Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2772 del 6 giugno 2007 - Resoconto

OGGETTO N. 2772/XII - Discussione generale della proposta di legge di iniziativa popolare: "Disposizioni per la realizzazione di un unico e nuovo Presidio ospedaliero regionale".

Président - Comme nous l'avions convenu, nous débutons aujourd'hui avec l'objet concernant l'hôpital.

La parola al relatore, Consigliere Sandri, in sostituzione della Consigliera Fontana Carmela.

Sandri (GV-DS-PSE) - Sicuramente la voce della collega Fontana sarebbe stata anche più affascinante che non quella del sottoscritto, e l'immagine stessa ne avrebbe avuto un grosso miglioramento.

La legge di iniziativa popolare recante disposizioni per la realizzazione di un nuovo ed unico Presidio ospedaliero regionale propone di utilizzare lo strumento del referendum propositivo per consentire ai cittadini valdostani di esprimersi con chiarezza in merito alla richiesta di dotare la nostra Regione di un unico e nuovo Presidio ospedaliero. Una richiesta positiva, ragionevole, nel solco di un decennio di iniziative che sul tema dell'ospedale hanno più volte, e con mezzi diversi, petizioni, appelli e infine la proposta di legge, raccolto l'adesione di migliaia di cittadini. Ricordiamo ad esempio le 8.459 firme poste in calce alla petizione presentata il 19 giugno 1995 al Consiglio e alla Giunta regionale per chiedere un ospedale unico del tutto nuovo, dotato di un numero di posti letto adeguato alle esigenze della popolazione, collocato in una sede urbanisticamente compatibile con l'ambiente circostante, facilmente accessibile anche ad anziani inabili con mezzi di trasporto pubblici o privati di cui sia agevole il parcheggio. A più di 10 anni di distanza tali esigenze sono ancora pienamente valide ed attuali.

L'attuale presenza di 3 strutture ospedaliere comporta un grave dispendio di energie umane, professionali, tecnologiche e finanziarie, oltre ad essere fonte di disagio per i pazienti e per gli operatori. È convinzione ormai diffusa che occorra unificare in una unica sede le prestazioni per acuti, cioè le cure ospedaliere specifiche, mentre va sempre più potenziata l'offerta sul territorio delle cure mediche di base. L'ipotesi di unificare nell'attuale sede di Viale Ginevra i servizi collocati altrove, costruendo una nuova ala accanto a quelle giù funzionanti, oltre ai pesanti disagi dal punto di vista urbanistico - di cui parleremo più avanti -, avrebbe come risultato un ospedale nuovo in alcune sue parti, ma vecchio nell'insieme. La prospettiva è quindi quella di avere un Presidio nuovo già vecchio, con strutture obsolete, risalenti agli anni 40 del secolo scorso e già fin da adesso fuori norma per la sicurezza ambientale.

Occorre invece progettare e realizzare un ospedale completamente nuovo, con una struttura flessibile, in grado di essere adattata in tempi brevissimi alle nuove e diverse esigenze sanitarie che si manifesteranno in futuro e alle nuove apparecchiature mediche. Soltanto un Presidio completamente nuovo e moderno potrà rispondere alle esigenze di posti letto in Valle d'Aosta, di fronte agli attuali 447 posti letto per acuti in linea con la normativa vigente, mancano all'appello almeno 120 posti letto per riabilitazione e lungodegenza.

Il progetto che attualmente la Giunta regionale sta portando avanti prevede l'ampliamento dell'attuale Presidio di Viale Ginevra verso est, nell'area attualmente occupata da un parcheggio pluripiano. Si tratta di una scelta che comporta enormi problemi di impatto urbanistico per la città di Aosta, lo Studio dell'arch. Fubini ha evidenziato come l'ampliamento ad est comporti la necessità di rivoluzione l'intero assetto urbanistico della città di Aosta (assetto viario, mobilità, riconversione di alcune zone abitative in quartieri della salute, eliminazione della porta a nord della città, oltre ad un inevitabile aumento del traffico e dell'inquinamento in un'area alle porte del centro storico, con gravi conseguenze per la qualità della vita degli utenti, dei degenti, degli operatori e dei cittadini in generale). Per questo è opportuno verificare con appositi studi quale sia l'area più appropriata per la costruzione di un nuovo ospedale, coinvolgendo i Comuni limitrofi, sia in funzione di parametri come la facilità di accesso per i mezzi di trasporto pubblici e privati, e per quelli di emergenza, la vicinanza al territorio della città di Aosta, sia in funzione del rapporto costi-benefici dell'opera nell'area individuata.

La strada della ristrutturazione e dell'ampliamento dell'ex ospedale "Mauriziano" era stata in passato motivata con la necessità di ridurre i costi e di garantire tempi di completamento dei lavori più celeri; la realtà dei fatti ha dimostrato esattamente l'opposto. Negli anni i costi dei lavori appaltati sono lievitati, i tempi di realizzazione sono slittati, il disagio di operatori e pazienti costretti a vivere in un perenne cantiere si è aggravato. Lo stesso progetto di ampliamento ad est prevede 10 anni di lavori e un costo di 130 milioni di euro, ospedali nuovi inaugurati di recente nel nord Italia sono stati progettati e costruiti in tempi e con costi analoghi. Per questo motivo la proposta di legge di iniziativa popolare in oggetto incarica la Giunta di presentare in Consiglio, entro un anno dall'entrata in vigore della legge e sulla base di uno studio comparativo fra le possibili localizzazioni del Presidio ospedaliero, le relative ipotesi progettuali e le stime dei costi. Un disegno di legge finalizzato alla costruzione di un nuovo e unico Presidio ospedaliero contenente la localizzazione del nuovo ospedale, le modalità di finanziamento, le modalità operative per una rapida sua realizzazione.

È su questa proposta che la popolazione valdostana dovrà essere chiamata ad esprimersi attraverso lo strumento del referendum: per decidere se continuare con i progetti di ristrutturazione e ampliamento del "Mauriziano" o se puntare risorse ed energie per dotare la nostra Regione di una struttura sanitaria unica, moderna e all'avanguardia.

Président - Je déclare ouverte la discussion générale.

La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Credo che l'intervento - mi permetta - della collega Fontana è stato chiaro al riguardo, nel senso che nella relazione sono individuati i motivi per cui si porta avanti questa legge referendaria sull'ospedale. Ne abbiamo discusso più volte e ricordo che molti, anche in commissione, hanno sottolineato il fatto che è una legge inutile, fatta male, non ha alcun senso, non prevede alcun finanziamento, rimanda nel tempo la realizzazione dell'ospedale, non ha alcun potere coercitivo nei confronti del Governo regionale, in quanto si chiede di compiere studi, di decidere in merito alla localizzazione per realizzare un nuovo ospedale, ma non vengono individuate le eventuali sanzioni in caso di non ottemperanza alla legge. Non credo che dovrebbe essere questo un problema, quando si è in democrazia.

In democrazia l'osservanza della legge è un valore irrinunciabile fondante della stessa democrazia, quindi solo il pensare che c'è una legge che si possa non rispettare, secondo me si dà per scontato che in questa Regione ci sia un'abitudine o una tendenza o anche si individua la possibilità di non rispettare certe leggi. Lo abbiamo ricordato ieri, lo ricordo anche oggi: proprio sulla questione del referendum, sia il Presidente, sia il Consiglio connivente, hanno deciso di non rispettare un dettato preciso della legge che indicava le funzioni della "Commissione dei 3 saggi", e questo Consiglio ha accettato una proposta del Presidente della Regione di porre ai "3 saggi" una domanda illegittima non prevista dalla legge: i "3 saggi" devono solo valutare se le proposte del Consiglio sono confacenti o no alle proposte dei referendari sulle leggi elettorali; invece si è chiesto ai "3 saggi" di intervenire e di riprendere un giudizio che già avevano formulato. Il semplice fatto di aver voluto intervenire in questo settore, significa che non c'è un rispetto della legge.

Si diceva anche che la legge sull'ospedale è una legge inutile, che fa perdere tempo, che rimanda ulteriormente la decisione su cosa fare, ma chi è che ha perso tempo in tutti questi anni? Non certamente i referendari, se vogliamo ripercorrere l'iter, allora il problema del nuovo ospedale si pone, lascio stare negli anni '70 quando lo stesso Sindaco di Aosta poneva un problema forte di urbanistica della città e diceva "no" addirittura all'ampliamento della famosa "ala" delle attuali Chirurgie, dicendo: "è inutile che continuiamo a rappezzare qui, cominciamo invece a pensare in grande"; ma a parte questo momento, già negli anni '90 c'è lo "Studio Quaranta" che prevedeva un nuovo ospedale, quindi c'erano tutti gli elementi per decidere. Cambia Giunta, si cambia decisione: non va più bene il nuovo ospedale, ma bisogna assolutamente continuare a lavorare in questo ospedale attuale. C'è una petizione nel 1995 e qui ricordo che anche l'attuale Assessore Fosson aveva firmato in quell'occasione per il nuovo ospedale, certo che si può cambiare idea, però bisogna dire chiaramente: "io pensavo in questo modo, non la penso più così", come hanno fatto i colleghi di "Stella Alpina" che ci hanno detto di avere avuto una certa idea, ma che adesso non la pensano più nello stesso modo. La stessa "UIL" ha detto: "pensavamo in un modo, adesso abbiamo cambiato idea"; però diciamo chiaramente le cose! Bisogna che chi cambia idea lo dica, non è un male cambiare idea, però bisogna dirlo, dire: "come mai pensavo in questo modo e perché adesso ho cambiato idea"...

Sarebbe interessante sapere anche dall'Assessore Fosson perché ha cambiato idea, perché allora ha firmato la petizione e poi, in tutti questi anni, ha smentito di averla firmata sul giornale, e glielo trovo. A ogni legislatura si cambia progetto, quindi... chi è che rallenta? Sono i politici che rallentano! La legislatura 1993/1998 si era conclusa con l'ampliamento a sud e noi "Verdi" eravamo contrari, eravamo al Governo, ma avevamo già detto di "no" a questo progetto...

Marguerettaz (UV) - (fuori microfono) ... voi, "Verdi", siete sempre contrari...

Bortot (Arc-VA) - (fuori microfono) ... non è detto... siamo per fare l'ospedale nuovo, non siamo contrari...

Squarzino (Arc-VA) - ... dicevo che la legislatura, si era conclusa con 3 decisioni: portare avanti i lavori di adeguamento della struttura di Viale Ginevra, ampliare l'ospedale con la costruzione a sud, non scartare a priori l'idea di un nuovo ospedale... prima o poi bisogna pensarci dato che nessuna struttura è eterna!

Nella legislazione 1998-2003 tale decisione non viene messa in discussione, l'Assessore Vicquéry riprende il progetto di ampliamento dell'esistente, ipotizzando l'ampliamento a sud e con lo "Studio Limacher" si delinea questo ampliamento a sud; "Studio Limacher" che dimostra che l'ampliamento a sud è la cosa migliore , con la stima complessiva nel 2003 di un costo di 66 milioni di euro per costo, sia per l'ampliamento che per la ristrutturazione, con un errore di più o meno 25%, quindi possono essere molti di più, da 120 a 150 miliardi di vecchie lire.

La scelta pare fatta. Nell'attuale legislatura, 2003-2008, la nuova Giunta riprende il progetto di ampliamento, ma questa volta a est, con tutti i problemi che questo comporta. Su questo studio dell'ampliamento a est abbiamo avuto un primo studio di "Finaosta" che risale al 30 giugno 2004, studio di "Finaosta" che tra l'altro pone una serie di problemi sulla viabilità; tale studio viene approfondito con un altro "Studio Fubini" sulla viabilità e poi, volendo inserire questo progetto fra le grandi opere, si chiede di precisare meglio il progetto, con uno studio che è arrivato in questi giorni ai commissari della V Commissione e che è stato ampiamente analizzato nel corso di un'audizione con gli esperti di Finaosta.

La legge referendaria chiede, sostanzialmente, pur entro quei limiti che abbiamo visto non essere dei limiti reali - ma lo vedremo dopo -, che si faccia una scelta e che questa scelta sia il nuovo ospedale. Coloro che hanno sempre progettato un nuovo ospedale, hanno sempre elencato i motivi per cui si vuole un nuovo ospedale: costa meno dell'ampliamento e ristrutturazione dell'esistente, specie se progettiamo le spese nell'arco di 20 anni, consente un'organizzazione e un'assistenza più efficienti, migliore qualità di vita degli utenti, di lavoro per gli operatori, di accesso per i visitatori, consente alla città di Aosta di decongestionare il traffico, di recuperare spazi interessanti per altre attività turistico-assistenziali. Vorrei che fosse chiaro che non parliamo della capacità professionale dei medici e degli operatori, né di come funziona l'ospedale al proprio interno; alcuni reparti funzionano bene, altri meno bene, e non è che noi diciamo abbiamo dei medici primari non preparati, non competenti... non è questo che diciamo!

Noi sottoscriviamo quanto dice l'Assessore: che il livello di qualità e di assistenza di questo ospedale è buono. Noi sottolineiamo che quando sono bravi, aumenta la mobilità attiva, cioè il fatto che dall'esterno vengono qui, e quando sono meno bravi aumenta la mobilità passiva, dalla Valle vanno fuori. Certo l'attuale struttura non è stata pensata secondo i canoni dell'odierna medicina, pensiamo a Veronesi, alla "Commissione Piano", che ha appositamente individuato un modello per un nuovo ospedale. I canoni della odierna medicina creano condizioni di lavoro più agevoli, per le operazioni e qualità di vita dei pazienti. Voglio leggere, qui, alcuni brani di una lettera che è apparsa su "La Stampa", in cui un medico dice qual è il disagio di chi si trova a lavorare dentro a quella struttura. E noi, con il progetto di ampliamento, offriamo su un piatto d'argento a tutti questi medici questa proposta: "guardate che per altri 15-20 anni voi continuerete a lavorare in queste condizioni"... perché? Leggo brani della lettera "prima c'è la ristrutturazione dei vari reparti, ritenuti obsoleti e insufficienti, poi il Pronto Soccorso per nuove sale operatorie; mano a mano che l'ospedale cresce gli alberi diminuiscono, il rumore la polvere e il disagio sono costanti. Non parlo della difficoltà di auscultare un cuore o un polmone di un paziente con il rumore che copre tutto, parlo solo dei disagi che hanno subito gli utenti, perché nessun reparto è indenne, Unità intensive comprese".

Io credo che con la ristrutturazione continuano ad offrire simili condizioni di lavoro a questi operatori. La costruzione dell'ala est comporterebbe nuove ristrutturazioni del corpo vecchio, oltre allo stravolgimento della zona cittadina. Abbiamo accompagnato sempre la nostra scelta di un ospedale nuovo con motivazioni e dati tratti soprattutto da quanto viene fatto in altre Regioni; l'Assessore ci ricorda sempre che un posto letto costa sui 300.000 euro; allora qui se abbiamo un ospedale per 470 posti letto, abbiamo grosso modo una cifra di 161 milioni di euro, che è molto meno del costo di un anno delle spese della sanità! Noi spendiamo oltre 225 milioni di euro all'anno per far funzionare l'ospedale, allora io credo che se si fa un minimo di rapporto, si vede che nell'arco di 10-20 anni al massimo si risparmiano tutti i soldi del costo per un nuovo ospedale.

Lo studio di "Finaosta" è prezioso, in quanto vi troviamo descritto e collocato in Valle d'Aosta quello che potrebbe essere il nuovo ospedale, un ospedale le cui camere si affacciano sul verde, con ampi spazi di sosta all'aperto, un ospedale che potrebbe far sognare finalmente, un ospedale in cui le camerette sono a 2 letti e con 2 bagni, e gli spazi all'interno sono per ogni letto 12 metri quadrati e non 9 metri quadrati come nella ristrutturazione, un ospedale in cui c'è una facilità di accesso. Credo che sia esperienza quotidiana... solo venerdì mi è successo di nuovo, alle 11 del mattino, una volta lasciato il paziente all'ospedale per andare al parcheggio, quindi dall'ospedale portare la macchina al parcheggio dell'ospedale, ho impiegato 10 minuti di coda per entrare e 5 minuti per uscire, per darvi l'idea dell'ingorgo, invece ci sarebbe una facilità di accesso. Non solo, sarebbero spazi organizzati secondo la logica dei dipartimenti.

Qualcuno dice: "guardate che anche l'ala ad est è pensata secondo la logica dei dipartimenti"; attenzione, nell'ampliamento ad est solo 1/3 del futuro progetto di ospedale risulterà organizzato secondo la logica dei dipartimenti e secondo i nuovi modelli di ospedale, mentre un nuovo ospedale avrebbe tutta l'area e non solo 1/3! Il progetto "Finaosta" ha descritto molto bene il nuovo ospedale e ha bene evidenziato tutta la criticità del progetto di ampliamento e ristrutturazione dell'ospedale ad est, e l'incontro con la V Commissione ha messo in luce le ambiguità, i limiti, le carenze di tale progetto, soprattutto è emerso che i dati sono stati analizzati nella prospettiva di illustrare una sola ipotesi: quella dell'ampliamento.

