Oggetto del Consiglio n. 227 del 26 novembre 2008 - Resoconto
OGGETTO N. 227/XIII - Approvazione di mozione: "Predisposizione di un progetto di promozione della donazione del sangue del cordone ombelicale".
Mozione
Premesso che la Valle d'Aosta è una regione con un'alta e diffusa sensibilità verso la donazione del sangue;
Ricordato che il 23 settembre 2008 si è svolta un'interessante riunione informativa-formativa promossa dalla FIDAS della Valle d'Aosta sull'importanza della donazione del sangue del cordone ombelicale;
Tenuto conto che il sangue del cordone ombelicale donato offre già nuove opportunità di cura e tante potenziali applicazioni nella medicina rigenerativa;
Visto che nell'incontro sopra ricordato i dirigenti responsabili delle strutture sanitarie valdostane hanno manifestato le loro volontà e il loro impegno a lavorare per sostenere quella iniziativa;
Considerato che nelle strutture operanti presenti presso l'ospedale regionale "U. Parini" ci sono competenze professionali e strutturali in grado di rendere operativa la pratica delle donazioni del sangue del cordone ombelicale;
Il Consiglio regionale
Impegna
l'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali a presentare entro 90 giorni, alla V^ Commissione consiliare, il progetto di fattibilità della promozione e della donazione in Valle d'Aosta del sangue del cordone ombelicale.
F.to: Rini Emily - Rigo
Président - Comme il a été convenu ce matin à la Conférence des chefs de groupe, nous passons à la discussion du point 30 à l'ordre du jour.
La parole à la Conseillère Rini Emily.
Rini (UV) - Grazie, Presidente. Cari colleghi e care colleghe, sono onorata di avere oggi l'occasione, congiuntamente al collega Rigo, di portare alla vostra attenzione un argomento che mi sta particolarmente a cuore, come amministratrice, come donna, ma soprattutto come mamma.
Il sangue cordonale è il sangue che residua nei vasi cordonali e placentari dopo che il cordone ombelicale del neonato è stato reciso. Questo sangue, che normalmente viene scartato assieme alla placenta, ora può essere raccolto, conservato ma soprattutto donato. Il sangue cordonale è ricco di cellule staminali emopoietiche, dalle quali originano durante il corso della vita tutte le cellule del sangue. Tale sangue può essere utilizzato a scopo trapiantologico, in alternativa al midollo osseo, per la cura di diverse patologie ematologiche, immunologiche e oncologiche. La donazione del sangue cordonale non comporta rischi né per la madre né tanto meno per il bambino: esso viene raccolto dopo la nascita e la raccolta può avvenire sia dopo un parto naturale che dopo un parto cesareo. È importante donarlo poiché aiuta a salvare la vita di altri bambini ammalati di malattie del sangue, di malattie immunologiche, neoplasie, e inoltre può contribuire alla ricerca sulla cura di numerose malattie, che ancora oggi purtroppo ci affliggono.
Ho avuto il piacere di ricevere queste brevi ma importanti informazioni, durante un incontro organizzato dalla FIDAS Valle d'Aosta, al quale ho partecipato, insieme ad altri consiglieri qui presenti, il 23 settembre 2008, incontro nel quale i dirigenti responsabili delle strutture sanitarie valdostane hanno manifestato la loro volontà di impegnarsi a lavorare per sostenere tale iniziativa.
Con questa mozione si chiede un impegno da parte dell'Assessore alla sanità, che so essere particolarmente sensibile a queste tematiche, a presentare entro novanta giorni alla V Commissione di cui ho l'onore di far parte, il progetto di fattibilità, di studio, di attuazione della promozione della donazione in Valle d'Aosta, così come avviene già nelle altre regioni d'Italia, del sangue del cordone ombelicale.
Concludo, sottolineando la mia personale soddisfazione data dall'intesa raggiunga con il collega Rigo e con diversi altri colleghi qui presenti, con i quali ho avuto il piacere di condividere l'importanza di questa iniziativa. Per questa motivazione porgo il mio ringraziamento personale al gruppo del PD e a tutti coloro che vorranno sostenere questa proposta. Chiedo quindi, insieme al collega Rigo, il sostegno di tutti voi a questa iniziativa, che non è caratterizzata da connotati politici, ma bensì sociali, e che rappresenta una questione di coscienza di ognuno di noi.
