Oggetto del Consiglio n. 2400 del 10 gennaio 2007 - Resoconto
OGGETTO N. 2400/XII - Piano regionale triennale nel settore dell'informatica. (Interpellanza)
Interpellanza
Premesso che
§ è in fase di elaborazione il piano regionale triennale 2007-2009 nel settore dell'informatica;
§ nel bilancio previsionale della Regione Valle d'Aosta per l'anno 2007 figurano oltre 20 milioni € nei programmi di informatizzazione, distribuiti nei seguenti capitoli di spesa:
- manutenzione e gestione del sistema informativo regionale (6.885.000 €);
- realizzazione, manutenzione e gestione del Sistema Informativo Territoriale regionale (920.000 €);
- informatizzazione degli Assessorati, dei servizi e degli uffici della Regione ed adeguamento tecnologico delle sedi degli stessi (7.821.000 €);
- progetti e sperimentazioni in ambito informatico e telematico (4.810.000 €);
§ gran parte di queste risorse risulta essere assorbita da INVA, società partecipata dalla Regione, la quale ricopre un ruolo pressoché monopolistico nell'esecuzione dei servizi anzidetti;
ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l'Assessore delegato per sapere:
1) quali sono, oltre ad INVA, gli altri soggetti coinvolti nella progettazione e nella realizzazione dei servizi di cui in premessa;
2) quali sono le risorse impegnate dalla Regione nel primo decennio di attuazione della Legge regionale 12 luglio 1996, n. 12 (sviluppo del sistema informativo regionale) e a quanto ammontano i corrispettivi pagati a INVA nel periodo medesimo, in virtù degli incarichi ad essa conferiti e delle convenzioni con essa stipulate;
3) qual è stato, dal 1996 ad oggi, l'incremento degli occupati (con rapporto di lavoro subordinato o con contratti diversi) presso INVA;
4) se, vista la ridefinizione del piano triennale, è intenzione dell'Amministrazione regionale consentire una più vasta partecipazione di imprese private operanti nel settore informatico alla fornitura dei servizi di cui in premessa.
F.to: Tibaldi - Lattanzi - Frassy
Presidente - La parola al Consigliere Tibaldi.
Tibaldi (CdL) - Questa interpellanza vuole focalizzare l'attenzione su alcuni aspetti di "INVA", la società informatica a partecipazione regionale che presto diventerà a totale partecipazione pubblica, che ha acquisito in questi anni un'importanza notevole sotto diversi profili.
Il primo profilo che vogliamo mettere in evidenza è quello finanziario e nella premessa dell'interpellanza abbiamo dato voce ad alcuni capitoli di spesa previsti nel bilancio 2007 della Regione, la cui somma arriva fino a circa 20 milioni di euro per quanto riguarda l'informatizzazione in generale del sistema regionale, del sistema territoriale regionale, degli Assessorati, dei servizi, degli uffici della Regione, nonché alcuni progetti e sperimentazioni in questo campo. Sono 20 milioni di euro che rappresentano una cifra considerevole, la maggior parte dei quali risulta essere assorbita da "INVA".
Vorremmo capire dalla Regione, al di là dei rinnovi periodici che ci sono stati, non ultimo quello di dicembre, di una convenzione fra Regione e "INVA" che vede questo soggetto societario come tributario di importanti compiti in questo ambito, alcuni dati ovvero in questi 10 anni dal 1996 ad oggi quanto "INVA" ha assorbito in termini finanziari, quali sono le risorse che la Regione ha erogato a "INVA" per la realizzazione di questi servizi. Sappiamo che "INVA" non ha solo assorbito in termini finanziari dalla Regione, ma ha anche accresciuto il suo organico, non sappiamo oggi quale sia il numero degli occupati, siano essi con contratto di lavoro subordinato o con contratti diversi, ma ci risulta che le dimensioni occupazionali di "INVA" siano diventate importanti. L'incremento di questa società pubblica vede, d'altro lato, un progressivo depauperamento del mercato privato, società che negli anni della sperimentazione informatica e telematica in Valle d'Aosta sono sorte, poco alla volta si sono assottigliate come numero e hanno ridotto la loro importanza. Riteniamo che qui ci sia una responsabilità di "INVA" e di chi ha voluto portare "INVA" a questi livelli.
Vorremmo quindi capire quali sono le intenzioni della Regione, oltre a una mera proroga dei contratti di informatizzazione, se - visto che entro fine mese deve essere ridefinito il piano triennale - è intenzione dell'Amministrazione consentire una più vasta partecipazione di imprese private a questo settore, altrimenti se si va avanti di questo passo "INVA" diventa un monopolista del mercato e in Valle per il privato non c'è più spazio. Abbiamo raccolto alcuni dati, ma prima di esporli vorremmo sentire dall'Assessore determinate risposte, possibilmente puntuali ai nostri quesiti. Ci riserviamo di intervenire in sede di replica.
