Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 82 del 25 settembre 2008 - Resoconto

OGGETTO N. 82/XIII - Relazione annuale al Consiglio regionale sull'andamento della gestione della "Casino de la Vallée S.p.a.", ai sensi dell'articolo 8 della legge regionale 30 novembre 2001, n. 36, recante "Costituzione di una società per azioni per la gestione della Casa da gioco di Saint-Vincent".

Président - La parole au Président de la Région, Rollandin.

Rollandin (UV) - Come previsto dall'articolo 8 della legge n. 36/2001, viene presentata oggi in Consiglio la relazione sull'andamento della casa da gioco avendo come riferimento temporale il bilancio dell'esercizio dell'anno 2007. Si tratta di un bilancio ampiamente conosciuto dai componenti di questa Assemblea, tra l'altro già messo a disposizione dei componenti della IV Commissione in occasione dell'approvazione della legge regionale n. 22/2008, momento in cui gli elementi essenziali dell'andamento del casinò del 2007 sono già stati esaminati. Ne ripercorrerò pertanto gli aspetti principali sulla base della relazione della gestione allegata al bilancio.

Il bilancio al 31 dicembre 2007 si è chiuso con un risultato positivo netto di 1.976.000 euro; altrettanto nota è la ragione di tale ritorno all'utile, ovvero la modifica del disciplinare per la gestione della casa da gioco, approvato da questa Assemblea nel dicembre 2007, in particolare alla modifica delle percentuali di riparto dei proventi dei giochi fra Casino de la Vallée e Amministrazione regionale. Per il 2007, articolo 22 norme transitorie, la percentuale di proventi di cui all'articolo 11 del presente disciplinare è rideterminata nel 43% e gli eventuali conguagli saranno trattenuti dalla Casinò S.p.a. nei successivi versamenti. Dal 2008, articolo 11, quello dei proventi spettanti alla Regione per le attività di cui al presente disciplinare, Casinò S.p.a. versa alla Regione una quota pari al 40% degli introiti lordi dei giochi. La relazione di accompagnamento al bilancio illustra in modo dettagliato le condizioni operative di sviluppo dell'attività della casa da gioco sempre riferite al 2007 in termini di andamento dei vari settori di gioco e degli ingressi, anche in paragone con le altre case da gioco. L'anno 2007 si è chiuso con una leggera crescita dei proventi lordi di gioco: + 0,61, con risultati positivi dei giochi francesi: + 1,87, dei giochi americani: + 4%, mentre hanno avuto un andamento negativo i giochi misti: - 11,16% e i giochi elettronici: - 1,64%. Le presenze sono state inferiori rispetto al 2006 per 9.316 unità (1,5%).

La relazione evidenzia poi i fattori negativi che hanno condizionato l'andamento dei proventi lordi di gioco sia esterni, sia interni all'azienda; anche tali fattori hanno fatto oggetto più volte in questa Assemblea di analisi e di dibattito, ma rappresentano comunque un dato oggettivo con cui l'azienda deve confrontarsi quotidianamente. Ricordiamo fra i fattori esogeni la congiuntura economica particolarmente sfavorevole che colpisce in maniera sensibile il bacino di utenza primario della casa da gioco e, rispetto a questo fattore, l'andamento della situazione economica italiana ed internazionale che non fa intravedere prospettive di miglioramento a breve; la concorrenza dello Stato nel settore dei giochi legalizzati con una raccolta di gioco sempre più capillare sul territorio grazie all'introduzione dei nuovi prodotti, in particolare dello sviluppo potenziale del gioco on line. Rientra in questo ambito di concorrenza anche quella determinata dalle slot machine presenti nei locali pubblici, con probabilità di vincita per il giocatore - però questo mai viene evidenziato - nettamente inferiori a quelle delle slot dei casinò (75 contro 94%). E ancora l'effetto negativo sulle case da gioco dell'introduzione delle normative corrette e necessarie, però che hanno creato non pochi problemi relativi al divieto di fumo nelle sale da gioco e in materia di antiriciclaggio. Esistono poi una serie di fattori interni, di fattori su cui l'azienda e l'Amministrazione regionale come azionista hanno possibilità di intervento diretto, su cui la relazione del bilancio 2007 pone l'attenzione. L'attrattività nel comprensorio e quindi la presenza dei servizi e strutture complementari all'attività della casa da gioco - terme, tiro a volo e altre che ancora non hanno trovato una soluzione -, l'innovazione dell'offerta di gioco intrattenimento, comprendendo questa voce anche l'assistenza alla clientela, i servizi di ristorazione all'interno della casa da gioco, la riqualificazione della struttura e dotazione di servizi adeguati alla cattura di nuove fasce di clientela; infine, ma non ultime per importanza, tutte quelle criticità più spiccatamente aziendali dalla rigidità della struttura e della dotazione organica alla tematica delle relazioni sindacali. L'insieme di questi fattori evidentemente ha influito sull'andamento della casa da gioco, come in generale degli altri casinò italiani. Nel 2007 è negativo anche l'andamento di Sanremo (- 5,4%), è stabile quello di Venezia (+ 0,2%), in forte aumento invece il Casinò di Campione (+ 32%) come è stato ricordato in questa sala in occasione della votazione della legge n. 22, a seguito dell'apertura della nuova casa da gioco e in termini di proventi lordi di gioco dei risultati positivi dei giochi elettronici che hanno supplito ai risultati negativi dei giochi tradizionali, la stessa situazione si è verificata a Venezia. Permane quindi la situazione già nota per cui i giochi elettronici rappresentano per i casinò italiani la quota maggiore di provento, tranne che per la nostra casa da gioco in cui i giochi tradizionali mantengono una "porta" ancora più rilevante. Ciò ha risvolti positivi dal punto di vista della tipologia della clientela e dell'occupazione, ma rappresenta allo stesso modo un fattore di criticità rispetto alla redditività dei giochi elettronici, alla frequentazione non solo del casinò, ma in genere dei comprensori di Saint-Vincent e Châtillon.

La relazione al bilancio evidenzia poi altre significative considerazioni di carattere generale, che impattano sulle strategie di marketing delle case da gioco. Si conferma lo stato di crisi strutturale del mercato del gioco d'azzardo che comporta, da un lato, l'esigenza di difendere le quote di mercato; dall'altro, la necessità di investimenti per un rilancio complessivo non solo della casa da gioco, ma di tutto il comprensorio. Il casinò deve confrontarsi con un settore in rapida evoluzione in cui sembra prevalere da parte della clientela la ricerca di nuove dimensioni di gioco molto più indirizzate al divertimento, in cui il gioco d'azzardo rimane un aspetto importante, fortemente indirizzato a giochi rapidi e moderni, ma connesso ad altre attività, eventi, manifestazioni o occasioni di divertimento.

Queste in sintesi le cose che volevo portare all'attenzione del Consiglio per quanto riguarda il bilancio di esercizio 2007.

