Oggetto del Consiglio n. 2489 del 8 febbraio 2007 - Resoconto
OGGETTO N. 2489/XII - Ritiro della mozione: "Definizione dei criteri di erogazione dei contributi nel settore socio-assistenziale".
Mozione
Ricordato che nell'ultima riunione del Consiglio regionale è stata espressa dalla Giunta la volontà di rivedere l'impatto che l'applicazione dell'ISEU ha nei confronti dell'erogazione delle borse di studio a studenti universitari;
Constatato che anche l'applicazione dell'IRSSE nella definizione dei redditi, e quindi del livello di erogazione degli aiuti economici nel settore dell'assistenza sociale, comporta decisioni che non sempre danno risposte adeguate alle situazioni di difficoltà che si dovrebbero attenuare, tanto che è stata oggetto di successivi aggiustamenti onde correggere le anomalie via via riscontrate;
Ritenuto opportuno che anche nei confronti dell'IRSSE, applicato al settore socio-assistenziale, vada fatta un'approfondita analisi per valutarne le criticità;
Il Consiglio regionale
Impegna
la Giunta, ed in particolare l'Assessore competente, ad:
1) avviare uno studio degli effetti che l'applicazione dell'IRSSE ha nei confronti delle diverse situazioni familiari per individuarne le anomalie;
2) definire, previo parere delle Commissioni consiliari competenti, i correttivi da introdurre nell'applicazione dell'IRSSE a livello regionale per l'erogazione di contributi nel settore socio-assistenziale.
F.to: Squarzino Secondina - Bortot - Venturella
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Direi quasi che questa mozione era stata sollecitata da colleghi del Consiglio quando abbiamo analizzato la mozione sull'applicazione dell'"ISEU" agli studenti universitari per l'individuazione delle borse di studio. Nella discussione si era evidenziato che bisogna intervenire per capire meglio i meccanismi con cui vengono definiti i limiti di reddito in base ai quali poi tarare i contributi regionali. In ambito sanitario l'applicazione dell'"IRSSE" in questi lunghi mesi, in questo anno e mezzo ha sollevato una serie di questioni, non è così pacifica la situazione. Sono almeno 18 mesi che si dibatte e si lavora su tale tema, ricordo che dal luglio 2004 è stata avviata la sperimentazione dell'utilizzo dell'"IRSSE" per calcolare il reddito dei contribuenti che chiedevano di accedere a degli aiuti economici che la Regione aveva da sempre messo in atto per quanto riguarda la legge n. 22, per quanto riguarda l'assistenza agli anziani, alle badanti, per quanto riguarda i parametri per le rette nelle microcomunità, per quanto riguarda anche tutto l'aspetto degli invalidi, dei disabili... e questa sperimentazione di volta in volta faceva emergere dei limiti. Vediamo allora che a luglio 2004 viene avviata la sperimentazione, il 29 luglio 2005, un anno dopo, si fa una verifica e si decide che bisogna modificare alcune cose, ma che la sperimentazione viene portata fino al 2006 e il 4 agosto 2006, lo scorso anno, si è deciso di portare la sperimentazione fino al 31 dicembre 2006, ossia dicembre dello scorso anno. La problematica è decisamente complessa, perché si tratta, da un lato, di applicare il giusto principio che l'assistenza non è totalmente gratuita, ma ogni cittadino dà un suo contributo in base anche al proprio reddito, alle proprie capacità contributive, in base anche alla sua situazione non solo economica, ma patrimoniale, fisica...; dall'altra parte, si tratta di trovare delle regole, dei criteri che siano capaci di aderire ad ogni situazione e non imprigionare la diversità delle situazioni esistenti in criteri rigidi, che poi finiscono per penalizzare alcune situazioni. Non sto qui a fare un elenco, ma tutti noi abbiamo incontrato delle persone che ci hanno detto: "non è possibile, guarda la mia situazione, guarda quanto devo pagare, non è giusto, ma come faccio?". Questa preoccupazione di avere delle regole chiare, che non creino ulteriore disuguaglianza quindi c'è e c'è a tal punto che l'Assessore, nel febbraio dello scorso anno, ha istituito un gruppo di lavoro per approfondire la situazione. Cosa dice il gruppo di lavoro? Non sappiamo quali sono stati i risultati, ma la Giunta ci dice con la deliberazione n. 4173/2006: "Preso atto che il gruppo di lavoro che è stato deciso a febbraio 2006 ha analizzato e valutato ipotesi di integrazione e modificazione dell'IRSSE anche attraverso la consulenza e il supporto di esperti, preso atto della complessità della