Si dà atto che dalle ore 18,21 riassume la presidenza il Presidente Perron.
Presidente - La parola all'Assessore al bilancio, finanze, programmazione e partecipazioni regionali, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Spero di essere puntuale e di dare risposta alle domande del collega Tibaldi.
Il collega Tibaldi nel presentare l'interpellanza ha spiegato una serie di premesse che hanno messo in evidenza alcuni capitoli di bilancio, che hanno definito un certo insieme, ma cercando di seguire il percorso logico non tanto dei quesiti che ha posto nella presentazione, quanto rispetto a quelle che sono state poste, primo quesito: quali sono, oltre ad "INVA", gli altri soggetti coinvolti nella progettazione e nella realizzazione dei servizi di cui in premessa, anzitutto volevo circostanziare, perché "INVA", perché l'individuazione di "INVA", non è avulsa da un contesto normativo.
L'individuazione della società "INVA" quale strumento per la realizzazione del piano pluriennale si evince dalla legge regionale n. 81/1987, che è la legge istitutiva di "INVA", costituzione di una s.p.a. nel settore dello sviluppo dell'informatica, modificata il 12 luglio 1996 con la promozione di quel tipo di attività specifica che opera nel settore dello sviluppo dell'informatica. L'articolo 3 della legge regionale n. 81/1987 prevedeva: "INVA ha, come esclusiva finalità sociale, la realizzazione e la gestione del sistema informativo regionale nell'ambito del piano pluriennale e secondo le indicazioni previste nel piano operativo annuale approvato dalla Giunta regionale"; quindi il legislatore nel 1987, così come nella legge regionale n. 16/1996, che prevede all'articolo 2 strumenti per la realizzazione del piano pluriennale, sempre per la realizzazione del piano pluriennale di cui all'articolo 1 con le modalità indicate dalla Regione, stabilisce: "si avvale di apposita società a partecipazione mista di capitale della Regione"; questo è quindi un quadro deciso dal legislatore.
Relativamente al 2007, perché lei pone la domanda in prospettiva, citando i capitoli del 2007... cosa posso rispondere? Ha prorogato il Governo regionale con deliberazione n. 3997/2006 la validità della convenzione quadro sottoscritta con "INVA" in materia di realizzazione e gestione del sistema informatico regionale, quindi in virtù del quadro legislativo presente avevamo dato applicazione con delle convenzioni che abbiamo novellato per il 2007. Oltre a "INVA" saranno coinvolte, nelle attività di progettazione e realizzazione dei servizi, le società fornitrici di servizi su infrastrutture o prodotti proprietari - "Telecom", "Microsoft", "Insiel" - già individuate con precedenti provvedimenti; ci saranno le società per la fornitura di beni e servizi, individuate nell'ambito delle convenzioni "Consip" - ricordo che abbiamo questo tipo di riferimento - e le società con specifiche competenze di dominio applicativo di competenza tecnologica, individuate nel rispetto della normativa in atto per la fornitura di beni e servizi della pubblica amministrazione; e questo a maggior ragione nel momento in cui diciamo che "INVA" diventerà una società strumentale, con la logica dell'"in house providing" e con controllo analogo, quindi tutti coloro che verranno selezionati dalla Regione direttamente o da "INVA", dovranno essere selezionati con le logiche che sono proprie della pubblica amministrazione. È chiaro che, in questo come negli altri settori, auspichiamo che siano coinvolte le società locali valdostane, ma ci ritorno.
Seconda domanda: qui è stato fatto un "distinguo", quindi ho 2 versioni, ma non è un problema... "a quanto ammontano i corrispettivi pagati a INVA nel periodo medesimo"; allora, se i capitoli si riferiscono a tutti i pagamenti di "INVA" o i pagamenti di "INVA" solo di quei capitoli che lei ha citato, perché ci sono anche dei servizi che vengono richiesti dagli altri Assessorati per altre attività che però individuano sempre "INVA", per cui non necessariamente ci sono solo questi 3 capitoli che poi diventano utili per dei corrispettivi ad "INVA". Rispetto alle risorse complessive impegnate riferite all'insieme di tutti i capitoli facenti parte dell'obiettivo programmatico 2.1.5, programmi di informatizzazione di interesse regionale, abbiamo nel periodo 1996-2006 che il totale delle risorse impegnate è di 140.387.078,50 euro e i corrispettivi pagati a "INVA" sono 78.969.501 euro; se, al contrario, dovessimo prendere solo i capitoli che lei ha indicato nelle premesse, il valore assoluto è leggermente inferiore, ma le proporzioni sono simili perché su 119.743.171 "INVA" ne ha beneficiato nella misura di 67.707.000 euro (53-54%).