Per quanto riguarda la situazione del 2008, siamo ormai fine settembre 2008 e diverse cose sono successe in questi mesi oltre ad aver approvato la legge n. 22, che ha previsto due interventi: da un lato, è stato modificato il Consiglio di amministrazione; dall'altro, è stato previsto un intervento sul capitale sociale che tutti ricordano. Questi interventi sono stati già ampiamente dibattuti in IV Commissione e in aula, voglio solo ricordare che l'aumento del capitale sociale ha risposto alla necessità di dotare l'azienda della capitalizzazione necessaria, quindi non solo la ricostituzione del capitale, ma la ricapitalizzazione per una serie di interventi necessari per garantire la capacità operativa dell'avvio di iniziative adeguate per risolvere le criticità rammentate in precedenza.

Il 12 agosto scorso si è tenuta l'Assemblea ordinaria e straordinaria della "Casino S.p.a.", che ha dato applicazione alla legge n. 22, prevedendo la nomina dell'Amministratore unico. Riteniamo che vi siano oggi le basi per avviare le iniziative necessarie per il rilancio della casa da gioco, in particolare la soluzione alle criticità interne all'azienda, che ne hanno fortemente penalizzato e condizionato l'andamento degli ultimi anni. L'impegno del nuovo Amministratore unico del casinò è indirizzato in questo senso: definire e proporre quanto prima il processo di riorganizzazione dell'azienda e successivamente le linee di un nuovo piano di sviluppo per la casa da gioco da sottoporre agli azionisti della società, alla IV Commissione e a questa Assemblea, come previsto dall'ordine del giorno che abbiamo votato il 23 luglio. A tale proposito - ripeto -, rispetteremo questi tempi e presenteremo quanto prima tale programma. Credo quindi che la discussione di oggi o quanto meno l'illustrazione sia relativa al 2007. In quella occasione avremo modo e tempo per discutere il Piano di rilancio della Casinò S.p.a. secondo le linee che proporremo all'attenzione della Commissione e del Consiglio.

Presidente - Si apre la discussione sulla relazione presentata dal Presidente della Regione.

La parola al Vicepresidente Chatrian.

Chatrian (VdAV-R) - Merci, M. le Président. Il Presidente ci ha illustrato il bilancio 2007 della Casinò S.p.a., il nuovo disciplinare lo ha indubbiamente modificato, è stato già detto ampiamente; chiude quest'anno con un segno positivo il bilancio della società in virtù delle modifiche del disciplinare nel dicembre 2007. Gli introiti sono simili a quelli del 2006, 117 milioni di euro nel 2007, 116 milioni di euro nel 2006. Nella relazione da parte del Consiglio di amministrazione si esplicitano bene i passaggi di quello che è stato fatto e vorrei fare con Lei e con il Consiglio qualche considerazione un po' sul passato, ma soprattutto in riferimento agli altri casinò. È stato detto: "anche gli altri casinò stanno perdendo", ma forse è importante, anche se sono un neofita del dossier, fare dei ragionamenti e dei conti sul passato degli ultimi 6-7 anni non solo del nostro casinò e poi provare a trovare delle spiegazioni, delle motivazioni e delle cause che hanno portato a questi bilanci. È stata esplicitata la difficoltà di attrarre mercato direttamente da parte del Consiglio di amministrazione, di assenza di innovazione, sempre, direttamente, da tale Consiglio, e la grande difficoltà dei giochi tradizionali, quindi "assenza di innovazione, scarsa attività da parte del comprensorio, la concorrenza dello Stato è sempre più agguerrita, congiuntura economica...". È stato detto anche in IV Commissione - "... il Grand Hôtel Billia che deve essere ancora riqualificato, investimenti che non sono partiti, investimenti per riqualificare la struttura e per dotare il casinò di adeguati servizi che non sono partiti..." - quindi sono state esplicitate le carenze e le criticità - "... il calo di clientela che è stato trasversale rispetto al tasso di frequentazione al luogo di provenienza, le fasce di età...", ed ancora le varie problematicità della casa da gioco.

Vorrei però fare qualche considerazione sui conti economici; il Presidente ci ha detto: "anche Sanremo perde in percentuale rispetto al 2006, Campione invece ha un incremento". Il Casinò di Saint-Vincent nel 2001 introitava circa 150 milioni di euro, adesso ne introita 117, un delta importante di circa 21-22%. Il Casinò di Campione nel 2001 introitava 109 milioni di euro, adesso ne introita 113, la matematica non inganna e penso che vi sia un più davanti rispetto agli ultimi 7 anni, di un 3-4%, poco, ma un più. Il Casinò di Sanremo incassava nel 2001 86 milioni di euro e nel 2007 ne ha incassati 92, quindi un altro più, sempre pochissimo: 3-4% e il Casinò di Venezia nel lontano 2001 incassava 172 milioni di euro, mentre adesso ne incassa 191, un bel più: un 6-7%. Ieri tra i colleghi di maggioranza si vociferava: "tutti i casinò sono in crisi, non ci sono introiti"; mi sembra che i dati dicano qualcosa di diverso. Negli ultimi 7 anni il nostro casinò ha perso più del 21% per quanto riguarda gli introiti lordi e tutti gli altri casinò hanno un segno positivo, di poco, che varia dal 3 al 7%. Questa è la tabella della relazione annuale che ci avete conferito già nel mese di luglio. Stessa cosa per quanto riguarda gli ingressi, direttamente o indirettamente collegati, il nostro casinò nel 2001 aveva circa 834mila ingressi, nel 2007 abbiamo una differenza del 31% di ingressi in meno. Il Casinò di Campione nel 2001 aveva 277mila ingressi, adesso ne ha 676mila: più del doppio: 110%; Sanremo aveva 300mila ingressi, adesso ne ha 250mila: - 12%; Venezia è sempre stabile, sul milione di ingressi. Anche riguardo alle entrate abbiamo un segno negativo importante del 31% e tutti gli altri casinò o sono stabili, o sono in aumento: solo negli ultimi 7 anni, dal 2001 al 2007. Questi sono i dati che abbiamo e da cui dobbiamo trarre una constatazione: gli altri tre Casinò italiani mantengono ampiamente il mercato e il nostro ampiamente perde il mercato.

È stato detto dal Presidente molto bene: "il Casinò di Saint-Vincent aveva un primato fino al 2000 sui giochi tradizionali, i giochi francesi", gli stessi giochi francesi in sette anni hanno perso il 41% passando da un incasso di 50,5 milioni a 30 milioni di euro, quindi un delta del 41% in sette anni. Gli altri casinò, per quanto riguarda i giochi americani e le slot machine, hanno mantenuto, se non incrementato, i loro introiti; indubbiamente sui giochi francesi - sia Campione, sia Sanremo, sia Venezia - le loro percentuali sono inferiori, ma matematicamente l'unico casinò che ha perso così tanto è il nostro.

