Oggetto del Consiglio n. 2304 del 23 novembre 2006 - Resoconto
OGGETTO N. 2304/XII - Situazione di criticità nei servizi consultoriali della Regione. (Interpellanza)
Interpellanza
Venuti a conoscenza che a:
a) dopo una ventennale apprezzata attività è stato chiuso, dall'ASL della Valle d'Aosta, il Consultorio familiare di Via Festaz, ad Aosta, trasferendo le attività ivi presenti in parte nella sede ASL di Via Guido Rey e in parte al Consultorio di Charvensod;
b) che il Consultorio di Via S. Martin de Corléans, ad Aosta, ha gravi problemi di impiantistica, ed in particolare mancanza di acqua calda in più ambulatori, inadeguato servizio di boiler di piccole dimensioni nei restanti, inadeguatezza dell'impianto elettrico, degrado del sistema di riscaldamento e dei servizi igienici, ridotto numero di postazioni informatiche connesse con l'ASL, mancanza di una sala d'attesa, con conseguente necessità per le mamme che allattano di doverlo fare in corridoio;
c) nel Consultorio di Brusson, malgrado le numerose segnalazioni ed anche gli impegni presi dall'amministrazione comunale, piove all'interno dei locali, tanto che l'ambulatorio di ostetricia e ginecologia è stato chiuso;
d) nel Consultorio di Saint-Vincent, annesso al Centro anziani, i servizi essenziali come telefono e computer sono unici tra due ambulatori, quello infermieristico e quello ginecologico, costringendo il personale ad operare nella promiscuità in presenza dei pazienti;
Ricordate le già segnalate riduzioni di orario di apertura della radiologia territoriale di Donnas, nonché la riduzione delle tipologie di esami radiologici eseguibili sul territorio, come le colonne in ortostasi e ortopantomografie, molto utili nell'età infantile e adolescenziale, nonché la cronica carenza di personale infermieristico assegnato al territorio, che obbliga le caposala responsabili a veri e propri salti mortali per garantire i servizi minimi;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l'Assessore competente per conoscere se intenda:
1) sottoporre le sopraccitate difficoltà in cui si trovano i servizi consultoriali alla dirigenza, ASL perché siano risolte nel più breve tempo possibile;
2) fare una valutazione sulle effettive disponibilità economiche e umane in capo ai servizi territoriali dell'USL, in rapporto a quelle predominanti in capo alla struttura ospedaliera, nonché sull'efficienza e l'efficacia del sistema di direzione dei servizi territoriali, basato su un responsabile coordinatore e quattro direttori distrettuali;
3) predisporre dei provvedimenti straordinari perché tutta la rete dei presidi territoriali dell'USL della Valle d'Aosta sia ristrutturata e potenziata, in modo che tutti i cittadini della nostra Regione possano godere di pari diritti e di possibilità di accesso, ed in particolare, nella città di Aosta, che si strutturi una rete territoriale, ben separata dell'Ospedale, coordinata con i quartieri.
F.to: Sandri - Fontana Carmela
Président - La parole au Conseiller Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Credo che l'illustrazione sarà estremamente breve. Abbiamo fatto una verifica sul territorio dei livelli di qualità e di servizio dei servizi consultoriali e "a un volo d'uccello" sulle strutture valdostane sono emerse, anche se l'analisi è stata molto superficiale, tutta una serie di difficoltà a livello consultoriale. Ad Aosta è stato chiuso il consultorio familiare di Via Festaz, storico consultorio, uno dei primi della Valle d'Aosta, che aveva un particolare successo per quanto riguarda alcuni servizi, soprattutto a favore delle donne di una certa età del centro di Aosta. Il consultorio di Via Saint-Martin de Corléans ha tutta una serie di problemi di impiantistica, per cui abbiamo verificato che, ad esempio, manca l'acqua calda in più ambulatori, mentre in altri questa mancanza viene coperta da dei piccoli "boilers", che però sono assolutamente inadeguati e difficili da far funzionare per quanto riguarda il tipo di utilizzo di tipo professionale, perché sono adatti a situazioni di tipo familiare e non di tipo ambulatoriale. Vi sono poi problemi di servizi igienici, di riscaldamento... A Brusson da tempo è chiuso l'ambulatorio di Ostetricia e Ginecologia perché piove dal tetto. Il consultorio di Saint-Vincent e i 2 ambulatori hanno un'unica entrata e un unico telefono, per cui per poter telefonare l'ostetrica o l'infermiere professionale deve andare nell'ufficio dell'altro, mentre magari sta facendo altre attività di tipo sanitario con tutti i problemi di "privacy" che ciò comporta. Se questo viene associato alle difficoltà che avevamo percepito ed evidenziato, come la riduzione del tipo di prestazioni presenti sul territorio per quanto riguarda la radiologia, nonché la riduzione drastica degli orari di apertura dei servizi territoriali radiologici, in particolare a Donnas, nonché la cronica carenza di infermieri per cui le caposala, responsabili del territorio, sono obbligate a veri e propri "salti mortali" per mantenere aperti i servizi, ci si chiedeva se e come c'era l'intendimento da parte della Giunta di intervenire con l'USL affinché i servizi territoriali tornassero ad essere preminenti nell'iniziativa di questa Regione, perché ci "si riempie la bocca" con il Piano sanitario, sulla necessità di rafforzare il territorio per avere minori costi ospedalieri, di fatto si fa esattamente il contrario: si utilizza l'Ospedale per dare risposte che potrebbero essere date sul territorio aumentando drammaticamente i costi; di qui viene chiaro da dove viene fuori il deficit dell'USL.
