Oggetto del Consiglio n. 2891 del 12 luglio 2007 - Resoconto
OGGETTO N. 2891/XII - Approvazione del Piano pluriennale 2007-2009 per lo sviluppo del sistema informativo regionale, di cui alla legge regionale 12 luglio 1996, n. 16.
Il Consiglio
Richiamata la legge regionale 12 luglio 1996, n. 16, recante norme per la "Programmazione, organizzazione e gestione del sistema informativo regionale. Ulteriori modificazioni alla legge regionale 17 agosto 1987, n. 81 (Costituzione di una Società per azioni nel settore dello sviluppo dell'informatica), già modificata dalla legge regionale 1° luglio 1994, n. 32. Abrogazione di norme.";
Ricordato come l'articolo 1 (Piano pluriennale) della predetta legge preveda al suo comma 1) che sia sottoposto ad approvazione del Consiglio regionale un piano pluriennale volto sia allo sviluppo, alla modernizzazione ed alla diffusione degli strumenti, delle tecnologie telematiche e dei sistemi informativi dell'Amministrazione regionale, sia all'intervento regionale nel settore dell'informatica avente particolare riguardo allo sviluppo ed alla realizzazione di una rete di collegamenti informatici interessante l'intera Amministrazione regionale ed aperta alle interrelazioni con gli altri Enti pubblici territoriali valdostani e con le amministrazioni dello Stato;
Richiamata la deliberazione della Giunta regionale n. 3308 del 10 novembre 2006 concernente l'approvazione delle linee guida per l'elaborazione del piano pluriennale in argomento, nonché gli obiettivi che lo stesso dovrà perseguire;
Rammentato che la predetta deliberazione:
- dava mandato all'Assessore al Bilancio, Finanze, Programmazione e Partecipazioni regionali di avviare la stesura del piano pluriennale per il triennio 2007-2009,
- stabiliva che la stesura del piano dovesse avvenire, con il coinvolgimento di tutti gli Assessorati regionali, da parte di un gruppo di lavoro formato da rappresentanti del Dipartimento Sistema Informativo, da rappresentanti degli enti operanti sul territorio regionale e della partecipata INVA S.p.a., soggetti già individuati nell'ambito del "Gruppo Guida" previsto dall'Accordo regionale in materia di innovazione e sviluppo delle tecnologie informatiche e telematiche nella Regione Valle d'Aosta di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 4565 del 10 dicembre 2004, Gruppo costituito con decreto dell'Assessore al Bilancio, Finanze, Programmazione e Partecipazioni regionali n. 1 del 1° marzo 2005, prot. n. 6042/ASS;
Preso atto che il gruppo di lavoro in questione ha concluso il suo compito e ha prodotto l'allegato piano pluriennale;
Precisato che il periodo di tempo cui il piano in questione si riferisce è esteso al triennio 2007-2009 e che, finanziariamente, lo stesso corrisponde al relativo bilancio di previsione triennale della Regione;
Vista la legge regionale 12 luglio 1996, n. 16 e, in particolare, l'articolo 1 della stessa (Piano pluriennale);
Viste le motivazioni ed i contenuti del piano pluriennale di cui trattasi;
Richiamata la deliberazione della Giunta regionale n. 4223 in data 29 dicembre 2006 concernente l'approvazione del bilancio di gestione per il triennio 2007/2009, con attribuzione alle strutture dirigenziali di quote di bilancio e degli obiettivi gestionali correlati e di disposizioni applicative;
Visto il parere favorevole rilasciato dal Coordinatore del Dipartimento sistema informativo, ai sensi del combinato disposto degli articoli 13, comma 1, lettera e) e 59, comma 2, della legge regionale 23 ottobre 1995, n. 45, sulla legittimità della presente deliberazione;
Visto il parere della II Commissione consiliare permanente e con gli emendamenti della Commissione stessa;
Visto il parere del Consiglio Permanente degli Enti Locali;
Delibera
1) di approvare l'allegato piano pluriennale 2007-2009, per lo sviluppo, la modernizzazione e la diffusione degli strumenti, delle tecnologie telematiche e dei sistemi informativi dell'Amministrazione regionale nonché per l'intervento regionale nel settore dell'informatica avente particolare riguardo allo sviluppo ed alla realizzazione di una rete di collegamenti informatici interessante l'intera Amministrazione regionale ed aperta alle interrelazioni con gli altri Enti pubblici territoriali valdostani e con le amministrazioni dello Stato;
2) di dare atto che tale piano pluriennale costituisce parte integrante della presente deliberazione.
Allegato
(Omissis)
Président - La parole à l'Assesseur au budget, aux finances, à la programmation et aux participations régionales, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Direi che oggi viene presentato al Consiglio regionale il Piano triennale 2007-2009 sull'"e-government" e sulla società dell'informazione in Valle d'Aosta. Su questo tema credo che ci debba essere un'attenzione particolare da parte del Consiglio, perché abbiamo un punto decisamente importante...
(interruzione della Consigliera Squarzino Secondina, fuori microfono)
... credo che un documento così importante che merita una discussione... ritengo possa valere la pena concentrare la nostra attenzione sulle cose che vengono dette piuttosto che sul conteggio dei numeri. Al di là di questo aspetto, che banalizza la politica, amerei con voi condividere alcuni ragionamenti. Anzitutto, quando si presenta un piano triennale, quando questo si inserisce all'interno di una procedura consolidata, si cerca di valutare quello che è stato fatto nei piani triennali precedenti, si cerca di fare una valutazione sulle esperienze passate in modo da poter cogliere le positività, piuttosto che le critiche rispetto a un'azione passata. Rispetto a questo tema, il passato credo abbia dato degli elementi di forte novità: il piano triennale precedente ha cercato di valorizzare sicuramente le attività che vengono fatte nell'ambito del sistema regionale, ma è stato fatto uno sforzo notevole per creare un sistema, definito regionale, dove gli attori erano, da un lato, la Regione, ma unitamente ad essa abbiamo parlato di enti locali, di azienda sanitaria, del sistema produttivo cercando di coinvolgere l'ente che rappresenta tutte le categorie ossia la Camera di commercio, come pure l'Università. Creando alcuni momenti di condivisione abbiamo finalmente fatto decollare un progetto che per anni era negli intendimenti, ma mai aveva avuto una sua concretizzazione: la rete delle pubbliche amministrazioni, cosiddetta "RUPAR", e con una certa soddisfazione nell'ambito del piano precedente abbiamo fatto decollare quello che abbiano denominato "Partout", un sistema che ha coinvolto tutti gli enti locali, tutti i Comuni sono collegati ed emanazioni dei Comuni hanno già un concreto beneficio.
Rispetto a questo tema, tuttavia, non di sola connettività o di sole strutture dobbiamo parlare, che sicuramente sono necessarie, ma utilizzando dei termini matematici... condizione necessaria ma non sufficiente, perché l'innovazione non consiste solo in tecnologia o in uso di tecnologie, ma è anche e soprattutto una questione culturale, perché se, da un lato, abbiamo la necessità di avere banda; dall'altro, dobbiamo avere tutto un sistema e tutta una cultura che converge sull'innovazione. È questo lo sforzo che deve fare la pubblica amministrazione, l'Amministrazione regionale e tutti quanti ed ecco qual è l'"incipit" per il nuovo piano 2007-2009: dobbiamo definire gli obiettivi, i contenuti, i processi, i tempi, l'assetto organizzativo del percorso di sviluppo di prodotti e servizi. Questo in una logica che non è una logica egoistica e isolata, ma in una logica europea e italiana, in una logica di un mondo globalizzato. Abbiamo come riferimenti quelli che ho declinato precedentemente, ossia il contesto regionale, quello nazionale ed europeo, il contesto mondiale, ma ogni contesto ha dei punti di riferimento. Non è che oggi ci avviciniamo a un piano triennale in un contesto che non ha riferimenti; ogni contesto ha dei riferimenti importantissimi, quindi quello che oggi andiamo a proporvi è un progetto coerente con gli indirizzi europei, con gli indirizzi nazionali e con l'attività che è stata fatta negli anni passati a livello regionale. È un piano triennale molto ambizioso, dove la qualità dei dirigenti dell'Amministrazione regionale e la qualità dei nostri collaboratori e dei consulenti ha dato modo di proporvi un documento di alto profilo.
I ragionamenti che sottendono a questo piano triennale sono sostanzialmente 3: l'inclusione, l'innovazione e ricerca e l'"internal market". Il primo tema, quello dell'inclusione, è assolutamente importante, oggi dobbiamo cercare di fare tutti gli sforzi possibili per includere e quindi evitare che questa innovazione escluda qualcuno da questo processo. Abbiamo da valorizzare la partecipazione e quindi è una questione di democrazia, abbiamo da costruire una logica di servizi pubblici che diventano accessibili nell'ambito della rete, abbiamo una logica di pari opportunità, dando il senso più ampio alle pari opportunità: oggi, quando parliamo di pari opportunità, evochiamo probabilmente le pari opportunità fra generi. Rispetto a questo tema, il concetto di pari opportunità credo possa essere molto più ampio: le pari opportunità non hanno tali vincoli, ma sono da definirsi come un obiettivo per tutte le scelte. Rispetto a questo, parliamo degli abitanti che vivono nelle realtà cittadine di fondovalle, realtà marginali, abbiamo un ragionamento di pari opportunità rispetto all'età. Oggi come oggi, vi sono i dati significativi che sarebbe bene prendere a riferimento. Sopra i 60 anni probabilmente solo il 3% della popolazione è nella condizione di utilizzare i sistemi innovativi e, se non facciamo tutti gli sforzi possibili per includere una fetta importantissima della popolazione, fra qualche anno le decadi più numerose saranno quelle superiore ai 70 e agli 80 anni; quindi immaginatevi se non ci poniamo come obiettivo quello di includere questa componente così importante della popolazione. Rispetto a questo, bisogna "fare sistema" ed è con particolare orgoglio che anche in tale campo valorizziamo delle attività che sono state fatte a regia regionale, con Agenzia del lavoro, "Projet formation" abbiamo rilasciato pochi giorni fa 120 patenti europee informatiche e una gran parte di queste patenti europee erano rilasciate a persone con più di 40 anni, persone che hanno voluto rimettersi in gioco e intraprendere un percorso migliorativo, mossi da un'ambizione personale. Nel contempo, se è vero che muovono la loro professionalità con degli intendimenti che sono personali, costituiscono una ricchezza per un'amministrazione e per una comunità e anche su questo tema vorrei rimarcare l'organicità non solo dei corsi di cultura generale, ma metodo e sistema con delle qualificazioni, in modo da avere la spendibilità di quel percorso fatto. Ho voluto ringraziare personalmente tali persone per aver fatto questo tipo di percorso. Nell'ambito dell'inclusione dobbiamo prendere a riferimento anche la formazione: tutti gli sforzi che vengono fatti per dare degli strumenti diffusi su tutto il territorio, che possano nella logica delle pari opportunità dare delle possibilità a tutti, dobbiamo avere un atteggiamento positivo. In questa logica, nel valorizzare la convergenza di varie piattaforme, noi, oggi come oggi, vogliamo valorizzare la comunicazione intesa come trasmissioni televisive, come banda per l'accesso ai servizi informatici, come comunicazione su telefonia fissa e mobile. Possiamo anche parlare a questo riguardo di formazione, purché collegata alla tecnologia, quindi parliamo di "e-learning", ossia attività formative che possono essere fatte in modo delocalizzato sul territorio; quindi tutti gli sforzi possibili per far convergere su questo nobile obiettivo che è l'inclusione.