Per quanto riguarda gli andamenti dei costi nel 2004-2005-2006-2007, praticamente il prospetto è identico: i costi della produzione sono intorno agli 84-83 per quanto riguarda il 2006-2007 e 88 e 94 per il 2005-2004. Indubbiamente è importante il 60-61%: è il costo del personale all'interno dei costi della produzione e l'altro costo importante è il costo per i servizi, dettagliati meglio in "ospitalità" e in tutti gli altri servizi interni. Ritornando indietro nel discorso però vorrei fare con Lei un ragionamento prettamente economico non solo sul 2007, ma quanto meno negli ultimi 6-7 anni.

Nel 2001 l'Amministrazione regionale incassava nelle casse regionali - mi passi il termine - circa 84 milioni di euro, nel 2007 sono transitati nelle casse regionali 49 milioni di euro, come lei ha detto, anche se per competenza e per cassa ne sono transitati 61 e per i primi 3-4 mesi del 2008 non sono entrati altri soldi del conguaglio del 2007. Conti alla mano, per il 2008, anche se stiamo parlando del 2007 (conti alla mano penso abbastanza consolidati visto che mancano tre mesi al termine dell'anno), si presume di incassare come Casinò S.p.a. da 100 a 103 milioni di euro non di più, quindi 10-12-13 milioni di euro in meno, calcoliamo anche 104 milioni di euro di entrate, i costi sono gli stessi, due mesi fa sono stati iniettati 9,9 milioni di euro di denaro fresco, liquido in questa casa da gioco, a causa del cambiamento del disciplinare, 7-8 milioni di euro saranno direttamente pagati dalla Casinò S.p.a. per quanto riguarda le manifestazioni. Nel prossimo bilancio regionale, a consuntivo 2008, probabilmente entreranno circa 38-39 milioni di euro, più i 7-8-9 milioni di euro delle manifestazioni che saranno comunque all'interno del pacchetto e dovremo anche detrarre i 9,9 milioni di euro di denaro iniettato.

Se i conti sono corretti, visto e considerato che la documentazione è ampia e dettagliata... nel 2001 l'Amministrazione regionale incassava circa 84 milioni di euro, al 31 dicembre 2008. L'Amministrazione, con l'andamento che la casa da gioco sta avendo, avrà un incasso dai 30 ai 32 milioni di euro... 50 milioni di euro in meno in 7 anni, costi di produzione identici per gli ultimi cinque anni anche se, come abbiamo letto dalla relazione del Consiglio di amministrazione, qualche piccola modifica nei costi della produzione c'è stata, ma non siamo andati oltre. Questa è la situazione, oltre a quello che è stato approvato dalla maggioranza a luglio per l'amministratore unico con iniezioni di denaro fresco e quant'altro, questi sono i conti. Ai 30 milioni possiamo aggiungere i 7-8 delle manifestazioni che arriverebbero a 37-38, ma non ci scostiamo di tanto; passiamo da 80 milioni di euro a circa 37, calcolando anche eventualmente, dato che i bilanci sono regionali, i 7-8 milioni delle manifestazioni. Questa è la situazione. Presidente, adesso aspetteremo non il piano di rilancio, come era stato detto in Commissione, ma il piano di ristrutturazione, questi sono i conti che abbiamo e che i cittadini valdostani devono conoscere.

Presidente - La parola al Consigliere Donzel.

Donzel (PD) - Presidenti, colleghe e colleghi, anzitutto siamo di fronte ad un consuntivo, quindi si prende atto di una realtà e quello che noto è che in un certo modo il Presidente della Regione tende a prendere le distanze da tale realtà, a prefigurare già il nuovo, perché certo non è piacevole leggere una realtà di questo tipo, di questa passata gestione, anche se devo dire che anche noi, ora in minoranza, non possiamo nascondere le nostre responsabilità, che non sono certo di ieri e dell'altro ieri, ma la situazione che si è venuta a creare data di parecchi anni addietro.

Leggendo questo consuntivo... probabilmente perché non ho una formazione tecnica specifica in bilanci... mi sono però trovato a mio agio, nonostante una formazione letteraria, perché mi sembrava di leggere di Sheherazade che racconta per "Mille e una notte" favole al sultano, quindi più un testo letterario che non una dura presa d'atto di questa realtà. L'esordio che ci porta a "leggere" che la situazione comunque è stata portata in positivo è certo lontano da quello che si legge nel dettaglio e che lo stesso Presidente ha ammesso. Certo che lungo tutta questa relazione si legge che un po' per colpa del divieto del fumo - che sembra abbia colpito solo il Casinò di Saint-Vincent, quando invece sono provvedimenti che erano generalizzati anche ad altri casinò -, poi l'uso diffuso in tutto il testo del condizionale: "si sarebbe potuto...", "avrebbe però avuto...", "l'ipotizzato piano di esodo incentivato non attuato....", come dire: si propongono le cose e poi non si fanno, un insieme di speranze mai mantenute... poi la dichiarazione di una visione cupa che si profila all'orizzonte: "un'altra nube si affaccia all'orizzonte...", quasi poetico... e più avanti ancora sempre rispetto alla terminologia: "... ci sarebbe la possibilità di realizzare un campo di tiro a volo, mancano solo le verifiche, si è di recente bandita una gara, chissà come andrà...", poi sotto sul golf: "... ma se si riuscisse a fare questo saremmo a posto..."; quindi anche il senso di "si sarebbe potuto", "si sarebbe dovuto"... però si prende atto che non si è fatto. La cosa più evidente poi è la parola "urgenza", che non è riportata qui da noi, ma è riportata nel testo stesso: l'urgenza di realizzare strutture interne ed infrastrutture esterne già indicata nelle precedenti relazioni.

È chiaro che, essendo nuovo in Consiglio regionale, so bene ci si può ancora appassionare. Come mi hanno detto colleghi più esperti, queste cose si continuano a ripetere, qualcuno mi ha pure consigliato: "vai indietro, prenditi un intervento già fatto qualche anno fa, lo puoi riprodurre in aula, tanto le cose ce le diciamo da tanto tempo!". Questa è la situazione.

Condivido molto quello che ha detto nell'analisi dei dati il collega Chatrian, vorrei essere più sintetico ed evidenziare alcune cifre.

La questione del calo delle presenze al casinò allora è una questione che è gravissima: è il nocciolo della questione. Abbiamo avuto una perdita notevole di ingressi e quello che è più drammatico al di là di tale relazione è che - ovviamente non ho a disposizione dati precisi ma, nel caso in cui le informazioni in mio possesso siano sbagliate, avrò cura di smentirle in quest'aula - sono al corrente che in queste ultime settimane le sale da gioco si sono chiuse anzitempo, sono state chiuse anche intorno all'una di sera, ossia l'ora in cui normalmente si cominciava a giocare lì si chiudeva. C'erano situazioni in cui il numero dei giocatori era di poco superiore al numero degli addetti presenti in sala.