problematica, questo non ha consentito di concludere le attività del gruppo di lavoro nei tempi previsti". Il gruppo di lavoro, quindi, dopo 10 mesi (febbraio 2006-dicembre 2006), dice: "abbiamo analizzato varie ipotesi, la problematica è così complessa che non riusciamo a giungere a una soluzione per adesso, forse avremo bisogno di altre cose". Veramente allora il problema è delicato, non è un problema che può essere risolto "d'emblée", tant'è vero che la conclusione della deliberazione in oggetto dice: "visto che c'è ancora da discutere e che bisogna trovare nuove disposizioni per tutta una serie di prestazioni che riguardano la legge n. 22, che riguardano le direttive agli enti locali, che riguardano gli alcoldipendenti e i tossicodipendenti... si approva la proroga del sistema che c'è dal 1° gennaio 2007 fino all'introduzione di nuove disposizioni". Non si dà quindi più un termine, ma si dice: "lavoreremo e, finché non troveremo una soluzione, si mantiene l'attuale valutazione dell'IRSSE", ma il problema esiste, chi è in V Commissione sa che sono 2 anni che la sottoscritta chiede che la V Commissione si occupi di questa situazione, perché ci sembra giusto che qui le valutazioni siano di ordine...
(il Presidente Perron richiama il Consiglio al silenzio, in segno di rispetto verso un Consigliere che sta svolgendo il suo intervento)
... questa volta non mi sono lamentata, perché conosco qual è il livello di questo Consiglio e so quali sono gli argomenti che interessano di più e mi dispiace dover constatare ancora una volta che argomenti di questo tipo - forse non ho capacità oratorie - siano così poco sentiti. Ritengo sia importante che almeno 1 o 2 persone ascoltino, poi sono convinta che la forza delle idee, la forza dell'opinione pubblica, la forza della richiesta della gente, delle migliaia di cittadini che si lamentano sia più forte di quello che prevale in questo momento, posso capire... un momento di disattenzione... come vede, non ho preteso attenzione, l'attenzione o c'è e va bene, si prende atto, se non c'è, pazienza, uno fa le valutazioni del caso. Dicevo, in V Commissione abbiamo chiesto più volte che questo tema fosse trattato, perché è un tema che non ha solo risvolti di tipo tecnico-amministrativo, ma anche risvolti di tipo politico, quindi è importante capire dove si vuole andare.
Per quanto riguarda tutta la questione degli studenti universitari, l'Assessore Viérin ha accettato di vedere com'era la situazione precedentemente, com'è la situazione che è stata predisposta ed è stato accettata la risoluzione da me presentata... anzi lo stesso Assessore aveva proposto una modifica a una nostra risoluzione in cui si diceva che "la Giunta avvia uno studio comparato degli effetti che l'applicazione di tali indici avrebbe rispetto all'ormai collaudata modalità"..., quindi uno studio comparato per capire com'era prima e quali sono adesso le differenze. Quello che chiediamo da mesi in Commissione era che si dicesse: "è un sistema nuovo che si evolve di giorno in giorno, facciamo il punto della situazione, verifichiamo". Nella modalità precedente, a prescindere se negativa o positiva, le famiglie che avevano tale tipologia di reddito avevano tale tipo di aiuto, adesso è di quest'altro tipo con questi nuovi indici. Vediamo se con tali nuovi indici abbiamo messo più equità, perché il dubbio che emerge, perché giustamente le famiglie che hanno un alto reddito devono pagarsi i servizi, perché le famiglie poverissime giustamente non pagano, ma c'è tutta una fascia della situazione media delle persone in cui basta un niente per passare da una dignitosa vita a una difficoltà. Si tratta di valutare con maggiore chiarezza tali situazioni, questo abbiamo sempre chiesto in Commissione e ci è sempre stato detto: "guardate che stiamo valutando" e noi abbiamo aspettato pazientemente. Adesso sono quasi 2 anni che questo meccanismo è in piedi, è stato modificato e per ammissione della stessa Giunta si dice: "è così complessa la cosa che dobbiamo ancora continuare a studiare e non vi sappiamo dire fino a quando", ma in questo momento non sarebbe il caso che anche il Consiglio attraverso la Commissione valutasse gli elementi per capire com'è la situazione? Qui noi abbiamo le informazioni da parte dell'Assessore e dei suoi uffici, abbiamo la gente che ci chiede, non abbiamo un quadro chiaro; ora la maggioranza forse ha ragione, ha eletto questo Governo, quello che fa va bene