Oggetto del Consiglio n. 2065 del 13 luglio 2006 - Resoconto
OGGETTO N. 2065/XII - Ritiro della mozione: "Impegno a diminuire il ricorso al parto con taglio cesareo".
Mozione
Ricordato come, secondo una recente indagine Istat, in Italia sempre più si assista alla medicalizzazione del percorso gravidanza, fenomeno che si manifesta tra l'altro con una continua crescita dei parti cesarei, che hanno raggiunto la percentuale del 35%, collocando l'Italia al primo posto fra i Paesi dell'Unione Europea;
Ricordato come l'Organizzazione Mondiale della Sanità consideri importante umanizzare il parto, rispettando tempi e ritmi naturali della mamma e del futuro nascituro e che, fin dal 1985, raccomandi il ricorso al parto cesareo nella quota massima del 15%;
Constatato che la percentuale di parti cesarei in Valle d'Aosta, anche se inferiore alla percentuale italiana, si attesta sul 31%, e risulta essere più del doppio del limite raccomandato dall'O.M.S., con un trend in crescita in questi ultimi dieci anni;
Ricordato che il livello di percentuale dei parti cesarei è considerato uno degli indicatori di processo cui fa riferimento il Nuovo Piano Regionale per la Salute e il Benessere sociale 2006-2008 e che l'attuale percentuale è stata definita dallo stesso Assessore "non esaltante";
Ricordata la scelta politica di fondo del Piano regionale 2006-2008 di perseguire in Valle d'Aosta un'organizzazione sanitaria di qualità;
il Consiglio regionale
Ritiene
che nel settore del percorso gravidanza vadano perseguiti livelli di qualità che si sostanziano anche nella riduzione del ricorso al parto cesareo, così come indicato dall'OMS;
Impegna
pertanto l'Assessore regionale competente a definire con l'USL, come obiettivo da raggiungere entro fine 2007, la riduzione di almeno due punti percentuale di ricorso al parto con taglio cesareo registrato nel 2005.
F.to: Squarzino Secondina - Bortot - Venturella
Président - La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Quando abbiamo discusso il Piano socio-sanitario avevamo chiesto con forza che fossero indicati alcuni elementi di valutazione delle azioni indicate nel piano. L'Assessore diceva che poi c'erano gli indici di qualità che sono già fissati in qualche modo. Quando nel corso della scorsa adunanza consiliare abbiamo affrontato il problema dei parti cesarei, del fatto che in Valle d'Aosta c'è una percentuale alta di tagli cesarei: il 31% - che è comunque inferiore a quella italiana: 35%, ma che è più del doppio del limite raccomandato dall'Organizzazione mondiale della sanità che si attesta sul 15% -, l'Assessore ha detto che l'attuale percentuale del 31% non è esaltante, perché denota che in questo ambito c'è ancora molto lavoro da fare. Ci chiediamo e proponiamo allora all'Assessore se non sarebbe utile individuare come livelli di qualità nel settore del percorso della gravidanza anche alcuni traguardi che si vogliono raggiungere nell'arco del triennio, perché l'Assessore, quando dice che questo indice non è esaltante, dà per scontato che comunque bisogna avvicinarsi all'indicazione data dall'Organizzazione mondiale della sanità. Ci domandiamo allora se è possibile programmare in qualche modo non solo le varie azioni da fare, ma programmare come tendere a diminuire questo indice, in modo che fra una decina di anni non ci troviamo qui di nuovo a dire: "adesso non è più il 31%, adesso è il 30%", non è esaltante però è così. Chiediamo allora di fare uno sforzo di indicazione e chiediamo all'Assessore di vedere con l'USL se non è possibile indicare un obiettivo di qualità preciso, perché nel giro di un anno e mezzo questa percentuale di ricorso al parto cesareo diminuisca di uno o due punti in percentuale, in modo che piano piano ci si avvicini, altrimenti l'obiettivo di perseguire livelli di qualità nel percorso della gravidanza... tale livello, se non si sostanzia in qualche indicatore preciso, diventa solo pura affermazione e nel prossimo triennio, quando si affronterà nuovamente il Piano socio-sanitario 2008-2011, si continuerà a dire che bisogna perseguire livelli di qualità nel percorso di gravidanza, ma anche lì magari abbiamo una percentuale del 30%, per cui siamo sempre molto lontani da quelli che sono indicati livelli di qualità dall'OMS.
Président - La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Fosson.
Fosson (UV) - Oggi discutiamo di mozioni su argomenti che abbiamo già trattato in passato, ben volentieri se ne ridiscute, infatti i termini di questa mozione sono diversi da quelli precedenti. Di cesareo abbiamo già parlato, vi sono dei dati, la percentuale del 31%, li ho definiti non esaltanti e migliorabili, quindi mi sembra già una grossa affermazione. Sono migliori sicuramente degli altri dati presenti in Italia. Fra l'altro, mi fa molto piacere che lei citi l'OMS come Istituto scientifico di riferimento; mi permetto di dire che, se si cita l'OMS per questi dati, bisognerebbe citarlo per tutti i dati scientifici, anche per esempio per quanto dice sulle nanopolveri, perché anche su questo dato quello che dice l'OMS dovrebbe essere preso in considerazione. Se lei non ha la documentazione dell'OMS sulle nanopolveri, gliela fornirò molto volentieri, perché, se va rispettato come organismo scientifico, penso vada rispettato per tutto, se siamo obiettivi.