Quello che è ancora più grave è che quello che è venuto a mancare negli ultimi anni al casinò sono i clienti VIP, ossia quelli che giocano, che non sono sottoposti alla crisi economica europea e italiana, perché quelli hanno potenzialità economiche per esprimersi comunque. Essendo il nostro bacino di utenza legato a città come Milano, Torino, l'aver perso questa clientela VIP negli anni oggi ci fa fare duri conti rispetto a quelli che giocano nella macchinette dei bar. È chiaro che se ho solo cento euro da giocare, non mi faccio la strada per andare fino al Casinò di Saint-Vincent come poteva avvenire qualche tempo fa. Anche da questa relazione quindi si evince che la situazione è gravissima, perché anch'io condivido quello che ha detto prima il collega Chatrian: il problema che tocca di più il casinò è un problema di trend, non è un dato negativo di una relazione annuale, qui il dato è in progress esistendo un fenomeno fra i giocatori di passaparola, fenomeno che era stato citato in Commissione dal collega Comé sulla questione del turismo - alle volte il passaparola è determinante nel favorire il turismo o negarlo - e che vale anche per il casinò. Qui qualcuno comincia a dire che non vale più la pena di venire a giocare nel Casinò di Saint-Vincent: questo è assolutamente grave, così come è assolutamente grave che, di fronte ad un piano di esodo incentivato del personale, qui si riferisca che l'organico è sceso di 14 unità, quindi nell'anno prima delle elezioni non si poteva procedere all'esodo incentivato. Il fatto che sia sceso di 14 unità, non scorporando il dato, in questo modo, non fa capire quanti abbiano usufruito dell'esodo incentivato e quanti magari siano stati assunti; quindi, di fronte ad un piano di riduzione del personale, io non ho i dati ma, leggendo questo dato, o è una follia, ossia solo 14 sono stati incentivati all'esodo, oppure alcuni sono stati incentivati all'esodo ed altri sono entrati. La cosa che più mi ha colpito poi è che si dica che la politica di costante informazione e negoziazione ha consentito il recupero di un positivo clima aziendale, che ha coinvolto la gran parte dei dipendenti e tutti i reparti, ossia, io dico, con tutti gli scioperi che abbiamo avuto perfino in periodi decisivi dell'attività del casinò... c'è un clima aziendale positivo?

Questa stessa relazione contiene decine di pagine in cui ci sono contenziosi su tutto, ogni persona, anche singoli: un cassiere, l'ex Direttore del personale, il dipendente del quadro, 170 dipendenti di un reparto, ricalcolo del TFR per gli impiegati tecnici, impiegato tecnico ai giochi francesi, tutti fanno dei ricorsi e questo è il clima positivo su cui costruire qualcosa? Io dico che è un clima assolutamente pessimo! Così come è chiaro che non c'erano le condizioni per trovare delle soluzioni. Si è andati a dire che le celebrazioni del Sessantesimo della casa da gioco sono state l'evento clou, quello che ha salvato la situazione, ma assolutamente le prospettive sono negative. Cosa possiamo fare in questa realtà? Noi chiediamo un'assunzione di responsabilità, che mi pare si intraveda anche da parte del Presidente: il fatto che abbia almeno tentato questo primo passo dell'amministratore unico, che non ci ha entusiasmato, ma con il quale ha voluto segnare almeno simbolicamente la necessità di dire: "proviamo a fare qualcosa di diverso". Certo che qui serve tale piano annunciato che lei ci ha riconfermato: questo è quello che serve al casinò.

Serve un piano, ma - mi permetto di precisare - un piano in cui si determini naturalmente una maggioranza, perché è quello che compete alla democrazia: una maggioranza che crede nel casinò, crede nel casinò come struttura che appartiene alla Regione, in cui però la politica decide di fare un passo indietro - ossia dà degli indirizzi, dice cosa bisogna fare e poi lascia vivere, esprimere la casa da gioco - e di inviare un messaggio forte ai dipendenti del casinò. Perché o noi crediamo nella casa da gioco e vogliamo la casa da gioco... e io sono uno di quelli che ritiene sia una fondamentale impresa da mantenere in Valle, in condizioni diverse, con una struttura diversa, ma è imprescindibile, non possiamo liberarcene, non possiamo dire: "tanto adesso abbiamo i soldi del riparto fiscale, chi se ne frega del casinò!". No, il casinò deve essere un'impresa che produce: questo serve alla Valle d'Aosta, dobbiamo dirlo, ma farlo capire a quei dipendenti che non ci credono, che vivono tale azienda come un nemico o un luogo dove andare a far soldi a suon di ricorsi. Non ho mai visto nulla di simile, nonostante spesso vi siano sulle pagine dei giornali le aziende metalmeccaniche... e non credo che nessun operaio della Cogne abbia un rapporto con la sua impresa - anche in questo momento difficile di scontro all'interno della fabbrica - di questo tipo, o che non si renda conto che deve lavorare per produrre perché quella azienda gli dà un posto di lavoro. Qui non c'è questa sensazione, per cui bisogna veramente ricostruire un rapporto diverso fra il Consiglio regionale che crede nella funzionalità di un'impresa come la casa da gioco e i suoi dipendenti. Ritengo che scelte chiare dovevano essere già fatte anni fa, si deve fare quindi a breve... e credo non sia tempo di raccontarci più queste favole da "Mille e una notte", che abbiamo dovuto rileggere - ahimè - in tale relazione annuale.

Presidente - La parola al Consigliere Benin.

Benin (PdL) - Grazie, Presidente. Credo che del problema del casinò e del Billia ne abbiamo discusso in questi ultimi mesi talmente tanto - in modo particolare fra ieri e oggi - che ne abbiamo tutti la nausea. Ritengo sia importante oggi non guardare più a quello che è successo in passato, anche se lo dobbiamo tenere presente, perché fa parte di errori commessi, e dobbiamo tenere presente questi errori per evitare che il futuro ci ponga di nuovo di fronte a tali problematiche. Vorrei che iniziassimo a porre la domanda - condivido le ultime frasi del collega Donzel - su quello che dovremo fare domani, su quello che noi tutti, la Presidenza di questa Regione, il Consiglio regionale dovrà dare come espressione e contributo per portare avanti un progetto, rispetto al quale mi è parso aver compreso dal Presidente nelle passate occasioni in cui abbiamo avuto modo di parlare in Consiglio vi sia la volontà di procedere ad una svolta e quindi di cambiare l'assetto e le modalità operative non solo del casinò, ma anche del Billia, oltre ad una ristrutturazione globale del processo del turismo in questa Regione. Questa è la domanda che dobbiamo porre al Presidente e alla Giunta: se le intenzioni sono queste, condividiamo le scelte che vuole portare avanti per il cambiamento, e ci farebbe piacere che ci coinvolgesse e coinvolgesse noi tutti in certe scelte, perché così ci rendiamo tutti responsabili e non sarà solo il Presidente o la Giunta ad essere responsabile di scelte errate quando le avremo magari condivise, sia nella maggioranza, che nella minoranza.

