Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2886 del 11 luglio 2007 - Resoconto

OGGETTO N. 2886/XII - Disegno di legge: "Interventi regionali a favore di imprese in difficoltà".

CAPO I

DISPOSIZIONI GENERALI

Articolo 1

(Finalità e oggetto)

1. Al fine di contribuire al rilancio e al consolidamento delle attività produttive, la presente legge disciplina, nel rispetto della normativa comunitaria vigente in materia di aiuti di Stato, gli interventi straordinari volti a sostenere le imprese operanti in Valle d'Aosta che versino in situazione di difficoltà finanziaria.

2. Per quanto non espressamente previsto dalla presente legge, si applicano le disposizioni di cui alla Comunicazione della Commissione in data 1° ottobre 2004 (Orientamenti comunitari sugli aiuti di Stato per il salvataggio e la ristrutturazione di imprese in difficoltà). In particolare, è assicurato il rispetto della disposizione di cui al punto 23 dei predetti Orientamenti.

Articolo 2

(Ambito di applicazione)

1. La presente legge si applica alle imprese appartenenti a tutti i settori di attività, esclusi i settori del carbone, dell'acciaio, dell'aviazione e dell'acquacoltura. Nel settore agricolo, sono ammesse ad aiuto le sole imprese di trasformazione e commercializzazione.

2. Sono ammesse ad aiuto le piccole e medie imprese, come definite dalla normativa comunitaria vigente.

3. Gli aiuti alle grandi imprese disposti ai sensi della presente legge sono subordinati alla previa notifica singola e alla relativa autorizzazione da parte della Commissione europea.

Articolo 3

(Disposizioni generali)

1. Nel rispetto degli orientamenti comunitari sugli aiuti di Stato per il salvataggio e la ristrutturazione di imprese in difficoltà, ai fini della presente legge sono considerate in difficoltà:

a) le società per azioni e a responsabilità limitata che abbiano perso più della metà del capitale sociale, purché la perdita di più di un quarto del capitale sia intervenuta nel corso degli ultimi dodici mesi;

b) le società in cui almeno uno dei soci sia illimitatamente responsabile per i debiti della società, che abbiano perso più della metà dei fondi propri, come indicati nei conti della società, purché la perdita di più di un quarto del capitale sia intervenuta nel corso degli ultimi dodici mesi;

c) le società, in qualunque forma costituite, quando ricorrano le condizioni previste dalla normativa statale vigente per avviare nei loro confronti una procedura concorsuale per insolvenza.

2. Qualora non ricorra alcuna delle condizioni di cui al comma 1, un'impresa può comunque essere considerata in difficoltà ed essere ammessa ad aiuto se presenta i caratteristici sintomi di un'impresa in difficoltà, quali il livello crescente delle perdite, la diminuzione del fatturato, la diminuzione del flusso di cassa e l'aumento dell'indebitamento. In tali casi, gli aiuti sono notificati singolarmente.

3. In ogni caso, le imprese in difficoltà possono beneficiare degli aiuti di cui alla presente legge esclusivamente previa verifica dell'incapacità di riprendersi con mezzi propri o con finanziamenti ottenuti dai proprietari, dagli azionisti o da altre fonti sul mercato.

4. Non sono ammesse agli aiuti di cui alla presente legge le imprese che abbiano avviato l'attività da meno di tre anni alla data di presentazione della domanda di aiuto.

5. Un'impresa facente parte di un gruppo non può beneficiare degli aiuti di cui alla presente legge, salvo che sia dimostrabile che le difficoltà sono proprie della società in questione, che non risultano da operazioni arbitrarie sui bilanci del gruppo e troppo gravi per essere risolte dal gruppo stesso.

CAPO II

INTERVENTI A SOSTEGNO DELLE IMPRESE IN DIFFICOLTA'

Articolo 4

(Aiuti per il salvataggio)

1. Gli aiuti per il salvataggio hanno la finalità di sostenere temporaneamente le imprese che versino in una grave situazione finanziaria.

2. Gli aiuti per il salvataggio devono essere motivati da gravi difficoltà sociali e non devono comportare effetti di ricaduta negativa in altri Stati membri.

3. L'aiuto è finalizzato alla predisposizione di un piano di ristrutturazione oppure di un piano di liquidazione.

4. Gli aiuti consistono in prestiti o garanzie sui prestiti e sono limitati all'importo necessario per mantenere l'impresa in attività per il periodo per il quale l'aiuto è stato autorizzato, durante il quale si procede alla valutazione di cui all'articolo 10, comma 3.

5. I prestiti devono essere rimborsati e le garanzie devono cessare entro un termine non superiore a sei mesi dall'erogazione.

6. Il tasso di interesse applicato è pari al tasso di riferimento adottato dalla Commissione europea per l'Italia.

7. Le garanzie sono prestate dalla Regione per il tramite della Finanziaria regionale Valle d'Aosta - Società per azioni (FINAOSTA S.p.A.).

8. L'importo dell'aiuto è calcolato applicando la formula di cui all'allegato alla Comunicazione della Commissione in data 1° ottobre 2004.

Articolo 5

(Aiuti per la ristrutturazione)

1. Gli aiuti per la ristrutturazione hanno la finalità di consentire alle imprese in difficoltà di ripristinare la redditività, di coprire la totalità dei propri costi e di competere sul mercato.

2. L'aiuto è subordinato alla realizzazione di un piano di ristrutturazione credibile, coerente e di ampia portata, volto a ripristinare la redditività a lungo termine dell'impresa.

3. L'importo e l'intensità dell'aiuto sono limitati ai costi minimi, indispensabili per la ristrutturazione; non sono ammessi ad aiuto i nuovi investimenti finalizzati ad un incremento della capacità produttiva dell'impresa.

4. Gli aiuti consistono in:

a) finanziamenti a tasso agevolato della durata massima di tre anni, incluso l'eventuale periodo di preammortamento;

b) partecipazioni temporanee di minoranza in capitale di rischio della durata massima di tre anni, a fronte di un aumento di capitale sociale da parte dell'impresa beneficiaria.

5. I finanziamenti a tasso agevolato possono essere erogati anche a titolo di anticipazione, previa presentazione di apposita fideiussione bancaria o di polizza assicurativa di importo almeno pari alla somma da erogare.

6. Nel caso di aiuti per la ristrutturazione a favore di medie imprese, deve essere prevista, all'atto della concessione, l'adozione di opportune misure compensative, al fine di prevenire indebite distorsioni della concorrenza indotte dall'aiuto.

Articolo 6

(Entità dell'aiuto)

1. L'importo massimo degli aiuti complessivamente concessi per il salvataggio o la ristrutturazione di una stessa impresa non può superare i 10 milioni di euro, anche in caso di cumulo con aiuti ottenuti da altre fonti o da altri regimi. Gli aiuti di importo maggiore sono subordinati a notifica singola.

2. Un'impresa può beneficiare di aiuti per il salvataggio o la ristrutturazione una sola volta nell'arco di dieci anni.

Articolo 7

(Iniziative finanziabili)

1. Possono essere ammesse agli aiuti di cui all'articolo 5 le iniziative dirette:

a) alla dotazione, realizzazione, ampliamento ed ammodernamento di beni, materiali e immateriali, strumentali all'attività di impresa;

b) all'acquisizione di consulenze;

c) all'effettuazione di operazioni di ristrutturazione finanziaria e di aumento del capitale sociale, nell'ambito delle iniziative di cui alle lettere a) e b).

Articolo 8

(Obblighi del beneficiario)

1. L'apporto finanziario dell'impresa beneficiaria di un aiuto per la ristrutturazione non può essere inferiore al 25 per cento del valore complessivo dell'iniziativa oggetto dell'intervento, nel caso di piccola impresa, e al 40 per cento, nel caso di media impresa.

2. L'impresa beneficiaria deve attuare pienamente il piano di ristrutturazione, approvato dalla Giunta regionale.

3. L'impresa beneficiaria si impegna a non utilizzare l'aiuto per la ristrutturazione per finanziare nuovi investimenti non indispensabili al ripristino della redditività e idonei ad incrementare la capacità produttiva.