Da questo punto di vista vogliamo anche sapere quali siano le intenzioni riguardo alla messa a disposizione delle strutture territoriali delle disponibilità economiche ed umane concretamente, affinché si possa rispondere a queste difficoltà; infine credo si debba fare un salto in avanti e capire se l'Assessorato è intenzionato a fare, dal punto di vista della rete dei presidi territoriali, un grosso salto in avanti, perché, se pensiamo a un Ospedale più piccolo, con un minor numero di posti letto, specializzato nella terapia degli acuti, è chiaro che i presidi territoriali devono essere rafforzati. Da questo punto di vista, la città di Aosta gode del "privilegio" di avere la confusione, per cui nella stessa struttura c'è il poliambulatorio e c'è l'Ospedale, con il carico notevole e la concentrazione di complessità che porta a mal funzionamento della parte ospedaliera e mal funzionamento della parte territoriale; quindi identificare che anche nella città di Aosta ci possano essere quei normali diritti di accesso a una struttura ambulatoriale, ad esempio, per quanto riguarda i laboratori di analisi, andare senza dover fare quelle code immense, come succede nel capoluogo, e infine capire quanto di tutto questo è da rivedere rispetto al tipo di organizzazione. Oggi abbiamo 4 distretti e una direzione di distretti, l'impressione è che con tutta la loro buona volontà il direttore di distretto o il direttore dell'area territoriale non siano messi nelle condizioni di poter svolgere correttamente il loro lavoro, perché gli si lesina un po' di tutto; allora o ci si crede in questa struttura, o non ci si crede, volevamo capire che intenzioni c'erano da parte della Giunta.
Président - La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Fosson.
Fosson (UV) - Sì, ci si crede a questa struttura e si cerca di crederci non solo a parole. La situazione, ma lo sa anche lei, non è così critica. Ci sono, lo ammetto, dei disguidi e le segnalazioni servono anche per questo e noi le accettiamo. Il "volo di uccello", come lei ha detto, forse non è stato completo, anche se ha evidenziato questi disguidi; non è stato completo perché sul territorio valdostano ci sono 22 consultori più il "Pangolo", cioè abbiamo la più alta percentuale di servizi consultoriali rispetto alla popolazione, consultori che sono aperti con utenze molto limitate.
Per arrivare nello specifico sulla situazione dei consultori in Aosta, è vero che forse Aosta ha una rete consultoriale vetusta - e in questo anche il Comune dovrà darci una mano. Il consultorio di Via Festaz: intanto si deve onestamente dire che questo consultorio ha chiuso la struttura, non la funzione, perché la funzione è stata trasferita nel poliambulatorio di Via G. Rey, che è separato dall'Ospedale, abbiamo già un poliambulatorio che è scisso completamente dalla struttura ospedaliera. Perché è stato chiuso come struttura? Perché è una struttura non di proprietà del Comune, l'ambulatorio di Via Festaz esistente da 20 anni e anche più è di proprietà dell'INPDAP, che per una propria necessità, soprattutto per aprire nuovi sportelli per il servizio della sicurezza sul lavoro, non ha più concesso la deroga all'affitto che ci aveva promesso, comunque il contratto era già scaduto da 2 anni e sapevamo di questa situazione. Speravamo, perché c'è tutta una progettualità e un desiderio di risolvere il discorso, in una deroga ancora per un anno, fin quando il poliambulatorio di Via Brocherel, che doveva essere già finito nel 2006, fornirà ad Aosta un grande servizio consultoriale, nuovo e moderno, con il trasferimento dei servizi consultoriali al centro di Aosta proprio in Via Brocherel.
