Oggetto del Consiglio n. 187 del 12 novembre 2008 - Resoconto
OGGETTO N. 187/XIII - Interpellanza: "Tempi e modalità di definizione del nuovo Piano triennale di politica del lavoro e di formazione professionale".
Interpellanza
Ricordato che il "Piano triennale di politica del lavoro e di formazione professionale 2004-2006" definito ai sensi dell'articolo 4 della legge regionale 31 marzo 2003, n. 7, è stato prorogato per il 2007 con legge regionale 15 dicembre 2006, n. 30, art. 30 e che lo stesso è stato nuovamente prorogato per il 2008 con legge regionale 12 dicembre 2007, n. 32, art.14;
Ricordato che nella legge regionale 30/2006 la proroga per l'anno 2007 era stata così motivata "Al fine di armonizzare, secondo quanto previsto dall'articolo 4 della l.r. 7/2003, gli interventi regionali di politica del lavoro con gli indirizzi della politica comunitaria ed in particolare con gli interventi previsti nella programmazione 2007/2013 dell'obiettivo 2 - Competitività regionale e Occupazione - la definizione di un nuovo piano triennale degli interventi di politica del lavoro, delle azioni di formazione professionale, di orientamento e sviluppo dei servizi per l'impiego è rinviata al 2008";
Constatato che l'ulteriore proroga operata con legge regionale 32/2007 sino all'approvazione del nuovo Piano non evidenzia motivazioni specifiche;
Ricordato inoltre che "Il Piano Triennale di Politica del Lavoro è lo strumento di programmazione con il quale l'Amministrazione regionale attua la propria politica del lavoro col duplice obiettivo di assicurare ai lavoratori un lavoro di qualità anche valorizzando le specificità di genere, età e diversa abilità e di rispondere alle esigenze di competitività del sistema imprenditoriale, elevando la preparazione professionale della forza lavoro, attivando un sistema regionale di servizi per l'impiego, sostenendo l'imprenditorialità" (dal sito della Regione Autonoma Valle d'Aosta);
Ritenuto che, in un mondo che velocemente cambia, la Valle d'Aosta debba dotarsi di strumenti adeguati alla situazione attuale che presenta non poche problematicità;
Preoccupati che la recessione necessita, anche in Valle d'Aosta, di definire politiche che sappiano affrontare gli effetti negativi di una fase caratterizzata dalla crescita zero e dall'aumento dell'inflazione;
i sottoscritti Consiglieri
Interpellano
il Presidente della Regione per conoscere:
1) le ragioni del ritardo e i tempi per la definizione del nuovo Piano triennale;
2) la metodologia che si intende seguire per individuare le azioni efficaci e funzionali per la stesura dello stesso;
3) se è intenzione del Governo regionale preparare un apposito dossier contenente:
a) la documentazione relativa allo stato dell'arte delle azioni strumentali indicate dalla vecchia programmazione;
b) la valutazione/misurazione degli effetti qualitativi e quantitativi prodotti sui livelli occupazionali indotti dal Piano triennale tutt'ora vigente.
F.to: Rigo - Fontana Carmela
Presidente - La parola al Consigliere Rigo.