L'altro ragionamento che voglio farvi è sull'innovazione e ricerca, intese come possibilità di una comunità di sviluppare professionalità, competenze che diventino motivo di sviluppo socio-economico, che diventino stimolo al mercato, che valorizzino le tecnologie come fattore abilitante di crescita. L'innovazione e ricerca quindi sistematica nell'ambito delle attività dell'Amministrazione.
Il concetto dell'"internal market" è un qualcosa legato alla valorizzazione del mercato: creare occasioni di lavoro, creare delle specializzazioni nel settore "ICT", l'interazione e l'integrazione con l'impresa e quindi "ICT" come fattore stimolante per il mercato.
Questi non sono concetti teorici, ma sono molto pratici. Non possiamo disconoscere che in tale globalizzazione avere un'attenzione particolare sull'innovazione vuol dire avere un'attenzione particolare su uno dei fattori di sviluppo più importanti.
Definita la visione politica, il piano triennale si sofferma sui fabbisogni e vi è un'attività di verifica e di approfondimento sui fabbisogni dell'Amministrazione regionale rappresentata dalla Presidenza, dagli Assessorati, ma è rappresentata anche dal Consiglio regionale, che ha una sua autonomia, che ha una sua programmazione... ma Consiglio regionale che ha partecipato organicamente alla stesura del piano, ha partecipato alle riunioni, al gruppo guida...
(interruzione del Consigliere Sandri, fuori microfono)
... Consigliere Sandri, quando interverrà, dirà, se poi vuole fare un'interpellanza, le porterò i verbali delle riunioni dove il piano è stato analizzato e valicato.
Rispetto a questo tema, i fabbisogni della pubblica amministrazione non si sono limitati al comparto regionale, ma si sono estesi a tutti quegli enti che hanno partecipato a "Partout", quindi, rispetto a questo, già in passato abbiamo avuto modo di sottoscrivere un accordo con tutti i soggetti che aderiscono a "Partout" e che valorizzano tale sistema. Nell'ambito dei fabbisogni abbiamo cercato di verificare le esigenze dei cittadini e le esigenze delle imprese. Rispetto a tali fabbisogni, abbiamo dovuto capire quali potevano essere gli strumenti per dare una risposta a questi fabbisogni, abbiamo dovuto definire le linee guida e gli indirizzi di natura politica e tecnologica, un'organizzazione, un governo e metodologie e non ultimo la verifica delle fonti di finanziamento e il controllo economico dell'attività, perché non possiamo non prendere in seria considerazione gli sforzi di natura economica. È proprio su questo argomento che vorrei porre la vostra attenzione: la Valle d'Aosta è una Regione che, dal punto di vista commerciale, forse ha un'appetibilità modesta dal punto di vista numerico, non qualitativo, perché mettetela come volete, ma il mercato è rappresentato da 120mila abitanti. Ora 120mila abitanti, seppure con una popolazione fluttuante più elevata, diventa meno appetibile probabilmente di realtà metropolitane con milioni di abitanti. È proprio per questo motivo che, rispetto ad altre realtà, abbiamo un'infrastrutturazione minore, lo vedete su qualsiasi argomento. La banda larga gli operatori l'hanno valorizzata sull'asse centrale e su piccole aree periferiche, il sistema televisivo anche quello pubblico si regge su importanti finanziamenti fatti dagli enti locali valdostani; se non vi fossero decine e decine di ripetitori pagati dalle comunità montane, metà della Valle d'Aosta sarebbe al buio, in quanto territorio non come popolazione. Ricordo a tutti che metà del territorio, in virtù di quegli investimenti degli enti locali, comunque ha un'offerta televisiva e di informazione mortificata rispetto all'offerta che hanno gli abitanti di Aosta e gli abitanti del fondovalle: questo credo sia un problema di democrazia e non possiamo non tenerne conto, forse è più semplice polemizzare che dare una risposta. Io, nella logica delle pari opportunità, così care a tante persone, dico che anche gli abitanti delle vallate hanno diritto ad avere le stesse informazioni che hanno coloro che vivono ad Aosta e in fondovalle. Rispetto a questo tema, credo che il Consiglio e il Governo regionale debbano fare tutti gli sforzi per far sì che una televisione libera e non a pagamento... collega Sandri, come vede, vado con la sua filosofia, ma è la filosofia dell'Amministrazione regionale e quella del Ministero attuale, ma devo dire la verità, collega Sandri, vorrei serenamente fare un confronto con lei per capire qual è l'elemento di discontinuità su questo tema fra il Governo precedente e l'attuale. Sicuramente vi sono sempre delle differenze, ma devo dire che mi trovo benissimo con l'attuale Ministero dove vi sono delle persone molto responsabili, il Ministro Gentiloni ha dimostrato una grande attenzione su questo tema, il dott. Fiori, che è un alto responsabile, ha mostrato un'attenzione eccezionale e credo che vi possano essere degli ottimi risultati.
Non vorrei tediarvi troppo, ma tale mia passione è dovuta al fatto che questo è un argomento molto importante e su tale tema vorrei fare anche un approfondimento nell'ambito della pubblica amministrazione su alcuni temi che ritengo siano indispensabili. Come Amministrazione regionale spendiamo molto, ma dobbiamo assicurare un maggiore sforzo per ottenere dei risultati ancora più elevati rispetto agli investimenti che facciamo, lo dico perché vi sono alcuni temi che meritano di essere messi in evidenza. Prima di tutto la condivisione. Da un lato, confrontandomi con tutti i servizi vedo un'attenzione importante da parte dei vari responsabili, ma hanno soprattutto una logica individualistica, ossia cercare di risolvere il proprio problema, ma si preoccupano relativamente poco di mettere la loro soluzione a disposizione del sistema, vi è un po' una logica protezionista. Voi capite bene che bisogna invece fare un passo avanti, bisogna considerarci una famiglia, una realtà che merita di valorizzare degli investimenti che possano essere messi a fattore comune, bisogna quindi cercare di investire su alcuni processi. Abbiamo il problema dell'archiviazione dei documenti, sempre più dobbiamo andare su delle attività che mettono in rete tutto, in rete deve esserci un'attenzione particolare nell'individuare delle procedure che alleggeriscano il carico cartaceo. Nel dire che sulla rete deve esserci tutto dico che non deve essere disponibile a tutti, ma deve essere disponibile solo a chi ha competenze e titolo per quel tipo di accesso. Qui tocco l'altro argomento: quello dell'identificazione, che va di pari passo con la sicurezza, quindi concentrarci su questi 2 "assets" che sono assolutamente importanti. Se facciamo questo tipo di ragionamento, porteremo la pubblica amministrazione ad essere quel fattore abilitante, quel fattore di competizione, quell'attore di un progresso e di uno sviluppo regionale.
L'altro giorno abbiamo firmato insieme al Piemonte e alla Liguria con gli Assessori all'innovazione un importante protocollo, e qui tocco un altro argomento, perché nella discussione qualcuno ha sollevato un problema dicendo: "perché la pubblica amministrazione non fa come ha fatto il sistema bancario?". Il sistema bancario ha rivoluzionato tutte le sue procedure, ha fatto delle aggregazioni e delle fusioni, ha creato delle strutture molto competitive, ha rivoluzionato drasticamente il suo iter. In modo arguto e intelligente l'Assessore della Liguria ha detto: "sì, è vero, le banche hanno fatto un passo molto importante, ma per fare questo hanno mandato a casa migliaia di persone, perché una fetta importante di lavoratori non era adeguata; rispetto a questo tema, non c'era né formazione, né altro, di conseguenza ha incentivato l'esodo di migliaia di persone che non erano in grado di adeguarsi". Ora questo è un qualcosa su cui dobbiamo ragionare. Non credo che la pubblica amministrazione possa fare come hanno fatto le banche, ma se è vero questo, è vero che non possiamo rimanere ancorati a degli stereotipi che ormai non sono più attuali. Qualcuno di voi avrà avuto modo di vedere come è stata presentata la "500" qualche giorno fa; nessuna azienda qualche anno fa avrebbe presentato la "500" in questo modo. La "FIAT", nonostante fosse l'interprete della tradizione industriale italiana, non è più la "FIAT" di una volta, ha invertito drasticamente la rotta e si è proposta per essere competitiva in modo diverso rispetto a prima. La domanda che vi pongo è: la pubblica amministrazione potrà proporsi oggi come si proponeva anni fa? Può essere attuale una pubblica amministrazione che non segue queste tendenze? La risposta credo sia abbastanza scontata e l'innovazione e questo processo che ci obbliga a rivedere la nostra organizzazione credo possa essere la chiave di lettura per avere una pubblica amministrazione sempre più performante e competitiva. La soluzione è stimolare le intelligenze esistenti in Valle d'Aosta e al tempo stesso non chiuderci e questo lo dico con serenità, perché non siamo chiusi, ma stiamo collaborando con il "sistema Italia", con il CNIPA, con il Piemonte e la Liguria, con i quali abbiamo firmato questo protocollo alcuni giorni fa, ma al tempo stesso abbiamo firmato protocolli con altri Regioni del nord, come il Friuli Venezia Giulia, con cui c'è uno scambio costante di esperienze, con dei dirigenti dell'Amministrazione regionale che sono andati a verificare quello che è stato fatto in quella Regione... e, dall'altro, siamo aperti, ma nella condizione di dare qualcosa agli altri. Anche lì con un po' di orgoglio devo dire che abbiamo avuto un numero importante di Regioni che sono venute a vedere quello che è stato fatto in Valle d'Aosta sul digitale terrestre.
Abbiamo avuto il Piemonte, la Basilicata, la Provincia di Trento... e tutte queste Regioni, dopo essere venute in Valle d'Aosta, hanno presentato un'istanza al Ministero di aderire al progetto "All digital" e ricordo che la denominazione "Valle d'Aosta all digital" è da "copyright", perché è nata in Valle d'Aosta e, rispetto a questo, abbiamo tanto da imparare, ma anche qualcosa da mettere a disposizione. Spero che da tale discussione emergano delle valutazioni interessanti, faremo tesoro delle cose che ci verranno dette e spero di fare insieme a voi tale scommessa, che è una scommessa fondamentale per il futuro della Valle d'Aosta.
Si dà atto che dalle ore 9,41 presiede il Vicepresidente Tibaldi.
Presidente - Apriamo la discussione generale.
La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Volevo solo, fra parentesi, all'inizio del mio intervento ricordare che, se era mia intenzione richiamare il Presidente del Consiglio a fare particolarmente vigilanza sul numero legale, non era per un'azione formale, ma perché osservavo che un documento così importante viene discusso con un'aula nuova. Dato che non volevo mettermi a contare e volevo ascoltare con attenzione, avevo richiesto al Presidente del Consiglio di vigilare su questo aspetto.
Credo che l'Assessore Marguerettaz conosca benissimo qual è la differenza fra essere membro di una maggioranza o membro di un'opposizione e che sia troppo intelligente per non sapere che ogni realtà ha aspetti positivi e negativi. Giustamente chi propone un progetto sottolinea gli aspetti positivi, chi invece non condivide quella realtà - per tanti motivi: perché non è collocato in quel progetto politico, perché non ne ha condiviso l'elaborazione... - è chiamato anche ad individuare le criticità, con onestà intellettuale, come sempre, Assessore. Chiedo quindi pari opportunità fra maggioranza ed opposizione, pari rispetto e dignità fra maggioranza ed opposizione, visto che lei, vuole estendere questo concetto di pari opportunità, lo condivido e quindi lo estendo al massimo.
