliberazione del 2006, prima di tutto, sottolinea alcune peculiarità del Servizio sanitario regionale: il fatto di avere un unico ospedale di eccellenza, l'assenza di una offerta sanitaria privata (sapete tutti come non ci siano grandi strutture sanitarie alternative alla struttura ospedaliera). Il costo maggiore dell'azienda in caso di acquisto di prestazioni al di fuori del territorio regionale comunque costituirebbe un disagio per gli utenti costretti a spostarsi, anche con spostamenti notevoli. Un'altra peculiarità è il mantenimento dei livelli di assistenza erogati dal nostro Servizio sanitario regionale secondo standard superiori alla media nazionale assicurati all'interno del territorio regionale in considerazione dell'assunzione totale della spesa sanitaria sul bilancio regionale.

Alcuni obiettivi, per inquadrare ancora meglio questo argomento, previsti in questa delibera, sono: mantenere o incrementare le attività per garantire l'erogazione delle prestazioni nel rispetto delle norme previste nelle liste di attesa, cioè tendente a ridurre il più possibile le liste di attesa; garantire l'erogazione delle prestazioni in loco ai residenti, senza obbligarli a spostarsi in strutture fuori regione; utilizzare appieno le risorse aziendali tecnologiche il cui processo di innovazione è orientato alla massima qualità, cioè il fatto di riuscire ad utilizzare strutture - mi riferisco in particolare alla radiologia - particolarmente avanti dal punto di vista tecnologico; utilizzare appieno le professionalità aziendali adeguatamente formate; conseguire quindi un risparmio economico rispetto al corso alternativo, rispetto alla acquisizione di medesime prestazioni all'esterno; soprattutto offrire agli utenti la possibilità di usufruire di prestazioni aggiuntive al costo delle prestazioni istituzionali, senza dover utilizzare lo strumento della libera professione intramoenia. Questo è un punto importante, perché la libera professione aziendale permette di offrire delle prestazioni all'utenza, senza che l'utenza paghi, o paghi solo il ticket come una qualsiasi richiesta secondo le normali vie per accedere alle varie richieste.

E ancora: mantenere la possibilità per i professionisti di sviluppare attività di eccellenza. In quest'ottica è stata regolata l'attività della libera professione e le modalità individuate sono: l'orario aggiuntivo, che è individuato dalla direzione generale nel momento in cui si valuta il livello di domanda, cioè, si è valutato qual è il punto critico per una determinata prestazione che ha una lista di attesa molto lunga; le capacità produttive della struttura unità di budget presa in considerazione, con la tariffa oraria, come prevista dalle norme contrattuali, di 60€. Io credo che l'elemento che ha spinto a fare questa interrogazione sia il fatto che determinate prestazioni non siano solo a 60€, ma ci sia una valorizzazione della prestazione tenendo conto di quanto questa prestazione costi al di fuori della valle, dei costi, dei materiali, ammortamenti e peso delle prestazioni in termini di tecnologie. Un conto è una visita ambulatoriale, un altro è una prestazione radiologica di un determinato peso (ad esempio le angiografie di terzo livello comportano da 3 a 6 ore). Naturalmente la somma dei costi di produzione, la determinazione di costo medio per prestazione desunto da tariffe regionali o da altre fonti ufficiali, il confronto fra costo interno di queste prestazioni e il costo esterno, come ho detto prima.

Per far fronte alla domanda di prestazioni che esorbiti la potenzialità istituzionale delle proprie strutture, al fine di mantenere i tempi di attesa entro i limiti stabiliti, quindi fondamentalmente i due grossi motivi che vanno incontro alla popolazione, grazie all'attività libero professionale per l'azienda, sono: ridurre le liste di attesa (vi fornirò alcuni dati che mostrano come si siano notevolmente ridotte) e far sì che i pazienti non facciano ricorso all'attività privata, cioè l'attività privata viene pagata dall'azienda.