L'analisi del nuovo ospedale, sia la scelta del terreno su cui doveva essere edificato, sia i criteri con cui vengono descritti criticità e vantaggi, questa analisi viene fatta in modo puntuale per il nuovo ospedale secondo parametri che non vengono utilizzati per descrivere l'ospedale derivante dal progetto di ampliamento ad est. Quando si parla della "scelta dell'area" vengono utilizzati problemi che riguardano l'inquinamento acustico, l'inquinamento ambientale, vengono individuati i vari rischi che ci possono essere e si dice che ci sono delle problematiche riscontrate nell'accesso veicolare rispetto a una certa area, mentre l'area che presenta minori criticità è quella de "L'Amérique", e va bene! Ancora: ci sono criticità per quanto riguarda la prossimità alla "SS 26" e si parla anche del fatto che c'è un elevato traffico, quindi bisogna fare attenzione a scegliere questo tipo di aree.

Per quanto riguarda il progetto di ampliamento ad est, non si è fatto un confronto fra il rischio dell'inquinamento acustico ambientale nelle nuove aree e il rischio di inquinamento acustico ambientale nelle attuali aree, e quando abbiamo chiesto: "come mai non avete fatto questo confronto", ci hanno detto gli esperti: "ma questo non era il nostro mandato, il mandato attribuito al gruppo di lavoro..." - dice il responsabile, che parla a nome della Regione e dell'USL - "non era un mandato per realizzare uno studio di fattibilità per un nuovo ospedale, ma per integrare uno studio di fattibilità con questa ipotesi, ma questa era un'ipotesi che non eravamo chiamati ad approfondire e a confrontare"! Praticamente il responsabile del gruppo ci ha detto: "non abbiamo avuto il mandato di fare il confronto fra 2 ipotesi, ma abbiamo avuto il mandato di aggiungere l'ipotesi di un nuovo ospedale.

Cosa è successo nel gruppo di lavoro? Alcuni esperti bravissimi si sono occupati di come poteva essere ipotizzato un nuovo ospedale, e hanno lavorato cercando le aree, cercando anche come adattare un modello di ospedale nella zona di Aosta, ma questi hanno fatto solo questo tipo di lavoro. L'altro gruppo di esperti di "Finaosta" ha continuato ad approfondire lo studio precedente, ma non c'è stato alcun confronto reale fra i 2 progetti su parametri comuni! Questo è il dato fondamentale, per cui oggi gli elementi che ci sono dallo studio non possono far dire che l'ampliamento ad est è la cosa migliore rispetto all'ospedale nuovo, perché si sono usati 2 pesi e 2 misure! E loro lo dicono chiaramente, lo stesso studio lo dice, perché sono convinta che ognuno di questi esperti ha lavorato in modo intellettualmente onesto all'interno del proprio mandato, ma il mandato era quello: dovete continuare ad avere alcuni elementi per l'ampliamento ad est, perché questo lo chiede la commissione del "NUV", ma dovete - visto che il "NUV" chiede anche delle ipotesi alternative - fare anche le ipotesi alternative del nuovo ospedale; quindi 2 persone studiano le ipotesi, si mettono sullo stesso studio le 2 soluzioni, ma senza confrontarle veramente! Sì, c'è un confronto qualitativo, ma non c'è un confronto sistematico. Da nessuna parte risulta quanto verde c'è da una parte e quanto verde c'è dall'altra, o come sono le camere da una parte e le camere dall'altra, quanti sono gli spazi morti, quelli che chiamano "percorsi connettivi", quali sono gli spazi morti che ci sono da una parte e dall'altra; mentre nell'ospedale nuovo gli spazi non utilizzati per le cure sono per la percorrenza, perché possono spostarsi infermieri e medici... e sono limitati, poiché, essendo il reparto modulato secondo una struttura a manica quintupla - cioè ci sono le stanze, i corridoi, i servizi - per cui i percorsi del personale sono essenziali, nell'ampliamento è detto che i percorsi connettivi sono molto più lunghi, e si dice che c'è tanto spazio in più. Non è vero! Perché il percorso connettivo più lungo significa che, per spostarsi, le infermiere devono fare tutta un'ala e poi tutta l'altra, allora i percorsi connettivi che sembrano nell'ampliamento ad est come un vantaggio, in realtà sono un disvalore, ma questo confronto, qui, non è fatto, ciascuno di noi deve tirarlo fuori pezzo per pezzo se vuole capire il confronto fra le due ipotesi progettuali!

Ancora: si dice dappertutto che saranno la stessa cosa, che il modello attuato è lo stesso e l'organizzazione dipartimentale è la stessa; va bene, ma... cosa si vede? Qui non viene confrontato! Ospedale nuovo, tutte le sale operatorie sono collocate vicino una all'altra, giustamente, secondo un'area dipartimentale, c'è un'unica struttura per Radiologia collocata vicino al Pronto Soccorso. Andate a vedere il progetto di ampliamento ad est, che è fatto secondo il concetto di organizzazione dipartimentale. Qui hanno fatto il Pronto Soccorso, e il Pronto Soccorso è nella parte nuova, ma il reparto di Radiologia è nella parte vecchia ancora. Allora, per evitare che dal Pronto Soccorso si facesse un lunghissimo percorso per andare in Radiologia, si è pensata una piccola struttura radiologica vicino al Pronto Soccorso, ma questo significa razionalizzare i percorsi, fare tutto secondo un concetto di organizzazione dipartimentale? Pensare poi alla Psichiatria 2 metri sotto terra, qui, dove attualmente c'è l'Urologia, mentre nell'ospedale nuovo i malati psichiatrici sarebbero a piano terra, con un po' di verde attorno... dobbiamo proprio punirli così?

Vediamo per i lavori successivi. Sappiamo che il nuovo ospedale, proprio perché è una struttura nuova, fatta secondo i criteri moderni, presenta delle caratteristiche che l'altro non ha, allora si parla di "ottimizzazione dei percorsi" e ho spiegato la differenza fra uno e l'altro. In uno è possibile ottimizzare i percorsi, nell'altro non è possibile, perché la parte nuova è solo l'ampliamento ad est; l'altra parte, per quanto possa essere ristrutturata, ha una struttura portante che non si presta. Attenzione, questo rispetto al futuro è un risparmio enorme di denaro, si dice sempre: "è inutile che voi vogliate l'ospedale nuovo, intanto ogni 10 anni anche l'ospedale nuovo, i medici arrivano con altre esigenze e ci chiedono di trasportare le cose", ma su questo vedremo cosa capita adesso a trasportare i vari reparti. Nell'ospedale nuovo - dice il progetto - si realizzano "partizioni interne smontabili prive di funzioni portanti, onde consentire il massimo della flessibilità interna da realizzarsi con costi contenuti in funzione delle future esigenze di riassetto organizzativo e funzionale". È chiaro che se ho questo enorme spazio e faccio delle divisioni secondo la struttura attuale, e poi fra una settimana mi rendo conto che l'ufficio del collega Comé è troppo piccolo, facilmente sposto le partizioni interne, perché sono smontabili e prive di funzioni importanti: questo consente la flessibilità della struttura.

Ora chiediamoci se la Radioterapia è una struttura flessibile capace di adeguarsi, chiediamoci se la struttura dell'intero ospedale che è tutto fatto con corridoio che fiancheggerà le camere, possa diventare una struttura flessibile e capace di adeguarsi. Non può, ma non perché sono cattivi, quello era un modello bellissimo negli anni '40, ma oggi non è più adatto! Mi si dice: "è bello, vuoi mica buttarlo giù..."? Questo è un altro problema, che poi vedremo, credo che il collega Sandri interverrà su questo, altrimenti interverrò io, in un secondo intervento, perché non posso dire tutto adesso.

I costi li vediamo dopo, perché è quello che sembra essere l'argomento più debole, in realtà è il più forte. Ma se vediamo i punti di forza fra il nuovo e il vecchio, anche qui, così come sono scritti sullo studio, i punti di forza sono maggiori nel nuovo, perché qui come qualità di struttura non c'è confronto, ecco, vicinanza agli utenti, qui sarebbe interessante capire quante persone di Aosta vanno a piedi all'ospedale. Quando ci sarà uno studio serio sui flussi degli utenti che vanno a piedi all'ospedale, posso capire questo, ma devo confrontarlo con la possibilità per chi non è nel centro storico di Aosta di avvicinarsi all'ospedale. La sottoscritta che si muove sempre a piedi, ma dovendo accompagnare una persona anziana all'ospedale, non va a piedi, va con l'auto. Che l'ospedale sia in Viale Ginevra o sia appena fuori Aosta, devo sempre prendere un mezzo privato o pubblico, perché solo i giovani e chi vive vicino all'ospedale può andare a piedi, gli altri... ditemi voi come fanno a farlo!

Difficoltà e disagio nella gestione dei cantieri: qui è chiaro che il disagio nella gestione dei cantieri nel nuovo ospedale, non c'è e nel vecchio c'è, e qui sarebbe interessante capire tutta la modalità dei trasferimenti. Disagio: qui sono indicate le fasi di intervento per l'ampliamento ad est. Prima fase: solo parcheggio a sud, e va bene; seconda fase: si fa la cosa nuova, e gli utenti non hanno alcun disagio, loro sono chiusi lì e non hanno alcun disagio con un cantiere prima a sud e poi ad est; terza fase, si collega l'ingresso con la pianta ambulatoriale quindi si fa il collegamento, ma prima bisogna fare un ingresso provvisorio. Nella quarta fase si ristruttura il fabbricato "C", quello delle Chirurgie, poi c'è il trasferimento dal "Beauregard" al nuovo, e poi c'è la quinta fase di lavoro di ammodernamento, in cui si ristruttura il vecchio edificio "Mauriziano", ma... dove vanno gli ammalati in quella fase? In tutte le fasi abbiamo questi lavori che durano, in base al cronoprogramma, 10 anni; ma abbiamo visto come vanno i lavori all'ospedale quando gli ammalati sono dentro e quando bisogna continuamente far convivere questi lavori con gli utenti... non abbiamo sacchi di patate, ma persone, per di più sofferenti!

L'altro confronto dice: incremento di flussi di traffico con interventi già programmati. Qui il nuovo ospedale va bene, ma gli altri non vanno bene; gli interventi già programmati... occhio a questa parola... sono quegli interventi che il Comune di Aosta ha programmato, che sono per la viabilità generale, ma non sono per quell'area. Intanto non è neanche chiaro se in questi interventi già programmati... c'è un elenco, sono solo in Via Adamello, alcune vie qui, ma non la circonvallazione a sud, neanche!

L'accessibilità rispetto agli assi viari regionali e all'eliporto, allora qui c'è da chiedersi se era così importante avere l'elicottero dove c'era il Pronto Soccorso, tant'è vero che l'allora Assessore Vicquéry voleva costruire una piastra sopra l'ospedale, e poi non è stato possibile. Adesso non è più così urgente avere l'elicottero a 2 passi! Adesso va bene che sia più lontano! Tutta questa urgenza di salvare la vita alle persone c'era quando si voleva mettere lì l'eliporto; non si è potuto fare, si dimentica che era urgente! Non so se sia urgente, non tocca a me dirlo, ma se è una cosa urgente e andava fatta allora, va fatta anche adesso. La disponibilità delle aree: qui va bene, sono disponibili all'ampliamento, certo, perché là bisogna espropriarle, però questo è possibile quando c'è un forte interesse regionale, ma torneremo sui costi con la legge sugli espropri.

Coerenza con gli investimenti già attuati e programmati... e qui, chi era in commissione, è stato chiarissimo quando abbiamo chiesto come mai non erano stati presi in esame tutti questi problemi; loro ci hanno risposto: "qui c'è una via già tracciata, noi dobbiamo solo seguirla". Non hanno detto: "ci è stato chiesto di analizzare le 2 ipotesi e confrontarle". No, hanno detto: "noi dobbiamo lavorare su questi costi e sui dati che ci hanno fornito". Per esempio, rispetto a questi punti di forza e di debolezza, non c'è nulla che riguarda la qualità del lavoro che si fa dentro, nulla che riguarda l'organizzazione del lavoro, nulla che metta in rapporto il diverso tipo di qualità di lavoro che sarebbe possibile. Io chiudo, preferisco fare il secondo intervento dopo, perché mi riposo un momento.

Presidente - La parola all'Assessore alle attività produttive e politiche del lavoro, La Torre.

La Torre (FA) - Intervengo volentieri su questo argomento, perché ritengo che sia un modo per interpretare quello che si intende oggi per fare politica e amministrazione.

Si dice che forse la nostra democrazia è matura, forse anche la nostra autonomia è matura, ma credo che stia emergendo da questa maturità che fra il fare e dare risposte ai cittadini o non fare, vi è una terza via: quella del discutere. Questo è evidente, perché ad un'idea si contrappone un'idea, a un progetto si contrappone un altro progetto e perché un'idea sia meglio dell'altra è tutto da discutere, e perché un progetto sia completo, e chi mai definisce quando un progetto è completo, il fatto è che tutto questo apre un immenso dibattito che non produce risposte ai cittadini. Sul giornale di oggi, in prima pagina, Massimo Gramellini dice: "Politica fai da te, perché a questo ormai ci troviamo" e dice: "Era dunque questo l'approdo inevitabile della cattiva politica che costa molto, produce poco e non si fa capire?". Ce lo diciamo sovente, l'uomo è al centro della nostra azione in tutte le sue manifestazioni: la casa, la famiglia, il lavoro, la salute; ci riempiamo la bocca di questo, io ci credo come ci credono anche altri, poi, di colpo, diventiamo tutti autoreferenziati.

Ho sentito uno squisito intervento della collega Squarzino, un intervento tecnico, quindi automaticamente mi dà la sensazione che lei si senta sufficientemente autoreferenziata da poter fare un intervento tecnico, ma il concetto è che ormai tutti si sentono autoreferenziati per poter dare la propria sensibilità su ogni argomento. Mi chiedo se avessimo un cartomante eletto in Consiglio, se dovessimo sottoporre le nostre azioni anche al giudizio delle carte, perché quelle sono le sensibilità e guai a non tenerne conto! E poi non bastano le sensibilità dei Consiglieri, ormai sono autoreferenziati anche i funzionari, perché non è che se un quadro politico dà un indirizzo politico, la questione poi è decisa, ma ci sono anche i funzionari che nel loro piccolo fanno politica, e allora si riapre e si discute tutto, magari si discute dei servizi fondamentali e primari come l'acqua, come il gas al Comune di Aosta e in altri 19 Comuni, dove magari un funzionario dice la sua e cambiano le cose, e via così, dove magari non si può fare il "Palatenda", perché poi anche se si decide, comunque bisogna ridiscuterne sotto altri punti di vista perché sono anche quelli autoreferenziali... e via così, a scendere fino ad arrivare ai fantomatici interessati, a comitati, non lo so, si parla di casinò, ma non si può fare un piano di rilancio del casinò perché magari c'è il comitato dei lavoratori di passaggio del casinò e se scendono anche quelli in protesta, allora magari non si può più decidere. E via così, in caduta, tutto, il contrario di tutto, per arrivare all'atto finale, l'atto più clamoroso - ed entro nell'argomento, la legge n. 147 - che in questo caso assolutamente non si giustifica, deresponsabilizzazione: noi ci vogliamo deresponsabilizzare delle nostre competenze e del nostro dovere, poi parleremo dei costi della politica come si misurano, e arriviamo al punto di teorizzare che le scelte che ci competono e di cui abbiamo i dati, le competenze, le informazioni, devono essere date ai cittadini che non hanno né i dati, né le competenze né le informazioni.

Se non siamo in grado di decidere noi che siamo a conoscenza di tutto quello che comporta un impegno che si deve assumere in merito alla scelta di un ospedale, come può un cittadino decidere se non su una scelta di tipo emotivo o se tirato per la giacca dalle controparti, che evidentemente ci possono essere. Cosa vogliamo creare: confusione, vogliamo dividere i cittadini, vogliamo imporre ai cittadini di scegliere quello che non siamo capaci di fare? Questo è il costo della politica, non è lo stipendio dei Consiglieri il costo della politica! Lo stipendio dei Consiglieri è relativo a quello che loro sono in grado di produrre, perché uno stipendio può essere poco o tanto in funzione di quello che tu sei capace di dare alla tua comunità; quindi il costo non è lo stipendio, è l'impegno e l'assunzione delle responsabilità che dobbiamo prenderci, e non è certo per non fare che siamo qui, e non è per riaprire una discussione, ed entro anche nel merito dell'ospedale, che è stata aperta qualcosa come 18 anni fa, nel 1989, perché se questa è la modernità della politica e che porta alla confusione e al "fai da te", credo che su questa cosa qualche piccola riflessione dovremmo farla!