Articolo 9

(Alienazione, mutamento di destinazione e sostituzione dei beni)

1. L'impresa beneficiaria degli aiuti di cui alla presente legge è obbligata a mantenere la destinazione dichiarata e a non alienare o cedere i beni oggetto di intervento, separatamente dall'azienda, per un periodo di tre anni, decorrente dalla data di acquisto o di ultimazione dei beni.

2. Qualora l'impresa beneficiaria dell'aiuto, prima della scadenza del periodo di cui al comma 1, intenda alienare o cedere i beni oggetto di intervento o mutarne la destinazione d'uso, deve proporre apposita istanza alla struttura regionale competente.

3. L'autorizzazione al mutamento di destinazione d'uso o all'alienazione anticipata dei beni oggetto di intervento è concessa con deliberazione della Giunta regionale. Entro sessanta giorni dalla comunicazione dell'autorizzazione, l'impresa beneficiaria deve restituire l'ammontare dei finanziamenti e dell'equivalente sovvenzione dell'intervento, maggiorata degli interessi calcolati sulla base della media ponderata del tasso ufficiale di riferimento, relativa al periodo in cui si è beneficiato dell'aiuto.

4. L'autorizzazione può prevedere anche una restituzione parziale dell'intervento, purché proporzionale al periodo di utilizzo del bene.

5. La restituzione non è dovuta nel caso di sostituzione dei beni oggetto di intervento con altri beni della stessa natura, purché la sostituzione sia preventivamente autorizzata dal dirigente della struttura regionale competente.

6. La cessione, l'alienazione o il mutamento di destinazione dei beni oggetto di intervento, trascorso il periodo di cui al comma 1, comporta in ogni caso l'obbligo di estinguere eventuali mutui in corso di ammortamento.

7. L'impresa beneficiaria può estinguere anticipatamente i finanziamenti, subordinatamente alla restituzione degli stessi nella misura indicata al comma 3. La Giunta regionale può, con propria deliberazione, concedere la rateizzazione delle somme da restituire, purché non sia superato il periodo di durata del finanziamento concesso e, in ogni caso, un periodo di dodici mesi.

Articolo 10

(Modalità di presentazione della domanda)

1. La domanda di aiuto, corredata, nel caso di ristrutturazione, dell'apposito piano, è presentata a FINAOSTA S.p.a., che provvede a trasmetterne copia alla struttura regionale competente; a tal fine, la Regione stipula apposita convenzione con la quale sono disciplinati i rapporti derivanti dallo svolgimento dell'attività istruttoria.

2. Nella convenzione di cui al comma 1, sono altresì disciplinati i rapporti tra Regione e FINAOSTA S.p.a. per la concessione dei prestiti e delle garanzie sui prestiti di cui all'articolo 4 e dei finanziamenti a tasso agevolato e delle partecipazioni temporanee di minoranza in capitale di rischio di cui all'articolo 5, comma 4.

3. FINAOSTA S.p.a. effettua l'istruttoria delle domande presentate, provvedendo altresì alla valutazione del piano di ristrutturazione, e ne comunica l'esito alla struttura competente.

Articolo 11

(Revoca)

1. Gli aiuti sono revocati qualora l'impresa beneficiaria:

a) attui l'iniziativa in modo sostanzialmente difforme rispetto al piano di ristrutturazione approvato in sede di concessione dell'aiuto;

b) non adempia agli obblighi di cui all'articolo 9, comma 1.

2. La revoca dell'aiuto è, altresì, disposta qualora dai controlli effettuati emerga la non veridicità delle dichiarazioni e delle informazioni rese dai beneficiari al fine della concessione dell'aiuto medesimo.

3. La revoca dell'aiuto comporta l'obbligo di restituire a FINAOSTA S.p.a. l'intero importo dell'intervento, maggiorato degli interessi calcolati sulla base della media ponderata del tasso ufficiale di riferimento, relativa al periodo in cui si è beneficiato dell'aiuto, entro sessanta giorni dalla comunicazione del relativo provvedimento.

4. La revoca dell'aiuto può essere disposta anche in misura parziale, purché proporzionale all'inadempimento riscontrato.

Articolo 12

(Concessione, diniego e revoca)

1. La concessione, il diniego e la revoca degli aiuti nei casi previsti dall'articolo 11 sono disposti con deliberazione della Giunta regionale, fatta salva l'accettazione da parte di FINAOSTA S.p.a., sulla base delle garanzie offerte.

2. Salvo quanto disposto dall'articolo 5, comma 5, l'erogazione dei finanziamenti a tasso agevolato di cui all'articolo 5, comma 4, è subordinata alla verifica della completezza e della regolarità della documentazione di spesa relativa alle iniziative che formano oggetto della domanda di aiuto.

Articolo 13

(Rinvio)

1. La disciplina di ogni altro adempimento o aspetto relativo alla concessione, al diniego e alla revoca degli aiuti di cui alla presente legge è demandata alla Giunta regionale che vi provvede con apposita deliberazione da adottarsi entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.

2. La deliberazione di cui al comma 1 è pubblicata nel Bollettino ufficiale della Regione.

Articolo 14

(Ispezioni e controlli)

1. La struttura regionale competente, anche avvalendosi di FINAOSTA S.p.a., può disporre in qualsiasi momento ispezioni, anche a campione, sui programmi e sulle iniziative oggetto di aiuto, allo scopo di verificarne lo stato di attuazione, il rispetto degli obblighi previsti dalla presente legge e dal provvedimento di concessione, nonché la veridicità delle dichiarazioni e delle informazioni rese dalle imprese beneficiarie ai fini della concessione dell'aiuto.

2. Per consentire lo svolgimento delle attività di controllo di cui al comma 1, i soggetti all'uopo incaricati hanno libero accesso alla sede e agli impianti delle imprese interessate e ad ogni documentazione necessaria.

CAPO III

DISPOSIZIONI FINANZIARIE

Articolo 15

(Fondo di rotazione)

1. La Giunta regionale è autorizzata a costituire un fondo di rotazione per la concessione dei prestiti di cui all'articolo 4 e dei finanziamenti a tasso agevolato e delle partecipazioni temporanee di minoranza in capitale di rischio di cui all'articolo 5.

2. La Giunta regionale può ripartire, in quote percentuali e per ciascun esercizio finanziario, le risorse necessarie per la concessione degli aiuti di cui al comma 1.

3. Al conto consuntivo della Regione è allegato, per ciascun esercizio finanziario, il rendiconto sulla situazione del fondo di cui al comma 1, aggiornato al 31 dicembre di ogni anno.

Articolo 16

(Gestione del fondo di rotazione)

1. Il fondo di cui all'articolo 15 è alimentato per gli anni 2007 e per quelli successivi dalle seguenti risorse:

a) stanziamento iniziale previsto dalla presente legge ed appositi stanziamenti annuali del bilancio regionale;

b) rimborso, in conto capitale e in conto interessi, anche anticipato, delle rate dei prestiti di cui all'articolo 4 e dei finanziamenti a tasso agevolato di cui all'articolo 5, comma 4, lettera a);

c) versamento del corrispettivo dell'alienazione delle partecipazioni temporanee di minoranza in capitale di rischio di cui all'articolo 5, comma 4, lettera b);

d) interessi maturati sulle giacenze dei fondi;

e) recupero delle somme restituite dalle imprese beneficiarie nei casi previsti dall'articolo 11, comma 3.

2. Nella convenzione di cui all'articolo 10, comma 1, sono disciplinate le modalità di costituzione e di gestione del fondo di rotazione, anche con riferimento alle modalità di rendicontazione dell'attività svolta, i cui oneri sono posti a carico del fondo medesimo.

Articolo 17

(Fondo rischi)

1. Per far fronte alle esigenze di copertura di eventuali insolvenze relative ai prestiti assistiti da garanzie concesse ai sensi dell'articolo 4, è costituito, presso FINAOSTA S.p.a., un apposito fondo rischi, le cui modalità di funzionamento sono disciplinate nella convenzione di cui all'articolo 10, comma 1.

