Oggetto del Consiglio n. 2837 del 21 giugno 2007 - Resoconto
OBJET N° 2837/XII - Communications du Président de la Région.
Président - La parole au Président de la Région, Caveri.
Caveri (UV) - Ritengo utile e proficuo informare il Consiglio a seguito della riunione svoltasi questa mattina a Roma dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome in merito alla questione del federalismo fiscale. Credo sia opportuno sapere a che punto siamo della vicenda, una vicenda iniziata nel confronto all'interno della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome 5 mesi fa: il 25 gennaio, quando venne esaminata la bozza di documento predisposta dal Ministero dell'economia nota come "documento Giarda", essendo stato l'ex Sottosegretario Giarda l'autore materiale delle linee guida della riforma nota come federalismo fiscale. Va detto, come ho ricordato oggi nella discussione con i colleghi, che ci troviamo di fronte all'applicazione dell'articolo 119 della Costituzione ed è assolutamente improprio e fuorviante definirlo federalismo, perché il federalismo fiscale è un'impostazione completamente diversa. Ci troviamo di fronte a un fatto applicativo, a seguito soprattutto della riforma del titolo V della Costituzione, che tutto è tranne che un reale federalismo.
Dopodiché ci sono state altre riunioni il 31 gennaio, il 7 febbraio, il 29 marzo, il 3 e 4 aprile, il 12 aprile, il 18 aprile, il 17 maggio, il 23 maggio, il 7 giugno ed oggi; in realtà ci siamo trovati di fronte, come rilevato da Presidenti e Assessori delegati oggi alla Conferenza, ad una strana "partita a tennis" con il Governo, perché, mentre le Regioni e le Province autonome facevano delle proposte emendative sul testo, queste proposte mai venivano recepite dal Governo che rilanciava con dei contenuti diversi. Questo vale nel nostro caso per quel che riguarda l'articolo 19, perché le Regioni a statuto speciale e le Province autonome sono citate in questa che è una legge delega all'articolo 19.
Ieri, come una specie di tegola, è caduta per l'ennesima volta sulla testa una proposta di disegno di legge governativo che ieri è stata contestata dal nostro rappresentante, dr. Peter Bieler, e dal dr. Postal della Provincia di Trento, perché ci troviamo di fronte all'ennesima versione e stavolta anche più fantasiosa, perché si dice che l'adeguamento degli ordinamenti finanziari delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome deve determinare il progressivo raccordo dell'ordinamento finanziario delle Regioni a statuto speciale con quelle delle Regioni a statuto ordinario. Finalmente viene smascherata un'idea che alcuni al Ministero dell'economia e al Ministero delle Regioni hanno: quella non di portare le Regioni a statuto ordinario su livelli superiori di autonomia e di ordinamento finanziario, ma di far retrocedere Regioni a statuto speciale a livello di Regioni a statuto ordinario, cosa che oggi è stata contestata dall'insieme dei partecipanti alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. È stato riproposto all'attenzione del Governo, questa sera il Presidente Errani incontrerà il Ministro Padoa Schioppa, perché dovrebbe andare al Consiglio dei ministri lunedì o martedì della prossima settimana questo famoso federalismo fiscale, in contemporanea con la presentazione del DPEF, il che è comprensibile, perché questo serve a mettere i contenuti del federalismo fiscale all'interno del DPEF, lanciando nel frattempo quella che è una legge delega, con una delega che dovrebbe essere esercitata fra un anno, ma nel frattempo dovremmo rivedere all'interno delle Commissioni paritetiche l'ordinamento finanziario della nostra Regione. Ho contestato questa dizione assieme ad altri colleghi, erano presenti il collega Soru, l'Assessore Berger per la Provincia di Bolzano, l'Assessore del Friuli Venezia Giulia che ha seguito per tutte le altre Regioni alcuni aspetti di tipo tecnico, quindi sono Regioni autonome situate politicamente sullo scacchiere in maniera diversa, era presente anche il rappresentante della Sicilia, tutti uniti dalla preoccupazione rispetto a questo ultimo testo contestandola in profondità e richiedendo che si torni all'articolo 19. Immagino che, a fronte di una legge delega di questo genere, i Presidenti delle Regioni debbano essere chiamati al Consiglio dei ministri, perché in tale caso si va a toccare uno dei fondamenti dell'autonomia.
Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi.
Lattanzi (CdL) - Credo che quello che si sta delineando purtroppo era quello che temevamo da 3-4 anni, da quando ci è parso chiaro che una coalizione di Centro-Sinistra radicalizzata a Sinistra con una veste di finto federalismo e di finto liberismo, ma di fatto condotta politicamente da quelle frange più nazionaliste non poteva che portare il "Governo Prodi" a una situazione di criticità. Non so se questi provvedimenti andranno avanti, credo che ci sarà uno scontro mortale e che cadrà il Governo prima che tali provvedimenti possano essere attuati nella misura in cui è evidente che la coalizione del "Governo Prodi" è un'accozzaglia di ideologie diverse, di pensieri culturali e politici diversi, ma così diversi da non poter essere condotti. Semmai quello che ci chiediamo è cosa ci fa Perrin lì, cosa ci fa un autonomista convinto a sostenere un Governo che attenta quotidianamente alle autonomie. Il disegno di Padoa Schioppa è coerente con quello che propose nel momento in cui si insediò a quel Ministero. Lui ha una visione molto europea della contabilità di bilancio, dove le persone vengono dopo i soldi e dove le trasformazioni di tipo contabile passano prima delle esigenze di tipo economico e popolare. Non ci sorprende quindi la posizione di Padoa Schioppa, così come non ci sorprende la posizione di "Rifondazione Comunista", che sostiene che questo Paese per difendersi dalla globalizzazione debba nazionalizzare molte delle imprese, debba pianificare bilanci uguali per tutte le Regioni, debba creare con un concetto di solidarietà dei bilanci uguali fra tutti e più uguali per quelle Regioni in difficoltà. Quello che ci stupisce è invece che vi sia qualche Senatore, dichiaratosi autonomista, che tiene in piedi tale "giocattolo", questo sì ci stupisce.
Quando ieri abbiamo sollevato l'opportunità che tutto il Consiglio, almeno quella parte più moderata, liberale, autonomista convinta che in Italia vi è bisogno di tante riforme... certamente, ma riforme che diano alle Regioni più poteri e risorse... e questo passa inevitabilmente attraverso il taglio dello statalismo, del centralismo che vi è a Roma, degli enti inutili, di tutte quelle cose che anche il "Governo Berlusconi" ha fatto fatica a fare. Vi sono state scelte che sono state procrastinate perché c'erano momenti di economia difficili, PIL allo 0,2% e mancavano le risorse per fare le riforme di decentramento, per riequilibrare le condizioni finanziarie e fiscali di questo Paese. Adesso che queste condizioni ci sono e si potrebbero fare tali cose, il Governo di Centro-Sinistra si distingue per una sua visione radicale; fra l'altro, di un socialismo reale che è fuori dalla storia e da quello che è utile a questo Paese per potersi riformare. Adesso esprimere preoccupazione diventa quasi banale, qui c'è da fare una "lobby" con le altre Regioni autonome a "mantenere ferma la barra" al centro di un federalismo fiscale, che deve riconoscere alle Regioni, così come già per quelle autonome, la parte più importante delle risorse che devono rimanere su questo territorio... che chiede al Paese di ristrutturarsi... e ai costi della politica nazionale di ristrutturarsi per dare alle Regioni le risorse per meglio affrontare le tematiche del loro territorio. È chiaro che questa è una scelta, sono scelte politiche che tale Governo ha dimostrato di non riuscire ad affrontare, ma questo sarebbe ancora meno peggio se le cose rimanessero così come sono. No, addirittura la prevalenza politico-ideologica di questo Governo è quella di andare a rinazionalizzare un federalismo, che si chiama federalismo fiscale, ma che di federalismo non ha nulla se non quello di mantenere le risorse al centro e di lasciare le Regione in balia di sé stesse, con le poche risorse e le molte competenze che ad esse vengono attribuite.