Parlare dell'ospedale vuol dire avere il coraggio di ragionare sulle proprie linee di comportamento. Questa discussione è stata aperta nel 1989, quando si decise di mettere mano al "Mauriziano" di proprietà del "Mauriziano", e decidere poi se ristrutturarlo o cosa fare. All'epoca sostenni, da Sindaco di Aosta, che prima di ragionare sul ristrutturare questo ospedale, valeva la pena fare un ospedale nuovo: non ebbi molta "audience", la politica al contrario diede risposte negative; io, con la caparbietà che mi è propria, continuai la mia azione fino a convincere l'Assessore Beneforti a dare uno studio di fattibilità per la realizzazione di un ospedale nuovo individuandolo nelle aree di Saint-Christophe e aree limitrofe. Tutto questo poi cadde nel vuoto, perché non è che i "Verdi Alternativi" o chi c'era all'epoca si schierarono, fecero una battaglia clamorosa, eppure l'esigenza era la stessa! Mi diventa difficile non cogliere questa vena di non voler fare che c'è in interventi anche come il tuo, Dina, non ti offendere, che sono interventi che possono dire tutto e il suo contrario, perché sul mettere la sala operatoria a destra o a sinistra potremmo disquisire delle ore e forse anche ragionare con delle persone competenti - io non lo sono, non credo neanche te - e non credo che sia quello il problema: il problema è politico!

Il problema è quello di ragionare in termini di risposte che si devono dare ai cittadini, di muoversi in funzione degli obiettivi che ci si vogliono dare. Allora credo che le risposte debbano essere di 2 tipi: politiche e amministrative. Cosa credo che sia una risposta politica? Una linea di demarcazione. Non si può ballare da una maggioranza all'opposizione a seconda delle convenienze politiche o delle demagogie che si vogliono seguire: o ci si schiera da una parte politicamente o dall'altra...

(interruzione della Consigliera Squarzino Secondina, fuori microfono)

... di questo ti do atto, non sto parlando mica solo con te, guardo te perché ho simpatia nei tuoi confronti. Esiste una linea di demarcazione che è quello che la gente deve capire, perché è solo attraverso una chiarezza delle posizioni politiche che la gente può identificare un soggetto a cui chiedere delle risposte, e questo soggetto poi deve dare delle risposte conseguenti e noi, come "Fédération", ci teniamo su questo passaggio. La nostra posizione deve essere molto chiara, così come invito anche i colleghi dell'"Union" e di "Stella Alpina" a farlo, noi siamo insieme, abbiamo fatto una scelta politica di costituire una maggioranza tra "Fédération", "Union Valdôtaine" e "Stella Alpina", ed è una scelta politica questa e questa maggioranza pretende di governare.

Faccio una sollecitazione al Presidente: non si preoccupi, Presidente, la governabilità lei la deve avere e ritengo che con la governabilità debbano essere prese delle scelte in modo chiaro e le risposte devono essere date in modo chiaro ai cittadini. Qualcuno ci accusa, in questi giorni, che stiamo facendo una campagna di acquisti, ma non è così! Noi abbiamo un progetto che guarda alla governabilità per dare le risposte: ecco perché in questo quadro di confusione di questa moderna democrazia della confusione, chi comincia a prendere delle posizioni chiare è premiato anche attraverso la capacità di aggregare; perché è attraverso questo che passa il concetto della nuova politica, di una politica partecipata, ma chiara, e non delle scelte confuse, sempre riaperte e su cui si torna da 18 anni!

Ma è possibile immaginare in tutti quelli che ho definito prima i "fantomatici interessati", che dobbiamo subire l'incapacità di agire su altri argomenti come per esempio il problema dei rifiuti? Dobbiamo sentirci spiegare qui da Grillo che c'è un grosso problema dei rifiuti, dopodiché devo sapere da lui che la cosa peggiore che esiste in termini di inquinamento sono le discariche a cielo aperto? Devo sentirmi fare da lui una lezione, sempre con lo stesso ragionamento dell'autoreferenziarsi, perché qui, ogni persona che si alza al mattino, viene a spiegarci quello che dobbiamo fare, e poi alla fine sentirmi dire da Grillo - su questo siamo d'accordo - che non c'è niente di peggio che una discarica a cielo aperto! E io poi non devo essere in grado di decidere? Rivendico come forza di maggioranza il diritto di poter decidere, di dare delle risposte e di sottomettermi al giudizio dei cittadini che con il voto, non con i referendum, mi possono premiare o bocciare, e credo che questa maggioranza debba alzare la testa e tirare fuori gli attributi proprio per dimostrare che ci siamo!

Il lavoro che stiamo facendo con il nostro progetto, è quello di dare più solidità; stiamo cercando, come "Fédération", di recuperare anche dei valori di tipo politico, come i valori socialisti che mi appartengono per esempio, e lo dico con fierezza, ed ecco perché ringrazio molti dei compagni socialisti che si stanno riavvicinando a "Fédération" e con cui abbiamo intrapreso un dialogo, perché in questa direzione si va, non campagna acquisti, ma progetti politici per dare stabilità e solidità a delle scelte di governo, che devono vedere poi concrete risposte ai cittadini! Se abbiamo questa chiarezza politica, e l'abbiamo, dobbiamo avere la chiarezza politica di dirlo già adesso per il 2008, senza incertezze e senza paura di esporci su delle posizioni di questo tipo, perché è sulla scelta della qualità e dell'eccellenza che la Regione può uscire da questo momento di difficoltà, se l'uomo è veramente al centro, la sanità è uno dei punti fondamentali su cui dobbiamo cercare l'eccellenza e la qualità. Ecco che allora le scelte amministrative in una chiarezza politica che rivendico, e dicevo prima, Presidente, non abbia paura di chiedere la governabilità, lei ce l'ha perché ha una maggioranza e la maggioranza deve marciare compatta su un argomento di questo tipo e dare poco spazio a un confronto volutamente fuorviante e assolutamente non dare alcuno spazio a chi vuole demandare ad altri. I referendum hanno validità e importanza, ma in questo caso è una deresponsabilizzazione della classe politica che non accetto; pretendo di voler decidere in quest'aula se fare o non fare! E la mia posizione è chiara: è per fare. Se poi qualcuno è per rinviare, se ne assuma la responsabilità!

L'Amministrazione non può essere che una conseguenza di posizioni politiche chiare. Certamente l'Amministrazione può richiedere partecipazione, e io ho sempre sostenuto e creduto nella centralità del Consiglio e ho sempre creduto che all'interno di quest'aula si debbano affrontare i problemi, d'altronde, se non abbiamo una chiarezza politica, non possiamo pretendere di avere un'azione concreta sulle politiche di bilancio, perché una posizione politica chiara è la premessa per agire concretamente su delle politiche di bilancio. Mi rivolgo ai sindacati: io stesso ho approvato la linea che richiama alla concertazione da parte dei sindacati, è giusto; una concertazione che però veda una coesione sociale, perché è inutile traguardare i problemi ognuno dal proprio punto di vista cercando di tutelare solo la propria posizione, questo non risolve il problema di una collettività! Vogliamo rispolverare la parola "collettività"? Vogliamo ridare un senso a cosa vuol dire una collettività e affrontare un problema sotto l'obiettivo della collettività? Ognuno deve essere capace di sacrificare qualcosa del proprio punto di vista e di contribuire al risultato nell'interesse della collettività: questo vuol dire amministrare e conseguentemente avere una politica chiara, questo vuol dire non mettere i cittadini in condizione di fare la politica "fai da te".

Non solo mi ritengo assolutamente contrario alla proposta n. 147, ma ritengo che sia un esempio di moderna politica di confusione, che tende a deresponsabilizzare ancora di più una classe politica - cosa che rifiuto -, ma soprattutto ritengo che dobbiamo avere il coraggio di dibattere, qui, le scelte fondamentali della nostra collettività, partendo dai servizi di base. I servizi di base sono l'energia, l'acqua, il gas e anche la sanità e quindi la salute, che sono gli elementi alla base di ogni vivere democratico e civile. Ritengo che la scelta di potenziare questo ospedale, che di fatto si può definire in parte un nuovo ospedale parallelo all'esistente, quindi di ottimizzare, potenziare, creare una struttura ospedaliera che entri nell'ambito dell'eccellenza del settore sanitario, credo sia una scelta doverosa verso i cittadini, per mantenere quello standard di qualità che in questa Regione finora è stato mantenuto.

Per concludere, sicuramente saremo contrari alla proposta n. 147 di iniziativa popolare.

Presidente - La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (GV-DS-PSE) - Il y a en français un mot qui exprime très clairement la position qu'a exprimée M. La Torre: "c'est la trouille", la paura. La paura che su un tema su cui palesemente la maggioranza è in grande difficoltà possa emergere del dubbio sulla posizione di servo fedele di "Fédération". Non si spiegherebbe diversamente un atteggiamento così banale, volgare per certi aspetti, perché almeno poteva utilizzare l'espressione che c'è stamani sulla Gazzetta dello sport, i tagli a tira fuori i campioni.

Lei ha detto che la maggioranza deve tirare fuori gli attributi; credo che questo sia il segnale della vostra difficoltà. Prendersela con i cittadini: i cittadini non sono capaci di capire se un esproprio a 50 € di un terreno agricolo è una cosa seria o è una "baggianata", se una camera da 24 metri quadrati è meglio o peggio di una da 18? Lei rende ai cittadini i pieni diritti solo nelle elezioni politiche, ma toglie loro il diritto al referendum, ed è uno sport molto diffuso. Qui ci si dovrebbe preoccupare delle cose che ha detto l'Assessore La Torre, perché esprimono un sentimento grave nei confronti dei diritti dei cittadini e delle istituzioni della nostra Regione. Questi referendum, come altri, sono un diritto dei cittadini, sono garantiti dalla legge, non volerli affrontare è non molto diverso da ciò che è stato fatto una quarantina di anni fa, quando si mise il "fil di ferro" per impedire che il popolo cambiasse le maggioranze.

Il problema grave di questo momento è stato espresso proprio dal collega La Torre: i cittadini sono delle persone a libertà limitata e ce lo ha spiegato con dovizia di particolari. Credo che "la trouille", la paura del collega, siano forti; ha dovuto, evidentemente su richiesta, perché non mi è mai sembrato in questi anni che si sia particolarmente interessato di ospedale, fare la dichiarazione di obbedienza: la dichiarazione di obbedienza al Papa, la dichiarazione di obbedienza alla Chiesa, la dichiarazione di obbedienza alla maggioranza! Evidentemente i vostri problemi interni sono più significativi di quelli che vorreste far vedere e lo ha detto lei stesso; su un tema come l'ospedale, dice, non dobbiamo avere paura, abbiamo la governabilità, ma... chi ha la governabilità, mica ha bisogno di andare a richiederla? Ce l'ha! Se una cosa ha senso farla come l'ospedale nuovo, o la ristrutturazione dell'ospedale vecchio, si fa! Se non si riesce a fare, è perché c'è qualche problema!

Non voglio richiamare grandi temi, mi dispiace che non ci sia l'Assessore alla sanità... almeno quello non sarebbe male che ascoltasse gli interventi dei Consiglieri, visto che è un tema che lo riguarda personalmente! Comunque ci sono grandi temi che non vanno avanti: per esempio il tema del collegamento Aosta-Martigny, non dico che sia sbagliato, ma se dal 1989 ad oggi, malgrado ci sia un accordo generale della Valle d'Aosta, quel tema non ha fatto un metro, vuol dire che dei problemi ci sono. Se la mitica ristrutturazione dell'ospedale a sud o ad est non va avanti è perché non sta in piedi dal suo punto di vista.

Credo che si debba ricordare un compagno di partito del collega La Torre, che fece una grande battaglia, molti anni fa, sul tema dell'università: Liborio Pascale. Nel 1985-1986 presentò in quest'aula una serie di proposte per l'università. All'epoca ci fu uno schieramento molto ampio, contrario a questo progetto; oggi l'università è una realtà di tutti ed è una grande ricchezza della Valle d'Aosta. Credo che sull'ospedale nuovo siamo nelle stesse condizioni, è una cosa inevitabile e solo bisogna far capire alla maggioranza degli eletti che di questa inevitabilità prima si prende atto meglio è.

Perché è inevitabile l'ospedale nuovo? È inevitabile perché lo dice la relazione generale dello studio di fattibilità previsto dall'articolo 3, comma 3, della legge regionale n. 21/2004 e dell'atto di Giunta n. 857/2006 sull'ammodernamento delle strutture ospedaliere in unico Presidio, Assessorato della sanità. In questo testo, che ci è stato distribuito a maggio e poi vorremmo chiedere all'Assessore che strada ha percorso da gennaio a maggio, visto che è stato consegnato a gennaio 2007 - come "Finaosta" ci ha confermato -, e se dal gennaio 2007 a maggio ha avuto delle revisioni o altre cose, in questo studio si fa una bella analisi, e qui bisogna fare un grande ringraziamento al progettista all'ing. Vitani e al prof. Campolongo che ha fatto la valutazione dell'insediamento, perché il progetto è molto bello. Permettetemi di entrare nello specifico, questo è un problema politico e non tecnico, per cercare di capire cosa dice lo studio.

Rispetto all'ospedale nuovo le considerazioni conclusive recitano: "Rispetto agli orientamenti programmatici il PTP, l'area Amérique, che è l'area che è stata identificata dallo studio, non presenta particolari orientamenti programmatici a livello regionale. per quanto riguarda il PRG è necessaria una variante in quanto quella è una terra agricola. Per quanto riguarda l'approvvigionamento capillare, forse occorre stendere l'attuale rete idrica comunale e c'è da fare un'importante opera che è fare una vasca di raccolta delle acque". Poi si parla della depurazione: "Non ci dovrebbero essere problemi per la rete di raccolta reflui al sistema unitario, in quanto c'è già il depuratore del consorzio di Saint-Christophe-Aosta-Quart". Per quanto riguarda l'accessibilità dice letteralmente: "... presenta scarse criticità, è garantita una buona accessibilità a livello regionale per la presenza dello svincolo autostradale, requisito rilevante per una struttura sanitaria di livello regionale, cosa ben diversa è accedere a Via Parigi e Via Roma, dove insiste per molte ore del giorno un traffico importante e si formano numerose code con difficoltà dal territorio regionale di accesso al centro città. Il rischio aeroportuale è confinato in una zona marginale dove non si intende costruire, le distanze minime sono state rispettate...", eccetera, cioè la localizzazione non mostra alcun difetto, si può tranquillamente fare questo insediamento.

Tanto per paragonare, visto che il paragone non è stato fatto in maniera lineare, dal punto di vista di Aosta nello stesso studio si dice che ci sono delle grosse problematiche per quanto riguarda la chiusura di Viale Ginevra, si prevede un interramento dell'asse Via Roma-Via Parigi (4 lire...), occorre costruire delle nuove bretelle di scambio fra Via Saint-Martin de Corléans, Viale Federico Chabod e l'asse Via Roma-Via Parigi (anche questo sono noccioline...), potenziare l'asse sud..., quindi abbiamo molte criticità che si vanno ad aggiungere a due criticità: da un lato, abbiamo una zona agricola senza rumori con l'aria pulita; dall'altra, abbiamo una delle aree nella mappa del rumore di Aosta a più alta intensità di rumore. Dove qualcuno, ancora oggi, pensa di costruire il mitico "triangolo", abbiamo dei decibel che sono superiori a tutte le soglie accettabili per l'edilizia residenziale - non per l'ospedale - e in termini di inquinamento vi lascio ai dati dell'ARPA e vi renderete conto di che diversa aria si respira a Viale Ginevra piuttosto che in Località Amérique.

La cosa carina è proprio il progetto di ospedale che è stato fatto. Abbiamo un unico disegno che ci è stato messo, per cui non esiste per il progetto nuovo alcuna immagine in verticale, mentre per quello ad est abbiamo tutte le piantine oltre a splendidi scorci in verticale, anche qui, abbiamo utilizzato 2 metri e 2 misure; però è interessante leggere i dati tipologici importanti dell'ospedale: il progetto del nuovo ospedale si presenta come una struttura a pianta quadrata, costituente la piastra, da cui si dipartono per 4 piani 6 bracci, che contengono i moduli di degenza. Questa configurazione particolare consente uno schema architettonico semplice, compatto, che favorisce l'individuazione delle funzioni, degli accessi, dei percorsi, delle destinazioni e che garantisce la corretta separazione fra attività e funzioni diverse; quindi abbiamo il top, ma il top per tutta la struttura. Nella ristrutturazione ad est, se va bene, avremmo un top solo per 30-40% della struttura e già adesso emergono palesi contraddizioni: 2 blocchi operatori, 2 Radiologie, eccetera.

