Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2358 del 21 dicembre 2006 - Resoconto

OGGETTO N. 2358/XII - Parere sulle proposte di legge costituzionale n. 203, n. 980 e n. 1241 recanti "Disposizioni concernenti la procedura per la modifica degli Statuti delle Regioni a statuto speciale".

Il Consiglio

Considerato che l'articolo 50, terzo comma, dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta, dispone che i progetti di modificazione dello Statuto di iniziativa governativa o parlamentare, siano comunicati dal Governo della repubblica al Consiglio regionale il quale esprime il suo parere entro due mesi;

Rilevato che con nota in data 27 ottobre 2006, il Ministro per gli Affari regionali ha trasmesso, ai fini dell'acquisizione del parere di cui all'articolo 50, terzo comma, dello Statuto speciale, le seguenti proposte di legge costituzionale:

- n. 203 presentata il 28 aprile 2006 dai deputati Zeller, Brugger, Widmann, Bezzi e Nicco recante: "Disposizioni concernenti la procedura per la modifica degli statuti delle regioni a statuto speciale";

- n. 980 presentata il 5 giugno 2006 dai deputati Bressa, Franceschini, Migliore, Donadi, Villetti, Sgobio, Bonelli, Fabris e Sereni recante: "Disposizioni concernenti la procedura per la modifica degli statuti delle regioni a statuto speciale";

- n. 1241 presentata il 29 giugno 2006 dal deputato Boato recante: "Disposizioni concernenti la procedura per la modifica degli statuti delle regioni a statuto speciale";

Visto il parere della I Commissione consiliare permanente;

Esprime

parere contrario sulle proposte di legge costituzionale n. 203, n. 980 e n. 1241 recanti "Disposizioni concernenti la procedura per la modifica degli statuti delle regioni a statuto speciale".

Président - Je pense que nous pouvons continuer avec nos travaux, comme nous avions convenu hier, les points n° 23 et n° 24 sont renvoyés... chiedo scusa, stiamo verificando alcune questioni tecniche, punti n. 23 e n. 24, prego il Consigliere segretario di dare lettura.

Colleghi, saranno oggetto di 2 punti separati, per quel che riguarda il punto n. 23, cioè il parere sulle proposte di legge costituzionale n. 203, n. 980 e n. 1241, recanti: "Disposizioni concernenti la procedura per la modifica degli Statuti delle Regioni a statuto speciale", l'articolo 50, 3° comma, del nostro Statuto dispone che i progetti di modificazione dello Statuto di iniziativa governativa o parlamentare siano comunicati dal Governo della Repubblica al Consiglio regionale il quale esprime il suo parere entro 2 mesi. Sono pervenuti il 3 novembre. Il Ministro per gli affari regionali ha trasmesso, con nota in data 27 ottobre 2006, pervenute alla data che vi dicevo, ai fini dell'acquisizione del predetto parere, 3 proposte di legge costituzionale recanti: "Disposizioni concernenti la procedura per la modifica degli Statuti delle Regioni a statuto speciale", presentate rispettivamente: il 28 aprile 2006 dai Deputati Zeller, Brugger, Widmann, Bezzi e Nicco; il 5 giugno 2006 dai Deputati Bressa, Franceschini, Migliore, Donadi, Villetti, Sgobio, Bonelli, Fabris e Sereni; il 29 giugno 2006 dal Deputato Boato. La I Commissione consiliare, nella riunione del 29 novembre 2006, ha espresso a maggioranza parere contrario sulle proposte di legge costituzionale di cui trattasi, pertanto il Consiglio è chiamato ad esprimersi sulle proposte di legge costituzionali in questione. Dichiaro aperta la discussione generale. Non ho colleghi iscritti a parlare. Dichiaro chiusa la discussione generale.

La parola alla Consigliera Squarzino Secondina, per dichiarazione di voto.

Squarzino (Arc-VA) - Voteremo a favore del parere sulle proposte di legge costituzionale n. 203, n. 980 e n. 1241, perché introducono nella Costituzione il principio dell'intesa e individuano una proposta che consente di garantire l'autonomia della Valle d'Aosta. Queste proposte di legge costituzionale sono proposte che modificano tutti gli Statuti speciali delle Regioni a statuto speciale, quindi è una proposta di legge costituzionale che dà una risposta a tutte le Regioni speciali e dà una risposta univoca che consentirebbe una rapida approvazione perché riprende una norma della precedente riforma costituzionale che poi non è stata approvata, forse non era perfetta, ma la riprende, la ripropone e il fatto che si riproponga la stessa norma per tutti gli Statuti facilita l'approvazione da parte del Parlamento. Ricordo che questo articolo riguardante l'intesa, proprio perché ha valore costituzionale, dovrà essere sottoposto alla lettura delle 2 Camere con un intervallo di 6 mesi una dall'altra, per cui non approvarlo può avere delle conseguenze, cioè può allungare ulteriormente i tempi per l'approvazione del principio dell'intesa e noi sappiamo quanto il principio dell'intesa sia importante anche ai fini di un eventuale Statuto che vogliamo modificare.

