Oggetto del Consiglio n. 2897 del 25 luglio 2007 - Resoconto
OBJET N° 2897/XII - Communications du Président du Conseil régional.
Président - J'informe le Conseil de l'activité de la Présidence et des organes du Conseil depuis la dernière réunion de l'Assemblée:
Proposition de loi n° 179, présentée par les Conseillers Venturella, Bortot et Squarzino Secondina le 16 juillet 2007: "Introduzione della tariffa per la gestione dei rifiuti e disposizioni in materia di utilizzo di stoviglie nelle mense e nelle manifestazioni fieristiche";
Proposition de loi n° 6, présentée par le Gouvernement régional le 18 juillet 2007: "Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della montagna" et inscrite au point n° 34.3 de l'ordre du jour du Conseil régional.
Réunions:
Bureau de Présidence: 1
Ie Commission: 1
IIe Commission: 1
IIIe Commission: 3
IVe Commission: 2
Ve Commission: 1
Le Président de la Région, par sa lettre du 17 juillet dernier, nous a transmis copie du recours en inconstitutionnalité introduit par le Gouvernement de la République contre la loi régionale n° 6 du 17 avril 2007, portant: "Nouvelles dispositions en matière de mesures régionales de coopération au développement et de solidarité internationale". Le recours se réfère en particulier aux articles 2, 3, 4, 6 et 7, qui réglementent matières relevant de la compétence de l'Etat. Aux termes de l'article 70 du Règlement intérieur du Conseil, le document a été transmis au Président de la Ie Commission. Les Conseillers qui désirent le consulter peuvent s'adresser au Secrétariat.
Il Consigliere Eddy Ottoz, con nota in data 24 luglio 2007, ha comunicato di abbandonare il gruppo "Union Valdôtaine" e di aderire al "Gruppo Misto", assicurando pieno e leale sostegno alla maggioranza consiliare.
Colleghi, mi corre l'obbligo di parteciparvi la notizia della scomparsa, avvenuta in data 18 luglio, del notaio in quiescenza Marcello Colombo, che fu Consigliere regionale dell'"Union Valdôtaine" e Assessore alle finanze nella Giunta presieduta dal compianto avvocato Oreste Marcoz dal 17 giugno 1959 al 24 novembre 1963, meglio conosciuta come "Giunta del leone". Una Giunta regionale frutto di una maggioranza nata dall'alleanza fra l'"Union Valdôtaine" e le forze della Sinistra "PCI", "PSI" e "Indipendenti", già collaudata nelle elezioni politiche del 1958, che portarono in Parlamento 2 candidati autonomisti e di Sinistra (Severino Caveri e Renato Chabod) che sconfissero il Deputato e il Senatore uscenti (Paolo Alfonso Farinet e Ernesto Page) della "Democrazia Cristiana" da 10 anni rappresentanti della Valle d'Aosta al Parlamento.
L'ex Assessore Marcello Colombo nato a Cavaglià il 6 settembre 1921, poi trasferitosi ad Aosta, ove esercitò la professione notarile fino alla quiescenza, può essere considerato nel panorama regionale un antesignano dei rappresentanti della cosiddetta "società civile" che scelsero di portare un contributo nelle istituzioni, nella profonda convinzione che l'impegno politico e l'esercizio della professione fossero compatibili. Il notaio Colombo fu un amministratore scrupoloso, il cui operato politico ed amministrativo fu contraddistinto dal massimo rigore provocando a volte anche l'incomprensione di alcuni colleghi, essendo il titolare del dicastero delle finanze in un momento in cui le entrate della Regione non erano pienamente garantite dai successivi riparti fiscali e dovevano essere pertanto concordate di volta in volta con lo Stato.
La sua scomparsa lascia un vuoto profondo in quanti ebbero modo di apprezzarne soprattutto le doti professionali, perché il suo impegno politico ufficiale si esaurì nel 1963. Alla famiglia rinnovo, a nome di tutta l'Assemblea regionale della Valle d'Aosta, le più sentite condoglianze.
La parola alla Consigliera Charles Teresa, per una commemorazione del maestro Giuseppe Cerutti.