Guardiamo ancora l'ospedale nuovo: i moduli di degenza sono previsti a manica quintupla con doppio corridoio, questo vuol dire che c'è un doppio corridoio, fra i 2 corridoi ci sono i servizi, la presenza degli infermieri e le due serie di camere al lato dei 2 corridoi. Questa è una struttura adottata in quasi tutto il mondo, perché è la struttura che meglio consente lo sfruttamento dello spazio, mantenendo una compattezza e una riduzione dei percorsi. Premesso che nella ristrutturazione ad est si potesse fare qualcosa nei nuovi reparti, di certo tutti i vecchi reparti con questa tipologia non avrebbero nulla a che vedere. La compattezza della struttura - dice lo studio - consente di ridurre sensibilmente le percorrenze del personale non superiori a 20 metri fra il posto infermieri e il posto letto più lontano. Questo lo capiscono tutti i cittadini, non c'è bisogno di avere una laurea in igiene sanitaria! Se l'infermiere, nel posto più lontano, ci mette 20 metri è chiaro che arriva prima al letto del paziente, cammina di meno, è più contento lui, ci sono meno sprechi di tempo ed è possibile anche una politica di contenimento degli sprechi dal punto di vista del personale che favorisce una riduzione dei costi.

La camera di degenza è uno dei grandi punti forti di questo progetto; la conformazione delle camere di degenza dotate tutte di un'ampia superficie, più di 12 metri quadrati a letto, ma soprattutto per la disposizione dei letti consente di eliminare il disagio della tradizionale disposizione a 2 letti affiancati, migliora la privacy, consente di attribuire un servizio igienico proprio per ciascun posto letto. Credo che queste siano piccole grandi cose che vadano in ampio contrasto con la realtà di oggi: i cameroni a 6 posti letto dell'Ortopedia esistenti ancora oggi, ma come si potranno trasformare in camere, non dico di questo livello, ma paragonabili a questo livello? Ovviamente facendo delle camere lunghe e strette, perché quelle sono le finestre e quelli sono gli spazi.

Facendo un riassunto delle caratteristiche positive di questo ospedale, arriviamo a pagina 129 a leggerle e immediatamente possiamo fare i paragoni con le caratteristiche dell'ospedale ad est. Concentrazione dei moduli funzionali della degenza sopra una piastra atta ad ospitare tutti i servizi di diagnosi e trattamento: tale scelta dipende dalla necessità dell'ottimizzazione dei percorsi. Se abbiamo una struttura fatta nuova in cui i servizi sono alla base e le degenze sopra, con dei semplici movimenti verticali - ascensori - ci si sposta e si ottengono i risultati. Nell'ospedale di Viale Ginevra invece abbiamo un servizio a doppia "U", cioè ci sono alcuni servizi di base, però per le degenze tu devi andare sopra, scendere, attraversare, risalire, e questo significa gran perdita di tempo, di costi e grande occupazione di personale in occupazioni che di sanitario hanno poco, perché significa solo spostare sé stessi o degli ammalati.

È interessante vedere come fra i 2 progetti esista un'enorme differenza di spazi utili sanitari rispetto al posto letto: siamo a 55 metri quadrati per quanto riguarda l'ospedale nuovo contro i 45 metri quadrati della ristrutturazione, perché nella ristrutturazione ci sono spazi che non si riescono ad utilizzare, come corridoi immensi, strutture che non si possono demolire e che si devono riutilizzare, ma che appesantiscono la cosa. Non solo: abbiamo una serie di dati importanti, fra cui la differenziazione dei vari flussi per cui i visitatori, l'accettazione del Pronto Soccorso, gli ambulatori, il "DH" hanno ognuno flussi diversi, la concentrazione dei servizi generali e quindi consentono di garantire standard di tempi di percorrenza, di affidabilità adeguati; abbiamo previsioni per spazi per eventuali ampliamenti. Il dato fondamentale è che andiamo ad insistere un ospedale nuovo su 200mila metri quadrati di verde; dall'altra parte, abbiamo un ospedale vecchio parzialmente rinnovato che insiste su 40mila, cioè 1/5 dello spazio che si ha a disposizione nella situazione nuova.

Ancora: l'informatizzazione dell'intera struttura, l'automatizzazione dei trasporti pesanti e leggeri, la realizzazione di partizioni interne smontabili prive di funzioni portanti onde consentire il massimo della flessibilità interna, da realizzarsi con costi contenuti in funzione delle future esigenze di riassetto organizzativo e funzionale. Questa è una cosa che abbiamo detto molte volte, è uno dei dati fondamentali, tutto quello che è stato fatto all'ospedale di Viale Ginevra è stato fatto con il demolitore, con il simpatico rumore di cui parlava prima la collega Squarzino. I nuovi ospedali si fanno così: con partizioni interne smontabili, perché se domani cambiano le esigenze, si tolgono le partizioni interne e se ne mettono delle altre ed è risolto il problema senza polvere.

Un'altra delle caratteristiche fondamentali del nuovo ospedale è la definizione di una volumetria idonea a consentire sull'area la realizzazione di spazi esterni adeguati alle esigenze psicologiche degli operatori e dei pazienti, ad esempio il mantenimento di adeguate visuali sull'esterno, proprio come in Psichiatria che è a -12. E ancora: un elevato grado di illuminazione degli ambienti nonché la difesa dei rumori... Abbiamo quindi, qui, per la prima volta, un progetto di un ospedale molto chiaro, un progetto che risponde a tutte le esigenze che ci aspettiamo dall'ospedale, che non ha alcuna controindicazione dal punto di vista del posizionamento e che ha tutta una serie di positività dal punto di vista della qualità rispetto all'ospedale ristrutturato.

Questa è la politica: andare a vedere quali sono le scelte qualitativamente migliori. Aggiungo altri punti: il primo è quello dell'Aeroporto. Questo è un ospedale per acuti, in cui non è così importante che uno possa andare a piedi, perché faremmo delle differenze fra il cittadino di Aosta e di altri Comuni. Il problema è che quando uno è nel momento del bisogno, che arrivi in ambulanza o che arrivi in elicottero, vi sfido a pensare se è meglio arrivare a "L'Amérique" o arrivare in centro ad Aosta! Da qualunque parte tu parta, se non parti proprio da Via XXVI Febbraio, da tutto il resto della Regione, le ambulanze arriverebbero 10 minuti prima a "L'Amérique" e dall'Aeroporto arriva prima attraversando la strada che non giungere fino al centro di Aosta! Dal punto di vista della qualità costruttiva, del posizionamento, dell'inserimento non c'è quindi discussione. Non teniamo conto dei costi che lì non ci sono, c'è un aggancio al sistema idrico di Quart e la necessità della costruzione di una vasca di raccolta acque; qui abbiamo l'interramento di Via Roma-Via Parigi, la costruzione di adattamenti fra Via Adamello e altre bretelle, il potenziamento della porta a sud... Ci dobbiamo chiedere allora se eventuali motivazioni potrebbero essere i costi, cioè questo è di qualità maggiore, ma non ce lo possiamo permettere.

Credo che dobbiamo renderci conto di cosa stiamo parlando in termini dimensionali. Stiamo parlando di 2 scelte che sono abbondantemente inferiori al "tesoretto" che abbiamo speso ieri con l'assestamento di bilancio, cioè una cosa che la nostra Regione si fa ad occhi chiusi nell'uno o nell'altro caso, però dobbiamo capire le motivazioni, le criticità e tutto quanto serve per riuscire a fare uno studio certo. Questo studio ha avuto un calo di qualità rispetto alla presentazione dell'ospedale nuovo abbastanza grave, perché sui costi qua non ci siamo! Diciamo che c'è stato un adattamento dei costi quanto meno superficiale, ma sulla buona fede di fronte a certi dati credo che qualche dubbio possa venire!

Alcuni dati, allora; dice: alla fine vediamo che costruire un nuovo ospedale costa 210 milioni, ampliare l'ospedale vecchio 145, la differenza è 65 milioni di euro... ragazzi, non ci siamo! Detto così, tutti noi abbiamo cominciato a dire: che abbiano forse ragione? Dice: va bene, è una bella macchina, a parte il fatto che tenuto conto del tesoretto speso ieri pomeriggio ci potremmo anche permettere una "Ferrari" senza guardare a 65 milioni di euro, potremmo permettercelo con l'avanzo di un anno un ospedale nuovo. Ma vogliamo fare i precisi, non vogliamo andare a vedere tutti i soldi che abbiamo buttato nella "Brambilla" o nel trenino di Cogne, per una volta... vogliamo fare i politici seri? Allora collega La Torre, i cittadini capiscono con facilità che il valore stimato dei terreni del Comune di Quart è 50 euro/metri quadrati, quindi si traduce in un costo per l'acquisizione dell'area di 10 milioni di euro. Falso! Perché se quelli della commissione avessero telefonato - come ho fatto io - alla dirigente che si occupa degli espropri avrebbero avuto la seguente sorpresa: terreno agricolo prato irriguo in Comune di Quart, nella parte bassa, se va bene sul mercato si vende a 6-7 euro a metri quadrati, i Valdostani di queste cose ne capiscono più di noi, ma dal punto di vista dell'esproprio c'è una norma regionale che consente di indennizzare bene i proprietari di questi terreni. Nel caso questi terreni siano proprietà di coltivatori diretti e che quindi abbiano diritto a tutte le indennità possibili e immaginabili dell'indennizzo dell'esproprio, l'esproprio avviene a 10,10 euro. Se non sono dei coltivatori diretti - e ce ne sono parecchi in quell'area che non lo sono -, l'esproprio avviene a 8,32 euro, il che significa che non arriviamo a 2 milioni di euro. Questo giochetto ha permesso di alzare di 8 milioni di euro la differenza fra l'ospedale nuovo e l'ampliamento... furbacchiotti!

La cosa peggiore è poi sui tempi, perché qua si mette un anno per fare l'esproprio, tra l'altro un anno in cui non si può fare nient'altro; nel cronoprogramma, salvo una piccola parte di... non si riesce a leggere, c'è un piccolo inserimento, ma di fatto per l'espropriazione ci va un anno. Lo stesso dirigente dell'Amministrazione regionale mi dice: se non ci sono aree edificabili, in un mese e mezzo l'esproprio si fa, perché il problema è quando ci sono delle aree edificabili il cui valore diventa arbitrario, aperto al mercato, difficile, ma se sono tutte aree agricole, in 2 mesi al massimo l'esproprio è fatto. Il cronoprogramma è quindi da rivedere o comunque ci teniamo questo periodo per dire: a costruire l'ospedale nuovo abbiamo dei margini che per l'ospedale ampliato non abbiamo.

In commissione abbiamo sottoposto questo problema e la risposta che ci è stata data dall'esperto che è stato scelto dall'Amministrazione regionale, che è un esperto di questioni fiscali, è un analista finanziario... dice: a noi questo valore lo hanno dato e abbiamo preso atto di quello che ci hanno dato; quindi è chiaro che qui c'è stata una forzatura evidente, però stranamente lo stesso discorso non è stato fatto con la città di Aosta. Alla città di Aosta, contrariamente a ogni regola prevista dalla Corte dei Conti, si dice: "voi l'area ce la date a valore zero! Non è possibile, perché se si fa un accordo di programma certo l'area che servirà per l'ospedale può essere trasferita alla città di Aosta, alla Regione a costo zero, ma in cambio la Regione deve dare qualcos'altro, perché il Comune di Aosta non può rinunciare a delle proprie aree che sono di proprietà dei propri cittadini. Hanno valutato questi "Signori" - con la maiuscola - euro 0 un'area di 8.000 metri quadrati con indice di edificabilità 5,4 metri cubi per metri quadrati, nel centro di Aosta. Allora io non ho avuto particolari tempi per poter fare un approfondimento, ma chiedendo a dei professionisti mi hanno detto che quella è un'area impagabile, perché essendo una delle pochissime aree costruibili rimaste ad Aosta, ha un valore molto alto. Comunque aree un po' meno pregiate nella città di Aosta sono andate via a 800 €/metri quadrati, il che significa che per 8.000 metri quadrati sono 6,4 milioni di euro, la Regione dovrebbe quanto meno predisporre dei parcheggi, delle opere pubbliche di un valore similare e questo non è pari a € 0. Se vogliamo fare un "tranchant", al posto di 6,4 milioni facciamo 6 milioni, la Regione dovrebbe riconoscere alla città di Aosta delle iniziative, dei progetti per un valore di circa 6 milioni e allora, aggiunti agli 8 milioni di prima, siamo a 14; quindi dei 65 milioni di euro che erano presenti come differenza siamo scesi a 51.

Il top arriva però con la valutazione dell'ospedale una volta reso libero, cioè quando costruiamo un ospedale nuovo, alla fine ci troviamo con un ospedale vecchio, nel centro di Aosta, che questi "Signori" valutano 5 milioni di euro. Ho detto in commissione - e lo ripeto qua - a livello privato sono disponibile a mettercene 7-8, è un'offerta non ritirabile che presento; so che in commissione il collega Stacchetti ha parlato di 9-10 milioni di euro, si può fare una gara, ma solo questo per dire che il valore di 5 milioni di euro si riferisce a 40.000 metri quadrati nel centro di Aosta, in larga parte ristrutturati, a norma e arricchiti da complessi tecnologici importanti come la meravigliosa centrale termica che ha, di per sé, un valore superiore a 5 milioni di euro.

Siamo così imbecilli, in questa Regione, che secondo questi "Signori" in un manufatto edilizio in cui abbiamo investito 55 milioni di euro secondo i dati dell'Assessorato negli ultimi 10 anni, il valore finale è 5! Ma come è possibile questo? È possibile perché avevano qua un indirizzo di dimostrare l'indimostrabile e hanno operato tutto il possibile per arrivare a questi valori. Come hanno fatto? Nell'unico modo possibile: preventivando delle demolizioni! Ma avete mai visto uno che dopo anni si ritrova una casa che gli viene restituita e gli dice: "tutta questa roba qua non mi piace, la demolisco un po', così riesco a guadagnarci meno a rivenderla"... ma siamo completamente impazziti! Abbiamo 40mila metri quadrati... a livello di commissione è emerso: ma quello tanto non ha così importanza... ma quando ottengo qualcosa da rivendere a livello immobiliare fino all'ultima goccia vado ad utilizzarlo.

Sapete qual è la valutazione fatta dai nostri "brillanti esperti" per questi 40mila metri quadrati? È di 125 euro/metri quadrati! Credo che in quell'area la valutazione sia ampiamente superiore ai 1.500 euro/metri quadrati sull'usato e fra l'altro ho fatto una verifica a livello di Conservatoria, sono stati registrati dei contratti recentissimamente da parte di importanti impresari della città di Aosta che hanno venduto degli immobili di tipo commerciale, di dimensioni significative, non così grandi, a 1.500 euro/metri quadrati denunciato al catasto in atto, poi quello che è effettivamente non lo so... Se diamo un valore di 1.500 euro a metri quadrati, arriviamo a 60 milioni di euro, allora il rapporto si inverte: non costa di più l'ospedale nuovo rispetto al ristrutturato, ma costa meno l'ospedale nuovo rispetto al ristrutturato, 9 milioni di euro in meno, e non sono andato a vedere cosa ci costa l'interramento di Via Roma-Via Parigi, l'adattamento di Via Adamello, i costi per l'apertura a sud, non ho preventivato altri costi che ci saranno sicuramente, perché la "testimonianza Limacher" è davanti ai vostri occhi, i cronoprogrammi di ristrutturazione non vanno nemmeno interpretati al doppio dei tempi che sono illustrati lì sopra, perché nemmeno nei tempi doppi ci stanno!

Oggi siamo in piena "fase seconda Limacher", che doveva essere finita 3 anni fa, quindi ponendo che non ci sono costi di altro genere, che per abbattere il rumore su Viale Ginevra non dobbiamo costruire niente, lasciamo i pazienti con il rumore che c'è adesso, viene a costare meno l'ospedale nuovo. C'è un'altra testimonianza per questo: il "Residence Mont-Blanc", a cui voi, dopo anni di deficit di questa società, avete permesso di restituire il mutuo alla "Finaosta" con 200mila euro e "rotti" di premio, nel senso di premio pagato a "Finaosta", è una struttura che è 1/10 dell'ospedale regionale, non ha alcun impianto di livello pari alla centrale generatrice dell'ospedale ed è in trattativa a 10 milioni di euro, e lo sapete "voi" meglio di noi, perché siete "voi" che avete rifiutato di comprarlo! Ora trattano con dei privati e le cifre sono su quei livelli e qui ci viene detto che scontiamo 5 milioni di euro per l'ospedale vecchio? Là dentro ci possiamo mettere l'Assessorato della sanità e liberiamo un bel palazzo in centro ad Aosta che vale tanto, possiamo metterci gli uffici dell'USL e risparmiamo tutte le attività che ci sono in Via Guido Rey, possiamo metterci la "RSA" di Gotrau che risparmieremmo 10 milioni... un altro progetto che non va avanti, perché non sta in piedi, perché è abbarbicato a una collina che non si sa bene se sta in piedi, e via dicendo!