Detto questo, come già avevamo detto in Commissione, sia qui di fronte a un piano triennale 2007-2009 elaborato dal Dipartimento sistema informativo, un lavoro che a nostro avviso è fatto bene, l'ho detto in Commissione, lo ridico adesso, ossia veramente si legge dietro a queste pagine un grosso lavoro di riflessione, di approfondimento, di rapporti con tutto il mondo dei nuovi sistemi applicativi e delle nuove tecnologie, per cui effettivamente qui c'è un grosso lavoro. Vi è anche la capacità di mettere insieme una serie di elementi secondo delle finalità, secondo degli obiettivi condivisibili. Secondo aspetto positivo: si tratta di un piano regionale che prende in esame tutte le varie realtà della Regione, non solo quelle a livello più pubblico: Comune, Regione, Comunità montana, Consiglio, Camera di commercio, enti e strutture associative, ospedaliere, enti parco, turismo, università, biblioteca, ma anche le imprese, il mondo esterno all'Amministrazione regionale, con l'obiettivo di "fare sistema Valle d'Aosta". Credo che questo sia un obiettivo condivisibile, un obiettivo che aiuta questa Regione a fare un passo avanti rispetto al proprio sviluppo. Riconosciamo tali positività e siamo ben contenti che tali professionalità siano presenti all'interno della nostra Amministrazione.
Siamo convinti anche che l'utilizzazione dei sistemi, ma anche della cultura innovativa che vi è dietro ai sistemi informatici può far fare un passo in avanti a tutta la Valle d'Aosta. Il piano è un tentativo di delineare quanto si potrebbe fare per avvicinarsi sempre più a questo riguardo: analizza le situazioni esistenti, analizza i bisogni, analizza le varie tappe, cerca di vedere quello di cui c'è bisogno e individua cosa bisogna fare. Mi spiego con degli esempi. Parlando del sistema scuola, dice: "... qui bisogna assolutamente favorire un interscambio dei dati fra le varie scuole, la Sovrintendenza agli studi, l'Università, l'Agenzia regionale del lavoro...", quindi prevede come progetto il potenziamento di infrastrutture di connettività delle istituzioni scolastiche e l'evoluzione tecnologica secondo un modello proprio. Così pure vi è l'esigenza da parte delle biblioteche comunali di essere collegate alle biblioteche regionali, per cui è previsto questo collegamento. Faccio degli esempi minimi per non affrontare tutte le questioni più ampie. Vi è anche nel Progetto "Partout" l'esigenza di collegare fra di loro tutti i dati anagrafici dei Comuni e questo va bene, un piano con tanti progetti, un piano con notevoli risorse, siamo al 2% del bilancio - ricordava l'Assessore in Commissione -, siamo di fronte a una previsione di 77 milioni di euro in 3 anni, è una cifra notevole, è una cifra con cui si pensa di intervenire nelle infrastrutture ferroviarie, tanto per dare l'idea dell'ampiezza. È chiaro che, se lo confrontiamo con le strade, è un altro discorso, ma è veramente un impegno notevole che ha senso fare se poi produce innovazione.
Qui cominciamo ad avere alcuni dubbi, qui arriva la parte critica, nel senso che vi è un punto debole e il punto debole è un "gap" culturale dell'amministrazione fortissimo, non del Dipartimento sistema informativo, come abbiamo detto prima, è un nucleo di persone e di competenze, non entro qui nel merito, perché non è questo il momento di dire se sarebbe stato più utile avere tali competenze tutte interne all'Amministrazione o qui solo alcune risorse che poi utilizzano competenze e risorse esterne, ma il punto debole è proprio questa assenza culturale nell'Amministrazione: la cultura dell'innovazione. È la struttura stessa che è così, tant'è che anche i piani precedenti avevano delle affermazioni dell'importanza degli strumenti informatici all'interno dell'Amministrazione, ma di fatto non sono riusciti a smuovere granché, dobbiamo dircelo, ma perché? Perché erano state viste queste introduzioni come strumenti e giustamente nella relazione si insiste sul fatto che non bisogna pensare a strumenti, ma a processi; finora sono stati vissuti più come strumenti e diciamo che purtroppo in alcuni casi sono ancora vissuti come strumenti anche adesso. Se vediamo alcuni progetti proprio in questo piano triennale, che dovrebbe innovare e cambiare l'Amministrazione, vediamo che in alcune situazioni il problema è definire modelli e procedure conformi alle vigenti disposizioni in materia, ma non ci si chiede tutte tali procedure come si inseriscono in tutto il resto del contesto, ossia qui l'obiettivo rimane ancora: uso lo strumento informatico per essere più aderente alla legge. Questo è un esempio, adesso vedremo se le banche dati con cui si è voluto realizzare la modifica della gestione del sistema nomine per il sistema incarichi, che era nel progetto 2006... vediamo se effettivamente sono state fatte tali banche dati solo per rispondere all'esigenza del servizio dell'ufficio o anche per rispondere all'esigenza degli utenti. Qui non me ne voglia l'Assessore, non è lui l'interessato, ma, quando ho chiesto un elenco di consulenti secondo una serie di parametri, mi è stato dato l'elenco secondo solo il criterio temporale e non secondo altri parametri. Vuol dire allora che queste banche dati sono fatte in modo non intelligente, ma solo limitato all'uso che quell'ufficio intende fare. È questo quello che voglio dire quando ribadisco che finora non dappertutto, ma in molti casi è stato vissuto come strumento. Lo vediamo anche nel rapporto con gli altri enti, qui in modo molto chiaro anche il piano dice nel momento in cui voglio individuare il rapporto fra Amministrazione regionale e gli altri enti... si dice che finora "agli enti locali viene richiesto un gran numero di dati dalle diverse strutture dell'Amministrazione, per scopi diversi, spesso non pianificati, che richiedono frequenza e granularità talvolta differenti, talvolta similari, creando un sovraccarico notevole..." e qui siamo finora... ma il "finora" comprende anche gli ultimi 3 anni del precedente piano. Anche nei collegamenti con gli enti quindi la logica è sempre prevalente... quella dell'ufficio, che esigenze ha il singolo ufficio, la singola procedura, il singolo funzionario e vuole lo strumento per passare dal manuale all'informatico, è un po' questo.
Anche lo stesso "Partout" è il tentativo di trasformare quello che era il modello chiuso di "RUPAR" a un modello più aperto, per dire che tutta la cultura dell'Amministrazione verso l'informatica è stata indirizzata alla consapevolezza che questo fosse uno strumento per fare prima, ma non tanto altro di più, mentre dovrebbe essere un processo, lei lo ha ricordato. Il processo vuol dire ripensare in modo nuovo a tutto il lavoro che si sta facendo, ripensare la logica di quello che si sta facendo, ma qui torniamo al punto di partenza: se la logica che ho è che voglio che si realizzi bene la mia procedura, lei capisce che anche tale ripensamento non serve a niente e questo è l'elemento debole, perché? Perché, quando andiamo a vedere tutta la serie di interventi che sono previsti per la pubblica amministrazione, allora non è un elenco pedissequo, penso sia utile: Presidenza della Regione, vi è tutto un elenco, poi conclude come punto di attenzione dicendo che bisogna riorganizzare i processi interni e si precisa che l'utilizzo degli strumenti a disposizione implica una riorganizzazione dei processi interni; Assessorato dell'agricoltura: anche qui implica la riorganizzazione dei processi interni; Assessorato delle attività produttive: riorganizzazione processi interni; Assessorato del bilancio: riorganizzazione dei processi interni; Assessorato della cultura: diciamo che ha solo un modello centralizzato di organizzazione, sembra mettersi un po' da parte, quindi qui non capisco bene; l'Assessorato della sanità si preoccupa solo di definire modelli e procedure secondo la legge, ma non ha neanche accolto questa idea della riorganizzazione; Assessorato del territorio: riorganizzazione processi interni; Assessorato del turismo: anche qui non vi è questa consapevolezza di dover riorganizzare i processi interni, forse sono già tutti organizzati, non lo so. Questo per dire che o si passa attraverso una riorganizzazione dei processi interni e del modo con cui ci si organizza, oppure tutto questo è solo un libro di buone intenzioni e fra 3 anni saremo di nuovo al punto di partenza. La stessa cosa vale anche con l'attività che viene fatta con gli altri enti esterni alla Regione, anche per questa attività, che viene descritta... lo stesso "Partout"... viene detto con molta chiarezza... tutti questi progetti... e sono diverse pagine... conclude dicendo: "necessità di una forte collaborazione, cooperazione e condivisione interistituzionale nella definizione dei risultati da perseguire e nella realizzazione degli interventi e progetti necessari al loro perseguimento". Ancora: "lo sviluppo del portale Partout richiede una forte rappresentanza ed adesione al modello... al fine di costruire un sistema di utilità...", quindi una grande collaborazione. Queste però, che sono affermazioni importanti, rimangono - è l'elemento debole che vogliamo sottolineare - solo come delle affermazioni di principio, perché non vedo né in questo momento nell'Amministrazione - mi riferisco a chi governa - e nei suoi comportamenti, né nelle indicazioni presenti nel piano degli elementi che ci facciano "scattare" e ci facciano passare da una situazione all'altra.
Già ieri ricordavo con una battuta che, nel momento in cui la Regione vuole valutare l'operato dei propri dirigenti, l'elemento dell'innovazione viene all'interno di 100 punti calcolato 5 punti (5%): questo vuol dire che la stessa Amministrazione non considera importante tale elemento. Ha poi detto: "sì, collaboratori... addirittura un collaboratore può arrivare a 10% nel calcolo del proprio salario di incentivo se applica una delle tante procedure innovative proposte". Lei capisce che con tale ritmo negli uffici una procedura all'anno mi sembra poco, credo che qui richieda agli uffici più di 3 procedure all'anno per attuare questo progetto triennale, Assessore!
Ancora: vi è un elemento di debolezza, in questo caso politica, che il piano individua. Quando a pagina 9 si fa la sintesi sugli interventi precedenti rivolti all'Amministrazione regionale, si dice: "sì, in alcuni casi abbiamo fatto anche cose migliori rispetto alle aspettative" e l'esempio è sempre e solo uno: i medici di medicina generale sul territorio e va bene. Si dice poi: "a fronte del risultato generale è importante evidenziare che alcuni risultati sono stati penalizzati o comunque fortemente condizionati da fattori esterni al contesto gestionale dell'Amministrazione", ossia al contesto del Dipartimento... Servizio tecnologico e informatico che gestisce tutto, perché? Perché qui variano... variazioni nell'ambito della Giunta regionale e qui aggiungo: non solo variazioni nell'ambito della Giunta regionale, che è cambiamento di Governo, non è cambiare un Assessore rispetto a un altro, ma è il cambiamento dei dirigenti. Quando facciamo delle osservazioni in questo Consiglio sembra che abbiamo un'attenzione ai dirigenti chissà poi perché: perché è un nostro tema caro, abbiamo presentato anche delle leggi per riformare questo... e invece è perché sono la struttura portante dell'Amministrazione. Non si può pensare che una struttura di dirigenti la si possa cambiare come si vuole, ossia qui un nuovo Assessore arriva, cambia a cascata una serie di dirigenti, ma non solo, all'interno dello stesso dipartimento vi sono ancora dei cambiamenti continui, vi sono 2 temi che ricorrono abitualmente nelle deliberazioni settimanali: consulenze e collaboratori esterni, cambiamenti nella struttura dirigenziale. Qui si dice... ma è vero... se con il continuo cambiamento di dirigenti, dettato da esigenze che possono essere legittime - rapporto fiduciario, necessità di governare e di poter contare -, si svuota, si indebolisce la struttura portante dell'Amministrazione, che è l'apparato dirigenziale con i propri progetti e con tutto il lavoro che si sta facendo, si indebolisce di fatto questo che è un processo di innovazione: questo c'è ancora e su questo non vi è nessun elemento di cambiamento.
