Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2457 del 7 febbraio 2007 - Resoconto

OGGETTO N. 2457/XII - Incentivi in materia di promozione dell'uso razionale dell'energia. (Interrogazione)

Interrogazione

Vista la legge n. 3 del 2006, in materia di interventi per la promozione dell'uso razionale dell'energia e la delibera della Giunta regionale n. 1619 con cui si determinano le tipologie oggetto di incentivazione;

Constatato che al 31 dicembre u.s. erano stati attribuiti poco più di 100 mila euro di contributi in base alla normativa sopra richiamata;

Evidenziato che la Finanziaria statale 2007 prevede una detraibilità fiscale del 55%, in soli tre anni, per gli interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti (sino ad una detrazione di 100.000 €), per interventi su edifici esistenti, parti di edifici esistenti o unità immobiliari, riguardanti strutture opache e verticali, opache orizzontali (coperture e pavimenti), finestre comprensive di infissi (sino a 60.000 €), per l'installazione di panelli solari per la produzione di acqua calda per usi domestici, industriali o per piscine, strutture sportive, case di ricovero e cura, istituti scolastici e università (fino a 60.000 €), per la sostituzione di impianti di climatizzazione invernali con impianti dotati di caldaie a condensazione econtestuale messa a punto del sistema di distribuzione, detraibilità ottenibile con le stesse procedure di quella del 36% prevista per le ristrutturazioni, cioè comunicazione da avviare al Centro Operativo di Pescara, certificazione energetica e pagamento tramite bonifico bancario, in attesa delle precisazioni previste con le disposizioni attuative del Ministero dell'Economia e delle Finanze, da adottare con Decreto entro il 28 febbraio 2007;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

l'Assessore competente per conoscere:

1) quanti incentivi sono stati dati per ogni tipologia di sistema utile al risparmio energetico, sia attivi che passivi;

2) quali difficoltà siano emerse nell'applicazione della legge stessa ed in particolare dell'allegato A, della deliberazione della Giunta regionale 1619 del 2006 che hanno portato a un così basso numero di richiesta di contributi;

3) quali iniziative siano state prese per rimuovere gli altri ostacoli normativi all'attuazione della legge: divieto di inserire i pannelli solari sui tetti in losa, limiti paesistici o di volumetria ecc.;

4) quali iniziative siano state prese per promuovere la conoscenza degli importanti vantaggi fiscali previsti dalla nuova normativa nazionale.

F.to: Sandri - Fontana Carmela - Ferraris

Président - La parole à l'Assesseur aux activités productives et aux politiques du travail, La Torre.

La Torre (FA) - Ho letto con attenzione le premesse e le ho trovate molto puntuali, quindi ringrazio per l'interrogazione che permette di fare il punto su questa situazione che sta a cuore a tutti; le domande sono precise, quindi cercherò di rispondere in modo altrettanto chiaro. Prima domanda: dalla data di applicazione della legge regionale n. 3/2006 - ovvero 1° giugno 2006 - sono state concesse 66 agevolazioni, che hanno riguardato esclusivamente interventi passivi di risparmio energetico mediante l'isolamento di superfici trasparenti (n. 63) e di superfici opache orizzontali (n. 3). Le richieste di agevolazione per i sistemi attivi - ossia generatori di calore, collettori solari, pompe di calore - non possono al momento essere evase, poiché nella maggioranza dei casi i costruttori delle apparecchiature non mettono a disposizione dei richiedenti le certificazioni, quindi non abbiamo la certificazione del rendimento energetico come previsto dalle discipline del decreto del Ministro dell'industria in data 2 aprile 1998, discipline che devono essere osservate in maniera assoluta, quindi siamo impossibilitati alla quantificazione del finanziamento. Nei casi in cui le certificazioni pervengono peraltro queste si riferiscono il più delle volte a condizioni di funzionamento diverse rispetto a quelle per le quali le apparecchiature interessate sono state installate. Siamo di fronte a una realtà di installatori che non tengono conto delle certificazioni previste per legge e infatti non le stiamo dando, siamo solo a 66 perché, se non vi sono le certificazioni, non procediamo.