Siamo disponibili a dare tutto il nostro contributo senza nulla chiedere purché si risolva una volta per tutte la situazione del casinò, del Billia, del turismo in generale, che passa anche attraverso tutte queste fasi, perché il casinò, il Billia, le AIAT sono dei tasselli che devono far parte di un quadro generale di una ristrutturazione del turismo. Questo processo di ristrutturazione ha bisogno di una struttura, che finalmente si deve mettere in atto, ma non abbiamo tempo, caro Presidente, perché il tempo passa e la situazione economica e politica nazionale ed internazionale, mondiale, come vediamo, è drammatica. Ancora più difficile lo è per la nostra Regione, perché le Regioni montane stanno soffrendo - lo dicevo l'altra volta - più ancora che le città d'arte o altre Regioni, che sono più fortunate di quelle montane. Dobbiamo accelerare un poco questo processo di ristrutturazione, anche se dobbiamo dare un colpo rapido di mannaia, come lei, caro Presidente, sa fare: tutti le riconoscono la volontà di prendere decisioni rapide. Avremo piacere di condividerle e farle, perché ne abbiamo proprio bisogno! Lo dico perché sento il peso di tutti gli albergatori e i commercianti, che mi chiamano tutti i giorni e mi chiedono di fare qualcosa, ma io dico: io cosa posso fare? Io sono una persona all'interno di un Consiglio... in minoranza, che può solo esprimere le sue opinioni.

Qui vorrei veramente che tutti voi della maggioranza comprendeste quanto è complicata la situazione non solo per il turismo - perché io parlo del turismo in quanto faccio questo mestiere da una vita: purtroppo o per fortuna, perché mi piace anche farlo, quindi lo faccio con estrema dedizione e onestà -, credo che tutti comprendiate il problema che abbiamo a livello regionale in tale settore, così come anche in altri settori, ma in questo in modo particolare, perché probabilmente è stato tralasciato per troppi anni e ha bisogno di una determinata scelta e di una determinazione da parte di tutti noi. Dobbiamo quindi esserne consapevoli, perché la gente fuori, non solo gli albergatori, ma anche i commercianti e gli altri stanno aspettando risposte oggi più che mai, perché, quando le risposte non arrivano in momenti così difficili, diventa problematico poter rispondere alla domanda: "cosa state a fare nel Consiglio regionale se non date queste risposte?", quindi rivolta anche a noi che abbiamo un piccolo potere all'interno di tale scelta.

Mi fa piacere che dalla Sinistra arrivino anche i segnali sotto il profilo sindacale: per il personale, se è in esubero, bisogna fare qualcosa. Non possiamo fare sempre come è stato fatto in Alitalia, che è stata citata più volte in questi giorni, dove si lascia che le cose vadano avanti, tanto "Pantalone" paga. Si tratta di un'azienda e un'azienda deve andare avanti con le risorse in suo possesso. Se le risorse che ha non consentono di mantenere gli esuberi, bisogna che gli esuberi siano tolti in qualche modo, ossia con tutti i criteri che si possono attuare per non appesantire il fatto di togliere stipendi e lasciare le persone per strada. Bisogna dunque agire con la dovuta coerenza, però bisogna farle queste scelte, altrimenti i problemi ce li ritroviamo l'anno successivo.

Non vorrei dilungarmi molto, perché dobbiamo essere finalmente concreti e dare una risposta rapida alle istanze che fin qui si sono succedute dai vari partiti di Destra, o di Sinistra, o di Centro, ma credo che condividiate anche voi... e so che anche lei, Presidente, condivide tali cose, sa che questi sono i problemi. Sono convinto che anche i suoi uomini della maggioranza debbano aiutarla, loro per primi e noi a seguire, a portare avanti certe scelte, in maniera tale che non vi sia più quell'ostruzionismo di politica ideologica che non consenta a lei di fare le scelte che vorrebbe fare e che potrebbe fare, ma che finalmente si possano attuare nell'interesse di questa Regione. Qui concludo, grazie, Presidente.

Presidente - La parola al Consigliere Zucchi.

Zucchi (PdL) - Siccome mi ritengo rispettoso delle regole, ho evitato nel corso dell'ultimo mio intervento di eccedere in determinate manifestazioni quando - Presidente, mi rivolgo a lei, mi scusi - le ho chiesto gentilmente se, tenuto conto delle questioni che erano state sollevate dalle risposte del Presidente Rollandin, c'era la disponibilità di dare corso ad una risposta. Al di là del tutto, una risposta non c'è stata, quindi gradirei che la prossima volta ad una domanda, anche se in forma negativa, venga data una risposta, perché non mi è sembrato un modo urbano quello di neanche dare un segnale di risposta e passare al punto successivo senza neanche degnarmi: questo a prescindere dalla disponibilità del Presidente, che mi ha fatto segno dopo che sarebbe intervenuto dopo nella risposta, ma in un ordine del giorno, o in una deliberazione del tutto non attinente, cosa che invece è quella attuale. Non mi dilungo oltre, perché credo di aver già espresso le nostre convinzioni, le nostre perplessità, i nostri dubbi su questa vicenda nella giornata di ieri e nella giornata di oggi.

Presidente, so che lei aveva dato la disponibilità de visu di darci una risposta, perché poi ho verificato... non solo io ho compreso male il senso, secondo noi molto importante, legato all'oggetto adesso in discussione, ossia la questione delle pendenze giudiziarie, quindi la sua dichiarata volontà di dare un taglio netto al passato nel cercare di trovare una soluzione transattiva... e se meglio nel corso della sua replica ci può spiegare qual è nel dettaglio il contenuto del suo pensiero per capire se... è questa la preoccupazione... effettivamente immagino lei farà una cernita di tutte le vertenze esistenti: quelle del personale e quant'altro, ma anche soprattutto nei confronti del soggetto venditore o precedente proprietario del Billia... io le sarò grato, perché capire se e in quale misura dovremo essere chiamati, dopo l'esborso iniziale, a pagare eventuali altre cifre e quali esse siano credo non solo interessi me, ma tutta la Comunità.

Concludo dicendo che la situazione sembra ed è effettivamente grave, la dimostrazione di ciò è data dalle dichiarazioni poc'anzi espresse dal collega Donzel, di cui conosco la storia, la collocazione, l'estrazione ed arrivare lui a dire che c'è una situazione di allarme in merito a tutte queste pendenze fra il personale dipendente e l'azienda la dice lunga... dicendo appunto che è incredibile vedere, oltre ai contenziosi di cui abbiamo parlato prima, anche una plurima serie di contenziosi presenti e credo anche futuri, perché si stanno annunciando dei ricorsi futuri a seguito delle ultime scelte, che denunciano una situazione di scollamento fra l'azienda e il personale dipendente. Se lo dicessimo noi sarebbe, da un punto di vista politico, quasi normale, il fatto che lo dica il collega Donzel, che per la sua estrazione e collocazione attuale va a stigmatizzare tale situazione abnorme, la dice lunga sulla difficoltà di questo momento di tale casa da gioco.