Rigo (PD) - Grazie, Presidente. Abbiamo sentito prima dei grandi cambiamenti climatici, io aggiungo, demografici, migratori, tecnologici, economici, energetici e strategici che hanno segnato il passaggio di secolo e hanno mutato in pochi anni il volto del pianeta, lo stanno cambiando. La globalizzazione mostra tutta la sua ambivalenza, migliorano le condizioni di vita e di reddito di milioni di uomini che per la prima volta hanno accesso allo sviluppo, ma le disuguaglianze tendono ad accentuarsi, mentre le turbolenze dei mercati finanziari ripropongono rischi gravi per tutte le società moderne. Recessione tecnica e due anni di crescita zero per l'Italia, economia in frenata nel resto della zona euro, è questo il quadro a tinte fosche emerso dalle previsioni d'autunno presentate in questi giorni dalla Commissione europea. "Da quando l'economia dell'UE è stata colpita dalla crisi finanziaria che si è acuita durante l'autunno..." - ha spiegato il Commissario agli affari economici e monetari, Almunia - "... l'orizzonte economico si è oscurato significativamente". "Anche la Valle d'Aosta deve fare i conti con questa situazione preoccupante, l'economia valdostana ha fatto registrare nei primi sei mesi dell'anno segnali di difficoltà": sono parole della Banca d'Italia nella nota elaborata dalla sede di Aosta. La recente rilevazione nazionale, effettuata dall'ISTAT, sul secondo trimestre del 2008 non riporta ancora dati allarmanti, ma dimostra già una fase dove la disoccupazione è aumentata di un punto percentuale. Per quanto riguarda la nostra Regione, i dati confermano un'immagine del mercato del lavoro sfuocata e sono evidenti a tutti i segnali di tensione: aumento della cassa integrazione guadagni, aziende in crisi, licenziamenti - ce lo ha illustrato nella scorsa Assemblea l'Assessore competente - a cui dobbiamo prestare la massima attenzione. Ecco perché è necessario prevedere interventi a sostegno delle imprese, del lavoro e della sua qualità; governare significa capire quali sconvolgimenti e rotture di vecchi legami stanno avvenendo nella società e la politica deve saper dare risposte alla presenza in Valle... chiamiamolo di impasto fatto di vecchie e nuove povertà, di senso di ingiustizia, di crisi della formazione professionale e dell'occupazione, di cattiva amministrazione, dell'indebolimento anche delle relazioni sociali e umane, di una paura diffusa che fa diventare tutto più piccolo ed incerto. Dobbiamo insieme riuscire a ridare credibilità al nostro sistema politico. È un problema di efficienza, credibilità, di qualità della democrazia e del sistema politico-istituzionale. I segnali possono essere tanti e uno di questi potrebbe essere quello di un percorso da seguire per definire il nuovo Piano triennale di politiche del lavoro che ho letto in questi giorni su "Obiettivo lavoro news" verrà messo a punto nei prossimi mesi. "La lotta alla precarietà, il sostegno alle persone svantaggiate, la riqualificazione dei disoccupati, la promozione dell'occupazione femminile, la formazione dei giovani e quella permanente come nuovi diritti di cittadinanza, una formazione dei giovani innovativa rispetto agli indirizzi finora promossi": questo ha chiesto ai Commissari della II Commissione l'altro giorno il Presidente della Confindustria valdostana, Giuseppe Bordon, in occasione dell'audizione della Commissione stessa sul bilancio; quindi politiche attive sul mercato del lavoro che forniscano tutela del reddito in caso di disoccupazione, un sistema efficiente di servizi di formazione e di occasioni per il reimpiego. Un sistema attivo si ottiene potenziando la rete dei servizi pubblici e privati all'impiego e introducendo forme di responsabilizzazione reciproca fra i beneficiari di sussidi e gli erogatori dei servizi. Se vogliamo, insieme con una politica di concertazione, definire il nuovo piano, occorre però discutere anche di metodologia, come indicavamo nell'interpellanza. Per noi, oltre al confronto, è importante la conoscenza, per poter formulare osservazioni puntuali dobbiamo poter disporre della documentazione su ciò che è stato fatto negli anni passati, occorre poter usufruire di un'analisi consuntiva sulla precedente programmazione al fine di avere elementi oggettivi di verifica e di discussione, che mettano in evidenza gli aspetti positivi, i settori coinvolti, le motivazioni dei successi e degli insuccessi. Alcune criticità della passata programmazione sono frutto di un'indagine, ormai datata, con aziende disponibili a collaborare per sperimentare alcuni strumenti esistenti: tirocini di orientamento e formazione, consulenze tecniche, analisi del lavoro, fino alla volontà di sperimentare inserimenti lavorativi di persone svantaggiate o disabili. Da quella indagine sono emersi orientamenti che andrebbero oggi meglio approfonditi: scarsa efficacia del sistema informativo, non conoscenza degli strumenti operativi, la tempistica degli interventi, difficoltà e lentezze burocratiche. Partiamo dalla conoscenza, dall'esperienza per innovare gli interventi in una società in forte cambiamento e in stagnazione economica. Questo è il senso dell'interpellanza che ci sembra chiara: conoscere i tempi per la definizione del nuovo Piano di politiche del lavoro e gli orientamenti che il Governo regionale intende seguire per individuare le azioni strumentali della nuova programmazione e le modalità di coinvolgimento nella fase di stesura di tutti i soggetti interessati. Grazie.