I vantaggi di questo sistema sono quelli, ripeto, di ridurre le liste di attesa, far sì che i pazienti paghino solo il ticket, se si tratta di prestazioni ambulatoriali. Per quanto riguarda in modo specifico la domanda al punto 1, "a quanto è ammontato sinora l'esborso totale dell'Azienda sanitaria per questo plus-orario, per ciascuna unità complessa", dettaglio, qui di seguito: € 226.000 per l'elisoccorso; anestesia, 256.000 €, turni aggiuntivi; chirurgia generale, 279.000 €; chirurgia vascolare, 154.000 €; diabetologia, 18.000 €; area territoriale, 35.000 €; area ospedaliera, 50.000 €; geriatria, 85.000 €, coordinamento RSA e centro Alzheimer; ginecologia, 12.000 €; sviluppo centro sterilità, medicina generale 6.700 €; ambulatorio per extracomunitari, medicina legale 19.500 €, turni aggiuntivi; medicina nucleare, 5.200 €, controlli di qualità sulle apparecchiature; medicina d'urgenza e accettazione, 183.000 €, turni aggiuntivi in pronto soccorso; nefrologia, 120.000 €, turni notturni alle dialisi; neurologia, 51.000 € supporto alla neurochirurgia; oncologia, 62.000 € turni aggiuntivi; ORL otorinolaringoiatria, 68.000 €, attività aggiuntive; pediatria, 51.000 €, pronto soccorso pediatrico e progetto per favorire allattamento al seno, cardiologia 37.000 € ecocardiografie aggiuntive; analisi cliniche, 93.000 € turni notturni e festivi; al distretto 3 35.000 € progetto prato, un progetto di integrazione con i medici di famiglia per la prevenzione cardiovascolare; attività amministrative varie, 45.000 € per inserimento dati; radiologia - uno dei più pesanti, perché è pesantemente coinvolta nella richiesta di indagini strumentali - 462.000 €; screening dei tumori (tutti gli screening, non solo femminili, ma anche quello per il tumore colon retto), 500.000 €.

Per quanto riguarda il controllo che viene fatto mensilmente, tutte le attività aggiuntive vengono periodicamente monitorate con richiesta di rendicontazione da parte dei singoli responsabili; se l'indicatore è la riduzione dei tempi di attesa, questi possono essere verificati sul sito internet dell'azienda.

Per quanto riguarda il punto 3, "quali siano le motivazioni per cui tale plus-orario sia stato riconosciuto allo svolgimento di normali turni di reperibilità dei rianimatori", è necessario sottolineare una carenza cronica di anestesisti rianimatori, quindi è un progetto che finisce con quest'anno e infatti i turni comportano inevitabilmente un riposo compensativo.

In merito al punto 4, questo tipo di attività libero professionale è già inserita nel CUP, mentre non è inserita quella a pagamento per l'utenza, si sta pensando infatti di inserirla.

Infine, abbiamo fatto una riunione con il sindacato, che ha chiesto chiarimenti, e con l'Azienda USL con la quale naturalmente stiamo rivalutando eventualmente la redistribuzione di questi finanziamenti.

Président - La parole à la Conseillère Carmela Fontana.

Fontana (PD) - Grazie, Assessore. Le chiedo se gentilmente mi può dare una copia dei dati che ha letto. Con questa interrogazione volevamo evidenziare una ingiusta differenza di trattamento fra la maggioranza del personale medico, che ottiene per la libera professione aziendale i 60.000 € per flusso orario e l'unità complessa di radiologia che arriva ad ottenere sino a 500 € l'ora e l'unità complessa di rianimazione che ottiene un supplemento di 22,5 €, per svolgere le normali attività di reperibilità, già ampiamente ripagata da una apposita norma contrattuale. Questa irregolarità è già stata rilevata da vari sindacati medici, fra cui la CGIL. È una disparità di trattamento grave non solo per l'importo orario, ma perché è sottratta a qualunque controllo, visto che le prenotazioni sono fuori CUP (centro unico di prenotazione). Inoltre è grave che queste tariffe siano riconosciute al medico quando il costo effettivamente alto delle relative prestazioni è legato al costo delle attrezzature, pagato dal bilancio regionale, e non ad una particolare complessità operativa dell'intervento medico. Se fosse valido questo principio, che cosa avremmo dovuto pagare al prof. Parini per l'alta chirurgia di cui era capace? O quanto dovremmo pagare i chirurghi vascolari od urologi per gli importanti e complessi interventi che fanno ogni giorno senza emolumenti aggiuntivi?

È tempo che si metta ordine in questo settore, si mettano sotto controllo del CUP tutte le prenotazioni degli esami e delle visite ambulatoriali, che si limitino a 60 € gli emolumenti aggiuntivi e che si autorizzi solo quell'attività che senza ombra di dubbio possa servire a migliorare il servizio e ridurre le liste di attesa.