Seconda domanda: le difficoltà sulla certificazione interessano - in maniera sicuramente meno ostativa - anche i materiali da costruzione (come, ad esempio, le vetrature) e non soltanto le apparecchiature, per cui la situazione si ripercuote sulla velocità del procedimento istruttorio o sull'effettiva conclusione di quest'ultimo. Tuttavia, non si può ricondurre il minor numero di richieste alle cause sopra evidenziate, bensì ai differenti criteri di finanziamento che sono stati introdotti dalla nuova normativa rispetto alle precedenti leggi regionali: faccio riferimento alla legge n. 62/1993 sulle fonti rinnovabili, alla n. 9/1995 sull'isolamento, alla n. 44/1996 sul metano. In effetti, queste ultime leggi prevedevano un generalizzato finanziamento a pioggia delle installazioni, mentre la nuova legge regionale n. 3/2006 ha inteso volutamente imprimere una svolta nell'elargizione dei benefici economici, introducendo un sistema selettivo che si propone di incentivare le realizzazioni di alto profilo tecnologico, premiando l'efficienza energetica e quindi la qualità degli investimenti effettuati. Ovviamente la selezione delle installazioni eligibili sottintende un minor numero di richiedenti e quindi il soddisfacimento di un minor numero di soggetti, però consente di ottimizzare l'efficacia del sistema di ridistribuzione delle risorse pubbliche nel momento in cui, ad esempio, favorisce la virtuosa metodologia di intervento che si propone di incentivare la realizzazione di opere di isolamento termico propedeutiche all'inserimento di sistemi di riscaldamento ad alta efficienza, ossia il ragionamento è quello che l'intervento del mettere solo il pannello, se non è integrato da dei vetri di un certo tipo, da una coibentazione adeguata, ossia da un progetto che garantisce un risparmio energetico così come sta emergendo dalle esperienze che stiamo facendo di confronto con le altre realtà territoriali della Lombardia, dell'Emilia Romagna, del Trentino, non otteniamo i risultati che vogliamo. In questo caso il sistema va in questa direzione, quindi, grazie alla modulazione delle variabili di natura finanziaria che si adottano nel calcolo delle agevolazioni della legge regionale n. 3/2006, si tende ad evitare che si crei quello che viene definito "edificio colabrodo" e si tende ad incentivare l'utilizzo di un progetto di apparecchiature termiche finanziate con risorse pubbliche, ma con un risultato certo... favorisce la concentrazione delle utenze, che si sostanzia in un beneficio generalizzato di sicurezza delle installazioni, di risparmio di combustibili e di aumento dell'efficienza energetica degli impianti, anche se questo non sempre accontenta quei condòmini che vorrebbero la caldaietta murale sul balcone per non dipendere dalla volontà assembleare del caseggiato, anche qui abbiamo capito che purtroppo il fatto di avere un'atomizzazione degli impianti non è nell'interesse della Comunità, perché non solo non si ottiene un minor risparmio, ma si ottiene un inquinamento superiore, un controllo infinitamente atomizzato delle verifiche del funzionamento, cosa che non garantisce nessuno e stiamo imprimendo così come l'indirizzo nazionale la volontà di concentrare gli impianti; razionalizza l'intervento finanziario della Regione nel momento in cui concentra le risorse sull'aiuto alle realizzazioni che altrimenti non sarebbero effettuate perché non competitive (vetri con caratteristiche di bassa emissività, caldaie a condensazione, accumulatori inerziali dell'energia termica, sistemi di riscaldamento a bassa temperatura, materiali a basso coefficiente di conducibilità). Oggi chi vuole realizzare una casa nel rispetto ecologico e del risparmio energetico deve cioè mettersi in testa che nella fase iniziale spende di più, certamente lo recupererà di più, ma nella fase iniziale bisogna introdurre materiali di qualità, certificati... e soprattutto rispettosi delle norme ecologiche e ambientali e noi su questo stiamo battendo, evitando di agevolare indiscriminatamente quelle opere che chiunque normalmente eseguirebbe dovendo procedere ad una ristrutturazione tecnologico-edilizia. Una valutazione di tipo meramente quantitativo sul numero delle richieste di agevolazione pertanto non è idonea a misurare il grado di raggiungimento degli obiettivi della legge di cui si tratta, senza dimenticare che la stessa non può certamente essere già considerata a regime, soprattutto se si considera l'innovatività dei criteri di valutazione adottati rispetto al passato. La legge è partita nel 2006 e attraverso tutta una serie di sollecitazioni nei confronti degli imprenditori, degli installatori e del mercato stiamo creando quel presupposto culturale che è alla base di interventi di questo genere. In relazione a quest'ultimo aspetto, non va sottaciuto che ancora adesso - fortunatamente in misura non significativa - non si sono adeguati al nuovo sistema di incentivazione né gli operatori del settore, né tanto meno i cittadini, poiché frequentemente gli stessi elaborano le proprie iniziative in base alla vecchia metodologia (nonostante le iniziative di informazione portate avanti nel secondo semestre dello scorso anno con la "Chambre", il Centro Sviluppo, l'ARPA e le associazioni dei consumatori). Non a caso abbiamo fatto nascere presso l'ARPA anche l'Ufficio energia, dove non solo i cittadini si possono rivolgere, ma troveranno un laboratorio che mette a disposizione tutti i tipi di materiali esistenti e le tecnologie esistenti per fare quella informazione a chi non saprebbe altrimenti dove ricevere questi dati, per favorire l'utilizzo di tali materiali. Verosimilmente andrebbe ancora ricordato che la preannunciata abrogazione della legge regionale del 1993, legata all'assoluta incertezza sui nuovi parametri normativi che sarebbero stati successivamente introdotti dalla legge regionale n. 3/2006, avrebbe favorito un'eccezionale ondata di realizzazioni, che probabilmente in tempi normali non si sarebbe verificata. La risposta è scritta, poi ve la faccio avere.