Presidente - La parola al Consigliere Salzone.

Salzone (SA-UdC-VdA) - Grazie, Presidente. Cercheremo di essere sintetici, come mi consigliano gli amici qui a fianco, ma per noi è anche un'occasione per porre una pietra tombale rispetto ai diversi interventi che abbiamo fatto in quest'aula rispetto alle criticità che il casinò ha avuto in tutti questi anni. Dicevo, una pietra tombale nella speranza che vi sia, come da tutti noi auspicato, un rilancio che il Presidente ci ha annunciato con il piano strategico che ci presenterà in Consiglio e con il nuovo organigramma interno, che ci dovrà fare ben sperare per il futuro. Certo è che, sentendo anche gli interventi ormai costanti, il Casinò di Saint-Vincent, come ripetiamo tutti, è un'azienda in crisi sia per la perdita di clientela, sia per la flessione degli incassi. Alcuni dei dati che ha sollecitato prima il collega Chatrian mi trovano concorde, ho fatto un'analisi che parte dal 2002, lui l'ha fatta dal 2001, ma in ogni caso non cambia molto. È palese che dal 2002 ad oggi su base annua gli incassi sono scesi da circa 150 milioni di euro a 116, come dice la relazione, ma ad oggi siamo già a 106 e le presenze sono scese da 767mila a 580mila, ma vorrei ricordare quel dato che a tutti noi fa piacere ricordare anche un po' con nostalgia, ossia nel 1994-1995 eravamo a 1,1 milioni di presenze annue. È da notare che in questi anni il totale delle presenze nei quattro casinò italiani è aumentato del 13%, pur tenendo conto della flessione del Casinò di Saint-Vincent, e gli incassi sono aumentati a Venezia e a Sanremo e sono diminuiti a Saint-Vincent e a Campione, che però in questo momento è in leggera ripresa. Questi ultimi effetti risentono più degli altri della concorrenza dei tre casinò del Canton Ticino, che dal 2003 ad oggi hanno raggiunto incassi annuali oltre i 200milioni di franchi svizzeri nella quasi totalità però di clienti italiani. Questi dati attestano in pieno la crisi dell'azienda, di cui però rappresentano solo alcuni sintomi evidenti.

Le vere cause della crisi iniziata a metà degli anni '90 e aggravatasi progressivamente dal 2003 sono da ricercarsi fra l'altro nell'aver affidato l'amministrazione della società a persone magari capaci nella loro specifica professione, ma del tutto all'oscuro del mestiere e delle regole che governano il particolare ambiente dei giochi. Questi amministratori hanno sbagliato completamente le politiche di gestione del personale, le strategie dei rapporti sindacali, l'organizzazione delle sale da gioco, le attività di marketing sia nella fase di richiamo della clientela potenziale, sia in quella di gestione della clientela frequentatrice. Oggi l'azienda Casinò è ridotta allo stremo; in effetti, a chi la possa conoscere dall'interno si presenta sostanzialmente come un insieme di reparti impegnati piuttosto a perseguire un proprio vantaggio particolare, costituito da scarico di responsabilità, riduzione delle ore effettive di lavoro, incrementi retributivi da conseguirsi mettendo in atto una conflittualità antagonista non solo nei confronti della direzione della società, ma anche fra i reparti stessi. L'organizzazione del lavoro procede per abitudini consuetudinarie, senza ricerca di efficienza e di automatizzazione, il sistema di informazione e di comunicazione interna non funziona, le procedure di controllo sono totalmente precarie, come è dimostrato dagli allarmi lanciati dal Collegio sindacale o dall'indagine di Palermo su ipotesi di riciclaggio. Questa in estrema sintesi è la situazione che abbiamo visto finora. Le nostre critiche peraltro sono sempre state puntuali e con riferimenti precisi e, se le cose non cambieranno, non faremo sconti a nessuno.

Oggi, alla luce delle dichiarazioni del nuovo Amministratore della casa da gioco, non abbiamo ancora riscontrato posizioni del tutto chiare sull'impostazione che vorrà dare al casinò, abbiamo anzi notato qualche piccola contraddizione, ma forse solo giornalistica - ad esempio, sulla questione riguardante la ristrutturazione, piuttosto che il rilancio della casa stessa -, ma per questo ci pare corretto aspettare il progetto strategico e la sistemazione organica interna che tra breve ci verrà presentata. Come dicevamo, però, i problemi di indirizzo sul marketing della clientela o sui contenuti delle operazioni di marketing, a nostro avviso, finora sono risultati inidonei a questo settore, soprattutto perché ispirati a motivazioni e metodologie tipiche delle aziende di produzione e commercializzazione. Infatti tale metodo non ha prodotto e non produce alcun risultato in termini di recupero della clientela e di incremento degli incassi, tanto che solo nei primi due mesi del 2008 si sono persi 17mila ingressi e si è avuta un'ulteriore flessione del 2,5 milioni di euro e, se andiamo a vedere i dati più recenti, anche se non ufficiali, c'è da rimanere ulteriormente preoccupati.

Dicevamo anche dell'indispensabilità di una presenza costante dell'Amministratore delegato all'interno della casa da gioco, cosa che peraltro pare si stia realizzando, ma anche però un'attenta gestione alla sala giochi, intesa come capacità di adottare modalità e dinamicità ai tavoli da gioco. Ci vuole un marketing strategico inteso come complesso delle offerte per motivare la potenziale clientela a preferire Saint-Vincent, un marketing operativo inteso a fidelizzare il cliente e convincerlo a ritornare; da alcune indagini sappiamo che da anni il casinò ha circa 60mila nuovi clienti ogni anno che vengono una sola volta o al massimo due e poi non ritornano più. Uno dei grandi problemi - giusto per aprire una parentesi - è capire perché un cliente di casinò dovrebbe venire a Saint-Vincent, che è un Paese dove obiettivamente non c'è nulla; quindi bisognerà una volta per tutte cercare di trovare delle condizioni che consentano al cliente di gradire questa casa da gioco. Obiettivamente più che puntare sulla massa dei Cinesi che sono ormai diventati dei buoni clienti... bisogna puntare sul cliente VIP che obiettivamente non ha un'attrazione particolare in tale contesto: questo è un problema da affrontare, troveremo poi altri momenti per scendere anche nei particolari, questo va nel segno non tanto di fare delle critiche, ma cercare di dare anche un minimo di contributo nel segno di chi conosce il mondo del gioco. Il mondo notturno intorno ad una casa da gioco è indispensabile secondo me, senza fare i falsi moralisti bisogna capire che l'azienda Casinò è un'azienda diversa dalle altre, abbiamo cercato di dirlo sempre; quindi o si entra in questa ottica, oppure possiamo fare la "nicchia casinò", ma andrebbe rivista in dimensioni completamente diverse.