Il Piano Regionale per la Salute ed il Benessere Sociale su cui si è lavorato prevede interventi per il miglioramento di queste percentuali. Prevede un obiettivo, al cui punto B "potenziamento delle attività dell'area materno-infantile", che abbiamo voluto noi, sono descritti ampiamente i "percorsi-nascita". Abbiamo creato e sostenuto nel Piano predetto l'ambulatorio di gravidanza fisiologico gratuito che non è nato solo da un'esigenza di alcune ostetriche, ma è nato da una nostra indicazione ben precisa. Quando ho detto "non esaltante" ho detto anche che sarà intrapresa una riorganizzazione di tutto il servizio, questo è già stato fatto, certo non darà risultati in un mese. Quello che mi spaventa, perché è estremamente pericoloso, è la parte della mozione in cui lei dice: "come obiettivo da raggiungere entro fine 2007 la riduzione di almeno 2 punti percentuale di ricorso al parto cesareo". Intanto mi farebbe piacere che lei scrivesse sul suo giornale perché 2 punti, perché non 1 punto o 3 punti; non ritengo che questo numero possa essere fissato arbitrariamente, ma penso vi siano stati degli studi sui parti cesarei fatti in urgenza - l'altra volta le avevo detto come molti cesarei in Valle d'Aosta sono effettuati in urgenza -, ma non credo sia così un dire o un provare: "mettiamo il 2%", penso che invece sotto vi sia un'indagine, un'analisi perché questo è veramente pericoloso. Se lei guarda degli scienziati, degli epidemiologi veri, quelli con la laurea in Medicina, cioè persone che si impegnano nel settore in modo qualificato, mai nessun epidemiologo - si ricorda che avevamo già fatto questo discorso sull'alcol che lei voleva ridurre - associa una campagna preventiva e di risultati a dei numeri precisi, perché questo può essere molto pericoloso. Perché? Intanto perché c'è una variabilità della patologia, può essere che in un anno vi siano 10 parti cesarei e in un altro anno per una patologia diversa, per paura, per una psicosi la percentuale di cesarei vari. La libertà di scelta, collega, perché lei sa che i cesarei si effettuano soprattutto con donne di elevata cultura, per una scelta loro; così anche con una fascia di popolazione meno acculturata come gli extracomunitari, la richiesta di cesareo è diversa. Fissare dei limiti matematici a un'indicazione terapeutica quindi è pericoloso e non lo fa nessuno degli scienziati, quelli veri! In nessun piano socio-sanitario si dirà di ridurre di 1 o 2 punti, si dirà: "faremo tutto il possibile" e noi - e prendo l'impegno, ma già su questo il piano è molto chiaro - faremo di tutto soprattutto dove la riduzione dei parti cesarei prevede un'educazione sanitaria che è alla base di tale azione, che è la filosofia del Piano socio-sanitario e che produrrà dei risultati magari in 1 o 2 anni, ma su cui ci impegniamo. L'indicazione a prolungare l'esperienza dell'ambulatorio della gravidanza fisiologica, del piano nascita, sono procedure per far sì che questa percentuale diminuisca, ma fissare delle percentuali così è pericoloso, non ha nessun valore scientifico e nessuno può sostenere una cosa del genere!
Assicuro un impegno in tale settore, anche nella riorganizzazione di un reparto che non dà in questo momento risultati esaltanti, ma tale mozione se è in questo senso non può essere accettata, quindi la prego di "eliminarla" su tale impegno che è un impegno a lavorare in questo settore: lavorare però su un'educazione sanitaria diversa, non su numeri rigidi che modifichino una terapia, cosa che potrebbe essere molto pericolosa.