Articolo 18

(Disposizioni finanziarie)

1. L'onere complessivo derivante dall'applicazione della presente legge è determinato in annui euro 500.000 a decorrere dall'anno 2007.

2. L'onere di cui al comma 1 trova copertura nello stato di previsione della spesa del bilancio della Regione per l'anno finanziario 2007 e di quello pluriennale per il triennio 2007/2009:

a) nell'obiettivo programmatico 2.1.6.01. (Consulenze e incarichi), per le finalità di cui agli articoli 10, commi 1 e 2, e 13, comma 1;

b) nell'obiettivo programmatico 2.2.2.09. (Interventi promozionali per l'industria), per le finalità di cui agli articoli 4, 5 e 17.

3. Al finanziamento dell'onere di cui al comma 1 si provvede mediante l'utilizzo per pari importo degli stanziamenti iscritti nell'obiettivo programmatico 3.1. (Fondi globali), al capitolo 69020 (Fondo globale per il finanziamento di spese di investimento), a valere sull'accantonamento previsto dall'allegato n. 1 al bilancio di previsione della Regione per l'anno 2007 e di quello pluriennale 2007/2009 al punto B.1.1. (Interventi regionali a favore di imprese in difficoltà).

4. Alla rideterminazione dell'onere annuo a carico della Regione si provvede con legge finanziaria, ai sensi dell'articolo 19 della legge regionale 27 dicembre 1989, n. 90 (Norme in materia di bilancio e di contabilità generale della Regione Autonoma Valle d'Aosta).

5. Per l'applicazione della presente legge, la Giunta regionale è autorizzata ad apportare, con propria deliberazione, su proposta dell'assessore regionale competente in materia di bilancio, le occorrenti variazioni di bilancio.

Presidente - Vi verrà distribuito un emendamento, che mi pare abbia l'assenso di tutti i gruppi circa la possibilità di essere presentato, da parte dell'Assessore La Torre.

La parola al relatore, Consigliere Lavoyer.

Lavoyer (FA) - La presente relazione è fatta anche a nome del collega Rini.

Il disegno di legge regionale n. 131: "Interventi regionali a favore di imprese in difficoltà" intende rispondere all'esigenza di dotarsi di una disciplina specifica a supporto delle aziende che attraversano una difficile congiuntura economico-finanziaria, allo scopo di contribuire al consolidamento del tessuto produttivo locale.

Allo stato attuale, in Valle d'Aosta sono presenti diverse realtà aziendali in crisi, nei confronti delle quali la Regione sinora, mancando un regime di aiuto organico e ad "hoc", è potuta intervenire solamente con iniziative estemporanee e a breve termine. Principio ispiratore della disciplina proposta è il sostegno finanziario di imprese economicamente valide, ossia con prospettive di effettivo rilancio, evitando di effettuare interventi a favore di realtà imprenditoriali ormai decotte e prive di possibilità di ripresa, nei confronti delle quali qualsiasi soluzione finanziaria non porterebbe che al prolungamento di un'agonia ormai irreversibile. Il presupposto per l'attuazione degli interventi previsti dal presente disegno di legge, disposti nel rispetto degli orientamenti comunitari sugli aiuti di Stato per il salvataggio e la ristrutturazione di imprese in difficoltà, è l'analisi attenta di un piano di ristrutturazione aziendale, che ne accerti l'effettiva validità e la conseguente possibilità per l'impresa interessata, una volta attuata l'iniziativa, di tornare a competere efficacemente sul mercato.

Nell'ottica di favorire il rilancio ed il consolidamento delle attività produttive che si trovino in situazione di difficoltà finanziaria, il presente disegno di legge regionale disciplina gli aiuti per il salvataggio e quelli per la ristrutturazione aziendale. Nel primo caso l'intervento finanziario, che può consistere in un prestito o in una garanzia, entrambi della durata massima di 6 mesi, tende ad arginare i problemi finanziari contingenti, onde permettere l'elaborazione di un piano imprenditoriale concernente le prospettive future dell'impresa interessata. L'aiuto alla ristrutturazione è invece subordinato alla presentazione di un apposito piano che accerti le reali possibilità di ripristino della redditività e la capacità di competere sul mercato: in questo caso le agevolazioni, il cui importo deve essere limitato alle iniziative strettamente necessarie per l'attuazione del piano, consistono in finanziamenti a tasso agevolato oppure in partecipazioni temporanee in capitale di rischio. In ogni caso, ai fini della concessione dell'aiuto, è indispensabile un apporto finanziario minimo da parte del beneficiario che conferisca carattere di maggiore solidità al piano di ristrutturazione e, contemporaneamente, dimostri in modo concreto la determinazione dell'imprenditore interessato nel procedere all'esecuzione dell'iniziativa programmata.

Peraltro, come annunciato dal Presidente, si è ritenuto opportuno presentare un apposito emendamento al testo del disegno di legge, che nella versione attuale prevederebbe l'applicazione di penali in caso di estinzione anticipata dei mutui: in base a tale emendamento si dispone la nullità della clausola impositiva di penalità in caso di estinzione anticipata dei mutui e per tutte le tipologie di investimenti finanziabili, sia mobili sia immobili, e a tutti i soggetti beneficiari del disegno di legge in argomento, sia società di persone sia società di capitali. Tale emendamento è motivato dall'entrata in vigore del decreto legge 31 gennaio 2007, n. 7: "Misure urgenti per la tutela dei consumatori, la promozione della concorrenza, lo sviluppo di attività economiche, la nascita di nuove imprese", cosiddetto "decreto Bersani", convertito, con modificazioni, dalla legge 2 aprile 2007, n. 40, che sancisce la nullità della clausola impositiva di penalità in caso di estinzione anticipata di mutui per l'acquisto o la ristrutturazione di unità immobiliari adibite ad abitazione ovvero per lo svolgimento di attività economica o professionale da persone fisiche.

Si dà atto che dalle ore 17,37 presiede il Vicepresidente Lanièce.

Presidente - Dichiaro aperta la discussione generale. Ricordo che il testo è stato approvato a maggioranza dalla IV Commissione con un nuovo testo e a maggioranza dalla II Commissione con un emendamento che è legato al nuovo testo su cui discuteremo, e nel nuovo testo sono state inserite le osservazioni della Commissione europea.

La parola al Consigliere Praduroux.

Praduroux (UV) - Il disegno di legge regionale n. 131 porta alcune riflessioni su un tema di grande rilevanza come quello dell'industria e dei settori produttivi ad essa collegati, che rivestono un ruolo fondamentale nell'ambito dell'economia regionale. Per questo motivo la Regione segue con attenzione l'andamento dei settori produttivi predisponendo strumenti adeguati per il loro sostegno. In particolare, negli ultimi anni si è assistito ad un'inversione di tendenza rispetto al passato con l'adozione di strumenti legislativi adeguati a fotografare la situazione economico-produttiva e capaci di fornire strumenti più adatti alla realtà industriale locale. Interventi regionali al passo con i tempi e in linea con la disciplina comunitaria, per semplificare le procedure, rendere più incisivi gli interventi che sono a disposizione degli imprenditori con l'obiettivo di aumentare la competitività, l'innovazione, la ricerca, la formazione del personale, la qualità dei prodotti. Vanno ricordate le condizioni sovente non favorevoli con cui sono chiamati a confrontarsi gli operatori economici valdostani, che vedono limitarsi le potenzialità del comparto imprenditoriale locale con il rischio di emarginazione rispetto ai circuiti del mercato internazionale. Le dimensioni stesse e i numeri sono talvolta un ulteriore limite all'espansione delle capacità espresse a livello locale. Uno studio sull'economia valdostana ha messo in evidenza il fattore positivo del tipo di sostegno fornito dall'ente pubblico, ma anche la necessità di maggiore conoscenza sui servizi e sugli strumenti a disposizione delle aziende. Il provvedimento legislativo che stiamo esaminando si inserisce nella direzione intrapresa dall'Amministrazione regionale secondo un percorso logico e coerente, che è stato avviato negli ultimi anni, ampliando le potenzialità di successo sui mercati internazionali e aggiungendo ulteriori interventi incisivi per offrire alle aziende valdostane più competitività e sviluppo. È un disegno di legge che aggiunge un ulteriore tassello per far fronte a situazioni di crisi e a momenti di difficoltà che le aziende possono trovarsi a dover affrontare soprattutto in frangenti di congiuntura economica sfavorevole. Si tratta di una disciplina normativa specifica, che interviene con criteri ispirati alla logica virtuosa che ha finora caratterizzato i provvedimenti varati per il sostegno del sistema produttivo locale e che si rivolge ad imprese economicamente valide, evitando la dispersione di risorse finanziarie verso le realtà imprenditoriali ormai alla deriva e senza più futuro.

