Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2141 del 20 settembre 2006 - Resoconto

OGGETTO N. 2141/XII - Giudizio sull'operatività della Camera di commercio. (Interpellanza)

Interpellanza

Premesso che:

- La Camera di Commercio della Valle d'Aosta in base alle previsioni della legge istitutiva è ormai pienamente autonoma nella sua gestione;

- La Camera di Commercio è subentrata negli adempimenti amministrativi inerenti il settore, in precedenza svolti dall'Amministrazione regionale;

- La Regione in ottemperanza alla L.R. 7/2002 eroga un cospicuo contributo finanziario alla Camera di Commercio, mantenendo, inoltre, un suo peso specifico nel funzionamento di tale Organismo;

- A fine luglio il Presidente della Camera di Commercio ha espresso l'intenzione di procedere alla costituzione di una società interna di servizi;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

il Presidente della Regione e gli Assessori delegati per conoscere:

1) quale fosse l'organico regionale impiegato nelle attività ora trasferite alla Camera di Commercio e quanti sono i dipendenti regionali trasferiti alla Camera di Commercio;

2) l'ammontare delle risorse finanziarie regionali erogate a favore della Camera di Commercio dalla data della sua istituzione ad oggi, distinguendo quelle del periodo transitorio;

3) quale parere esprimono in merito alla proposta sopra riportata di costituzione di una società di servizi cosiddetta "in house";

4) quale giudizio esprimono sull'operatività svolta sino ad ora dalla Camera di Commercio e in particolare dalla fine del periodo transitorio.

F.to: Frassy - Tibaldi - Lattanzi

Presidente - La parola al Consigliere Frassy.

Frassy (CdL) - Dopo l'ampio dibattito, più che approfondimento, che c'è stato sul tema dell'industria speriamo di avere forse un dibattito meno ampio, ma qualche risposta più concreta da parte dell'Assessore su un altro problema importante: quello del ruolo che deve avere la Camera di commercio nella nostra Regione. Non sto a riepilogare la vicenda della Camera di commercio, perché penso sia una vicenda amministrativa e politica nota a tutti, perlomeno nota a tutti quelli presenti in quest'aula.

Da cosa "prende le mosse" questa interpellanza? Parte innanzitutto dalla considerazione che ormai è circa un anno che la Camera di commercio ha acquisito autonomia completa; di conseguenza, ci dovrebbero essere aspettative diffuse fra gli operatori di settore affinché vengano date una serie di risposte alle quali è deputata la Camera di commercio. Abbiamo assistito nel corso dell'estate a una delle tante "querelles" che hanno contraddistinto il difficile percorso della Camera di commercio, che attraverso i suoi presidenti e i suoi organi direttivi ha sempre faticato a dare delle risposte concrete che uscissero dalla polemica politica, che dovrebbe rimanere appannaggio delle istituzioni politiche che non di un organismo tecnico come dovrebbe essere la Camera stessa. Con questa interpellanza vorremmo che lei facesse un po' di chiarezza su alcune questioni che secondo noi sono importanti per capire quali saranno i prossimi passi della Camera di commercio e, di conseguenza, anche per capire quali sensibilità e quali ragionamenti politici l'Amministrazione regionale ritiene di portare avanti su questo settore, che è il settore delle imprese.

Quando si istituì la camera di commercio nell'ambito della legge si fece riferimento al trasferimento del personale regionale agli organismi previsti per il funzionamento della Camera stessa, questo diceva l'articolo 16; vorremmo capire oggi, a periodo transitorio concluso, qual è la situazione degli organici e sul fronte regionale, e sul fronte Camera di commercio, per capire che ne è di quel personale che non ha fatto domanda di trasferimento e per capire qual è la situazione dell'organico in seno alla Camera. Vorremmo poi che lei ci facesse il punto di quelle risorse che in maniera ingente sono state trasferite nel periodo transitorio e poi nel periodo della piena autonomia alla Camera di commercio a titoli vari, dal mantenimento e gestione dell'Albo delle imprese artigiane al funzionamento della Camera stessa.