Ancora: posso capire tutto, però anche la descrizione del processo che dovrebbe attivare e presiedere a tutta l'attuazione del piano è molto chiara, ma vi è un elemento fondamentale che non viene indicato, perché non vi è politicamente la volontà di farlo, o non si capisce l'importanza di doverlo fare, o si vuole demandare a una struttura un compito che non è suo: ossia chi presiede tutto questo processo, chi presiede nell'Amministrazione regionale la volontà di rivedere le procedure, l'amministrazione? Tutte quelle cose che abbiamo detto nei vari Assessorati, lei crede che fra 3 anni saranno fatte? Ma no! Credo che ogni Assessorato continuerà a fare quello che ha fatto, un pezzettino per volta, adotterà quella tecnologia che è più utile per soddisfare un aspetto e in questo caso direi che l'Assessore al turismo è stato il più chiaro, ha detto: "abbiamo una serie di esigenze molto importanti..." - e le ha elencate - "... non sentiamo l'esigenza di rivederci come struttura perché per noi così va bene". Può darsi che abbia ragione come Assessorato, ma si tratta di pensare nella logica della qualità innovativa dell'intera struttura amministrativa qual è l'interesse maggiore, chi pensa a queste cose, chi lo presiede. Adesso l'unica struttura dell'Amministrazione regionale che ha questa consapevolezza è il Dipartimento sistema informativo, ma è un dipartimento all'interno di un grande Assessorato che non ha competenze sull'organizzazione e sui dirigenti, non è compito suo! Vedete allora che qui non è realistico questo piano, non ha le "gambe" per potersi realizzare.
Per tutto quello che è il rapporto con l'esterno, ben ricordava prima l'Assessore le imprese, il mondo esterno, i progetti... ma gli imprenditori quante volte ce lo dicono, sono loro i primi a chiederci di cambiare le procedure, di rendere più agevole il tutto, sono loro che ci chiedono la ferrovia, la banda larga, sono loro e noi per adattarci lo facciamo. Noi dall'interno non abbiamo nessuna volontà politica, mi dispiace riconoscerlo, perché non vi sono gli strumenti che consentono di fare questo salto di qualità. Certo che non è il caso di far fuori il personale, chi lo ha mai detto? È possibile ripensare in modo diverso l'utilizzo del personale, in un progetto più ampio, ma certo! So che l'innovazione fa sì che di fatto io abbia un esubero reale - dico un numero a caso - di 100-200 persone che non mi servono più, ma allora mi preoccupo di verificare come riutilizzarle, come reinserirle. Non devo appesantire tutta la struttura e il processo innovativo solo perché ho alcune persone da sistemare, ma dove siamo mai?
Ho già concluso, perché le cose più importanti le ho già dette.
Si dà atto che dalle ore 10,19 riassume la presidenza il Presidente Perron.
Presidente - La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - La società dell'informazione fa dei grandi passi avanti, oggi mi funziona anche il microfono, quindi non posso che essere soddisfatto del miglioramento tecnologico...
Stiamo parlando di un argomento molto importante, credo che questa sia una delle grandi scommesse su cui la Valle d'Aosta si gioca il benessere futuro ed è una scommessa anche rilevante, perché significa la "ferrovia dell'informazione", l'"aeroporto della comunicazione", insomma queste infrastrutture che fanno di una regione una regione competitiva, fanno di una comunità una comunità competitiva, oppure ne decretano il suo indebolimento.
Qui bisogna essere molto chiari. Nel "pacchetto", come sempre quando i piani triennali sono molto pieni di parole inglesi, quando ci vai a fare un po' di analisi attenta, ti rendi conto che non c'è dentro niente. Esiste tutta una serie di buoni propositi e di organizzazione di lavoro, di cronoprogrammi, di identificazione di obiettivi che apparentemente sono molto condivisibili, ma appena si va "a metterci il naso", ci si rende conto che sono "fumo negli occhi" per coprire il problema vero: il problema vero è che vi sono 80 milioni di euro di torta da giocarsi su questa cosa e la cosa importante è che si lascino libere le mani al manovratore affinché possa fare quello che vuole senza nessun controllo e, quando ci si mette un bel po' di parole inglesi, ti sei dato un po' di "lustro" e non hai fatto capire niente a nessuno! Abbiamo cercato di superare la cortina fumogena messa su tale cosa e siamo andati a "fare un po' di pulci" e la "pulce" principale è questa - è stata detta dalla collega Squarzino e condivido pienamente -: diciamo che il "sistema Partout" è "Partout" tranne in Via Piave 1. Noi avremo che tutta l'Amministrazione regionale è tutta in linea e i Consiglieri regionali dovranno continuare per avere i dati, carta e penna, a chiedere in base all'articolo 116 del Regolamento di poter fare il loro lavoro. Questo è vergognoso, tale piano triennale che interessa gli Assessorati, i Comuni, l'Università, eccetera, si è dimenticato di un organismo, quello che dovrebbe essere il suo proprio controllo, perché non volete avere il controllo! A tale piano triennale noi voteremo contro finché non sarà data al Consigliere regionale la possibilità di essere "on line" su tutte le banche dati della Regione! I Consiglieri regionali, nello spirito dell'articolo 116, che è stato fatto quando c'era la carta e la penna, devono potere in tempo reale avere accesso alle informazioni, non è possibile che, per avere dei dati presenti sulla banca dati dell'Amministrazione regionale a disposizione dei dirigenti, che li vedono sul "monitor" in pochi centesimi di secondo, debbano perdere 30 giorni per poter avere le risposte! Questa è una vergogna! "Partout" è un sistema chiuso sotto il controllo dell'Amministrazione regionale, anzi forse è il controllo dell'Amministrazione regionale sugli enti locali e su questo non ho avuto modo di andare ad approfondire la questione, ma sarebbe da divertirsi, perché rientra in quella logica di controllo del territorio cara a una certa forza politica. Credo che questo sia il primo passo per vedere se avete voglia di confrontarvi con la realtà e con chi la pensa diversamente da voi, oppure se avete paura di essere controllati, di verificare le cose che fate perché è meglio non vederle, sapendo che "ne fate di cotte e di crude".
Vi è poi una serie di dati che dimostrano la mancanza di capacità di valutare i pesi; l'enfasi che è stata data alla tivù digitale è pari solo all'enfasi che è stata data dal Presidente del Consiglio alla televisione ai gruppi consiliari. I Capigruppo del Consiglio regionale sono stati omaggiati dal Presidente del Consiglio di un televisore con un videoregistratore a cassette, una roba che non si trovano neanche più le cassette... comunque è talmente importante per l'Amministrazione regionale la tivù digitale che ovviamente lì sopra il digitale non c'è! Ho fatto una verifica l'altro giorno, devo dire: non preoccupatevi, non andate a comprarli, tanto sono tutti spenti questi televisori e non li ha mai utilizzati nessuno. Ricordo una volta sola di aver visto nell'ufficio di un altro Capogruppo, che stava guardando il "Tour de France" un paio di anni fa... ma è l'unica volta che mi ricordo siano stati utilizzati, ma è evidente che questo corrisponde al peso della tivù digitale. La tivù digitale, che è stata il grande fiore all'occhiello di cui ci avete riempito le tasche "a tutto spiano" un anno e mezzo fa, intanto non ha portato niente; come avevamo detto, i canali francesi che avremmo dovuto avere per sviluppare la nostra francofonia non si sono visti, mi dicono che invece fuori valle nel digitale terrestre esistono, non esistono in Valle d'Aosta: non ho capito se è un'autonomia al contrario... ma va bene... "France 24", così si chiama la televisione che esiste in altre parti d'Italia e in Valle d'Aosta non c'è. La cosa buffa è vedere il canale dell'Amministrazione regionale sul digitale terrestre, perché emerge immediatamente una notizia: che il nostro Presidente della Regione si chiama con un nome e un cognome, è nato in una determinata data, ha conseguito una determinata laurea e fa il giornalista; questa è la novità dell'informazione, questa è la tivù digitale. Vi è un dato, tornando a questioni più serie, che dimostra che, da quando c'è la tivù digitale in Valle d'Aosta, per fortuna la gente guarda meno la televisione. Questo è stato un successo dell'Assessore Marguerettaz, quindi credo che gli dobbiamo dare merito di aver inflazionato talmente tanto questo strumento che nessuno ne può più e preferisce dedicarsi ad altre cose.
Vi sono altre 3 questioni, molto rapidamente anche se si dovrebbe poter stare su questo testo da 80 milioni di euro molto più approfonditamente, allora la prima e la seconda questione che volevo sviluppare riguardano gli strumenti. Qui ci si "riempie la bocca" del fatto che vogliamo difendere la montagna, le valli laterali, chi è abbarbicato in questi luoghi difficili a difendere la propria identità, la propria cultura, la propria economia, il proprio diritto di fare una vita dignitosa come qualunque cittadino, quindi di avere la pari opportunità di poter vivere sul territorio; dopodiché viene spacciato come grande passo in avanti una convenzione con "Telecom" della banda larga a 640 KB, andate a chiedere a qualunque ragazzino di 16-17 anni che scarica musica e vi dirà che 640 KB è la tecnologia dell'altro ieri, non di oggi. Se facciamo un piano triennale che dovrebbe portare all'eccellenza tutta questa situazione, dovremmo cominciare a pensare che tutto il territorio della Valle d'Aosta dovrebbe avere 20 MB e non 640 KB! Questo è, dal punto di vista della banda larga, l'ammissione di un fallimento, perché non solo non vi è oggi la banda larga in moltissimi Comuni della Valle d'Aosta, ma non vi è neppure la prospettiva che vi sia, perché la banda larga a 640 KB sicuramente nei prossimi 2 - 3 anni sarà totalmente fuori mercato e avremo fatto uno sforzo con una roba che... non c'è niente.
Non sto a parlare poi del "Wi-Fi", per fortuna che in Valle d'Aosta vi sono dei Comuni che si sono dati una mossa, perché, se aspettavamo l'Amministrazione regionale, eravamo ancora lì. Il famoso "WiMAX"... non ho trovato la parola qui dentro, forse mi è sfuggita, ma sicuramente non ha una rilevanza significativa in questo piano triennale il mitico "WiMAX", eppure ne aveva parlato più volte in Consiglio regionale. Se tutto questo è un piano per irrobustire il potere di controllo della Regione e il potere di accentrare a livello regionale nel DSI una serie di possibilità di informazione, lo si dica, è una scelta politica, ma non spacciamolo come qualcosa che rende le cose più facili ai cittadini!