Presidente - La parola al Presidente della Regione, Rollandin.
Rollandin (UV) - Il quadro di riferimento in cui porre il tema che è oggetto dell'interpellanza credo sia stato disegnato molto correttamente dall'interpellante, nel senso di aver sottolineato quelle che sono in parte le difficoltà oggettive del momento e in parte alcuni limiti che sono insiti in un processo che sicuramente non è facile. Credo vi siano due punti importanti in quanto è stato detto: la questione di metodo e la questione di sostanza; cercherò brevemente di illustrare con quali tipi di interventi si ritiene dare una risposta sia nel metodo, sia nella sostanza a questo problema, che è di capitale importanza, altrimenti non avrebbe senso fare uno sforzo, come si sta cercando di fare, di riunire in un dipartimento formazione e lavoro. Questo è l'obiettivo che è tendenzialmente visto come prioritario e lo diventa ancora di più in un momento così difficile come quello in cui stiamo vivendo.
Fermo restando che la proroga per il 2008 del Piano triennale di politica del lavoro e formazione professionale stabilita con la legge regionale n. 32/2007 garantisce la continuità e l'efficacia delle azioni in materia di politiche attive del lavoro, le ragioni del differimento nella predisposizione del nuovo piano triennale vanno ricercate proprio nell'esigenza di definire degli strumenti adeguati ad una situazione dell'occupazione, del lavoro e dello sviluppo economico in rapida evoluzione, oltre che alle evoluzioni normative comunitarie in materia. A questo riguardo, in particolare, il 29 agosto 2008 è entrato in vigore il nuovo regolamento generale di esenzione per categoria - il regolamento CE n. 800/2008 -, che costituisce una sorta di testo unico degli aiuti esenti da notifica e convalida in un unico testo... ampliando tutte le categorie di aiuti di Stato ritenute compatibili con l'articolo 87 del Trattato. Il regolamento è applicabile anche agli aiuti concessi precedentemente purché ne siano rispettate tutte le condizioni; i regimi esentati in base ai regolamenti ormai decaduti continueranno a beneficiare dell'esenzione fino alla fine dell'anno, periodo nel corso del quale sarà possibile continuare a concedere aiuti conformi alle vecchie regole. Questo passaggio è importante per capire la dinamica entro cui si lavora nell'ambito della politica fra il vecchio e il nuovo piano. Il regolamento n. 800/2008 sostituisce i precedenti provvedimenti relativi agli aiuti alla formazione, alle piccole e medie imprese, all'occupazione e agli aiuti a finalità regionale e per la prima volta estende l'esenzione dalla notifica a nuove categorie di aiuti, quali gli aiuti a favore della tutela dell'ambiente, gli aiuti sotto forma di capitale di rischio, gli aiuti alla ricerca, allo sviluppo e all'innovazione. Il regolamento n. 800/2008 era atteso ormai da molti mesi e circolava in una versione non definitiva, per cui la redazione del Piano di politiche del lavoro non poteva non considerarlo, tenuto conto che questo regolamento comunitario è un documento decisamente complesso e non immune da difficoltà di interpretazione e di applicazione. Infatti attualmente, a livello regionale e nazionale, è in fase di studio e di approfondimento proprio in relazione alla stesura del nuovo Piano di politiche del lavoro. Su questo vi è un dibattito molto acceso, perché le implicazioni di alcune norme relative a tale tipo di intervento in deroga... ossia che non comprende più soprattutto per la ricerca, l'innovazione... soprattutto l'ambiente che è il più ampio possibile... crea comunque una novità non secondaria rispetto all'impostazione data attualmente alle politiche del lavoro. Oltre alla normativa europea, peraltro, il Piano triennale di politica del lavoro deve necessariamente tenere conto delle innovazioni nella normativa statale in materia di diritto del lavoro, materia sensibile alle evoluzioni politiche, economiche e sociali.
