Oggetto del Consiglio n. 2766 del 5 giugno 2007 - Resoconto
OGGETTO N. 2766/XII - Ritiro della mozione: "Interventi per una trasformazione federalista della terza rete della RAI e per incrementare la produzione di programmi in loco".
Mozione
Ricordato il profondo attaccamento ai valori del federalismo di tutta la comunità valdostana e la riforma costituzionale del 2001 che ha visto una prima riorganizzazione in senso federalista della nostra repubblica;
Sottolineato che la Rai, azienda pubblica di comunicazione radiotelevisiva, aveva creato la terza rete televisiva, (Rai 3) come rete regionale televisiva che desse voce alle differenti realtà storiche e geografiche della penisola, e che invece tale rete si è trasformata in un'ennesima rete nazionale, costringendo la programmazione locale in spazi talmente ristretti da poter essere considerati marginali;
Ribadita la necessità di rafforzare la trasformazione federalista della stato anche attraverso una presa di coscienza popolare, che non può non coinvolgere i mezzi di comunicazione di massa ed in particolare quelli radiofonico e televisivo;
Il Consiglio regionale
Impegna
i Presidenti della Regione e del Consiglio:
1) a evidenziare al Governo nazionale e ai Presidenti dei due rami del parlamento la necessità di una trasformazione federalista di Rai 3, attraverso una programmazione su base regionale e la limitazione degli spazi comuni nazionali entro il 10% del tempo di trasmissione, nonché adeguati spazi radiofonici;
2) a porre gli obiettivi di cui al punto 1 al tavolo delle conferenze stato-regioni e dei Presidenti dei Consigli regionali;
Invita
i Parlamentari valdostani perché sostengano tali iniziative e promuovano l'aumento delle trasmissioni radio-televisive pubbliche prodotte e diffuse in sede locale, secondo gli indirizzi più sopra riportati.
F.to: Sandri - Fontana Carmela
Président - La parole au Conseiller Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Ci sono molti dati, lo ricordava un momento fa il Presidente Caveri, che evidenziano come i Governi nazionali non sempre sono in linea con il dettato costituzionale che, a partire dal 2001, ha trasformato la nostra in una Repubblica federale. Se c'è un settore in cui questo è particolarmente evidente è quello dei mezzi di comunicazione di massa, in particolare della televisione, laddove abbiamo una "RAI", che è ancora azienda pubblica di telecomunicazione sottoposta al controllo diretto del Parlamento, la quale ha una rete ("RAI 3") che dovrebbe essere la rete federalista, che dovrebbe essere la rete che esprime le differenti realtà delle varie comunità locali, delle specialità della nostra penisola, e che invece, a causa degli effetti nefasti della lottizzazione degli anni 1970-1980, è una rete nazionale con qualche briciola di spazio per le realtà locali. L'obiettivo di questa mozione era, pertanto, quello di invitare il Presidente della Regione, il Presidente del Consiglio, con un invito anche ai Parlamentari, per un'iniziativa forte da coordinare con le altre Regioni (in particolare con quelle ad autonomia speciale) perché "RAI 3" diventi davvero una rete federalista, che abbia ampi spazi locali.
Fra l'altro come Regione Valle d'Aosta - Vallée d'Aoste, avendo a disposizione una sede locale con un significativo numero di giornalisti, con strutture importanti, con una sede di tutto rispetto, potremmo vedere un aumento notevole della programmazione su base regionale e locale. Si dovrebbe arrivare a un'inversione dei tempi che ci sono attualmente. Oggi abbiamo circa un'oretta di trasmissioni televisive fra la pausa di mezzogiorno e la pausa serale, in cui ci sono i programmi locali, tutto il resto è programmazione nazionale. Si dovrebbe arrivare all'inversione, ossia ad avere uno o due programmi nazionali e il resto della giornata essere gestito a livello locale. Questo consentirebbe alla nostra comunità di avere una maggiore opportunità di conoscenza di se stessa, una maggiore consapevolezza delle proprie capacità e comunque di avere più trasparenza e linearità, perché tutto quello che succede può trovare un riscontro nella comunicazione e esserci spazio per tutti.
Penso che i nostri rappresentanti istituzionali, il Deputato e il Senatore eletti nella nostra circoscrizione, possano avere un ruolo fondamentale. La trasformazione federale di "RAI 3" potrebbe anche essere una sorta di termometro, per capire se lo Stato ha intenzione di rispettare il dettato del 2001, con le modifiche al titolo V della Costituzione, e culturalmente e soggettivamente trovare una comunicazione che sia rappresentativa di tutte le differenti realtà a partire dal livello regionale. Per questo motivo chiediamo un impegno del Consiglio su questi temi.