Vi sono ancora 2 questioni: una è quella della lingua; sono rimasto colpito a pagina 12 di questo nuovo bilinguismo franco-inglese, che non credo faccia parte dello Statuto della Valle d'Aosta: vi è il sistema della Mediateca del BREL che viene identificato come "Bureau régional ethnology et linguistique", è interessante questa cosa, credo sia un'apertura verso l'inglese che deve essere apprezzata. Ve ne sono anche altre, ma le evitiamo, questa era la più divertente, perché un problema non risolto da tale piano è il problema della lingua. Il piano è in italo-inglese, vi sono un sacco di espressioni: "call center", "customer care", ma ce n'era una in particolare, uno schemino a pagina 43 in cui non si scrive impresa o "entreprise", ma una "enterprise" che fa più fine, poi "citizen", che sono i cittadini, "e-government", ossia non è che si poteva fare una cosa in italiano o in francese, ma bisognava farlo in inglese. Sulla lingua allora - e lo dimostra la confusione di tale piano triennale - non si è fatta una scelta; tutte queste informazioni saranno in italiano, in francese, in tutte e 2 le lingue, saranno in inglese, saranno in tutte e 3 le lingue? Questo è importante capire. È un passaggio non da ridere! Sono riflessioni fondamentali, perché un costo è fare una cosa in una lingua, un altro costo è fare un intervento in 2 o 3 lingue e ancora che spendibilità ha un sito in italiano e in francese; un sito in italiano, francese e inglese; oppure in inglese con parti tradotte in italiano e in francese? Su questo non si dice niente, vorremmo sapere come sarà organizzata tale tipo di informazione. Presumo in italiano, perché, fra l'altro, sarà interessante capire se questo testo, dopo che sarà approvato in Consiglio regionale, sarà tradotto in francese, perché, come tutti gli atti del Consiglio, dovrebbe essere bilingue. Questo problema allora lo dobbiamo una volta o l'altra affrontare, faccio una riflessione sopra? Oppure prendiamo la scorciatoia dell'inglese per risolvere il problema? È un problema che oggi in Svizzera è all'ordine del giorno, perché i cantoni vogliono mettere al posto che la seconda lingua nazionale l'inglese come lingua obbligatoria, la Confederazione è arroccata alle 4 lingue madri della Svizzera, però almeno ne discutono, qui non se ne può discutere, mi piacerebbe sapere qual è la lingua veicolare e qui non c'è scritto.
Infine il punto sui giovani e la formazione. Tutto questo è molto bello, probabilmente spenderemo soldi a fare rete, a comprare "computer" di altissimo livello, ma come giustamente ha accennato all'inizio l'Assessore... ed è l'unica parte che ho veramente apprezzato sul fatto che c'è nella nostra Regione una popolazione che è vuole confrontarsi con questi nuovi strumenti e vuole diventare "alfabeta" in tutto ciò... ma cosa c'è qui dentro per "alfabetizzare" i nostri giovani? Li avete visti i "computer" che ci sono nelle scuole? Credo che abbiano ancora il "DOS Olivetti": l'"Oli-DOS"... "MS-DOS" è arrivato dopo, prima c'era "Oli-DOS" dell'"Olivetti", poi è arrivato "Microsoft" di "IBM" con l'"MS-DOS"... sono già "MS-DOS"...
Credo che qui si debbano fare delle riflessioni di tutt'altro genere, ai giovani valdostani a un certo punto della loro vita, che sia 10 o 12, io non sono esperto in pedagogia... bisogna garantire a tutti non solo di avere a scuola la possibilità di avere l'accesso all'informatica e alla conoscenza informatica e di sapere come funziona un "computer", ma di averlo anche a casa per poterci lavorare come tutti gli altri ragazzi, perché questo fa l'uguaglianza fra cittadini, le pari opportunità di poter competere nella vita! Ma se uno a 14-15 anni non ha il computer e il suo vicino ce l'ha, è già sfavorito, ha già perso metà delle "gare" della sua vita! Su tali cose qui non c'è una parola, questo invece sarebbe uno di quegli argomenti fondamentali per andare ad intervenire davvero sulle nuove generazioni... e allora dobbiamo andare a "prenderle" nei luoghi di lavoro, se lavorano a 15 anni, nelle scuole se sono a scuola a 15 anni, bisogna intervenire drasticamente affinché tutti abbiano le stesse possibilità. Devo dire che il "Governo Berlusconi" almeno su questo un tentativo lo aveva fatto: il "bonus" per l'acquisto del "computer", qui non c'è niente di tutto questo, ma allora si fa un grande "Partout", un grande servizio aperto... dopodiché non si dà alla gente la possibilità di accedervi, forse allora il problema è il contrario: è dare alla gente la possibilità di accedere e poi vedere come modificare quello che è l'accesso.
Tutte queste motivazioni ci portano a dire che vi è una chiusura in una logica di palazzo all'interno dell'Amministrazione regionale e delle logiche all'interno del DSI, che sono logiche da tecnici, ma non possono essere accettate come logiche da politici. Se vogliamo vincere le grandi sfide, che sono le sfide del fatto che il Consiglio regionale possa fare il proprio dovere, se vogliamo vincere la sfida che l'informazione deve essere libera e pubblica, se vogliamo mettere la banda larga a disposizione della popolazione e tutti gli altri mezzi di comunicazione moderni come "Wi-Fi", "WiMAX", se vogliamo davvero evitare la "babele" delle lingue ed essere efficaci nell'informazione scegliendo un mezzo veicolare principale e che sia detto quale sia, inglese, francese o italiano a me poco importa... ma tutto l'aumentare... questo comporta un costo inaccettabile dal punto di vista funzionale e finché non si capirà che, attraverso la scuola e l'informatizzazione, l'avvio delle opportunità ai ragazzi di poter accedere a questo mondo, si vanno a risolvere i problemi sociali, perché i problemi dell'immigrazione, dell'integrazione, della possibilità di mantenere vivi i nostri paesi alpini passano dal fatto che ogni ragazzo abbia un "computer"... tutto questo non c'è e noi non possiamo neanche pensare a un voto di astensione... questo è un piano triennale che deve essere completamente riscritto e prima verrà riscritto meglio sarà!
Presidente - La parola al Vicepresidente Tibaldi.
Tibaldi (CdL) - Anche noi vogliamo fare alcune considerazioni su tale piano, che peraltro quest'anno ci giunge in forma rilegata e con 175 pagine dense di informazioni, di prospetti, di dati, sui quali in linea generale vi sono delle condivisioni, perché il processo di informatizzazione, di alfabetizzazione, di connessione e di integrazione che riguarda tutti i soggetti pubblici e privati della nostra Regione non può non essere condiviso. È d'altronde una "chance" che si deve dare a questa Regione per diventare più competitiva, anche perché di presupposti per la competitività ne ha ben pochi: non è che siamo collegati nel centro della Pianura padana o nel centro di qualche zona particolarmente attrattiva da un punto di vista economico-culturale, ma siamo piuttosto ai margini e ci stiamo marginalizzando sempre più rispetto ad altri contesti economici e questa rete ha una sua importanza.
Dobbiamo però fare delle riflessioni, che sono anche più attente sul contenuto di questo piano. Partiamo dalla fine e la fine è quella che si dedica alle risorse: 77 milioni di euro nel triennio 2007-2009, un incremento del 21% rispetto al triennio precedente, un'attenzione in termini finanziari che questa Giunta ha dedicato all'argomento decisamente importante. Risorse stanziate per una cifra di 20-25 milioni annui, risorse che nell'ordine di questa grandezza vengono stanziate dal 1996, anno in cui venne prevista con legge l'informatizzazione della pubblica Amministrazione regionale, e che hanno permesso di cumulare una quantità di denaro investito in tale direzione tutt'altro che indifferente. A distanza di questo tempo possiamo tracciare un bilancio consuntivo di quello che è stato fatto, un bilancio non così felice come le espressioni che troviamo scritte in tale documento. Con gli stanziamenti effettuati, Assessore, a fronte degli interventi che avete programmato e in parte realizzato, vi è da dire che il dato di semplificazione della pubblica amministrazione nei rapporti con il cittadino e con le imprese non si è ancora raggiunto, è ancora distante. Informatizziamo a suon di milioni di euro la pubblica amministrazione regionale e la pubblica amministrazione territoriale, ma i cittadini e le imprese hanno ancora difficoltà nell'accedere ai dati e nell'ottenere servizi in tempi più rapidi: questo è il dato fondamentale. Possiamo citare un esempio: quello dello Sportello dell'imprenditoria richiesto da anni, ogni volta che vi riunite con i maggiorenti dell'industria valdostana vi viene ribadito: "abbiamo bisogno di infrastrutture, non solo logistiche, ma anche telematiche", ma questo sportello si è concretizzato attraverso gruppi di lavoro, persone, tecnici, esperti che si sono riuniti alcune volte, che hanno creato un sito "on line" che dà alcune informazioni - le quali possono essere rinvenute anche sul sito della Regione dove ci sono le attività produttive - e, di fatto, è un duplicato di quello già esistente, ma lì il progetto era di tutt'altra natura. In altre Regioni lo Sportello dell'imprenditoria significa a chi si vuole cimentare nel settore imprenditoriale o a chi vuole ottenere servizi e agevolazioni nello stesso settore con una digitazione sulla tastiera e con un invio inoltrare una pratica e avere una risposta in un congruo termine. Oggi questo per noi è ancora fantascienza, esiste solo nelle intenzioni che sono state dette in quest'aula o scritte anche in tale piano ma, di fatto, non lo avete traguardato, da questo punto di vista la distanza fra pubblica amministrazione e imprese e anche cittadini è ancora enorme.
Lo stesso vale anche per gli interventi che sono rivolti al territorio, è giusto dire che dobbiamo integrare l'azione di diversi soggetti pubblici in virtù delle loro attribuzioni istituzionali: Comuni, Comunità montane, enti di diverso tipo non territoriali, enti pubblici, Regione, devono essere interconnessi attraverso un sistema virtuoso che acceleri le loro comunicazioni, ma anche qui abbiamo 74 Comuni, 10 Comunità montane, altrettante AIAT e la Regione che non parlano lo stesso linguaggio informatico. C'è chi si è strutturato con un sistema, chi ne ha acquistato un altro, "hardware" e "software", e l'interconnessione è ancora una "babele" di linguaggi, che difficilmente riescono a colloquiare fra di loro. Anche questo è un "nervo" scoperto degli interventi che il Piano triennale del sistema informativo regionale non ha ancora risolto.
Va bene firmare il protocollo di Bard come avete fatto l'altro giorno con alcune Regioni, come pure il protocollo con "Telecom", l'accordo che entro il 2009 dovrebbe vederci inseriti nella banda larga, effettivamente una banda larga di media velocità, perché oggi la banda larga più veloce è quella con la quale si possono scaricare dei "MB" più consistenti dalla rete; ma si possono siglare intese, protocolli a livello formale e in tavoli più o meno importanti, ma quel che conta alla fine è la rete vera e propria. Una rete in fibre ottiche doveva già esistere dal 1990, vennero investiti 15 miliardi di lire all'epoca, ma quella dorsale di fondovalle ci pare inutilizzata e quello era un investimento innovativo da implementare, invece è stato sotterrato e archiviato. Adesso ci si propone con l'accordo con "Telecom" di arrivare entro il 2009 a tale banda larga, ma con quale vantaggio? Finora sappiamo che le connessioni sono ancora molto lente in una Regione come la nostra e questo è un fattore di disagio in quel volume della competitività nel quale vogliamo esserci per essere veramente promettenti a favore di imprese e di soggetti che potrebbero potenzialmente investire nella nostra Regione. È un fattore di criticità che ancora stiamo scontando.
Sul "Wi-MAX" di cui si è parlato, a cui il "Governo Prodi" ha dato via libera anche con le concessioni che adesso dovrebbero essere quanto prima rilasciate, la Regione aveva fatto un esperimento pilota ad Ayas, l'Assessore Marguerettaz ne fu testimone, perché con "fastweb" vi fu una prova di connessione attraverso l'etere, ma è una prova che sembra che anche lì si sia esaurita con quell'evento e che non abbia avuto alcun seguito...
