Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3104 del 21 novembre 2007 - Resoconto

OBJET N° 3104/XII - Communications du Président du Conseil régional.

Presidente - Comunico che il Presidente Perron è assente per motivi personali. Informo i colleghi dell'attività della Presidenza e degli organi del Consiglio dopo l'ultima adunanza dell'Assemblea:

Réunions:

Bureau de Présidence: 1

Conférence des Chefs de groupe: 1

Ie Commission: 1

IIe Commission: 3

IIIe Commission: 2

IVe Commission: 2

Ve Commission: 1

Ie et IVe Commission: 1

Con lettera in data 20 novembre 2007 i Consiglieri regionali Carmela Fontana e Giovanni Sandri hanno comunicato di formare un nuovo gruppo consiliare denominato "Partito Democratico", di cui Giovanni Sandri è il Capogruppo e Carmela Fontana il Vicecapogruppo.

È scomparso nei giorni scorsi all'età di 63 anni il dr. Umberto Parini, figura di alto profilo della medicina in Valle d'Aosta, responsabile da 27 anni del Reparto di Chirurgia generale dell'Ospedale di Aosta. Umberto Parini, laureato in medicina e chirurgia all'Università di Torino, nel 1980 è stato nominato Direttore della Divisione di Chirurgia generale dell'Ospedale regionale, mentre nel 1984 aveva fondato la "Società valdostana di chirurgia". Nel 1990 aveva iniziato l'attività di docente nella specializzazione di chirurgia d'urgenza dell'Università di Genova, diventando nel 2003 Direttore della Scuola speciale "ACOI" di chirurgia dell'obesità, senza tralasciare l'impegno come docente nella Scuola nazionale "ACOI" di chirurgia laparoscopica e numerosi corsi di chirurgia laparoscopica avanzata nei centri di insegnamento europeo di Parigi-Elancourt, Strasburgo e Amburgo. La sua attività di chirurgo dell'obesità lo aveva fatto conoscere ed apprezzare a livello nazionale ed internazionale facendo diventare Aosta il centro di riferimento nazionale del settore, nonché l'Unità di Chirurgia un punto di eccellenza della sanità valdostana.

Lo ricordiamo anche come dirigente sportivo di altissimo profilo poiché, appena smessa l'attività agonistica di sci alpino, ha ricoperto la carica di Presidente del Comitato ASIVA dal 1980 al 1984 e dal 1984 al 1996 ha fatto parte del Consiglio FISI. È stato inoltre referente dello sci alpino femminile dal 1991 al 1993, mentre dal 1993 al 1996 è stato membro delle Commissioni medica, giovani e della Giunta esecutiva dello sci alpino.

La scomparsa del chirurgo dott. Umberto Parini lascia un grande vuoto nella Comunità valdostana, quella stessa Comunità che ha servito in lunghi anni di professione, dedicando la propria vita agli altri, concependo la sua professione non solo come un'autentica passione, ma anche come chiara espressione di solidarietà nei confronti delle persone più bisognose. Di questo l'intera Comunità dovrà essergli per sempre grata, non per nulla nel settembre scorso era stato insignito per la sua attività scientifica del titolo di "Chevalier de l'autonomie", la più importante onorificenza conferita dalla Regione autonoma Valle d'Aosta.

Prima di cedere la parola all'Assessore alla sanità per la commemorazione ufficiale, penso di interpretare i sentimenti di questa Assemblea nell'esprimere, a nome del Consiglio alla famiglia, il nostro cordoglio e la nostra più profonda partecipazione al grave lutto che l'ha colpita.

Presidente - La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Fosson.