Il punto 3: "qual è stato, dal 1996 ad oggi, l'incremento degli occupati (con rapporto di lavoro subordinato o con contratti diversi) presso INVA"... anche qui, credo che per suo interesse abbia indicato "INVA", ma volesse avere un'indicazione più ampia rispetto a "INVA", perché questa ha 2 società controllate che sono "INVA.SIT" e "INVA Consulting", quindi mi sono permesso di interpretare il suo pensiero, cioè l'aspetto più complessivo. L'incremento del personale occupato è stato di 199 unità, passando dalle 12 del 1996 alle attuali 211, così suddivise: 99 a tempo indeterminato, 60 a tempo indeterminato legati a commessa, 52 a tempo determinato. Mi permetto di fare qui il ragionamento da lei fatto, cioè "INVA" ha avuto una crescita importante e sicuramente la sua preoccupazione è condivisa, quella di far sì che "INVA" non fagociti tutte le iniziative, però le faccio una riflessione. Oggi come oggi, la pubblica amministrazione non può scegliere il proprio interlocutore, ma deve seguire delle procedure per la selezione di questi soggetti, allora o sono soggetti che sono fortemente strutturati, che sono fortemente articolati con risorse economico-finanziarie e tecniche molto performanti o non sono selezionati. Banalmente - con la collega Squarzino - ci siamo già soffermati su alcuni ragionamenti che riguardano le imprese di pulizie. Nell'ambito di queste attività non abbiamo più un'impresa di pulizie valdostana; abbiamo fatto sicuramente quello che a voi va bene, ci affidiamo al mercato, ma il mercato è crudele e non sempre favorisce le imprese locali, perché le imprese locali che hanno i requisiti per essere competitivi e fare delle offerte di un certo tipo, potrebbero essere non in condizioni di partecipare agli appalti. Ecco perché dobbiamo fare di tutto perché il sistema locale cresca, ma dobbiamo fare attenzione a criminalizzare e a demonizzare un'entità che è vero che è cresciuta nel tempo, ma che si pone come interlocutore per prendere delle commesse che potrebbero essere affidate a soggetti molto strutturati, tanto che se ci confrontiamo con il sistema nazionale vediamo questo tipo di discorso. Sono d'accordo nel dire che "INVA" deve fare mercato, ma può essere un soggetto che mantiene occupazione in Valle d'Aosta, perché 211 unità sono tutte unità valdostane che lavorano: questo ovviamente è un ragionamento fatto solo su "INVA", ma gli addetti di "INVA" sono anche quelli dell'indotto, quindi credo che anche una parte importante di queste commesse siano state affidate, con la logica della subfornitura, ad imprese locali, permettendo a queste ultime, a loro volta, di avere un certo sviluppo. Ribadisco: sono assolutamente d'accordo a fare qualsiasi riflessione per far sì che il sistema cresca, ma dobbiamo tener conto che ci sono degli standard che potrebbero mettere fuori gioco la nostra polverizzazione, ma questo ragionamento lo vediamo in tutti i settori, ne parlavamo con il collega Cerise nell'edilizia, come anche in altri ambienti, facciamo attenzione a demonizzare tutto, per perfezionare sicuramente c'è spazio.
Quarta domanda: "se, vista la ridefinizione del piano triennale, è intenzione dell'Amministrazione regionale consentire una più vasta partecipazione di imprese private operanti nel settore informatico alla fornitura dei servizi di cui in premessa"... la risposta è "sì", ma le voglio, anche qui, fare un ragionamento. Nell'ambito del piano triennale la volta scorsa già lo abbiamo fatto e lo abbiamo fatto anche stavolta, abbiamo coinvolto tutta la comunità valdostana, cioè sul piano triennale abbiamo coinvolto tutta la componente pubblica: Amministrazione regionale, Consiglio regionale, Consorzio degli enti locali, Comune di Aosta, USL, e anche altri soggetti, fra cui la Camera di commercio interprete principe del sistema privato, che dovrebbe essere il momento di trasmissione del pensiero della strategia dell'Amministrazione regionale a tutto il sistema delle imprese, l'università, la preparazione. Ecco in cosa concretamente si è esplicitata l'azione dell'Amministrazione regionale: dare trasparenza al progetto strategico per far sì che chi ha le competenze e le risorse possa attrezzarsi per interfacciare queste opportunità.