Président - La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Lanièce Albert.
Lanièce A. - Grazie, Presidente. Innanzitutto posso già da subito dire che il mio impegno sarà totale. Solo vorrei dare due notizie per quanto riguarda la normativa e ciò che è previsto dal Piano sangue plasma della Regione. Si tratta di un argomento importante: l'impiego delle cellule staminali ha un impatto minore rispetto al trapianto di midollo osseo, ad esempio in termini di reazione immunologica, quindi diventa un vantaggio da questo punto di vista.
Per fare chiarezza, ci sono tre tipi di unità di cordone ombelicale. Ci sono le "AlloNF", che sono quelle qualificate biologicamente e caratterizzate per gli antigeni di istocompatibilità, che permettono di identificare con precisione di che tipo di unità si tratta, e sono destinate al trapianto allogenico da donatore non familiare e sono queste ultime quelle che ci interessano, particolarmente per la raccolta del cordone ombelicale. Ci sono le "AlloD", che sono le unità provenienti da donatore familiare. Ci sono le unità "Auto", che sono destinate ad un eventuale trapianto autologo per lo stesso paziente per un tempo definito, e qui non siamo però nel campo della sanità pubblica, ma si tratta di banche private. Il nostro particolare interesse verte sulle AlloNF, che sono unità di cordone che ci permettono di reperire cellule staminali, particolarmente interessanti, soprattutto per quanto riguarda le linee emopoietiche del sangue. Rispetto ad altre cellule staminali, l'impiego è molto più ristretto, ma si è visto come queste cellule possono dare importanti risultati nel campo della oncoematologia, quindi nelle leucemie, nei linfomi, nelle forme di anemie refrattarie particolari.
In Italia, ci sono circa 18 banche del cordone ed è importante riuscire a mantenere un buon coordinamento fra tutte le banche, perché implementando la donazione, aumenta notevolmente la possibilità di reperire cellule con antigeni di istocompatibilità diverse, di conseguenza aumenta la possibilità di reperire sempre più queste cellule per coloro che ne hanno bisogno. Ricordo che finora il cordone ombelicale interessava patologie pediatriche, mentre ora interessa sempre più anche gli adulti.
Il quadro normativo: ci riferiamo alla legge n. 119/2005 che stabilisce tutte le procedure per procedere al prelievo del sangue cordonale. In seguito all'evolversi delle tecniche e della scienza medica, il centro nazionale del sangue sta proponendo una bozza di decreto ministeriale che andrà a riarmonizzare gli aspetti legati alla raccolta e alla distribuzione del sangue cordonale, nonché l'accreditamento delle strutture che devono effettuare la raccolta del sangue. Per quanto riguarda la nostra Regione, dovremo procedere ad organizzare un punto di prelievo delle cellule staminali. E' scontato che in Valle d'Aosta la creazione di una banca del sangue non avrebbe senso, ci devono essere almeno 20mila donazioni per poter creare una banca di cellule staminali e di cordone ombelicale significativa.
Per quanto riguarda il Piano sangue plasma 2007-2009, è già previsto che la Regione, attraverso il centro trasfusionale e ostetricia e ginecologia, promuova la donazione delle cellule staminali di sangue e di cordone ombelicale, in collegamento con la rete di banche di cellule staminali e cordonali esistenti e riconosciute dalle norme vigenti. Viene favorita la realizzazione di formazione e informazione sul tema, in collaborazione con l'associazione dei donatori. Esiste dunque una predisposizione per poter procedere allo sviluppo di un punto di prelievi, che dovrà coinvolgere l'unità di ostetricia e dovranno esserci comunque dei passaggi di accreditamento della struttura e di implementazione degli accordi tra Piemonte e Valle d'Aosta. Diciamo che il percorso è ben delineato: aspettiamo solo che questo decreto ministeriale vada a rivedere alcuni aspetti riguardanti il prelievo e le banche, e poi si provvederà, in accordo con il centro trasfusionale, a portare avanti questo progetto, sul quale relazionerò in V Commissione.
Président - La parole au Conseiller Secrétaire Tibaldi.