Abbiamo detto che sarebbe bene ricostituire quello spirito di appartenenza costituito da un complesso di sentimenti e rapporti interni all'azienda che in passato ha costituito motivo di orgoglio per tutti. Ci rendiamo conto che nella situazione attuale non è facile, così come ci rendiamo conto che molti nell'ambiente sono ormai rassegnati ad una fatale decadenza, senza nessuna speranza di recupero e rilancio. Se così fosse - e noi non vogliamo crederlo -, sarebbe molto grave e se noi, che abbiamo la responsabilità delle scelte, non scegliessimo rimanendo ingarbugliati nella speranza della rassegnazione, determineremmo un gravissimo danno non solo alla casa da gioco, ma - cosa ben più grave - a tutta la Comunità valdostana. Grazie.

Presidente - La parola al Vicepresidente Chatrian.

Chatrian (VdAV-R) - Solo per completezza e per chiarezza, sui dati che ho portato a conoscenza prima... nel 2000-2001 gli incassi dell'Amministrazione regionale erano 84-85 milioni di euro al lordo delle manifestazioni, quindi vuol dire 75-76-77 che confluiscono nelle casse regionali, ma nel 2008, conti alla mano, 38 milioni meno i 9,9 milioni di iniezione di denaro fresco, più le eventuali manifestazioni di 8-9 milioni di euro, parliamo comunque di un introito di 38 milioni di euro, comunque la metà; 76-77 nel 2001, 37-38 nel 2008. Grazie.

Presidente - Ci sono altri consiglieri che vogliono intervenire? Non ci sono altri interventi, chiudo la discussione generale.

La parola al Presidente della Regione, Rollandin.

Rollandin (UV) - Grazie, Presidente. Ringrazio i colleghi che hanno voluto trovare l'occasione in questa giornata - in parte credo che lo avessero già fatto ieri - per ribadire l'attenzione nei confronti del casinò.

Due brevi considerazioni per evitare equivoci per quanto riguarda il contenzioso che si sta esaminando con riferimento al precedente e quindi al contenzioso in atto. La posizione è quella di fare un esame attento delle situazioni, che sono varie e complesse, e vedere quelle che ragionevolmente possono essere chiuse in via transattivi. Questo non è ancora fatto, lo si sta facendo. Questo in modo da chiarire il concetto. Si chiedeva quali erano le intenzioni: le intenzioni sono in tale direzione.

Per quanto riguarda il punto della relazione 2007, sicuramente si può andare dal romanzo alla favola o dall'elencazione nuda e cruda di una serie di numeri sicuramente legati alla situazione del 2007, su cui non c'è molto da dire, se non prendere atto di una situazione, il che significa però ragionare su cosa non va, cosa si può fare per migliorare, come è stato fatto durante questo dibattito. Le osservazioni su cosa si poteva fare... questa credo sia una critica anche corretta, con onestà qualcuno ha parlato di corresponsabilità di tutti quelli che hanno condiviso in certi periodi certe scelte e vorrei fosse patrimonio comune quella di un'abitudine che, quando si fa parte di una maggioranza, si prende il bonus e il malus (così dicono le postille dell'assicurazione). Sul resto credo che l'individuazione più importante sia quella di richiamarci con molto realismo a quello che è possibile fare. Per quel poco che mi è toccato di esaminare delle vicende casinò, ne ho sentite di tutti i colori da parte dei dipendenti, dei responsabili, dei dirigenti e degli eletti a tutti i livelli. Quello che mi è sempre riuscito difficile è trovare una posizione che accomuni tutti questi suggerimenti in un piano: è difficile individuare certe ristrutturazioni interne, percorsi delle sale giochi, organizzazioni interne, tant'è - e condivido l'osservazione effettuata - c'era e c'è una rigidità all'interno molto difficile da gestire, che ha creato dei problemi nell'ambito della gestione delle sale, con conseguente difficoltà di gestire i clienti, cosa che credo debba essere rimarcata.

Nel contempo qualcuno ha parlato di due fatti, che sono la fotografia di quello che sta succedendo nel casinò: da un lato, c'è un atteggiamento di sconforto, fra virgolette, nel senso di non vedere una prospettiva. Credo che oggi si sia fatto il possibile per riuscire ad individuare un percorso, a dare una linea. Vorrei sottolineare che ad oggi sono state individuate le figure con le responsabilità nei singoli settori dalla Direzione giochi... che prima non c'era... che si è attivato comunque per dare una linea di percorso all'interno della strutturazione.

Una sottolineatura importante effettuata è che il casinò non è fine a sé stesso, ma è un ritorno in termini di economia generale e deve essere visto anche in collegamento con i Comuni interessati, in particolare Saint-Vincent e Châtillon (si è fatto il richiamo al tiro a volo: un tema importante che è oggetto di incontri già nella settimana prossima con il Comune per portarlo avanti con la dovuta celerità, e così per altre opere necessarie).

Uno dei punti dolenti è quello del golf: sul golf in Valle d'Aosta credo che nessuno possa scommettere, non perché non lo si voglia, ma perché non si riesce mai a trovare un numero di proprietari che riesca a raggiungere quella superficie minima per fare un golf a 18 buche, soprattutto in una zona che possa essere compatibile con un utilizzo che superi i 3, 4 mesi. Questo è un problema reale, si è provato in tutta la Valle. Da Courmayeur in giù, lo hanno fatto: Courmayeur, Breuil Cervinia, ma limitato a 9 buche... se si pensa agli anni che si è discusso il discorso del golf a Fénis. Tutti d'accordo, assemblee plenarie con i proprietari, tutti disponibili, tranne... bastavano venti persone e il discorso era chiuso. Perché? Perché, per poter dare la disponibilità di queste venti persone che avevano alcuni appezzamenti all'interno della struttura, bisognava espropriare e l'espropriazione doveva toccare tutti. Questo è uno dei discorsi su cui tutti siamo d'accordo e non si riesce a realizzare; così per altre situazioni all'interno delle attività a supporto all'attività del casinò: il tiro a piattello è una di quelle attività che sicuramente porterà dei clienti vecchio stile, non il cliente che viene, slot machine e se ne va.

Noi - lo avete sottolineato e nella sua analisi il Consigliere Salzone diceva rispetto a quello che è successo cosa ci attendiamo e cosa possiamo prevedere -, purtroppo... e in modo romanzato si è detto "nuvole che si addensano", credo che la nuvola come tale è ancora un eufemismo rispetto a quello che può succedere in termini di attenzione a questo tema a livello nazionale, perché ci sono due rischi sostanziali. Ormai è assodato che durante questa legislatura ci sarà una norma per l'apertura dei casinò, il problema è solo di vedere se riusciremo a gestirla in modo da evitare il peggio e su questo la proposta sta avanzando a livello parlamentare... perché possa creare le premesse per un dibattito che difenda quel discorso che in molti hanno citato dell'esigenza di sapere come fare a richiamare il cliente, perché dov'è il cliente di Saint-Vincent? Con Saint-Vincent abbiamo provato a tutti i livelli, credo che si sia provato con il sistema di raccordo aereo... andavamo a prenderli a Napoli, con l'Air Vallée, non dimentichiamo che i clienti migliori, quelli di cui parliamo, non venivano solo dal nord, venivano anche dal sud. Vi è quindi un problema che oggi, se si apre il casinò, chi è più che si sposta quando ce l'ha sotto casa? Lo stesso è successo per le slot machine: prima le slot machine erano solo al casinò, adesso ce le hai sotto casa al bar, ma chi è che si sposta a venire al casinò?