Il riferimento, in particolare, è al decreto legge n. 112, di cui abbiamo già parlato, che è diventato la legge n. 133. Tale intervento, meglio noto come "Manovra d'estate", ha coinvolto in particolare il contratto di lavoro a tempo determinato, la disciplina dei contratti occasionali di tipo accessorio, sperimentati anche in Valle d'Aosta nel settore delle vendemmie - dove purtroppo non è stato sfruttato - con lo strumento dei buoni-lavoro (vouchers), il contratto di apprendistato, il lavoro intermittente o su chiamata, la disciplina del rapporto di lavoro nelle pubbliche amministrazioni, il part-time nella pubblica amministrazione. Un complesso di fattori non indifferente quindi, che va ad inserirsi in una già difficile interpretazione delle modifiche attuate due anni fa. Un'ulteriore novità che dovrà essere considerata è derivante dal proseguimento dell'iter legislativo del disegno di legge n. 1441 quater-A, già ribattezzato come "Manovra d'autunno", che interverrà su ulteriori istituti di diritto del lavoro, in particolare in materia di attività usuranti, di territorializzazione delle procedure concorsuali, e sul tema del contrasto, in maniera sempre più incisiva, del fenomeno del lavoro sommerso.
Sempre per illustrare le ragioni che hanno comportato un differimento nella redazione del nuovo piano triennale, è in fase di attenta valutazione l'opportunità di inserire nel nuovo Piano di politiche del lavoro degli indicatori di successo che permettano di monitorare il risultato dei singoli macrobiettivi e di apportare eventuali correttivi strategici in caso di insuccesso delle politiche intraprese. Credo che il collega conosca molto bene questo tema e sappia quanti casi purtroppo "hanno lasciato l'amaro" nelle imprese interessate per queste ragioni, quindi il fatto di fare una valutazione su questo è molto importante per evitare errori. Vi sono infatti settori in cui potrebbe essere necessario introdurre delle soglie di sufficienza in considerazione delle particolarità degli utenti, come ad esempio per i lavori di utilità sociale, rispetto ai quali gli utenti sono soggetti aventi a volte gravi problemi di tipo psichico e l'introduzione di indicatori di successo va calibrata anche in considerazione dello status di questi, considerato che riuscire ad inserire nel mondo del lavoro anche pochi soggetti rappresenta un grande risultato. Questo è un tema che credo dovrà ritornare perché, malgrado le belle intenzioni, su questo ci sono in pratica risultati scarsissimi, perché sono i settori più difficili da tenere nella dovuta considerazione, ma riteniamo che su questo vada investito molto.
Inoltre si sta effettuando un lavoro di analisi per poter comprendere come migliorare l'efficienza dei servizi in seguito alla riunificazione nel nuovo Dipartimento politiche del lavoro e della formazione dell'Agenzia del lavoro e di tutti i servizi relativi ai centri per l'impiego, come ho già detto all'inizio. Il nuovo piano non può non valutare tale importante novità che consentirà di avere dei servizi maggiormente coordinati e che permetterà di raggiungere i singoli obiettivi del piano in modo più concreto. Al fine di raggiungere tale risultato, occorre effettuare un attento lavoro che permetta di evidenziare possibili inefficienze del passato sistema e correttivi da introdurre.