e lo condivide, ma credo che anche la minoranza abbia diritto ad essere informata e la Commissione è il luogo più adatto per poterlo fare. Chiediamo che, in analogia a quanto è stato deciso dal Consiglio per le borse di studio per gli studenti, si studino gli effetti di questa applicazione, ossia quale effetto ha tale applicazione nei confronti delle diverse situazioni familiari per individuare le anomalie, per individuare eventuali criteri correttivi da introdurre nell'applicazione dell'IRSSE a livello regionale per l'erogazione dei diversi servizi. Politicamente chiediamo che dopo quasi 2 anni di sperimentazione il Consiglio regionale attraverso le Commissioni sia reso edotto di come funziona questo meccanismo, quali effetti produce nei confronti delle diverse situazioni familiari, dopodiché può darsi che tutto vada bene e che abbiamo gli elementi per poter rispondere tutti i Consiglieri che incontrano le varie persone: "sentite, voi vi lamentate, ma guardate che abbiamo capito che...", pertanto noi stessi diventiamo capaci di motivare, ma se questo problema è solo degli uffici, di un gruppo di lavoro che dice che la situazione è complessa... infatti la deliberazione di Giunta parla di complessità delle problematiche che non ha consentito di concludere le attività del gruppo di lavoro nei tempi previsti e noi sappiamo della problematica, siamo consapevoli che è una problematica complessa perché si intersecano: da un lato, l'esigenza giusta di chiedere ai contribuenti una partecipazione alle spese; dall'altro, l'esigenza di non mettere regole che penalizzano persone normali, ossia persone come la maggior parte della gente che è in Valle d'Aosta. Fra l'altro, poiché tutto viene attraverso pezzi di carta - e questo è un altro grosso problema -, alcune persone sono trasparenti in tutti i sensi rispetto al proprio reddito, altre forse meno, non perché sono cattive, ma perché la situazione fiscale consente loro altre tipologie di presentazione di reddito. Ora questo per la carta va tutto bene ma, quando mi mettete 2 persone vicino che si conoscono e sanno bene qual è il reciproco tenore di vita e vedono che quello che ha un tenore di vita superiore finisce per avere dei contributi superiori, oppure accede a contributi, cosa che non può fare l'altro perché è trasparente, questo è solo un esempio dei tanti che si possono fare... credo che la difficoltà di individuare tali tipologie di casistica a cui applicare l'IRSSE ci debba far riflettere ulteriormente: questo chiediamo. Se eventualmente c'è qualche richiesta che proprio non è così aderente alla volontà politica della maggioranza, siamo disposti anche a modificare, purché, a nostro avviso, siano salve 2 cose: che su questo debba esserci una valutazione di tipo politico e non solo degli uffici e mi sembra che la Commissione sia il luogo politico delle decisioni; che si faccia il punto dell'evoluzione e una verifica se le soluzioni che in questo momento si possono profilare come possibili, se queste tengono conto di un confronto fra prima e dopo e soprattutto degli effetti che questo avrà nei confronti delle famiglie, perché molte famiglie mi dicono: "sì, adesso pago, ma non so fino a quando potrà pagare, fra pochi anni non potrò più pagare così, perché non ce la faccio più". Secondo me, bisogna verificare gli effetti sulle famiglie: questo è quanto mi sembra vada fatto; quindi pongo tale problema al Consiglio.
È chiaro che l'impegno è chiesto alla Giunta, in particolare all'Assessore, ma è il Consiglio che lo chiede, quindi chiedo che sia il Consiglio a pronunciarsi, che dica se l'applicazione dell'IRSSE così com'è va bene, se tutti voi condividete l'applicazione dell'IRSSE così com'è, o se è necessario, visto che la materia è complessa, sono passati quasi 2 anni dal momento della sperimentazione e non credo che mese più mese meno sconvolga tutto l'impianto, prendere tutto il tempo necessario - un mese, 15 giorni? - e, come Consiglio, riflettiamo su questo, perché non è affare dell'Assessore Fosson, non è affare del Governo, è un affare dei cittadini e ritengo che il Consiglio debba essere chiamato a capire e a contribuire a dire la sua nella discussione in Commissione poi si potranno confrontare soluzioni diverse e vincerà democraticamente quella della maggioranza, ma che non vi sia mai un momento politico in cui si analizza tale problema che tocca le tasche dei nostri cittadini, credo che questo non vada bene.