Président - Je déclare ouverte la discussion générale. La parole au Président de la Région, Caveri.
Caveri (UV) - Caro collega Sandri, lei mi fa tornare indietro di 25-26 anni, quando ho vissuto la nascita della terza rete televisiva. Quella rete era nata esplicitamente come rete del decentramento, in applicazione alla legge n. 109/1975, che parlava di un decentramento ideativo e produttivo presso le Regioni. Come molti ricorderanno, mentre la "Voix de la Vallée" era stata spostata in Valle d'Aosta nel 1968, il telegiornale aveva cominciato le proprie trasmissioni insieme alla struttura di programmazione in lingua italiana e francese nel 1979. La televisione regionale era la grande novità. Purtroppo pochi mesi dopo per chi lavorava all'interno iniziarono le delusioni, perché la logica ripartitoria (la prima rete la "DC", la seconda rete il "PSI", la terza rete il "PCI") aveva trasformato queste 3 reti in 3 reti nazionali e la terza rete da rete del decentramento in una rete come le altre, ossia con l'apertura di finestre per le trasmissioni locali, ma rese sempre più difficili. Va riconosciuto alla "RAI" di aver mantenuto, per lo sforzo corale delle istituzioni valdostane, questa struttura di programmazione (per quanto in crisi oggi in termini di organici) che ha continuato a trasmettere, laddove invece nella maggior parte delle Regioni questa struttura è scomparsa ed è rimasto solo il telegiornale.
Il tema è più complesso di come si ricava dalla mozione. In realtà oggi ci troviamo di fronte a delle linee guida per la riforma della "RAI" che sono già state annunciate dal "Governo Prodi" ed anche in parte discusse nella Conferenza dei presidenti, alla quali ho partecipato con un intervento che sottolineava la speranza di un maggior decentramento della terza rete "RAI". Esistono, poi, anche delle note più specifiche, che ho avuto occasione di spedire riguardo a temi di maggior attualità, rispetto alle linee guida per la riforma della "RAI", in particolare il contratto di servizio fra il Ministero delle comunicazioni "RAI" per gli anni 2007-2009.
Va detto che le linee guida per le riforme della "RAI" sono molto sintetiche e sono basate su 5 punti: puntare sulla differenza e sulla qualità della programmazione, ridurre la dipendenza dalla pubblicità, scommettere sull'innovazione, conquistare autonomia dall'invadenza dei partiti, funzionare con efficienza affrancandosi dall'attuale instabilità dei vertici, cosa che nel frattempo non è che sia avvenuta, perché se oggi c'è un'azienda in Italia che è paralizzata, questa è la "RAI". Tenga conto, collega Sandri, che questo documento di cui parlo è datato 15 febbraio 2007. Se è vero che in questo documento ci sono alcuni aspetti interessanti, come la nascita di una fondazione che dovrebbe sostituire l'attuale assetto societario, all'interno della quale dovrebbero esserci anche i rappresentanti delle Regioni, come avveniva nel vecchio "CdA RAI", se c'è un cenno significativo rispetto al ruolo delle minoranze linguistiche, il passaggio che concerne il decentramento è piuttosto flebile. Si dice: maggior spazio alla rappresentazione delle realtà regionali, sia nei canali generalisti che in quelli tematici nazionali ed eventualmente in quelli a vocazione internazionale. Infine si propone di individuare la quota di finanziamento pubblica riservata ai contratti di servizio regionale e ci sono alcune Regioni, come il Piemonte, che hanno chiesto di essere terreno di sperimentazione della cessione di una parte del canone televisivo a beneficio di maggiori trasmissioni regionali.
È probabile che qualche prospettiva, dal punto di vista delle trasmissioni regionali, possa venire nel passaggio fra l'analogico e il digitale, perché, dal punto di vista dell'analogico, ossia del sistema di trasmissioni hertziane attuali, è molto difficile che si possa pensare che uno dei canali televisivi possa essere ritrasformato in un canale regionale, mentre è assai probabile che, analogamente all'unico caso italiano dove esiste una terza rete bis, ossia le Province di Trento e Bolzano, si possa anche in Valle d'Aosta immaginare sul digitale terrestre di arricchire il "bouquet" con qualche tipo di programmazione più strettamente legata alle realtà locali e che porti un'inversione della lenta decadenza della sede regionale della "RAI", dove la mancata riassunzione di programmisti registi e di giornalisti nelle strutture fa sì che si stia riducendo al lumicino la produzione locale, che invece, in una logica di consolidamento delle trasmissioni locali, dovrebbe avvenire. È quasi paradossale, guardando le edizioni dei telegiornali attuali, compararle con quelle del passato, quando anche il meno preparato dei telespettatori si rende conto che oggi siamo in una fase di rilassamento delle trasmissioni regionali, che è conseguenza di una visione fortemente centralistica.