Presidente, ribadiamo la necessità che questo Consiglio si esprima con grande unità su questa posizione, dia mandato al Presidente e ai Parlamentari di "tenere ferma la barra". È chiaro che aspettiamo la risposta, perché in questa situazione vi è un silenzio assordante che è quello del Senatore, che potrebbe condizionare in maniera pesante i rapporti, come è stato fatto in Trentino Alto Adige, fra la Regione Val d'Aosta e il Governo. Questo silenzio è stato assordante, si è "sbofonchiato" qualche attività di tipo propositivo al Governo, ma il Senatore Perrin deve prendere atto che il "patto di sangue" che ha firmato con il "Governo Prodi", che presupponeva una serie di difese delle autonomie è stato un patto che sta dissanguando l'autonomia valdostana. Su questo aspetto crediamo che ci debba essere un'assunzione di responsabilità, a meno che il Senatore Perrin non condivida pienamente l'azione del Governo tutto, anche dei "Lanzillotta", anche dei "Giordano", anche dei "no-global", anche di quelli che su tutta una serie di riforme propongono un certo modello di società al quale a me fa fatica pensare, ma, se lo condivide, allora è giusto che continui a mantenere in piedi questo Governo, ma almeno la Valle d'Aosta lo debba sapere e alle prossime elezioni si possa comportare di conseguenza, perché mi ricordo che in campagna elettorale - io ero uno dei candidati - il Senatore Perrin proponeva una rappresentanza di Centro-Sinistra a Roma per meglio difendere l'autonomia valdostana, anzi si diceva: "chi meglio di lui, un autonomista convinto, meglio di un "Lattanzi", meglio di un "Viérin Marco", poteva difendere questa cosa?" Questo è il momento di dimostrarlo, lo dimostri mandando a casa tale Governo, che è un danno per il Paese, ma soprattutto per la Valle d'Aosta e lo dimostri con coerenza, alla luce di un impegno che questo Consiglio è pronto a prendere.
Presidente - La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Le comunicazioni fatte dal Presidente della Regione sono preoccupanti, perché sembrano più dirette non alla difesa dell'autonomia e delle prerogative della nostra Regione, ma alla bassa "cucina" della politica valdostana. Premesso che ognuno di noi è preoccupato per come si andrà a realizzare il federalismo fiscale ed è un "dossier" difficile che dobbiamo affrontare con serietà, è evidente che la posizione dei "muscoli", per cui ci si contrappone comunque, ci si mette in alternativa comunque, è quella posizione che rende le nostre prerogative dei nostri privilegi... e, come tale, ci indebolisce violentemente nei confronti del Governo e delle altre Regioni italiane, autonome e non. Dobbiamo, al posto di usare i muscoli, usare il cervello e capire che questa è una battaglia difficile, in cui dobbiamo cercare l'unità all'interno della Regione e fra il Consiglio regionale e suo Governo, l'unità fra il Consiglio regionale, il suo Governo e i suoi Parlamentari, perché solo questa unità riuscirà a dare una risposta positiva alla Valle d'Aosta. È evidente che sarà una risposta positiva che necessariamente comporterà anche qualche sacrificio, ma è evidente che in una situazione come quella odierna per fare il federalismo occorrano delle risorse e, come in una famiglia, chi più ha più deve mettere a disposizione di altri, dobbiamo comportarci così: come se fossimo parte di una famiglia, anche se parliamo una lingua leggermente diversa e abbiamo tradizioni diverse, ma di quella famiglia facciamo parte, di quella famiglia vogliamo fare parte, con quella famiglia vogliamo essere solidali e condividere le scelte. A meno che non si voglia non sentirsi parte di questa famiglia, allora è tutto spiegato; è evidente che ancora qualche rimasuglio di andarsene da qualche altra parte all'interno di certa ideologia autonomista c'è ancora. Penso sia evidente che tutto ciò risponde molto più a questioni locali che non a questioni nazionali e l'immediata risposta del Consigliere Lattanzi alle comunicazioni del Presidente dimostra come il comunicato stampa di questa mattina, per cui "Forza Italia" e "Fédération Autonomiste" si "fidanzano" per un radioso futuro comunque alternativo a qualunque proposito di governo con le Sinistre sia ormai una realtà presente nella Val d'Aosta, sia un'unità benedetta dalla maggioranza attuale e una maggioranza che si è fatta vedere più volte in questo Consiglio che va dalla Destra a una parte della Sinistra. Una larga maggioranza non di autonomismo, ma di ceto politico che si vuole riprodurre indefinitamente. Il 9 e 10 aprile dello scorso anno i Valdostani hanno detto "no" a questo tipo di politica, prossimamente avranno ancora modo di dire "no". Noi "no" lo diciamo qui, non siamo disponibili ad accettare alcun atteggiamento che svilisca le nostre risorse, le nostre capacità, le nostre competenze e le faccia diventare esclusivamente dei privilegi: questo non è degno della Val d'Aosta, non è degno della nostra storia, né della nostra tradizione!