Per quanto riguarda il consultorio di via Saint-Martin de Corléans: questa non è una struttura nuova, ma è una struttura che viene ristrutturata sempre in attesa di altre sedi comunali a ciò adatte. L'informatizzazione è in via di compimento, quindi si risolverà questo problema.
Per quanto riguarda Brusson: sì, pioveva nella struttura dov'era situato il consultorio, ma ho una comunicazione a firma del Dr. Poti, che non c'è stata un'interruzione di attività, nel senso che il consultorio è stato spostato in locali adiacenti del Comune e quindi anche qui la funzione continua.
A Saint-Vincent: ora rispetto a prima, gli ambulatori territoriali sono sovraffollati. Non so se avete visto Morgex com'era un po' di anni fa, la situazione era diversa, nel senso che gli ambulatori c'erano, tutti lindi e puliti, ma non erano frequentati. A Saint-Vincent: sempre dalla comunicazione del Dr. Poti viene evidenziato che sono 4 le stanze messe a disposizione dal Comune, una per un ambulatorio ostetrico, un'altra per un ambulatorio pediatrico, l'altra per un assistente sanitario e una per un'assistente infermieristica; gli orari di questi ambulatori, dotati di 3 telefoni e 2 computer non sono mai concomitanti.
Ad Aosta è risaputo che ci sono 3 consultori funzionanti, più uno a Plan Felinaz più il "Pangolo" che abbiamo potenziato. Certo la rete consultoriale di Aosta ha strutture più vetuste di quelle degli altri Paesi, ma il poliambulatorio di Via Brocherel risolverà questa situazione.
Se crediamo all'area territoriale: certo, a questa ci crediamo e anche se le risorse finanziarie sono minori, questo sia per l'Ospedale che per il territorio, cerchiamo di investire. Siamo d'accordo che l'Ospedale deve essere sempre più un Ospedale per acuti e gli altri trattamenti devono essere fatti sul territorio. I dati di finanziamento sono dati che vanno in questa direzione: il 48-49% del finanziamento del 2006 è stato speso sul territorio, all'area ospedaliera sono stati tributati il 39-40% dei finanziamenti, all'area amministrativa il 5-6%, quindi al territorio sono andate le risorse maggiori. Per la quantità di bilancio bisogna tener conto che in questo 48-49%, avendo risparmiato l'1% della spesa farmaceutica con la distribuzione diretta di farmaci alle microcomunità, sono stati risparmiati 2,5 milioni di euro, che nel 2006 sono stati spesi tutti sul territorio. Il sistema di direzione che ha letto queste interpellanze e che risponde in questo modo ha raggiunto in questi anni degli obiettivi importanti. Nel 2005 le prestazioni sul territorio sono aumentate del 15,58%, quindi direi che il fattore territorio vada potenziato e ciò è dimostrato in questi dati: il 48-49% di finanziamento e 15,58% prestazioni in più.
Vorrei anche, per dare delle buone notizie, segnalare i progetti positivi che sono stati portati a termine nel territorio e l'attenzione per il territorio: intanto il nuovo contratto con i medici di famiglia per noi molto importante, che ha portato a una disponibilità telefonica degli stessi dalle 8.00 alle 14.00, cosa che non c'era prima; ha istituito la figura del medico di struttura nelle microcomunità; è partita l'ADI su tutto il territorio, in questi tempi a Châtillon è partita un'ADI oncologica per un bambino neoplastico, che prima non c'era; abbiamo 2 RSA in funzione. I servizi di prenotazione saranno dal mese di gennaio accessibili su "Internet" con la presentazione delle liste di attesa nei vari distretti. Il sistema di farmacovigilanza è stato potenziato e informatizzato, è stato aperto un servizio ausili sul territorio, sono partiti gli "screenings" per le neoplasie, cioè in questi mesi abbiamo girato tutto il territorio per presentare il terzo grande "screening" delle neoplasie del colon e abbiamo avuto alle prime risposte sul territorio una partecipazione allo "screening" del 59%, cosa che nel resto d'Italia non c'è.