Tibaldi (PdL) - Grazie, Presidente. L'argomento è indubbiamente nobile, come è stato presentato dalla collega Rini, che ha tutti i requisiti, essendo donna e mamma, per sostenere in quest'aula un argomento di tale importanza. Argomento che non è di assoluta novità in quest'aula, perché se n'è già parlato sette anni fa con una mozione all'epoca presentata dal gruppo della Casa delle Libertà, che venne approvata alla unanimità. Era il luglio 2001, allora Assessore era Vicquéry e, viste le stesse motivazioni addotte, sia Vicquéry, sia la Giunta, sia l'aula unanimemente non ebbero alcuna difficoltà nel votare una mozione che è sorretta da una forte finalità sociale.
Soddisfatti per quell'approvazione noi, come primi proponenti, dopo qualche anno abbiamo fatto una indagine, per sapere fino a che punto fosse progredita la situazione e siamo arrivati al 2004 (Assessore all'epoca era Fosson) per chiedere se aveva dato attuazione a quella impegnativa che il Consiglio si era prefissato.
Per ricordarlo, l'impegnativa era molto semplice, ovvero all'epoca si chiedeva che l'Assessore alla sanità innescasse l'USL - perché va bene impegnare l'Assessore ma va altrettanto bene fare in modo che sia l'USL che è il braccio operativo dell'Assessorato, a mettersi in pista per fare quello che questo Consiglio dà come indirizzo - per fare due cose: procedere con celerità alla sottoscrizione del protocollo per la raccolta del sangue cordonale con il Dipartimento di oncoematologia e immunoinfettologia pediatrica dell'Università di Torino (perché sede della banca dati per noi più vicina e anche più importante per il conferimento di questa tipologia di cellule), promuovere un'adeguata opera di sensibilizzazione nei confronti delle partorienti circa l'opportunità di acconsentire alla raccolta stessa, cioè informare le donne valdostane nel momento in cui partoriscono che quel segmento organico che si chiama cordone ombelicale può essere utilmente adoperato per finalità di questo tipo.
Nel 2004 ci rispose l'Assessore Fosson e sembrava che le buone intenzioni manifestate nel 2001 si fossero perse per strada, perché innanzitutto l'USL con una sua deliberazione aveva affidato un incarico (perché gli incarichi servono sempre per mettere in moto la macchina) alla ginecologia dell'Ospedale di Aosta di farsi carico di questo compito, ed erano stati stanziati dei fondi. Un ginecologo aostano aveva anche partecipato ad alcuni incontri a Torino, sede di questa banca dati di cui vi dicevo. Hanno cercato di mettere in piedi il protocollo con Torino, protocollo che era il primo punto fondamentale di quella mozione, ma Torino sconsigliò l'istituzione di nuovi centri di raccolta. Perché? Perché - queste sono le risposte di Fosson - la richiesta era molto scarsa, dal 1999 al 2002 erano state utilizzate solo 20 sacche a fronte di una scorta di 1000 sacche che giaceva nei magazzini.
Non so se l'Assessore Lanièce si innesterà nello stesso solco di Fosson o se, come ci pare, prenderà le distanze dal suo predecessore per intraprendere nuove politiche in materia sanitaria. Nel luglio 2002 si decideva di soprassedere alla istituzione di questo centro raccolta presso la sede dell'ospedale aostano. Questa fu una doccia fredda che ci fu data da Fosson nel dicembre 2004. ...Ancora oggi c'è uno scarsissimo utilizzo... Fosson fornisce alcune informazioni - poi le lascerò anche il resoconto complessivo - ma anche l'opera di sensibilizzazione che il Consiglio aveva suggerito ai predecessori di Lanièce, alla fine non so se lei come donna è mai stata colta da qualche messaggio di propaganda o di divulgazione del tipo "qualora doveste partorire, care donne, lasciate il cordone qui che viene immediatamente congelato e in trentasei ore viene trasferito a Torino". Io non essendo donna non sono stato magari colpito da una propaganda così mirata, ma non mi pare in questi anni di aver visto nulla di simile.