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Ormai è diventata prassi che, ogni volta che il Presidente della Regione va a Roma, ritorna e deve parlar male, deve criticare...
(mormorii e proteste dai banchi della maggioranza)
... deve esprimere giudizi negativi su tale Governo. Noi ne prendiamo atto, siamo ben contenti che in questo modo appaia chiaramente dove si colloca questo Presidente della Regione...
Caveri (fuori microfono) - ... tutti i Presidenti delle Regioni speciali... oggi avrebbe dovuto sentire Soru cosa diceva, che è del Centro-Sinistra!
Presidente - ... Presidente Caveri, per cortesia... colleghi, chiedo di lasciare svolgere alla collega Squarzino le sue argomentazioni.
Squarzino (Arc-VA) - ... Signor Presidente, la figuraccia la fa lei quando risponde in questo modo, mi spiace per lei, ma è inutile che lei si metta a urlare così! O le cose sono vere, e con il tempo si verificherà se sono vere, o sono false... con il tempo si verificherà che sono false, non è urlando adesso che lei riesca a trasformare le cose da false in vere o viceversa.
Rispetto al federalismo fiscale, noi più volte siamo intervenuti su questo tema e più volte abbiamo chiesto che vi sia un approfondimento serio su tutti gli aspetti. Finché in Italia vi erano solo le Regioni a statuto speciale e tutte le altre avevano un ordinamento con pochissima autonomia, è chiaro che noi avevamo riconosciuta una grossa specialità e un grosso "status" di autonomia. Nel momento in cui con l'articolo 119, con la riforma della Costituzione, anche alle altre Regioni giustamente sono state attribuite delle nuove competenze - e competenze talmente nuove che alcune competenze le hanno le Regioni a statuto normale e non le abbiamo ancora noi Regioni a statuto speciale, tant'è vero che la Costituzione dice che, laddove la Costituzione prevede per le Regioni a statuto normale delle competenze che le speciali non hanno ancora, le speciali possono ugualmente esercitare tali competenze -, questo significa che vi è poco per volta un riequilibrio di competenze. Il collega Comé mi ha detto: "è al basso, certo!". Proviamo a pensare cosa vuol dire un riequilibrio di competenze all'alto. Non siamo noi soltanto, ma l'indagine della Banca d'Italia ha fatto vedere chiaramente che noi come Regione abbiamo molto più dei 10/10 delle tasse che paghiamo, abbiamo molto più della ricchezza che produciamo; se tutte le Regioni a statuto normale devono essere equiparate alle Regioni a statuto speciale in alto, a tutte le Regioni andrebbe riconosciuto almeno i 10/10 della ricchezza che producono e tutti i servizi centrali e tutti i servizi che riguardano l'intero Stato e tutte le Regioni come verrebbero pagati? Credo non abbia senso che rivendichiamo solo così a parole, come un diritto una situazione che va ripensata all'interno dell'intero Paese. Adesso qualcuno ricordava che finalmente vi sono le risorse, certo, grazie a Prodi vi sono le risorse e non certo grazie al "Governo Berlusconi" prima, ma queste risorse devono essere utilizzate per tutti e non solo per qualcuno. Bisogna allora affrontare il problema del federalismo fiscale non in senso ideologico, ma vedendo concretamente competenze Regione per Regione e vedere come le Regioni possono esercitare queste competenze.