Non esistono motivazioni neppure economiche sul fatto fondamentale che questo ospedale nuovo, non solo è di qualità molto superiore alla ristrutturazione, ma costa anche infinitamente meno... qui ce ne assumiamo la responsabilità! Certo! L'Assessore La Torre ha detto: "ci dobbiamo prendere la responsabilità", ma "voi" vi dovete prendere la responsabilità di fronte alla storia di avere "infognato" la Valle d'Aosta prima nella ristrutturazione a sud e poi nella ristrutturazione ad est, facendo spendere decine di milioni di soldi alla Valle d'Aosta per avere un cantiere aperto, per non avere una soluzione definitiva! Noi, se va bene e se continuassimo sulla vostra strada, fra 15 anni avremmo un ospedale vecchio, perché avremmo dei reparti che sono stati costruiti nel 1940 e che nel 2020 avranno 80 anni, ristrutturati, straristrutturati, gli faremo il "lifting", ma sempre ristrutturati sono! Invece la Valle d'Aosta merita di avere un ospedale nuovo che nel 2020 sia nuovo e che possa andare avanti fino al 2040, fra l'altro giusto il periodo che spero di averne bisogno in modo diretto, che abbia le funzionalità giuste rispetto a quell'attività.

Bisogna tenere conto del problema del cronoprogramma: il cronoprogramma dice che ci vogliono 7 anni per fare un ospedale nuovo, 7 anni per fare la ristrutturazione, e questo può essere. Già ho dimostrato che l'anno per gli espropri è molto abbondante, cosa che l'esproprio per la città di Aosta non è così semplice, perché c'è la procedura dell'accordo di programma che qua non è molto ben visto; ma se paragonate i 2 cronoprogrammi, quello dell'ospedale nuovo e quello della ristrutturazione... cosa compare? Che il grosso della ristrutturazione sono una serie di fasi conseguenti una dopo l'altra, perché prima costruisci i parcheggi, poi devi spostare, poi vai a costruire la parte nuova, c'è tutta una serie complessa di articolazioni del progetto; invece, quello nuovo, è semplicissimo: quando si fa la progettazione si parte e si finisce! Penso che 7 anni siano un tempo giusto, so che è stato fatto di meglio in Italia... a Lecce 3 anni, però ci hanno detto che è un ospedale privato, perché l'INAIL ha potuto utilizzare le procedure... ma stiamo pure sui 7 anni, ma sui 7 anni della ristrutturazione scommetto dove volete - e la cifra che volete - che non ci riuscireste mai e lo si può dire solo per lo studio "Limacher". Abbiate il coraggio di esporre la storia: per motivazioni varie sta di fatto che il cronoprogramma "Limacher" tanto difeso dalle forze politiche che oggi difendono l'ospedale ristrutturato, fa pietà" perché di date non ne è stata rispettata una nemmeno ai 2 anni, e la fase 3 che dovrebbe essere completata nel 2007, deve ancora cominciare! Se questo è il buongiorno, ho l'impressione che sia un cattivo giorno!

Una serie di considerazioni più politiche le farò nel secondo intervento, ma volevo chiudere questo primo intervento dicendo che non sempre è evidente che il far retromarcia su una posizione è segno di debolezza; talvolta è segno di intelligenza, e in questo caso sarebbe una grande prova di intelligenza di questa maggioranza rendersi conto che ci si è "infognati" per questioni varie in un terreno che non porta da alcuna parte, neppure alla ristrutturazione del vecchio ospedale!

Credo che ci sia la possibilità, tutti insieme, di mettere a punto uno studio vero, cioè di reintegrare questo studio che è stato fatto con una serie di domande che abbiamo già consegnato al Presidente della Commissione, in modo che si integri questa relazione sulla base di queste nostre osservazioni, che si cambi di quella commissione la presenza di 2 persone che hanno partecipato al progetto dell'ampliamento ad est e che non è corretto che debbano essere, loro, a paragonare i 2 progetti, e alla fine di questo lavoro ci renderemo conto di qual è la soluzione migliore per la Valle d'Aosta. Penso che questa sia una strada fattibile; su questa strada siamo disponibili a fare passi in avanti e a rinunciare a qualcosa delle nostre posizioni politiche.

Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina, per mozione d'ordine.

Squarzino (Arc-VA) - Sia ieri che oggi ci sono stati molti momenti in cui avrei dovuto intervenire prima, ma... meglio tardi che mai!

Presidente, nell'ultima riunione dei Capigruppo lei aveva posto un problema di correttezza nell'ambito dello svolgimento dei lavori fra la Giunta e i Consiglieri, e viceversa. La prego, Presidente, ogni volta che qualcuno di noi preso dalla foga usa espressioni non corrette e rispettose, di intervenire, perché credo che questo restituisca un po' di clima di lavoro al Consiglio. Sono stata molto contenta quando in commissione i vari esperti, che non erano abituati al nostro modo di lavorare, hanno detto: "per piacere un po' più di rispetto verso le persone". Chiedo che questo rispetto che il Presidente della V Commissione giustamente ha chiesto ai membri della Commissione stessa, il Presidente del Consiglio lo pretenda dai membri del Consiglio e della Giunta!

Presidente - Non sempre, da qui, sento tutto quello che viene detto in aula, specialmente se fuori microfono, ma posso assicurarle tutta la mia attenzione nel caso che vi siano parole o interventi non decorosi al prestigio di quest'aula. Quando li sento, mi trova attento a far rispettare il decoro di quest'aula e al rispetto dei Consiglieri, del loro ruolo e della loro funzione.

La parola al Consigliere Comé.

Comé (SA) - Quando la questione è il dibattito su un tema che riguarda la sanità da parte del Consiglio vi è una grande attenzione, ma l'attenzione è avvertita anche dalla popolazione e ritengo, fin da subito, esprimermi in maniera chiara, a nome del gruppo, e vorrei sottolineare il lavoro che è stato svolto in V Commissione in questi mesi su questo tema.

Oggi siamo qui ad analizzare e ad esprimerci sulla proposta di legge n. 147; da alcune valutazioni su tale proposta voglio esprimere il parere negativo del gruppo della "Stella Alpina" e motivo il perché. Negativo perché su un tema così importante la decisione deve essere chiara e non prestarsi ad interpretazioni, non si può continuare a rinviare le decisioni. Siamo convinti che l'approvazione di tale legge, che dai contenuti sembra più una mozione di indirizzo che una legge, non potrà che far slittare nel tempo una decisione definitiva sull'opzione ospedale.

Vengo ai contenuti: l'articolo 3 del disegno di legge in questione demanda alla Giunta regionale di avviare uno studio comparativo fra le possibili localizzazioni del Presidio ospedaliero, delle relative ipotesi tecnico-progettuali per la realizzazione dell'opera, nonché di una valutazione della stima dei costi; quindi, dopo l'anno di studio, così è previsto in legge, ci si presenterà di nuovo al Consiglio per formalizzare un disegno di legge che è finalizzato alla costruzione del nuovo ospedale. Come viene evidenziato, altri anni di studio, valutazione della legge, prima di iniziare la concreta attuazione del progetto con tutti i tempi che conosciamo tutti concernenti le varie fasi di progettazione.

Lo studio di fattibilità previsto dall'articolo 3, comma 3, della legge regionale n. 21/2004 e dall'atto di Giunta n. 857/2006 relativo all'ammodernamento delle strutture ospedaliere in un unico Presidio, è stato già redatto a seguito dell'incarico conferito dalla Giunta a "Finaosta" in gestione speciale. Lo studio - e qui c'è chi critica e considera i tecnici tutti pilotati, c'è sempre qualcuno che è puro, mentre gli altri sono corrotti - si inserisce nelle procedure previste dalla legge n. 21 per tutte quelle opere di rilevante interesse regionale, che vengono poi sottoposte al nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici. Lo studio redatto dal gruppo tecnico di "Finaosta" è già all'esame del "NUV" e fra poco tempo, dopo la fase di analisi e verifica, verrà sottoposto all'approvazione del Consiglio, dove si dovrà fare la scelta definitiva, come stabilito dal comma 5, articolo 3 della legge n. 21. Risulta evidente che questa proposta di legge è ampiamente superata dallo studio comparativo, studio che fra l'altro potrà vedere eventuali integrazioni di studi, e questo lo si potrà fare nella commissione consiliare e in questo Consiglio, ma sempre uno studio che è stato commissionato e portato avanti.

Devo controbattere ad alcune affermazioni fatte dal collega Sandri, che ieri ha presentato una serie di richieste di integrazioni, ma non di sostituzioni di componenti, cosa che lui ha dichiarato e che non è assolutamente all'interno dei 2 fogli di richiesta per quanto riguarda le integrazioni allo studio. Questo si potrà fare, tant'è vero che le alternative di progetto prese in esame sono state l'ampliamento del Presidio ospedaliero di Viale Ginevra che potrebbe svilupparsi mediante l'edificazione di un corpo di fabbrica a sud o ad est, capace di svolgere le funzioni ospedaliere oggi rese presso il Presidio ospedaliero del "Beauregard" e dell'ex Maternità; l'altro studio è la realizzazione di un nuovo Presidio ospedaliero - fra l'altro ho sentito voci favorevoli da parte dei colleghi Squarzino e Sandri su quello studio del nuovo ospedale - con le funzioni che questo ospedale rende presso i Presidi ospedalieri regionali.

Ritengo che la scelta che verrà adottata dal Consiglio sullo studio "Finaosta" risponderà al 100% alle finalità esternate dalla proposta di legge in questione espresse all'articolo 1. Certo, ci sarà un miglioramento del sistema sanitario; certo, saranno convogliate in un unico Presidio ospedaliero le attuali strutture sanitarie per acuti, quelle del "Beauregard" e dell'ex Maternità, si avranno abbattimenti consistenti sui costi di gestione, cosa che viene chiesta nell'articolo 1 della proposta di legge.

Per quanto riguarda la razionalizzazione e il potenziamento dei servizi sanitari territoriali, questi sono espressi chiaramente nel piano sociosanitario approvato un anno fa, che esprime la volontà politica di questa maggioranza di guardare con grande attenzione al territorio. Nuovi interventi e azioni sul territorio dovranno essere ulteriormente potenziati per dare risposte talmente qualificate da creare una rete di servizi complementari all'ospedale in ambiti distrettuali e territoriali, in stretto rapporto con i Comuni e le Comunità montane, assieme a tutti i vari operatori che agiscono sul territorio.

Penso che, di fronte alla questione che stiamo discutendo, il cittadino senta fortemente la necessità di avere dei centri sanitari affidabili e sempre più vicini alla propria abitazione, in maniera da costituire un'alternativa credibile all'ospedale. Il cittadino deve avere un ospedale che si configuri come struttura in grado di rispondere efficacemente ai bisogni di salute della collettività dei singoli, ponendo al centro dell'attenzione il malato, attorno a cui deve ruotare tutta l'organizzazione ospedaliera. Un ospedale che, da un lato, sia in grado di mantenere ad alti livelli la qualità della vita e di cura dei malati e, dall'altro, sappia garantire efficienza ed economia gestionale e tutto questo non dipende solo dall'avere un ospedale nuovo. D'altra parte le ultime vicende di cronaca sanitaria alle quali abbiamo assistito in questi mesi lo dimostrano: il caso del nuovo ospedale pugliese a Castellaneta, che solo un mese prima dell'incidente era stato inaugurato in "pompa magna", ha messo in evidenza i punti deboli della gestione del sistema sanitario, tanto che lo stesso Ministro Livia Turco sta correndo ai ripari.

Per tornare a noi, abbiamo necessità di una struttura ospedaliera che tenda ad orientare sempre più i suoi interventi verso la fase acuta delle malattie, con la riduzione dei tempi di permanenza in ospedale, sia per i costi elevati che questo comporta, sia per contribuire a ridurre il disagio dei malati e dei parenti a causa di un ricovero prolungato. Caratteristica peculiare dell'ospedale è il contenimento del numero dei posti, che non costituiscono più l'elemento centrale per valutare l'importanza di una struttura, ma per contro avranno valore l'efficienza della struttura e l'organizzazione, l'efficacia degli interventi diagnostici e terapeutici, l'economia gestionale e quant'altro sia necessario per rendere il complesso ospedaliero adeguato all'evoluzione della scienza medica, della tecnologia e delle esigenze della società civile.

L'evoluzione della scienza medica, delle tecnologie, delle esigenze della società civile hanno oggi uno sviluppo così rapido che neanche un ospedale nuovo di zecca si potrebbe dichiarare esente da lavori di adeguamento; in parole povere, un ospedale è un cantiere quasi perennemente aperto. Ne è la prova l'Ospedale di Asti, inaugurato nel 2005, e oggi, a 2 anni di distanza, sono stati stanziati 8 milioni di euro per intervenire ad ammodernare alcuni reparti. Poi certamente è più flessibile rispetto all'Ospedale di Viale Ginevra, ci saranno minori disagi, ma ci sono comunque i disagi per la necessità di adeguamento e ammodernamento anche in un ospedale nuovo. D'altro canto mi sono fatto un quadro riassuntivo di quella che era la realizzazione degli ospedali costruiti negli ultimi 15 anni, ho analizzato con attenzione i tempi di attuazione degli stessi, ho guardato gli ospedali nuovi e quelli ristrutturati. Ho constatato che dallo studio e le diverse fasi di progettazione, dall'appalto, all'inizio lavori, poi i lavori, passano circa 8-15 anni - se tutto poi procede senza intoppi - prima di arrivare alla conclusione. Cito Como, Lecco, l'Ospedale "Alessandro Manzoni", per citare anche l'Ospedale di Ferrara, ed è uscito l'altra settimana un articolo dal titolo "L'ospedale degli sprechi, 250 milioni per farlo nascere vecchio", questa era la costruzione di un ospedale nuovo in una Regione dove la sensibilità per quanto riguarda la sanità è sempre stata elevatissima; eppure, con questo, vorrei sfatare nel dire che dove c'è la ristrutturazione i tempi non sono rispettati, là dove c'è l'ospedale nuovo si procedere con facilità, senza intoppi... abbiate la correttezza di dire che sia per l'uno che per l'altro si può incorrere in grosse difficoltà dal punto di vista della costruzione e della progettazione stessa!

L'unico che va in controtendenza pare sia l'Ospedale di Empoli, pare perché è vero che è da 3 anni e 1/2 in costruzione ed è in fase di ultimazione, ma oggi quell'ospedale è ancora un cantiere aperto e le previsioni parlano di fine anno per il termine dei lavori, ma se non ci saranno intoppi. Questo per dire che la "macchina ospedale" è complessa da gestire, costosa da costruire e, in modo particolare, da mantenere; non esiste l'ospedale tipo, esiste l'ospedale che offre cure efficaci ed efficienza gestionale. Questo lo sostiene l'arch. Roberto Palombo, pro-Rettore con delega all'edilizia dell'Università "La Sapienza" di Roma, in un'intervista rilasciata alcuni mesi fa a "Repubblica".

Negli ultimi 20 anni vi è stato un notevole impulso nell'edilizia ospedaliera, sono stati autorizzati 32 nuovi ospedali, 197 interventi di ristrutturazione e 149 interventi di ampliamento. Questi sono numeri che propendono di più sulla ristrutturazione e l'ampliamento rispetto alla costruzione del nuovo e riportando sempre le parole dell'arch. Palombo, egli afferma come a volte sia più indicato ristrutturare, perché lo spostamento di un ospedale è traumatico per l'intera utenza e il territorio. Questo lo sostiene nel decalogo l'esperto che aveva sottolineato prima la collega Squarzino di Renzo Piano, che sostiene l'importanza di mantenere all'interno di una città l'ospedale. Anche Ripa di Meana, direttore generale dell'USL di Piacenza, sfata il mito dell'ospedale nuovo. Difatti dice: "Noi abbiamo deciso di investire in un'opera di ristrutturazione e riqualificazione di 2 antichi ospedali, separati da un vicolo cittadino. Il vicolo è stato trasformato nella via unificante del complesso ospedaliero".

Vorrei soffermarmi sul lavoro svolto dalla commissione: concordemente con le forze politiche presenti in Consiglio, si è voluto pur essendo ampiamente superato il tempo previsto per legge per la valutazione e l'analisi della proposta di legge, continuare il lavoro di approfondimento della questione e tale lavoro si è esaurito pochi giorni fa con l'audizione del gruppo di lavoro di "Finaosta". Abbiamo colto dai diversi interlocutori la necessità di prendere una decisione rapida, tale da consentire la soluzione in tempi stretti per unificare le strutture ospedaliere oggi esistenti, ottenendo i benefici di gestione già menzionati. Sinceramente dalle audizioni poche sono state le voci che si sono dichiarate favorevoli ad un ospedale nuovo.