Fosson (UV) - Non è certo facile per me oggi ricordare un amico, un maestro, una persona che lascia un grande vuoto nella sua famiglia, nella sanità valdostana, nella gente della Valle d'Aosta e in tutti quelli che lavoravano con lui. Umberto Parini era uno che faceva tutto bene e che non ha mai disperso i suoi talenti. Prima studente e atleta in un periodo in cui scuola e sport sembravano inconciliabili, otteneva grandi risultati nello sci agonistico, gare internazionali, universiadi, più volte campione del mondo dei medici, intanto diventava medico e poi chirurgo generale e poi specialista in chirurgia pediatrica, ufficiale degli alpini, giovane sposo con Paola e presto padre.

Era fatto per grandi responsabilità in tutti i settori in cui si applicava, nello sport Presidente dello "Sci club Aosta", Presidente dell'ASIVA, Consigliere federale della FISI, Responsabile della nazionale femminile, erano i tempi di Deborah Compagnoni.

Medico chirurgo serio e coraggioso, nel 1980, quando il prof. Spagliardi si trasferì a Genova, diventò Primario della divisione di Chirurgia dell'Ospedale di Aosta; lancia da allora il nostro Ospedale e la sua giovane "équipe" in un'avventura nazionale ed internazionale. Capisce per primo l'importanza delle suturatrici meccaniche in chirurgia e poi i vantaggi della chirurgia mininvasiva e Aosta diventa un centro di riferimento. Intraprende fra i primi in Italia la chirurgia dell'obesità: una chirurgia difficile e pericolosa, ma i risultati ottenuti lo portano ai vertici scientifici italiani. Entra nel Direttivo della "Società italiana di chirurgia", poi diventa Direttore della Scuola "ACOI" di chirurgia mininvasiva, tante le pubblicazioni e i congressi in Aosta e nel mondo, i libri scritti. Doveva proprio svolgersi martedì e mercoledì a Saint-Vincent il Congresso su diabete e chirurgia dell'obesità; si è scoperto che alcuni interventi per la correzione dell'obesità che lui eseguiva guariscono il diabete. Infaticabile, il suo fisico da atleta gli permetteva ritmi di lavoro non comuni, capace di sacrificarsi fino agli ultimi giorni, un mese fa ancora ha portato a termine interventi chirurgici che pochi sanno realizzare. Era un generoso, era un grande nella professione di medico ed era un riferimento. Per tutti noi era facile lavorare sapendo che, se non sapevamo fare qualcosa, c'era comunque lui, lui risolveva sempre tutti i problemi. Molti da diverse Regioni d'Italia e dall'estero vengono e venivano nelle sale operatorie di Aosta ad imparare. Amava la Valle d'Aosta, le nostre montagne, la sua casa di Aymavilles-Ozein. Aveva ricevuto molte offerte economicamente vantaggiose per andare a lavorare in altre Regioni, in cliniche private famose, ma era sempre rimasto qui. Era stato molto contento, lui che aveva ricevuto riconoscimenti di tutti i tipi, di essere stato insignito del titolo di "Chevalier de l'autonomie" nel mese di settembre.

Non si era arreso neppure quando la condanna era evidente e lui lo sapeva. Si è congedato lavorando fino all'ultimo, l'ho visto un mese fa che faceva delle fleboclisi nel suo studio contro il dolore e poi scendeva in sala operatoria a dare consigli e ad eseguire i passaggi difficili. Ci ha insegnato così anche ad affrontare la morte, come ci ha insegnato a lavorare e ad affrontare i problemi e non aver paura delle difficoltà. Merci, le chef, à bientôt!

Presidente - La parola al Consigliere Ottoz.

Ottoz (GM) - Tutto è stato detto, ed è molto doloroso parlare di un amico che se ne va. Vorrei solo aggiungere che, se il dolore degli amici è immenso e se quello dei parenti è assoluto, il dolore di una madre che sopravvive a un suo figlio è trascendente, innaturale, incomprensibile.

Presidente - La parola alla Consigliera Fontana Carmela.