Vorrei citare un'ultima cosa positiva, ringraziando anche i Consiglieri che erano presenti sabato al Convegno di medicina "sanità in rete", in cui è stato presentato il progetto di informatizzazione dei medici e degli infermieri sul territorio. Nel mese di dicembre di quest'anno il 98% dei medici sarà informatizzato, cioè i medici avranno tutti i dati di ritorno dell'Ospedale, i dati di laboratorio, i malati possono anche non più ritirare gli esami in laboratorio, perché le risposte gli vengono date attraverso l'informatizzazione del medico di base e questo permetterà tutta un'altra serie di progettualità, così anche le infermiere sul territorio dal mese di gennaio avranno un palmare informatizzato. Chi era al convegno di sabato ha avuto sicuramente un ritorno positivo quando il Presidente dell'Ordine dei medici italiani ha definito la situazione dell'informatizzazione del territorio della Valle d'Aosta unico esempio in Italia. Questi dati, quindi, mi sembra che dimostrarino non solo un desiderio di andare verso una politica sanitaria molto più stabilite sul territorio... ma che lo dimostrino nei fatti.
Termino dicendo che sulle liste di attesa è stato molto corretto il Ministro Turco lunedì, quando ha riunito tutti gli Assessori e ha detto di non aver "cavalcato" il problema delle liste di attesa, perché facilmente può essere "cavalcato" con demagogia e populismo, in quanto questo è un problema che pone, se lo si vuole affrontare in modo corretto, una serie di problematiche importanti. La Valle d'Aosta comunque, rispetto al decreto che uscirà dal Ministero e al recente piano di controllo delle liste di attesa che abbiamo presentato, presenta una situazione molto favorevole. Se si guardano gli esami segnalati, l'ortopantomografia, l'RX colonna e l'RX colonna "in toto", da un attestato sempre di ieri del direttore di area territoriale, presentano, l'ortopantomografia 22 giorni di attesa in Ospedale e 36 giorni a Donnas; l'RX colonna 36 giorni in Ospedale e l'RX colonna segmenti 20 giorni a Morgex e 36 giorni a Donnas. Questo è ampiamente sotto i limiti previsti di 60 giorni per la diagnostica; dal punto di vista sanitario, avendo fatto il chirurgo nel pubblico per 26 anni, posso dire che per fare un RX della colonna non cambia assolutamente nulla se viene fatto dopo 20 giorni o 36 giorni, sono prenotazioni rapide rispetto ai dati italiani. Chiaramente se c'è un'urgenza, questa è sempre filtrata dal medico di famiglia e viene eseguita, se non è differibile, nelle 24 ore e nei 15 giorni se è differibile, per cui penso che sulle liste di attesa abbiamo dei tempi accettabili, comunque uscirà il decreto del Ministero, che per 30-32 specialità ed esami porrà dei limiti precisi, a cui noi ci atterremo.
Termino dicendo che il Ministro Turco lunedì ha parlato di necessità di ammodernare il servizio sanitario, il che significa riorganizzare, vedere e rendere più efficienti i servizi sul territorio, vuol dire sopprimere delle pratiche e delle funzioni che non sono più utili all'utente. In questo piano per ammodernare però dovremmo fare delle scelte, questo è evidente, e tali scelte possono essere impugnate, criticate facilmente. Il populismo e la demagogia in questo sono un rischio per tutti. Partiamo dai bisogni della popolazione, crediamo alla necessità di portare i servizi sul territorio con questa sottolineatura del Ministro Turco, che bisogna comunque ammodernare il servizio sanitario italiano.
Sul problema dei consultori sta lavorando il Dipartimento materno infantile, lo ha come progetto - nel Dipartimento materno infantile sono presenti i medici, gli infermieri, le ostetriche, gli psicologi e anche i ginecologi che operano sul territorio - per presentarci un piano che vada nel senso di ammodernare e rendere più efficiente questo servizio.
Président - La parole au Conseiller Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Intanto mi fa piacere che l'Assessore ammetta tutte le carenze che sono state evidenziate e gli garantiamo che nelle prossime settimane faremo un'analisi più dettagliata delle strutture consultoriali. Non so se riusciremo a vederli tutti e 22, ma sicuramente torneremo con un'analisi più approfondita della lista della spesa in materia. Dal punto di vista delle liste, fra gli argomenti che sono stati evidenziati... ho una visione decisamente diversa da quella dell'Assessore, perché lui parla delle cose positive e si dimentica di parlare delle cose negative.