"La metodologia che si intende seguire per individuare le azioni efficaci e funzionali per la stesura del piano", al fine di comprendere gli aspetti critici presenti nell'attuale piano ed ottenere un futuro Piano di politiche del lavoro pragmatico e coerente con le necessità del territorio, idoneo a rispondere ad eventuali nuovi bisogni emergenti, si è lavorato e si sta lavorando in modo proficuo su vari livelli: in primo luogo, si sta procedendo ad un'attenta valutazione dei diversi documenti europei emanati per lo sviluppo delle politiche del lavoro (strategia di Lisbona e suo rilancio, orientamenti strategici comunitari in materia di coesione 2007/2013) e la strategia regionale per il periodo 2007/2013. Questa analisi è indispensabile al fine di armonizzare gli interventi specifici di politica regionale del lavoro con gli indirizzi di politica comunitaria volti a creare competitività locale e buona occupazione. L'aggiornamento continuo degli studi fatti in merito alle normative comunitarie e alle evoluzioni delle singole decisioni prese a livello comunitario è indispensabile per la redazione del nuovo piano. In secondo luogo si sta operando attraverso il coinvolgimento dei principali attori locali, sindacati, associazioni datoriali, associazioni territoriali e enti locali. Sono state richieste e successivamente analizzate le proposte e necessità dei principali attori locali in tema di politiche del lavoro. I singoli soggetti hanno inviato il loro contributo scritto al gruppo preposto alla redazione del piano, individuando criticità positive e negative del piano attualmente in vigore. Tali criticità sono state pertanto valutate e considerate nella definizione della struttura del piano e degli obiettivi dello stesso. In terzo luogo si sta svolgendo un complesso lavoro di analisi del piano attualmente in vigore finalizzato all'individuazione dei punti di forza e di debolezza dello stesso, mettendo in luce nuovi bisogni, modifiche redazionali ed idee innovative. Tale lavoro ha richiesto la collaborazione di tutti i responsabili degli uffici che operano quotidianamente per l'implementazione del piano e ha permesso di ottenere informazioni fondamentali per la redazione del nuovo documento. Con la nuova struttura organizzativa del Dipartimento delle politiche del lavoro e della formazione si ritiene attualmente necessario effettuare un'analisi più approfondita sulla possibilità di introdurre innovazioni volte a portare un miglioramento gestionale.
Infine, considerata l'evoluzione critica della congiuntura più recente, si è ritenuto necessario arricchire di informazioni più analitiche il quadro relativo al mercato del lavoro valdostano ed il sistema socio-economico. Conseguentemente l'Osservatorio del mercato del lavoro sta svolgendo analisi di approfondimento di tali tematiche al fine di delineare un contesto dettagliato ed aggiornato all'interno del quale posizionare meglio le future politiche del lavoro. Nello specifico i temi di approfondimento riguardano gli andamenti demografici, i movimenti interni al mercato del lavoro, cosa ricordata dall'interpellante (avviamenti e cessazioni), le tipologie contrattuali adottate, la diffusione del lavoro precario e l'utilizzo degli ammortizzatori sociali.
Per quanto riguarda i tempi per la redazione, alla luce di quanto detto, si ritiene verosimilmente che il nuovo Piano triennale di politica del lavoro e di formazione professionale sarà portato all'attenzione entro il mese di giugno prossimo. Va precisato comunque che le analisi effettuate ai vari livelli hanno messo in luce la completezza contenutistica dell'attuale piano, che è a tutti gli effetti in vigore ed in grado di rispondere compiutamente alle istanze dei cittadini e delle imprese. Il nuovo piano avrà un layout che consentirà una più semplice consultazione ed un approccio più sintetico volto a favorire una corretta comprensione dello stesso da parte di tutti gli utenti interessati. I risultati delle analisi svolte saranno implementati anche alla luce di quanto previsto nelle singole legislazioni di settore - industria, artigianato, turismo e commercio - e nelle politiche sviluppate nell'ambito del Fondo sociale europeo al fine colmare eventuali lacune presenti. Infine occorre sottolineare che l'attuale Piano di politiche del lavoro risulta essere uno strumento che è la base del lavoro per il futuro.
