Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2337 del 20 dicembre 2006 - Resoconto

OGGETTO N. 2337/XII - Stato dell'inquinamento dell'aria nell'area urbana attigua alla città di Aosta (Interrogazione).

Interrogazione

Ricordato che la Plaine d'Aoste e in particolare l'area urbana di Aosta e le aree più strettamente adiacenti all'asse viario principale di Saint-Christophe sono le aree più inquinate, a livello dell'aria, di tutta la nostra regione sulla base dei dati pubblicati dall'ARPA;

Considerato che in tale area è posto il grande impianto siderurgico della Cogne Acciai Speciali S.p.A. che presenta alcune criticità in termini di inquinamento, per quanto riguarda l'aria e l'acqua, sia per le attività produttive in essere sia per l'indotto, sia infine per alcuni stoccaggi, in particolare di materiale radioattivo;

Evidenziata la necessità di verificare che la sovrapposizione delle diverse fonti di inquinamento nella stessa area non provochi ulteriori danni alla salute della popolazione e comunque, evidenziata la necessità di mantenere una motivata attenzione a questo potenziale pericolo;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

l'Assessore competente per conoscere:

1) quali monitoraggi siano in essere per il controllo degli inquinanti dell'aria e dell'acqua in tale attività produttiva, e con quali risultati in particolare nel reparto decapaggio;

2) quali risultati abbia dato l'approfondimento d'indagine annunciato dall'ARPA nel 2005 riguardo all'anomala concentrazione di PM10 rilevate al quartiere Dora nel corso di quell'anno;

3) se vi siano potenziali pericolose sinergie tra le fonti di inquinamento, dirette o indirette, dello stabilimento Cas di Aosta e la già precaria situazione di inquinamento dell'area in cui insiste;

4) se esistano possibili sostanze inquinanti tipiche di uno stabilimento come la CAS che non siano ancora state oggetto di indagine da parte dell'ARPA.

F.to Sandri - Fontana Carmela

Presidente - La parola all'Assessore al territorio, ambiente e opere pubbliche, Cerise.

Cerise (UV) - Devo precisare, in via preliminare, che lo stabilimento siderurgico "Cogne Acciai Speciali" di Aosta rappresenta, per quanto riguarda le emissioni in atmosfera, una realtà complessa, fortemente condizionata dalle diverse attività svolte che indubbiamente possono così provocare emissioni qualitativamente molto differenti da un reparto di lavorazione all'altro.

Voglio ricordare che i punti di emissione sono numerosi: sono 80. Per tutti i punti autorizzati sono prescritti degli autocontrolli periodici, aventi come scopo quello di una verifica constante della qualità delle emissioni e del rispetto dei limiti prescritti con le autorizzazioni stesse. Tutti i risultati degli autocontrolli sono notificati, oltreché alla Regione, anche all'ARPA e al Comune di Aosta. La Regione richiede poi all'ARPA la valutazione tecnica sui risultati delle analisi effettuate.

Per tutti i punti di emissione significativi è stata predisposta, nell'agosto del 2003, in accordo fra l'ARPA della Valle d'Aosta e la Società "Cogne Acciai Speciali S.p.a.", una serie di protocolli finalizzati ad individuare, per ogni processo produttivo, le fasi più gravose dal punto di vista dell'emissione di inquinanti in atmosfera; in tal modo è consentita una pianificazione delle tempistiche di campionamento a camino, e viene assicurata la rappresentatività ai fini della valutazione dell'emissione in occasione degli autocontrolli periodici. I protocolli fissano, altresì, le cadenze minime di analisi per ciascun punto. Le modalità di effettuazione dei controlli in relazione al ciclo produttivo sono state validate nell'ambito delle attività del tavolo di lavoro CAS-Amministrazione regionale-ARPA, al fine di garantire la rappresentatività delle misure. A seguito della sottoscrizione di tali protocolli la Società "Cogne Acciai Speciali" è tenuta, inoltre, a comunicare preventivamente all'ARPA le date di effettuazione delle analisi, al fine di consentire ai tecnici dell'agenzia di presenziare e di verificare la correttezza delle procedure di campionamento adottate, procedure che risultano fortemente condizionanti sui risultati delle analisi stesse.