Presidente - La parola al Vicepresidente Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - Sin dall'esame in Commissione abbiamo manifestato diverse perplessità su questo disegno di legge, che ha un titolo importante o che appare importante: "Interventi regionali a favore di imprese in difficoltà", però vorremmo sapere a favore di quali imprese.

La prima domanda che abbiamo posto all'Assessore e alla quale non ci è stata data una risposta concreta è a favore di quali imprese, perché, se questa legge fosse stata mai applicata e fosse stata vigente a favore di imprese tipo la "Tecdis" o la "Tecnomec", la prima sarebbe fallita almeno da 5 anni e la "Tecnomec" non avrebbe avuto le risposte che ha potuto avere in termini finanziari, con l'intervento che venne fatto con un'operazione di Giunta.

Assessore La Torre, allora vorremmo capire come si può pensare di salvare delle imprese quando finanziariamente sono dichiarate morte, quando gli istituti di credito hanno chiuso ogni linea di credito a favore di esse, quando, come si dice nell'articolo 4, versano in una grave situazione finanziaria, tanto che, per restare nell'ambito dei principi comunitari, gli aiuti per il salvataggio devono essere, se sono prestiti, rimborsati in un termine non superiore a 6 mesi dall'erogazione, ma se già le banche non danno i soldi, mi chiedo con quali garanzie si possono investire delle risorse che si sa nel 99% dei casi non andranno a buon fine, se invece si tratta di ristrutturazione, i finanziamenti hanno una durata massima di 3 anni oppure si parla di partecipazioni di durata triennale. Capite che questa temporalità ridotta non può permettere una ripresa o un salvataggio, ossia si lancia a un naufrago una ciambella, ma che è una ciambella bucata. La nostra impressione è che questa legge abbia il sapore di una beffa che serve a lei o alla Giunta per costituire un alibi, per dire: "noi abbiamo affrontato il problema delle imprese in difficoltà", ma è un problema che affrontate solo con questo pezzo di carta e che sulla carta rimarrà, perché la sfidiamo fin da oggi a vedere quali imprese in Valle d'Aosta, perché si tratta di imprese private, potranno ricorrere ai benefici di questo disegno di legge. Le imprese che sono partecipate dal pubblico in Valle d'Aosta possono beneficiare della "stampella" pubblica, di conseguenza vivere di ricapitalizzazioni, di aumenti di capitale, di interventi straordinari, come accade al casinò, perché, se fosse meramente privato, avrebbe già chiuso i battenti da un pezzo... ma con queste disposizioni, Assessore, poteva risparmiarsi la fatica lei e i suoi uffici in particolare di riprendere una normativa europea, che appare inapplicabile nella nostra Regione! Ho notato che in Commissione non è riuscito a convincermi del contrario, non so se riuscirà a farlo in aula, ma non siamo noi a darle una garanzia di un alibi che serve forse più per motivazioni elettorali, visto che stiamo arrivando a scadenza della legislatura, che non concretamente ad aiutare imprese, che siano di piccola o media entità, che versano in difficoltà. Lasciamo a lei le considerazioni del caso, ma non abbiamo acquisito elementi di concretezza nell'articolato così proposto.

Presidente - Se nessun altro chiede la parola, dichiaro chiusa la discussione generale.

La parola all'Assessore alle attività produttive e politiche del lavoro, La Torre.

La Torre (FA) - Voglio dire che la legge sulle imprese in difficoltà non va vista fine a sé stessa, ma va inquadrata in quello che deve essere letto come un progetto di rilancio e sviluppo di questa Regione. È chiaro che un progetto del genere deve partire da dei pilastri molto forti: uno di tali punti di forza che prendiamo in considerazione è proprio quello dell'economia attuale, delle imprese che operano in questa Regione. Partendo da tale strategia di sviluppo territoriale, dobbiamo tener conto del rafforzamento di queste imprese, quindi andare a valorizzare le imprese che già operano in Valle d'Aosta lì dove sono forti e capaci, oltre che sostenerle - e ve ne sono parecchie di imprese che sono nel settore dell'eccellenza, nel senso che stanno ampliando i loro stabilimenti, traguardando nuovi mercati, o conquistando nuovi settori del commercio -, ma nello stesso tempo dobbiamo sostenere le imprese che potrebbero trovarsi in momenti di particolare difficoltà o crisi.

Se cominciamo a ragionare su questo piano e inquadriamo il disegno di legge all'interno di una serie di iniziative evidentemente collegate: mi riferisco al Piano triennale dell'industria, che deve essere presentato e sviluppato, cosa che mi sono impegnato a fare nelle Commissioni e su cui stiamo lavorando insieme all'Università della Valle d'Aosta; mi riferisco a nuove iniziative per attrarre in Valle d'Aosta investimenti per permettere a questi investimenti, insieme alle imprese valdostane, di fare delle "joint venture", di intraprendere delle nuove iniziative e costituire nuove società attraverso una collaborazione con le università e le scuole, per formare delle professionalità che servono a far crescere un'impresa, attraverso delle leggi che rendano più attrattiva la nostra Regione (come la legge sulla ricerca e lo sviluppo che è all'esame delle Commissioni e che va ad investire nelle opportunità di sviluppo delle aziende)...

Tutte queste cose messe insieme, attraverso un'opera di "marketing" - ricordo una deliberazione dell'altro giorno dove andiamo a creare dei presupposti infrastrutturali e territoriali di attrazione, per cui anche qui possiamo avere contatti più estesi sul territorio italiano -, inquadrano questa legge che ha un significato: quello di andare ad aiutare le imprese valdostane che partono da un presupposto, e qui rispondo a un'osservazione fatta dal Vicepresidente Tibaldi, che è una precondizione. Una precondizione oltretutto condizionata dalla CE, secondo cui le imprese che vengono trattate devono avere una capacità di agire e di vivere. Partiamo quindi dal presupposto, per precondizione, che andiamo ad intervenire su quelle aziende che hanno delle opportunità e che hanno ancora una validità sul mercato, quindi diventa un sostegno finanziario di rilancio rispetto a situazioni di particolare crisi che possono attraversare e questa è una precondizione che viene messa dai Trattati europei, sulla quale non si può discutere.

Partendo da tali obiettivi abbiamo fatto alcuni ragionamenti, che sono i ragionamenti di come vogliamo investire i soldi di questa collettività, perché dobbiamo fare un attimo di riflessione su cosa vuol dire investire i soldi in una collettività, perché i soldi devono essere investiti, ma la collettività, per i soldi che dà, deve avere garantiti dei ritorni e i ritorni quali sono? I ritorni sono quelli che devono essere dati dalle imprese che vengono beneficiate da questi investimenti e sono dei ritorni molto concreti: più occupazione, più reddito, miglioramento all'interno delle aziende anche della qualità della vita e del lavoro e, infine, un incremento del PIL regionale e un beneficio complessivo sulla collettività. Sono questi i presupposti che stanno alla base di tale legge, che non può fare dei miracoli, ma che ha dei contenuti concreti intanto per quel che riguarda il salvataggio e faccio riferimento al famoso periodo dei 6 mesi che citava il Vicepresidente Tibaldi, per "salvataggio" si intende la fase acuta della malattia, nei 6 mesi è evidente che l'azienda deve essere messa in condizione di passare alla seconda fase, che è quella della ristrutturazione. I 6 mesi devono servire solo per uscire dalla fase acuta, avere il tempo di creare quei progetti che dimostrino che l'azienda ha la possibilità di essere rilanciata e si parte con la fase della ristrutturazione, dove vengono previste possibilità di prestiti fino a 10 milioni di euro.