Président - Je déclare ouverte la discussion.
La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Fosson.
Fosson (UV) - L'ho ascoltata con interesse, soprattutto sottolineo le sue affermazioni molto corrette quando dice che è un sistema complesso, che si basa su delle regole contributive non fissate da noi chiaramente, fra queste quella del patrimonio, quella dell'equivalenza per il reddito delle famiglie. È un sistema complesso, ma più giusto, è proprio per le affermazioni che lei ha fatto che abbiamo voluto introdurre... assumendoci dei grandi rischi di fronte a una popolazione a cui non era mai stato calcolato né il reddito familiare, né il reddito patrimoniale ed è un accordo che abbiamo fatto con i sindacati del 2003, che abbiamo portato avanti in via provvisoria con un confronto annuale con gli stessi. È proprio per tale complessità che abbiamo istituito questo gruppo di lavoro, in cui abbiamo lavorato molto e di questo ringrazio tutte le forze sindacali, ringrazio il CAV, ringrazio il CELVA, ringrazio gli altri Assessori, perché su questo abbiamo lavorato congiuntamente in un sistema che è complesso, che la maggior parte delle Regioni italiane non hanno ancora applicato, che è estremamente più equo. Un sistema - è un errore invece questo il suo - che non è mai stato applicato in ambito sanitario, ieri ricordava il Consigliere Sandri riprendendo delle regole del Ministro Turco... vista l'importanza di questo indicatore, applicarlo anche nell'ambito sanitario... È un sistema complesso su cui ci siamo mossi senza una banca dati, perché il problema di tutti è, prima di fare delle variazioni, conoscere i dati, quindi non è un affare solo dell'Assessore.
L'ho sentita per 30 minuti, ho cercato di fare dei segni, ma tale complessità ammessa in questa deliberazione che ha prolungato lo studio è una complessità che, per onestà di tutti i partecipanti, ha fatto giungere a una conclusione. Lei era via, forse non le hanno comunicato questo, ma il 22 gennaio 2007 questo gruppo di lavoro all'unanimità ha siglato un documento sulle modificazioni da introdurre sull'IRSE, in cui prevede una "deliberazione madre" concordata tutti insieme, in cui ci sono 2 variazioni, proprio sulla franchigia della prima casa e su una riparametrazione dei valori della legge n. 22 e su cui si decide di prolungare questa esperienza della banca dati e di fare poi una verifica congiunta di concertazione su tutte le "deliberazioni figlie". Questo gruppo di lavoro, pur nella complessità, in accordo con tutti gli altri Assessori sul produrre una "deliberazione madre" da cui poi discenderanno delle "deliberazioni figlie", ha prodotto un documento. Tale documento sull'IRSSE non è un fatto dell'Assessore Fosson o dell'Assessore Viérin, sarà portato appena fatta la "deliberazione madre" in Commissione, come prevede il Piano socio-sanitario. L'accordo quindi è stato fatto e, appena sarà preparata la deliberazione, verrà presentata alla V Commissione, per questo la pregherei di ritirare la mozione.
Presidente - Non ho altri iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Vede, Assessore, intanto i Consiglieri di minoranza lavorano sui documenti pubblici, gli altri documenti non li hanno. La nostra mozione era datata 29 dicembre, quindi arriva in discussione molto più tardi. Vi è una cosa che vedo che lei non capisce, non vuole accettare. Proprio perché il sistema è complesso, proprio perché il Governo è orgoglioso di quello che ha fatto, perché non ne discute in Commissione, perché non condivide questo? Credo vi sia da parte sua la difficoltà...
Fosson (fuori microfono) - ... le ho detto che la porto in Commissione, forse... io non capisco, ma lei non capisce....