Président - La parole au Conseiller Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Questo è un tema che affronta un problema molto importante, è uno di quelli che toccano l'umanità delle persone, perché il momento principale di tutti noi è quello della nascita. Mi sembra vi sia un errore molto grave nell'identificare la qualità della gravidanza dalla qualità del parto. La qualità della gravidanza e la qualità del parto non sono legate a una metodica, che di per sé può essere buona o cattiva, ma la metodica è neutrale, ma agli obiettivi. Gli obiettivi sono l'azzeramento della mortalità femminile, l'azzeramento della mortalità perinatale dei bambini, l'azzeramento delle complicanze neurologiche, eccetera: questi sono gli obiettivi da raggiungere epidemiologicamente; su questo ha già detto l'Assessore e non mi dilungo. La mozione allora avrebbe dovuto porre l'obiettivo di andare avanti in percentuale di riduzione di tali fenomeni, non del parto cesareo di per sé stesso: questo cambia molto l'indicazione di dove dobbiamo lavorare. Non possiamo ragionare in termini di metodica, il parto cesareo a leggere questa mozione sembra un dato negativo: non si può dire che il bisturi sia positivo o negativo, se è in mano al Dott. Fosson, che è un ottimo chirurgo, è una cosa buona che sana tante situazioni negative, se è in mano mia, che ho sempre fatto il radiologo, può essere un'arma letale e forse è meglio mettermi in galera! Secondo me, bisogna tener conto che il parto cesareo non deve essere aumentato o diminuito, ma deve essere usato quando necessita di essere usato e non può essere misurato a percentuale del PIL! Non è un 2% come vogliamo aumentare i contributi all'agricoltura o ridurre le spese del 2%, ma bisogna fare in modo che l'accuratezza e l'appropriatezza in questo settore siano al massimo livello. Se poi alla fine i cesarei triplicano, non mi interessa assolutamente nulla, l'importante è che Graziella, Marisa, Giovanna, eccetera, abbiano lo strumento di cui hanno bisogno in quel momento e, se è il cesareo, l'importante è che il cesareo sia fatto bene. Mi preoccuperei per esempio sui turni degli ostetrici e dei ginecologi, in modo che il cesareo venga sempre svolto nei tempi e nei modi migliori possibili. Per questo motivo la mozione non può avere l'assenso del mio gruppo e invito su tali temi a partire con un approccio non ideologico, ma guardando a cosa c'è dentro questi fatti: la "carne viva" delle persone.
Président - La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - È difficile rispondere a 2 medici, in questo momento non è tanto il discorso a livello politico, ma è a livello di medici e su questo livello mi dichiaro incompetente. L'intento della mozione - può darsi, ripeto, non essendo medico non riesca ad entrare dentro alcuni settori come i colleghi medici chirurghi soprattutto fanno - era quello di riaffermare fortemente l'importanza della gravidanza fisiologica. Vi è nel dibattito attuale un grosso contrasto, vi sono 2 filosofie di fondo che si confrontano: vi è la filosofia dei medici che tendono a medicalizzare il parto e questa è una filosofia che sta prendendo piede sempre più, i risultati dell'indagine ISTAT confermano l'incremento della medicalizzazione del parto, quindi c'è un'azione di pressione per medicalizzare il parto, che non è solo il parto cesareo, ma è tutto il percorso ed è un'operazione che i medici portano avanti; vi è d'altra parte tutta un'altra filosofia che portano avanti le ostetriche, che puntano sulla fisiologizzazione del parto, cioè sul considerare questo un fatto naturale da accompagnare non dicendo: "dobbiamo obbligare le donne a far chissà cosa", no, è proprio un accompagnamento ad affrontare un fatto naturale.
È chiaro che abbiamo approvato il fatto che si dia importanza all'ambulatorio fisiologico gratuito, questo va bene e va potenziato; ho appreso con interesse anche l'importanza che deve essere data all'educazione sanitaria, perché, se non c'è un'educazione sanitaria alla base, questo non si fa, ma educazione sanitaria anche dei medici. Qui effettivamente sono 2 concezioni che si confrontano, 2 concezioni alla cui base non c'è solo l'interesse per il parto, per la salute della donna, per l'esito positivo del bambino, ma molte volte purtroppo vi sono interessi di tipo economico alla base, tant'è vero che proprio lo stesso Ministro della sanità, Livia Turco, dice che bisogna andare verso una legge che sostenga i parti naturali, perché così si risparmia.
Su questo do ragione all'Assessore: può essere un modo rozzo, un modo non scientifico di presentare la cosa, ma era un tentativo per mettere l'accento in particolare su tale tema. Proprio perché non ci interessa dire che abbiamo sempre ragione o che le nostre formulazioni sono quelle esatte, noi in tale caso prendiamo per buono l'impegno dell'Assessore e fra un anno però - questo è un impegno che mi prendo con l'aula - chiederò conto all'Assessore di cosa è stato fatto in tale ambito di educazione alla salute, cosa è stato fatto affinché tutto l'insieme di operazioni, di attenzioni, di comportamenti e di atteggiamenti mentali sia stato messo in atto, perché anche in Valle d'Aosta si fermi... ma anche si torni indietro rispetto all'incremento della medicalizzazione del parto. Ripeto: non sono un medico, però mi fa strano che Paesi evoluti come la Danimarca, l'Olanda, il Belgio, la Francia, la Svezia, la Finlandia abbiano un tasso di ricorso al parto cesareo inferiore al 18%, vanno dal 13 al 15%. Va bene, saranno cose diverse, ma credo che i problemi di attenzione alla salute della donna e del bambino vi siano in tutti quanti i Paesi. È chiaro che è in questa direzione che bisogna andare. Ripeto: sarà stato rozzo il tentativo di indicare un "paletto" per valutare il percorso; possiamo ritirare la mozione, ma fra un anno saremo qui a chiedere conto di tutte le azioni di educazione alla salute, di valorizzazione e potenziamento del parto fisiologico ed eventualmente anche vedere se tutto questo porta ad una diminuzione in percentuale degli attuali parti cesarei.
Presidente - La mozione è quindi ritirata.
Il Consiglio prende atto.