"Tecdis" non ci sarebbe rientrata secondo me perché quello è un caso a parte, ma il caso "Tecnomec" vi sarebbe rientrato, perché una crisi finanziaria come quella della "SET", facciamo un esempio più attuale... la "SET", che presenta una capacità di stare sul mercato e di operare, ma al tempo stesso un'impossibilità di farlo perché ha una crisi finanziaria... in questo caso ci potrebbe essere una soluzione, che certamente a 3 anni può sembrare a breve, ma lei sa che la presentazione della legge alla CE... era scritto 10 anni, da parte nostra la proposta era 10 anni, ma siamo condizionati dalla normativa europea che ha imposto i 3 anni. Anche nei 3 anni però ci potrebbe essere la possibilità di un'azienda di "riprendere quel fiato" di poter ripartire e tornare ad essere attiva sul mercato con tutte quelle garanzie. La collettività allora investe del denaro, ma ne ha un ritorno concreto che è dato dal PIL, dall'occupazione e dal reddito pro capite di tutti i lavoratori.

Dice bene il Consigliere Praduroux quando fa riferimento ai costi della montagna: produrre in Valle d'Aosta sicuramente costa di più che produrre in un'altra Regione italiana come il Piemonte. I costi della montagna esistono, perché qui costa riscaldare, costa la mobilità, costa il territorio, perché i metri quadri sono più preziosi rispetto alle pianure ed è ora di sfatare questa situazione dove noi dovremmo avere una posizione privilegiata... ma assolutamente no! Qui stiamo solo riequilibrando, con il nostro Statuto speciale e con il riparto dei 9/10, i costi che siamo costretti a sopportare, che sono costi reali.

Mai come in questo momento abbiamo il dovere di sostenere le imprese valdostane e per farlo dobbiamo avere il coraggio di prendere delle posizioni, che non possono essere posizioni rappresentate solo da questa legge, la quale è un tassello. Se tale legge fosse presentata fine a sé stessa, direi che è utile perché garantisce trasparenza e un punto di riferimento preciso per gli imprenditori che dovessero avere dei problemi, è utile perché dà un principio di equità per tutti, di modo che non si può più dire che sia la Giunta o questo Consiglio che assume di volta in volta delle soluzioni diverse per i soggetti diversi, no... questo sarebbe ancora poco, ma se invece tale legge viene introdotta in un piano più ambizioso di rilancio del ciclo di sviluppo economico di questa Regione, allora sì che capiamo che stiamo cercando di mettere una marcia nuova alla marcia della nostra attività imprenditoriale e di quello che vuole essere lo sviluppo economico. La legge allora in sé dice tutto e dice niente, ma invito i colleghi che sono intervenuti a cercare di avere una visione più ampia e mi impegno a portare a breve il Piano di sviluppo industriale, che io vedo per questa Regione e che già è in atto, perché le leggi stanno arrivando. Io penso che forse già a settembre, con l'aiuto dell'Università, di "Finaosta", delle leggi nuove approvate, dell'"Ambrosetti", che studierà un piano di "marketing" efficace per attrarre nuovi capitali, saremo in grado di proporre il Piano di sviluppo regionale.

Per entrare nel vivo della legge, bisogna fare riferimento alle condizioni legate a un rispetto delle norme comunitarie, allora la precondizione è che le aziende abbiano una possibilità di essere rilanciate, perché, in mancanza di possibilità di essere operative, non si possono investire su di esse i denari della collettività, che devono essere riservati a quelle aziende che hanno ancora delle opportunità. In ogni caso credo sia indispensabile sottolineare che non solo l'azienda deve avere ancora un'opportunità, ma che vi deve essere palese all'interno dell'azienda la figura dell'imprenditore, chiara e presente, e l'imprenditore che si assume le sue responsabilità e soprattutto che si impegna con un'azione finanziaria nell'azienda. Non più solo la Regione che interviene e salva e poi deve affrontare delle situazioni in cui non c'è più l'imprenditore, no, qui la presenza dell'imprenditore è fondamentale, perché la Regione permette di traghettare l'azienda verso momenti migliori, ma solo in presenza di un imprenditore che testimoni la sua volontà di fare impresa, mettendoci anche del denaro.

Un'altra cosa importante è legata alla verifica dei piani di ristrutturazione ed industriali; questi diventano prioritari, la credibilità dei piani deve essere verificata e diventa una condizione fondamentale. Le tipologie di intervento sono quelle che abbiamo già presentato, sono molto semplici: salvataggio nel breve quando l'azienda è in una situazione di estrema difficoltà e questo prevede prestiti o garanzie. Tale salvataggio non può che riferirsi a un periodo brevissimo, di 6 mesi, ma in questo periodo si vuole permettere all'azienda di costruire un piano imprenditoriale che vada a concernere una ristrutturazione dell'impresa. Lì scatta la seconda fase, quella della ristrutturazione, dove sono previste delle agevolazioni che si spingono ad importi di 10 milioni di euro. Sono previste partecipazioni a capitale di rischio, perché si esercita un'azione di controllo e di consulenza e anche questo credo sia molto positivo.

Oggi dobbiamo guardare con un certo ottimismo al futuro perché si sta creando una sinergia che ormai viene percepita: i nostri imprenditori cominciano a capire che le nostre dimensioni, molto piccole, che il nostro territorio, un mercato troppo ristretto oggi non consentono di ragionare se non in termini di rete, una rete corta se volete; oggi gli imprenditori cominciano a capire che nei vari settori devono consorziarsi, agire in modo organizzato e in termini di prospettiva, guardando a mercati esterni, all'internazionalizzazione, a proporsi su dei mercati e ad avere delle idee. Qui il ruolo della Regione cambia, perché diventa un ruolo di sostegno, può essere un ruolo di guida che indica un percorso, ma non deve essere un ruolo che si antepone agli imprenditori.

Quando ho esordito dicendo "meno Regione e più impresa", ho continuato su questa linea; certo che se qualcuno ha la presunzione che in 3 mesi o in 6 mesi si cambino le politiche... non è così, altrimenti si inseguirebbero delle utopie. Uno dei problemi della politica è che le persone non hanno più i tempi di realizzare le loro politiche, perché tutti vogliono che in un anno cambi tutto, invece persone serie che lavorano seriamente a volte impiegano 3-4 anni per invertire delle rotte, se poi le persone non possono essere misurate sui risultati che sono in grado di produrre, diventa difficile andare a fare dei dibattiti che abbiano un senso. Oggi con coerenza sto portando avanti i miei ragionamenti, sto inanellando una serie di azioni, ho intrapreso il ragionamento del "marketing", la difesa dei lavoratori - stiamo uscendo con una legge per la dignità dei lavoratori, per i lavoratori precari arriverà -, stiamo trattando nel Patto per lo sviluppo insieme ai sindacati tutto quello che attiene alle famose proposte dei sindacati sul salario di cittadinanza, stiamo trattando le imprese in difficoltà, stiamo trattando la legge per la ricerca sullo sviluppo che è fondamentale, perché oggi le aziende chiedono soldi per la ricerca e dobbiamo scommettere con loro per permettere loro di ampliarsi. Abbiamo firmato ieri il Piano "Cogne 2010" con impegni precisi, la stampa non lo ha citato, ma ha citato che la "Verrès" chiude, cosa non vera; il Piano "Cogne 2010" garantisce posti di lavoro per il futuro, un miglioramento delle condizioni di vita degli operai, perché in quel piano è scritto che le condizioni di vita degli operai nello stabilimento devono migliorare e la "Cogne" si è impegnata a farlo. Sono tante le cose...

(interruzione della Consigliera Squarzino Secondina, fuori microfono)

... l'ho già dato al Consigliere Bortot, così non succede se lei non lo sa.

Solo dotandoci di tutti questi strumenti operativi, e tale legge è uno di tali strumenti operativi, potremmo ottimizzare non solo il finanziamento pubblico, ma garantire alle imprese uno sviluppo e a tale Regione qualche visione di ottimismo concreto di programmi che si possono realizzare e possono continuare a dare il benessere che ha tale Regione e che si merita.