Fatta questa precisazione veniamo alla risposta per quanto riguarda il primo punto, vale a dire: "quali monitoraggi siano in essere per il controllo degli inquinanti dell'aria e dell'acqua in tale attività produttiva, e con quali risultati in particolare nel reparto decapaggio". Il controllo dell'inquinamento dell'aria, le procedure di autocontrollo previste dalla normativa sono state definite nel 2003 nell'ambito del Tavolo di Lavoro Regione-ARPA-CAS istituito per la valutazione delle problematiche ambientali connesse all'attività dello stabilimento. Per quanto riguarda i cicli produttivi di più recente realizzazione, la situazione può essere così rappresentata. Per quanto riguarda l'impianto "Decafast", questo è in possesso di autorizzazione alle emissioni dal 2002. Gli autocontrolli sono effettuati dalla "CAS" con periodicità annuale, l'ultimo si è svolto nel corrente mese di novembre, ed è stato realizzato in contraddittorio con l'ARPA. Nel corso dell'ultimo controllo è stato utilizzato dall'ARPA un sistema di misura in continuo delle concentrazioni di acido fluoridrico e i risultati sono ampiamente inferiori al valore limite autorizzato. Le analisi sui campioni prelevati, secondo il metodo tradizionale, sono in corso di effettuazione. Il nuovo impianto di sodatura riducente, in sostituzione del vecchio processo di sodatura ossidante, è stato autorizzato in via sperimentale, per verificare l'effettiva efficacia di tale processo per la riduzione delle emissioni di cromo esavalente. Anche su questo impianto sono stati effettuati nel periodo luglio-settembre controlli ARPA in duplicato rispetto ai controlli "CAS". Nei bagni di decapaggio il cromo esavalente appare presente al limite della rilevabilità strumentale, confermando un netto abbattimento della formazione di questo inquinante. Per quanto riguarda il controllo delle acque di scarico, esiste un impianto di depurazione finale che tratta i reflui dell'intero stabilimento. Esiste poi un secondo impianto di depurazione al servizio del nuovo reparto "Decafast", i cui reflui trattati sono interamente convogliati all'impianto di depurazione finale. L'impianto di depurazione finale è in possesso di autorizzazione allo scarico in Dora, che prevede autocontrolli mensili, regolarmente effettuati. Le concentrazioni rilevate risultano inferiori ai limiti imposti dall'autorizzazione che sono coincidenti con i limiti normativi.

Per quanto riguarda la seconda domanda: "quali risultati abbia dato l'approfondimento di indagine annunciato dall'ARPA nel 2005 riguardo all'anomala concentrazione di PM10 rilevata al quartiere Dora nel corso di quell'anno", il monitoraggio in continuo del particolato PM10 condotto al Quartiere Dora nell'anno 2006 indica valori di concentrazione media annuale (gennaio-novembre 2006) leggermente superiori a quelli rilevati in Piazza Plouves, ed inferiori al limite annuale di 40 µg/m3 (la variazione è minimale perché siamo a 31,5 µg/m3 al Quartiere Dora, rispetto a 31,3 µg/m3 a Plouves). Tuttavia, il numero di giorni con superamento del valore limite giornaliero di 50 µg/m3 è maggiore a Dora che a Plouves (49 superamenti ad oggi a Dora, contro i 38 di Plouves, in entrambi i casi eccedenti rispetto al superamento consentito). È importante precisare che sebbene il Quartiere Dora, più di altre zone della città, è soggetto agli impatti delle emissioni "CAS", non bisogna dimenticare che la stessa zona è soggetta anche agli impatti del traffico delle vie di transito in ingresso e in uscita verso est della città di Aosta. Fatto che non risente Plouves, dove ci sono giorni della settimana in cui il traffico è piuttosto ridotto; quindi oltre - e più - che una valutazione complessiva di concentrazione di polveri, è importante la caratterizzazione della composizione delle polveri medesime. La riduzione delle concentrazioni di polveri fini è uno degli obiettivi del Piano di risanamento, miglioramento e mantenimento della qualità dell'aria che dovrà essere raggiunto con l'attuazione delle azioni ivi previste. Nella seduta del 17 novembre questo piano è stato approvato dalla Giunta regionale per essere sottoposto all'esame di questo Consiglio.

Per quanto riguarda la terza domanda, le emissioni dell'acciaieria "CAS" contribuiscono, evidentemente, al carico emissivo globale che determina i livelli di concentrazione nella zona circostante. Il contributo del polo industriale nel solo Quartiere Dora è pari al 50% nell'emissivo globale della zona, mentre in Piazza Plouves arriva al 23%. Per quanto riguarda le acque, rammento che l'ARPA era stata incaricata dalla Regione per la caratterizzazione idrogeologica degli acquiferi di alcuni settori di fondo valle. Nel febbraio 2006 l'ARPA, in relazione all'esito della suddetta campagna di monitoraggio, ha rilevato l'esistenza di situazioni di inquinamento localizzato nell'area ex "Cogne" ed in alcune aree limitrofe site nella Piano di Aosta. Su tali temi sono in corso indagini mirate di approfondimento sulle dinamiche di diffusione dei contaminanti, espressamente commissionate dall'Amministrazione regionale al Politecnico di Milano. A scala dell'intera Piana di Aosta, è in corso un'indagine triennale commissionata dall'Amministrazione regionale all'ARPA Valle d'Aosta, in collaborazione con il Politecnico di Torino, per la caratterizzazione dell'intera falda.