Fontana (PD) - La nascita del "Partito Democratico" ha segnato una profonda discontinuità con la politica tradizionale. La scelta di far nascere un partito dal basso attraverso un voto popolare libero aperto a tutti non ha precedenti nella storia della Repubblica e della Regione autonoma Valle d'Aosta. È un processo complesso, che si articolerà in fasi diverse, un processo che coinvolge anche le rappresentanze istituzionali chiamandole ad una nuova assunzione di responsabilità e non può limitarsi al cambiamento del nome. Come è avvenuto a livello nazionale e nel Parlamento italiano, così in ogni Regione, ad ogni livello istituzionale si sta procedendo ad ufficializzare i gruppi consiliari del "Partito Democratico", un partito che supera finalmente le dimensioni nazionalistiche per aprirsi ad un vero federalismo, finalmente attento a realtà come la nostra che da sempre si battono per l'affermazione di un'autonomia fondata sui diritti dei cittadini. Non si tratta di un'operazione nominalistica, si è messo in atto un cambiamento radicale nei modi, nei linguaggi, nei contenuti della politica. Con parole di Veltroni: "La partecipazione dei cittadini alla nascita del Partito Democratico è stata una risposta alla cosiddetta antipolitica, veleno del quale si alimentano le stagioni di difficoltà di una democrazia, ma non è stata una risposta in difesa della politica così com'è, costosa e inconcludente, prepotente con i cittadini e impotente dinanzi ai loro problemi".

Anche in Valle d'Aosta molti hanno votato in nome di una politica nuova, più sobria nell'uso delle risorse pubbliche e più efficiente nell'amministrarle, più umile e più competente; per questo abbiamo voluto dar vita ad un partito nuovo, per fisionomia organizzativa, per orientamento politico e programmatico, per orizzonti ideali e culturali. Questo è il ruolo che ci si assume con forza a livello anche regionale, per questo anche il gruppo regionale del "Partito Democratico" deve diventare punto di riferimento per gli elettori delle primarie, che hanno travolto i modelli del passato e hanno fatto emergere un nuovo protagonista: il cittadino elettore attivo che per lo più non intende dedicarsi stabilmente alla politica, ma rivendica il diritto di far sentire e pesare la propria voce nei momenti decisivi della vita del partito nel quale si riconosce. Siamo dunque in presenza di una figura nuova: quella del cittadino elettore attivo, il vero protagonista della fondazione del "PD" ed è attorno al primato di questa nuova figura che dobbiamo costruire il modello organizzativo del partito nuovo; un modello nel quale la partecipazione viene prima dell'appartenenza, nel quale la più grande energia nasce dalla più ampia libertà, dall'insieme di autonomia e di responsabilità. È una sfida d'innovazione ed è qualcosa che deve partire da noi e che deve entrare prima di tutto nella nostra testa. Non succederà tutto dall'oggi al domani, ma pian piano i vecchi schemi saranno superati con naturalezza, le identità che sembrano cristallizzate si adatteranno ai tempi nuovi, la visione crescerà con il circolare sempre più ampio delle idee, in particolare con quella dei giovani che prima degli altri cominceranno a ragionare solo in termini di "Partito Democratico", non pensando al passato. Ecco perché vogliamo creare un gruppo consiliare che sia aperto ai cittadini, a quei movimenti che nel corso di questi anni hanno interpretato meglio la domanda di cambiamento, di rinnovamento della politica che veniva dalla società.

Infine il gruppo regionale del "Partito Democratico" vuole essere l'espressione in Consiglio regionale di un partito che non scava trincee, non alza barriere, ma si apre al dialogo, perché ha a cuore una cosa soltanto: l'interesse dei Valdostani. Restiamo all'opposizione, ma senza bende sugli occhi, anzi per aprire gli occhi sui problemi della gente e dare voce ai cittadini elettori attivi. Grazie per l'attenzione.

Presidente - La parola al Consigliere Ottoz.