Charles (UV) - A Verrès a disparu dans le jour du dernier Conseil une des figures les plus importantes dans le panorama culturel de la basse Vallée d'Aoste, surtout dans le domaine de la culture musicale, mais pas seulement. Giuseppe Cerutti, Pinuccio pour les amis, musicien et directeur de chœur, était né à Verrès en 1928, Pays qui lui a remis le prix comme personnage de l'année en 2003. Ces dernières années il les a passées bien soigné dans la Maison de retraite "Domus Pacis" de Donnas. Il n'avait pratiquement pas de parents seulement une sœur plus âgée que lui, vivant loin, il était veuf sans enfants, mais il laisse des orphelins: les chanteurs du Chœur de Verrès, portés par lui à un degré de perfection reconnu par le grand public et aussi par tous les jurys du monde, dirigé maintenant par Albert Lanièce, qui continue la voie prestigieuse de son prédécesseur. Pinuccio Cerutti commença jeune à pratiquer la musique, son père était déjà musicien batteur et dans le premier après-guerre, lorsque tout le monde reprenait la joie de vivre, il s'exhibait dans les locaux de la basse Vallée et du Piémont. A cette époque il travailla aussi activement dans le Comité du carnaval de Verrès, dont il fut protagoniste et il interpréta aussi le rôle du "paggio" Fernando dans "la Partita a scacchi" de Giuseppe Giacosa. A partir des années '50 il se consacra entièrement à la musique, fit des tournées avec les meilleurs groupes et les meilleurs orchestres en Italie et en Europe. En 1971 il ouvrit dans son Pays natal un magasin d'instruments de musique, à Verrès, où se sont servis tous les musiciens et les élèves de la basse Vallée. Sa grande passion fut le glorieux Chœur alpin de Verrès, fondé en 1951, qu'il dirigea jusqu'à 1998, pour lequel il écrivit des pièces nombreuses, paroles et musique, en enrichissant l'important répertoire de la formation. Les notes du Directeur Cerutti, dont nous voulons honorer la mémoire, interprétées par ses choristes, ont résonné dans l'église de Verrès dédié au cœur immaculé de Marie le jour de son enterrement le 10 juillet dernier.
Président - La parole au Conseiller Ottoz.
Ottoz (GM) - Le circostanze per le quali poco più di un anno fa sono rientrato in Consiglio potrebbero continuare ad essere considerate fortuite, non dipendenti da me se non fossero un punto di passaggio importante di una fitta sequenza di istanze e avvenimenti che in questi ultimi tempi hanno fatto irruzione nella società e sulla scena politica della nostra Regione. Sotto la spinta di accadimenti esterni e della maturazione di problemi, e talora contraddizioni, assistiamo ad una brusca accelerazione del dibattito politico, alimentata, tra l'altro, in quest'ultimo periodo dall'approssimarsi della naturale scadenza della legislatura, ma soprattutto dal fatto che sulla rotta che conduce alle elezioni regionali della prossima estate dovremo attraversare l'infido e tempestoso "Stretto di Magellano" dei referendum. Ricostituzione in Europa dell'asse franco-tedesco, crollo verticale in Italia dell'immagine della classe politica con l'esplosione del "bubbone" dei costi che essa fa gravare sulla Comunità, referendum in Regione sono 3 temi squisitamente politici, sul piano europeo, nazionale e regionale, che solo 15 mesi fa neppure si ponevano e che spingono a modificare sostanzialmente le regole di funzionamento della nostra Comunità. I nuovi scenari europei impongono una riflessione anche in Valle. L'autonomismo francofono non può essere fine a sé stesso, deve trovare nuove ragioni e margini in un'Europa di cui l'Italia è solo un componente, e non di primo piano. L'asse est-ovest deve confrontarsi ormai costantemente con quello nord-sud e occorre ridisegnare il futuro sapendo cogliere le novità che arrivano da chi ci è vicino. La vittoria di Sarkozy in Francia ha evidenziato come la vecchia distinzione Destra/Sinistra sia ormai obsoleta, si è scritto recentemente: "i Francesi hanno capito e lo hanno votato. Hanno eletto a stragrande maggioranza un candidato della Destra che si è presentato in quanto tale e ha parlato senza complessi, senza doversi far perdonare di essere di Destra fingendo di essere di Sinistra...". La scelta di Sarkozy e la conseguente vittoria nasce su progetti forti e alleanze concrete, senza spaventarsi di fronte a temi delicati come i "PACS-DICO" o l'ordine pubblico. La sua parola d'ordine è stata "rupture", frattura netta con il passato, una sorta d'elogio della discontinuità. Il suo programma elettorale - ma ancor più quanto ha saputo fare e sta facendo all'inizio del suo mandato - può dare un'idea reale di ciò che i Paesi di tradizione francese e francofona possono rappresentare per l'Europa stessa. Il mondo cattolico francese si è riconosciuto in un disegno che nell'ambito della tolleranza e della multiculturalità non riduce la componente cattolica, ma ne rivendica storia, tradizione e potenzialità.