(interruzione dell'Assessore Marguerettaz, fuori microfono)
... come faccio a dirlo? Lo dico perché non ci risulta seguito, se così non è, ci dia una risposta. Non ci risulta, da quel momento lì in cui è stato canonizzato a livello televisivo e giornalistico, perché serviva per avere una rilevanza mediatica, che da lì vi siano state delle progressioni, se poi lei sarà in grado di fornirci elementi in merito, gliene saremo grati. Sul piano non si fa cenno a delle progressioni in merito. Vi sono dei tentativi che bene o male sono agli onori della cronaca, ma sono tentativi che finora non hanno dato risposte alle impellenti richieste degli operatori privati e dei cittadini che risiedono nella nostra Regione.
Un argomento sul quale torniamo volentieri è il mercato privato, che è stato praticamente annullato, perché il sistema informativo pubblico ha marginalizzato qualsiasi motivo di intraprendenza che potesse venire da operatori privati nel settore. Oggi sono una specie in via di estinzione, se non addirittura degli estinti, potremmo magari visitarli un domani nel museo e dire: "ecco lui faceva l'operatore informatico, ha tentato di mettere in piedi l'impresa informatica in Valle d'Aosta". Oggi tutto è stato assorbito da questa formula tentacolare che ha prende il nome di "INVA" e che è sotto l'egida della politica regionale, perché altrimenti non potremmo avere alcun servizio: questa è stata una scelta politica voluta nel 1996, dal 1996 in avanti la Regione ha deciso che doveva diventare il "dominus" incontrastato del settore informatico e telematico in Valle e quindi controllare qualunque processo di alfabetizzazione, di telematizzazione, di televisione, di comunicazione, di accesso e anche di intervento tecnico, perché ormai "INVA" e le sue società satelliti hanno tale controllo tentacolare del mercato. Gli operatori di questo settore li troveremo esposti in qualche museo delle cere per testimoniare che loro ci hanno provato, peccato che sono stati schiacciati da una logica non di mercato, ma di anti-mercato che pervade la nostra Regione non solo in questo settore, ma in tale settore è stato particolarmente emblematico ciò che è accaduto negli ultimi 12 anni.
Il digitale terrestre, anche questo è un esperimento, che noi la esortiamo, Assessore, a circoscriverlo ad Aosta e ai suoi 16 Comuni, perché è stato messo in piedi dal "Governo Berlusconi" su volontà previste precedentemente a quel Governo, perché si risale al 2000, quando c'era il "Governo Amato", poi Berlusconi ne ha dato attuazione e anche un'accelerazione inopportuna. Sono state scelte alcune zone d'Italia - Sardegna e Valle d'Aosta - per questa sperimentazione territoriale, ma, visti anche qui i risultati, speriamo che tale sperimentazione venga circoscritta a quei pochi Comuni che ci hanno creduto, ma oggi quanti utilizzano il digitale e quanti invece preferiscono il satellitare? Anche perché dei 2 mercati, delle 2 tecnologie probabilmente il satellitare sarà quello che alla lunga avrà la dominanza sul digitale. Il digitale è servito solo per creare una complicazione onerosa agli utenti, anche se vi sono stati dei contributi pubblici per installare i "decoder", ma di fatto gli stessi cittadini, che ne sono potenzialmente i fruitori, non solo non lo usano, ma non ne hanno colto un gran beneficio.
Queste sono le considerazioni che le riproponiamo, non è la prima volta; ogni volta che si propone il piano triennale o accadimenti applicativi di tale piano, come lei sostiene con le sue solite argomentazioni la bontà del piano, noi diciamo che questo piano non è che non sia buono perché l'indirizzo è quello del potenziamento, il problema è che i risultati non sono confortanti o non sono nell'ordine di grandezza che tutti ci aspettavamo nonostante le risorse disponibili. A farne le spese di questi risultati mancati in buona parte ne sono non solo le imprese e i cittadini, ma anche la stessa pubblica amministrazione, che, nonostante la monumentale disponibilità finanziaria e le risorse professionali che sono collocate in tutti gli enti pubblici valdostani, non è in grado di dare delle risposte così efficaci e tempestive a coloro che si approcciano in rapporti con la pubblica amministrazione. Per queste motivazioni non voteremo favorevolmente tale piano e ci asterremo.
Presidente - La parola al Consigliere Ferraris.
Ferraris (PPD-VDA) - Sembra quasi dagli interventi che si sono succeduti che il tema relativo al Piano triennale del sistema informativo sia appannaggio dell'opposizione. Credo però che anche all'interno dell'opposizione vi siano toni e modi diversi di valutare le cose. Non vorrei parafrasare Veltroni, ma nel momento in cui, in riferimento a certe posizioni sull'ambiente, diceva che alcune forze politiche sono in grado solo di dire dei "no", mentre qualche volta sarebbe opportuno dire dei "sì"... mi rifaccio a questo tipo di approccio, non sottovalutando quelli che sono aspetti negativi e limiti che ci sono sicuramente nel piano triennale che stiamo esaminando, ma tenendo conto dell'insieme, perché credo che ciascun gruppo consiliare debba avere la capacità non di focalizzare su un unico aspetto la positività - la maggioranza - o la negatività - l'opposizione -, ma cercare di fare un bilancio razionale delle cose. Nella sua introduzione l'Assessore Marguerettaz ha avuto dei toni quasi veltroniani: pari opportunità, inclusione, innovazione, ricerca; qualche volta non riconoscevamo Aurelio...
Al di là della celia, credo che un approccio che metta al centro i cittadini, le imprese e la pubblica amministrazione diventi uno strumento in questo contesto... effigiato anche con termini inglesi, va bene, se usiamo anche un po' di inglese, credo non sia male, già lo si utilizza nella scuola primaria e secondaria come lingua di insegnamento, non vedo perché qualche documento che lo riporta nel Consiglio regionale debba essere criticato... ma dicevo che il fatto di voler affrontare in termini di programmazione e soprattutto come conseguenza della programmazione anche di monitoraggio e valutazione dei risultati non possa che avere un giudizio positivo, così come il fatto di voler collegare - e guardate che in questa Regione vi è sempre molta timidezza sotto tale aspetto - a una rete nazionale ed europea, in altri settori queste cose non le facciamo. Se penso al discorso dei Confidi, vediamo che hanno costituito un Confidi fra Piemonte e Liguria, non voglio entrare nel merito di questo ragionamento, ma noi abbiamo avuto difficoltà a fare un unico Confidi regionale e sicuramente non si parla di collegamenti con l'esterno. Nel momento in cui si va in questa direzione quindi non può che esserci una nostra posizione positiva.
Non voglio giudicare questo piano con degli "arrière-pensées", ma lo giudico per quello che è scritto; se poi l'Amministrazione non lo applica, cambierà il tipo di giudizio, ma il tipo di impostazione è condivisibile. Viene enfatizzato un dato - credo sia un dato vero -, che è comunque uno dei fattori di crescita fondamentali... noi non abbiamo più le risorse naturali se non legate a quelle risorse naturali della Valle che possono essere valorizzate nel turismo, ma altre risorse naturali ad eccezione di quella collegata all'industria idroelettrica... non sono più questi gli elementi di attrattività di un territorio: l'elemento di attrattività di un territorio è la capacità di innovazione, quindi questo si aggiunge a quelle che possono essere nostre ricchezze naturali e, se questo è, credo che su questa strada si debba andare senza timidezze. La nostra Regione è piccola, ma, proprio per questo, tale limite può essere trasformato in opportunità, nel senso che sperimentare su 120mila abitanti ha dei costi e delle possibilità di monitoraggio diverse rispetto a quanto accade su scala più grande.
Sento solo criticare il digitale terrestre ed è vero, per vedere il dibattito fra Sarkozy e Ségolène bisognava uscire dal digitale, per dire che sui canali francesi c'è ritardo, ma credo sia incontestabile il fatto che con il digitale terrestre vi sia stato un aumento dell'offerta e anche del servizio e che il digitale terrestre costa meno di quanto non costi il collegamento al satellite. Un cittadino poi può scegliere di seguire questa strada, nulla vieta di poterlo fare, ma, nel momento in cui si parla di pari opportunità e di inclusione, bisogna cercare di offrire dei mezzi che siano dal punto di vista economico alla portata di tutti. Credo debbano essere fatti ulteriori passi avanti sul piano dell'infrastrutturazione e della banda larga; la banda larga così com'è oggi presenta dei limiti, su questa strada bisogna andare senza timidezze. Già in passato la Regione con il collegamento a "Topix" aveva fatto dei passi avanti in tale direzione, oggi dobbiamo, proprio perché abbiamo una particolare realtà morfologica e geografica, puntare in modo deciso su questo e questo non può avvenire nella nostra Regione se non c'è un forte impegno pubblico. Con questo non si vuole dire che il privato non deve fare la sua parte, ma, proprio per i nostri numeri e le nostre dimensioni, credo che, se si vuole essere all'avanguardia, il privato deve supplire il pubblico laddove il pubblico non trova una redditività nel tipo di iniziativa; dopodiché non dobbiamo sostituirci al privato e fare tutto pubblico, ma bisogna sapere che in determinate situazioni... se vogliamo avere la banda larga a Rhêmes, non ci sarà mai nessun gestore nazionale che ce la porta nelle dimensioni in cui riteniamo sia opportuno. Credo sia importante quell'aspetto che viene sottolineato, anche se mai a sufficienza, relativamente all'alfabetizzazione, che riguarda sì gli studenti, la pubblica amministrazione e le categorie professionali, ma ritengo debba essere fatto uno sforzo enorme per quanto riguarda il ruolo della pubblica amministrazione e degli amministratori, che svolgono un ruolo di guida all'interno della pubblica amministrazione.
Citava prima il collega Tibaldi il discorso dello Sportello unico. La legge istitutiva è del 2003 e nel 2005 a fatica è partito lo Sportello unico ad Aosta, a giugno sono partiti 20 Comuni, a settembre ne partiranno altri 20; a fronte di tempi di tale genere - ma non voglio imputare le colpe agli amministratori che hanno gestito questa cosa, altrimenti potrei essere responsabilizzato io in tale vicenda -, emerge che non vi è in una parte dei nostri amministratori la consapevolezza che questo è un elemento fondamentale di competitività del sistema, è visto come una cosa a margine e questo non possiamo permettercelo.
Accanto al fatto di cercare di ampliare la possibilità di accesso all'informatica, il discorso di avere una maggiore facilità per i giovani all'acquisto del "computer" è fondamentale, credo che questa Regione abbia avuto una lungimiranza in passato quando ha dato a tutti gli studenti libri gratis, era uno strumento fondamentale di alfabetizzazione, oggi l'alfabetizzazione passa anche per altri strumenti... questo è un limite del piano, ma tale consapevolezza e le premesse che ci sono nel piano stesso dovrebbero portarci ad assumere iniziative in questa direzione, perché è proprio sulle nuove generazioni che ci giochiamo le possibilità competitive della Regione. È vera una cosa: sì, le nuove tecnologie informatiche tendono a una riduzione dell'occupazione, però è anche vero che nella riduzione dell'occupazione delle banche incidono i processi di fusione, che hanno determinato forti eccedenze di personale. Quando in una città come Aosta abbiamo 2 filiali sulla stessa piazza forse qualche problema di eccedenza c'è, semmai nella pubblica amministrazione l'introduzione delle tecnologie informatiche ha creato una ridondanza delle strutture, piuttosto che andare verso una loro semplificazione, per cui direi che l'analisi è stata un po' superficiale.