Presidente - Si passa all'esame dell'articolato nel testo approvato dalla IV Commissione, come emendato dalla II Commissione, è stato presentato un emendamento dall'Assessore La Torre.

La parola alla Consigliera Squarzino Secondina, per dichiarazione di voto.

Squarzino (Arc-VA) - Una breve dichiarazione di voto prima dell'inizio delle votazioni. Comincio con una battuta: siamo contenti che l'Assessore sia ottimista, male non fa, al massimo non serve a niente! Vorremmo poter condividere questo suo ottimismo quando presenterà tale Piano di sviluppo regionale e siamo convinti che la Valle ha bisogno di chiarezza, di un disegno complessivo di sviluppo nel settore industriale. Sappiamo che abbiamo bisogno di usare risorse per l'innovazione e la ricerca per intervenire sulle infrastrutture, perché, se c'è un limite grosso per le nostre industrie, è costituito dalle carenze infrastrutturali, quindi o si interviene in modo forte in questo senso, oppure ogni azione di "marketing" lascia il tempo che trova, fa solo guadagnare coloro che la fanno. Se faccio solo i "tasselli" che accompagnano il "vuoto", non va bene; come pure credo che bisogna intervenire per sostenere processi di consolidamento delle imprese, ossia deve essere superata questa frammentarietà della nostra struttura imprenditoriale.

Noi speriamo per questa Valle di poter essere ottimisti, quando lei presenterà questo Piano di sviluppo regionale; le confesso che un po' di dubbi li abbiamo, perché ci sembra difficile, e saremmo contenti se si riuscisse ad individuare una serie di azioni che insieme intervengono sul sistema imprenditoriale di questa Regione. Oggi non agiamo su questo Piano di sviluppo regionale, ma agiamo su una misura molto più limitata che dovrebbe - in attesa che tale Piano di sviluppo regionale venga approvato, si incominci a realizzare e a portare benefici - cominciare ad intervenire in certe situazioni di difficoltà. Dal punto di vista teorico, siamo contrari a questo modo di ragionare, non ci sembra giusto iniziare con piccole cose a fare dei "rattoppi" in attesa di "disegnare" chissà cosa e chissà quando... Godot, o chi per esso... vi è però un fatto che abbiamo verificato... ci basta Godot, il Consigliere Bortot ce lo abbiamo, anche se in questo momento non è presente fisicamente, ma c'è sempre su tutti i temi, è Godot che bisogna aspettare...

Dicevo, abbiamo verificato più volte in questi ultimi mesi imprese in crisi; può darsi, se vi fosse qualcuno che prendesse in mano la "SET", ad esempio, potrebbe essere aiutato in tale fase affinché si superi un momento di difficoltà e si riesca ad andare avanti. Credo che, se questo strumento può essere utile, non possiamo privare tali imprese di questa possibilità. Ripeto: pur non condividendo il fatto che... la strategia non ci piace molto, capiamo che qui vi sono degli interventi urgenti da fare, allora facciamo un atto di fiducia rispetto a questo strumento, perché, se servisse a salvare anche una sola situazione, non sarebbe stato inutile. Questo nostro appoggio però ci renderà ancora più forti quando chiederemo la verifica su come è stata utilizzata e se è servita. Credo che lo stesso Assessore sia interessato a fare delle verifiche, anche se non è scritto in legge, nell'arco di un anno o anche prima, in modo che, se qualcosa può essere modificato, si possa ancora intervenire.

Si dà atto che dalle ore 18,09 riassume la Presidenza il Presidente Perron.

Presidente - La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (GV-DS-PSE) - Vi è uno spostamento a Destra del gruppo... vi è un riavvicinamento delle varie parti del "Partito democratico", un dato positivo...

Su questo progetto di legge il nostro gruppo darà un voto positivo, anche se vi è qualche perplessità su tutto l'insieme degli interventi sull'industria. Voglio dirlo in modo articolato, perché può essere un aiuto a un ragionamento che si può fare insieme, per trovare delle soluzioni. In merito diretto del provvedimento di legge, l'unico dato che ci dà perplessità è l'ammontare degli interventi: 10 milioni di euro; un limite che rispetto a quanto abbiamo detto sulla "Verrès S.p.a."... già lì sarebbe insufficiente. Non è una grande azienda: ha 200 e qualche dipendente, forse questo limite dei 10 potrebbe essere da rivedere, nel senso che con l'inflazione fra 2-3 anni sarà insufficiente, ma probabilmente "tenersi più le mani libere" sarebbe da fare. Così come lo stanziamento totale di disponibilità che è 20 milioni di euro, basterà?

Bisogna essere chiari sul fatto che tutta una serie di punti di riferimento che avevamo stanno cambiando. Vedo qui all'inizio è stato portato questo emendamento che ribadisce tutto il problema della Commissione comunitaria... prenderei invece atto che il "vento" a livello europeo sta cambiando, in quanto contro il "dio" concorrenza si stanno alzando forti ed autorevoli voci, perché ci si è resi conto perfino nel campo del Centro-Destra che il mercato non risolve tutti i problemi. È notizia di ieri che è stato approvato il rinvio al 2011 e forse più oltre della liberalizzazione dei servizi postali, perché ci si è resi conto che andare in quella direzione ha provocato in tutta Europa i problemi che abbiamo noi, quali la chiusura degli uffici postali.

Per quanto riguarda gli aiuti di Stato alle piccole e medie imprese, abbiamo lo stesso problema e non lo dice uno di Sinistra come il sottoscritto, lo dice uno di Destra come Sarkozy; allora se anche nel Centro-Destra cominciano ad esserci dei dubbi, credo che ci dobbiamo fare molte meno preoccupazioni sui rapporti con l'Europa, nel senso che possiamo difendere interventi significativi per aiutare l'economia senza averne paura, perché è quello che fanno in giro per l'Europa quasi tutte le Regioni. Ormai è il sistema territoriale che aiuta le imprese, l'impresa da sola, se non riesce a "far sistema" a livello territoriale, non va da nessuna parte, quindi il pubblico deve mobilitarsi. Altre perplessità invece sono di carattere più generale. Qui vediamo una grande mobilitazione per quanto riguarda gli interventi finanziari; oggi nel successo di un'attività produttiva i soldi sono un fattore anche importante, ma ve ne sono tanti altri; per esempio, manca il coordinamento in Valle d'Aosta fra attività produttive e Università, produciamo laureati in Scienze politiche quando alla "Cogne" hanno bisogno di ingegneri; abbiamo bisogno di congegnatori meccanici e produciamo psicologi, bisogna che la Valle d'Aosta "faccia sistema". Se investiamo tutti questi soldi in tutta una serie di attività, bisogna che anche l'Università... fra l'altro, casualmente il Presidente della Regione è anche Presidente dell'Università, non dovrebbe essere impossibile riuscire a coordinarsi di più.

Su queste altre cose rapidamente le osservazioni che abbiamo richiamato più volte. Vi è il problema della finanza, vi è il problema delle competenze, ma poi vi è il problema delle infrastrutture, lì bisogna che ci si muova più rapidamente. La ferrovia, il "WIFI", la larga banda, la logistica, vi sono strutture che mancano in Valle d'Aosta, su cui siamo in arretrato, bisogna concentrare tutte le nostre energie affinché queste infrastrutture funzionino per il cittadino e per l'impresa, altrimenti saremo tagliati fuori dal mondo, perché la nostra autonomia rischia di trasformarsi nella nostra solitudine. Dobbiamo invece essere capaci di fare rete con tutto il sistema delle infrastrutture a livello internazionale e mondiale, anzi essere - come piace all'Assessore alla sanità - nell'eccellenza del fare rete fra le varie componenti del successo in campo economico.

Queste sono osservazioni che lasciamo alla riflessione dell'Assessore e auspichiamo che tale disegno di legge sia approvato con ampio consenso dal Consiglio, comprensivo di tale piccolo regalo al Governo di Centro-Sinistra che ci ha fatto l'Assessore La Torre, che ha voluto arricchire il progetto di legge recependo il "decreto Bersani". Si critica tanto questo Governo, dopodiché si corre per metterne in atto la politica, lo ringraziamo e apprezziamo il gesto.