Terza domanda. Allo stato si può affermare che considerevoli risultati sono stati raggiunti in materia urbanistica, in relazione alla previsione contenuta negli atti amministrativi di attuazione della legge regionale n. 11/1998, i quali dispongono univocamente che la "superficie urbanistica" degli edifici è attualmente considerata al netto delle murature, contrariamente a quanto era previsto in passato per i preesistenti "indici di edificabilità". Il problema però ancora esiste, tant'è vero che stiamo interloquendo con il CELVA, perché riteniamo fondamentale che l'Assemblea dei comuni possa comprendere e introdurre all'interno delle assemblee comunali della nostra Regione valutazioni in merito ai regolamenti edilizi, perché è evidente che questo passaggio culturale passa attraverso un passaggio normativo che deve facilitare il cittadino e anche il progettista in merito agli interventi di carattere di risparmio energetico. In questo senso abbiamo insediato da circa 20 giorni la Commissione per la certificazione di edilizia urbanistica con la partecipazione di tutti i soggetti interessati - Celva, tecnici, ingegneri, architetti e l'Assessorato -, perché il nostro obiettivo sempre dichiarato qui dentro, e credo condiviso, è quello di andare verso una certificazione di qualità valdostana, quindi sul modello di "Casa Clima", sul modello delle altre operazioni che sono state fatte in Lombardia e in Emilia Romagna, anche noi vorremmo arrivare a una certificazione di edificabilità. In materia di impatto delle apparecchiature che sfruttano le fonti rinnovabili, al momento esiste unicamente la previsione contenuta nel "Regolamento edilizio tipo" approvato dalla Regione, che non è giuridicamente vincolante per le amministrazioni comunali, ma che fornisce già delle indicazioni di metodo qualora le stesse amministrazioni volessero orientarsi fattivamente per l'uso razionale dell'energia. Il medesimo Regolamento... e qui ci sono tutte le spiegazioni. Sto incontrando anche numerosi Sindaci che mi pongono un altro problema, che colgo l'occasione per evidenziare, poi le do la risposta scritta, compresa la quarta domanda, perché mi sono un po' dilungato, ed è il problema dei centri storici, perché, mentre stiamo incentivando con forza le amministrazioni comunali al rispetto delle energie alternative e soprattutto ad introdurre questi concetti per loro stessi, si trovano in difficoltà i Sindaci perché molte volte i cittadini nei centri storici non riescono a collocare interventi di risparmio energetico perché entra in ballo anche la Sovrintendenza ed entrano in ballo anche altre autorizzazioni che normalmente non vengono ottenute con facilità: questo è un problema che si pone e su cui dovremo tornare. Il tempo è scaduto, vi lascio la risposta scritta ed eventualmente ci torniamo sopra.