L'auspicio è che questa volta, magari portando la firma di una donna e del Presidente della V Commissione, questa mozione abbia più forza nel superare questi ostacoli tecnici, burocratici, che si sono creati ad Aosta, ma che anche a Torino non hanno avuto una particolare rispondenza, perché se dalla banca dati scoraggiano a dare sangue cordonale, perché tanto viene utilizzato in maniera scarsissima, ripeto - queste sono le affermazioni dell'ex Assessore Fosson - 20 sacche su 1000 disponibili, credo che... poi la battaglia è nobile, noi ci crediamo ancora e per questo voteremo la mozione più che mai convinti, augurandoci che abbia migliore sorte di quello che venne deciso dal Consiglio sette anni fa.
Président - La parole au Conseiller Louvin.
Louvin (VdAV-R) - Grazie, Presidente. Ho ascoltato con interesse non solo l'introduzione della collega Rini, ma anche la ricostruzione puntuale di Tibaldi di una vicenda che non conoscevo nei suoi precedenti di discussione in quest'aula, negli antefatti di questo tentativo di aprire la strada alla donazione del sangue cordonale.
Non so se nel frattempo la presa di posizione del Vaticano sia stata illuminante anche rispetto a questa svolta, perché l'apertura che è stata fatta da parte della chiesa cattolica anche alla ricerca e all'utilizzo delle cellule staminali contenute nel sangue cordonale può forse aver agevolato un iter amministrativo che, a quanto ho sentito è stato faticoso negli anni scorsi.
Vogliamo dire - lo diciamo anche a nome della collega che oggi per motivi familiari è assente - di una nostra profonda e convinta adesione all'iniziativa, che avremmo anche volentieri sottoscritto unitamente ai promotori, perché la riteniamo degna della massima attenzione. Intanto perché può rivelarsi sostitutiva di metodiche curative molto più dolorose, cruente, come quelle del prelievo del midollo osseo, e quindi può rappresentare una alternativa a costo molto ridotto, rispetto a terapie che oggi affrontano con molta più difficoltà persone malate. Ma siamo anche convinti che in senso generale tutto quanto può essere utilmente fatto, per allargare la cultura della donazione e della disponibilità in questa regione, che comunque è una regione sensibile ed attenta sotto questo profilo, debba essere incoraggiato, non in modo cieco o acritico, ma sulla base di convinte e condivise posizioni in termini medici e scientifici.
Qui siamo di fronte a una problematica che può trovare attuazione. Sappiamo esserci delle difficoltà, non credo che vadano sottovalutate le problematiche relative alla formazione e alla organizzazione sul piano medico per il raggiungimento di questo risultato e chiediamo che l'Assessore, con maggiore solerzia che nella passata amministrazione, si faccia carico di questa vicenda. Glielo chiediamo anche noi con molta forza, perché si privilegi in questa regione, rispetto alla conservazione ad uso familiare di questo bene, una conservazione ad uso pubblico.
Qui ci sono due filosofie distinte nello sguardo che portiamo sul nostro futuro: quello di chi si premunisce per sé e per il proprio nascituro nel senso di garantirgli una banca che possa prestargli un domani le cellule necessarie alle sue rigenerazioni di tessuti e chi invece ha una visione aperta sul futuro di altra natura, più protesa ad un aiuto generoso, che peraltro può tornare molto utile anche a se stessi. Crediamo come gruppo che ci sia da sostenere questa visione: che ci sia da dare il sostegno tecnico necessario e che ci sia da dare anche una spinta a questa conservazione delle cellule staminali anche in funzione di ricerca, perché questo è il terreno condiviso in questo momento, un terreno che non è aperto allo scontro fra opposte visioni ideologiche, ma è la finestra aperta al dialogo sulla ricerca in materia di cellule staminali. Che ci sia quanto meno da parte della Regione un convinto apporto attraverso la generosità delle donatrici che possano così fornire materia prima, perché questa ricerca vada avanti e dia quanto prima i risultati che tutti aspettiamo, anche nella logica della sconfitta di malattie tumorali e di altre patologie che affliggono moltissime persone. Questo è il senso del nostro convinto sostegno alla mozione presentata dai colleghi Rini e Rigo.
Président - Je soumets au vote la motion:
Conseillers présents, votants et favorables: 30
Le Conseil approuve à l'unanimité.