Proprio perché volevo fare una valutazione degli aspetti positivi e degli aspetti negativi, noi abbiamo anche la necessità, per quanto riguarda il braccio operativo che si occupa di informatica nella nostra Regione, che gli amministratori di tale società vengano scelti non per logica di affiliazione politica, ma per capacità e "curricula" e, purtroppo, vedo che questa è una tendenza che non solo in "INVA", ma anche in altre società nell'ultimo periodo è invalsa. Si preferisce ammettere ad amministrare una società chi ha un ottimo "curriculum politico" e con questo non voglio escludere i politici dalla possibilità di accedere alle cariche in società della Regione, ma credo che una congruenza fra i "curricula" e i compiti che devono essere svolti siano importanti, perché, siccome i piani marciano con le gambe delle persone, è importante avere persone che siano in grado di far sì che le cose scritte in documenti che possono essere condivisi - e qui annuncio il voto positivo del mio gruppo al piano -, successivamente si realizzino.
Presidente - La parola al Consigliere Salzone.
Salzone (SA) - Sarò molto più breve dei miei colleghi, anche perché, come forza di maggioranza, il piano lo abbiamo già condiviso e discusso in Commissione, è stato seguito dal collega Stacchetti che oggi non c'è e che mi ha delegato a dare un giudizio positivo su tutto il piano triennale.
È indubbio che stiamo discutendo un piano che ha una grande importanza per il nostro sistema socio-economico, il Piano triennale per l'innovazione tecnologica rappresenta infatti l'insieme fra la visione politica regionale e gli indirizzi nazionali ed europei e lo "stato dell'arte" delle tecnologie della comunicazione. L'importanza del momento determina l'obiettivo programmatico del processo di innovazione, che coinvolge l'intero comparto pubblico, ma anche tutto il sistema socio-economico valdostano. Un plauso secondo noi va in modo particolare alla struttura competente della Regione, che, insieme agli altri operatori di altri enti come "INVA", ha prodotto un ottimo lavoro condiviso dalla maggioranza degli addetti. Sottolineiamo pure l'importanza del risultato, che è frutto di un iter che ha funzionato, dove le linee guida della Giunta, finalizzate al raggiungimento degli obiettivi, hanno trovato un risultato di eccellenza. Questo piano, che rappresenta un processo di innovazione di rilevante importanza, ha tutti gli strumenti per poter progredire ulteriormente in tale settore. Vi sono ovviamente altri settori che devono essere incrementati, come il discorso delle fibre ottiche o della banda larga, ma l'impostazione del piano ci colloca in una posizione che ci fa ulteriormente sperare per il futuro. Per questi motivi diamo un giudizio positivo sul piano presentato dall'Assessore Marguerettaz.
Presidente - La parola al Consigliere Ottoz.
Ottoz (UV) - Sono emersi negli interventi 2 aspetti: uno è il fatto che il piano riguarda soprattutto l'azione di proseguimento dell'informatizzazione della pubblica amministrazione e una serie di istanze rivolte invece a problemi di tipo generale, in parte soprattutto sul versante educativo ed su quello infrastrutturale della banda larga in Valle. Il piano, dal punto di vista di quanto si prefigge di realizzare e programma per la pubblica amministrazione, è assolutamente condivisibile, vorrei però sottolineare come, data la condizione nella quale si muove "INVA" di monopolio sostanziale del mercato, sarebbe stato forse più interessante avere anche una parte che fosse destinata all'illustrazione dei metodi di controllo di gestione e di controllo dei costi all'interno di "INVA" per i servizi che fornisce, ossia se è giusto che la Regione si doti di una società che abbia la missione di perfezionare e portare a termine l'informatizzazione della Regione stessa, è giusto che, essendo della Regione, tale società sia sottratta in gran parte ai meccanismi di concorrenza, ma è altrettanto giusto che siano inseriti dei meccanismi di controllo dei costi e di gestione che garantiscano che questi servizi vengano forniti a un prezzo comparabile a quelli che sarebbero i prezzi di mercato, una "issue" - uso questa parola per l'amico Sandri, che non ama le parole inglesi - che è venuta d'attualità e della quale si è parlato in passato per altre questioni.
Per quanto riguarda il problema evocato da più parti - e che condivido - della necessità di potenziare e diffondere sul 100% del territorio valdostano la banda larga, non mi limiterei all'aspetto altresì importante dei giovani, del "digital divide", del fatto che entriamo o siamo entrati nella civiltà dell'accesso, transitando non ancora del tutto dalla civiltà del possesso, perché siamo ancora attaccati alle nostre cose, e quindi che sarebbe assai utile che i nostri ragazzi potessero avere accesso alle tecnologie che permettono di meglio perfezionare oggi la loro educazione. Vi è anche un altro aspetto: oggi probabilmente in una Regione come la nostra, che vive di gran parte di turismo, che ha delle forti istanze di natura ambientalistica dovute alla necessità di conservare un ambiente difficile, nella quale quindi i problemi ambientali sono importanti e dove perciò tendenzialmente si dovrebbe potenziare maggiormente l'aspetto economico dei servizi in quanto meno inquinanti della produzione. L'infrastruttura regina è l'infrastruttura della banda larga. "Il problema..." - diceva una canzone - "... è l'ampiezza della banda", non della "banda Bassotti", ma l'ampiezza della banda a disposizione, quindi la possibilità che tutta la popolazione possa disporre di una quantità sufficiente di "band sharing" per potersi "affacciare" sul sistema. Questo è importante perché, come le autostrade sono infrastrutture per i trasporti, le infrastrutture per le comunicazioni sono quelle che, qualora la Regione decidesse di fare un investimento per il sistema e non per il cliente, quindi che non abbia un ritorno, ma che sia veramente una potenza dell'"hardware", come si dice in informatica, potremmo sì fornire a tutte le aziende, microaziende, in particolare quelle dei servizi che di comunicazioni vivono, un sistema ideale all'interno del sistema economico dell'Italia del nord per quello che riguarda i servizi. Potremmo provare a favorire lo spostamento progressivo del tipo di produzioni, del tipo di insediamenti, del tipo di aziende che vengono ad installarsi in Valle. Immaginiamo la Valle d'Aosta come una sorta di grande parco industriale, come ad esempio quello che c'è a Taiwan, ve ne sono a Singapore, dove la prima cosa che ti dicono è: "ti diamo l'ufficio e ti diamo 20 MB di banda a disposizione". Questo fa parte dell'affitto, è una potenza dell'"hardware", perché il fatto di considerare l'infrastruttura... come la prima infrastruttura che serve a tutti - serve agli alberghi perché devono comunicare, serve alle aziende che si vogliono insediare, serve ai giovani che devono studiare, serve all'amministrazione che deve gestire, serve alle amministrazioni che devono mettersi in rete - sarebbe un'opera meritoria e utile, potrebbe essere un investimento di portata sociale ed economica importante. Mi auguro che in futuro sia possibile ipotizzare di realizzarlo, promuovendo un dibattito da effettuarsi in questa sede o in Commissione, che definisca quali sono i requisiti che la Regione chiede, per realizzare la sua politica alla sua azienda "INVA", che si occupa di realizzare servizi di infrastrutturazione, e non sia la Regione a ricevere da "INVA" le proposte su quello che potrebbe utilmente fare per essere una migliore Regione. Teniamo in mano lo scettro del primato della politica e chiediamo soprattutto che sia inserito dal prossimo piano, o che ci si dedichi in Commissione anche su questo tema, un "volet" che riguardi il controllo dei costi di gestione dei servizi che fornisce "INVA", in modo che siano comparabili come costi a quelli di mercato. Sappiamo tutti che il monopolio presenta i suoi rischi e la concorrenza non sempre piace al Consigliere Bortot, ma forse in questo caso gli piacerebbe.
Presidente - Non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola all'Assessore al bilancio, finanze, programmazione e partecipazioni regionali, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Devo fare un breve intervento per ringraziare anzitutto tutti coloro che sono intervenuti, tutti indistintamente, perché credo che tutti abbiano contribuito in modo responsabile nel dare una loro lettura al documento. Ringrazio anche il Consigliere Sandri, che è un po' isolato nella sua solitudine, con il suo gruppo, perché mi conforta questa voce isolata rispetto a tutte le altre voci, non tanto perché le altre voci non abbiano avuto modo di fare critiche, ma perché hanno dimostrato un lavoro serio e corretto, hanno avuto modo di condividere e di criticare. Nella sua verve di criticare il collega Sandri non ha detto nulla, si è limitato a fare degli appunti grammaticali, piuttosto che linguistici. Devo dire che, se questo è un segnale rispetto all'attività, credo che tale piano sia da considerarsi un buon piano. Probabilmente non lo ha neanche letto, perché tutta la parte dell'inclusione è proprio una parte che parla di formazione, che parla di un processo che coinvolge tutte le varie classi di popolazione, probabilmente nelle scuole non ci è andato, perché nella più parte delle scuole vi sono sistemi e in molte situazioni vi sono degli strumenti che sono di eccellenza. Il collega Ferraris ricordava "Topix", non lo ha evocato, ma vi è il Progetto "Vinces", che aveva coinvolto una serie di scuole con delle attività. Probabilmente quindi è in un momento di disorientamento totale. La lingua dell'informatica è l'inglese e molte volte non hai altre possibilità che individuare, dopodiché vi sono dei refusi; se vogliamo giudicare il piano in base al refuso di una parola scritta in inglese o in francese, credo che stiamo scrivendo una delle pagine più ridicole del Consiglio regionale come pure il discorso sulle cassette, non cassette...
Mentre apprezzo molto tutto il discorso, devo farle un apprezzamento, collega Squarzino, non sono qui a dare voti, ma per una volta ho riconosciuto in lei un'onestà intellettuale interessante, devo dire che, se potrò condividere un caffè, lo farò molto volentieri, perché siamo riusciti a fare un ragionamento di questo tipo... c'è un discorso che è la seconda pagina, qui abbiamo scritto delle belle cose, bisogna vedere se tali cose funzionano, ma questo è il vero dibattito che abbiamo la necessità di fare, ma, dal punto di vista politico, è trasversale, perché lo "spoil system" è una cosa buona... è una cosa cattiva... quando si sostituisce il generale... speciale.. è una cosa legittima, opportuna... e lì questo tipo di discorso ci porta lontano... io ci sto nel fare tale tipo di ragionamento... Quando ho parlato di un'azione trasversale culturale... lo abbiamo detto in modo molto onesto, quando a pagina 9 abbiamo detto i cambiamenti della Giunta... lei ne ha dato una lettura, io dico che, rispetto a questi cambiamenti, sono state cambiate le organizzazioni e strutture che erano da una parte sono passate dall'altra, anche senza modificare le persone, perché - e qui voglio ringraziare i miei dirigenti per l'attività svolta - è vero che a volte hanno una certa rigidità ma, oggi come oggi, tutta una serie di modifiche dal punto di vista logistico impongono dei lavori incredibili, perché voi non potete aprire un ufficio senza dare un collegamento telefonico e senza avere un collegamento dati. Da questo punto di vista, ogni modifica comporta delle riorganizzazioni sensibili, è come se in un ufficio mancasse l'energia elettrica, è un gesto ormai automatico: tu entri in un ufficio e accendi la luce e, se non c'è l'energia elettrica, viene fuori il finimondo ed è la cosa parallela che possiamo dire su tali sistemi. Dal punto di vista del metodo, per ogni attività abbiamo cercato - ed è stato ricordato anche lì - di mettere in evidenza i punti di attenzione, quindi abbiamo cercato di dare un criterio di valutazione rispetto a quanto dichiarato affinché questo non fosse semplicemente il libro dei sogni.