Per il quarto punto, l'ARPA, con specifico riferimento alle emissioni dello stabilimento "CAS", è attiva nel monitoraggio di tutti gli inquinanti previsti dalla normativa sulla qualità dell'aria, anche attraverso una stazione fissa di misura appositamente installata al Quartiere Dora. Sono in corso una serie di attività di misurazioni di specifiche sostanze connesse con le attività industriali presenti nell'area, quali la mappatura delle concentrazioni di acido fluoridrico. La prima campagna è stata effettuata nel periodo maggio 2005-giugno 2006, indicando valori più elevati in diretta prossimità della fonte emissiva - camini del decapaggio - e un rapido decremento allontanandosi da essa. Una ripetizione della campagna è in programma nel 2007. Sono previste altre campagne mirate con l'utilizzo di deposimetri. Questi metodi di indagine non sono abituali nelle procedure di monitoraggio della qualità dell'aria e sono stati attivati appositamente, al fine di una caratterizzazione completa e di un monitoraggio continuo degli impatti connessi alla presenza dello stabilimento siderurgico e dei livelli di fondo ambientale dovuti alla presenza di tutte le sorgenti di emissione. È in atto un tavolo permanente di confronto con la società per vedere di rimuovere tutte le situazioni di criticità.

Presidente - La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (GV-DS-PSE) - Non so se esista il numero legale, lascio a lei "la bisogna" di verificare, comunque ringrazio l'Assessore per la risposta talmente ampia di cui chiedo, se può, la copia da cui emergono alcuni dati significativi. Prima però di questi dati significativi, devo dire che in questo momento rappresento non solo il nostro gruppo, ma anche "La Margherita", "Democrazia-Libertà", in quanto è stato il movimento politico della "Margherita" che mi ha sottoposto questo problema e io me ne sono fatto interprete in questo Consiglio.

Ci sono 2 dati importanti che emergono. Il primo è che, oltre all'acido fluoridrico, sostanza particolarmente pericolosa, l'altro elemento determinante in questa situazione è il cromo esavalente; ricordo che c'è stato un bellissimo film americano su un inquinamento da cromo esavalente, che è riferito ad una drammatica quanto assolutamente reale situazione. Il secondo è che sulla città di Aosta, per un 50%, per quanto riguarda il Quartiere Dora, e un 23%, per quanto riguarda il centro storico, subiscono un impatto da parte delle emissioni della "CAS". Questo è un dato importante, che deve essere continuamente monitorato; a questo proposito mi sembra che l'ARPA stia facendo un buon lavoro e che l'Amministrazione regionale stia seguendo il tutto con attenzione, quindi mi auguro che si continui con queste campagne di monitoraggio, unico modo per prevenire l'insorgenza di fatti pericolosi.

Rimane però di fondo un elemento negativo: ancora oggi, sulla pagina de "La Stampa", di cui ringraziamo i giornalisti perché hanno istituito questa bellissima pagina, possiamo verificare come sia uno dei 49 giorni in cui le PM10 sono superiori alla media consentita. Oggi c'è anche l'anidride nitrosa che è ai limiti della norma; da questo punto di vista è evidente che dobbiamo fare interventi su 2 settori: il primo è il problema del traffico perché le zone di cui stiamo parlando sono anche inquinate dal traffico, quindi significa investire in infrastrutture ferroviarie, nel sistema di trasporto pubblico o collettivo, su tutta una serie di cose su cui mi sembra che stiamo "battendo la fiacca"; per secondo, è una cosa che dal 1° luglio 2007 dovremo fare per forza: la valutazione energetica degli edifici, e bisognerà, lì, fare una grande campagna, cominciare a mettere da parte importanti risorse per consentire a tutti i condomini della Valle d'Aosta di mettersi in regola, perché non si può più andare avanti con nafta cosiddetta "leggera", ma che è fortemente inquinante, con gasolio e altre cose del genere, e che dall'altra parte non si vedano contributi come antidispersione di calore piuttosto che pannelli solari, ad acqua... C'è da fare, dal punto di vista dell'aria, una grande attività; ho visto che è stato depositato il piano della qualità dell'aria, quindi ne riparleremo, ma credo sia una sfida che riguarda tutti e soprattutto le future generazioni.