Fatte queste premesse, noi vorremmo capire che tipo di giudizio lei come amministratore esprime su due questioni importanti: la prima riguarda l'ipotesi di dare attuazione ad una previsione della legge istitutiva, mi riferisco all'articolo 2, comma 4, lettera a) che consente l'istituzione di società di servizi, ma tenendo presente la filosofia che lei ha voluto importare nel suo Assessorato e la vicenda di Centro sviluppo, cioè di una società equivalente a questa società "in house" che qualcuno vorrebbe ricostituire in seno alla Camera di commercio e che ha tutta l'impressione di essere un Centro sviluppo bis. Di conseguenza, qual è il giudizio politico che lei come responsabile di questo Assessorato vuol dare su questa vicenda e poi sull'operatività della Camera di commercio, che è passata attraverso le difficoltà di definire gli assetti numerici per far funzionare la Camera, che hanno comportato l'esigenza di una modifica legislativa e che oggi hanno portato a una piena autonomia. Il giudizio sull'operatività non può essere sganciato da quelle funzioni residue, che ci sembra di capire ancora permangono in seno al suo Assessorato, nel senso che non ci pare che il suo Assessorato abbia completamente passato quelle funzioni, che potenzialmente la Camera di commercio oggi potrebbe gestire. In base a queste risposte, mi riserverò una breve replica.

Presidente - La parola all'Assessore alle attività produttive e politiche del lavoro, La Torre.

La Torre (FA) - Credo che, solo per l'inciso che lei ha fatto all'inizio, il confronto sia proprio l'elemento che ci è mancato negli ultimi tempi e su cui invece bisognerebbe avere la capacità di andare, perché è proprio attraverso il confronto che si decidono le politiche, si fanno le scelte. Se non si fa il confronto, probabilmente uno prende le decisioni e un altro le contesta. Io sono uno che crede ancora in questo modo di far politica, mi rendo conto che magari ho parlato per un'ora, ma ho altre 40 pagine di documenti che abbiamo già scritto con iniziative da prendere; però il confronto, se sei serio, su argomenti di questo spessore non si può fare in 2 minuti. Lei ha fatto molte domande, ma le confermo che credo che la Camera di commercio debba avere un ruolo di natura imprenditoriale; le Camere di commercio non le abbiamo inventate noi, anzi noi ci arriviamo ben ultimi sulla Camera di commercio. Ricordo ancora numerose battaglie fatte proprio per l'istituzione della Camera di commercio, che feci anche dai banchi dell'opposizione, quindi ritengo che ci siamo arrivati tardi, ma ci siamo arrivati. Evidentemente però, arrivandoci tardi, non è che c'è da riscrivere il funzionamento delle Camere di commercio, basta solo prendere esempio da quelle che sono lì da tanto tempo, che hanno questa capacità operativa di natura imprenditoriale, quindi di andare addirittura a Bruxelles, di andare a rappresentarci all'estero e di creare occasioni imprenditoriali per i propri iscritti, per dire che una buona Camera di commercio è una Camera di commercio che agisce in questo senso. In realtà, quindi, il vero giudizio su una Camera di commercio lo possono dare solo gli iscritti e le associazioni che ne fanno parte, ma bisogna anche dire con la stessa onestà che, come le politiche industriali nel momento in cui si decide di cambiarle, anche una Camera di commercio per essere operativa e portare a casa dei risultati ha bisogno di essere giudicata su una finestra temporale che non può essere di un anno, cioè qui non è che dici: "fai una cosa", e 6 mesi dopo vedi il risultato, oggi andare a modificare le politiche industriali vuol dire gettare oggi delle basi che daranno dei risultati fra 5 anni; far funzionare una Camera di commercio da zero vuol dire che la sua operatività si avrà dopo 1, 2 o 3 anni in funzione della capacità. Trovo giusto e che attiene al confronto però il fatto che le altre forze politiche sollecitino e facciano delle domande come lei sta facendo, perché credo che sia attraverso questo sprone che alcune operatività vengono incentivate.