Ottoz (CdL) - Chiedo scusa se non sarò brevissimo. Ingenti risorse, in gran parte derivanti dal riparto fiscale, hanno assicurato nell'ultimo quarto di secolo a questa Comunità un diffuso benessere, che irritando... l'allora Presidente Viérin definì 10 anni fa "socialismo reale che funziona". Una Regione a contributo speciale, dove difettano però, purtroppo, gli stimoli ad eccellere, l'eccellenza e il merito sono quasi sospetti, raramente premiati. L'agonismo fa male, quello sociale ed economico poi è anatema, in una terra che fa del turismo la sua bandiera con oltre 50mila posti letto di vario genere sul territorio, solo 5 giovani - notizia di 2 settimane fa - sono disponibili a frequentare un corso di laurea in turismo, che viene quindi cancellato. Spero non sia questa la nostra tensione all'eccellenza. Una fastidiosa opacità impedisce di distinguere fra tasse e imposte, la progressività strisciante di tasse occulte impera, misteriosi indici di reddito, padri e figli a seconda dei casi di enigmistici moduli... scandiscono e propagano i loro effetti in tutti i settori della vita dei Valdostani dalla sanità alla scuola, ai trasporti, all'asilo nido, al mutuo prima casa. Manca qualcosa poco o tanto alla fine per remunerare i servizi? Non c'è problema, lo mette "mamma Regione". Ciò ha progressivamente portato ad una minore flessibilità di bilancio, i vincoli di destinazione compresi quelli politici sono inoltre aggravati dalla rigidità ormai strutturale anche dei bilanci degli enti locali: dopo la riforma della finanza locale, pur disponendo di risorse ingenti come mai in passato, ai Comuni restano solo quote risibili per gli investimenti: ecco che arriva in soccorso di nuovo la Regione in un circuito vizioso di cui non si vede la fine.

Oggi però il futuro e le prospettive economiche sono preoccupanti. Il petrolio è alle stelle, credo che ieri era fosse a 99 e rotti, facciamo 100 dollari, euro che penalizza le esportazioni, afflosciamento della bolla dei mutui sul "prime" che sta propagando la crisi attraverso tutte le borse fino alle nostre, Cina e India che galoppano e risucchiano materie prime spingendo i loro prezzi alle stelle. Stati Uniti in pre-recessione, Europa che arranca su ritmi di crescita a dir poco gracili, Italia che in Europa è il fanalino di coda, crescita del PIL rivista al ribasso (1,6%), parallelo aumento del 3,6% del fabbisogno del settore pubblico, pressione fiscale alle stelle. Scoperto in questi giorni un secondo tesoretto, non preoccupatevi, sprecheremo anche quello! Risarcimento sociale... la "stampella" di un Governo che ha riscoperto l'odio di classe.

Ultima per crescita in Europa l'Italia, addirittura sotto la media nazionale la Valle d'Aosta, "dati Bankitalia". Le nostre contraddizioni sono sotto gli occhi di tutti. Sul lato del "welfare" si chiede più Regione e meno pigione, ai politici più contributi e meno attributi, gli industriali chiedono meno spesa e più impresa ma anche più infrastrutture mirate e meno spalmature concertate, i cittadini chiedono minori costi e minore invadenza della politica; in sintesi, affinché l'economia riparta davvero, servirebbe meno Regione e più ragione. Urge sburocratizzare e semplificare, ma il sistema è incartato, oltre alle contraddizioni interne pesa l'effetto del difficile momento attraversato dal Paese, il vento dell'antipolitica soffia gelido fino da noi, ma la politica valdostana, lo dimostra la vicenda dei referendum, è bloccata, stenta a rinnovarsi, ad innescare quel processo di ricambio che risponda alle richieste della gente. Pesano antiche pregiudiziali, viviamo una democrazia incompiuta: nel 1989 dopo la caduta del Muro si è chiuso il secolo breve, sono cadute le ragioni geopolitiche che in Italia avevano imposto fino allora un sistema di bipolarismo zoppo. Questo il Paese, ma non la Valle d'Aosta; questo era il vero tema dei referendum: qui non succede nulla. La consapevolezza dei cittadini che l'era del per sempre al Governo ha perso molto senso, prima o poi tocca fare un giro anche agli altri, perché solo dopo il 1989 il nostro Paese si era incamminato verso il bipolarismo dell'alternanza, che non è compiuto, anzi sta già sterzando in questi giorni verso una bipolarizzazione proporzionale alla tedesca, formule che la gente capisce poco, ma con sbarramento. L'alternanza resta però l'obiettivo finale, un tema su cui la gente sta più avanti della sua classe politica. Questo laboratorio della politica è stato finora impossibile in un sistema come il nostro, dove tutti gli autonomisti sono uguali, ma qualcuno è più uguale degli altri e qualcuno, purtroppo, meno degli altri. La guerra è finita da oltre 50 anni, ma qui l'orologio della storia si è fermato. Direbbe Charles Baudelaire che sotto sotto questa terra soffre ancora della "grande maladie, l'horreur de la non Gauche".