Ritengo importante portare all'attenzione del Consiglio le considerazioni e le volontà espresse in audizione da parte del Sindaco del Comune di Aosta e dei Sindaci dei Comuni limitrofi ad Aosta, perché sono stati citati nel disegno di legge. Il Sindaco di Aosta ha espresso - forte di una mozione presentata dai Capigruppo dei gruppi consiliari "UV", "DS", "Stella Alpina" e "Fédération Autonomiste", e votata dal Consiglio comunale - la volontà e l'opportunità di creare nel territorio di Aosta un unico Presidio ospedaliero, predisponendo un nuovo accordo di programma che preveda alcuni impegni bilaterali, in particolare constatato che l'ammodernamento dell'ospedale inciderebbe sull'assetto urbanistico, ha richiesto la riqualificazione dell'intera area urbana. Il parere dei Sindaci della "Plaine", richiesto in quanto il testo di legge prevede un'eventuale costruzione dell'ospedale su aree individuate nella zona vicina ad Aosta, è stato di assenso alla realizzazione dell'ospedale nel Comune di Aosta, e invece di indisponibilità a condividere tale proposta.

Noi chiediamo una cosa: che una volta fatta la scelta - ripeto scelta che dovrà fare il Consiglio a seguito dello studio di fattibilità - si proceda con grande celerità, perché abbiamo la necessità di avere un ospedale unico, capace di dare ampie garanzie di efficienza delle cure a tutti i cittadini, ottimizzando i servizi resi al paziente e diminuendo i costi per quanto ragionevolmente possibile. Su questo punto vorrei citare i dati di un'indagine ISTAT presentata lo scorso mese di marzo e pubblicata sulla rivista di sanità pubblica e "welfare". L'indagine è stata svolta sull'intero territorio italiano mettendo in luce la differenza di soddisfazione per il Servizio sanitario a nord e quello al sud. Al nord risulta che sono molto contenti del Servizio sanitario gli abitanti della Provincia autonoma di Bolzano (68%) seguiti da quelli della Valle d'Aosta (59,6%); questa penso sia la risposta più significativa nei confronti di chi accusa la nostra sanità additandola come un prodotto di sistema carente e insufficiente... e questo è denunciato spesso da quelli che sostengono in modo particolare la proposta di legge per l'ospedale nuovo, quando invece ci sono i dati positivi non li guardano con interesse... Spiace constatare che siano assenti dall'aula i sostenitori della legge, molto probabilmente più interessati alle loro strategie che a quelle dei cittadini! Visto che devo continuare, continuo, anche in assenza dei grandi sostenitori della legge! Questa - dicevo - penso che sia la risposta più significativa nei confronti di chi accusa la nostra sanità additandola come un prodotto di sistema carente e insufficiente. Certo, da parte nostra proseguiremo con impegno e presteremo attenzione, affinché possa esserci da parte dei cittadini valdostani una percentuale di gradimento e soddisfazione sempre maggiore.

Ospedale nuovo o ospedale ammodernato: tanti sono stati i momenti di confronto e tante le opinioni espresse dai cittadini. Ho avuto occasione di leggere l'articolo de "La Margherita" a firma di uno dei delegati del comitato promotore, che si intitola: "Cronaca di una decisione annunciata: ospedale tutto come previsto". E rimarca come la V Commissione consiliare, pur avendo avuto il merito di audire le diverse componenti politiche, sociali e sindacali - ma come dicevo prima, questi sono tutti acquistati dal potere -, si sia intruppata in quelle che sono le decisioni che vengono dal vertice. Per non essere intruppati, bisogna pensare come l'articolista - forse spinta più da questioni personali rispetto ad un'analisi sulle necessità della gente di tutta la Regione - o come alcuni degli altri promotori che seppure supportati da 6.200 firme, non rappresentano, ad oggi, la maggioranza dei Valdostani. Non posso accettare quando, in occasione di dichiarazioni su diversi temi oltre che su questo, si dica che vi è la volontà dei Valdostani su questo progetto e su altri, quando il consenso alla loro proposta si aggira sul 6-8%! Solo il referendum, quando otterrà il 50% + 1 dei consensi, potrà affermare che quella è la volontà della maggioranza, e noi, da parte nostra, non abbiamo timore di andare al referendum. Sapremo confrontarci e presentare alla popolazione valdostana la validità delle nostre posizioni.

Mi spiacerebbe vedere, nel caso in cui la popolazione valdostana esprimesse la volontà sulla nostra posizione, sentire che viene sostenuta l'idea che quelli sono voti espressi in un momento in cui manca la libertà e la democrazia. Sono consensi cioè ottenuti per le pressioni del potere, perché questa è la maniera di ragionare di "qualcuno". Chissà quale sarà la loro versione a seguito delle scelte sulla "TAV", sull'allargamento della base di Vicenza, sugli scaloni e scalini della riforma delle pensioni, e da parte nostra la posizione è stata chiara in momenti non sospetti, da ben prima che si iniziasse la raccolta delle firme per il referendum e prima che la "Stella Alpina" entrasse in maggioranza. È vero che quando una decina di anni fa si iniziò a dibattere sulla necessità di migliorare il servizio ospedaliero, il nostro movimento non scartò a priori l'idea della costruzione di un nuovo ospedale, reputando il "Mauriziano" una struttura superata. Ci fu, in quegli anni, una vivace dialettica in Consiglio suffragata da una petizione sottoscritta da oltre 8.000 cittadini, che sosteneva la costruzione di un nuovo Presidio. La Giunta affidò uno studio al dott. Limacher per valutare la fattibilità del progetto di ristrutturazione: da lì in poi si pose mano alle diverse fasi di ristrutturazione, impegnando i finanziamenti che sono stati erogati dallo Stato e dalla Regione. Nel 2005 il coordinatore del nostro movimento esternò la posizione del partito e vi cito un passaggio dove dice: "Non sosteniamo più l'idea del nuovo ospedale, ho già avuto modo di dire nel passato come ogni mattone che si investiva nel vecchio Mauriziano significava un mattone in meno per l'eventuale nuovo ospedale. Ad oggi, i denari investiti per ammodernare la struttura, stimati in oltre 100 miliardi di vecchie lire, non ammettono ripensamenti, tornare sulle decisioni significherebbe autorizzare uno spreco di soldi inaccettabile".

Non riesco, oggi, a comprendere - se non per una logica di campagna elettorale, quindi per fini solo politici - che dopo 16 anni a tempo ampiamente scaduto, ad ospedale al 70% ristrutturato, in una fase in cui il superamento dei disagi patiti dai pazienti e dagli operatori è ormai avvenuto, che qualcuno abbia di nuovo acceso la miccia per la costruzione di un ospedale nuovo. E cosa dire di chi, in questi ultimi mesi, ha cambiato più volte la sua posizione su ospedale nuovo e ospedale ampliato... Le convenienze strategiche del momento di alcuni partiti riescono a fare dei "voli pindarici", ma la gente che è pur sempre attenta saprà valutare la credibilità di queste persone!

Si dà atto che dalle ore 11,30 presiede il Vicepresidente Lanièce.

Presidente - La parola al Consigliere Fiou.

Fiou (PPD-VDA) - Ci sono questioni importanti e complesse da affrontare, le quali - se scelte come bandiere per crociate politiche - finiscono per ingarbugliarsi, ed essere caricate di valenze che, anziché favorire sbocchi positivi, ne allontanano sempre più soluzioni razionali: la "questione ospedale" è una di queste e su di essa vorrei tentare un approccio che mi sembra quasi banale, ma penso di buon senso.

Abbiamo strutture ospedaliere disperse sul territorio con i conseguenti problemi di gestione e in più con evidenti carenze e disfunzioni. Non mi pare però che il complesso di Viale Ginevra sia nel totale disastro come qualcuno vuole farlo apparire. Ci sono poi disfunzioni nella sanità che dipendono dall'organizzazione delle attività e, anche qui, sono già state elencate, però queste non devono essere imputate alle strutture o utilizzate per dare giudizi non positivi sulle strutture.

Di fronte alle carenze e disfunzioni strutturali si pone l'alternativa: è possibile ampliare e ammodernare l'ospedale di Viale Ginevra in modo da rispondere alle esigenze che abbiamo di unificazione e di superamento delle carenze e disfunzioni, quindi garantire alla Valle d'Aosta un ospedale moderno, funzionale, rispondente alle esigenze della popolazione, oppure è meglio risolvere il tutto costruendone uno nuovo? Questa è l'alternativa che abbiamo di fronte. Per sciogliere il nodo prendo in considerazione alcune questioni. Gli orientamenti recenti sui rapporti degli ospedali con le città, gli orientamenti sulla priorità anche più generale di recuperare i vecchi edifici nei centri storici o comunque nelle città anziché il loro declassamento, i costi che possono differenziare le due ipotesi proposte, le condizioni attuali del complesso di Viale Ginevra, i problemi urbanistici, la reale portata dei limiti che la situazione di Viale Ginevra potrebbe opporre ad una riorganizzazione di un ospedale moderno e funzionale: questi sono i punti ai quali dovremmo dare delle risposte.

Parto dal rapporto ospedale-città: non siamo gli unici ad avere il dilemma ristrutturazione o nuovo edificio, è già stato affrontato da altri: molte realtà si stanno confrontando su questo dilemma, molte soluzioni in un senso e nell'altro sono già state sperimentate. Va detto, però, che nel dibattito che c'è in tutto il nostro Paese è stata ampiamente superata la filosofia degli ospedali isolati come scelta, quegli ospedali asettici non solo sul piano sanitario, ma asettici sul piano che riguarda i rapporti sociali, l'accessibilità agli ospedali stessi. Alcuni esempi di ospedali nuovi si sono dimostrati ormai "ospedali ghetto", con una serie di questioni non facilmente affrontabili. C'è una tendenza generale a privilegiare le ristrutturazioni, perché rispondono meglio alle nuove tendenze di integrazione delle strutture ospedaliere alle città. Il rapporto città-ospedale è considerato fondamentale, l'ospedale deve essere aperto, avere in esso zone di penetrazione della città con servizi, negozi...; l'allontanamento dell'ospedale dalla città non permetterebbe questa integrazione ed è una questione seria che dobbiamo prendere in considerazione.

L'abbandono della struttura di Viale Ginevra porrebbe poi il problema dell'utilizzo della stessa. Il recupero della stessa è un problema serio e le alternative di utilizzo che qualcuno propone (Poliambulatorio, "RSA"...), caricherebbero il settore sanità di costi di gestione sproporzionati ai servizi che lì verrebbero insediati. Sulla questione costi in generale non ho strumenti di conoscenza sufficienti per valutarne la portata, ma mettendo insieme nuovi terreni e realizzazione delle strutture per un ospedale nuovo, mi pare che il recupero, potendo contare su parti già riorganizzate possa costare meno, questo lo dico "a spanne", perché non ho elementi di conoscenza tali per definire meglio la questione.

Rimangono per me due questioni dirimenti che sono le più importanti: una è la questione urbanistica, che è sicuramente di peso; l'altra riguarda la reale possibilità di realizzare in Viale Ginevra un ampliamento-ammodernamento che non paghi limiti di funzionalità, perché su questo sono stati sollevati anche da operatori che lavorano nell'ospedale questioni a cui bisogna dare risposte precise. Mentre sulla filosofia a cui dovrebbe rispondere il rinnovamento non ho dubbi, l'ospedale, secondo me, è meglio che rimanga in città; non mi pare che la questione dei costi possa condizionare tale scelta, l'una e l'altra soluzione pongono problemi di infrastrutture che sono costose, sia questo rimanga in città che fuori, perché anche se l'ospedale viene fatto fuori, porrà problemi di viabilità di collegamenti... Invece, sul fatto che un ospedale rinnovato debba rispondere "in toto" alle esigenze di funzionalità credo che su questo non ci possano essere dubbi.

Mi pongo allora il problema dell'alternativa "ospedale nuovo" e "ospedale rinnovato" in termini diversi: se l'ospedale rinnovato in Viale Ginevra mi dà garanzie serie di funzionalità, questa è la mia scelta politica. Le garanzie sulla funzionalità me le devono dare i tecnici progettisti, io non ho gli elementi di conoscenza per poter decidere con delle garanzie in tal senso, ma non chiedo loro di fare per me la scelta politica, a loro chiedo di fare il possibile per realizzare in Viale Ginevra l'ospedale che intendo io politicamente garantire alla città. Se questo non risulterà possibile per i limiti della situazione di Viale Ginevra, allora mi oriento verso l'ospedale nuovo: credo che sia questo il percorso che dovremmo fare. Io non abbandono la casa vecchia in cui abito, se non ha limiti tali per cui non la posso più abitare. Se questi limiti sono gravi, vado da un'altra parte, cerco di costruire una casa nuova. Non credo che la cosa possa essere abbandonata come è successo negli anni passati, quando è stato abbandonato il centro storico della città e tutti andavamo a fare le casette in campagna, per accorgersi adesso che è molto comodo abitare nel centro storico, ma sta diventando proibitivo per motivi economici! Stiamo attenti a questo, perché c'è stato un percorso negli anni '60-'70 di fuga dai centri storici, tali fughe sono state ben ripensate ultimamente! L'orientamento che prendo anche sull'ospedale nuovo, facendomi carico dei limiti che anche questa situazione ha, perché non è tutto garantito neppure con tale soluzione, la lontananza, il non rapporto con la città... me ne posso fare carico solo se la soluzione in Viale Ginevra non è percorribile sul piano della funzionalità di un ospedale di qualità.

Alla questione urbanistica il Comune di Aosta ha già risposto, dicendo: "è un peso", però con una deliberazione consiliare dice che è possibile, richiedendo interventi significativi che vanno affrontati senza scaricarne gli oneri solo sulla città, ma cogliendo l'occasione per garantire alla città stessa anche una viabilità che guardi maggiormente al futuro; quindi assumiamo un peso, ma affrontiamo la questione con una larghezza di vedute tale da dare soluzione a problemi che non sono solo dell'ospedale, ma che sono del complesso della città e quindi migliorando la vivibilità della stessa. Questo ragionamento lo faccio perché voglio rivendicare ai politici la scelta politica dell'ospedale. Lascio ai tecnici sciogliere i nodi tecnici e agli organismi competenti le scelte urbanistiche. Ricordo le discussioni, che allora giudicavo ridicole, già fatte in questa sede per inserire in un gruppo di lavoro tecnici orientati per gli ospedali nuovi piuttosto che per le ristrutturazioni, per delegare a loro scelte politiche che competono a noi. Non vorrei oggi veder rovesciare la questione ed essere noi, a sciogliere i nodi tecnici, ovviamente con le approssimazioni dovute alle nostre scarse competenze in materia, piuttosto che non assegnare tale compito ai tecnici.

Presidente - La parola al Presidente della Regione, Caveri.

Caveri (UV) - Trovo che, nell'insieme della discussione che oggi si svilupperà, avremo modo di rispondere ad una serie di obiezioni tecniche, alcune delle quali hanno il naso lungo come quello di Pinocchio, e lo faranno i colleghi che sono competenti nelle diverse materie; anche se, devo dire la verità, che sono sempre fortemente ammirato da colleghi che sono esperti mirabolanti di diverse materie, che bacchettano gli esperti veri, spesso con disprezzo... trovo l'atteggiamento profondamente sbagliato, così come trovo estremamente sbagliato ritenere che la politica sia la continua ricerca dell'onda, come fanno i surfisti, e non appena si vede un'increspatura nel mare, ci si precipita con il proprio "surf" nella speranza di salirci sopra e fare qualche metro. Qui l'onda non c'è, è un'onda illusoria, perché il populismo è un fenomeno perdente in politica e sarà il tempo a dimostrare quanto il populismo sia perdente!

C'è un modo di dire che ha origine biblica: "vox populi, vox dei"; c'è qualcuno che vorrebbe sostituire questo antico proverbio con: "lex populi, lex dei", lasciando intendere che la democrazia rappresentativa è qualcosa di inferiore alla democrazia diretta e alla democrazia popolare. Questa è un'interpretazione della democrazia astrusa, pericolosissima per chi conosca l'evoluzione delle scienze politiche da almeno 200 anni a questa parte. Personalmente sono per la democrazia rappresentativa proporzionalista, ritengo che siano legittimi gli istituti di democrazia diretta come i referendum, ritengo però - e qui, sì, che mi sento esperto - di essere competente in materia legislativa, e ritengo che scrivere le leggi sia un mestiere molto difficile.