Le chiederei di ritirare la mozione, sono disponibile a venire in Commissione per fare il punto della situazione e dei rapporti con la "RAI", di presentare gli ultimi documenti sulle trasmissioni e sulle ipotesi che abbiamo di interscambio con la "RAI", a vantaggio di una politica specifica che difficilmente potrà essere uguale in tutte le Regioni, perché, pur apprezzando i contenuti della mozione, essa rischia di essere nella sua genericità inutile. Le chiederei di venire in Commissione per predisporre un testo che possa consentire a me e ai Parlamentari valdostani un'azione incisiva, tale da consentire, in assenza di una reale vocazione di ritorno della terza rete a una rete a vocazione regionale, di vedere cosa di positivo per l'informazione radiotelevisiva pubblica in Valle d'Aosta si possa fare.
Président - Est-ce qu'il y a d'autres collègues qui souhaitent intervenir? La parole au Conseiller Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Per certi versi non capisco l'opinione del Presidente Caveri e in questo senso mi sarebbe utile che mi fornisse copia di quelle note che lei ha annunciato prima, che aveva spedito al Governo e su cui si era espresso, per avere dei dati certi dell'attività che è stata svolta su questo tema. Ho l'impressione che su questo tema, come sul tema della difesa del francese nelle trasmissioni radiotelevisive passate sul digitale - ancora adesso non si può vedere "France 2" e la "Suisse Romande 1" sul digitale terrestre - il Governo regionale non abbia la determinazione e la forza che occorrerebbe.
È chiaro che è una battaglia di lungo periodo; è stato un errore grave quello della lottizzazione degli anni '80, però, proprio per superare questa "impasse", credo che ci debba essere un'azione estremamente determinata, anche perché qui sicuramente il Presidente ha illustrato una cosa che non c'è nella mozione: tutto questo riverbera sulla situazione della "RAI" Valle d'Aosta, che è ancora una struttura importante e dal punto di vista fisico anche nuova, ma che viene depauperata dall'interno, perché c'è questa difficoltà gestionale che comporta riduzione di organici e quindi anche una riduzione delle possibilità operative di questa struttura.
Proprio per mettere insieme 2 fatti importanti: la difesa della "RAI" di Aosta e la difesa dell'impostazione federale della comunicazione, credo che si debba avere maggiore determinazione, diretta non solo a pensare a "RAI 3" regionale per la Valle d'Aosta, ma perché tutti gli Italiani abbiano a disposizione una rete federale. Non c'è bisogno di andare in Paesi federalisti come la Svizzera o la Germania, ma anche un Paese nazionalista com'è la Francia, ha "France 3", che ha una struttura di tipo macroregionale, ma che rende conto di comunità più piccole di quella nazionale, dando un'idea di valorizzare le comunità locali. Questo è importante come valore, perché solo se è un valore che passa a livello nazionale, questo aiuta l'autonomia della Valle d'Aosta, quindi solo se tutti gli Italiani si rendono conto che la 1 e la 2 sono nazionali generaliste, la 3 è federale in Umbria, in Toscana... solo così ci si rende conto sempre più che l'Italia delle Regioni ha una valenza e deve avere anche una sua rappresentanza. È così che si costruiscono le basi per il Senato federale, è così che si costruiscono le basi per un diverso tipo di rapporti fra il Governo regionale e il Governo locale.
Con l'auspicio che su questa battaglia vi sia un'ampia convergenza e si possa arrivare in tempi brevi a una determinazione unanime del Consiglio regionale, che equivarrebbe ad un atto di indirizzo molto forte con un suo peso a livello romano, perché ci sono delle assonanze fra una parte del Consiglio regionale e il Governo centrale, credo che si possa ritirare la mozione con l'impegno, che speriamo sia rispettato da parte del Presidente Caveri, di venire in commissione a relazionare sul tema.
Président - La motion au point n° 4 est retirée.