Oggetto del Consiglio n. 2794 del 20 giugno 2007 - Resoconto
OGGETTO N. 2794/XII - Interventi di sostegno alle persone in difficoltà economiche. (Interrogazione)
Interrogazione
Richiamata l'analisi dell'ISTAT presentata nei giorni scorsi alla Camera dei deputati sulla situazione sociale dell'Italia, da cui emergono preoccupanti segnali di arretramento del benessere e di aumento della povertà e della fragilità sociale in tutto il nostro paese;
Ricordata la legge regionale 19 del 1994, che prevede significativi aiuti per queste situazioni di disagio;
Tenuto conto della necessità di aggiornare gli strumenti normativi, al fine di aiutare concretamente le persone in difficoltà, soprattutto quando debbano ricorrere troppo spesso al supporto previsto della legge 19 sopraricordata;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interrogano
il Governo regionale per conoscere:
1) quanti siano stati negli anni 2004, 2005, 2006 e 2007 i beneficiari di assegni o altri benefici ex lege 19/1994;
2) quale sia la loro distribuzione per età, per sesso e per disabilità o invalidità;
3) quanti siano, per le categorie evidenziate al punto 2, i soggetti che ripetutamente o frequentemente beneficiano di tali provvedimenti, risultando così soggetti stabilmente in difficoltà per cui sarebbe opportuna una tipologia di aiuto più continuativa e sicura.
F.to: Sandri - Fontana Carmela
Président - La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Fosson.
Fosson (UV) - Una premessa prima di fornire i dati. L'informatizzazione di questi dati è iniziata nel 2004 ma solo con dati quantitativi, mentre dal 2005 al 2007 i dati sono più precisi. Questo processo di informatizzazione deve portare alla costituzione della cartella sociale, una cartella in cui saranno raccolti tutti i dati di assistenza delle varie situazioni che sarà in funzione dal 1° gennaio 2008.
I dati richiesti nel 2004, di esiti positivi sono stati 455, le domande presentate per la legge "19", e 326 sono stati i beneficiari del minimo vitale; 446 nel 2005, 336 beneficiari del minimo vitale; nel 2006, 502 esiti positivi per 363 beneficiari del minimo vitale.
La distribuzione per sesso vede in testa le donne, nel senso che nel 2005 abbiamo avuto 329 affidamenti di minimo vitale a donne e 222 a maschi e la stessa proporzione si ripete nel 2006 per 357 donne e 275 uomini. I dati successivi li dirò non tanto riferiti alle domande accolte, ma alle domande pervenute, per sesso e per fasce di età. La prima fascia di età è dai 36 ai 64 anni sempre con una prevalenza di donne, la seconda fascia di età che ha presentato domanda è la fascia dai 18 ai 35 anni... poi i dati li darò.
Per la parte più interessante della questione, quanti di queste domande accolte relative al minimo vitale siano ripetute negli anni, il totale delle domande sono state 1.183 in 2 anni di informatizzazione completa 2005-2006 e 267 sono state le domande ripetute in questi 2 anni; la percentuale è del 22%. Se poi andiamo a vedere su questo 22%, il 70% delle domande sono domande ripetute una sola volta, quindi 2 volte.
Considerazioni brevissime: è chiaro che un 22% di domande ripetute, cioè di sostegno che non ha risolto questa situazione di disagio, non sono molte, nel senso che 78% ha, con questo aiuto previsto, mutato la sua situazione o comunque se è cambiata la situazione è servito; non sono neanche poche perché il 22% di nuclei che abbiano ripetuto la domanda di minimo vitale non sono pochi, quindi il sostegno non è servito per cambiare la propria situazione. Come mai questo non è avvenuto? La situazione occupazionale non è migliorata in questi anni, i costi della vita non sono diminuiti.