La rivolta contro i costi della politica è il sintomo più evidente del momento di crisi che vive la politica in Italia. È sufficiente ricordare le 400.000 copie vendute in pochi giorni del libro "La Casta" di Rizzo e Stella per capire come i cittadini, con i loro problemi quotidiani, si allontanino e siano sempre meno disponibili ad accettare privilegi e gestione del potere che spesso sono tutto meno che cosa pubblica. Non a caso un politico dalle "antenne" sensibili come Massimo D'Alema ha dato, ma "in extremis", l'allarme sulla "marea" montante della sfiducia degli Italiani nella politica e sulla necessità di nuove regole e riforme, che la classe politica purtroppo non sembra in grado di darsi di propria iniziativa, mentre l'orchestra del "Titanic" continua a suonare. È sempre stato così: in Valle tutto - il buono e il cattivo - arriva sempre con un certo ritardo rispetto al resto del Paese, con effetti smorzati e attutiti. Questa volta però, proprio mentre arriva in ritardo quanto è già successo nella politica nazionale anni fa, nel resto d'Italia sta succedendo di nuovo e i fenomeni si sommano rendendo per noi la miscela più esplosiva. La sensazione in Valle, come nel resto del Paese, è che i cittadini, la gente, siano più avanti della politica. La richiesta di chiarezza nelle proposte e nelle scelte, il sapere se si andrà di qui o di là, se si farà questo o quello, spinge naturalmente, come in quasi tutto il resto d'Europa, verso un'ineludibile tendenza al bipolarismo, dal quale, come ho già detto in questo Consiglio, non può essere amputata l'alternanza, quella che molta parte della classe politica italiana, avanti negli anni e indietro nelle idee, considera eresia. Kennedy, Clinton, Blair, Merkel, Sarkozy sono diventati Capi di Governo ad un'età alla quale da noi si è ancora considerati inesperti mocciosi, per non dire di chi, tra loro, a poco più di 30 anni era già Ministro, potremmo anche ricordare Hervé Gaymard - a 32 anni era Ministro -, che è un nostro vicino di casa di Bourg-Saint-Maurice. Viviamo intanto in Valle la mancata metabolizzazione, una paradossale rimozione del risultato elettorale di aprile 2006, quasi nulla fosse avvenuto e quasi che esso non debba proiettare alcun effetto sulle elezioni regionali dell'anno prossimo, una situazione un po' kafkiana, mi si passi il termine.
Infine i referendum. L'ho dichiarato in tutte le sedi, senza equivoci: una cosa è il quesito sul quale i cittadini sono chiamati ad esprimersi, altra cosa è l'istituto del referendum, la sovranità popolare e l'esercizio del voto. È ovviamente legittimo sfruttare il vantaggio dell'esistenza del "quorum" a favore della propria tesi esortando i propri elettori all'astensione, è previsto dalla legge, ma è una scelta politica pragmatica, che sfrutta però un'asimmetria e una disuguaglianza tra le 2 parti in campo, regalando agli astensionisti tutti i voti di chi fisiologicamente non andrebbe comunque a votare. La considero, se mi è permessa la metafora, una forma di "doping" della politica e sono sempre stato contrario al "doping" anche in tutti gli altri campi, compreso il primo di tutti: quello sportivo.