Lei ha fatto bene a ricordare l'importanza di questi capitoli, che danno una dimensione dello sforzo finanziario, ma che devono anche essere delle indicazioni alle imprese affinché si organizzino e si strutturino; quindi non solo è nostra intenzione, ma lo stiamo facendo e cerchiamo di dare la massima visibilità ai nostri obiettivi e alle nostre attività, perché tutti coloro che sono nella condizione si facciano avanti e nell'ambito delle regole della pubblica amministrazione si mettano in condizione di essere selezionati.
Presidente - La parola al Consigliere Tibaldi.
Tibaldi (CdL) - Mi permetto, Assessore, nel ringraziarla per i dati forniti, di fare alcune osservazioni, che sono doverose, anche perché questo settore è quanto mai importante per superare il divario tecnologico che ci separa da altre Regioni e che vuole che la nostra Regione, in termini di enti pubblici, ma anche di operatori privati, sia sempre più aggiornata, affinché non subiamo questo "gap".
Per venire ai dati, i numeri che lei ha fornito evidenziano un'evoluzione importante in termini dimensionali del soggetto "INVA" che assorbe la maggioranza assoluta delle risorse stanziate nel programma di informatizzazione e che ha visto un incremento di 199 unità passando da 12 a 211 in 10 anni nell'ambito del suo organico inteso in senso complessivo (la ringrazio della precisazione perché si parla della "holding INVA" che contiene anche "INVA.SIT" e "INVA Consulting"). I dati sono quelli ufficiali forniti da lei. Lei ha poi introdotto delle riflessioni richieste soprattutto dalla quarta domanda, perché siamo in una fase importante di ridefinizione di un piano; quando c'è un piano che viene ridefinito, si individuano strategie, percorsi e obiettivi, si vuole capire se ci sono delle variazioni in corso d'opera. Lei dice che "INVA" da società mista diventa società "in house", di conseguenza si consolida un certo rapporto fiduciario con l'ente; con il disimpegno di "Telecom" e l'acquisizione di Regione delle rispettive quote "INVA" sarà un'altra società pubblica dove la Regione ha la quota predominante.
È vero quello che lei dice, che 211 persone lavorano e percepiscono dei compensi professionali e questa costituisce una risposta non solo economica, ma anche in termini sociali, perché il ragionamento è condivisibile ed inoppugnabile. Lo stesso si può dire della Casa da gioco di Saint-Vincent, però bisogna anche guardare in un'ottica aziendalistica la questione, in quanto se ragionassimo che tutte le società sono degli ammortizzatori sociali, la Regione potrebbe acquistare le quote di tutte le società private presenti in Valle e delle ditte esistenti e si annulla il mercato, allora la Regione diventa il dissipatore di risorse pubbliche a favore del mantenimento di livelli occupazionali fino a dove è possibile. A questa crescita di "INVA" quante imprese privati hanno dovuto capitolare in questi 10 anni? Lei sa che c'è stato un momento in cui si espande un mercato - siamo negli anni '90 -, di fronte ad una concorrenza spietata molte imprese hanno dovuto lasciar perdere il mercato, quindi da un lato "INVA" ha dato occupazione, ma dall'altro molti piccoli o medi imprenditori hanno dovuto cedere il passo e con essi l'occupazione che lavorava presso queste imprese. Il dato non è rinvenibile oggi, ma se uno facesse una ricerca analitica approfondita vedrebbe che forse il contrappeso è ancora più gravoso, quanti dipendenti nel settore privato sono stati licenziati a scapito di una "INVA" che ha assorbito occupazione.
Seconda riflessione: "INVA" è una società "in house" che collabora anche con imprese private; pensiamo che se "INVA" dovrà avere questa natura, se nel 1987 è nata come società mista e aveva un rapporto prioritario con la Regione, nel 2007 il rapporto diventerà esclusivo e totalitario con la Regione, che sarà costretta a chiedere forniture e servizi professionali solo a "INVA"... dove finisce allora il resto del mercato? Viene cancellato! Perché piuttosto, pur mantenendo la fisionomia della società "in house", "INVA" non consente subforniture ad altri soggetti privati? Non ci pare che le subforniture siano di elevata quantità da parte dei soggetti privati che operano in Regione nei confronti di "INVA", perché ho fatto fare alla segreteria del nostro ufficio - che ringrazio - una piccola rassegna di deliberazioni adottate dal 2003, da quando la Giunta si è insediata, ad arrivare ad oggi, la quantità di denaro per soluzioni informatiche e prestazioni professionali a vario titolo in questo triennio a favore di soggetti privati o professionisti è risibile, tutti i soldi quindi vanno in una unica direzione: "INVA".