Presidente - La parola al Consigliere Salzone.
Salzone (SA) - Non volevo intervenire, anche perché il Presidente è stato esaustivo delle brutte notizie che arrivano da Roma, ma, dopo aver sentito il collega Sandri e la collega Squarzino, ritengo che qualcosa si debba dire. Credo che ci vorrà più tempo per dibattere di questo tema, però mi pare che si evidenzino in modo chiaro filosofie del tutto diverse di chi immagina l'autonomia della nostra Regione fondata sui principi dello Statuto. L'ultimo intervento della collega Squarzino denota come nel suo disegno vi sia l'idea di abbattere lo Statuto e le motivazioni per le quali è stato fondato, perlomeno l'ho interpretato così.
Oggi qui possiamo giustamente cominciare ad approfondire il discorso del federalismo fiscale, della revisione del titolo V della Costituzione, che è tutto meno che federalismo fiscale, ma mi pare di capire dalle notizie del Presidente che "il dado è tratto", ossia la cosa che si evidenzia di più è la volontà di questo Governo di volere un appiattimento delle Regioni nel nostro Paese e quindi l'eliminazione delle Regioni a statuto speciale. Credo che non vi siano alternative, su questo torneremo a discutere e ad avere un'unica speranza: quella che tale Governo vada finalmente a casa.
(in sala si commenta: bravo, bravo! Qualcuno applaude)
Presidente - La parola all'Assessore al bilancio, finanze, programmazione e partecipazioni regionali, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Era solo per condividere con voi una sensazione. Vivo qui una situazione irreale, perché a volte vado a Roma, su delega del Presidente, per affrontare temi di natura finanziaria e fiscale e uno di questi temi è appunto il federalismo fiscale. Rispetto a questo tema, vedo che i Presidenti di Regione sono attenti alle esigenze delle loro Regioni. Qui noi abbiamo degli interventi autolesionisti, dove, nell'ambito della discussione che legittimamente dovremmo fare a tutela dei nostri cittadini, a tutela del nostro territorio, a tutela della nostra montagna, sentiamo anteporre delle affermazioni a delle dichiarazioni che fa il Presidente che hanno del folle. Ci lanciamo in discussioni... Centro-Destra, Centro-Sinistra... devo dire che un livello così basso non l'ho mai visto! A Roma, per quanto vi sia una tensione elevatissima, i Presidenti di Regione non sono tutti di Centro-Destra, né tutti di Centro-Sinistra, ma evidenziano un'assonanza nel difendere i propri territori, nel difendere le proprie popolazioni. All'interno di questo discorso ci lanciamo in discussioni sul federalismo fiscale con una banalizzazione incredibile! Il federalismo fiscale non è che "parla" solo di decimi; vorrei consigliare politici di lungo corso a leggersi la Costituzione, perché non "parla" solo di compartecipazione: "parla" di fondi di perequazione e di fondi statali che intervengono per colmare delle differenze esistenti. È vero che abbiamo dei politici che probabilmente oltre a Saint-Etienne e Via De Tillier non vanno e non sanno che c'è un territorio che ha delle necessità diverse rispetto ad una microarea del centro di Aosta, ma bisognerà fare prima o poi un approfondimento e ben venga! Probabilmente riusciremo a chiarire qualcosa che uno ha forse studiato poco.
Presidente - La parola al Consigliere Bortot.