Per quanto riguarda le attese per la Cardiologia, siamo arrivati a livelli tali, per cui tutta una serie di persone che hanno la necessità di una visita cardiologica per poter avere la patente, perché vengono sottoposti dal Servizio di medicina legale a controlli a 3 o a 6 mesi, quelli di 3 mesi non riescono nemmeno ad avere la patente, perché la prenotazione della Cardiologia va al di là dei tempi della Medicina legale. Siamo arrivati a questi livelli, per cui c'è gente che sta una settimana o 10 giorni e gli dicono pure che rimarrà una settimana senza guidare!
Per quanto riguarda le liste di attesa legate ad alcuni reparti particolari come la radiologia, abbiamo già dimostrato in quest'aula che variano a seconda dei livelli retributivi dei progetti obiettivo. Se vengono fatti in base al vecchio sistema a tariffa, le prenotazioni scendono da 100 a 15 giorni, se invece non gli si dà il pagamento a tariffa, tornano a 115 giorni. È lì che bisogna intervenire: bisogna intervenire facendo in modo che le liste di attesa siano estremamente limitate, ma soprattutto non siano più ostaggio dei primari ospedalieri. Come è ostaggio del sistema ospedaliero il CUP, perché nel CUP si può andare a vedere e lei lo potrà mettere sulla rete, ma non potrà mai mettere sulla rete tutta quella serie di prestazioni, che sono tantissime, per cui i pazienti devono continuare anche oggi ad andare in Ospedale per prenotarsi, perché non si può fare dai consultori, né dai poliambulatori, né da casa. Bisogna andare lì 1 volta, 2 volte, 3 volte, chiedere per piacere e ricevere spesso risposte che se si passa alle 10,00 di sera in libera professione... c'è tempo dopo 1 giorno o 2... se invece vuoi andare per vie normali, devi aspettare dai 30 ai 50 giorni e per tutta una serie di pratiche sei obbligato comunque ad andare lì una volta, chiedere, tornare per la prenotazione e tornare per fare gli esami e quant'altro sempre in Ospedale. Queste sono funzioni che fanno sì che i suoi palmari a molti degli operatori del territorio risultano una presa in giro, perché significa "ammantare" di cose tecnologiche, che sicuramente hanno premiato la ditta che le ha vendute, tutta una serie di strutture, che poi mancano da altri punti di vista, per cui c'è il palmare, ma non c'è l'acqua calda, c'è il palmare, ma poi manca il telefono o il computer che collega con l'USL. Credo allora che, al posto di fare dei salti in avanti su queste cose iperboliche uniche in Italia, forse sarebbero meglio le cose normali; l'eccellenza non è fare operazioni megagalattiche per cui la gente dimagrisce, ma è fare bene dall'appendicectomia a tutte le cose normali di tutti i giorni: elettrocardiogramma, radiografia...
Ultima questione: per quanto riguarda la radiologia, continuo a ribadire che le colonne in ortostasi non si possono più fare sul territorio, le prenotazioni non sono così lunghe in Ospedale, ma è una bella tradizione che i ragazzini che dovevano fare questo tipo di analisi non dovessero prendere da Gressoney e andare ad Aosta per farle, ma potevano limitarsi a Donnas. Questa è una cosa che non viene fatta, è un "minus" che c'è rispetto alla popolazione e che si associa a tutti i "minus" che abbiamo visto nella città di Aosta, perché andare a Plan Felinaz non è la città di Aosta, lei pone come alternativa Via Brocherel, qui abbiamo l'Assessore competente in materia che da poco ha lasciato il Comune di Aosta e lei è testimone che i lavori sono cominciati nel 2006 e prima del 2009 sicuramente Via Brocherel non sarà disponibile, quindi abbiamo 3 anni in cui la gente di Aosta, che sono 40mila persone, grazie a lei avrà difficoltà ad accedere ai servizi consultoriali, perché casualmente quelli più importanti come Ostetricia e Ginecologia sono finiti a Plan Felinaz e non sono più disponibili sul territorio della città. Questo dimostra che non volete mettere le strutture territoriali, a partire dal direttore di area territoriale e dei direttori di distretto, nelle condizioni di poter lavorare; non mettete a loro disposizione il personale, non mettete a disposizione le strutture, non date quel supporto che è necessario, perché? Perché il vostro pensiero è legato ai problemi dell'Ospedale, a tutta una serie di pressioni che avete da parte del Consiglio dei primari, unica Regione d'Italia in cui i primari hanno questo potere! Di fatto possiamo dire che chi governa la sanità non è lei in Valle d'Aosta, ma è il Consiglio dei primari e questo credo sia un "minus" di tale Consiglio regionale e di tale istituzione, di cui lei è responsabile.