Squarzino (Arc-VA) - ... non mi ha lasciato concludere, Assessore! Credo che questo argomento vada portato in Commissione, prima cosa. Seconda cosa: sarebbe interessante capire se in Commissione arriva la deliberazione già confezionata, già decisa, oppure no, cioè se arriva in Commissione una deliberazione per cui la Commissione è informata. Se arriva in Commissione una deliberazione per cui la Commissione è informata sulla decisione che ha preso il Governo, prendiamo atto che c'è da parte del Governo regionale giustamente... ma credo sia giusto che il Governo regionale governi, però se veramente crede che è importante condividere le scelte fatte, proprio per la complessità, dovrebbe portarla in Commissione prima che sia approvata dalla Giunta. Se c'è la volontà politica di coinvolgere il Consiglio, dovrebbe portare la deliberazione in Commissione insieme a tutta l'informazione. Prendo atto, l'Assessore verrà in Commissione, ci racconterà tutto l'iter, ma se la deliberazione è già confezionata, già decisa, allora la Commissione prende atto, come prendiamo atto ogni volta che l'Assessore Marguerettaz porta le variazioni di bilancio. Mi sembra che in questa situazione, proprio perché è complessa, proprio perché per 2 anni la Commissione regionale - parlo della Commissione regionale, non parlo del tavolo tecnico di lavoro - non ha mai affrontato la questione, mai, mi sembra sia utile che la deliberazione venga portata in Commissione prima della sua adozione definitiva in Consiglio: questo è l'invito che faccio all'Assessore. Posso anche ritirare, non è un pezzo di carta che decide la situazione, posso ritirarlo tranquillamente; il problema non è approvare o non approvare: il problema è se c'è la volontà politica da parte del Governo di presentare in Commissione l'iter del lavoro fatto, le conclusioni e perché si è giunti a quella "deliberazione madre", che viene proposta, discussa anche in Commissione. La Giunta poi può fare le sue valutazioni, ma se l'Assessore viene in Commissione con la deliberazione già definita, già approvata in Giunta, allora credo che lei manchi di rispetto a questo Consiglio e anche ai Consiglieri della sua maggioranza...
(interruzione del Consigliere Vicquéry, fuori microfono)
... non è stato attento, Signor Capogruppo! Ho detto 2 cose: sono disposta a ritirarla, la ritiro, ma chiedo che come volontà politica vi sia da parte... la ritiro, anche se lui dice che non fa come io chiedo, perché è un problema di tutto il Consiglio, non solo della sottoscritta, allora io ritiro volentieri la mozione, chiedo politicamente un impegno dell'Assessore in Consiglio a venire in Commissione a presentare la proposta di deliberazione prima che sia approvata in Giunta, ossia prima che sia definitiva, altrimenti è solo un'informazione e a questo punto prendiamo atto del suo atteggiamento nei confronti del Consiglio.
Presidente - La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Fosson.
Fosson (UV) - Solo 2 considerazioni per contestare questa arte di "girare" gli argomenti: prima non si sapeva che tale gruppo di lavoro aveva concluso i lavori, io questo documento appena siglato l'ho dato alla maggioranza e anche alla V Commissione; in secondo luogo perché si ignorano i procedimenti normali di queste normative, che noi abbiamo studiato con tutti per un anno... la proposta di deliberazione viene presentata prima alla Giunta, ma prima di essere approvata verrà portata alla V Commissione per un iter normale. Ultima cosa: non ho mai rifiutato quando convocato di presentarmi alla V Commissione e di relazionare su tutto quello che sto facendo, proprio per rispetto al Consiglio.
Squarzino (fuori microfono) - ... è arrivato in V Commissione quel documento? Non lo abbiamo visto.
Presidente -La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Per chiarezza, visto che le informazioni rimangono, solo se detet al microfono io veramente posso non aver visto il documento, ma adesso di fronte all'affermazione dell'Assessore...
(interruzione dell'Assessore Fosson, fuori microfono)
... se lei, Assessore, dà il documento a livello personale al Presidente della V Commissione, correttamente il Presidente della V Commissione non lo mette a disposizione dei Commissari, perché è un documento interno riservato alla maggioranza ed è giusto che la maggioranza abbia tutti i suoi documenti riservati interni, ma non si può confondere un documento dato in via personale come documento trasmesso in modo ufficiale, vorrei che questo fosse chiaro. Ribadisco che, come Commissari della V Commissione, non abbiamo avuto contezza di questo documento.
Presidente - Con queste precisazioni la mozione è ritirata.
Il Consiglio prende atto.