Concordiamo sul fatto che i dati e le indicazioni sulla povertà siano in aumento anche nella nostra Valle e, a fronte comunque di un finanziamento che per il 2007 è stato di 800mila euro, la nostra è una delle poche Regioni che conferiva il minimo vitale (o reddito di inserimento come si chiama in altre Regioni). In conclusione, pensiamo che sia uno strumento normativo da rivedere, soprattutto sui criteri di accesso. La concretezza di quello che dico è che nell'ambito del tavolo di lavoro del "Patto di sviluppo" con l'Assessore La Torre, abbiamo concordato con i sindacati due tavoli di lavoro: uno verrà formulato in questi giorni, cominceremo a discutere sulla proposta di legge dei sindacati sul reddito di cittadinanza; quindi uno strumento normativo da rivedere, dal punto di vista nostro la cartella sociale che sarà in uso dal 1° gennaio 2008 ci darà maggiore equità. Ci sono dei problemi da considerare in questa proposta di legge di cittadinanza: intanto gli accessi, cosa fare, 2 anni di residenza, che forse sono pochi, perché comporterebbero una migrazione di popolazioni vicine nella nostra regione, quindi un aumento delle spese.
Cosa fare mentre percepiscono il minimo vitale... è il reddito di cittadinanza? La prof.ssa Saraceno avanzava, nell'ambito della "Commissione povertà", l'ipotesi che chi usufruiva del minimo vitale facesse un lavoro sociale, perché c'è il rischio che si percepisca l'assegno e poi si lavori in nero, e anche che sia un'occasione per una stabilizzazione di questa situazione di disagio. Sono da rivedere nell'ambito della legge i criteri di inclusione e di esclusione, nel senso che chi non ha accettato una proposta di lavoro che è stata fatta in periodo di disagio, ma resta poi sempre il discorso maggiore dei fondi. Si può dire che bisogna mettere più fondi lì e su questo siamo d'accordo, bisogna sempre decidere da dove prenderli. Su questo è a tutti chiaro come il Fondo sociale nazionale sia per il 2007 minore di quello previsto nel 2004 e soprattutto come non sia stato legato, questa era una richiesta che tutti gli Assessori hanno fatto nell'incontro con il Ministro Ferrero, che sia legato a parametri stabili come il PIL... finché il Fondo sociale nazionale non avrà dei parametri fissi, è chiaro che le Regioni non potranno avere una programmazione precisa non sapendo su quali fondi contare in modo preciso, però da parte dell'Assessorato un riconoscimento dell'opportunità di andare a rivedere questa normativa che, seppure utile a molti per superare un periodo di disagio, deve prevedere adesso degli aggiornamenti normativi.
Si dà atto che, dalle ore 10,39, presiede il Vicepresidente Tibaldi.
Presidente - La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Intanto volevo ringraziare l'Assessore per i dati abbastanza completi che soddisfano le necessità di informazione che avevamo. Volevamo solo chiedere se ci può far avere la tabella, perché non siamo riusciti a trascrivere tutti i dati.
Due rapide osservazioni. La prima: comunque 267 nuclei familiari che ripetutamente devono adire alla legge n. 19 o al minimo vitale credo che sia un dato rilevante, che evidenzia un'urgenza di fare delle modifiche a quel disegno di legge, perché sulle fasce più deboli, cioè quelle che fanno domande ripetute, si possono trovare dei meccanismi che evitino i disagi di queste domande ripetute, in quanto significa che nelle more dell'istruzione burocratica queste persone si vanno a vendere i mobili ai mercatini per recuperare i soldi per riuscire a mangiare...
Vista anche la disponibilità dell'Assessore a valutare le modificazioni delle leggi, sarebbe importante, prima ancora di fare una legge complessiva come quella proposta dai sindacati sulla valutazione di uno stipendio di cittadinanza, quella di identificare due categorie che in questo momento sono molto a rischio dal punto di vista della povertà: gli ultrasessantacinquenni e gli invalidi. Queste sono due categorie a rischio, su cui fare una valutazione, perché possano avere dei contributi continuativi senza dover fare ogni 6 mesi la richiesta del "19" o del minimo vitale, eviterebbe una situazione di disagio, che in qualche momento diventa acuta. Mi sembra che la disponibilità al confronto ci sia, speriamo di poter lavorare su questi argomenti.