Allora che sia chiaro, anche a beneficio del referendum che verrà, come questa legge sia, dal punto di vista della tecnica legislativa, un'aberrazione; credo che i saggi l'abbiano definita "a debole contenuto legislativo", ma potevano spingersi più in là perché questa proposta è un'aberrazione sotto almeno due profili. Il primo profilo è perché è una legge "sputnik", una legge a più stadi, e questo "cozza" con la tecnica legislativa, cioè si fa una legge che prevede la gemmazione di una legge successiva, sono uno spermatozoo e un ovulo nello spazio, che poi si incontreranno... a definire che cosa? A definire, e questo è già grave, dove farlo, perché oggi c'è stata un'esibizione muscolare su metrature, valutazioni agricole, abbiamo scoperto - cosa che verrà confutata successivamente - che in quell'area individuata vicino all'ospedale attuale si potrebbe costruire chissà cosa, mentre è il PRG della città che lo nega. Pertanto, in realtà si discute di aree che non ci sono nella proposta; sarebbe stato logico che nel predisporre una legge, che diventa legge, perché questo è il paradosso dell'invenzione che ci siamo costruiti, unici in Italia! Si diceva sempre Bolzano, ma a Bolzano Durwalder ha i pochi capelli in testa dritti in questo momento, perché ha scoperto l'aberrazione giuridica che siamo riusciti a creare. Ripeto: siamo, quindi mi sento compartecipe dell'aberrazione giuridica.

Il secondo aspetto che rende gravissima l'approvazione eventuale di questa legge è una palese violazione costituzionale - articolo 81 della Costituzione -, dove si prevede che ogni provvedimento legislativo abbia una copertura finanziaria! Non può uscire una legge che non abbia una copertura finanziaria! Noi facciamo entrare in vigore una legge che rimanda il problema non solo della localizzazione, ma anche della copertura finanziaria "senza limiti e confini", come diceva la nota canzone di Battisti-Mogol. "El pueblo, unido, jamás será vencido" decide che si fa il nuovo ospedale in termini molto ambigui, perché credo che tutto poggi sulla brillante definizione della lett. a, articolo 2, struttura interamente di nuova costruzione, così non ti fregano che fanno l'ospedale nuovo nell'area vicina al nuovo ospedale... cioè andiamo a farlo fuori nel verde, invece noi siamo cattivi, neghiamo "lex populi lex dei", quindi siamo già cattivissimi e golpisti e poi neghiamo la possibilità per i cittadini di avere invece una meraviglia, questa meraviglia nel verde. Peccato che poi gli espropri fanno passare 10 anni, ma c'è questa prospettiva vitale e solare, questo "pueblo" in cammino, che non sono invece questi privilegiati della politica, un po' sordi e grigi che sono seduti qua, legislatori di serie "B", non di serie "A", perché la serie "A" è la sorgente. Qui si vede il giacobinismo, quello che ha creato le dittature del XX secolo, il popolo ha sempre ragione, Adolf Hitler lo ha votato il popolo, per cui Adolf Hitler va benissimo, perché lo ha scelto il popolo, poi era anche vegetariano, figurarsi...

Vorrei dire che dietro la costruzione di questi meccanismi c'è qualcosa di non convincente, l'ho detto, lo ripeterò, poi convocherò tutti i referendum possibili per evitare che il Consigliere Sandri mi spedisca a Brissogne, spero che mi porterà almeno i cioccolatini che io non ho fatto mancare in questi anni al Consiglio, ma che sia chiaro che dietro questa impostazione c'è un'ondata populistica che non sarà, come qualcuno spera, uno "tzunami", ma qualcuno si troverà nel mare piatto con la propria tavola, fermo, al palo, perché se questa è la tecnica legislativa di fronte alla quale ci troviamo, è modesta cosa, sicuramente incostituzionale per la mancanza di copertura finanziaria, siamo a una legislazione "sputnik" che dovrebbe farci vergognare!

Si dà atto che dalle ore 12,06 presiede il Presidente Perron.

Président - La parole au Conseiller Ferraris.

Ferraris (PPD-VDA) - Non farò un discorso da scienziato ospedaliero, non ne ho le competenze, ma credo che non sia neanche compito dei Consiglieri fare un'opera di questo genere, semmai di fare qualche ragionamento politico.

La questione "ospedale vecchio-ospedale nuovo", ristrutturazione o meno, è una cosa che ci portiamo dietro da quasi 15 anni. Già nel piano sanitario 1997-1999 si chiedeva uno studio comparativo fra diverse soluzioni, non vorrei che oggi, 10 anni dopo, torniamo lì, perché la proposta di legge pone come prima questione ancora uno studio comparativo per l'insediamento del nuovo ospedale; ma non vorrei neanche che tutta questa vicenda fosse una lotta fra il bene e il male: l'ospedale nuovo è il bene, la ristrutturazione è il male. Lo ha detto bene il collega Fiou, che bisogna fare un'analisi più articolata e usare un po' più di razionalità in questa cosa. Soprattutto credo che non dobbiamo - la discussione di oggi lo ha dimostrato - ridurre tutto il problema della sanità all'ospedale.

Condivido quello che dice il "CPEL", ma si diceva già nel dibattito del 1997, che l'invecchiamento della popolazione, l'aumento di patologie cronicizzate, eccetera, deve far sì che la nostra sanità sia incardinata sul territorio, di questo non si parla mai. Diciamo che è stato scritto nel piano sanitario, diamolo come un dato acquisito, ma il dibattito odierno rischia di chiudersi in modo sterile rispetto a questo. Condivido quanto scrive il "CPEL" quando dice che un sistema sanitario deve offrire una rete di servizi territoriali complementari all'ospedale, occorre quindi consolidare una politica che realizzi una rete sanitaria territoriale, in grado di fornire un'assistenza diffusa sul territorio e calibrata sulle diverse patologie. Dice anche che gli investimenti per i servizi sul territorio continuano ad essere non adeguati, ma residuali. Questo va tenuto presente, perché la sanità è un insieme complesso che non si chiude solo sull'ospedale.

Sull'ospedale studi ne abbiamo già fatti, ricordo lo studio del prof. Guzzanti nel 1998 e, anche lì, la questione era "ospedale vecchio-ospedale nuovo", e quello studio aveva dato un'indicazione: ristrutturazione del vecchio ospedale. È vero che la sanità si è evoluta, adesso abbiamo il decalogo dell'Ospedale moderno di Veronesi e Renzo Piano, credo che una cosa su cui c'è accordo in Valle d'Aosta è che deve essere realizzata un'unica sede ospedaliera. Il problema ci porta a differenziarci quando si va a vedere cosa fare, ma credo che non dobbiamo delegare ai tecnici le nostre scelte, però lo studio di fattibilità, sapendo i limiti di qualunque studio di fattibilità, alcune indicazioni le dà: sono indicazioni legate ai costi di investimento, legate all'analisi finanziaria, legate alla convenienza economica e sociale dello studio. È stata fatta a pagina 161 l'analisi dei costi e dei benefici, dei punti di forza e dei punti di debolezza, da cui emerge che per alcune caratteristiche l'ospedale nuovo è migliore, ma la soluzione che viene fuori per quanto riguarda la ristrutturazione e ampliamento dell'Ospedale di Viale Ginevra è di sostanziale compatibilità con degli accettabili livelli di qualità e di assistenza; quindi così appare l'ampliamento sulla base di questi dati, contestabili e discutibili - abbiamo sentito le più diverse argomentazioni stamani -, ma non dobbiamo solo fermarci ai dati tecnici, dobbiamo cercare di fare un'analisi di carattere politico.

Fare un'analisi di carattere politico non vuol dire che c'è una maggioranza e che questa deve mostrare i muscoli, come diceva il collega La Torre; la maggioranza, se c'è, è in grado di operare e la si valuta per quello che fa, ma vuol dire che non si può - concordo con il collega Fiou - delegare ai tecnici che possono usare i più sofisticati strumenti di valutazione analitico-finanziaria, le scelte che sono di carattere politico, perché come dicevo prima non siamo in un confronto di scuola, in cui in un contesto assolutamente astratto dobbiamo scegliere la soluzione migliore: meglio il nuovo ospedale o meglio la ristrutturazione, sapendo che, anche qui, ci si potrebbe dividere, ma ci muoviamo in un contesto politico che ha precise caratteristiche dalle quali diventa difficile prescindere. Non agiamo quindi in un "vuoto pneumatico", in cui dobbiamo scegliere fra: "meglio la macchina vecchia o meglio la macchina nuova", guardiamo cosa ci valuta "Quattroruote" per vedere la vecchia e ovviamente si sceglie la nuova!

Esiste un dato politico: c'è una richiesta popolare, sono state raccolte 7.000 firme, è un dato significativo, ma anche qui credo che spetti alla politica sciogliere il nodo, perché un uso abusato del referendum non fa un buon servizio allo strumento del referendum. Dobbiamo dire con chiarezza ai cittadini sottoscrittori che non si risolve il problema dell'ospedale con l'approvazione della proposta di legge di iniziativa popolare, ma che occorre fare un nuovo disegno di legge, quindi un altro rimando. E quando dico che deve essere la politica che deve fare le scelte, queste le deve fare fra le cose possibili! Prendo atto di una cosa, lo diceva già il collega Comé; c'è una posizione del "CPEL" che dice: l'ospedale va fatto nella città di Aosta, e questo è un organismo istituzionale che conta nella nostra Regione. Ci sono deliberazioni dei Comuni di Quart e dei Comuni di Saint-Christophe che dicono la stessa cosa.

Abbiamo votato nel mese di marzo una legge "omnibus" in questo Consiglio, per quanto riguarda le opere di interesse regionale prevede il principio dell'intesa. In quella legge è stato da me sostenuto in accordo con il collega Venturella un emendamento a fronte di una posizione della Giunta che intendeva sostituirsi ai Comuni, cioè se il Comune non è d'accordo la Giunta procede, noi abbiamo detto che sulla base di un principio di sussidiarietà è il Comune che deve decidere. Ha tempo 90 giorni, ma se in questo tempo il Comune dice non è d'accordo, l'opera non si fa. Potremmo cercare di dimostrare che il valore dell'area di Quart non è quello indicato dallo studio. Possiamo dire che Viale Ginevra vale più del Colosseo, ma alla fine, anche se dimostriamo sul piano dei costi che il nuovo ospedale costa meno della ristrutturazione di Viale Ginevra, ci troviamo nell'impossibilità di andarlo a collocare... esiste o non esiste questo problema? E non c'è referendum che risolva il problema, bisogna forse fare la rivoluzione, ma non è una cosa prevista dai referendum; quindi ritengo che di tale questione bisogna tenere conto.

C'è poi una deliberazione del Consiglio comunale di Aosta, dove il partito a cui appartengo fa parte della maggioranza e ha votato perché ci sia un ospedale rinnovato in Aosta, ponendo precise condizioni che non sto a ricordare, ma la scelta politica è chiara. Bisogna tener conto anche di cosa dice il decalogo di Veronesi, quando si parla di ospedale non è l'ospedale inserito in mezzo alla campagna, ma si dice che l'ospedale non deve essere avulso dal centro cittadino, quanto piuttosto diventare un prolungamento della città. Nell'ospedale ci devono essere degli ottimi medici, e qui potremmo fare la migliore struttura del mondo, ma rimane un problema di come verrà gestita dal personale, non solo, questo ospedale deve avere un collegamento con l'area urbana e questo è un dato che cita anche Veronesi. Se esiste il problema del traffico e dell'inquinamento in Viale Ginevra, questo è un problema che va risolto, indipendentemente dalla presenza o meno dell'ospedale, il piano aria è molto chiaro, quindi non possiamo attribuire costi all'ospedale di un inquinamento che c'è in città e che va tolto magari facendo opere viarie nuove.

Vorrei poi ricordare che abbiamo un vezzo, che ci avvicina ai colleghi di "Forza Italia", forse ne facciamo un uso più sobrio, che è quello di fare i sondaggi. Come gruppo dei "DS" nel 2006 abbiamo fatto un sondaggio in relazione alle elezioni politiche dell'aprile, sondaggio che ha dato alcune indicazioni significative. Fra le altre cose avevamo chiesto ai cittadini valdostani come la pensassero sul vecchio ospedale e sul nuovo ospedale, e l'indicazione è stata interessante. I cittadini della città di Aosta sono per il 38,8% favorevoli al nuovo ospedale, per il 55,8% favorevoli alla ristrutturazione, il 5,4% non lo sa. In Valle il risultato è: 39,5% favorevoli al nuovo ospedale, 56,1% favorevoli alla ristrutturazione, il 4,4% non lo sa.

Se andiamo a vedere nelle varie forze politiche, la forza politica in cui i propri elettori sono più convinti del nuovo ospedale sono gli elettori che votano "Arcobaleno", nei "DS" c'è una leggera prevalenza per la ristrutturazione, non cito l'"UV" dove è plebiscitario il discorso per la ristrutturazione. Ci sarà il referendum che sarà il sondaggio principe, che ci dirà qual è l'opinione dei cittadini valdostani, ma questo è anche un indicatore delle opinioni che possono esserci fra i nostri concittadini. Non a caso ho citato il dibattito che c'è stato nella seconda metà degli anni '90, perché credo che sia necessario a un certo punto decidere, e decidere vuol dire che non sempre il bene è amico del meglio; quindi bisogna avere la capacità di assumere una decisione e questo credo sia il momento in cui è necessario farlo, perché un ennesimo rinvio non risolve il problema e rischia di perpetuare una situazione che è una situazione in cui abbiamo un ospedale con delle carenze e non si fa niente per fare qualcosa di nuovo.

Nel momento in cui si parla di democrazia, dicendo che la democrazia è la cosa che consente la gestione della cosa pubblica - si dice anche che è il sistema peggiore, ma nessuno ne ha ancora inventato uno migliore -, vorrei citare le parole di Bersani in merito alla democrazia: "La democrazia è un metodo inventato per decidere attraverso la partecipazione, non per partecipare a prescindere dalla decisione, perché se non si decide, la democrazia si sgretola nella coscienza dei cittadini". Aggiungo a questo una considerazione: parliamo di costi della politica, ma il costo della politica è anche non decidere, perché la non decisione ha costi enormi!

Président - La parole à l'Assesseur au budget, aux finances, à la programmation et aux participations régionales, Marguerettaz.

Marguerettaz (UV) - Devo dire la verità, non avevo intenzione di intervenire, perché credo ci siano soggetti più qualificati del sottoscritto per dare una valutazione rispetto all'argomento in discussione. Sono stato tirato per i capelli, allora volevo fare una riflessione sui costi, partendo proprio dal ragionamento che è stato fatto a conclusione dell'intervento di Ferraris, costi che sono stati evocati da interventi precedenti a sostegno della proposta referendaria.

Innanzitutto, se dobbiamo parlare di costi, prima di parlare dei metri quadri, parliamo dei costi della politica. I costi della politica in economia devono essere estesi a tutte le manifestazioni, non ci si può limitare solo ad un aspetto, e uno dei costi della politica dovrebbe avere come corrispettivo la credibilità delle istituzioni, la serietà delle istituzioni. Diffido di coloro che fanno politica telefonando ad un dirigente, telefonando ad un loro amico professionista; ma dove siamo... in lavanderia? Rispetto per le lavanderie, ma qua è diventata una "politica di bottega"! "Sai, mi hanno detto... mi hanno fatto...", ma... dov'è la credibilità? Un cittadino ci guarda e ci dice: "ma voi organizzate la vostra attività sulla base delle telefonate, sul chiacchiericcio"? In una logica del genere tutto viene condito e stravolto, anche perché delle telefonate, a meno che non ci sia la Procura o delle interferenze, non abbiamo contezza, ma cosa sono andati a chiedere a un dirigente? Quali sono i dati forniti per avere dei ritorni?

Improvvisamente calano in quest'aula dei numeri che apparentemente hanno una scientificità, ma dal punto di vista sostanziale sono delle "baggianate". Rispetto a un certo tipo di argomento, arriva uno che dice: "secondo te, quanto vale il terreno agricolo al metro"? Boh, 6-7 euro... allora io faccio un'offerta pubblica di acquisto, se è vero che i terreni identificati in quell'area valgono 6-7 euro, sono disponibile non a comprarli tutti, perché sono 230mila euro, ma alcune migliaia di metri li compro non fosse altro per una soddisfazione e garantirmi una serena vecchiaia... 6-7 euro è il valore corrente dei terreni agricoli. Dopodiché si dice: se abbiamo un esproprio con il premio che viene dato arriviamo a 10 euro. Il secondo, quello dei 10 euro, è corretto, è vero; ma andate a chiedere agli agricoltori di quella zona, se gli vengono dati 10 euro, la vivono come una premialità o la vivono come un impoverimento. Vada il collega che ha decantato in quest'aula questa generosità da parte dell'Amministrazione nel riconoscere 10 euro. Credo che, conoscendo le tradizioni agricole, darebbero la degna ricompensa con qualche attrezzo agricolo sulla schiena a colui che va a proporre una sciocchezza del genere! Ma è una sciocchezza sotto tutti gli aspetti, non ne ha azzeccata una! Ecco perché intervengo anche di fronte ai grandi sostenitori del referendum, per cercare degli argomenti più seri per i costi della politica, essendo che c'è un grande sostenitore nell'ambito agricolo. Vada a dirlo a lui, nelle conferenze de la "Bataille des reines", che noi diamo 10 euro a coloro che verranno espropriati e che saranno contenti: gli tolgono il microfono di bocca subito! Rispetto a questo vorrei fare dei ragionamenti scientifici.