Presidente - La parola al Consigliere Frassy.

Frassy (CdL) - Come dichiarazione di voto complessiva sul provvedimento legislativo. Anzitutto vorremmo "raffreddare" il suo entusiasmo, Assessore, su tale disegno di legge perché non possiamo nasconderci che questo più che un passo avanti è l'evidenza di un fallimento della politica industriale di questa Regione, perché in una Regione che avesse una politica industriale florida provvedimenti di tale tipo non avrebbero ragione di essere. Non possiamo perciò non considerare che questa è una misura per gestire un'emergenza e non per far fare dei passi avanti all'industria. Sarebbe stato di maggior auspicio per lo sviluppo dell'economia, soprattutto nel comparto industriale, poter discutere prima quel provvedimento che lei fin dal suo insediamento ha avuto modo di annunciare, ovvero quello sulla ricerca, sviluppo e altre condizioni che potrebbero attirare in questa Regione nuove realtà produttive. Qui ci troviamo a "mettere una pezza" e il problema è di capire se questa "pezza" alla fine avrà i risultati auspicati o se sia un'operazione che consente di essere a posto con la responsabilità che lei occupa nel momento in cui si avvicina la resa dei conti elettorali, di conseguenza nessuno possa imputarle di non aver gettato la ciambella di salvataggio. Parlando di salvataggio, forse avrebbe dovuto comunicare quello che a "mezze righe" lei in Commissione ha comunicato, ma che la Commissione europea ha scritto nella nota con cui dava "semaforo verde" al disegno di legge, ossia, evidenziando che la dotazione finanziaria è alquanto limitata, diceva: "la Commissione ha invitato l'Italia a confermare se questo intervento non sia volto a finanziare il salvataggio o la ristrutturazione di una o più imprese già individuate in anticipo". L'Italia ha confermato di conseguenza, forse sarebbe stato più corretto, dal punto di vista del panorama che è stato presentato, andare ad individuare le situazioni per le quali questo tipo di norma è stato scritto, anche se ribadisco che i dubbi ci sono. Lei ha detto: "a settembre forse riusciamo a dare concreta attuazione al provvedimento", ma lo stanziamento di bilancio sono 500mila euro per il 2007 e non so con questa somma che tipo di intervento possa pensare di mettere in atto.

Esprimiamo dei dubbi sul combinato disposto dell'articolo 4, dell'articolo 5 e dell'articolo 6. Innanzitutto gli aiuti per il salvataggio rimborsati a 6 mesi: ma chi ha mai visto un piano di salvataggio che riesca a risanare una situazione aziendale disperata in 6 mesi! Vuol dire che in 6 mesi devono essere restituiti i finanziamenti conseguiti e devono essere entrate nuove risorse finanziarie, quando sappiamo che i pagamenti vanno oltre i 6 mesi, per cui è difficile immaginarsi con quale meccanismo, che non sia il riciclaggio, possano entrare risorse finanziarie nuove. Perché dico "il combinato disposto dell'articolo 4 e dell'articolo 5"? Perché non so se le sia sfuggito che l'articolo 6, seppure preveda al comma 1 la possibilità di cumulo, in realtà tale possibilità l'esclude per l'articolo 4 e 5. Al comma 2 si dice: "un'impresa può beneficiare di aiuti per il salvataggio o la ristrutturazione una sola volta nell'arco di 10 anni" e noi riteniamo che dopo l'aiuto per il salvataggio non vi sia spazio per l'aiuto inerente la ristrutturazione, perciò abbiamo forti dubbi che l'aiuto al salvataggio abbia dal punto di vista pratico un suo seguito. Per non parlare dell'articolo 8, lodevole, del principio che non si può dare tutto gratis, ma voglio sapere qual è l'impresa in questa situazione che riesce a compartecipare per il 25% se piccola impresa o 40% se media impresa rispetto all'aiuto pubblico in una situazione del genere e con tali tempistiche.

Cosa dire sul ruolo di "Finaosta"? Ormai ce la ritroviamo dappertutto ed era ovvio che ce la saremmo ritrovata anche in questo contesto. Tenga presente uno scenario che non è frutto di fantasia. La gran parte dei disastri industriali in Valle d'Aosta nasce per erronee valutazioni fatte da "Finaosta", perciò ci troviamo nella situazione paradossale per cui andiamo a far fare nuovi piani - questo dice la legge - ad aziende che probabilmente avevano fatto vagliare da "Finaosta" i vecchi piani che le hanno portate alla "canna del gas" e "Finaosta" ancora una volta dovrà dire che va tutto bene. Su tale meccanismo nutriamo forti perplessità. Lo sforzo era forse quello di individuare dei meccanismi diversi, perché o "Finaosta" è diventata un alibi, o non funziona; allora se è un alibi, sappiamo dove andare a trovare i responsabili dei disastri di questa scriteriata politica industriale, nel secondo caso siete comunque responsabili per cambiare i meccanismi.

Con tutte queste perplessità non ci sentiamo di condividere un percorso legislativo, che dietro un titolo che è scomparso pure dal tabellone della discussione, perché nemmeno più i sistemi informatici ci credono... adesso è uscito il numero... non crediamo che, al di là del titolo della legge, vi siano i contenuti e i percorsi per "dare gambe" alla finalità della legge. Non siamo contrari in principio al salvataggio delle imprese, siamo però contrari in principio al finanziamento di quelle imprese che "Finaosta" ha già finanziato sul presupposto di piani fasulli. Non vorremmo che il suo Assessorato sconfinasse nelle competenze dell'Assessore Fosson: la sanità deve curare i malati, ma l'industria non può curare i malati terminali.

Presidente - La parola al Consigliere Rini.

Rini (FA) - Oggi stiamo per approvare una legge che potrà dare la possibilità ad importanti realtà produttive della nostra Regione di rimanere sul mercato e di conseguenza produrre indirettamente, oltre che per le loro casse, risorse per il nostro bilancio, mantenendo e dando occupazione. Legge importante in un momento particolarmente difficile, che tocca in modo sfavorevole quasi tutti i settori economici presenti in Italia, in Europa, di conseguenza anche in Valle d'Aosta. È una buona legge, ma non è la legge che abbiamo presentato; purtroppo abbiamo dovuto fare ancora una volta i conti con la CE e constatare che non sempre le nostre volontà coincidono con quelle di Bruxelles. Avremmo voluto essere più incisivi e, se la Commissione europea avesse approvato il testo originario, per i prossimi decenni avremmo forse potuto scongiurare la quasi totalità di chiusure e fallimenti... purtroppo, anche se obtorto collo dobbiamo prevedere finanziamenti agevolati con obbligo di restituzione in 3 anni, anziché 10 come originariamente previsto.

In Valle sono presenti migliaia di imprese, che sono alla base dello sviluppo economico; quelle di notevoli dimensioni si possono "contare sulle dita di una mano", ma la parte preponderante, sia come numero, sia come occupati, è rappresentata da quelle di media, piccole e piccolissime dimensioni. Molti sono a dimensione familiare e quasi tutte di proprietà e gestite da cittadini valdostani. Da oggi abbiamo cambiato rotta. Fino a poco tempo fa - e non voglio incolpare nessuno - in Valle succedeva troppo sovente che con il denaro pubblico si andasse ad aiutare le cosiddette "imprese mordi e fuggi", con troppa faciloneria, sovente sotto la pressione dei dipendenti, che rischiavano di perdere il posto di lavoro, erano quasi sempre ditte da fuori Valle. Per le piccole e piccolissime imprese locali c'era meno attenzione, forse anche perché i dipendenti di queste ultime sono meno organizzati sindacalmente e non riescono a mettersi in evidenza, o forse perché i titolari delle piccole aziende sono presi normalmente nel lavoro quotidiano e, non avendo strutture amministrative adeguate, non riescono a chiedere aiuto e in generale non chiedono aiuto per dignità, finché a volte sono obbligate a chiudere nel disinteresse generale. È giunto il momento di voltare pagina. Le medie e soprattutto le piccole e piccolissime attività, secondo il nostro modesto parere, sono la struttura portante della nostra economia. Con questa legge potremmo andare incontro a tali importanti realtà che, se in momentanea crisi, con un po' di "ossigeno" potranno tornare a competere e stare sul mercato. Certo, gli aiuti saranno ponderati e andranno a beneficio dei soggetti economicamente validi con seri progetti di effettiva volontà di rilancio e che, oltre a un serio piano di ristrutturazione, possano dare un apporto finanziario che, come imposto dalla CE, dovrà essere per le piccole imprese almeno del 25% del valore degli aiuti concessi e del 40% in caso di imprese medie. Per le imprese in difficoltà l'apporto finanziario non è agevole, ma è auspicabile che si muovano prima che sia troppo tardi. In poche parole si vuole aiutare chi merita di essere aiutato e che dia delle garanzie di continuità; si vuole evitare, come è successo, di aiutare aziende decotte e prive di possibilità di ripresa. Sarebbe un danno per tutti, si butterebbe del denaro pubblico e non si farebbe altro che prolungare un'agonia irreversibile di realtà prive di possibilità di ripresa.