Per quanto riguarda il punto n. 3): "se è intenzione del Governo regionale preparare un apposito dossier contenente: a) la documentazione relativa allo stato dell'arte delle azioni strumentali indicate dalla vecchia programmazione" e "b) la valutazione/misurazione degli effetti qualitativi e quantitativi...", nella fase attuale, alla luce di quanto sopra detto, non risulta ancora possibile predisporre un dossier come quello proposto considerata la complessità dei documenti contenuti nell'istruttoria del nuovo piano che costituiscono un insieme estremamente complesso di atti, relazioni e studi che debbono trovare una sintesi in sede sia tecnica, sia politica. Le informazioni e le valutazioni circa gli effetti dell'attuale piano saranno peraltro parte integrante della discussione che avverrà in merito al nuovo piano triennale, quando questo sarà ad uno stadio più avanzato di definizione in vista della sua approvazione. Credo si stia facendo un lavoro sia documentale, sia di analisi, sia di predisposizione dei nuovi indirizzi, che va nella direzione sollecitata dall'interpellante, nel senso di dare la misura dei contenuti che si vogliono dare per fornire risposte reali sia alle nuove realtà (problemi di immigrazione, di nuove presenze in Valle che vanno inserite in un contesto nuovo), sia per il sistema legato ad un momento contingente, che è la crisi economico-sociale a cui stiamo assistendo; nel contempo dovremo tener conto delle novità relative al telelavoro, relative al fatto che in particolare l'Osservatorio del lavoro avrà il coordinamento di tutti gli osservatori. Per quanto riguarda questo tipo di documentazione, potremo dire finalmente di dare in modo univoco dei dati a tutte le fonti che lo richiederanno, perché ci sarà un'elaborazione fatta da persona competente che conosce molto bene il campo e che ha già fatto un'impostazione corretta di collaborazione attiva, non per eliminare i singoli punti di osservazione nei singoli ambiti, ma per far sì che vi sia una chiave di lettura possibile, perché arrivavano dati che non erano leggibili e non davano alcuna possibilità di lavorare in quanto riferiti ad anni addietro o comunque arrivavano in ritardo, per cui, quando si faceva il piano, i documenti erano già vecchi! Questa era una delle situazioni che correttamente sono state evidenziate, che invece saranno un punto di forza per quanto riguarda il nuovo materiale su cui lavorare. Queste sono alcune delle indicazioni che mi sembrava giusto fornire come traccia per il lavoro che si sta portando avanti, dando anche una tempistica che sarà più lunga, ma credo che ne valga la spesa, perché è fatta in modo attento e compiuto.
Presidente - La parola al Consigliere Rigo.
Rigo (PD) - Ringrazio il Presidente per la risposta documentata e in particolare perché ha manifestato la preoccupazione del Governo regionale su un problema a nostro avviso di capitale importanza per il futuro di questa Regione, in particolare per il futuro di una parte importante della stessa: i giovani e il precariato. Abbiamo di fronte due grossi ostacoli: in primo luogo, come richiamavo prima, una situazione economica difficile, che tira a sé una situazione di disagio notevole; in secondo luogo, una situazione normativa ripresa dal Presidente, che è stata introdotta e che mal si sposa con un piccolo tessuto industriale come il nostro. Credo anch'io sia necessario il monitoraggio ex post degli effetti del piano tuttora vigente, la relazione lo dice molto bene, indica percorsi per un approccio metodologico che mi pare interessante. Chiederei al Presidente la disponibilità, appena possibile, di informare il Consiglio sul lavoro di analisi che sta compiendo il Dipartimento, sulle prime indicazioni emerse da questo studio sugli obiettivi e le finalità del nuovo piano. Grazie.