Si parla di cronoprogramma, si dice: "facciamo un esproprio ed esproprio nel giro di un mese". Per fare un esproprio ci sono una serie di attività, prima di tutto bisogna avere un PRG che programma nell'ambito del suo Comune una destinazione. Nella presentazione è stato detto minimizzando: poi c'è una variazione del PRG... ma si sono letti le leggi? Ma sapete quanto ci vuole per fare una variante del PRG? Se posso censurare lo studio, lo censuro per eccesso di prudenza. Si dice: "nel giro di un mese tu hai fatto l'esproprio", ma per fare l'esproprio, collega Squarzino, occorre la dichiarazione di pubblica utilità, ci sono una serie di atti amministrativi che per una elementare conoscenza dell'attività amministrativa, bruciano anni, non mesi! Nel momento in cui si dichiara la pubblica utilità, lei sa che c'è un diritto della proprietà di fare delle opposizioni; allora, rispetto a questo 230mila metri, di cui 170mila prato irriguo, 24mila frutteto, 23mila seminativo specializzato. Tutte queste aree sono basilari per essere, nell'ambito del piano di sviluppo rurale, un'azienda che ha i requisiti di funzionalità. Cosa succede? Io tolgo quelle aree e non ho più la funzionalità, ergo: perdo tutti i contributi regionali, ergo (articolo 33 del T.U.), nel momento in cui non ho più la funzionalità, lei ha appena costruito una stalla, la stalla non me la finanziano più. Ho preso degli impegni del piano di sviluppo rurale, non ho più i terreni e non ho più la funzionalità. Secondo lei, quando vado ad espropriare cosa faccio?

Presidente - Si rivolga all'aula, Assessore...

Marguerettaz (UV) - ... ma siamo in una realtà virtuale, siamo su Internet...

Rispetto a questo argomento, quando la mia azienda perde la funzionalità... cosa faccio? Quella cooperativa che ha 23mila metri di patate, che ha fatto un magazzino dall'altra parte... cosa ne fa? Ci metterà dei farmaci, lo affitta all'USL.

Ho voluto calcare la mano, ma se ad un intervento ridicolo non si contrappone un intervento ridicolo, non siamo più coerenti: ecco perché dico che bisogna essere seri e fare delle analisi che hanno delle basi. Consiglio ai colleghi non di telefonare ai dirigenti, non andare con degli espedienti; mi posso immaginare un Consigliere regionale a cui dicono: "sai, c'è un mio amico a cui vogliono espropriare un terreno a Quart perché ci vogliono fare una palestra, secondo te quanto prende per il terreno agricolo e quanto ci mettono"?... "Mah, se c'è la dichiarazione di pubblica utilità gli danno 10 euro". Viene preso questo dato e viene riportato nella logica dell'ospedale, dove di metri ne esproprio 230mila e creo una situazione che non era quella di entrata. Ecco perché mi permetto di fare dei ragionamenti che abbiano un po' di serietà.

I Consiglieri, gli Assessori, tutti coloro che vogliono fare un intervento, propongano degli scenari e si faccia questo ragionamento. Ecco che tutte le cose che sono state dette, sarebbero puntualmente smentite e negate. Allora, uno degli argomenti più importanti che vengono utilizzati nell'opposizione alla pubblica utilità è la verifica di una valida alternativa, perché ricordiamoci che il maggior sacrificio che si può chiedere a un proprietario è il privarsi della sua proprietà, quindi devono esserci delle argomentazioni forti e che prevedono tutte le alternative possibili. Ecco perché non mi addentro in logiche filosofiche che portano a dire - come dicono certi gruppi politici - "salvaguardiamo l'ambiente", e poi vanno ad occupare 230mila metri. Credo che in tutti i discorsi si debba prendere la parte buona, la raccolta di firme è sacrosanta e legittima, come può essere tranquillamente legittimo avviare un confronto, ma ecco perché in questo confronto bisogna far emergere gli elementi che hanno una fondatezza. Io sono convinto che anche in questi 7.000 sottoscrittori troverò delle persone che, una volta conosciute tutte le questioni, diranno: "abbiamo fatto una proposta, ce la rimangiamo perché è una proposta interessante, ma ha delle alternative sicuramente migliori". Sono convinto che questa consultazione elettorale vada fatta, perché metterà a nudo una demagogia, una strumentalizzazione su un argomento delicato, perché speculare sulla salute della gente, collega Squarzino, è la cosa peggiore e la cosa più abietta che si possa fare! Andare da delle persone e metter loro in faccia la malattia e dir loro: "guarda, abbiamo un Governo che vuole il vostro male, ma noi vogliamo il bene della comunità e vogliamo l'ospedale nuovo".

Ha già detto bene il Consigliere Ferraris, non possiamo ragionare in termini solo edilizi, dobbiamo parlare di qualità della sanità e la qualità della sanità è eccelsa. Abbiamo una serie di settori di eccellenza e qua vado anch'io sui "si dice". Ho presente qual è stato il meccanismo con il quale abbiamo avviato la discussione sul nuovo ospedale, credo che un referendum sia la cosa migliore di questo mondo, la cosa che permette a tutti di dire i pro e i contro. Penso che il risultato del referendum sarà proporzionale al peso che hanno i referendari in questo Consiglio: 5/35, 1/7 della popolazione, questo è quello che accadrà e finalmente smetteremo di confondere delle argomentazioni pretestuose, che servono a sostenere delle tesi di natura politica, ma sono utilizzate in modo strumentale. Anche lì, poiché un Consigliere nel suo intervento ha utilizzato 3 volte questo termine, ha scritto falso, ha detto falso, falso, falso; io chiederei che questo Consigliere, nel prendere atto che questi dati non sono falsi, che i cronoprogrammi al massimo sono visti per difetto e non per eccesso, che immaginare un mese per fare un esproprio di 230mila metri, immaginando una modifica del PRG, con tutte le opposizioni del caso verosimilmente sarà di più anni, perlomeno chieda scusa, non a me, perché io non ho dati i dati, ma chieda scusa a chi ha cercato di dare un contributo. Credo che lo studio non fosse finalizzato a capire qual era il valore dei terreni di Quart, quindi immagino che questa sia una cosa marginale, ma è un intervento che ho voluto fare per smascherare una serie di dati che vengono propagandati come delle verità, ma che sono delle analisi molto, molto superficiali.

Président - La parole au Conseiller Bortot.

Bortot (Arc-VA) - Posso fare due battute? A proposito di lavanderia, il disciplinare sul Casinò anonimo l'ho trovato in un cappotto che ho portato in lavanderia...

Il Presidente Caveri, poi, ha questa ossessione dei Giacobini, è un anno che sono qui e diverse volte ho sentito che ce l'ha con i Giacobini, ma senza i Giacobini a cui rivendicherei l'appartenenza avessi vissuto in quell'epoca, o forse anche essere un "sans-culottes", i miei fratelli hanno fatto la fame durante la II guerra mondiale, immaginate un po' cosa avrei potuto essere nel 1870! Senza i Giacobini, oltre a non essere qui, in assemblea elettiva, non ci sarebbe stato neanche Napoleone, e poi il riferimento al populismo, abbiamo avuto un esempio, l'Assessore Marguerettaz ha appena terminato... più populismo di quello! Meno male che si è corretto rispetto a tutti gli altri interventi, 17mila firme raccolte per i buoni della benzina, quelle sono buone...

Marguerettaz (UV) - (fuori microfono) ... quelli sono buoni...

Bortot (Arc-VA) - ... ah, sono buoni! Sono buone nel senso che sono valide e siete andati a dire ai Valdostani: "raccogliamo le firme perché c'è un attentato dell'UE", che io ho denunciato a suo tempo, sulla riduzione dell'autonomia in Valle d'Aosta e questo non lo potete negare. Non abbiamo firmato perché rispetto al buono benzina vogliamo un buono energetico, ma a tutti gli effetti come forma di ribellione ad una Europa liberista mi va benissimo la raccolta di firme che avete fatto... peccato che andiamo in Europa di nuovo con il cappello in mano! Non parliamo degli uffici postali che chiudono, della privatizzazione della ferrovia che non funziona...

Voglio dire al Consigliere Fiou che stiamo parlando dell'Ospedale della Valle d'Aosta e non dell'ospedale della città di Aosta, giusto per capirci! Non capisco perché questo ricorso ai referendum, quando bastava - rispondo all'Assessore La Torre che non c'è - che questo Consiglio avesse legiferato per una problematica di un certo tipo che forse sarebbe sfociata nella costruzione di un ospedale nuovo; a questo punto ricorso al popolo, la sovranità del popolo. Credo che non è che il popolo ci va bene quando fa le cose che piacciono a noi e non ci va bene quando fa le cose che piacciono agli altri!

Chi ha detto, Assessore Marguerettaz, che noi vinciamo i referendum? Ma la posizione di questa maggioranza sui referendum, guarda caso, in 6 mesi 5 referendum, ma non ce n'è uno che vi va bene! Questo la dice lunga sul concetto di democrazia e di potere che avete in testa rispetto al popolo, ai cittadini, la dice lunga la volontà di espropriarli! Andrebbero bene se voi legiferaste, ma siccome non legiferate e nasce dalla società una voglia di cambiamento, non sempre condiviso, ma insomma, questa voglia di cambiamento sarà anche un riflesso condizionato di come noi - e ci mettiamo dentro anche noi - governiamo, questa esigenza di partecipare e di dire la propria e non vedersi sempre calate dall'alto le scelte, che sono dovute non tanto a scientificità e approfondimenti, quanto alle clientele che bisogna mantenere per l'ospedale vecchio. È infatti evidente a tutti che se si fa l'ospedale nuovo e occorre un certo tipo di appalto, se quelle imprese che da decenni lavorano nell'ospedale non si consorziano, non sono in grado di partecipare alla costruzione dell'ospedale nuovo.

Dobbiamo anche capire per chi legiferiamo e per chi prendiamo i provvedimenti, c'è sempre il solito estraneo, e quando viene ripreso, l'estraneo - che sono i cittadini per cui noi dovremo provvedere - viene sempre chiamato in causa in termini demagogici: noi siamo l'Assemblea legislativa, noi siamo la democrazia, il popolo è populismo, quando ci si rivolge al popolo per discutere con partecipazione popolare di decisioni strategiche, ecco che questa cosa non va più bene! Facciamo le debite proporzioni: ma quando abbiamo costruito la sede della "CVA" nuova a Châtillon, avevamo proprio bisogno di una sede nuova della "CVA"? Vorrei che i Consiglieri rispondessero! Quando abbiamo costruito quel bel palazzo occupando un allargamento dei giardini pubblici, che è la "Finaosta", ma... la "Finaosta" aveva veramente bisogno di una sede nuova? Ho frequentato alcune volte gli uffici della "Finaosta", sono più che dignitosi! Certo che se partiamo dal presupposto che dobbiamo cambiare quelli della Presidenza della Giunta, evidentemente quelli di "Finaosta" che sono più malmessi di noi, hanno diritto ad essere ospitati in una sede nuova, tanto più che "Finaosta" fa anche degli utili!

A proposito di norme urbanistiche, faremo una bella galleria sopraelevata per vederci il panorama alla Becca di Nona fra un po' e non la faremo anche quella in deroga al PRG, per cui dovremo intervenire? Cosa c'è che non va? C'è un problema solo di proporzioni, ma siccome queste opere che ho citato per noi sono inutili, mentre forse un ospedale nuovo è utile, aggiungo un'altra cosa. Dieci anni fa non ho firmato la petizione, sono un pentito o un ravveduto, perché partivo dal presupposto - che ha detto anche il collega Ferraris - di vedere di far funzionare i poliambulatori periferici, di vedere cosa comporta come conseguenza che gravita su Aosta sulla base di quello decidiamo cosa fare. Dopo 10 anni, visto come funzionano i poliambulatori o come non si vogliono far funzionare, e che le persone che hanno bisogno di ospedale che gravitano su Aosta, sono aumentati a dismisura, occorre una struttura nuova, ma questo - se non carichiamo ideologicamente questa questione - è lapalissiano! Lo ha scritto Veronesi, c'è stata una rivista della pubblica amministrazione che dice in quanti tempi, con quanti soldi, per quante persone è stato costruito un ospedale nuovo ad Arezzo. E ancora: l'Assessore La Torre non c'è, ma fa il pari con l'intervento del Presidente, non abbiamo calcolato il risparmio energetico costruendo una struttura nuova. Penso che la bolletta energetica dell'ospedale vecchio sia almeno 1 milione di euro, alla luce di quello che abbiamo visto andando in Trentino Alto Adige, abbiamo visto la possibilità di avere un notevole risparmio che ci permetterebbe in una decina di anni di recuperare 1/10 dei costi della spesa sostenuta per l'ospedale nuovo. Questo per alcune precisazioni.

Quanto al metodo, perché ci deve essere una contrapposizione maggioranza del Consiglio regionale e persone che hanno sottoscritto per un ospedale nuovo? Perché non apriamo le discussioni adesso? Perché dobbiamo scannarci in un referendum? Andiamo insieme a confrontarci in tutti i paesi con la popolazione, ognuno di noi con i propri argomenti civilmente, e forse ne trarremmo lezioni benefiche, anche noi di come dobbiamo legiferare. Se partiamo dal presupposto che quel che faccio io va bene e deve essere ingoiato da tutti... noi, invece, siamo partiti da un altro presupposto: vogliamo una struttura nuova, una sanità nuova, perché sul concetto di sanità una cosa di cui si parla poco è la privatizzazione della sanità che sta andando dentro quella struttura. Se io vado con la mutua, mi operano dopo 6 mesi, anche se sono più grave di un altro che va a pagamento, e questa... sarebbe la democrazia e il rispetto dei diritti dei cittadini? E anche su quello ci sarebbe molto da discutere e della quotidianità che passa dentro quella struttura. Faccio un esempio pratico: non ci sento da un orecchio, ho fatto tutte le visite, non c'è niente da fare, dovrebbero farmi una timpano-plastica, hanno detto che mi chiamavano a febbraio. Ho deciso che va bene così e non andrò a farmi operare, ma perché mai 2 giorni dopo che sono andato a farmi visitare mi è arrivata una bella busta della "Maico", pubblicità di un apparecchio acustico? E la privacy? Certo che non avrò mai alcuna prova di dire che è stata fatta una segnalazione di un sordastro per cui... vedete un po' se vi fate un cliente nuovo, ma, anche lì...

(interruzione dell'Assessore Fosson, fuori microfono)

... non sto accusando nessuno, sto dicendo che forse in violazione alla privacy qualcuno dell'ospedale ha segnalato - e vedete i viaggi premio, eccetera - che c'era un tipo che ci sentiva poco ed era disposto a fare affari con voi. Non ho prove, lo sto solo dicendo.

Morale della favola, vorrei che, nel prendere le decisioni strategiche per questa Regione, non ci fosse una parte del Consiglio che deve ricorrere alla sovranità popolare - che non ha niente a che vedere con il populismo, parlo di sovranità popolare sancita dalla Costituzione all'articolo 1 "Il popolo è sovrano", quindi la necessità quando ci sono delle controversie di ricorrere al popolo che è la cosa migliore che si possa fare -, mentre dall'altra parte c'è un altro pezzo dell'Assemblea legislativa che si contrappone a tutti i costi, perché la sovranità popolare andrebbe ad interferire su scelte, decisioni e clientele che devono essere mantenute. Se scegliessimo di spogliarci ognuno, noi, del concetto di referendum e in questo caso della sovranità popolare, e la maggioranza delle clientele che deve mantenere, e si aprisse un dibattito sul serio fra la popolazione, forse potrebbero uscire delle indicazioni, delle soluzioni che l'Assemblea legislativa può fare proprie. Costa molto innescare un processo di partecipazione a tutti gli effetti della popolazione sulle scelte strategiche che riguardano l'avvenire dei cittadini e soprattutto la loro sanità?

Presidente - Colleghi, mi parrebbe ragionevole sospendere. La seduta antimeridiana è sospesa, il Consiglio è riconvocato alle ore 15,30.

La seduta è tolta.

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La seduta termina alle ore 12,57.