Presidente - La parola al Presidente della Regione, Caveri.

Caveri (UV) - La questione alla nostra attenzione è molto importante, abbiamo parlato per alcune ore della questione dei buoni benzina che è sicuramente un tema importante, se dovessimo fare una graduatoria per le questioni dell'autonomia speciale, certo questo tema che affrontiamo oggi è decisivo per la questione dell'autonomia valdostana e discende da una serie di problematiche che vorrei brevemente ricostruire, perché temo che vi sia rispetto a queste argomentazioni un certo oblio ed è bene riaffermare anche in termini di principio alcuni capisaldi dell'autonomia speciale della nostra Regione.

Si intende o non si intende che il nostro Statuto di autonomia sia basato su un principio implicito di intesa e su un principio implicito di patto fra la Regione, il popolo valdostano, la Comunità valdostana e la Comunità nazionale, lo Stato italiano? La risposta che penso si debba dare è positiva, cioè bisogna ritenere che lo Statuto di autonomia speciale che i Valdostani ottennero dalla Costituente, benché concesso e non frutto di un reale rapporto di interazione e di scambio fra la Costituente e l'allora Consiglio Valle... peraltro, in occasione della celebrazione della "Dichiarazione di Chivasso", 2 giorni fa, è stato ricordato da uno storico non certo accusato di far parte di area autonomista, che è Paolo Momigliano Levi, di come esistesse un abisso fra il testo di Statuto di autonomia scritto dalla Costituente e quello proposto dall'allora Consiglio Valle, che era uno Statuto nettamente federalistico, a differenza del regime regionalistico flebile che ci fu concesso all'epoca della Costituente. Abbiamo avuto nel tempo poche modifiche del nostro Statuto di autonomia. Ho potuto viverle tutte: una nel 1989 che diede alla Valle d'Aosta, ultima Regione ad autonomia speciale, la competenza in materia di legge elettorale, mentre fino ad allora la legge elettorale era regolamentata con una legge dello Stato, poi nel 1993 con 3 modifiche sostanziali del nostro Statuto di autonomia, vale a dire la competenza esclusiva sull'ordinamento degli enti locali, la tutela della Comunità germanofona walser della Valle del Lys e, infine, la nascita della Commissione paritetica stabile. Queste riforme dello Statuto sono avvenute con iniziativa dei Parlamentari della Valle d'Aosta di allora, quindi il sottoscritto, al Senato dal Senatore Dujany, in una logica che si rifaceva a quanto espresso da proposte di leggi costituzionali che nel tempo erano state presentate dallo stesso Consiglio Valle. Possiamo quindi dire che il comitato... disposto fra una volontà espressa da questa Assemblea con proprie proposte di leggi costituzionali... e il fatto che le leggi fossero presentate dai Parlamentari valdostani, considerava implicito che vi fosse un'intesa del Consiglio regionale su tali modifiche.