Ammettiamolo, l'autonomia è un fatto compiuto, i suoi valori sono da tutti condivisi incondizionatamente, su di essa dobbiamo vigilare certo, senza mai abbassare la guardia, ma la gara a chi è più autonomista non ha più senso. In tale Consiglio tutti sono autonomisti, quale che sia la loro storia e provenienza, lo hanno dimostrato in tutti questi anni in Commissione, in aula, nei rapporti con i loro referenti fossero qui, a Roma o a Bruxelles. L'autonomia è il fondamento della nostra Regione, del quale oggi dobbiamo arricchire i valori storici con l'aiuto di tutti, al passo con la dinamica e l'evoluzione della Valle d'Aosta, dell'Italia e dell'Europa. Sono profondamente convinto che, per il bene di tutti i Valdostani che vivono e lavorano in questa terra, su queste montagne, a tutte le componenti politiche presenti in quest'aula vada ormai riconosciuta pari dignità etica e morale, poiché tutte si riconoscono senza riserve nei valori fondanti della nostra autonomia. Smettiamola di distribuire brevetti morali o di pretendere "pedigree", consegniamo il peccato originale alla storia, entriamo finalmente nel nuovo millennio, abbiamo bisogno di tutti! L'autonomia deve oggi potersi esprimere come democrazia compiuta, dove tutte le istanze si misurino con pari dignità, un'autonomia che non rifiuti i valori dell'alternanza, anzi li riconosca come strumento di crescita di tutta la società valdostana, un'autonomia finalmente libera da stantie pregiudiziali sia contro la Sinistra, sia contro la Destra, nella quale gli elettori possano realmente partecipare e decidere, sapendo che le loro scelte saranno poi rispettate. Un'autonomia dell'eguaglianza non dell'egualitarismo, del lavoro e non solo del posto di lavoro, dove ognuno sia valutato e progredisca secondo i meriti acquisiti sul campo, dove si rivendichino diritti essendo consapevoli dei propri doveri, dove si abbandoni il 18 politico come regola universale, dove si trovi il giusto punto di equilibrio fra interesse collettivo e libertà individuale.

Per tali ragioni, per contribuire al superamento di questi pregiudizi che ancora bloccano la partecipazioni di tutti con pari dignità al dialogo politico in Valle d'Aosta, ho deciso di aderire al gruppo "La Casa delle Libertà", impegnandomi per la realizzazione di un sistema di alternanze in grado di aggiungere nuovi valori alla nostra autonomia e alla nostra democrazia. L'augurio è che in questo momento difficile e con tanti problemi all'orizzonte, nel rispetto dei ruoli di ognuno, lavoriamo tutti per portare la Valle d'Aosta fuori dalle "secche" di uno dei periodi più complessi degli ultimi decenni, lo dobbiamo ai Valdostani, è il momento di dimostrare la nostra specialità, che è anche responsabilità di essere migliori: stiamo meglio, ma siamo meglio? Questo dobbiamo chiederci e su questo impegnarci. Ogni giorno difendere l'autonomia, ma ogni giorno meritarcela.