Il passaggio del personale non è un passaggio indifferente, è un passaggio abbastanza complicato; in una domanda si chiede qual era l'organico regionale impiegato nell'attività ora trasferita alla Camera di commercio... qui mi sono fatto dare i dati. L'organico suddiviso fra il personale del Registro imprese, Albo artigiani, Ufficio metrico, albi e ruoli, brevetti era così composto: un capo servizio, un istruttore analista investimenti, 8° livello, un istruttore amministrativo, 3 ragionieri, 8 segretari, un perito industriale, 13 coadiutori. I dipendenti attualmente impiegati presso la "Chambre" sono un caposervizio, un istruttore analista investimenti, un istruttore amministrativo, 2 ragionieri, 4 segretari, un perito industriale e 9 coadiutori. Il personale quindi si è contratto rispetto a quello che inizialmente era preposto a quei compiti; apparentemente prima utilizzavamo più personale di quello che sta utilizzando adesso la "Chambre". Questo vuol dire che la situazione del personale è aperta, perché con la fine dell'anno si dovrà chiarire chi resterà alla "Chambre", perché c'è anche un problema di un passaggio. È chiaro che chi è dipendente della Regione e ha acquisito i benefici di essere dipendente della Regione dovrà valutare se e come gli converrà entrare in tutt'altro ambito contrattuale rispetto a quello da cui proviene. Diventa quindi delicato il passaggio del personale, io stesso ho difficoltà, perché ho parlato con i sindacati, ho parlato con qualcuno del personale e ho capito che esiste questa problematica che dovrà essere risolta adesso, perché o si riesce a dare a chi vuole stare alla "Chambre" quelle garanzie acquisite, oppure se va avanti uno che magari lì sta benissimo, dice: "no, a me non conviene, perdo i miei diritti acquisiti". Questo è il problema, perché bisogna bypassare questo nodo che non è semplice.

Lei ha posto una domanda sulle spese e le entrate della "Chambre", io ho avuto piacere di andarle a vedere, perché non le conoscevo fino in fondo e mi sono fatto uno specchietto. In realtà, la descrizione della spesa è abbastanza semplice da fare. La spesa possiamo suddividerla su 3 voci centrali: una che sono le spese per il funzionamento nella fase di avviamento della Camera, ivi comprese le spese per l'acquisto di beni e servizi e gli oneri relativi agli organi camerali. Per questa voce sono stati impegnati nel 2004 169mila euro, nel 2005 5mila, alla fine nella fase di avviamento ne sono stati liquidati 150mila. La seconda voce è quella del finanziamento annuale della Camera valdostana delle imprese ai sensi dell'articolo 12, comma 3: erano stati impegnati 443mila euro nel 2005, 400mila nel 2006, sono stati liquidati 843mila. La terza voce, "Contributo alla camera valdostana delle imprese per la gestione dell'Albo regionale delle imprese artigiane", vede impegnati 250mila euro, liquidati 250mila. Totale delle spese: 1.243.602 euro. Le entrate: qui è più composita la cosa, ma ugualmente chiara. Intanto c'è il diritto annuale e i diritti di segreteria trasferiti, che sono trasferiti per legge alle Camere di commercio e sono per un totale di 1.101.629 euro. Dobbiamo tener conto anche del totale complessivo dei contributi erogati, che sono 1.093.526, poi vi sono delle voci che sono fatture pagate da altri servizi per 180 euro, rimborsi per errati versamenti 100 euro, totale 1.093.000 a favore della Camera. Altre spese sostenute per il funzionamento 150mila euro, saldo precedente fase di avviamento, fa riferimento ai 150mila euro che erano stati preventivati, ma le do lo schema, altrimenti si perde. Queste sono le spese di "start up" della Camera di commercio e la copertura che esse ne hanno avuto.