Molto diversa è la temperie dell'inizio degli anni 2000, che ha costretto a riflettere invece sul procedimento dell'intesa, cioè l'impressione colta da questa Assemblea, come pure dai Parlamentari valdostani dell'epoca, era che il principio dell'intesa, che pensavamo essere implicito nel testo del nostro Statuto, non fosse considerato come tale dai membri del Parlamento, che ritenevano - come abbiamo visto chiaramente nella discussione sulla riforma statutaria che aveva toccato la cosiddetta "forma di Governo" - che l'espressione che dovevamo dare era l'espressione di un parere per nulla cogente, ma solo un parere consultivo. In effetti, la grande occasione persa fu la riforma del titolo V della Costituzione, quando il principio dell'intesa, che doveva essere accolto dall'aula di Montecitorio, venne respinto, lo ricordo sempre, glielo ho ricordato di persona, per un intervento molto autorevole di un esponente del gruppo dei "Verdi", Onorevole Boato, che pose un problema di maggioranza e il mancato inserimento del principio dell'intesa portò il sottoscritto e il Senatore della Valle d'Aosta ad esprimersi negativamente sulla riforma del titolo V della Costituzione, perché il principio dell'intesa è e resta fondamentale anche per affrontare - ed è un tema che tratteremo nel corso della giornata - le riforme costituzionali attraverso l'utilizzo dello strumento della Convenzione. Ora, è vero che nel tempo il procedimento di modifica, pur non ottenendo l'intesa, ha trovato questa soluzione "spuria" di questo parere, che è la cosa che stiamo facendo oggi. Effettivamente il parere è debole, era meglio nella riforma della "devolution", cioè nella riforma del 116... la formula che era stata individuata dalla discussione..., di questo va dato atto al Centro-Destra, ma va anche dato atto ai Parlamentari, in particolare l'Onorevole Collé, che facevano parte della Commissione Affari costituzionali della Camera, che riuscirono in aula ad inserire tale principio dell'intesa. Il principio dell'intesa, così come scritto nelle proposte al nostro esame odierno... diciamo in termini certamente peggiorativi per quel che riguarda la "proposta Biancofiore, La Loggia, Santelli, Carfagna", numerata 1606, cioè quella di "Forza Italia", perché prevede una formula di referendum successivo che sarebbe ridicola perché, oltre al diniego, ci sarebbe un obbligo di referendum consultivo che sarebbe peggiorativo, quindi questa è la peggiore, è ridicola, nel senso che è ulteriormente peggiorativa del testo approvato dalla Camera, "ridicola" in senso bonario, perché tu non puoi chiedere al Consiglio regionale di esprimersi, esso si esprime in un certo modo... "poi fai obbligatoriamente un referendum"... questo, secondo me, è tecnicamente sbagliato. Sicuramente migliore è quanto previsto, in maniera del tutto uguale, dalle proposte n. 203, n. 980 e n. 1241, ma io credo che il testo migliore sia quello già approvato dal Consiglio Valle, che immagino non ci verrà mandato per un parere perché è già di iniziativa nostra, per cui il fatto che non faccia parte di tale "bouquet" di proposte dipende dal fatto che sarebbe ridicolo - in questo caso non offendo nessuno - che si chiedesse al Consiglio di esprimersi su una proposta di legge propria. È l'atto della Camera n. 1601, "Modifica dell'articolo 50 dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta", che inverte i termini, ossia non è un diniego, ma è un assenso e soprattutto si prevede nel nuovo testo dell'articolo 50, come suggerito da una proposta di iniziativa della Giunta regionale che è stata fatta propria dal Consiglio regionale, il principio pattizio. Questo, dal punto di vista politico, è e supera largamente tutte le altre proposte e porta a una scelta di diniego delle altre proposte, perché il diniego delle altre proposte significa l'accettazione della nostra proposta di legge, vale a dire quella di iniziativa del Consiglio regionale della Valle d'Aosta, che, dal punto di vista delle proposte, è sicuramente la più moderna ed è quella che radica in maniera più convincente il principio dell'intesa assieme al principio, altrettanto importante, del legame pattizio, su cui si fonda la nostra autonomia speciale.

Presidente - La parola al Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - Penso che questo Consiglio si renda conto dell'occasione che è stata perduta il 25 e 26 giugno scorsi, quando la riforma costituzionale impropriamente chiamata sulla "devolution" è stata respinta dal popolo italiano e dalla Comunità valdostana. In quella proposta di riforma era contenuta una norma, come ben sapete, che prevedeva il riconoscimento del carattere pattizio in senso pieno nei rapporti fra Stato e Regione Valle d'Aosta per quanto concerne le modifiche allo Statuto speciale, un'occasione che non sappiamo quando si riproporrà. Non siamo così convinti che l'attuale Governo di Centro-Sinistra abbia questa grande determinazione nel riproporre una norma analoga... ci sembra anzi che la tendenza a ricentralizzare determinati poteri e a disconoscere alle autonomie, in particolare a quelle speciali, le garanzie che da tempo queste giustamente chiedono... sia piuttosto lontana.... crediamo che l'intesa sia un processo che debba essere coltivato e, per quanto possibile, conseguito.

Delle proposte che oggi esaminiamo la n. 1606 ci sembra, rispetto a quello che ha detto il Presidente, assai ragionevole, perché comunque ripropone l'accordo pattizio necessario fra Regione e Stato e restituisce al popolo un potere di intervento sulla materia, che è la riforma costituzionale, ossia non una materia secondaria come può esserlo la lotta al fumo o qualsiasi altra materia di uso comune, per cui sulla riforma costituzionale chiamare il popolo ad esprimersi pensiamo sia un atto di attenzione e di riconoscimento a coloro che democraticamente riconoscono agli eletti la rappresentanza nelle sedi istituzionali. A differenza di quanto dice il Presidente Caveri, quindi non è ridicolo concedere al popolo questo potere, ma anzi vuol dire coinvolgerlo in un processo di riforma che è decisamente importante. Il nostro gruppo esprimerà un parere favorevole sulla proposta di legge costituzionale n. 1606 e si asterrà sulle altre.

Presidente - Pongo in votazione l'atto, ricordo che con voto favorevole il Consiglio esprimerà parere favorevole sull'atto in questione, mentre con voto negativo il Consiglio esprimerà parere contrario:

Consiglieri presenti: 27

Votanti: 25

Favorevoli: 6

Contrari: 19

Astenuti: 2 (Lattanzi, Tibaldi)

Il Consiglio non approva.