Tutto ciò mi fa ritenere necessario da parte mia un passo indietro e una pausa di riflessione serena e più autonoma sui nodi politici che in questo periodo imbrigliano la nostra Regione. Ho perciò maturato a malincuore la non facile - credetemi - decisione di uscire dal gruppo dell'"Union Valdôtaine" e di aderire al "Gruppo Misto", chiamandomi fuori di un contesto in cui mi sono talora riconosciuto con difficoltà e a cui ho comunque sempre cercato di dare tutto quanto ho potuto. Ho sempre cercato di essere corretto senza rinunciare alla responsabilità d'eletto che deve rappresentare tutto l'elettorato e non solo i suoi voti pochi o molti che siano (i miei sono pochi, ma insomma...). È certamente un mio limite, ma credo che la scelta di lasciare il gruppo da non iscritto all'"UV", ma restandole amico se me lo consentirà - amico molto più fedele e corretto di quanti l'hanno sfruttata e la sfruttano per fini personali -, questa scelta, dicevo, non è più rinviabile. Probabilmente essa non ha un gran futuro, nel senso che danno a questa parola i professionisti della politica, non importa, spero però che possa rappresentare un segnale d'attenzione al nuovo che anche in Valle deve arrivare e che in Francia con il successo di Sarkozy ha avuto l'evidenza che merita. Rileggere il suo programma in chiave di una "rupture" valdostana, analizzare i percorsi dei suoi primi mesi di Governo, nei limiti ovviamente della nostra "petite patrie", può rappresentare una nuova rotta che m'impegno - per quanto so e posso - a portare avanti.
Queste mie considerazioni hanno valenza strettamente politica e in nulla intaccano la mia fiducia nel programma e nell'azione amministrativa del Presidente Luciano Caveri e di tutti i suoi Assessori, il mio leale sostegno alla maggioranza non è qui in discussione. Luciano Caveri e la Giunta meritano ogni sostegno in un momento nel quale, proprio a causa dei sussulti e delle fibrillazioni della società regionale che dicevo, assistiamo alla costante sottovalutazione mediatica di ogni risultato positivo e all'amplificazione oltre misura di ogni aspetto che si presti alla sia pur minima analisi critica, un esempio per tutti è l'acquisto del "Grand Hotel Billia", che in altri tempi sarebbe stato giustamente salutato epocale, giustamente, ve ne sarebbero tanti altri. Va riconosciuto che la Giunta opera in un contesto mediatico molto difficile e assai poco gratificante.
Concludo ringraziando i colleghi del gruppo dell'"Union" per la possibilità che mi hanno offerto in tutti questi mesi di partecipare ad un dibattito politico franco e fruttuoso. Grazie a tutti.
Président - La parole au Conseiller Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Per 2 questioni procedurali: la prima per rimarcare in pubblico, visto che in privato non ha sortito alcun effetto, che 2 richieste in base al 116 del Regolamento del 22 e 27 marzo di quest'anno non hanno avuto risposte, richieste fatte a lei come Presidente del Consiglio, in merito all'uso degli autoveicoli della Presidenza del Consiglio e in merito alla formazione delle assemblee plenarie dei Presidenti dei Consigli regionali. Sono passati 4 mesi, non ho avuto risposta, spero che questo avvertimento in pubblico possa essere utile a chiudere la questione.
Il secondo problema che volevo evidenziare è che nella seduta antimeridiana del 21 marzo, così come riportato dall'ANSA in un comunicato del 22 marzo e del giorno successivo e da "Il Corriere della Valle" del numero del 29 marzo, Lei aveva contestato le cifre che avevo posto per quanto riguarda i costi dell'APF e dei viaggi all'estero per la francofonia, citando che i soldi effettivamente spesi erano 167.000...
Presidente - ... le chiedo di intervenire sulle comunicazioni, non introduciamo l'abitudine a fare interventi sulle non comunicazioni.