Dal punto di vista delle risorse, collega Tibaldi, è vero l'aumento del 20%, ma siamo a percentuali ancora modeste rispetto ad un tema che è stato ricordato da tutti come elemento qualificante. Vi è una certa consapevolezza e avrei gradito sotto tale aspetto lo sforzo di regolamentare, perché non è che oggi sono nati i 74 Comuni o le 8 Comunità montane... vi è un lento processo di organizzazione. Non è allora che vogliamo anche su questo argomento fare un ragionamento dove il linguaggio è un linguaggio identico, perché c'è la cooperazione applicativa, dobbiamo lasciare la libertà a ogni singolo ente; l'importante è che ogni linguaggio e ogni piattaforma sia in grado di comunicare con l'altra, quindi non possiamo immaginare in una logica dittatoriale di imporre, ma dobbiamo imporre delle regole che permettano di far dialogare i sistemi, quindi non pretendiamo di obbligare, collega Tibaldi, ma dobbiamo dare delle chiavi di lettura.
Qualcuno ha ricordato la velocità, la banda; probabilmente siete fuori strada, perché la gran parte dei Comuni ha i 4 MB e così, come qualcuno ama fare il parallelo, non è che abbiamo delle autostrade per collegare tutti i Comuni, ma le autostrade hanno una necessità di traffico su certi tratti autostradali, sul resto abbiamo un percorso di un certo tipo. Non solo.
Il collega Sandri, se partecipasse di più ai lavori del Consiglio regionale... non del Consiglio, dove gli fanno i titoli sui giornali, ma ai lavori di Commissione, avrebbe potuto fare un minimo di approfondimento... e in quella occasione, oltre a parlare del protocollo con "Telecom" - che è un protocollo non oneroso, con un certo tipo di impegno, dove dall'altra parte ci impegniamo a valorizzare i servizi -, avrebbe potuto verificare che abbiamo un progetto fatto con finanze europee che si chiama "Alcotra", che è in corso, dove abbiamo un'attività di "Wi-Fi" a valorizzare, in più abbiamo il POR "Competitività regionale, asse 3, ICT", che infrastrutturerà il più possibile in fibra per superare i limiti della banda. Con "Alcotra" valorizziamo il "Wi-Fi", ma sappiamo che con i processi di fibra sono introdotti dei processi che danno maggiore... questi all'interno dell'APQ che è stato sottoscritto con lo Stato, APQ che vede il coinvolgimento diretto del CNIPA e del MEF (del Ministero dell'economia)... rispetto a questo, ci poniamo tale problema e cerchiamo di dare delle risposte.
Il collega Ottoz ci dà delle indicazioni, sul controllo di gestione sono assolutamente d'accordo; lei sa, collega Ottoz, che oggi abbiamo fatto un certo percorso, l'"INVA" è stata totalmente acquisita da soggetti pubblici, in particolare dall'Amministrazione regionale che è controllante in modo importante, ovviamente nell'ambito delle attività in "house" c'è un aspetto che si chiama controllo analogo, quindi deve esserci il controllo analogo all'interno della pubblica amministrazione. È intendimento - e colgo l'invito del collega Ottoz in questo senso - di avere un confronto in Commissione su tale argomento sui criteri che ci daremo come azionisti e come Consiglio di amministrazione di "INVA" sul controllo analogo a quello della pubblica amministrazione, quindi il monitoraggio dei costi è un rapporto che è comparabile fra qualità del servizio e costi.
Rispetto alle considerazioni che fa il collega Ferraris, non era mia intenzione essere veltroniano ma, se Veltroni dice delle cose giuste, non ho motivo per non dirle; ovviamente Veltroni è più importante, ma questa attenzione credo sia un patrimonio comune, per cui mi trovo in perfetta sintonia.
Forse mi sono spiegato male quando parlavo delle banche e del licenziamento, è vero che ho omesso di dire una cosa diversa: c'è un licenziamento e un'assunzione di persone giovani, quindi sono stati agevolati degli esodi e nel contempo vi sono stati degli assunti. Oggi l'età media dei dipendenti di banca è scesa drasticamente, dopodiché è innegabile che il progetto di fusione abbia creato degli esuberi, ma adesso non parlavo di quegli esuberi, ma del rinnovamento della forza lavoro. Certe inerzie della pubblica amministrazione quindi sono dovute ad una certa resistenza da parte degli addetti, basti dire che anche noi dobbiamo investire in posta elettronica certificata, dobbiamo dare corpo al codice digitale della pubblica amministrazione, dove abbiamo degli obblighi; quindi stiamo reagendo, ma molto lentamente. Il Consiglio regionale ha partecipato compiutamente con dei suoi dirigenti che hanno partecipato al gruppo guida, quindi rimando al mittente il fatto di non aver preso in considerazione, anzi con il Presidente Perron abbiamo avuto una serie di scambi fattivi.
Rispetto a questo percorso, nel prendere atto delle valutazioni che sono state fatte, che non riconosco come critiche distruttive, ma come stimolo per ritrovarci con dei dati puntuali, ringrazio di nuovo tutti, in particolare la dott.ssa Zublena, che è il Coordinatore del dipartimento, che ci mette veramente una passione e una competenza superiore alla media. Ringrazio gli altri dirigenti che seguono con entusiasmo questi nostri progetti e spero che tale mio entusiasmo possa coinvolgere altri colleghi di maggioranza e di minoranza... pari opportunità, come diceva la collega Squarzino, per far progredire la nostra Valle.
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina, per dichiarazione di voto.
Squarzino (Arc-VA) - Qui credo che siamo chiamati a dare un giudizio di tipo politico e non tecnico, chiaramente, nel senso che non stiamo valutando l'opera di dirigenti, riconosciamo queste capacità ma, a nostro avviso, è un giudizio politico sulla capacità di tale Governo di governare l'intera operazione e soprattutto l'innovazione nella pubblica amministrazione. Su questo ho molto insistito nel mio intervento, nel senso che non vedo nel piano le condizioni affinché l'innovazione, che deve essere il cuore di tutto, possa avvenire nell'Amministrazione regionale. Il nostro voto quindi non solo non è di adesione, ma è un voto decisamente contrario per l'assenza di una volontà politica che metta gli strumenti reali per un cambiamento. Qui si ha l'impressione che il politico demandi al tecnico l'innovazione, mentre io credo che tocchi al politico mettere anzitutto gli strumenti, perché dal politico deve partire una volontà chiara e deve darsi strumenti affinché questa volontà si realizzi e diventi il motore. Un'innovazione così importante non può essere lasciata solo in mano a dirigenti bravissimi, ma che senza un "input" politico, di strumenti non riescono a lavorare e la loro azione viene vanificata. Il nostro dubbio è che quegli interventi finanziari così consistenti servano sicuramente per nuove tecnologie e sistemi informativi, quindi per cambiare in alcuni casi, completare in altri l'"hardware" e il "software", ma senza che vi sia il governo politico dell'intero processo innovativo.
Si dà atto che dalle ore 11,36 presiede il Vicepresidente Lanièce.
Presidente - La parola al Consigliere Sandri, per dichiarazione di voto.
Sandri (GV-DS-PSE) - Non posso che associarmi ai ringraziamenti a chi ha predisposto il piano dal punto di vista tecnico, non ovviamente a chi lo ha presentato dal punto di vista politico, perché è un piano che, dal punto di vista tecnico, è inappuntabile, dal punto di vista contenutistico-politico, manca qualunque tipo di indirizzo. La reazione un po' scomposta e aggressiva dell'Assessore Marguerettaz, come sempre, cerca di coprire un vuoto di risposte che non era in grado e non poteva dare, e dov'è che non ha risposto? Non ha risposto su dei dati fondamentali, ad esempio quello che l'informatizzazione, l'"e-government", tutto quanto di bello ci sarà in questo piano sarà "Partout", tranne in Via Piave 1. Su questo dato, purtroppo, non abbiamo avuto nessun tipo di risposta, a noi farebbe piacere che, al di là della politica proseguita come guerra proseguita con altri mezzi, si facesse una riflessione - qui invito anche il Presidente pro tempore dell'Assemblea a farsene interprete in Ufficio di Presidenza - e sarebbe indispensabile che i Consiglieri regionali potessero avere accesso alla banca dati della Regione, ovviamente non ai procedimenti in itinere, ma ad avere un accesso diretto alla banca dati della Regione, perché non è possibile che per qualunque deliberazione si perdano settimane e mesi per poter avere dei dati, per poter avere dei dati sul casinò o sugli appalti è una fatica improba e questo non è un fatto di democrazia; qui non abbiamo avuto risposte.
Su altro abbiamo avuto risposte che dire deboli è dire poco. Quando l'Assessore Marguerettaz cita che le autostrade sono solo in fondovalle... quindi facciamo un paragone, anche se a Rhêmes-Notre-Dame viaggiano a 640 KB chi se ne frega, va bene così... è esattamente il contrario, proprio perché chi abita in fondovalle ha questo vantaggio di avere l'autostrada e visto che l'autostrada non la si può fare per ovvie compatibilità ambientali, che almeno a Rhêmes-Notre-Dame arrivi l'autostrada dell'informatica! La si può far arrivare con le onde radio, con la fibra... è questo il bello della società dell'informatica, perché rende il territorio, indipendentemente dall'altitudine, dalla distanza, dalla complessità dell'orografia, tutto uguale dal punto di vista della geografia dell'informatica, si è tutti su "internet".
Se non partecipo così attivamente... mi farebbe piacere l'Assessore che mi confortasse su quante Commissioni devo passare al giorno per rientrare nella sufficienza delle sue particolari considerazioni, così cercherò di arrivare almeno a 6 -, non dico a 6, però ho l'abitudine di ascoltare la gente per strada e anche in quest'aula. Mentre si stava discutendo di queste cose, ho incontrato una persona che si occupa di informatica e ho chiesto: ma lei a casa quanto ha? "Ho 56 KB" e lei oggi ha portato come grande successo il fatto che si sta parlando di 4 MB. Se lei va su una qualunque postazione "internet", schiaccia "Telecom", "Alice" e queste cose qui, vedrà che le "offerte business" oggi in Italia sono a 20 MB, non c'è neanche più l'offerta a 4 MB per le aziende. Noi allora diamo per scontato che siamo già indietro, che arriveremo forse a dare queste cose. È su tali cose qui che ci si misura, non sugli apprezzamenti qualitativi, ma su quelli quantitativi, sui dati concreti.
Confermando il voto negativo che avevamo preventivato nell'intervento precedente, le assicuro una particolare attenzione del nostro gruppo sulla pagina 173 del piano: quella dell'analisi e del finanziamento. Bisognerà avere una particolare attenzione, perché è anche sulla tempistica e sulla modalità di attuazione degli investimenti che si capirà che tipo di Governo ha oggi la Valle d'Aosta e questo può darsi che sia qualcosa che gli elettori e le elettrici valdostane l'anno prossimo abbiano piacere di conoscere.
Si dà atto che dalle ore 11,44 riassume la presidenza il Presidente Perron.
Presidente - Pongo in votazione il piano in oggetto:
Consiglieri presenti: 28
Votanti: 26
Favorevoli: 22
Contrari: 4
Astenuti: 2 (Lattanzi, Tibaldi)
Il Consiglio approva.