Non vogliamo criticare l'operato di "INVA" sotto un profilo professionale, ma vogliamo sottolineare che questa crescita abnorme ha fagocitato il mercato, lo ha letteralmente "divorato" in tutte le sue dimensioni. Allora se condividiamo quello che lei aveva detto, rispondendo prima ad una interpellanza di un altro gruppo consiliare, che è inammissibile che queste 211 persone entrino a far parte del comparto unico... ma è altrettanto folle pensare che, oggi... non so quante persone in quest'aula si cimenterebbero con un'attività imprenditoriale privata nel settore informatico, telematico, telefonico! Il collega Ottoz ha ceduto in tempi non sospetti, ha capitalizzato intelligentemente la sua quota, ma oggi è impossibile, in Valle d'Aosta, entrare in un mercato che è, di fatto, monopolio pubblico!
Il mercato è crudele, diceva giustamente l'Assessore, perché fa una selezione naturale dei soggetti che sono capaci a rimanerci, ma è ancora più crudele se un concorrente è "ingrassato" a dismisura con soldi pubblici e questo concorrente in Regione si chiama "INVA"! Ed è un concorrente che attraverso le procedure della convenzione permette anche l'elusione dei concorsi pubblici, perché gente è stata reclutata in "INVA" attraverso delle forniture di prestazione professionale che hanno eluso le norme concorsuali pubbliche e le norme vigenti in materia di intermediazione del lavoro. "INVA" è diventata una sorta di "mostro" che, oltre a "divorarsi" il mercato, condiziona l'attività istituzionale della Regione!
Noi chiediamo, visto che lei è il "dominus" di questa situazione e ha voce in capitolo per intervenire, che nella ridefinizione del piano triennale si tengano in considerazione quelle che sono anche le sue preoccupazioni. In 10 anni questo soggetto è diventato il colosso del mercato locale; vediamo di fare in modo, visto che sta per diventare società "in house", che non faccia sparire del tutto quel poco di privato che esiste in Valle d'Aosta, portando avanti un'attività ormai esclusiva che ormai "INVA" svolgerà nei confronti della Regione e di altre enti pubblici. Lei dice che avete coinvolto tutta la comunità valdostana, mi ha citato una pletora di enti pubblici, la Camera di commercio - che peraltro è istituita da un anno - e l'università, ma i soggetti privati... li avete coinvolti? Tramite la Camera di commercio, va bene, ma li avete coinvolti adesso...
(interruzione dell'Assessore Marguerettaz, fuori microfono)
... sì, rappresenta un'impresa che peraltro è una delle poche, è un elemento, Assessore, nell'ambito di un tavolo composto da tutti elementi pubblici. Lei capisce che già solo il rapporto del pubblico è preponderante nel confronto del privato in questo tavolo di concertazione. Prendete in considerazione seriamente questo aspetto, altrimenti non potete lamentarvi che non c'è imprenditorialità in Valle, se questa viene limitata da un'attività invasiva della Regione!
Presidente - La parola al Consigliere Ottoz, per fatto personale.
Ottoz (UV) - Sono stato chiamato in causa e credo che, così come il collega Venturella non conosce bene le questioni della "Banca Mediolanum", il collega Tibaldi non conosce bene le questioni di "INVA"... qui, nessuno monetizzò, né si trattava di una posizione mia, io ero solo l'amministratore del Consorzio di 5 aziende valdostane che assieme partecipavano, con una quota del 20%, a "INVA" per - mi rifaccio a quello che ha detto l'Assessore - fiancheggiare la Regione che aveva il 40, in modo da poter influenzare la maggioranza della società, e fummo richiesti di cedere la nostra quota "a valore di libro", quindi nessuno monetizzò niente, nel senso che la valutazione avrebbe potuto essere ben diversa, perché erano cambiate le condizioni al contorno. Era più performante per l'Amministrazione poter avere la maggioranza pubblica della società. Fu ceduta una quota, di questo 20%, una parte andò alla Regione e un'altra al Comune di Aosta; non si trattò di una monetizzazione furba per uscire al momento giusto... si trattò solo di permettere che la società potesse avere un buon destino, come poi ha avuto. Nessuno portò a casa nessun plusvalore, anzi, la valutazione "a valore di libro" era probabilmente assai inferiore alla valutazione della società, qualora fosse stata fatta con le tecniche usuali con cui si valutano le cessioni di quota.