Bortot (Arc-VA) - Di solito sono io qui dentro quello "sopra le righe", ma vedo che, tutto sommato, divento un esempio per un sacco di altri interventi... Per una volta sono assolutamente d'accordo con l'Assessore Marguerettaz: il federalismo fiscale non sono solo soldi, è un Paese, una Nazione, un popolo e, quando parliamo di difesa dei cittadini, dobbiamo cominciare ad occuparci innanzitutto dei nostri cittadini e le risorse per i nostri cittadini ce le abbiamo, ma non sono distribuite equamente. Da questo punto di vista, dare lezioni in giro per il mondo di federalismo quando abbiamo pensionati con 400, 500, 600 euro... però questa è una battuta, anche se il problema è serio e occorre intervenire... il federalismo fiscale consiste in un concetto di solidarietà fra popoli con origini e culture diverse, che vanno dal bacino del Mediterraneo fino a Bolzano e fino a noi, che attraversano anche il Mediterraneo, perché avremo anche problemi di federalismo fiscale e di cooperazione internazionale per riequilibrare rispetto a popolazioni che...
Caveri (fuori microfono) - ... fra l'altro, il Governo impugna la nostra legge sulla cooperazione... ti annuncio che mi è arrivata la telefonata...
Bortot (Arc-VA) - ... ma io non voglio essere tenero con il nostro Governo, è che, come in qualsiasi famiglia, si fanno i conti dei soldi che ci sono. Abbiamo da spendere di più di quello che incassiamo, dobbiamo capire dove prenderli, non siamo noi che facciamo demagogia sullo sciopero nel pagare le tasse, per fare un esempio, senza voler polemizzare con nessuno.
Al Consigliere Lattanzi invece... ogni minuto Prodi è schiavo di "Rifondazione" e della Sinistra radicale; un Ministro Bersani si trova contro le "lobby" perché vuole liberalizzare i tassisti e ha una "lobby" che è contraria. La politica di "Rifondazione" e della Sinistra radicale non è tanto quella di liberalizzare "tout court" partendo dalle categorie più deboli, vogliamo parlare dei farmacisti, dei notai, degli avvocati? Tutti super liberisti, tutti per decenni super liberisti contro di noi! Quando un Ministro Bersani ha cercato modestamente di liberalizzare parzialmente con delle liberalizzazioni su cui ci sarebbe da discutere - ma non è ora il momento di entrare nel merito -, "apriti cielo"! Tutti corporativi, tutti lobbisti, tutti integralisti e tutti a difesa dei propri privilegi.
A questo punto, come Governo regionale, come Consiglio regionale, effettivamente dobbiamo farci rispettare, ma sono d'accordo con quanto hanno detto i miei colleghi: forse già ieri il Presidente ha alzato i toni e cosa succede? Che si alzano i toni per andare sui giornali perché è iniziata la campagna elettorale, salvo poi il giorno dopo presentarsi con risoluzioni che sono più edulcorate; allora i trucchetti li capiamo anche noi, siamo anche noi capaci di alzare i toni! Proviamo a prendere una posizione seria, mi sembra che in parte sia stato fatto, qui alziamo i toni finché vogliamo, prendiamo una posizione seria, mettiamoci non con il Governo, ma prima fra le Regioni a statuto speciale... capire quanto di sovranità intesa in questo caso eventualmente di soldi siamo in grado di rinunciare, nel dare il buon esempio per un federalismo fiscale, dove si ritrova tutta la popolazione del nostro Paese, tutte le Regioni. Indichiamo anche, Presidente Caveri, dove si può tagliare e dove si possono trovare quelle risorse, perché abbiamo un'evasione fiscale dal bar dove vado a prendere il caffè a livelli molto più alti, che non credo che... se finalmente ci mettessimo a dare delle indicazioni come Governo e come Consiglio sul rispettare le regole, sul non evadere - perché pagare le tasse è un dovere per pretendere i servizi -, saremmo in grado di avere delle entrate che consentirebbero, senza spendere un centesimo di più dei nostri soldi, di essere in prima fila su una solidarietà fiscale con il resto della popolazione del Paese e con le altre Regioni. Proviamo a farlo, sono convinto che, se ci sono posizioni decise e condivise dal Consiglio regionale su queste politiche di indicazione alla popolazione valdostana, abbiamo abbondantemente le risorse con cui essere solidali con il resto del Paese, con il resto delle Regioni senza rinunciare ad una lira del nostro bilancio attuale!