Quello che dicevamo prima... lo sappiamo, lo sapranno che la vincita è diversa, la percentuale di vincita per le slot al casinò è 94% e per le altre il 74%, ma al giocatore pensate che interessi qualcosa, che sia determinante questo punto? No, tant'è che i risultati sono diversi, c'è la scommessa on line che è tutta da costruire, e così via. È giusto però aver richiamato il fatto che nel frattempo, ad esempio, la Svizzera si è riempita di casinò, che fanno questa concorrenza con un problema in più che è inutile tacere: malgrado si facciano i casinò, continua il gioco clandestino, perché tutti i giocatori di una volta non vengono certo al casinò con le misure esistenti; questa è un'altra realtà. Venezia lo vede nel controllo dei giocatori che se ne vanno nei casinò dell'ex Jugoslavia, della Slovenia, basta andare a vedere chi gioca in questi casinò e si capisce subito cosa sta succedendo per i casinò. Sanremo lo vede per la migrazione verso i casinò francesi e la morale è che questi giocatori non si recuperano o è molto difficile recuperarli con la situazione di attenzione nei confronti di un meccanismo che è corretto, ma che crea dei problemi a tale livello. La concorrenza quindi è un elemento che ha modificato completamente un'operazione di marketing prima molto mirata e molto più facile in proporzione ad adesso, perché adesso fare marketing vuol dire andare ad individuare le sacche in cui si può ancora pescare dei clienti che possono arrivare a Saint-Vincent con qualche motivazione. Si è detto giustamente: "60mila persone che vengono per una volta", sicuramente è inquietante pensare perché vengono una volta sola, molti vengono una volta sola perché di passaggio, perché è un certo tipo di clientela. Ora su tutto questo - non per incapacità, ma proprio per difficoltà oggettive di stabilizzare tale tipo di clientela - bisognerà sicuramente riflettere.

Nelle varie situazioni che si stanno creando non sottovalutiamo anche il trattamento della clientela: c'è anche sotto questo profilo da affinare dei modi di approccio alla clientela, che negli ultimi tempi non sono stati all'altezza, anche qui per un mancato coordinamento fra l'attività del Billia e l'attività del casinò, perché il cliente che va al Billia... sappiamo di alcuni episodi poco edificanti a conoscenza di tutti... e che ci dicono: "ma questo non torna più se è trattato così!" e così via, perché, anche al Billia, la prima cosa che si farà sarà un esame della situazione attuale del personale per vedere se è all'altezza, o fare dei corsi di formazione per mettere tutti in una situazione di partenza adeguata. Se è un hôtel di un certo tipo, non può essere un due stelle: è un quattro, cinque stelle e deve offrire un trattamento consono alla situazione.

Le cifre ricordate dal Vicepresidente Chatrian... adesso non è il milione di euro in più o in meno su cui si sta a discutere, qui c'è una flessione evidente; il risalire la china è quello che stiamo facendo, cercando di approfittare di una situazione che ci permetta nell'ambito di una... adesso non mi fermerei tanto su ristrutturazione o rilancio. Su questo, se mi è permesso, possiamo riflettere: come evidenziare al meglio la situazione, che ci permetta però, nella sostanza, di richiamare gente che possa fare introito per il casinò. Il futuro è legato alla possibilità che ci sarà data di sfruttare al meglio quella che è una potenzialità del Casinò di Saint-Vincent e che altri non hanno, con le ristrutturazioni, con gli adeguamenti strutturali che sono dovuti.

Si parlava del fumo, sicuramente altri casinò si sono già adeguati a fare giochi in sale dove è possibile fumare; anche qui il Casinò di Saint-Vincent e i casinò sono stati svantaggiati ad esempio nei confronti delle sale bingo, dove il discorso del fumo non ha la stessa regola che nei casinò. L'applicazione della norma europea ha avuto un recepimento nella norma nazionale, che faceva esclusione delle sale bingo incomprensibilmente o, meglio, comprensibilmente, ma legato a sistemi diversi. Tutto conta e anche lì si sta già adeguando una sala, nell'ambito della ristrutturazione che si sta completando, dove vi sia la possibilità di accedere anche per i fumatori. Adesso possiamo discutere: "è giusto", "non è giusto", ma i giocatori che fumano ci sono; uno può dire: "è meglio che non fumino", ma non è che con questo gli togliamo il vizio del fumo. Hanno già quello del gioco, lasciamogli anche gli altri!

Capisco il Consigliere Salzone che vuole anche un coinvolgimento diretto nell'organizzazione del mondo notturno, lo delegheremo sicuramente e gli daremo mandato di organizzare questo mondo notturno, dove capiamo tutti che, fra noi ce lo diciamo... poi, quando si tratta di dire come avviene, lui ha le idee chiare, noi un po' meno, quindi aspetteremo suggestioni su tale mondo notturno.

Ultima annotazione sul sentimento di appartenenza: è vero che tempo addietro c'era questo, come c'era anche in certe situazioni d'impresa. Oggi la situazione, anche per tutti i contenziosi che ci sono stati con il personale... vive un momento di criticità. L'auspicio è che con l'esodo e con il fatto che alcune situazioni sicuramente potranno essere rimodulate e riviste nuove presenze, si possa ad esempio per uno dei punti nodali del Casinò di Saint-Vincent: quello della distinzione che c'è fra i giochi francesi e i giochi americani, arrivare ad una ridefinizione dei limiti, affinché si possa avere un utilizzo migliore delle potenzialità del personale, che deve adeguarsi e poter essere interscambiabile nell'ambito dei giochi.

Questi sono alcuni dei suggerimenti che saranno oggetto - ecco perché non vado oltre oggi - di quel programma che presenteremo e che sarà oggetto di dibattito e che - condivido - deve essere un argomento di ampia discussione per arrivare poi ad una sintesi che permetta di tradursi in un piano operativo che ci auguriamo tutti possa invertire quel trend terribile a cui assistiamo, di riduzione progressiva degli utili per la Regione. Grazie.

Presidente - Grazie, Presidente Rollandin.

Mi pare che ci sia una richiesta: quella di fare un tentativo per vedere se è possibile esaurire i lavori, continuando eventualmente la seduta; chiedo pertanto se vogliamo chiudere questa discussione sulla questione della casa da gioco... se c'è qualcuno che vuole... allora il Consiglio prende atto per quanto riguarda questo punto all'ordine del giorno.

Il Consiglio prende atto.