Ho trovato interessante il passaggio che lei ha fatto sulla società "in house". Dobbiamo intanto prendere atto che la "legge Bersani" ha detto con chiarezza che, se le società non sono partecipate al 100% dal socio pubblico, queste non possono gestire con le tipologie e le metodologie che finora sono state portate avanti tutta una serie di servizi e di appalti. Questo significa che ha posto di fronte tutto il Paese... perché sappiamo che nel Paese si stanno creando dei poli di potere economico-finanziario che, forti della partecipazione regionale, ma con all'interno privati, società le più diverse, stavano diventando "leader" rispetto ad alcuni settori - fra questi il settore dell'informatica, quello della gestione dei servizi di trasporto - e questo non andava bene perché il "Governo Prodi" o, meglio, Bersani, nel principio di un'economia di libero mercato e di una concorrenza, vuole una chiarezza che dica che se un ente pubblico vuole gestire in proprio i propri servizi o le proprie ipotesi di lavoro, deve possedere il 100% delle azioni e non può farlo, se le vuole gestire bypassando una serie di normative legate agli appalti e agli affidamenti, se non possiede il 100%: questo significa che entrano immediatamente in crisi tutta una serie di strutture, non ultime nella nostra Regione alcune come "INVA", che è partecipata da "Telecom" con il 40% e altre iniziative. Questo vuol dire che la Camera di commercio, se vuole gestire una serie di attività e le vuole gestire in termini promozionali o in termini di sviluppo di iniziative concrete da realizzare velocemente, perché il fatto di utilizzare una società "in house" permette di accorciare di molto alcune iniziative, altrimenti uno dovrebbe ricorrere ai bandi di gara a livello europeo, deve ricorrere alla pubblicità e quindi alla competizione di mercato... la Camera di commercio come strumento operativo ha nelle sue ipotesi operative, ma che dovranno essere consolidate all'interno del suo "CdA", questa ipotesi di costituire una società "in house" che potrebbe non diventare un "carrozzone", come lei ha detto, ma potrebbe assorbire forse in caduta anche una parte di quello che era stato portato avanti discretamente, almeno per alcune cose, anche all'interno del Centro Sviluppo. Perché perdere all'interno della realtà di Centro Sviluppo alcune iniziative a favore delle imprese, specialmente giovani, solo perché il Centro Sviluppo era giusto chiuderlo e perché non conferire queste iniziative in parte alla "Vallée d'Aoste Structure", in parte alla "Finaosta", in parte a una società "in house" della Camera di commercio? Se ne sta parlando, la Camera di commercio ha una sua autonomia non solo imprenditoriale, ma anche gestionale nel bene o nel male, quindi è giusto anche criticare, ma è giusto anche che gli scritti possano influire sulla gestione, questa è l'autonomia. Loro vogliono portare avanti questo discorso, affrontiamolo, vediamo in che termini lo vogliono fare, vediamo se tale discorso attiene agli obiettivi che si danno e non sia una furbizia. Non voglio dare un giudizio preventivo, vorrei capire, vorrei vedere se si trova un'unità all'interno della Camera di commercio e del suo direttivo, perché è noto che ci sono stati anche dei contrasti. Mi piacerebbe vedere se al loro interno vi sia unità in merito. Il periodo transitorio non è ancora finito, quindi come spero di averle detto... certamente in modo incompleto, io stesso sto conoscendo tutto quello che c'è intorno e faccio anche un po' di fatica, c'è il problema del personale con quel "nodo" che le ho detto, ma su cui si cerca di lavorare per arrivare a una soluzione, c'è questa autonomia imprenditoriale e gestionale che è giusto tutelare e su cui bisogna andare ad esercitare un'opera di controllo, c'è un bilancio economico che le fornisco, questi sono i dati che ho, su questi non ho influito, glieli posso solo dare.

Alla fine, per quel che riguarda il giudizio, mi rifaccio a quello che le ho detto all'inizio. Ritengo che i compiti siano chiari, la missione sia chiara, il giudizio lo si potrà dare fra un anno e mezzo, ma non lo potrò dare tanto io, io potrò esprimere il mio come ha detto bene lei, ma lo dovranno dare gli iscritti che hanno non solo la forza, ma anche la capacità di esprimere con chiarezza i loro giudizi.

Presidente - La parola al Consigliere Frassy.

Frassy (CdL) - Brevemente. Una considerazione a margine delle risposte, ma soprattutto dei problemi che sono emersi non solo dalla nostra illustrazione dell'interpellanza e delle questioni che abbiamo posto, ma problemi che l'Assessore nella sua risposta ha confermato come problemi di attualità. Problemi di attualità sui quali, dice, bisognerà dare delle risposte: ecco il problema è proprio quello delle risposte, perché troppe volte soprattutto in questa Regione i tempi delle risposte sono difficilmente compatibili con i tempi dell'economia e allora penso che qui la sua scommessa sia quella di dare concretezza a quella frase che era il suo biglietto da visita all'atto dell'insediamento: più impresa e meno pubblico, in quanto lei deve ragionare da imprenditore quale lei è. Di conseguenza, deve avere la capacità, una volta che i problemi sono evidenziati, a cercare sì il confronto, ma poi a perseguire delle strade che portino a delle risposte. Avevamo cioè detto all'Assessore Marguerettaz che avevamo preoccupazione sui tempi della liquidazione di Centro Sviluppo, egli ci disse che Centro Sviluppo entro fine anno sarebbe stato definito nella sua liquidazione. Auspichiamo che la vicenda eventuale della società "in house" sia concomitante con la definizione di Centro Sviluppo, perché, se ci trovassimo ad avere un Centro Sviluppo in liquidazione e l'istituzione di un Centro Sviluppo bis, sicuramente non avremmo fatto più impresa e meno pubblico.

Presidente - Mi pare ragionevole sospendere il Consiglio, che è riconvocato per domani alle ore 9,00.

La seduta è tolta.

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La séance se termine à 19 heures 46.