Presidente - La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (GV-DS-PSE) - Mi fa piacere che, al di là delle tante parole, l'Assessore abbia detto una cosa abbastanza semplice: che la legge è fallita palesemente, non c'è un pannello solare che è stato messo grazie ai contributi della Regione, complimenti! Bella legge, l'abbiamo fatta noi, prendiamone atto, ed è stata applicata peggio perché è un regolamento complicato che ha posto dei vincoli altissimi di qualità che non ha nessun senso mettere, che ha provocato il fallimento di questa cosa. Ci troviamo allora ad avere un'Italia che va avanti e una Valle d'Aosta che rimane indietro, perché in Italia esiste la possibilità da quest'anno di poter arrivare a detrarre fino a 60mila euro di spese per quanto riguarda interventi tipo finestre o pannelli solari e fino a 100mila euro proprio per interventi di riqualificazione energetica dalle proprie tasse, il 55% - quindi molto di più che non è il 36 che è stato fatto per le ristrutturazioni qualche anno fa - in soli 3 anni, quindi recuperando il 18% della spesa ogni anno. Questa è l'Italia che va avanti, che mette i pannelli solari, che rende le fonti di inquinamento ridotte, noi in Valle d'Aosta con l'obiettivo di fare delle cose straordinarie, dobbiamo evitare le "case colabrodo", lasciamo che le case rimangano così come sono, senza nessun incentivo e nessun miglioramento dal punto di vista energetico e lo si vede da cosa? Lo si vede dal suo Assessorato che fa vergogna da questo punto di vista, perché è uno degli edifici più inquinanti dal punto di vista energetico! Lei c'è dentro da un anno, faccia un piano di ristrutturazione, ci metta i pannelli solari, faccia vedere che sta cambiando! Così come si dovrebbe cambiare il Palazzo regionale e tante altre cose del genere, perché si ha l'impressione che tale legge, troppo complicata, non viene attuata, non si parla, come lei ha dimostrato, degli incentivi statali, non si vuol far sapere che lo Stato fa delle cose che qui non siamo stati in grado di fare, risultato finale: la gente non metterà i pannelli perché non è informata, perché ha troppe difficoltà burocratiche, perché richiede certificazioni che sono impossibili e che nessuno chiede. Non c'è nessuno Stato, nessuna Regione che si mette a fare politiche di questo genere! Alla fine l'impressione che si ha è che lei, il Governo e la maggioranza che lei rappresenta vogliano difendere gli interessi di chi vende il gas, di chi vende la benzina o il gasolio, di chi vende le lose, ma della salute dei cittadini, dell'inquinamento e del risparmio energetico non importa assolutamente nulla!

L'importante oggi è rendersi conto del fallimento di una politica, non c'è un pannello solare in più rispetto all'anno scorso, mentre in tutta Europa si sta viaggiando a velocità impressionante, fra l'altro sui pannelli solari fotovoltaici in Italia abbiamo un'esplosione di tetti solari, mentre in Valle d'Aosta abbiamo visto solo quello di "CVA", il resto è zero. Credo che una riflessione su questo tema debba essere fatta in fretta e che si debbano mettere delle regole obbligatorie, ossia si deve cambiare dalla proposta di assistenza di contributo al fatto che in Valle d'Aosta, se vuoi avere una casa, devi metterci i pannelli solari, salvo che tu sia proprio all'"Envers" con la montagna di sopra, ma se hai un'esposizione solare, devi avere obbligatoriamente i pannelli solari in tutte le case a partire dagli edifici pubblici, questo è un obbligo perché è l'unico modo per ridurre le emissioni nocive, gas serra e tutte le altre cose. Se vogliamo centrare gli obiettivi di Kyoto, questo è indispensabile, così come è indispensabile intervenire sulle caldaie e l'unica cosa su cui le do ragione è evitare l'atomizzazione, perché i condomini devono mantenere impianti centralizzati o con il teleriscaldamento, o con caldaie a gas ad alta condensazione, ma certamente obbligatoriamente integrate con pannelli solari per il riscaldamento dell'acqua calda. In Valle d'Aosta la stragrande maggioranza dell'acqua è ancora scaldata bruciando petrolio e questo credo sia un insulto alla nostra intelligenza!