Sandri (GV-DS-PSE) - ... lei ha comunicato una serie di attività delle Commissioni, di cose che sono avvenute in Consiglio e questa è una cosa che è avvenuta in Consiglio. Lei ha detto 167.000. Dopo 4 mesi, in cui con difficoltà ho recuperato tutti i dati, abbiamo una spesa finale di 507.012,72 euro, di cui 302.923,44 liquidati per quanto riguarda l'"Assemblée parlementaire de la francophonie". Le chiedo quindi formalmente le scuse per la dizione che lei si è permesso di dire il 21 marzo scorso. Ovviamente i dati verranno trasmessi e resi pubblici a tutta la popolazione.
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Credo che il collega Ottoz non abbia parlato "al niente": ha parlato esprimendo le motivazioni delle sue scelte e io credo che, seppure "a caldo", sia importante dare un minimo di riscontro all'ascolto che c'è stato. Ripeto: "a caldo", senza aver avuto nessuna informazione precedente, quindi con sorpresa abbiamo sentito stamani della decisione presa dal collega Ottoz di iscriversi al "Gruppo Misto", "a caldo" le dico che l'ho ascoltata con attenzione, ma devo ammettere che non ho capito le motivazioni, il senso del gesto fatto e delle cose dette. Non credo che questo sia un elemento negativo, in genere è tipico delle persone che hanno aperture nuove, che prospettano nuovi scenari in tutti i campi, quello di non essere capiti, perché chi li ascolta non ha tutti gli elementi a disposizione di chi propone una tesi, in questo caso una motivazione di scelta politica. Diciamo quindi che aspetteremo nel corso dei lavori anche di questo Consiglio, nelle Commissioni, nel corso del prosieguo del lavoro come Consiglieri di capire meglio e di avere elementi per meglio capire il senso delle sue scelte. Due cose però volevo dirle rispetto al suo intervento, che trovo un po' "pétillant" e che presenta grosso modo come titoli alcune problematiche, senza naturalmente poterle sviluppare.
Sui diversi temi che lei ha individuato ve ne sono 2 su cui noi concordiamo: il fatto che in questo Consiglio e nella maggioranza che lei finora ha sostenuto e che dice di sostenere è mancata la metabolizzazione dell'esito elettorale dello scorso anno, e questo è vero. Noi più volte lo abbiamo sottolineato, nel senso che vi è l'incapacità... lei ha usato il termine giusto: "metabolizzazione", possiamo anche dire "elaborazione del lutto", in altro modo... non vi è stata da parte della forza politica di maggioranza relativa questa capacità di accogliere un aspetto della realtà politica valdostana. Come pure accogliamo con favore il suo atteggiamento rispetto al referendum, ricordiamo che già quando discutevamo di queste leggi lei si era espresso in modo molto chiaro e ha ripetuto ancora oggi: "ad un certo punto occorre, quando un sistema si sclerotizza, una "rupture"" e i meccanismi elettorali possono essere un elemento per questa "rupture". Non solo, lei aveva rivendicato, come lo ha fatto anche oggi, il fatto che il referendum è un istituto democratico e che è da persone che non accettano il confronto aperto quello di risolvere i problemi invitando all'astensione. Sono contenta che, al di là delle forze politiche che hanno sostenuto i referendum, vi siano singole persone - sappiamo che vi sono -, che hanno anche il coraggio civico di dichiarare pubblicamente le proprie posizioni.
Ancora un'ultima osservazione, Presidente: non condivido la critica, la sua valutazione che vi sia una sottovalutazione mediatica del lavoro dei risultati del Presidente della Regione; mi sembra per certi aspetti ridicola questa sua valutazione, nel senso, che a nostro avviso, se osserviamo i mezzi di comunicazione, sia quelli televisivi, sia quelli di carta stampata... credo che la presenza continua, a volte addirittura debordante, del nostro Presidente non possa sfuggire a nessuno. Forse qui un troppo amore per il Presidente l'ha portata a cogliere come sottovalutazione mediatica quella che è una giusta espressione da parte della gente di una non condivisione dei progetti realizzati dal Presidente.
Presidente - La parola al Consigliere Ottoz.
Ottoz (GM) - Solo per tranquillizzare la collega Squarzino, nel senso che non mi sono iscritto al gruppo "Arcobaleno". Prendo atto del fatto che alcune cose le apprezza e altre non le apprezza e non ho niente da aggiungere. La conclusione è che non mi iscrivo al gruppo "Arcobaleno".