Crediamo nella bontà di questa legge, la riteniamo indispensabile ed urgente ed auspichiamo che il contenuto di tale provvedimento venga pubblicizzato al massimo, in modo che eventuali interessati possano accedere agli aiuti previsti in tempo utile nel loro interesse e soprattutto nell'interesse dell'intera collettività. Il gruppo "Fédération" voterà favorevolmente questo disegno di legge.

Presidente - Passiamo all'esame del disegno di legge nel nuovo testo predisposto dalla IV Commissione.

Pongo in votazione l'articolo 1:

Consiglieri presenti: 33

Votanti e favorevoli: 28

Astenuti: 5 (Ferraris, Fiou, Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Il Consiglio approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 2:

Consiglieri presenti: 33

Votanti e favorevoli: 28

Astenuti: 5 (Ferraris, Fiou, Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Il Consiglio approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 3:

Consiglieri presenti: 33

Votanti e favorevoli: 28

Astenuti: 5 (Ferraris, Fiou, Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Il Consiglio approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 4:

Consiglieri presenti: 33

Votanti e favorevoli: 28

Astenuti: 5 (Ferraris, Fiou, Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Il Consiglio approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 5:

Consiglieri presenti: 33

Votanti e favorevoli: 28

Astenuti: 5 (Ferraris, Fiou, Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Il Consiglio approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 6:

Consiglieri presenti: 33

Votanti e favorevoli: 28

Astenuti: 5 (Ferraris, Fiou, Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Il Consiglio approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 7:

Consiglieri presenti: 33

Votanti e favorevoli: 28

Astenuti: 5 (Ferraris, Fiou, Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Il Consiglio approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 8:

Consiglieri presenti: 33

Votanti e favorevoli: 28

Astenuti: 5 (Ferraris, Fiou, Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Il Consiglio approva.

Presidente - All'articolo 9 vi è l'emendamento dell'Assessore La Torre, che recita:

Emendamento

L'articolo 9, comma 7, è così sostituito:

"Articolo 9

(Alienazione, mutamento di destinazione e sostituzione dei beni)

OMISSIS

7. L'impresa beneficiaria può estinguere anticipatamente i finanziamenti, subordinatamente alla restituzione del debito residuo. La Giunta regionale può, con propria deliberazione, concedere la rateizzazione delle somme da restituire, purché non venga superata la durata del finanziamento concesso e, in ogni caso, un periodo di dodici mesi.".

Lo pongo in votazione:

Consiglieri presenti: 33

Votanti e favorevoli: 28

Astenuti: 5 (Ferraris, Fiou, Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Il Consiglio approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 9 nel testo così emendato:

Articolo 9

(Alienazione, mutamento di destinazione e sostituzione dei beni)

1. L'impresa beneficiaria degli aiuti di cui alla presente legge è obbligata a mantenere la destinazione dichiarata e a non alienare o cedere i beni oggetto di intervento, separatamente dall'azienda, per un periodo di tre anni, decorrente dalla data di acquisto o di ultimazione dei beni.

2. Qualora l'impresa beneficiaria dell'aiuto, prima della scadenza del periodo di cui al comma 1, intenda alienare o cedere i beni oggetto di intervento o mutarne la destinazione d'uso, deve proporre apposita istanza alla struttura regionale competente.

3. L'autorizzazione al mutamento di destinazione d'uso o all'alienazione anticipata dei beni oggetto di intervento è concessa con deliberazione della Giunta regionale. Entro sessanta giorni dalla comunicazione dell'autorizzazione, l'impresa beneficiaria deve restituire l'ammontare dei finanziamenti e dell'equivalente sovvenzione dell'intervento, maggiorata degli interessi calcolati sulla base della media ponderata del tasso ufficiale di riferimento, relativa al periodo in cui si è beneficiato dell'aiuto.

4. L'autorizzazione può prevedere anche una restituzione parziale dell'intervento, purché proporzionale al periodo di utilizzo del bene.

5. La restituzione non è dovuta nel caso di sostituzione dei beni oggetto di intervento con altri beni della stessa natura, purché la sostituzione sia preventivamente autorizzata dal dirigente della struttura regionale competente.

6. La cessione, l'alienazione o il mutamento di destinazione dei beni oggetto di intervento, trascorso il periodo di cui al comma 1, comporta in ogni caso l'obbligo di estinguere eventuali mutui in corso di ammortamento.

7. L'impresa beneficiaria può estinguere anticipatamente i finanziamenti, subordinatamente alla restituzione del debito residuo. La Giunta regionale può, con propria deliberazione, concedere la rateizzazione delle somme da restituire, purché non sia superata la durata del finanziamento concesso e, in ogni caso, un periodo di dodici mesi.

Consiglieri presenti: 33

Votanti e favorevoli: 28

Astenuti: 5 (Ferraris, Fiou, Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Il Consiglio approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 10:

Consiglieri presenti: 33

Votanti e favorevoli: 28

Astenuti: 5 (Ferraris, Fiou, Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Il Consiglio approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 11:

Consiglieri presenti: 33

Votanti e favorevoli: 28

Astenuti: 5 (Ferraris, Fiou, Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Il Consiglio approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 12:

Consiglieri presenti: 33

Votanti e favorevoli: 28

Astenuti: 5 (Ferraris, Fiou, Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Il Consiglio approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 13:

Consiglieri presenti: 33

Votanti e favorevoli: 28

Astenuti: 5 (Ferraris, Fiou, Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Il Consiglio approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 14:

Consiglieri presenti: 33

Votanti e favorevoli: 28

Astenuti: 5 (Ferraris, Fiou, Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Il Consiglio approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 15:

Consiglieri presenti: 33

Votanti e favorevoli: 28

Astenuti: 5 (Ferraris, Fiou, Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Il Consiglio approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 16:

Consiglieri presenti: 33

Votanti e favorevoli: 28

Astenuti: 5 (Ferraris, Fiou, Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Il Consiglio approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 17:

Consiglieri presenti: 33

Votanti e favorevoli: 28

Astenuti: 5 (Ferraris, Fiou, Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Il Consiglio approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 18:

Consiglieri presenti: 33

Votanti e favorevoli: 28

Astenuti: 5 (Ferraris, Fiou, Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Il Consiglio approva.

Presidente - Vi è l'emendamento n. 1 della II Commissione, di cui do lettura:

Emendamento

Dopo l'articolo 18 è aggiunto il seguente:

"Articolo 19

(Dichiarazione d'urgenza)

1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'articolo 31, comma terzo, dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta ed entrerà in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione.".

Lo pongo in votazione:

Consiglieri presenti: 33

Votanti e favorevoli: 28

Astenuti: 5 (Ferraris, Fiou, Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Il Consiglio approva.

Presidente - Pongo in votazione il disegno di legge nel suo complesso:

Consiglieri presenti: 32

Votanti e favorevoli: 27

Astenuti: 5 (Ferraris, Fiou, Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Il Consiglio approva.